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http://www.molecularlab.it/news/view.asp?n=7105
I NEURONI COMUNICANO A DISTANZA MEDIANTE CAMPI ELETTRICI
Ci risiamo… Ecco un'altra scoperta delle neuroscienze che si presta a essere
interpretata in modi opposti da spiritualisti e materialisti.
In uno studio pubblicato nella rivista Nature Neuroscience da un gruppo di ricercatori
coordinati da Costas Anastassiou del Californian Institute of Technology (Caltech)
negli Stati Uniti, è stato osservato che dei campi energetici molto deboli, dell'ordine
di un microvolt per millimetro, modificano l'attivazione di singoli neuroni
aumentandone il sincronismo.
Sappiamo che i neuroni nel cervello comunicano a livello biochimico mediante
collegamenti fisici chiamati sinapsi. Tuttavia, i neuroscienziati hanno trovato solide
prove che i neuroni comunicano tra loro anche mediante deboli campi elettrici.
Non si sapeva nulla riguardo a questi deboli campi poiché essi sono troppo deboli
per poter essere misurati a livello dei singoli neuroni. Perciò i ricercatori hanno
deciso di determinare se questi deboli campi hanno qualche effetto sui neuroni.
Non è stato un compito facile. Degli elettrodi estremamente piccoli sono stati usati a
brevissima distanza in un gruppo di neuroni di ratto riuscendo così a misurare dei
campi debolissimi che, modificando in modo netto l'attivazione dei singoli neuroni,
aumentano la cosiddetta "spike-field coherence", il sincronismo con cui i neuroni si
attivano in relazione al campo.
"Io credo fermamente che la comprensione dell'origine e della funzionalità dei campi
cerebrali endogeni porterà a molte rivelazioni riguardanti l'elaborazione delle
informazioni a livello dei circuiti, che, secondo me, rappresenta il livello in cui hanno
origine percezioni e concetti," ha detto il dott. Anastassiou. E su questo possiamo
dirci sostanzialmente d'accordo. Ma l'articolo si chiude con: "Questo, a sua volta, ci
porterà a indagare come la biofisica crea la cognizione in modo meccanicistico, e
questo, io ritengo, rappresenta il sacro Graal della neuroscienza."
Su questo non sono assolutamente d'accordo. Pur ammettendo che questa sia una
scoperta che ci potrebbe aiutare a capire come la biofisica crea la cognizione, a me
sembra dimostrare esattamente il contrario, perché questi campi energetici tolgono
alla sequenza delle azioni sinaptiche proprio il meccanicismo che deriva dalla
consequenzialità rilevata in sede locale e introducono un parallelismo attuativo e
interpretativo delle connessioni che, rispondendo a fattori energetici, i cui effetti sono
ancora da esplorare, lasciano aperta la domanda sulla natura di quella che
chiamiamo "spiritualità" con le sue intuizioni, emozioni, astrazioni, trascendenza...
che nulla hanno a che fare con il meccanicismo riduzionista, e magari emergono
proprio grazie a questi campi.
Francesco Pelill

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NEURONI E CAMPI ELETTRICI

  • 1. http://www.molecularlab.it/news/view.asp?n=7105 I NEURONI COMUNICANO A DISTANZA MEDIANTE CAMPI ELETTRICI Ci risiamo… Ecco un'altra scoperta delle neuroscienze che si presta a essere interpretata in modi opposti da spiritualisti e materialisti. In uno studio pubblicato nella rivista Nature Neuroscience da un gruppo di ricercatori coordinati da Costas Anastassiou del Californian Institute of Technology (Caltech) negli Stati Uniti, è stato osservato che dei campi energetici molto deboli, dell'ordine di un microvolt per millimetro, modificano l'attivazione di singoli neuroni aumentandone il sincronismo. Sappiamo che i neuroni nel cervello comunicano a livello biochimico mediante collegamenti fisici chiamati sinapsi. Tuttavia, i neuroscienziati hanno trovato solide prove che i neuroni comunicano tra loro anche mediante deboli campi elettrici. Non si sapeva nulla riguardo a questi deboli campi poiché essi sono troppo deboli per poter essere misurati a livello dei singoli neuroni. Perciò i ricercatori hanno deciso di determinare se questi deboli campi hanno qualche effetto sui neuroni. Non è stato un compito facile. Degli elettrodi estremamente piccoli sono stati usati a brevissima distanza in un gruppo di neuroni di ratto riuscendo così a misurare dei campi debolissimi che, modificando in modo netto l'attivazione dei singoli neuroni, aumentano la cosiddetta "spike-field coherence", il sincronismo con cui i neuroni si attivano in relazione al campo. "Io credo fermamente che la comprensione dell'origine e della funzionalità dei campi cerebrali endogeni porterà a molte rivelazioni riguardanti l'elaborazione delle informazioni a livello dei circuiti, che, secondo me, rappresenta il livello in cui hanno origine percezioni e concetti," ha detto il dott. Anastassiou. E su questo possiamo dirci sostanzialmente d'accordo. Ma l'articolo si chiude con: "Questo, a sua volta, ci porterà a indagare come la biofisica crea la cognizione in modo meccanicistico, e questo, io ritengo, rappresenta il sacro Graal della neuroscienza." Su questo non sono assolutamente d'accordo. Pur ammettendo che questa sia una scoperta che ci potrebbe aiutare a capire come la biofisica crea la cognizione, a me sembra dimostrare esattamente il contrario, perché questi campi energetici tolgono alla sequenza delle azioni sinaptiche proprio il meccanicismo che deriva dalla consequenzialità rilevata in sede locale e introducono un parallelismo attuativo e interpretativo delle connessioni che, rispondendo a fattori energetici, i cui effetti sono ancora da esplorare, lasciano aperta la domanda sulla natura di quella che chiamiamo "spiritualità" con le sue intuizioni, emozioni, astrazioni, trascendenza... che nulla hanno a che fare con il meccanicismo riduzionista, e magari emergono proprio grazie a questi campi. Francesco Pelill