3. IL PROGETTO
Definita un’area di progetto,
abbiamo iniziato ad esplorarla ed
analizzarla partendo soprattutto
dall’osservazione degli spazi fisici,
estendendo l’osservazione aelle
persone che li frequentano e a
differenti rapporti che nascono dalle
relazioni tra questi due oggetti del
nostro studio.
Abbiamo, quindi, concentrato la nostra
attenzione sui diversi tipi di relazioni tra
il terreno e chi lo calpesta,
tra i luoghi e chi li abita,
e ci siamo soffermate ad analizzare i modi
in cui l’individuo reagisce ed i
comportamenti che esso assume nelle
situazioni di frontre alle quali può trovarsi
nell’ambito urbano.
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4. LIMITI FISICI
COMUNICAZIONE E INTEGRAZIONE LECITO - ILLECITO COMUNICAZIONE
NELLO SPAZIO
Si definisce “limite fisico” tutto ciò che costituisce una barriera, un confine, una soglia non attraversabile, temporanea o
meno. E’ importante, però, sottolineare che la chiusura fisica non deve essere necessariamente considerata sempre e solo
come qualcosa di negativo, ma può essere percepita come spazio fisico in grado di comunicare all’individuo messaggi
di varia natura (commerciali, di carattere artistico, informativi, ecc...).
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5. LIMITI IMMATERIALI
PAURA PRIVACY SPAZIO RISTRETTO
Si definisce “limite immateriale” una barriera puramente soggettiva e surreale che l’individuo avverte di fronte a
situazioni di disagio, nelle quali la realtà viene da lui distorta e amplificata; sono proprio le sensazioni e le reazioni
emotive a diventare limiti, che, seppur immateriali, risultano spesso essere più efficaci degli stessi limiti fisici.
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6. APPROPRIAZIONE
CURA CASA NIDO
Con il termine “appropriazione” si intende l’appropriazione di uno spazio pubblico da parte di uno o più individui, che
usufruiscono di esso in maniera più o meno congrua o creativa. Spesso l’appropriazione prevede la cura dello spazio
oggetto dell’azione e la privatizzazione dello stesso, nel quale, quindi, vengono compiute azioni che, normalmente, si
svolgono all’interno di spazi privati ed intimi.
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30. l’avrà dipinto un
uomo o una donna? ma ci saranno i topi
in questo naviglio? chissà se quella
stella fosse di un
troppo piccola quella scritta. colore diverso...
Non attira per nulla non riuscirei mai viola e verde ...
a disegnare così meravigliosi!
da quanto tempo
ma laveranno a mano?? è bello che si
esiste questo posto?
fonda col palazzo è enorme!
triste , questa vetrina ...non si
vede neppure l’interno...
ma...ieri
chissà cosa vuol dire ... sera era
illuminato?
Conchetta ... mi fa spero che alzando ed
venire in mente abbassando la serranda, il è strana, ma mette come avranno fatto a montare
le conchiglie ... disegno non si cancelli allegria quel cartellone gigante?
tu ti eri mai
piccola, come serranda, ma è molto più bella la copertura una bottiglia d’acqua così
accorto di questo
come fai a non vederla? dell’Artic, laggù, alle Colonne con me durerebbe a stento
negozio?
di San Lorenzo una settimana
devo ricordarmi di portare
la giacca a in tintoria
e chi ha la finestra lì sotto?
...mi fermo ad osservare ...
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31. adesso � cado..quanto e’� alto
che hai da guardare!
che si facciano i fatti loro..
non guardare!non guardarmi!
La maschera del disagio.. . . 2930
32. guardo lì
guardo là
guardo lì
guardo là
un’ occhiata
...solo un’ altra veloce
guardo, non guardo
, guardo, non guardo
guardo, non guardo
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33. IL CONCEPT
La nostra lente ha deciso di
concentrarsi sul rapporto che l’individuo
crea con lo spazio pubblico.
Abbiamo cercato di individuare e
comprendere le varie forme di
condivisione esistenti e come la risorsa
dello spazio viene utilizzata.
Oggi l’individuo non è portato ad
assumere un comportamento aperto
verso il prossimo, ma tende a chiudersi in
una bolla.
Il desiderio di compartecipazione sta
scomparendo sempre di più, anche se
esistono ancora situazioni in cui il privato
entra in punta di piedi nel
pubblico.
L’obiettivo è proprio questo: ottenere la
trasparenza, creare delle bolle private
tangibili anche in pubblico, che mostrino
l’intimità dell’individuo.
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