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Politiche di sviluppo economico e politiche di inclusione
sociale
POLITICHE SOCIALI: L’ESPERIENZA DEI COMUNI

I determinanti della spesa sociale
comunale
Franco Pesaresi
Comune di Ancona

Roma – 19 novembre 2009
Formez – Ministero dello sviluppo economico
La spesa comunale 2006


Spesa sociale comunale: 5.954 milioni pari allo
0,4% del PIL.



I principali settori di intervento:
– Famiglia e minori: 38,7% della spesa
– Anziani: 23,0% della spesa
– Disabili: 20,7% della spesa.



Spesa:
– 39,3% servizi resi direttamente alla persona (SAD, ecc,);
– 36,9% gestione di strutture stabili;
– 23,8% contributi economici per i cittadini bisognosi
2
LA SPESA COMUNALE PER
SERVIZI SOCIALI
RIPARTIZIONE

SPESA PRO-CAPITE

NORD-OVEST

113

NORD-EST

146

CENTRO

111

Spesa più alta RSO:
Emilia Romagna: 149

SUD

40

Spesa più bassa:
Calabria : 27

ISOLE

84

ITALIA

98

Spesa più alta RSS:
Valle d’Aosta: 320

3
Spesa sociale pubblica totale

(2003)

Milioni di €

In % sul PIL

In % su totale spesa

Assegno sociale

3.346

0,24

7,7

Integrazione al minimo pensioni

13.945

1,00

32,3

Pensioni di invalidità civile

2.544

0,18

5,9

Indennità di accompagnamento

8.166

0,59

18,9

Maggiorazione sociale

1.620

0,12

3,7

Assegno per il nucleo familiare

5.495

0,40

12,7

Sostegno locazione

248

0,02

0,6

Assegno per 3° figlio

423

0,03

1,0

Assegno di maternità

290

0,02

0,7

1.558

0,11

3,6

31

0,00

0,1

Totale prestazioni nazionali

37.666

2,71

87,2

Servizi sociali comunali

5.378

0,39

12,5

129

0,01

0,3

Totale prestazioni locali

5.507

0,40

TOTALE SPESA PER L’ASSISTENZA

43.173

3,11

12,8 4
100,0

Prestazioni

Pensioni di guerra
Ministero solidarietà sociale

Province
La riclassificazione della spesa sociale
Griglia corretta per la definizione dei Leps (importi in milioni di euro) (2003)
Tipologie di servizi e
prestazioni

Prest.
monetarie

►

Promozione
soc.
e
Serv.soc.
professionale

pronto
intervento
soc.
per
emergenze

Assist.
domicilia
re

Struttur
e semiresiden
ziali

Struttur
e
residen
ziali

Totale

aree di intervento
▼
Politiche per la famiglia

comp.
%
6.693

231

40

151

40

1.020

1.862

133

477

povertà

19.341

106

Disabili

10.929

417

Dipendenze

17

27

immigrati

34

62

minori
Persone anziane

(intera) Popolazione

6.924

16,0

173

1.424

3,3

68

326

2.866

6,6

19

6

47

19.527

45,2

131

222

117

11.816

27,4

2

1

5

3

55

0,1

2

2

5

38

143

0,3

8

418

418
1,0

Totale

comp. %

38.916

1.545

12

670

1.326

704

43.173

90,1

3,6

0,0

1,6

3,1

1,6

100,0

100,0
Sintesi/1
– Italia spende poco per l’assistenza. Il
3,1% del PIL mentre la media europea è
di almeno il 5,1%. Il dato italiano è il più
basso nell’Europa dei 15.
– La spesa sociale pubblica italiana è
caratterizzata dalla elevatissima
presenza di prestazioni monetarie (90%
spesa) e da una ridotta spesa per i
servizi alla persona (10%).
6
Sintesi/2
– L’area di intervento che assorbe la
maggior quota di spesa complessiva è
quella del contrasto alla povertà che
assorbe il 45% della spesa (20 miliardi).
Ma viene distribuita quasi integralmente
solo agli anziani e senza ridurre la
povertà in Italia.
– Al 2° posto l’assistenza ai disabili con il
27,4% della spesa (11,8 miliardi di euro)
7
Sintesi/3
– Spesa locale marginale (12,8%) rispetto
alla spesa complessiva, con tassi di
crescita inferiori alle necessità e con
meccanismi che non promuovono una
crescita della stessa.

– La spesa sociale locale presenta grandi
differenze fra le aree del paese.

8
I determinanti della spesa sociale
comunale


Per intervenire sulle politiche assistenziali comunali, superare le grandi
differenze e sviluppare gli interventi nei settori strategici occorre
conoscere gli elementi che determinano la spesa assistenziale a livello
locale.



L’ammontare della spesa sociale comunale (rispetto alla spesa
complessiva) dovrebbe dipendere soprattutto dal livello dei
bisogni e dal livello delle risorse disponibili. Ma è davvero così?



Per avvicinarsi alla quantificazione dei bisogni in genere si
utilizzano degli indicatori come:
– la struttura demografica della popolazione residente;
– La diffusione dei livelli di povertà.

Franco Pesaresi

9
LA STRUTTURA DEMOGRAFICA
DELLA POPOLAZIONE


Dovrebbe essere uno dei principali determinati
della spesa sociale comunale.



In realtà, non esistono relazioni positive tra spesa
comunale per minori e presenza di bambini sotto
i 3 anni (Ifel).



In realtà, non esistono relazioni positive tra la
spesa per anziani e l’incidenza degli over-65 tra i
residenti (Ifel).
Franco Pesaresi

10
La disuguaglianza nella
distribuzione dei redditi/1


Un comune in cui le famiglie povere
rappresentano una quota rilevante sul totale delle
famiglie necessiterebbe di una maggiore spesa
per l’assistenza.



In realtà, accade il contrario. Nei comuni con un
più elevato tenore di vita dei residenti la domanda
e l’offerta di servizi pubblici sono più sviluppati,
specie per l’assistenza agli anziani, ai bambini e
ai disabili (Ifel).
Franco Pesaresi

11
La disuguaglianza nella
distribuzione dei redditi/2


C’è una correlazione positiva fra l’entità della spesa sociale
e il reddito pro-capite dei residenti.



C’è una correlazione positiva fra la spesa per disabili e il
reddito pro-capite dei residenti mentre c’è una correlazione
negativa fra la spesa per disabili e l’incidenza dei disabili
nella popolazione residente.



Ne consegue che uno degli elementi che guidano le scelte
dei comuni nello stanziamento di risorse sociali è la
dotazione reddittuali dei residenti ma in termini di ricchezza
e non di povertà.
Franco Pesaresi

12
IN REALTA’……….


In realtà, gli elementi che determinano davvero la
spesa sociale comunale sono altri che non hanno
alcun legame con i bisogni. Uno di questi si lega
esplicitamente al livello delle risorse disponibili.
Si tratta:
– Del grado di autonomia finanziaria dei comuni;
– Della classe dimensionale del comune.
Franco Pesaresi

13
IL GRADO DI AUTONOMIA
FINANZIARIA
Si tratta della disponibilità di risorse proprie libere e
della flessibilità di bilancio sul versante delle
uscite.
L’Ifel (2007) ha dimostrato una importante
correlazione fra l’utilizzo della leva fiscale e
l’erogazione dei servizi alla persona: più è elevato
il valore dell’aliquota irpef più è elevata la spesa
sociale pro-capite.
Questa relazione è più forte della precedente.
14
LE CLASSI DIMENSIONALI
Spesa pro-capite
Spesa
sociale

(di cui) asili

(di cui) strutture

(di cui)

nido e minori

residenziali
per anziani

prestazioni
monetarie

<5.000

74

6

12

47

5.000-10.000

89

15

11

54

10.001-20.000

101

22

8

60

20.001-60.000

106

24

7

63

>60.000

173

53

15

82

Italia

118

Dimensione
comuni (ab.)

15
Effetti attesi e reali
Determinanti della
spesa sociale

Aspettative

Stato attuale

Struttura
demografica della
popolazione
residente

Livelli di spesa
condizionati dalla
dimensione della
presenza di bambini,
anziani, disabili, ecc.

Livelli di spesa non condizionati
dalla presenza di bambini, anziani,
disabili, ecc.

Disuguaglianza dei
redditi familiari
(diffusione povertà)

Maggiore spesa comunale
laddove minori sono i
redditi familiari.

Maggior spesa comunale laddove
maggiori sono i redditi pro-capite
dei residenti.

Grado di autonomia
finanziaria

Spesa sociale maggiore
laddove più elevato è il
grado di autonomia
finanziaria.

Spesa sociale maggiore laddove
più elevato è il grado di autonomia
finanziaria.

Classe dimensionale

Livelli di spesa uniformi.

Spesa pro-capite crescente al
crescere della classe dimensionale.

Franco Pesaresi

16
SINTESI/4


L’esame dei bilanci comunali presenta un quadro
di forte disomogeneità della spesa sociale;



inoltre l’erogazione di servizi non sarebbe
guidata dalla domanda o dai bisogni ma dalle
condizioni iniziali dei comuni, espresse dal
reddito pro-capite dei contribuenti, dalla classe
dimensionale del comune e dalla struttura di
bilancio così come si è storicamente determinata.

Franco Pesaresi

17
SINTESI/5






Di fatto, la spesa sociale comunale non è
collegata in modo significativo ai bisogni e alla
povertà dei territori.
In sostanza, si è riscontrata una sostanziale
incapacità dei comuni nel contrastare con
adeguate politiche di sviluppo la condizione
reddituale di partenza.
Cause: criteri dei trasferimenti statali (solo
blandamente legati ai bisogni), l’assenza di
standard nazionali per i servizi, l’assenza di
meccanismi efficaci di perequazione a livello
municipale.
Franco Pesaresi

18
SINTESI/6


Le risorse sociali locali seguono l’andamento
dell’economia. Si riducono (o non crescono)
quando servono di più ed aumentano quando
meno servono.



Miglioramenti possono venire dalla approvazione
dei LEPS e dalla sensibilizzazione degli
amministratori.

Franco Pesaresi

19
SINTESI/7


In prospettiva due importanti atti impatteranno
con la spesa sociale: i LEPS e il federalismo
fiscale.



I due atti hanno tensori tendenzialmente opposti.



I LEPS tenderanno a ridurre le differenze
geografiche (e ad aumentare la spesa?) mentre il
federalismo della L.42/2009 tenderà ad
aumentarle (per i comuni non c’è il costo
standard). Gli effetti, allo stato attuale, sono
incerti.
Franco Pesaresi

20
Una valutazione


La mia impressione alla luce di quanto già
illustrato:
– è aumentata la consapevolezza dei nessi tra sviluppo
economico e inclusione sociale;
– Ma questo non ha portato a passi significativi nella
integrazione delle politiche relative all’inclusione sociale
con le politiche di sviluppo locale.

Le cause sono da ricercare nella inadeguatezza delle
risorse sociali, nella rigidità di bilancio e nella scarsa
cultura dell’integrazione fra le diverse politiche .

Franco Pesaresi

21
Le iniziative statali


Le più recenti iniziative statali relative alla finanza
locale – ICI prima casa, tagli del FNPS, ecc. –
hanno avuto un impatto non positivo sulla spesa
sociale locale.



I dati del 2008 li avremo solo fra qualche tempo
ma l’impressione è che si sia interrotto quel
processo di crescita, seppur contenuta, della
spesa sociale locale.



Le conseguenze sarebbero negative perché i
servizi sociali italiani sono ancora gracili.
Franco Pesaresi

22
Che fare?


In attesa del federalismo:
– Si confermi senza tagli il FNPS;
– In accordo con le regioni si sostenga un grande piano di
sviluppo degli asili nido
– Si approvino i LEPS (+ omogeneità e + sviluppo).



Con il federalismo:
– Monitoraggio dei LEPS;
– Recuperare il costo standard almeno per i LEPS (nei comuni il
principio guida è il fabbisogno standard) quale garanzia di
risorse adeguate e tracciabili per i LEPS.

Franco Pesaresi

23
GRAZIE PER L’ATTENZIONE

24

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I determinanti della spesa sociale comunale

  • 1. Politiche di sviluppo economico e politiche di inclusione sociale POLITICHE SOCIALI: L’ESPERIENZA DEI COMUNI I determinanti della spesa sociale comunale Franco Pesaresi Comune di Ancona Roma – 19 novembre 2009 Formez – Ministero dello sviluppo economico
  • 2. La spesa comunale 2006  Spesa sociale comunale: 5.954 milioni pari allo 0,4% del PIL.  I principali settori di intervento: – Famiglia e minori: 38,7% della spesa – Anziani: 23,0% della spesa – Disabili: 20,7% della spesa.  Spesa: – 39,3% servizi resi direttamente alla persona (SAD, ecc,); – 36,9% gestione di strutture stabili; – 23,8% contributi economici per i cittadini bisognosi 2
  • 3. LA SPESA COMUNALE PER SERVIZI SOCIALI RIPARTIZIONE SPESA PRO-CAPITE NORD-OVEST 113 NORD-EST 146 CENTRO 111 Spesa più alta RSO: Emilia Romagna: 149 SUD 40 Spesa più bassa: Calabria : 27 ISOLE 84 ITALIA 98 Spesa più alta RSS: Valle d’Aosta: 320 3
  • 4. Spesa sociale pubblica totale (2003) Milioni di € In % sul PIL In % su totale spesa Assegno sociale 3.346 0,24 7,7 Integrazione al minimo pensioni 13.945 1,00 32,3 Pensioni di invalidità civile 2.544 0,18 5,9 Indennità di accompagnamento 8.166 0,59 18,9 Maggiorazione sociale 1.620 0,12 3,7 Assegno per il nucleo familiare 5.495 0,40 12,7 Sostegno locazione 248 0,02 0,6 Assegno per 3° figlio 423 0,03 1,0 Assegno di maternità 290 0,02 0,7 1.558 0,11 3,6 31 0,00 0,1 Totale prestazioni nazionali 37.666 2,71 87,2 Servizi sociali comunali 5.378 0,39 12,5 129 0,01 0,3 Totale prestazioni locali 5.507 0,40 TOTALE SPESA PER L’ASSISTENZA 43.173 3,11 12,8 4 100,0 Prestazioni Pensioni di guerra Ministero solidarietà sociale Province
  • 5. La riclassificazione della spesa sociale Griglia corretta per la definizione dei Leps (importi in milioni di euro) (2003) Tipologie di servizi e prestazioni Prest. monetarie ► Promozione soc. e Serv.soc. professionale pronto intervento soc. per emergenze Assist. domicilia re Struttur e semiresiden ziali Struttur e residen ziali Totale aree di intervento ▼ Politiche per la famiglia comp. % 6.693 231 40 151 40 1.020 1.862 133 477 povertà 19.341 106 Disabili 10.929 417 Dipendenze 17 27 immigrati 34 62 minori Persone anziane (intera) Popolazione 6.924 16,0 173 1.424 3,3 68 326 2.866 6,6 19 6 47 19.527 45,2 131 222 117 11.816 27,4 2 1 5 3 55 0,1 2 2 5 38 143 0,3 8 418 418 1,0 Totale comp. % 38.916 1.545 12 670 1.326 704 43.173 90,1 3,6 0,0 1,6 3,1 1,6 100,0 100,0
  • 6. Sintesi/1 – Italia spende poco per l’assistenza. Il 3,1% del PIL mentre la media europea è di almeno il 5,1%. Il dato italiano è il più basso nell’Europa dei 15. – La spesa sociale pubblica italiana è caratterizzata dalla elevatissima presenza di prestazioni monetarie (90% spesa) e da una ridotta spesa per i servizi alla persona (10%). 6
  • 7. Sintesi/2 – L’area di intervento che assorbe la maggior quota di spesa complessiva è quella del contrasto alla povertà che assorbe il 45% della spesa (20 miliardi). Ma viene distribuita quasi integralmente solo agli anziani e senza ridurre la povertà in Italia. – Al 2° posto l’assistenza ai disabili con il 27,4% della spesa (11,8 miliardi di euro) 7
  • 8. Sintesi/3 – Spesa locale marginale (12,8%) rispetto alla spesa complessiva, con tassi di crescita inferiori alle necessità e con meccanismi che non promuovono una crescita della stessa. – La spesa sociale locale presenta grandi differenze fra le aree del paese. 8
  • 9. I determinanti della spesa sociale comunale  Per intervenire sulle politiche assistenziali comunali, superare le grandi differenze e sviluppare gli interventi nei settori strategici occorre conoscere gli elementi che determinano la spesa assistenziale a livello locale.  L’ammontare della spesa sociale comunale (rispetto alla spesa complessiva) dovrebbe dipendere soprattutto dal livello dei bisogni e dal livello delle risorse disponibili. Ma è davvero così?  Per avvicinarsi alla quantificazione dei bisogni in genere si utilizzano degli indicatori come: – la struttura demografica della popolazione residente; – La diffusione dei livelli di povertà. Franco Pesaresi 9
  • 10. LA STRUTTURA DEMOGRAFICA DELLA POPOLAZIONE  Dovrebbe essere uno dei principali determinati della spesa sociale comunale.  In realtà, non esistono relazioni positive tra spesa comunale per minori e presenza di bambini sotto i 3 anni (Ifel).  In realtà, non esistono relazioni positive tra la spesa per anziani e l’incidenza degli over-65 tra i residenti (Ifel). Franco Pesaresi 10
  • 11. La disuguaglianza nella distribuzione dei redditi/1  Un comune in cui le famiglie povere rappresentano una quota rilevante sul totale delle famiglie necessiterebbe di una maggiore spesa per l’assistenza.  In realtà, accade il contrario. Nei comuni con un più elevato tenore di vita dei residenti la domanda e l’offerta di servizi pubblici sono più sviluppati, specie per l’assistenza agli anziani, ai bambini e ai disabili (Ifel). Franco Pesaresi 11
  • 12. La disuguaglianza nella distribuzione dei redditi/2  C’è una correlazione positiva fra l’entità della spesa sociale e il reddito pro-capite dei residenti.  C’è una correlazione positiva fra la spesa per disabili e il reddito pro-capite dei residenti mentre c’è una correlazione negativa fra la spesa per disabili e l’incidenza dei disabili nella popolazione residente.  Ne consegue che uno degli elementi che guidano le scelte dei comuni nello stanziamento di risorse sociali è la dotazione reddittuali dei residenti ma in termini di ricchezza e non di povertà. Franco Pesaresi 12
  • 13. IN REALTA’……….  In realtà, gli elementi che determinano davvero la spesa sociale comunale sono altri che non hanno alcun legame con i bisogni. Uno di questi si lega esplicitamente al livello delle risorse disponibili. Si tratta: – Del grado di autonomia finanziaria dei comuni; – Della classe dimensionale del comune. Franco Pesaresi 13
  • 14. IL GRADO DI AUTONOMIA FINANZIARIA Si tratta della disponibilità di risorse proprie libere e della flessibilità di bilancio sul versante delle uscite. L’Ifel (2007) ha dimostrato una importante correlazione fra l’utilizzo della leva fiscale e l’erogazione dei servizi alla persona: più è elevato il valore dell’aliquota irpef più è elevata la spesa sociale pro-capite. Questa relazione è più forte della precedente. 14
  • 15. LE CLASSI DIMENSIONALI Spesa pro-capite Spesa sociale (di cui) asili (di cui) strutture (di cui) nido e minori residenziali per anziani prestazioni monetarie <5.000 74 6 12 47 5.000-10.000 89 15 11 54 10.001-20.000 101 22 8 60 20.001-60.000 106 24 7 63 >60.000 173 53 15 82 Italia 118 Dimensione comuni (ab.) 15
  • 16. Effetti attesi e reali Determinanti della spesa sociale Aspettative Stato attuale Struttura demografica della popolazione residente Livelli di spesa condizionati dalla dimensione della presenza di bambini, anziani, disabili, ecc. Livelli di spesa non condizionati dalla presenza di bambini, anziani, disabili, ecc. Disuguaglianza dei redditi familiari (diffusione povertà) Maggiore spesa comunale laddove minori sono i redditi familiari. Maggior spesa comunale laddove maggiori sono i redditi pro-capite dei residenti. Grado di autonomia finanziaria Spesa sociale maggiore laddove più elevato è il grado di autonomia finanziaria. Spesa sociale maggiore laddove più elevato è il grado di autonomia finanziaria. Classe dimensionale Livelli di spesa uniformi. Spesa pro-capite crescente al crescere della classe dimensionale. Franco Pesaresi 16
  • 17. SINTESI/4  L’esame dei bilanci comunali presenta un quadro di forte disomogeneità della spesa sociale;  inoltre l’erogazione di servizi non sarebbe guidata dalla domanda o dai bisogni ma dalle condizioni iniziali dei comuni, espresse dal reddito pro-capite dei contribuenti, dalla classe dimensionale del comune e dalla struttura di bilancio così come si è storicamente determinata. Franco Pesaresi 17
  • 18. SINTESI/5    Di fatto, la spesa sociale comunale non è collegata in modo significativo ai bisogni e alla povertà dei territori. In sostanza, si è riscontrata una sostanziale incapacità dei comuni nel contrastare con adeguate politiche di sviluppo la condizione reddituale di partenza. Cause: criteri dei trasferimenti statali (solo blandamente legati ai bisogni), l’assenza di standard nazionali per i servizi, l’assenza di meccanismi efficaci di perequazione a livello municipale. Franco Pesaresi 18
  • 19. SINTESI/6  Le risorse sociali locali seguono l’andamento dell’economia. Si riducono (o non crescono) quando servono di più ed aumentano quando meno servono.  Miglioramenti possono venire dalla approvazione dei LEPS e dalla sensibilizzazione degli amministratori. Franco Pesaresi 19
  • 20. SINTESI/7  In prospettiva due importanti atti impatteranno con la spesa sociale: i LEPS e il federalismo fiscale.  I due atti hanno tensori tendenzialmente opposti.  I LEPS tenderanno a ridurre le differenze geografiche (e ad aumentare la spesa?) mentre il federalismo della L.42/2009 tenderà ad aumentarle (per i comuni non c’è il costo standard). Gli effetti, allo stato attuale, sono incerti. Franco Pesaresi 20
  • 21. Una valutazione  La mia impressione alla luce di quanto già illustrato: – è aumentata la consapevolezza dei nessi tra sviluppo economico e inclusione sociale; – Ma questo non ha portato a passi significativi nella integrazione delle politiche relative all’inclusione sociale con le politiche di sviluppo locale. Le cause sono da ricercare nella inadeguatezza delle risorse sociali, nella rigidità di bilancio e nella scarsa cultura dell’integrazione fra le diverse politiche . Franco Pesaresi 21
  • 22. Le iniziative statali  Le più recenti iniziative statali relative alla finanza locale – ICI prima casa, tagli del FNPS, ecc. – hanno avuto un impatto non positivo sulla spesa sociale locale.  I dati del 2008 li avremo solo fra qualche tempo ma l’impressione è che si sia interrotto quel processo di crescita, seppur contenuta, della spesa sociale locale.  Le conseguenze sarebbero negative perché i servizi sociali italiani sono ancora gracili. Franco Pesaresi 22
  • 23. Che fare?  In attesa del federalismo: – Si confermi senza tagli il FNPS; – In accordo con le regioni si sostenga un grande piano di sviluppo degli asili nido – Si approvino i LEPS (+ omogeneità e + sviluppo).  Con il federalismo: – Monitoraggio dei LEPS; – Recuperare il costo standard almeno per i LEPS (nei comuni il principio guida è il fabbisogno standard) quale garanzia di risorse adeguate e tracciabili per i LEPS. Franco Pesaresi 23