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IL QUADRO E LE
PROSPETTIVE DELLA
GESTIONE ASSOCIATA DEI
SERVIZI SOCIALI IN ITALIA
Franco Pesaresi
Direttore ASP «Ambito 9» Jesi
Sala convegni Fondazione Colocci
JESI, 26 ottobre 2017
1. IL D. LGS. 147/2017
SUL REDDITO DI
INCLUSIONE (REI)
2
3
Innovazioni strategiche
Il reddito di inclusione (REI) viene gestito a livello di Ambito
territoriale sociale.
Adempimenti importanti in capo alle regioni :
• Adottano atti per la realizzazione di ambiti territoriali di programmazione omogenei
per il comparto sociale, sanitario e delle politiche per il lavoro che abbiano
coincidenza territoriale;
• Individuano, transitoriamente , le modalità per favorire, la progettazione integrata in
caso di ambiti (sociali, sanitari, lavoro) non coincidenti;
• Le regioni individuano specifiche forme
strumentali per la gestione associata dei servizi
sociali a livello di ambito territoriale.
2. LA COINCIDENZA
TERRITORIALE DI AMBITI,
DISTRETTI E CPI
4
5
Coincidenza territoriale
• Per il REI, la valutazione multidimensionale e l’offerta
di un percorso integrato per i beneficiari ha bisogno di
una serie di elementi predisponenti che rendano
possibile ed efficace l’integrazione dei servizi.
• Per questo il Decreto Lgs. 147/2017 sul REI ha
previsto che le Regioni adottino atti per la
realizzazione di ambiti territoriali di programmazione
omogenei per il comparto sociale, sanitario e delle
politiche per il lavoro che abbiano coincidenza
territoriale.
• Si tratta di un orientamento molto apprezzato ma mai
decollato davvero.
Distretti sanitari, ambiti sociali e CpI(14/4/16)
Regioni Centri per l’impiego Distretti sanitari Ambiti sociali
Piemonte 31 52 59
Valle d’Aosta 3 4 4
Lombardia 65 27 98
P.a. di Bolzano 7 20 8
P.a. di Trento 12 4 13
Veneto 45 26 56
Friuli Venezia Giulia 18 20 19
Liguria 14 19 69
Emilia Romagna 41 38 38
Toscana 43 34 34
Umbria 5 12 12
Marche 13 13 23
Lazio 35 48 55
Abruzzo 15 23 35
Molise 3 7 7
Campania 46 65 67
Puglia 44 49 45
Basilicata 8 9 9
Calabria 15 18 34
Sicilia 65 55 55
Sardegna 28 22 23
Italia 556 565 763
7
Occasione di riforma?
• Sarà l’occasione di una riforma degli Ambiti
ottimali di erogazione dei servizi sanitari, sociali e
del lavoro costruita appositamente per
promuovere l’integrazione e la continuità dei
servizi?
• Su questo tema, rimandiamo ai contenuti del
nostro convegno del 2014.
3. LA GESTIONE ASSOCIATA
NEL DECRETO LGS.
147/2017 SUL REI
8
9
Gestione associata del REI
D. LGS. 147/2017: Le regioni, ove non già previsto,
individuano specifiche forme strumentali
per la gestione associata dei servizi sociali a livello di
ambito territoriale,
compresi i consorzi,
finalizzate ad assicurare autonomia gestionale,
amministrativa e finanziaria e continuità nella gestione
associata all’ente che ne è responsabile.
10
Gestione associata di tutti i servizi
sociali
L’implementazione della misura nazionale di contrasto della
povertà (e non solo) ha bisogno di una organizzazione
locale adeguata e solida e che garantisca omogeneità di
trattamento.
Stante la dimensione degli 8.000 comuni italiani (5.575 con
meno di 5.000 ab. pari al 70%; solo 137 comuni con
+50.000 ab ) questo è possibile nei comuni più grandi e,
negli altri casi, solo con la gestione associata.
La normativa nazionale prevede la gestione associata per
tutti i servizi sociali, non solo per il contrasto della
povertà.
11
Ente autonomo a livello di ambito
Le forme strumentali per la gestione associata dei
servizi sociali devono essere previste a livello di
ambito territoriale.
Le forme strumentali per la gestione associata dei
servizi sociali devono essere finalizzate ad assicurare
autonomia gestionale, amministrativa e finanziaria e
continuità nella gestione associata all’ente che ne è
responsabile. Ovvero, la gestione associata deve
essere affidata ad un ente che abbia autonomia
gestionale, amministrativa e finanziaria.
12
MECCANISMI PREMIALI
D. LGS. 147/2017: Le regioni individuano gli strumenti di
rafforzamento della gestione associata nella programmazione e
nella gestione degli interventi a livello di ambito territoriale,
anche mediante la previsione di meccanismi premiali nella
distribuzione delle risorse (ove compatibili e riferite all’obiettivo
tematico della lotta alla povertà e della promozione
dell’inclusione sociale, afferenti ai POR per l’utilizzo dei fondi
strutturali europei 2014-2020) nei confronti degli ambiti
territoriali che abbiano adottato o adottino forme di gestione
associata dei servizi sociali che ne rafforzino l’efficacia e
l’efficienza. Analoghi meccanismi premiali possono essere
previsti nei programmi operativi nazionali.
4. LA GESTIONE ASSOCIATA
IN ITALIA
13
14
Le ragioni per la gestione associata
• Garantire una distribuzione uniforme dei servizi
in tutto il territorio.
• Garantire una unica gestione al piano di zona.
• Garantire i LEPS anche nei piccoli comuni.
• Sviluppare economie di scala.
• Innalzare la qualità organizzativa.
• Migliorare i servizi sociali nel territorio.
15
La spesa sociale associata è in
aumento?
• La spesa sociale 2013 era gestita per il 26,5% (era il
24,3% nel 2003) da forme associative (Ambito sociale, Comunità
montana, consorzio, Unione dei comuni, ASL, altro).
• Nel 2013 varie forme di gestione associata gestivano 1.818
milioni di euro (erano 1.262 milioni di euro nel 2003)
• % più alte: Trentino-AA 86%, Valle d’Aosta 63%, Friuli VG 54%, Piemonte
39%, Abruzzo 38%, Campania 36%, Toscana 34%, Veneto 32%. (2012)
• % più basse: Lazio 5%, Sardegna 6%, Marche 8%, Sicilia 9%, Calabria
10%, Lombardia 14%). (2012)
16
Chi gestisce la spesa associata? (2013)
• Ambito/zona sociale 8,4%
• Consorzio 7,6%
• Azienda sanitaria 4,3%
• Altra associazione di comuni 3,4%
• Unione di comuni 1,7%
• Comunità montane 1,0%
TOTALE 26,5%
17
Tendenze gestione associata
• Negli ultimi 10 anni la gestione associata dei servizi sociali è
cresciuta in termini assoluti (+556 milioni) ma crescendo di soli 2
punti percentuali rispetto al 2003. E l’aumento del 2% si è realizzato
tutto nel 2013.
• La modificazione principale si registra nella gestione delegata alle
ASL che si riduce gradualmente e costantemente passando dal 7,5%
al 4,3%.
• Questo ha permesso una crescita delle altre forme di gestione
associata intercomunale: soprattutto i Consorzi (+3,2%), gli Ambiti
sociali (+2,0%), le Unioni dei comuni (+1,3%). Ridotta di un terzo la
quota delle comunità montane.
18
QUALI FORME GESTIONALI?
La scelta può essere fatta fra tre gruppi di possibilità:
1. Patti di collaborazione amministrativi (convenzione tra
comuni, delega ASL);
2. Società o ente di diritto pubblico (azienda speciale anche
consortile, consorzio, unione di comuni, ASP);
3. Società di diritto privato (società di capitali (Spa, Srl) o
fondazioni).
19
In giro per l’Italia/1
• Il Piemonte è la regione dove più diffuso è l’associazionismo per la
gestione dei servizi sociali: 40 consorzi, 9 comunità montane, 5
convenzioni, 3 gestioni comunali singole, 1 delega alla ASL.
• In Veneto: 50 deleghe alle ASL e 2 convenzioni (su 52 Ambiti).
• In Campania: 43 convenzioni, 4 consorzi, 3 gestioni monocomunali.
• Lombardia: a livello di ambito: 19 aziende speciali consortili, 7 consorzi, 2
Fondazioni o srl, 4 aziende speciali comunali, 1 istituzione, 14 comunità
montane (su 98 ambiti).
• Toscana: attivate 25 società della salute (su 34 previste).
20
In giro per l’Italia/2
• Valle d’Aosta: 4 comunità montane.
Bolzano: 7 comunità comprensoriali e 1 azienda servizi
sociali. Trento: 11 comprensori (su 13 ambiti)
• In Friuli : Su 19 ambiti: 15 convenzioni con delega al comune
capofila, 2 deleghe alla ASL, 1 ASP.
• Emilia Romagna: in 19 ambiti distrettuali su 35 c’è un unico
ente gestore dei servizi sociali fra cui una ASP, una azienda
speciale consortile, 7 unioni dei comuni. In futuro ASP
• In Abruzzo: 9 convenzioni, 1 unione dei comuni.
In Calabria: 1 convenzione, 1 consorzio.
Nel Lazio: 2 consorzi, 1 comunità montana.
5. COME SCEGLIERE LA
MODALITA’PIU’
ADATTA?
21
22
COME SCEGLIERE LA MODALITA’ PIU’
ADATTA?
• Per la scelta bisogna porsi almeno le
seguenti domande:
1. Quali soci? (tutti i comuni dell’Ambito?, + l’
azienda sanitaria ?, con i privati?)
2. Cosa gestire? (tutti i servizi sociali?, solo una
parte? Le strutture residenziali?) e con quali
dimensioni?
3. Quale ruolo per la politica?
23
Caratteristiche delle forme di gestione
Convenzione
intercomunale
Unione dei
comuni
ASP Consorzio Azienda
speciale
consortile
Fondazione SPA o SRL
Partecipazione
di + comuni
Si Si Si Si Si Si Si
Partecipazione
della ASL
No No No Si Si Si Si
Partecipazione
dei privati
No No Possibile con
legge
Regionale
No No Si Si
Idoneità per la
gestione di tutti i
servizi sociali
Forte Forte Forte Forte Forte Media Debole
Idoneità per la
gestione di sole
strutture
residenziali
Debole Media Forte Forte Forte Forte Forte
Rappresentanza
istituzionale
degli enti locali
soci
Media Forte Forte Forte Media Debole Debole
Flessibilità di
gestione
Debole Debole Forte Media Media Forte Forte
Specializzazione
professionale
Debole Debole Forte Forte Forte Forte Forte
24
CRITERI PER LA SCELTA GESTIONALE
• La forma gestionale ottimale e valida per ogni realtà non
esiste. Esistono necessità, obiettivi, caratteristiche particolari
di cui occorre, localmente, tener conto.
• Contano gli obiettivi posti, i soci che debbono partecipare
(pubbl. e privati) e i servizi da gestire e la dimensione del
bilancio da gestire.
– Servono enti diversi per la gestione solo di una residenza protetta o per la gestione di
tutti i servizi sociali, così come per un bilancio di un milione di euro o di 10 milioni di
euro, o se si coinvolge l’Azienda sanitaria.
• Servono: Partecipazione, consenso, gradualità e un forte
indirizzo politico.
25
Come promuovere la gestione
associata?
1. Siano i comuni a scegliere in autonomia la forma
gestionale associata più adatta che coinvolga tutti
i comuni dell’ambito;
2. La forma gestionale prescelta deve mantenere in
capo ai comuni il potere di indirizzo politico e di
controllo diretto.
3. Un quadro normativo nazionale e regionale
adeguato. Risolvere alcuni problemi.
4. Incentivare gli Ambiti sociali che realizzano la
gestione associata.
6. NELLE MARCHE
26
27
Marche: gestione associata
L.R. 32/2014. art. 6 - Funzioni dei Comuni
I Comuni ricompresi negli ATS gestiscono, in forma associata, i servizi
sociali secondo le modalità previste nel decreto legislativo 18 agosto
2000, n. 267 (Testo unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali),
fatta eccezione per il caso in cui un singolo Comune coincide con l’ATS
oppure
attraverso le aziende pubbliche di servizi alla persona (ASP) o dalle
Unioni montane.
Situazione attuale: 1 ASP, 6 unioni dei comuni montani 1 Unione dei comuni ; 7
convenzioni per ufficio comune (alcune deliberate e da attivare).
28
D. LGS. 267/2000:
gestione servizi pubblici locali
L’art. 113bis sui «servizi pubblici privi di rilevanza
economica» è stato dichiarato incostituzionale
dalla Corte costituzionale nel 2004 (proponeva: Istituzioni;
aziende speciali anche consortili; società a capitale interamente pubblico).
Ma in virtù degli articoli successivi (114-115-116) si
presume che le modalità di gestione associata
possano prevedere:
• Istituzione;
• Azienda speciale;
• SPA con partecipazione minoritaria dei comuni;
• SPA che derivano dalla trasformazione di aziende
speciali
29
D. LGS. 267/2000:
Forme associative
INOLTRE, al fine di svolgere in modo
coordinato funzioni e servizi
determinati i comuni possono:
• stipulare tra loro apposite
convenzioni;
• Creare Unioni dei comuni.
30
Regione Marche: La convenzione
Regione ha regolato le convenzioni con DGR 551/2006 in cui si
illustrava la possibilità di realizzare una convenzione
intercomunale con creazione di un ufficio comune.
L’»Ufficio Comune» non ha personalità giuridica e fa capo ad un
comune (di norma il capofila) che gestirà il bilancio dell’Ufficio
Comune.
Il personale dei vari comuni può essere distaccato presso
l’»Ufficio comune» previo rimborso dei comuni.
L’»Ufficio Comune» è diretto dal coordinatore di ambito.
31
Marche LR 5/2008
Riordino delle istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza (IPAB) e disciplina delle Aziende pubbliche di servizi alla
persona
Art. 10
(Istituzione di nuove Aziende)
1. I Comuni possono istituire, anche in forma associata con
altri Enti locali e con soggetti pubblici e privati, nuove
Aziende pubbliche di servizi alla persona disciplinate dal
presente capo che abbiano la finalità di gestire in maniera
integrata i servizi socio-assistenziali e socio-sanitari.
2. Le Aziende di cui al comma 1 possono essere istituite nei
limiti e secondo le modalità stabilite dalla programmazione
regionale di settore e d’ambito sociale.
3. Lo statuto della nuova Azienda è approvato dalla
Regione.
32
Quali strumenti nelle Marche?
TIPOLOGIA SI PUO’ FARE? NOTE
Azienda speciale SI Previsto dalla LR 32/2014
SPA SI Previsto dalla LR 32/2014
Aziende pubbliche servizi alla
persona (ASP)
SI Previsto dalla LR 32/2014
Unioni montane SI Previsto dalla LR 32/2014
Unioni dei comuni SI La LR 32/2014 ha previsto solo
quelli montani. Ma previsto nel D.
LGS. 267/2000.
Istituzione No Non può gestire per più comuni
Consorzio No Non previsto dalla LR 32/2014
Convenzione intercomunale per
comune capofila o «Ufficio
comune»
Mancherebbe l’autonomia
gestionale, amministrativa e
finanziaria nella gestione
associata dei servizi sociali.
7. LA PRECARIETA’
DELL’ORGANIZZAZIONE
33
34
La situazione
L’assenza di un disegno strategico condanna i servizi sociali
delle Marche ad una condizione di precarietà e, in diversi
casi, anche di disorganizzazione.
La quasi totalità degli Ambiti territoriali sociali delle Marche si
regge sul personale precario. Personale con una grande
varietà di contratti.
Con la precarietà non si costruisce un sistema che si sviluppa
e rafforza la coesione sociale.
35
Gli occupati non di ruolo degli ATS
TIPOLOGIA
CONTRATTO
2014
NUMERO
INCARICHI
2014
di cui
2017
NUMERO
INCARICHI
2017
di cui
Agenzia interinale 1 7
Co.co.co./
co.co.pro.
9 1
Contratto libero
professionale
19 1
Cooperativa sociale 56 33 part time 77 di cui 63 part time
Contratto scuole
laiche
4
Tempo determinato 66 32 part time 62 di cui 21 part time
TOTALE 151 103 assistenti
sociali,
25 amministrativi
e 23 altro person.
152 Di cui 100 assistenti
sociali,
28 amministrativi e
24 altro personale
Note: I dati raccolti si riferiscono a tutti gli Ambiti. I coordinatori di ambito non sono inclusi.
36
Superare la precarietà
Dobbiamo tutti adoperarci per superare,
o per migliorare , questa situazione.
Scegliere la gestione associata darebbe
forza all’organizzazione dei servizi
sociali e supererebbe la precarietà
organizzativa e la precarietà del
personale (vedasi esperienza ASP).
8. PER CONCLUDERE
37
38
CONCLUSIONI
• Il Decreto sul REI impone la gestione associata dei servizi
sociali.
• Siano i comuni a scegliere in autonomia la forma
gestionale associata più adatta che coinvolga tutti i
comuni dell’ambito.
• La forma gestionale prescelta deve mantenere in capo ai
comuni il potere di indirizzo politico e di controllo diretto.
39
CONCLUSIONI/2
• La regione chiarisca e completi, se serve il quadro
normativo definendo puntualmente le opzioni
possibili.
• La regione accompagni i percorsi, indichi una linea
politica e la sostenga.
• La regione incentivi finanziariamente gli Ambiti
sociali che realizzano la gestione associata.
Grazie dell’attenzione
www.aspambitonove.it
http://francopesaresi.blogspot.com

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Prospettive della gestione associata dei servizi sociali in Italia

  • 1. IL QUADRO E LE PROSPETTIVE DELLA GESTIONE ASSOCIATA DEI SERVIZI SOCIALI IN ITALIA Franco Pesaresi Direttore ASP «Ambito 9» Jesi Sala convegni Fondazione Colocci JESI, 26 ottobre 2017
  • 2. 1. IL D. LGS. 147/2017 SUL REDDITO DI INCLUSIONE (REI) 2
  • 3. 3 Innovazioni strategiche Il reddito di inclusione (REI) viene gestito a livello di Ambito territoriale sociale. Adempimenti importanti in capo alle regioni : • Adottano atti per la realizzazione di ambiti territoriali di programmazione omogenei per il comparto sociale, sanitario e delle politiche per il lavoro che abbiano coincidenza territoriale; • Individuano, transitoriamente , le modalità per favorire, la progettazione integrata in caso di ambiti (sociali, sanitari, lavoro) non coincidenti; • Le regioni individuano specifiche forme strumentali per la gestione associata dei servizi sociali a livello di ambito territoriale.
  • 4. 2. LA COINCIDENZA TERRITORIALE DI AMBITI, DISTRETTI E CPI 4
  • 5. 5 Coincidenza territoriale • Per il REI, la valutazione multidimensionale e l’offerta di un percorso integrato per i beneficiari ha bisogno di una serie di elementi predisponenti che rendano possibile ed efficace l’integrazione dei servizi. • Per questo il Decreto Lgs. 147/2017 sul REI ha previsto che le Regioni adottino atti per la realizzazione di ambiti territoriali di programmazione omogenei per il comparto sociale, sanitario e delle politiche per il lavoro che abbiano coincidenza territoriale. • Si tratta di un orientamento molto apprezzato ma mai decollato davvero.
  • 6. Distretti sanitari, ambiti sociali e CpI(14/4/16) Regioni Centri per l’impiego Distretti sanitari Ambiti sociali Piemonte 31 52 59 Valle d’Aosta 3 4 4 Lombardia 65 27 98 P.a. di Bolzano 7 20 8 P.a. di Trento 12 4 13 Veneto 45 26 56 Friuli Venezia Giulia 18 20 19 Liguria 14 19 69 Emilia Romagna 41 38 38 Toscana 43 34 34 Umbria 5 12 12 Marche 13 13 23 Lazio 35 48 55 Abruzzo 15 23 35 Molise 3 7 7 Campania 46 65 67 Puglia 44 49 45 Basilicata 8 9 9 Calabria 15 18 34 Sicilia 65 55 55 Sardegna 28 22 23 Italia 556 565 763
  • 7. 7 Occasione di riforma? • Sarà l’occasione di una riforma degli Ambiti ottimali di erogazione dei servizi sanitari, sociali e del lavoro costruita appositamente per promuovere l’integrazione e la continuità dei servizi? • Su questo tema, rimandiamo ai contenuti del nostro convegno del 2014.
  • 8. 3. LA GESTIONE ASSOCIATA NEL DECRETO LGS. 147/2017 SUL REI 8
  • 9. 9 Gestione associata del REI D. LGS. 147/2017: Le regioni, ove non già previsto, individuano specifiche forme strumentali per la gestione associata dei servizi sociali a livello di ambito territoriale, compresi i consorzi, finalizzate ad assicurare autonomia gestionale, amministrativa e finanziaria e continuità nella gestione associata all’ente che ne è responsabile.
  • 10. 10 Gestione associata di tutti i servizi sociali L’implementazione della misura nazionale di contrasto della povertà (e non solo) ha bisogno di una organizzazione locale adeguata e solida e che garantisca omogeneità di trattamento. Stante la dimensione degli 8.000 comuni italiani (5.575 con meno di 5.000 ab. pari al 70%; solo 137 comuni con +50.000 ab ) questo è possibile nei comuni più grandi e, negli altri casi, solo con la gestione associata. La normativa nazionale prevede la gestione associata per tutti i servizi sociali, non solo per il contrasto della povertà.
  • 11. 11 Ente autonomo a livello di ambito Le forme strumentali per la gestione associata dei servizi sociali devono essere previste a livello di ambito territoriale. Le forme strumentali per la gestione associata dei servizi sociali devono essere finalizzate ad assicurare autonomia gestionale, amministrativa e finanziaria e continuità nella gestione associata all’ente che ne è responsabile. Ovvero, la gestione associata deve essere affidata ad un ente che abbia autonomia gestionale, amministrativa e finanziaria.
  • 12. 12 MECCANISMI PREMIALI D. LGS. 147/2017: Le regioni individuano gli strumenti di rafforzamento della gestione associata nella programmazione e nella gestione degli interventi a livello di ambito territoriale, anche mediante la previsione di meccanismi premiali nella distribuzione delle risorse (ove compatibili e riferite all’obiettivo tematico della lotta alla povertà e della promozione dell’inclusione sociale, afferenti ai POR per l’utilizzo dei fondi strutturali europei 2014-2020) nei confronti degli ambiti territoriali che abbiano adottato o adottino forme di gestione associata dei servizi sociali che ne rafforzino l’efficacia e l’efficienza. Analoghi meccanismi premiali possono essere previsti nei programmi operativi nazionali.
  • 13. 4. LA GESTIONE ASSOCIATA IN ITALIA 13
  • 14. 14 Le ragioni per la gestione associata • Garantire una distribuzione uniforme dei servizi in tutto il territorio. • Garantire una unica gestione al piano di zona. • Garantire i LEPS anche nei piccoli comuni. • Sviluppare economie di scala. • Innalzare la qualità organizzativa. • Migliorare i servizi sociali nel territorio.
  • 15. 15 La spesa sociale associata è in aumento? • La spesa sociale 2013 era gestita per il 26,5% (era il 24,3% nel 2003) da forme associative (Ambito sociale, Comunità montana, consorzio, Unione dei comuni, ASL, altro). • Nel 2013 varie forme di gestione associata gestivano 1.818 milioni di euro (erano 1.262 milioni di euro nel 2003) • % più alte: Trentino-AA 86%, Valle d’Aosta 63%, Friuli VG 54%, Piemonte 39%, Abruzzo 38%, Campania 36%, Toscana 34%, Veneto 32%. (2012) • % più basse: Lazio 5%, Sardegna 6%, Marche 8%, Sicilia 9%, Calabria 10%, Lombardia 14%). (2012)
  • 16. 16 Chi gestisce la spesa associata? (2013) • Ambito/zona sociale 8,4% • Consorzio 7,6% • Azienda sanitaria 4,3% • Altra associazione di comuni 3,4% • Unione di comuni 1,7% • Comunità montane 1,0% TOTALE 26,5%
  • 17. 17 Tendenze gestione associata • Negli ultimi 10 anni la gestione associata dei servizi sociali è cresciuta in termini assoluti (+556 milioni) ma crescendo di soli 2 punti percentuali rispetto al 2003. E l’aumento del 2% si è realizzato tutto nel 2013. • La modificazione principale si registra nella gestione delegata alle ASL che si riduce gradualmente e costantemente passando dal 7,5% al 4,3%. • Questo ha permesso una crescita delle altre forme di gestione associata intercomunale: soprattutto i Consorzi (+3,2%), gli Ambiti sociali (+2,0%), le Unioni dei comuni (+1,3%). Ridotta di un terzo la quota delle comunità montane.
  • 18. 18 QUALI FORME GESTIONALI? La scelta può essere fatta fra tre gruppi di possibilità: 1. Patti di collaborazione amministrativi (convenzione tra comuni, delega ASL); 2. Società o ente di diritto pubblico (azienda speciale anche consortile, consorzio, unione di comuni, ASP); 3. Società di diritto privato (società di capitali (Spa, Srl) o fondazioni).
  • 19. 19 In giro per l’Italia/1 • Il Piemonte è la regione dove più diffuso è l’associazionismo per la gestione dei servizi sociali: 40 consorzi, 9 comunità montane, 5 convenzioni, 3 gestioni comunali singole, 1 delega alla ASL. • In Veneto: 50 deleghe alle ASL e 2 convenzioni (su 52 Ambiti). • In Campania: 43 convenzioni, 4 consorzi, 3 gestioni monocomunali. • Lombardia: a livello di ambito: 19 aziende speciali consortili, 7 consorzi, 2 Fondazioni o srl, 4 aziende speciali comunali, 1 istituzione, 14 comunità montane (su 98 ambiti). • Toscana: attivate 25 società della salute (su 34 previste).
  • 20. 20 In giro per l’Italia/2 • Valle d’Aosta: 4 comunità montane. Bolzano: 7 comunità comprensoriali e 1 azienda servizi sociali. Trento: 11 comprensori (su 13 ambiti) • In Friuli : Su 19 ambiti: 15 convenzioni con delega al comune capofila, 2 deleghe alla ASL, 1 ASP. • Emilia Romagna: in 19 ambiti distrettuali su 35 c’è un unico ente gestore dei servizi sociali fra cui una ASP, una azienda speciale consortile, 7 unioni dei comuni. In futuro ASP • In Abruzzo: 9 convenzioni, 1 unione dei comuni. In Calabria: 1 convenzione, 1 consorzio. Nel Lazio: 2 consorzi, 1 comunità montana.
  • 21. 5. COME SCEGLIERE LA MODALITA’PIU’ ADATTA? 21
  • 22. 22 COME SCEGLIERE LA MODALITA’ PIU’ ADATTA? • Per la scelta bisogna porsi almeno le seguenti domande: 1. Quali soci? (tutti i comuni dell’Ambito?, + l’ azienda sanitaria ?, con i privati?) 2. Cosa gestire? (tutti i servizi sociali?, solo una parte? Le strutture residenziali?) e con quali dimensioni? 3. Quale ruolo per la politica?
  • 23. 23 Caratteristiche delle forme di gestione Convenzione intercomunale Unione dei comuni ASP Consorzio Azienda speciale consortile Fondazione SPA o SRL Partecipazione di + comuni Si Si Si Si Si Si Si Partecipazione della ASL No No No Si Si Si Si Partecipazione dei privati No No Possibile con legge Regionale No No Si Si Idoneità per la gestione di tutti i servizi sociali Forte Forte Forte Forte Forte Media Debole Idoneità per la gestione di sole strutture residenziali Debole Media Forte Forte Forte Forte Forte Rappresentanza istituzionale degli enti locali soci Media Forte Forte Forte Media Debole Debole Flessibilità di gestione Debole Debole Forte Media Media Forte Forte Specializzazione professionale Debole Debole Forte Forte Forte Forte Forte
  • 24. 24 CRITERI PER LA SCELTA GESTIONALE • La forma gestionale ottimale e valida per ogni realtà non esiste. Esistono necessità, obiettivi, caratteristiche particolari di cui occorre, localmente, tener conto. • Contano gli obiettivi posti, i soci che debbono partecipare (pubbl. e privati) e i servizi da gestire e la dimensione del bilancio da gestire. – Servono enti diversi per la gestione solo di una residenza protetta o per la gestione di tutti i servizi sociali, così come per un bilancio di un milione di euro o di 10 milioni di euro, o se si coinvolge l’Azienda sanitaria. • Servono: Partecipazione, consenso, gradualità e un forte indirizzo politico.
  • 25. 25 Come promuovere la gestione associata? 1. Siano i comuni a scegliere in autonomia la forma gestionale associata più adatta che coinvolga tutti i comuni dell’ambito; 2. La forma gestionale prescelta deve mantenere in capo ai comuni il potere di indirizzo politico e di controllo diretto. 3. Un quadro normativo nazionale e regionale adeguato. Risolvere alcuni problemi. 4. Incentivare gli Ambiti sociali che realizzano la gestione associata.
  • 27. 27 Marche: gestione associata L.R. 32/2014. art. 6 - Funzioni dei Comuni I Comuni ricompresi negli ATS gestiscono, in forma associata, i servizi sociali secondo le modalità previste nel decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267 (Testo unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali), fatta eccezione per il caso in cui un singolo Comune coincide con l’ATS oppure attraverso le aziende pubbliche di servizi alla persona (ASP) o dalle Unioni montane. Situazione attuale: 1 ASP, 6 unioni dei comuni montani 1 Unione dei comuni ; 7 convenzioni per ufficio comune (alcune deliberate e da attivare).
  • 28. 28 D. LGS. 267/2000: gestione servizi pubblici locali L’art. 113bis sui «servizi pubblici privi di rilevanza economica» è stato dichiarato incostituzionale dalla Corte costituzionale nel 2004 (proponeva: Istituzioni; aziende speciali anche consortili; società a capitale interamente pubblico). Ma in virtù degli articoli successivi (114-115-116) si presume che le modalità di gestione associata possano prevedere: • Istituzione; • Azienda speciale; • SPA con partecipazione minoritaria dei comuni; • SPA che derivano dalla trasformazione di aziende speciali
  • 29. 29 D. LGS. 267/2000: Forme associative INOLTRE, al fine di svolgere in modo coordinato funzioni e servizi determinati i comuni possono: • stipulare tra loro apposite convenzioni; • Creare Unioni dei comuni.
  • 30. 30 Regione Marche: La convenzione Regione ha regolato le convenzioni con DGR 551/2006 in cui si illustrava la possibilità di realizzare una convenzione intercomunale con creazione di un ufficio comune. L’»Ufficio Comune» non ha personalità giuridica e fa capo ad un comune (di norma il capofila) che gestirà il bilancio dell’Ufficio Comune. Il personale dei vari comuni può essere distaccato presso l’»Ufficio comune» previo rimborso dei comuni. L’»Ufficio Comune» è diretto dal coordinatore di ambito.
  • 31. 31 Marche LR 5/2008 Riordino delle istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza (IPAB) e disciplina delle Aziende pubbliche di servizi alla persona Art. 10 (Istituzione di nuove Aziende) 1. I Comuni possono istituire, anche in forma associata con altri Enti locali e con soggetti pubblici e privati, nuove Aziende pubbliche di servizi alla persona disciplinate dal presente capo che abbiano la finalità di gestire in maniera integrata i servizi socio-assistenziali e socio-sanitari. 2. Le Aziende di cui al comma 1 possono essere istituite nei limiti e secondo le modalità stabilite dalla programmazione regionale di settore e d’ambito sociale. 3. Lo statuto della nuova Azienda è approvato dalla Regione.
  • 32. 32 Quali strumenti nelle Marche? TIPOLOGIA SI PUO’ FARE? NOTE Azienda speciale SI Previsto dalla LR 32/2014 SPA SI Previsto dalla LR 32/2014 Aziende pubbliche servizi alla persona (ASP) SI Previsto dalla LR 32/2014 Unioni montane SI Previsto dalla LR 32/2014 Unioni dei comuni SI La LR 32/2014 ha previsto solo quelli montani. Ma previsto nel D. LGS. 267/2000. Istituzione No Non può gestire per più comuni Consorzio No Non previsto dalla LR 32/2014 Convenzione intercomunale per comune capofila o «Ufficio comune» Mancherebbe l’autonomia gestionale, amministrativa e finanziaria nella gestione associata dei servizi sociali.
  • 34. 34 La situazione L’assenza di un disegno strategico condanna i servizi sociali delle Marche ad una condizione di precarietà e, in diversi casi, anche di disorganizzazione. La quasi totalità degli Ambiti territoriali sociali delle Marche si regge sul personale precario. Personale con una grande varietà di contratti. Con la precarietà non si costruisce un sistema che si sviluppa e rafforza la coesione sociale.
  • 35. 35 Gli occupati non di ruolo degli ATS TIPOLOGIA CONTRATTO 2014 NUMERO INCARICHI 2014 di cui 2017 NUMERO INCARICHI 2017 di cui Agenzia interinale 1 7 Co.co.co./ co.co.pro. 9 1 Contratto libero professionale 19 1 Cooperativa sociale 56 33 part time 77 di cui 63 part time Contratto scuole laiche 4 Tempo determinato 66 32 part time 62 di cui 21 part time TOTALE 151 103 assistenti sociali, 25 amministrativi e 23 altro person. 152 Di cui 100 assistenti sociali, 28 amministrativi e 24 altro personale Note: I dati raccolti si riferiscono a tutti gli Ambiti. I coordinatori di ambito non sono inclusi.
  • 36. 36 Superare la precarietà Dobbiamo tutti adoperarci per superare, o per migliorare , questa situazione. Scegliere la gestione associata darebbe forza all’organizzazione dei servizi sociali e supererebbe la precarietà organizzativa e la precarietà del personale (vedasi esperienza ASP).
  • 38. 38 CONCLUSIONI • Il Decreto sul REI impone la gestione associata dei servizi sociali. • Siano i comuni a scegliere in autonomia la forma gestionale associata più adatta che coinvolga tutti i comuni dell’ambito. • La forma gestionale prescelta deve mantenere in capo ai comuni il potere di indirizzo politico e di controllo diretto.
  • 39. 39 CONCLUSIONI/2 • La regione chiarisca e completi, se serve il quadro normativo definendo puntualmente le opzioni possibili. • La regione accompagni i percorsi, indichi una linea politica e la sostenga. • La regione incentivi finanziariamente gli Ambiti sociali che realizzano la gestione associata.