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10 Settem bre 2013
Strumenti per fare scuola con i nativi digitali
di Gi useppe Cor sa r o
Alla r ice r ca di una nuova didattica
Articoli corre lati
Negli ultim i tem pi è em ers a con una certa
evidenza la volontà da parte del MIUR di
percorrere più decis am ente la s trada del
“digitale a scuola” e tentare di recuperare il
ritardo accumulato negli ultimi anni in
quest’ambito.
Sono s tati finanziati program m i a volte
anche lungim iranti: Clas s i 2.0 [1], Scuole
2.0, Editoria digitale [2], Piano LIM [3],
ForDoc [4], ecc…). Sono inoltre m olteplici gli
interventi utili all’avvio di tale proces s o di
innovazione attivati da alcune Regioni
us ando ris ors e proprie, m inis teriali o
europee. E nonos tante tutto ciò il digitale a s cuola fatica a decollare veram ente!
Forse il motivo di tali difficoltà sta in buona parte nel fatto che le maggiori resistenze
sembrano venire proprio dall’interno del mondo scolastico ed in particolare dagli insegnanti
stessi.
Ad onor del vero non s i può neanche dar loro del tutto torto.
Tralas ciando tutta una s erie di gius tificazioni a carattere più o m eno s indacale (non perché poco
valide m a s em plicem ente perché s arebbero qui fuori luogo) e s orvolando i tanti “m otivi
dem otivanti” (s cus ate il bis ticcio di parole) che un ins egnante può oggi addurre com e s cus a per
non cam biare il s uo m odo di lavorare, io pens o che ci s ia altro dietro alla forte ritros ia (per non
dire netta oppos izione) di m olti ins egnanti nei confronti del digitale a s cuola.
La riscoperta di un'arte antica
per una scuola innovativa
di Rudi Bartolini (07 Febbraio
2014)
Il Ministro Maria Chiara Carrozza
in visita all’Indire
di Rudi Bartolini (01 Febbraio
2014)
Cosa significa insegnare al
tempo dei nativi digitali
di Anna Pietra Ferraro (10
Settem bre 2013)
Da dove nasce il bisogno di
aggregarsi sui social network?
di Iolanda Caponata (30 Agos to
2013)
PON Scuola 2007-2013
di Sam uele Calzone e Claudia
Chellini (19 Agos to 2013)
A volte l’ins egnante ha paura di trovars i in difficoltà con dis pos itivi che non padroneggia (o che
non conos ce del tutto). Forse pensa di perdere il suo ruolo. Forse vede nel “mondo digitale” un
potenziale concorrente.
O m agari tem e di es s er cos tretto ad accettare l’aiuto dai s uoi s tes s i alunni. Più concretam ente,
di certo il docente s pes s o non crede nella reale utilità e nell’effettiva valenza didattica del
digitale. E in effetti, a poco probabilm ente s erve la pres enza di nuove tecnologie e di dis pos itivi
m odernis s im i nelle aule, a nulla la creazione e l’adozione dei più innovativi ed evoluti tes ti
digitali, s e non si ripensa in maniera radicale e completa il nucleo stesso dell’azione
educativa e con esso inevitabilmente il rapporto insegnante/discente e il ruolo del docente
stesso. Ripens are (o fors e riscoprire) un’attività didattica che pos s a accogliere pienam ente
tutte le potenzialità offerte dalle innovazioni tecnologiche (traendo profitto da es s e).
Da qui s i dovrebbe iniziare.
Trovare nuovi s trum enti per una nuova didattica [5].
PON Sviluppo dell’Istruzione: i
primi risultati
di Claudia Chellini (19 Agos to
2013)
Ma perché tutto ques to s forzo? E’ proprio neces s ario?
Tos i (12 Marzo 2013)
Negli anni a venire s i s entirà s em pre più s pes s o parlare di “strum enti per insegnare ai nativi
digitali” [6]. Pres to però non s arà più neanche indis pens abile aggiungere “...ai nativi digitali”.
I bam bini e i ragazzi che s tanno popolando le nos tre s cuole in ques ti anni (e fra poco anche le
univers ità) s ono s em pre più “abitanti del digitale”. C’è chi li ha definiti “una nuova specie in via
di appariz ione”.
Imparano ad usare i dispositivi digitali prima di imparare a parlare, interagis cono con
s m artphone e tablet quando ancora non s anno leggere. Ques ti ragazzi non dovrebbero più
tras cinare quotidianam ente pes anti zaini colm i di libri e ingom branti cartelle piene di s trum enti
tecnici e artis tici dalle loro s tanzette vers o le loro clas s i e vicevers a. A loro potrebbe bas tare un
tablet e una connes s ione ad Internet.
Il progetto iTEC: sperimentare la
"classe del futuro"
di Andrea Benas s i (27 Febbraio
2013)
Ques to è lo s cenario che i più ottim is ti (etichettati anche com e “vis ionari”) delineano per la
s cuola che verrà [7]. Oggi ancora, i diretti interes s ati (docenti, s tudenti, genitori, s ociologi,
form atori, educatori, ps icologi) non s ono tra loro d’accordo s u ques to. La s ens azione è che s i
s tiano s em pre più delineando due fronti oppos ti m a as s olutam ente tras vers ali e del tutto
s vincolati dall’agone politico. Pos s iam o per nos tra com odità etichettarli (con una deliberata
forzatura s em plificante) in: progressisti pro-digitale e conservatori anti-digitale.
E questi due “poli” sono presenti anche fra gli insegnanti.
Per chi s ta dalla parte dei cons ervatori il gioco è ancora relativam ente facile in Italia. Il ritardo
accum ulato dalla s cuola italiana e le forti res is tenze ancora attive contro una effettiva
penetrazione della “digital revolution” nel m ondo s colas tico, unitamente ai deficit
infrastrutturali ed alla ritros ia di buona parte della
clas s e docente cos tituis cono una fenom enale
zavorra che rallenta (quando non ferma del tutto)
PON Qualità degli ambienti e
tecnologie
di Sam uele Calzone (19 Agos to
2013)
Ørestad Gymnasium: una scuola
senza carta
di Gius eppe Mos cato e Leonardo
La visione tecnologica del
progetto iTec
di Giovanni Nulli (27 Febbraio
2013)
"Umanesimo tecnologico e
Istruzione professionale.
Scuola, impresa,
professionalità"
di Rudi Bartolini (22 Aprile 2009)
Regolamento relativo al
conferimento di incarichi di
collaborazione
di Indire (10 Aprile 2009)
La cittadinanza nel curriculum
della scuola italiana
di Erika Bartolini (06 Luglio 2004)
2. zavorra che rallenta (quando non ferma del tutto)
ogni intento innovatore (a quals ias i livello).
Per chi invece ha com inciato un percors o di
“avvicinam ento” ad un m odello nuovo di s cuola e di
ins egnam ento
fortem ente
caratterizzato
dall’integrazione del digitale nell’azione didattica, gli
os tacoli s em brano a volte ins orm ontabili.
Ogni cam biam ento com porta anche una certa dos e
di “fatica straordinaria”. E’ norm ale.
Ma qui da noi s em bra res tare tutto ferm o e fis s o s u s è s tes s o. Molte delle iniziative m inis teriali
hanno avuto s inora per lo più carattere di sperimentazioni circoscritte e quindi non sono
andate oltre il risultato di costituire delle buone pratiche a cui far riferim ento.
In ogni cas o, anche aum entando il num ero di s oggetti coinvolti probabilm ente non s i otterrebbe
granché s enza quel neces s ario “adeguamento” metodologico e senza modificare la funzione
del docente di cui sopra. Ed ecco che alcuni (s em pre più) provano ad es plorare,
s pontaneam ente, volontaris ticam ente. Sacrificando del tem po libero, s tudiando, s pes s o
leggendo docum entazione in lingua ingles e o frances e… Confrontandos i con altri,
s cam biandos i es perienze, provando, incontrandos i anche s olo virtualm ente (s ono s em pre più
num eros i i m em bri delle com unità online che hanno s celto com e tem a proprio la didattica con le
nuove tecnologie). Si m ettono in gioco e provano s ul cam po s trum enti e m etodi innovativi.
Ques ta m odalità operativa ha però i s uoi lim iti. Non può essere “diffusa” a tutto il corpo
docente senza interventi massicci e senza una “infrastruttura” di sostegno al docente.
Bis ogna pens are ad azioni s erie di form azione m irata.
Il Didatec [8] fors e potrà dare buoni frutti in ques ta direzione. Non bas ta pubblicizzare i tanti
es em pi pos itivi di cui s i trova notizia in autorevoli riviste specialistiche che alla didattica
s upportata dalle nuove tecnologie dedicano da tem po grande attenzione ed am pio s pazio (Bricks
diretta da A.Fini [9], TD dell’ITD-CNR [10], Form @re diretta da Antonio Calvani [11], Education 2.0
diretta da Luigi Berlinguer [12] ): troppo pochi i lettori raggiunti. Non bas ta l’im pegno profus o in
centinaia di blog di alta qualità prom os s i da s ingoli docenti (non cito nes s uno m a s arebbero
centinaia): validis s im i com e m odelli, m a poco diffus i. E non pos s ono di per s è es s ere s ufficienti
neppure i tanti gruppi Facebook centrati s ul tem a (Ins egnanti 2.0 [13], Docenti Virtuali [14],
Docenti e LIM [15], Il tablet a s cuola [16], La s cuola nella nuvola [17], L’iPad in clas s e [18],
ecc…): i docenti veramente attivi sono ancora troppo pochi. E allora ecco che i più tem erari
accettano in todo la s fida dei nativi digitali e s i inventano qualcos a. E di s olito funziona pure!
Ricercano e s coprono tools , provano apps e valutano ris ors e cercando di pensare “come” dei
veri nativi digitali.
Soprattutto cercano di mettersi “in rete”.
A tal propos ito è m olto chiara e fornis ce un quadro com ples s ivo la m appa realizzata da Paola
Lim one “Ins egnanti nella rete”.
A volte, poi, decidono anche di incontrars i realm ente (è s ucces s o anche a noi con il 1° Meeting
Docenti Virtuali e Ins egnanti 2.0 che ha avuto luogo a Nicolos i (CT) il 25 e 26 Luglio 2013).
Sono necessari nuovi strumenti (tools ) prim a di tutto.
Per creare, per pres entare, per realizzare libri interattivi o veri e propri cortom etraggi anim ati, per
far m appe concettuali e m entali, per le linee del tem po, per dis egnare, per leggere, per fare
grafica, per annotare, per fare m us ica, per es ercitars i in m atem atica, per s im ulare leggi di fis ica,
per fare es perim enti e s im ulazioni, per s crivere, per progettare e pianificare, per ricercare, per
aiutare a m em orizzare, per s piegare, verificare, s om m inis trare tes t, valutare, com unicare,
collaborare, pubblicare... per tutto ciò che rientra in una moderna attività didattica, insomma.
E poi le risorse reperibili in rete: video didattici, tutorials , lezioni già pronte, tes ti, audiolibri,
anim azioni es plicative,… m a anche articoli, pos t, interventi, webzine, forum , racconti di
es perienze, ecc… Per ognuna delle tipologie s opra citate es s itono decine e decine di apps ,
tools e riferim enti. Tutto rigoros am ente in digitale, fruibile online m a anche s enza connes s ione,
s u quals ias i dis pos itivo (s m artphone, tablet o pc).
Non esiste ad oggi (purtroppo) un repository generale
condivis o e i docenti che vogliono intraprendere quals ias i
attività didattica us ando e integrando le nuove tecnologie
debbono dars i da fare a cercare gli s trum enti più adatti
es tendendo m agari la ricerca fuori dai confini nazionali (in
lingua ingles e s i trova di tutto). Com pito non s em plice,
ques to. I gruppi s u Facebook e i blog dei docenti più es perti
vengono s pes s o in aiuto. Più recentem ente anche alcuni fra
gli editori italiani di tes ti s colas tici hanno iniziato a realizzare
vere e proprie piattaform e più o m eno s im ili a quelle per l’elearning. In es s e è pos s ibile trovare m olte ris ors e aggiuntive affiancate ai libri di tes to. Siam o
però ancora m olto lontani dagli am bienti digitali aperti e condivis i già s perim entati fuori d’Italia.
Il docente, in s os tanza, s e vuole avviars i all’integrazione del digitale nella s ua attività didattica
deve un po’ (ad oggi) sbrigarsela da sè… e ovviam ente non tutti hanno le com petenze
inform atiche neces s arie e/o s ono in grado di leggere docum enti in ingles e… e, quindi,
rinunciano. Carenze, queste, che potrebbero facilmente essere superabili attraverso la
traduzione dei tools e delle apps e la realizzazione di video-tutorial in italiano per incoraggiare
all’impiego degli strumenti di maggior interesse didattico.
Chi dovrebbe/potrebbe realizzarli? Il m inis tero?
L’Is tituto Indire? Gli editori? Gli s tes s i ins egnanti?
Fors e la s oluzione s ta nel m ettere ins iem e tutti ques ti attori e favorire una sinergia tra loro [19].
Potrebbe attivars i una collaborazione fattiva e duratura.
Intanto continuiam o a darci da fare e facciam o in m odo che i punti d’incontro anche s pontanei
(com e i nos tri gruppi s u Facebook: Ins egnanti 2.0, Docenti Virtuali, Docenti e LIM, e tutti gli altri)
pos s ano diventare s em pre più funzionali ad una effettiva diffus ione di una didattica per il 21°
s ecolo.
Note
[1] http://www.s cuola-digitale.it/clas s i-2-0/il-progetto/introduzione-2/
di Erika Bartolini (06 Luglio 2004)