2. LA
MOTIVAZIONE
come
motore
La
motivazione
(muovere
verso)
è
un
processo
di
attivazione
dell’organismo
verso
la
realizzazione
di
un
obiettivo.
È
il
processo
finale
di
una
ricerca
che
parte
dalla
comprensione
della
situazione
fino
al
raggiungimento
dello
scopo.
La
motivazione
attraversa
alcuni
passaggi
fondamentali:
la
comprensione
(il
mantenimento
dell’attenzione
sulla
situazione
prioritaria)
l’attenzione
(fattore
limitante
all’apprendimento
teorico-‐pratico)
l’apprendimento
(come
raggiungere
lo
scopo)
il
miglioramento
(svolgimento
del
compito
al
raggiungimento
dello
scopo)
Questo
percorso
si
svolge
secondo
l’ordine
descritto,
ma
prosegue
nell’ordine
contrario.
Il
miglioramento
infatti
è
uno
stimolo
all’apprendere
quindi
all’attenzione;
l’aumento
della
comprensione,
infine,
influenza
la
motivazione
nel
far
ripartire
il
processo.
IL
GRUPPO
E
LE
DINAMICHE
DI
RELAZIONE
“Io
sono
fatto
così!!!”
“Io
ho
questo
carattere!!!”
“Io
sono
sempre
stato
abituato
così!!!”
“Io
ho
sempre
fatto
così!!!”
“Per
me
va
bene
così!!!”
“Io
la
penso
così!!!”
Quando
si
inizia
un
nuovo
percorso,
bisogna
sapersi
rinnovare,
mettersi
in
discussione.
3. COSTRUIRSI
UNA
LEADERSHIP
(da
Gestione
delle
risorse
umane,
P.
Drucker,
2009)
•
La
leadership
non
è
un
diritto
calato
dall’alto
,
ma
è
qualcosa
che
viene
riconosciuto
dal
basso
•
Il
leader
deve
continuare
a
essere
un
riferimento
credibile
e
riconosciuto
nel
tempo
•
Oltre
al
consenso
e
al
coinvolgimento
nel
tempo,
è
imprescindibile
il
raggiungimento
di
un
alto
livello
di
coerenza
•
Aggiungere
l’elemento
temporale
(persone
e
risultati)
impone
di
considerare
la
leadership
come
qualcosa
di
mutevole
•
Il
“cambiamento”
è
diventato
una
dimensione
con
cui
è
necessario
che
“tutti”
-‐
ma
nel
nostro
caso
ALLENATORI,
dirigenti
e
organizzazioni
sportive
-‐
debbano
prenderne
atto.
Il
“cambiamento”
prevede
la
messa
in
discussione
delle
proprie
abitudini,
della
propria
stuttura
mentale,
del
proprio
modo
di
porsi,
di
fare,
di
parlare,
di
insegnare,
di
organizzare,
di
vedere
la
propria
interazione
con
l’attività
da
un
punto
di
vista
diverso,
nuovo,
quindi
comprendere
e
condividere
i
nuovi
obiettivi
e
la
struttura
necessaria
per
raggiungerli.
•
Chi
non
si
adatta
al
cambiamento
è
destinato
a
rimanere
fuori
dalle
dinamiche
comunicative,
dall’interazione
tra
soggetti
•
Non
è
più
possibile
pensare
di
raggiungere
risultati
eccellenti
rimanendo
sempre
gli
stessi,
rifiutando
di
mettersi
in
discussione
•
Questo
potrebbe
significare
anche
mettere
in
dubbio
ciò
che
fino
a
ieri
ha
portato
risultati
o
ciò
che
negli
anni
è
sempre
stato
considerato
punto
di
forza
•
Il
mettersi
in
gioco,
nei
rapporti,
dovrebbe
valere,
naturalmente,
a
tutti
i
livelli:
quello
organizzativo,
di
team,
del
singolo
dirigente,
del
tecnico,
dell’atleta
di
tutto
l’indotto.
I
CARDINI
DELLA
MOTIVAZIONE:
“passare
dalla
parola
ai
comportamenti”
Sviluppare
il
senso
di
appartenenza
Valorizzare
il
ruolo
e
il
contributo
di
ognuno
Promuovere
il
consenso
sulle
decisioni
Mediare
i
conflitti,
tutelando
soprattutto
i
deboli
senza
condannare
i
più
forti
Da
gratificare
a
RESPONSABILIZZARE
Un
po’
di
teoria
non
fa
mai
male,
questa
è
una
piccola
dose,
che
è
necessaria
per
iniziare
la
fase
del
cambiamento.
La
Pallavolo
Velletri
negli
ultimi
anni
ha
avuto
molti
mutamenti
dovuti
a
tanti
fattori
che
non
credo
sia
il
caso
di
sottolineare,
il
dato
rilevante
è
che
tutti
siamo
d’accordo
che
per
migliorare
la
qualità
occorre
modificare
alcuni
costumi
e
abitudini
(purtroppo
negative)
che
lentamente
hanno
affondato
le
radici
nel
quotidiano
della
palestra,
occorre
“UN
CAMBIAMENTO”.
Per
produrre
il
“cambiamento”
bisogna
estirpare
queste
radici,
questo
processo
ha
bisogno
di
5
elementi
fondamentali:
Condivisione
Disponibilità
Tempo
Pazienza
Coerenza
COSTRUZIONE
di
un
MODELLO
Lo
scopo
Costruire
un
ambiente
positivo,
formativo
e
motivante,
promuovere
la
qualità,
l’educazione,
la
motivazione,
la
partecipazione,
non
subire,
o
limitare
all’8-‐10%,
gli
abbandoni.
Promuovere
il
talento,
ma
anche
la
pratica
dell’attività
sportiva.
4. Io
nel
progetto
La
completa
condivisione
ci
impone
di:
“Sentirsi
funzionali
al
sistema
e
non
satelliti
di
un
sistema”
“Se
decido
di
stare
dentro…
scelgo
di
essere
un
protagonista”
Iniziare
per
gradi.
Per
costruire
un
modello,
bisognerà
definire
alcuni
aspetti
importanti:
Il
metodo
Le
regole
Il
controllo
La
qualità
IL
METODO
“ALLENARE
non
vuol
dire
solo
far
crescere
un
atleta,
ma
soprattutto
far
crescere
una
persona,
chi
è
deputato
alla
formazione
deve
essere
disposto
anche
al
cambiamento,
se
necessario,
dello
stile
personale.
Deve
essere
disposto
a
studiare,
apprendere
e
applicare
i
principi
pedagogici
elementari.
“ALLENAMENTO
è
un
PROCESSO
PEDAGOGICO
GUIDATO…”
Modificare
l’habitat,
attraverso
la
scelta
dello
stile.
“AUTORITÀ
O
AUTOREVOLEZZA”
G.
Esposito,
RU.
Management
A.
La
differenza
sostanziale
tra
autorevolezza
e
autorità
è
rappresentata
dall’origine
dell’assegnazione
dell’una
o
dell’altra.
L’autorità
è
corrispondente
al
livello
gerarchico,
quindi
al
potere
del
grado.
L’autorevolezza
è
invece
riconosciuta
dagli
altri.
In
genere,
l’autorità
è
legata
allo
stile
direttivo
(ad
esempio
per
comunicare
ordini
non
negoziabili),
quindi
al
superiore
gerarchico,
al
“capo”;
l’autorevolezza,
invece,
più
efficacemente
si
associa
allo
stile
partecipativo,
quindi
al
consenso
e
alla
capacità
di
convincere
e
di
vendere,
anche
un’idea.
L’autorevole
è
un
capo
che
non
ha
paura
di
perdere
credibilità,
al
contrario,
interviene
con
rapidità
nel
prendere
decisioni
e
nel
negoziare
con
la
propria
gerarchia.
Il
capo
autorevole,
quindi,
ha
anch'esso
una
sua
azione
autoritaria,
ma
la
sua
dote
maggiore
è
rappresentata
dalla
capacità,
soprattutto
comportamentale,
di
comunicare
con
i
suoi
collaboratori
individualmente,
con
tutto
il
gruppo
ed
esercitare
quando
necessario
la
propria
gerarchia.
Nell’ambito
sportivo
autorità
e
autorevolezza
devono
essere
entrambe
presenti
nella
persona
dell’allenatore,
lo
stile
autoritario
risulterà
fondamentale
nella
conduzione
di
allenamenti
e
nei
momenti
di
vita
comune,
lo
stile
autorevole
sarà
invece
indispensabile
nel
difficile
lavoro
di
equilibrio
tra
i
rapporti
allenatore-‐atleti-‐regole,
tra
atleti-‐atleti-‐dinamiche
di
gruppo,
tra
allenatore-‐dirigente-‐società,
tra
allenatore-‐atleta-‐genitori.
Il
tutto
guidato
da
una
grande
dose
di
BUON
SENSO.
LE
REGOLE
Priorità
di
scelta:
1. Educazione
e
comportamento
(linguaggio
e
regole
comportamentali
durante
tutta
l’attività)
2. Rispetto
di
persone
e
strutture
(allenatori,
compagni
di
squadra,
allenamenti,
dirigenti,
genitori,
palestre,
spogliatoi,
pulmino)
5. 3. Comportamento
sportivo
(arbitro,
avversari,
pubblico,
trasferte)
PROCEDURE
Condivisione
del
regolamento
interno
da
parte
di
tutte
le
componenti
Lettura
e
spiegazioni
delle
regole
a
inizio
stagione
Condivisione
attraverso
uno
scambio
di
impressioni
Sul
singolo
episodio
In
caso
di
comportamento
scorretto,
intervenire
secondo
le
seguenti
procedure:
1. Invitare
l’atleta
a
un
comportamento
idoneo
2. Richiamare
l’atleta
a
un
comportamento
idoneo
3. Intimare
all’atleta
provvedimenti
4. Presa
di
provvedimenti
Su
episodi
frequenti
1. 1°
richiamo
amichevole
davanti
alla
squadra
2. 2°
richiamo
autorevole
davanti
alla
squadra
3. 3°
richiamo
autoritario
e
preavviso
di
provvedimento
ai
genitori
4. Presa
di
provvedimento
annunciato
COMPETENZE
Se
il
comportamento
scorretto
viene
rilevato
dal
tecnico
durante
gli
allenamenti,
interviene
direttamente
secondo
procedure
Se
il
comportamento
scorretto
viene
rilevato
da
un
dirigente
o
da
altro
allenatore,
dovrà
avvisare
il
tecnico
che
sta
gestendo
l’allenamento
Se
il
comportamento
scorretto
viene
rilevato
durante
il
gioco,
il
tecnico
se
lo
ritiene
opportuno
prende
immediatamente
provvedimenti
tecnici
e
a
fine
gara
insieme
con
il
dirigente
interviene
secondo
procedure
Se
il
comportamento
scorretto
viene
rilevato
fuori
dalle
attività
tecniche
(spogliatoi,
corridoi,
esterno
palestra,
tribune…),
chiunque,
della
società,
lo
rilevi
interviene
immediatamente
per
sedare
il
comportamento,
non
appena
possibile
avvisa
il
tecnico
dell’atleta
per
la
presa
di
provvedimenti
secondo
procedure.
IL
CONTROLLO
ATTEGGIAMENTO
COERENTE:
“alle
parole
seguono
i
fatti…
sempre”
1. Profondo
rispetto
per
la
persona/atleta/giovane
2. Stesso
stile
con
tutti
3. Stessa
quantità
comunicativa
con
tutti
4. Stessa
qualità
comunicativa
con
tutti
5. Stessa
interazione
con
tutti
6. Stessa
attenzione
tecnica
con
tutti
7. Un
obiettivo
tecnico
e
agonistico
per
tutti
8. Sviluppo
per
tutti
del
senso
di
appartenenza
al
gruppo
e
all’attività
9. Campo
per
tutti
in
proporzione
alle
capacità
…
MA
PER
TUTTI!!!
ERRORI
DA
NON
COMMETTERE
Non
lasciarsi
influenzare
da
simpatie
e
antipatie
Non
lasciarsi
condizionare
dai
furbetti
Non
lasciarsi
condizionare
dalla
bravura
tecnica
Non
lasciarsi
condizionare
da
genitori
antipatici
Non
parlare
mai
di
altre
cose
se
non
dell’accaduto
Non
usare
“mai”
parole
offensive
neanche
per
scherzo
Non
usare
“mai”
parole
lesive
neanche
per
scherzo
6. Non
usare
mai
parole
che
indichino
punizioni
“corporee”
Non
scendere
mai
sul
personale
Non
alzare
mai
la
voce
Non
perdere
mai
la
calma
Non
sentirsi
chiamato
in
causa
PERDITA
di
COERENZA
INDIVIDUALE
Avere
un
comportamento
poco
attento
e
superficiale
Mostrare,
con
parole
e
comportamento,
poca
motivazione,
poco
entusiasmo
Avere
un
linguaggio
demotivante
e
scoraggiante
anche
se
per
scherzo
Partecipare
passivamente
all’allenamento
(allontanarsi
dalla
palestra,
stare
seduti,
parlare
con
altri,
parlare
al
telefonino)
Usare
due
pesi
e
due
misure
Lasciarsi
condizionare
dal
proprio
umore
giornaliero
Accanirsi
sempre
contro
gli
stessi
Non
considerare
tutti
gli
atleti
“persona”
allo
stesso
modo
Non
dare
a
tutti
le
opportunità
tecniche,
in
allenamento
e
gara
Essere
poco
propositivi
in
allenamento
e
gara
perdendo
subito
la
pazienza
Essere
assenteisti
Incoerenza
tra
il
dire
e
il
fare
PERDITA
di
COERENZA
AMBIENTALE
Non
rispettare
il
regolamento
e
le
procedure
Avere
un
atteggiamento
buonista
per
apparire
più
bravi
degli
altri
Mettere
in
dubbio
l’operato
di
un
altro
tecnico
o
dirigente
Parlare
privatamente,
esponendo
la
propria
contrarietà
al
regolamento,
alle
procedure,
a
un
episodio
e
a
un
provvedimento,
sia
con
i
diretti
interessati
che
con
chiunque
appartenga
all’ambiente
Contraddire
pubblicamente
l’applicazione
del
regolamento
e
delle
procedure,
ma
discuterne
privatamente
Prendere
provvedimenti
immediati
con
atleti
di
altri
gruppi
senza
attivare
le
procedure
Scendere
sul
personale
con
altri
tecnici,
dirigenti,
genitori
LA
QUALITÀ
PROCEDURE
PER
UN
ALLENAMENTO
ORGANIZZATO
PRESUPPOSTI
Puntualità
Avvisare
con
sms/tel/allenamento
precedente
per
assenze,
ritardi
e
permessi
vari
(pena
l’applicazione
delle
procedure)
Si
arriva
in
palestra
15’
prima
dell’ora
di
allenamento
(non
un’ora
prima)
Comportamento
corretto
negli
spogliatoi
e
corridoi
ATLETI
Divisa
da
allenamento
obbligatoria
per
tutti
(si
vedrà
di
organizzarsi
con
le
maglie)
Bottiglia
o
borraccia
per
bere
durante
l’allenamento
(3
porta
bottiglie,
18
posti)
Elastico
individuale,
ginocchiere
(obbligatorie)
ALLENATORE
Rete
ben
messa,
carrello,
palloni,
altra
attrezzatura
necessaria,
borsa
medicinali
In
tuta,
con
cartellina
e
programma
di
allenamento
e
registro
presenze
Si
entra
il
palestra
solo
al
momento
di
inizio
allenamento
e
non
prima
7. Raduno
in
cerchio
al
centro
del
campo,
per
verifica
presenze,
presentazione
allenamento
Allenamento:
non
si
parla,
non
si
perde
tempo,
non
ci
si
distrae
Spiegazione
esercizio
breve
e
chiara,
correzioni
se
possibile,
individuali
senza
interrompere,
di
squadra
con
brevissime
interruzioni
Ogni
blocco
di
lavoro
30’
circa,
sosta
per
bere
45’’
Al
termine
raduno
al
centro
del
campo
per
comunicazioni
e
programmi
Controllo
finale
negli
spogliatoi
per
verificare
il
comportamento
DA
EVITARE
Organizzare
esercizi
che
escludono
alcuni
atleti
Organizzare
esercizi,
cambi
e
rotazioni
che
limitano
sempre
gli
stessi
atleti
Organizzare
esercizi
troppo
complicati
e
tecnicamente
complessi
Organizzare
allenamenti
sempre
con
la
stessa
struttura
Organizzare
esercizi
che
non
abbiano
una
progressione
crescente
Provare
sempre
il
sestetto
che
gioca
senza
mai
provare
gli
altri
Abbassare
il
livello
qualitativo
dell’allenamento
per
provare
tutti
Interrompere
con
frequenza
gli
esercizi
Non
interrompere
mai
gli
esercizi
GARE
E
TORNEI
Coinvolgere
tutti
nelle
convocazioni
senza
abbassare
il
livello
qualitativo
Convocazioni
ufficiali
nel
raduno
al
centro
del
campo
alla
fine
dell’allenamento
precedente
Se
un
convocato
è
assente,
avvisare
immediatamente
(almeno
un
giorno
prima
della
gara)
tramite
sms/tel
Se
ci
sono
dei
non
convocati
assenti,
avvisare
immediatamente
(almeno
un
giorno
prima
della
gara)
tramite
sms/tel
Siano
esposti
chiaramente
e
ripetuti
“luogo
di
appuntamento
e
orario”
Coinvolgere
“il
maggior
numero
di
giocatori”
nelle
gare
ufficiali
(regola
prioritaria
per
il
futuro)
CONSIGLI
PER
FAR
GIOCARE
TUTTI
SENZA
ABBASSARE
TROPPO
LA
QUALITÀ
OLTRE
AI
CAMBI
CLASSICI
PER
RUOLO,
DURANTE
GLI
ALLENAMENTI:
Specializzare
alcune
riserve
sulla
battuta
(per
un
cambio
in
battuta)
Specializzare
alcune
riserve
per
la
difesa(per
un
giro
dietro)
Specializzare
alcune
riserve
per
il
muro
o
attacco
per
un
giro
avanti
I
CAMBI,
QUANDO?
Nella
prima
parte
del
set
(fino
a
16)
In
set
con
uno
scarto
positivo
o
negativo
di
4
punti
Al
3°
set
di
una
partita
compromessa
(che
si
poteva
vincere)
In
set
con
scarti
superiori
ai
6
punti
Distribuiti
al
1°
2°
3°
set
di
una
partita
che
si
può
vincere
Mai
2/3
cambi
insieme
quando
si
è
in
vantaggio
di
2-‐0
(set)
Distribuiti
con
parsimonia
e
in
maniera
strategica
in
un
set
o
partita
equilibrata
(cambio
in:
battuta,
a
muro
sul
centrale
avanti,
in
difesa
sull’opposto
in
2ª
linea
che
non
riceve,
al
posto
del
palleggiatore
basso
per
una
posizione
avanti,
cambio
avanti
su
un
attaccante
che
non
attaccherà
comunque
…)
RAPPORTO
CON
I
GENITORI
Per
gli
allenamenti
la
palestra
resterà
chiusa
a
genitori,
parenti
e
amici
8. Periodicamente,
con
i
genitori
più
presenti,
fare
un
resoconto
dell’attività
sportiva
dei
figli
e
del
loro
comportamento,
evitando
di
esprimere
valutazioni
o
previsioni
Evitare
rapporti
preferenziali
con
alcuni
genitori
Se
il
genitore
ricopre
il
ruolo
di
dirigente
accompagnatore
nella
stessa
squadra
del
figlio/a,
non
potrà
sedere
in
panchina
durante
le
gare
ufficiali
RAPPORTI
SPORT/STUDIO
L’istruzione
deve
rimanere
la
prima
priorità
nel
percorso
formativo
di
una
persona,
per
cui
nell’attività
si
dovrà
tenere
in
considerazione
questo
punto.
Chiaramente
bisognerà
giocare
d’anticipo,
con
alcuni
passaggi
importanti:
1. Chiedere
periodicamente
agli
atleti
il
loro
andamento
scolastico
2. Chiedere
periodicamente
ai
genitori
l’andamento
scolastico
dei
figli
3. Concedere
ogni
tanto
la
pausa
studio
4. Chiedere
la
copia
del
pagellino/pagella
5. In
caso
di
scarso
rendimento
scolastico,
scegliere
il
periodo
strategicamente
“MIGLIORE”
per
una
sospensione
dalle
attività,
concordata
con
i
genitori,
per
permettere
il
recupero
6. Non
sovraccaricare
troppo
gli
atleti,
occupando
ogni
giorno
con
allenamenti
e
gare
7. Ricordarsi
sempre
che
si
ha
a
che
fare
con
soggetti
in
fase
di
CRESCITA
a
360°
e
lo
sport
deve
essere
scelto
e
non
imposto