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PIANETA
ABUSI
Scarsaanchelacopertura
informativasullepratiche
delleimpresetuirstiche:al
questionarioproposto
dall’Osservatorioche
monitoral’applicazione
dellenormehanno
rispostosoloin4su10
DOMENICA
26 SETTEMBRE 2010 11
InEuropavaanchepeggio
DA PALERMO
i tour operator europei?
Pochissimi specializzati nella
responsabilità sociale, mentre la
stragrande maggioranza neppure
la considerano. L’Osservatorio
dell’Enbt ha scelto quest’anno di
allargare il campione di indagine agli operatori di
Francia, Germania e Regno Unito, con risultati
sorprendenti. I questionari compilati sono stati
appena 30, ovvero circa il 10 per cento di quelli
somministrati. Nell’83% dei casi non si è ottenuta
risposta, il 4% è risultato non idoneo, mentre il 3%
(ossia 8 operatori) ha rifiutato l’intervista.
«Probabilmente abbiamo individuato proprio quelli
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presidente dell’Ebnt, Gabriele Guglielmi. Si scopre
che solo il 23% dei tour operator europei risulta
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personale (la metà di quelli italiani), il 20% prevede
l’informazione dei clienti (un quarto degli italiani) e
appena il 10% dichiara di
sensibilizzare le imprese
fornitrici. Solo "TerreVoyages"
(Francia) prevede l’inserimento
del Codice di Condotta
all’interno del contratto. Sono i
francesi i più attivi sul fronte
della lotta al turismo sessuale a
danno dei minori, mentre in Germania nessuno
degli intervistati dichiara di allegare il Codice di
Condotta a materiali informativi o contratti rivolti
a clienti e fornitori. E sono i pochi grandi
operatori, in partnership con Ecpat, a mettere in
campo iniziative concrete. La grande massa di
piccole e medie imprese non si considera
interessata al problema con motivazioni incredibili
e anche banali: «Siamo un piccolo operatore», «Le
nostre destinazioni non sono a rischio», «I nostri
fornitori e clienti sono seri», «Ci occupiamo di
fornire trasporto e alloggio, quello che succede alla
destinazione non ci riguarda».
Alessandra Turrisi
E
allarme pedopornografia
NeldossierpresentatoaPalermodall’Ente
nazionaleprepostoalcontrollodelfenomeno
emergeunquadroinchiaroscuro:ilnostroPaeseè
alquintopostonelmondopernumerodiaguzzini,
nonostantestrumentilegislativiall’avanguardia
Che,però,nonvengonoapplicati.Eccoperché
Turismosessuale?
Buoneleggi.Ebasta
Italia“virtuosa”solosullacarta:scarsalavigilanza
DI LUCIA BELLASPIGA
a definizione internazionale è
travelling offender: è il "turista
sessuale", colui che si mette in
viaggio a caccia di vittime innocenti,
bambinioadolescentidasfruttareses-
sualmente. Senza pietà e senza scru-
poli. Una piaga mondiale che divide
ilpianetaTerraindue“emisferi”:iPae-
si poveri che forniscono le vittime, e
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manda. In pratica che esportano gli
orchi.El’Italia?Èpresenteinentram-
belecategorie,comedimostralacro-
naca (21mila ogni anno gli abusi in I-
talia), ma soprattutto occupa il quin-
to posto mondiale nella classifica de-
gliaguzzini:Usa,Germania,Franciae
Australia ci precedono, ma poi arri-
viamo noi, con i "turisti sessuali" (età
media25/30anni)cheperpartiresiaf-
fidanoadagenzieturisticheclassiche
ma poi, giunti sul luogo, sanno bene
come arrivare ai bambini usa e getta
(220milioninelmondo,secondol’O-
nu), sanno bene a chi rivolgersi, san-
no quali sono gli hotel compiacenti,
sannoanchechelìgliintermediari(o-
peratorilocali,taxistinonnecessaria-
mente abusivi, camerieri...) saranno
a loro completa disposizione.
Eccolo allora l’anello debole, quello
dei fornitori locali ai quali le nostre a-
genzie turistiche si affidano per atti-
vare i normali "pacchetti", senza sa-
pere se sono seri e affidabili o invece
al servizio della pedofilia internazio-
nale.
È uno dei dati più inquietanti che e-
merge dal dossier "Il turismo italiano
ed europeo contro lo sfruttamento
sessualedeiminori",presentatoieria
Palermo da Ebnt (Ente bilaterale na-
zionale Turismo) analizzando i dati
del 2010: «Nonostante l’Italia sia as-
solutamenteall’avanguardianelmon-
doquantoallenormativechecontra-
stano il fenomeno», rileva lo studio,
poiall’attopraticonontuttociòcheè
teoriadiventapratica.Insomma,«con
determinazione ammirevole e forza
morale l’Italia ha saputo darsi stru-
mentilegislativiefficaci»,marestain-
dietro quanto all’applicazione degli
stessi.
Dueinparticolareglistrumenticheci
pongonoall’avanguardia:lalegge269
del 1998 e il Codice di Condotta che
nel 2000 Ecpat Italia (End Child Pro-
stitution Pornography and Traf-
ficking),insiemealleassociazionieai
sindacati di categoria, ha elaborato
perl’industriaturisticaitaliana.Laleg-
ge269,rispettoallenormepreceden-
ti, sancisce la punibilità dei reati di
prostituzioneepornografiaadannodi
minori anche se perpetrati fuori dal-
l’Italia. E stabilisce l’obbligo per gli o-
peratori turistici di inserire in manie-
ra evidente nei cataloghi e tra i docu-
menti di viaggio consegnati ai clienti
la seguente avvertenza: «La legge ita-
liana punisce reati inerenti alla pro-
stituzione e alla pornografia minori-
le, anche se gli stessi sono commessi
all’estero». Il Codice di Condotta, in-
vece(cheèstatorecepitonelContratto
nazionale del 2003 per i dipendenti
del settore turistico) prescrive per le
agenzie di viaggio «la formazione del
personale sia in Italia che nei Paesi di
L
destinazione»,unaefficace«comuni-
cazioneaiclientidell’impegnodell’a-
zienda contro il turismo sessuale», e
soprattutto«lastipulazionediclauso-
le nei contratti che vincolano i forni-
tori locali di servizi ricettivi».
Ma, come dicevamo, è proprio sui
fruitorichelaprevenzionefaacqua,e
a dirlo sono i numeri rilevati dall’Os-
servatorionazionaleperl’applicazio-
nedellaLegge269(attraversounque-
stionario inviato a
309 imprese turisti-
che, ma al quale ha
risposto solo il 42%
deicontatti,ilchegià
la dice lunga): se ben
il 78% delle agenzie
turistiche ottempera
all’obbligo di infor-
mazioni ai clienti (e
questa è la notizia
positiva), solo il 47%
delleimpreseèattivo
nei confronti dei di-
pendenti, e solo il
23%sipreoccupadei
fornitoridiservizitu-
ristici nei Paesi este-
ri.Itouroperator,infatti,siacconten-
tanodi«averefiducianeifornitoristo-
rici», dunque non sentono l’esigenza
disvilupparespecificheazionidicon-
trolloeformazione.Malafiducianon
basta.
Perfortunacisonoimpresechesiim-
pegnano seriamente, che producono
opuscoli ad hoc, collaborano con as-
sociazioni ed enti nei Paesi di desti-
nazione, sovvenzionano persino or-
fanotrofieazionidicontrastoalfeno-
meno:«Perchénonattivaremeccani-
smi internazionali di premio-puni-
zioneperitouroperatorvirtuosi–èal-
loralapropostacheescedalconvegno
diPalermo–,comeadesempiolase-
gnalazione sui portali o le guide da
viaggio?». Nel trasporto aereo le liste
nere internazionali hanno funziona-
to, «allo stesso modo le liste bianche
degli operatori turistici potrebbero
creareuncircuitopositivo».Eunpre-
miodimercato:«Dimostreremmoche
più dello sfruttamento paga il rispet-
to».
Leagenziesi
fidanodei
touroperator
all’estero,che
inmolticasi
avvallanoil
fenomeno
Cosìsiamo
maglianera
perireati
l’accusa «Suisitiinternettroppescappatoie»
DA PALERMO
ALESSANDRA TURRISI
a legge per combattere il turi-
smo sessuale all’estero in Ita-
lia c’è, ma chi controlla se vie-
ne rispettata? Chi applica le sanzioni?». È
il duro atto d’accusa dei vertici dell’Ente
bilaterale nazionale del turismo (com-
posto dalle organizzazioni sindacali dei
datori di lavoro e dei lavoratori del setto-
re) e rivolto allo Stato, in occasione della
presentazione dei dati raccolti dall’Os-
servatorio nel 2010. «Noi abbiamo forni-
to uno strumento al ministero del Turi-
smo, dimostrando che si tratta di un pro-
blema molto lontano dall’essere debel-
lato – spiegano il presi-
dente Gabriele Guglielmi
e il vice Giuseppe Cassarà
–. Ma loro cosa stanno fa-
cendo per fare rispettare
la legge? Non molto a giu-
dicare dai dati». L’obietti-
vo è che Ecpat Italia (End
Child Prostitution Porno-
graphy and Trafficking)
convochi il tavolo di veri-
fica – composto da chi ha
sottoscritto il Codice di
Condotta – prima del 15
ottobre, quando si terrà la
Conferenza nazionale del
turismo, per elaborare
nuove proposte.
Sono tanti ancora i buchi
neri. I dati raccolti riguar-
do ai siti internet dei tour
operator intervistati sono
sconfortanti. La legge 269
del ’98 prevede che l’av-
vertenza della punibilità
dei reati inerenti alla pro-
L«
stituzione e alla pedopornografia mino-
rile anche all’estero sia riportata nei ma-
teriali propagandistici, nei cataloghi e nei
documenti di viaggio cartacei. Ma non
c’è alcun obbligo relativo alla pubblica-
zione di queste informazioni nei siti in-
ternet. E, infatti, nelle home page dei tour
operator la considerazione della lotta al
turismo sessuale che sfrutta i minori fi-
gura solo nel 2,4% dei casi, appena nel
6% dei cataloghi online. Una goccia nel-
l’oceano.
«Il ministero risulta assente – denuncia
Cassarà, che è anche presidente della Fia-
vet –. Non si può pensare a una gestione
privatistica del problema: la legge non la
applica nessuno e quindi ce ne dobbia-
mo occupare noi. Così non va. Ci vuole
la vigilanza. Per esempio, emanando u-
na norma che sanzioni chi non riporta la
dicitura prevista per legge sulle brochu-
re on line, che ormai sono ovunque. L’of-
ferta turistica in Rete è dilagante, parti-
colarmente accessibile al viaggiatore fai-
da-te. È fondamentale intervenire in que-
sto senso».
L’indagine 2010 dimostra un migliora-
mento dell’impegno dei tour operator i-
taliani nell’applicazione, almeno forma-
le, della legge. «Ma non basta – sottolinea
il presidente dell’Enbt Guglielmi –. Ri-
sulta, infatti, che uno su cinque è fuori-
legge. L’impegno nella sensibilizzazione
del personale, per esempio, è ancora mol-
to basso. Vogliamo avanzare la proposta
di istituire alcuni corsi, anche online, per
i lavoratori del settore, che magari diano
una certificazione di qualità al tour ope-
rator coinvolto. Bisogna insegnare al per-
sonale a come sensibilizzare il cliente
senza offenderlo, con le modalità giuste».
L’anno prossimo l’indagine sarà estesa a-
gli aeroporti, alle compagnie aeree, alle
catene alberghiere. «I tour operator sono
solo un settore – aggiunge Guglielmi –,
bisogna coinvolgere anche enti coinvol-
ti dal problema. Per esempio, se si va al-
l’aeroporto diVenezia, si vedono charter
in partenza per laThailandia o per il Bra-
sile, con viaggiatori esclusivamente uo-
mini e senza valigetta ventiquattrore. Chi
sono e perché partono? Non certo per af-
fari. Qualche dubbio può venire».
I BUONI ESEMPI
TURISMO ETICO: IL BELPAESE SUL PODIO
Le buone pratiche? Sono mosche bianche. Ma ci sono.
Due tour operator italiani, due francesi e uno tedesco
sono quelli scelti dall’Osservatorio e presentati a
Palermo. Nel nostro Paese c’è "Kel 12", che ha fatto del
turismo etico un manifesto, raccogliendo nella «Carta
etica del viaggio e del viaggiatore» i principi aziendali. Ma
anche "Viaggiland", specializzato in safari in Africa, che
aderisce a una campagna keniota in difesa dei minori. In
Francia, invece, "Nouvelles Frontières" dedica alla lotta al
turismo sessuale un link della homepage e una sezione
all’interno dei cataloghi, promuovendo la sensibilizzazione
del personale con corsi di formazione e sostenendo
Progetti di sviluppo nelle destinazioni a rischio. Proprio
come "FramVoyages", che sul web incoraggia a segnalare
episodi e situazioni sospette di cui il turista può essere
testimone durante la vacanza. E, infine, "Studiosus", storico
tour operator tedesco, che supporta il programma Child
Labor, realizzato da una ong keniota per recuperare i
minori finiti nella rete del turismo sessuale. (Ale.Tu.)
Le avvertenze della punibilità dei reati
obbligatorie solo sui cataloghi,e non
online.L’Ente bilaterale nazionale
del turismo:«Il ministero intervenga.
Un operatore su cinque è fuori legge
anche nel controllo dei dipendenti»
Solo il 20% degli operatori
si occupa del problema e
prende precauzioni:sono
la metà di quelli italiani
LE INCHIESTE
DI AVVENIRE

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Osservatorio EBNT 2010 su Tour Operator e lotta allo sfruttamento sessuale dei minori

  • 1. PIANETA ABUSI Scarsaanchelacopertura informativasullepratiche delleimpresetuirstiche:al questionarioproposto dall’Osservatorioche monitoral’applicazione dellenormehanno rispostosoloin4su10 DOMENICA 26 SETTEMBRE 2010 11 InEuropavaanchepeggio DA PALERMO i tour operator europei? Pochissimi specializzati nella responsabilità sociale, mentre la stragrande maggioranza neppure la considerano. L’Osservatorio dell’Enbt ha scelto quest’anno di allargare il campione di indagine agli operatori di Francia, Germania e Regno Unito, con risultati sorprendenti. I questionari compilati sono stati appena 30, ovvero circa il 10 per cento di quelli somministrati. Nell’83% dei casi non si è ottenuta risposta, il 4% è risultato non idoneo, mentre il 3% (ossia 8 operatori) ha rifiutato l’intervista. «Probabilmente abbiamo individuato proprio quelli che promuovono il turismo sessuale», ipotizza il presidente dell’Ebnt, Gabriele Guglielmi. Si scopre che solo il 23% dei tour operator europei risulta attivo nella formazione e nell’aggiornamento del personale (la metà di quelli italiani), il 20% prevede l’informazione dei clienti (un quarto degli italiani) e appena il 10% dichiara di sensibilizzare le imprese fornitrici. Solo "TerreVoyages" (Francia) prevede l’inserimento del Codice di Condotta all’interno del contratto. Sono i francesi i più attivi sul fronte della lotta al turismo sessuale a danno dei minori, mentre in Germania nessuno degli intervistati dichiara di allegare il Codice di Condotta a materiali informativi o contratti rivolti a clienti e fornitori. E sono i pochi grandi operatori, in partnership con Ecpat, a mettere in campo iniziative concrete. La grande massa di piccole e medie imprese non si considera interessata al problema con motivazioni incredibili e anche banali: «Siamo un piccolo operatore», «Le nostre destinazioni non sono a rischio», «I nostri fornitori e clienti sono seri», «Ci occupiamo di fornire trasporto e alloggio, quello che succede alla destinazione non ci riguarda». Alessandra Turrisi E allarme pedopornografia NeldossierpresentatoaPalermodall’Ente nazionaleprepostoalcontrollodelfenomeno emergeunquadroinchiaroscuro:ilnostroPaeseè alquintopostonelmondopernumerodiaguzzini, nonostantestrumentilegislativiall’avanguardia Che,però,nonvengonoapplicati.Eccoperché Turismosessuale? Buoneleggi.Ebasta Italia“virtuosa”solosullacarta:scarsalavigilanza DI LUCIA BELLASPIGA a definizione internazionale è travelling offender: è il "turista sessuale", colui che si mette in viaggio a caccia di vittime innocenti, bambinioadolescentidasfruttareses- sualmente. Senza pietà e senza scru- poli. Una piaga mondiale che divide ilpianetaTerraindue“emisferi”:iPae- si poveri che forniscono le vittime, e quelliricchicherappresentanolado- manda. In pratica che esportano gli orchi.El’Italia?Èpresenteinentram- belecategorie,comedimostralacro- naca (21mila ogni anno gli abusi in I- talia), ma soprattutto occupa il quin- to posto mondiale nella classifica de- gliaguzzini:Usa,Germania,Franciae Australia ci precedono, ma poi arri- viamo noi, con i "turisti sessuali" (età media25/30anni)cheperpartiresiaf- fidanoadagenzieturisticheclassiche ma poi, giunti sul luogo, sanno bene come arrivare ai bambini usa e getta (220milioninelmondo,secondol’O- nu), sanno bene a chi rivolgersi, san- no quali sono gli hotel compiacenti, sannoanchechelìgliintermediari(o- peratorilocali,taxistinonnecessaria- mente abusivi, camerieri...) saranno a loro completa disposizione. Eccolo allora l’anello debole, quello dei fornitori locali ai quali le nostre a- genzie turistiche si affidano per atti- vare i normali "pacchetti", senza sa- pere se sono seri e affidabili o invece al servizio della pedofilia internazio- nale. È uno dei dati più inquietanti che e- merge dal dossier "Il turismo italiano ed europeo contro lo sfruttamento sessualedeiminori",presentatoieria Palermo da Ebnt (Ente bilaterale na- zionale Turismo) analizzando i dati del 2010: «Nonostante l’Italia sia as- solutamenteall’avanguardianelmon- doquantoallenormativechecontra- stano il fenomeno», rileva lo studio, poiall’attopraticonontuttociòcheè teoriadiventapratica.Insomma,«con determinazione ammirevole e forza morale l’Italia ha saputo darsi stru- mentilegislativiefficaci»,marestain- dietro quanto all’applicazione degli stessi. Dueinparticolareglistrumenticheci pongonoall’avanguardia:lalegge269 del 1998 e il Codice di Condotta che nel 2000 Ecpat Italia (End Child Pro- stitution Pornography and Traf- ficking),insiemealleassociazionieai sindacati di categoria, ha elaborato perl’industriaturisticaitaliana.Laleg- ge269,rispettoallenormepreceden- ti, sancisce la punibilità dei reati di prostituzioneepornografiaadannodi minori anche se perpetrati fuori dal- l’Italia. E stabilisce l’obbligo per gli o- peratori turistici di inserire in manie- ra evidente nei cataloghi e tra i docu- menti di viaggio consegnati ai clienti la seguente avvertenza: «La legge ita- liana punisce reati inerenti alla pro- stituzione e alla pornografia minori- le, anche se gli stessi sono commessi all’estero». Il Codice di Condotta, in- vece(cheèstatorecepitonelContratto nazionale del 2003 per i dipendenti del settore turistico) prescrive per le agenzie di viaggio «la formazione del personale sia in Italia che nei Paesi di L destinazione»,unaefficace«comuni- cazioneaiclientidell’impegnodell’a- zienda contro il turismo sessuale», e soprattutto«lastipulazionediclauso- le nei contratti che vincolano i forni- tori locali di servizi ricettivi». Ma, come dicevamo, è proprio sui fruitorichelaprevenzionefaacqua,e a dirlo sono i numeri rilevati dall’Os- servatorionazionaleperl’applicazio- nedellaLegge269(attraversounque- stionario inviato a 309 imprese turisti- che, ma al quale ha risposto solo il 42% deicontatti,ilchegià la dice lunga): se ben il 78% delle agenzie turistiche ottempera all’obbligo di infor- mazioni ai clienti (e questa è la notizia positiva), solo il 47% delleimpreseèattivo nei confronti dei di- pendenti, e solo il 23%sipreoccupadei fornitoridiservizitu- ristici nei Paesi este- ri.Itouroperator,infatti,siacconten- tanodi«averefiducianeifornitoristo- rici», dunque non sentono l’esigenza disvilupparespecificheazionidicon- trolloeformazione.Malafiducianon basta. Perfortunacisonoimpresechesiim- pegnano seriamente, che producono opuscoli ad hoc, collaborano con as- sociazioni ed enti nei Paesi di desti- nazione, sovvenzionano persino or- fanotrofieazionidicontrastoalfeno- meno:«Perchénonattivaremeccani- smi internazionali di premio-puni- zioneperitouroperatorvirtuosi–èal- loralapropostacheescedalconvegno diPalermo–,comeadesempiolase- gnalazione sui portali o le guide da viaggio?». Nel trasporto aereo le liste nere internazionali hanno funziona- to, «allo stesso modo le liste bianche degli operatori turistici potrebbero creareuncircuitopositivo».Eunpre- miodimercato:«Dimostreremmoche più dello sfruttamento paga il rispet- to». Leagenziesi fidanodei touroperator all’estero,che inmolticasi avvallanoil fenomeno Cosìsiamo maglianera perireati l’accusa «Suisitiinternettroppescappatoie» DA PALERMO ALESSANDRA TURRISI a legge per combattere il turi- smo sessuale all’estero in Ita- lia c’è, ma chi controlla se vie- ne rispettata? Chi applica le sanzioni?». È il duro atto d’accusa dei vertici dell’Ente bilaterale nazionale del turismo (com- posto dalle organizzazioni sindacali dei datori di lavoro e dei lavoratori del setto- re) e rivolto allo Stato, in occasione della presentazione dei dati raccolti dall’Os- servatorio nel 2010. «Noi abbiamo forni- to uno strumento al ministero del Turi- smo, dimostrando che si tratta di un pro- blema molto lontano dall’essere debel- lato – spiegano il presi- dente Gabriele Guglielmi e il vice Giuseppe Cassarà –. Ma loro cosa stanno fa- cendo per fare rispettare la legge? Non molto a giu- dicare dai dati». L’obietti- vo è che Ecpat Italia (End Child Prostitution Porno- graphy and Trafficking) convochi il tavolo di veri- fica – composto da chi ha sottoscritto il Codice di Condotta – prima del 15 ottobre, quando si terrà la Conferenza nazionale del turismo, per elaborare nuove proposte. Sono tanti ancora i buchi neri. I dati raccolti riguar- do ai siti internet dei tour operator intervistati sono sconfortanti. La legge 269 del ’98 prevede che l’av- vertenza della punibilità dei reati inerenti alla pro- L« stituzione e alla pedopornografia mino- rile anche all’estero sia riportata nei ma- teriali propagandistici, nei cataloghi e nei documenti di viaggio cartacei. Ma non c’è alcun obbligo relativo alla pubblica- zione di queste informazioni nei siti in- ternet. E, infatti, nelle home page dei tour operator la considerazione della lotta al turismo sessuale che sfrutta i minori fi- gura solo nel 2,4% dei casi, appena nel 6% dei cataloghi online. Una goccia nel- l’oceano. «Il ministero risulta assente – denuncia Cassarà, che è anche presidente della Fia- vet –. Non si può pensare a una gestione privatistica del problema: la legge non la applica nessuno e quindi ce ne dobbia- mo occupare noi. Così non va. Ci vuole la vigilanza. Per esempio, emanando u- na norma che sanzioni chi non riporta la dicitura prevista per legge sulle brochu- re on line, che ormai sono ovunque. L’of- ferta turistica in Rete è dilagante, parti- colarmente accessibile al viaggiatore fai- da-te. È fondamentale intervenire in que- sto senso». L’indagine 2010 dimostra un migliora- mento dell’impegno dei tour operator i- taliani nell’applicazione, almeno forma- le, della legge. «Ma non basta – sottolinea il presidente dell’Enbt Guglielmi –. Ri- sulta, infatti, che uno su cinque è fuori- legge. L’impegno nella sensibilizzazione del personale, per esempio, è ancora mol- to basso. Vogliamo avanzare la proposta di istituire alcuni corsi, anche online, per i lavoratori del settore, che magari diano una certificazione di qualità al tour ope- rator coinvolto. Bisogna insegnare al per- sonale a come sensibilizzare il cliente senza offenderlo, con le modalità giuste». L’anno prossimo l’indagine sarà estesa a- gli aeroporti, alle compagnie aeree, alle catene alberghiere. «I tour operator sono solo un settore – aggiunge Guglielmi –, bisogna coinvolgere anche enti coinvol- ti dal problema. Per esempio, se si va al- l’aeroporto diVenezia, si vedono charter in partenza per laThailandia o per il Bra- sile, con viaggiatori esclusivamente uo- mini e senza valigetta ventiquattrore. Chi sono e perché partono? Non certo per af- fari. Qualche dubbio può venire». I BUONI ESEMPI TURISMO ETICO: IL BELPAESE SUL PODIO Le buone pratiche? Sono mosche bianche. Ma ci sono. Due tour operator italiani, due francesi e uno tedesco sono quelli scelti dall’Osservatorio e presentati a Palermo. Nel nostro Paese c’è "Kel 12", che ha fatto del turismo etico un manifesto, raccogliendo nella «Carta etica del viaggio e del viaggiatore» i principi aziendali. Ma anche "Viaggiland", specializzato in safari in Africa, che aderisce a una campagna keniota in difesa dei minori. In Francia, invece, "Nouvelles Frontières" dedica alla lotta al turismo sessuale un link della homepage e una sezione all’interno dei cataloghi, promuovendo la sensibilizzazione del personale con corsi di formazione e sostenendo Progetti di sviluppo nelle destinazioni a rischio. Proprio come "FramVoyages", che sul web incoraggia a segnalare episodi e situazioni sospette di cui il turista può essere testimone durante la vacanza. E, infine, "Studiosus", storico tour operator tedesco, che supporta il programma Child Labor, realizzato da una ong keniota per recuperare i minori finiti nella rete del turismo sessuale. (Ale.Tu.) Le avvertenze della punibilità dei reati obbligatorie solo sui cataloghi,e non online.L’Ente bilaterale nazionale del turismo:«Il ministero intervenga. Un operatore su cinque è fuori legge anche nel controllo dei dipendenti» Solo il 20% degli operatori si occupa del problema e prende precauzioni:sono la metà di quelli italiani LE INCHIESTE DI AVVENIRE