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CUOA
      Vicenza - 18 giugno 2010
          Daniele Franco



L’economia e la politica economica
            in Italia
Una recessione violenta, una ripresa lenta
Il commercio mondiale è crollato tra 2008 e 2009, è
     in ripresa da un anno (soprattutto in Asia)
                     Esportazioni                                   Importazioni
  30                                                                                           30

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  10                                                                                           10

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 -40                                                                                           -40
             2008                   2009                     2008                    2009

                UE        N Am
                           ord erica       Asia (paesi avanzati)      Asia (paesi emergenti)


       Commercio internazionale di beni (variazioni percentuali; in quantità)
La produzione industriale in Europa:
             in lenta ripresa dopo il crollo
120                                                                                                 120


115          Italia             Germania               Francia                                      115
             Spagna             Area dell'euro (2)
110                                                                                                 110


105                                                                                                 105


100                                                                                                 100


95                                                                                                   95


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85                                                                                                   85


80                                                                                                   80
      2001        2002   2003          2004          2005        2006   2007   2008   2009   2010

                Produzione industriale nei maggiori paesi dell’area dell’euro
                (medie mobili dei 3 mesi terminanti nel mese di riferimento)
Aumento del debito pubblico e crisi degli
            stati sovrani
I disavanzi di bilancio sono aumentati molto

14                                                                                         14
        Stati Uniti         Regno Unito     Canada
12                                                                                         12
        Area dell'euro      Giappone
10                                                                                         10

 8                                                                                         8

 6                                                                                         6

 4                                                                                         4

 2                                                                                         2

 0                                                                                         0

-2                                                                                         -2
     2001     2002       2003     2004    2005   2006   2007   2008   2009   2010   2011


                         Indebitamento netto dell'amministrazione pubblica
                                   (dati in percentuale del PIL)
Il debito pubblico aumenta ovunque

100                                                                                            250
 90                                                                                            240
 80                                                                                            230
 70                                                                                            220
 60                                                                                            210
 50                                                                                            200
 40                                                                                            190
 30                                                                                            180
 20                                       Stati Uniti                  Regno Unito             170
                                          Canada                       Area dell'euro
 10                                       Giappone (scala dx)                                  160
  0                                                                                            150
      2001    2002   2003   2004   2005       2006      2007    2008   2009      2010   2011



                     Debito lordo dell'amministrazione pubblica
                             (dati in percentuale del PIL)
Un mondo difficile per chi non è (o non sembra) molto “solido”
               (differenziali di rendimento a dieci anni rispetto alla Germania - punti base)

680                                                                                                                       680

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                                                                                                               Grecia
480                                                                                                                       480

440                                                                                                                       440

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360                                                                                                                       360

320                                                                                                                       320

280                                                                                                                       280

240                                                                                                                       240

200                                                                                                                       200

160                                                                                                                       160
                                                                                                  Irlanda
120                                                                                                                       120
                                                                                         Italia              Portogallo
80                                                                                                                         80
                                                                                                                Spagna
40                                                                                                                         40
                                                                          Francia
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                                                                                     Germania
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                                       2008                                2009                                 2010
      * Valori aggiornati al 31/05/2010
                         Germania             Francia   Grecia   Italia   Irlanda   Spagna             Portogallo
Tensioni sui titoli di Stato di alcuni paesi europei:
l’appartenenza all’euro offre tempo, ma non evita le crisi

 L’imponente creazione di debito pubblico ha improvvisamente accresciuto il premio
 di rischio di alcuni stati: al sollievo per la catastrofe evitata è subentrata nei mercati
 finanziari l’ansia improvvisa per la sostenibilità di debiti pubblici crescenti

 La Grecia è il caso limite: deficit e debito elevati, conti pubblici non trasparenti, alto
 disavanzo della bilancia dei pagamenti, debole struttura industriale, dinamiche
 salariali insostenibili  crisi fiscale che le autorità greche tardavano a percepire

 Le tensioni coinvolgono anche paesi che non avevano grandi squilibri nei conti
 pubblici (Irlanda e Spagna). Rilevano gli squilibri macroeconomici (espansione
 del settore immobiliare) e la perdita di competitività (Portogallo)


 nell’Unione monetaria stagnazione, disoccupazione e, alla lunga, tensioni nel bilancio
 pubblico sono l’inevitabile conseguenza della perdita di competitività
La reazione europea: di grandi proporzioni,
           soluzioni nuove e inattese

Timore che la crisi dello Stato greco si traducesse in un collasso del suo sistema
bancario. Timori per le banche di altri paesi più esposte verso controparti greche. Il
rischio diveniva sistemico: la liquidità interbancaria si inaridiva


La BCE riteneva che la stabilità del sistema finanziario fosse a rischio: accettava
collaterale con rating basso; riattivava l’offerta illimitata di liquidità nelle
operazioni di rifinanziamento; acquistava titoli per ripristinare mercati divenuti
illiquidi


L’UE stanziava 110 miliardi per finanziamenti alla Grecia; predisponeva uno
schema di assistenza ai debitori sovrani dell’area in caso di crisi di liquidità, fino
a 750 miliardi (con il FMI). I paesi beneficiari dovranno predisporre programmi
di risanamento sottoposti a verifiche periodiche
L’Italia
Un’economia in recessione


Nel biennio 2008-09 il PIL è sceso di 6 punti e mezzo (quasi metà della crescita
dei 10 anni precedenti). Il reddito reale delle famiglie è sceso del 3,4%, i consumi
del 2,5%. Le esportazioni sono cadute del 22%, gli investimenti del 16%


I fallimenti d’impresa sono stati 9.400 nel 2009, un quarto in più rispetto all’anno
precedente. Stanno soffrendo soprattutto le imprese più piccole, spesso
dipendenti da rapporti di subfornitura


Le aziende che avevano avviato processi di ristrutturazione prima della crisi
hanno retto meglio l’urto; oggi presentano le prospettive migliori; anche le
imprese che hanno investito in ricerca e sviluppo sopportano meglio la crisi
Una politica economica cauta, una ripresa graduale


 La politica economica ha limitato il danno per circa due punti di PIL: un
 punto la politica monetaria, un punto la politica di bilancio. L’estensione
 degli ammortizzatori sociali ha attenuato i costi della crisi


 La crescita del disavanzo pubblico è risultata inferiore a quella delle altre
 principali economie avanzate. La solidità del nostro sistema bancario, che non
 ha richiesto interventi pubblici significativi, ha aiutato


 All’inizio di quest’anno si stimava che l’economia italiana sarebbe tornata a
 crescere. Nel 1° trimestre il PIL aumentava dello 0,5% sul trim precedente;
 miglioravano le aspettative delle imprese (soprattutto le esportatrici); la fase
 di decumulo delle scorte sembrava essersi esaurita
Si anticipa la manovra per ridurre il disavanzo

L’esplodere della crisi greca potrebbe cambiare il quadro di riferimento.
Vari governi europei hanno preso misure dirette al rientro del disavanzo.


Il Governo italiano ha anticipato la definizione delle misure correttive per il
biennio 2011-12: mirano a ridurre il disavanzo di 24,9 miliardi nel 2012;
riguardano le principali voci di spesa e la lotta all’evasione fiscale


La manovra riduce la crescita, ma è necessaria. Rischi: i tagli alla finanza
decentrata, il recupero di evasione, le ipotesi macroeconomiche


La manovra mira a portare la crescita della spesa primaria corrente al di
sotto dell’1% annuo nel biennio 2011-12. Negli ultimi 10 anni è cresciuta in
media del 4,6% l’anno. È necessario un attento scrutinio degli effetti della
manovra per garantire il conseguimento degli obiettivi.
Ma siamo lontani dalle condizioni della Grecia

2009 (% del PIL)
                                             Italia                 Grecia

Indebitamento netto                            5,3%                 13,6%

Disavanzo primario                             0,6%                   8,5%

Aumento spesa age-related 2010-60              1,6%                  10,8%


La ricchezza accumulata dalle famiglie è pari, al netto dei debiti, a quasi 2 volte
il PIL nella sola componente finanziaria, a circa 5 volte e mezzo includendo le
proprietà immobiliari, livelli fra i più alti nell’area dell’euro.

I debiti delle famiglie sono fra i più bassi dell’area, quelli delle imprese sono
inferiori alla media
L’Italia: il mercato del lavoro
L’occupazione scende, soprattutto nel Mezzogiorno
                                    (Numeri indice; 2004=100)


   110



   108



   106



   104



   102



   100



    98



    96
         2004                2005         2006       2007            2008       2009
                Nord Ovest               Nord Est           Centro          Sud e Isole
Occupazione e disoccupazione:
                 i giovani soffrono di più
65   20-34           Tasso di occupazione
64   35-64
63
62
61
60
59
58


15
                    Tasso di disoccupazione
10

 5

 0
             2007               2008          2009
L’Italia: la finanza pubblica
Il rapporto debito/PIL torna ai livelli dei primi anni ‘90

125                                                                                                                                               125



120                                                                                                                                               120



115                                                                                                                                               115



110                                                                                                                                               110



105                                                                                                                                               105



100                                                                                                                                               100



 95                                                                                                                                                95
      '90   '91   '92   '93   '94   '95     '96   '97   '98   '99   '00   '01   '02   '03   '04   '05   '06   '07   '08   '09   '10   '11   '12

                                          Debito Amministrazioni pubbliche            Previsione RUEF (05/2010)
La pressione fiscale italiana supera di oltre 2 punti
            la media dell’area e quella della Germania
48                                                                                               48

45                                                                                               45

42                                                                                               42

39                                                                                               39

36                                                                                               36

33                                                                                               33

30                                                                                               30
        '99       '00   '01   '02    '03     '04    '05    '06     '07    '08     '09     '10

          Italy         France          Germany           Spain           Euro area excluding Itlay

     Ma la differenza tra le aliquote è ancora maggiore: il cuneo fiscale sul lavoro è di circa 5
     punti superiore alla media degli altri paesi dell’area dell’euro, il prelievo sui redditi da
     lavoro più bassi e quello sulle imprese, includendo l’Irap, sono più elevati di 6 punti.
     Influisce la diffusione dell’evasione
La spesa primaria corrente è sui massimi storici:
                 come ridurla?
50                                                                                          50


46                                                                                          46


42                                                                                          42


38                                                                                          38


34                                                                                          34


30                                                                                          30
     '99       '00   '01   '02   '03      '04    '05   '06     '07   '08     '09     '10

       Italy          France           Germany         Spain         Euro area excluding Itlay
Due obiettivi per la politica economica:
   riequilibrio dei conti e crescita
La competitività: abbiamo perso terreno rispetto a
               Germania e Francia

      120                                                                                                  120
                   Italia
                   Germania
      115          Francia                                                                                 115
                   Spagna
                   tasso di cambio effettivo reale dell'euro
      110                                                                                                  110


      105                                                                                                  105


      100                                                                                                  100


      95                                                                                                    95


      90                                                                                                    90


      85                                                                                                    85
            1999        2000       2001        2002       2003   2004   2005   2006   2007   2008   2009




  Indicatori di competitività e tasso di cambio effettivo reale dell’euro basati sui prezzi alla
produzione dei manufatti (indici: 1999=100) Un aumento segnala una perdita di competitività.
La dinamica della produttività rimane peggiore di quella
             dei principali paesi europei
Una politica economica per il dopo crisi
nei 10 anni precedenti la crisi, la produttività di un’ora lavorata è salita del
3% in Italia, del 14% nell’area dell’euro; l’economia italiana è cresciuta del
15%, contro il 25% dell’area. Il tasso di occupazione è basso: 57% nel 2009,
7% meno che nell’area; il divario è più ampio per i giovani e le donne (12%)

superata la crisi il nostro paese si ritroverà con più debito pubblico e con un
capitale privato – fisico e umano – depauperato dal calo degli investimenti e
dall’aumento della disoccupazione

se dovessimo tornare sul sentiero di bassa crescita degli ultimi 15 anni sarebbe
arduo riassorbire il debito pubblico

due priorità:
- assicurare il riequilibrio prospettico dei conti pubblici
- attuare riforme che consentano al nostro sistema produttivo di essere parte
  attiva della ripresa economica mondiale. Occorre riallocare le risorse verso
 settori e imprese con maggior potenziale di espansione
Il riequilibrio dei conti pubblici

la spesa pubblica complessiva nel 2010 superera il 50% del PIL; vi è il rischio che
sull’economia gravi a lungo una pressione fiscale molto elevata

il piano di riduzione del deficit e del debito deve necessariamente fondarsi sul
contenimento della spesa primaria corrente (nel 2009 superiore di 5 p.p. alla media
degli anni ’90): lo sforzo sarà probabilmente molto pesante


il tasso di attività nella fascia 55-64 anni è al 36%, contro il 56% della Germania. È
indispensabile proseguire nel graduale incremento dell’età media di pensionamento.
Si innalzeranno il reddito disponibile delle famiglie e il potenziale produttivo
dell’economia. Le innovazioni introdotte nell’ultimo anno vanno in questa direzione


saranno cruciali le modalità di attuazione del federalismo fiscale; deve rendere più
efficiente l’utilizzo delle risorse pubbliche, creando uno stretto collegamento tra le
decisioni di spesa e di prelievo. È importante accorpare gli enti pubblici
Le riforme strutturali necessarie sono note …
la riforma della pubblica amministrazione potrà dare un contributo rilevante. Per
migliorare la qualità dei servizi forniti da ciascuna scuola, ospedale, tribunale, ente
amministrativo, ecc. si può partire da indicatori già disponibili (istruzione, sanità) o
sviluppabili senza grandi costi (giustizia civile)

progressi nel contrasto alle attività irregolari consentirebbero di ridurre le aliquote
legali. L’economia irregolare è un sesto del PIL. L’evasione accresce l’onere imposto
alle attività regolari, riduce la competitività di larga parte delle imprese, ecc.

il divario tra le nostre infrastrutture e quelle degli altri principali paesi UE è
aumentato. I tempi e i costi di completamento sono elevati. Cause: attribuzione delle
competenze, carenze nelle valutazioni ex-ante e nei rendiconti, cambiamenti di
progetto

il processo di liberalizzazione deve proseguire. Nei paesi in cui i servizi sono meno
liberalizzati lo sviluppo dei settori tecnologicamente più avanzati è minore. Occorre
non solo introdurre maggiore concorrenza, ma regolare i mercati correttamente
Il rilancio del sistema produttivo è ostacolato dall’eccessiva
    regolamentazione di alcuni mercati e da carenze nelle
                  condizioni del fare impresa

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Daniele Franco - L'economia e la politica economica in Italia

  • 1. CUOA Vicenza - 18 giugno 2010 Daniele Franco L’economia e la politica economica in Italia
  • 2. Una recessione violenta, una ripresa lenta
  • 3. Il commercio mondiale è crollato tra 2008 e 2009, è in ripresa da un anno (soprattutto in Asia) Esportazioni Importazioni 30 30 20 20 10 10 0 0 -10 -10 -20 -20 -30 -30 -40 -40 2008 2009 2008 2009 UE N Am ord erica Asia (paesi avanzati) Asia (paesi emergenti) Commercio internazionale di beni (variazioni percentuali; in quantità)
  • 4. La produzione industriale in Europa: in lenta ripresa dopo il crollo 120 120 115 Italia Germania Francia 115 Spagna Area dell'euro (2) 110 110 105 105 100 100 95 95 90 90 85 85 80 80 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 Produzione industriale nei maggiori paesi dell’area dell’euro (medie mobili dei 3 mesi terminanti nel mese di riferimento)
  • 5. Aumento del debito pubblico e crisi degli stati sovrani
  • 6. I disavanzi di bilancio sono aumentati molto 14 14 Stati Uniti Regno Unito Canada 12 12 Area dell'euro Giappone 10 10 8 8 6 6 4 4 2 2 0 0 -2 -2 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 Indebitamento netto dell'amministrazione pubblica (dati in percentuale del PIL)
  • 7. Il debito pubblico aumenta ovunque 100 250 90 240 80 230 70 220 60 210 50 200 40 190 30 180 20 Stati Uniti Regno Unito 170 Canada Area dell'euro 10 Giappone (scala dx) 160 0 150 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 Debito lordo dell'amministrazione pubblica (dati in percentuale del PIL)
  • 8. Un mondo difficile per chi non è (o non sembra) molto “solido” (differenziali di rendimento a dieci anni rispetto alla Germania - punti base) 680 680 640 640 600 600 560 560 520 520 Grecia 480 480 440 440 400 400 360 360 320 320 280 280 240 240 200 200 160 160 Irlanda 120 120 Italia Portogallo 80 80 Spagna 40 40 Francia 0 0 Germania -40 - 40 2008 2009 2010 * Valori aggiornati al 31/05/2010 Germania Francia Grecia Italia Irlanda Spagna Portogallo
  • 9. Tensioni sui titoli di Stato di alcuni paesi europei: l’appartenenza all’euro offre tempo, ma non evita le crisi L’imponente creazione di debito pubblico ha improvvisamente accresciuto il premio di rischio di alcuni stati: al sollievo per la catastrofe evitata è subentrata nei mercati finanziari l’ansia improvvisa per la sostenibilità di debiti pubblici crescenti La Grecia è il caso limite: deficit e debito elevati, conti pubblici non trasparenti, alto disavanzo della bilancia dei pagamenti, debole struttura industriale, dinamiche salariali insostenibili crisi fiscale che le autorità greche tardavano a percepire Le tensioni coinvolgono anche paesi che non avevano grandi squilibri nei conti pubblici (Irlanda e Spagna). Rilevano gli squilibri macroeconomici (espansione del settore immobiliare) e la perdita di competitività (Portogallo) nell’Unione monetaria stagnazione, disoccupazione e, alla lunga, tensioni nel bilancio pubblico sono l’inevitabile conseguenza della perdita di competitività
  • 10. La reazione europea: di grandi proporzioni, soluzioni nuove e inattese Timore che la crisi dello Stato greco si traducesse in un collasso del suo sistema bancario. Timori per le banche di altri paesi più esposte verso controparti greche. Il rischio diveniva sistemico: la liquidità interbancaria si inaridiva La BCE riteneva che la stabilità del sistema finanziario fosse a rischio: accettava collaterale con rating basso; riattivava l’offerta illimitata di liquidità nelle operazioni di rifinanziamento; acquistava titoli per ripristinare mercati divenuti illiquidi L’UE stanziava 110 miliardi per finanziamenti alla Grecia; predisponeva uno schema di assistenza ai debitori sovrani dell’area in caso di crisi di liquidità, fino a 750 miliardi (con il FMI). I paesi beneficiari dovranno predisporre programmi di risanamento sottoposti a verifiche periodiche
  • 12. Un’economia in recessione Nel biennio 2008-09 il PIL è sceso di 6 punti e mezzo (quasi metà della crescita dei 10 anni precedenti). Il reddito reale delle famiglie è sceso del 3,4%, i consumi del 2,5%. Le esportazioni sono cadute del 22%, gli investimenti del 16% I fallimenti d’impresa sono stati 9.400 nel 2009, un quarto in più rispetto all’anno precedente. Stanno soffrendo soprattutto le imprese più piccole, spesso dipendenti da rapporti di subfornitura Le aziende che avevano avviato processi di ristrutturazione prima della crisi hanno retto meglio l’urto; oggi presentano le prospettive migliori; anche le imprese che hanno investito in ricerca e sviluppo sopportano meglio la crisi
  • 13. Una politica economica cauta, una ripresa graduale La politica economica ha limitato il danno per circa due punti di PIL: un punto la politica monetaria, un punto la politica di bilancio. L’estensione degli ammortizzatori sociali ha attenuato i costi della crisi La crescita del disavanzo pubblico è risultata inferiore a quella delle altre principali economie avanzate. La solidità del nostro sistema bancario, che non ha richiesto interventi pubblici significativi, ha aiutato All’inizio di quest’anno si stimava che l’economia italiana sarebbe tornata a crescere. Nel 1° trimestre il PIL aumentava dello 0,5% sul trim precedente; miglioravano le aspettative delle imprese (soprattutto le esportatrici); la fase di decumulo delle scorte sembrava essersi esaurita
  • 14. Si anticipa la manovra per ridurre il disavanzo L’esplodere della crisi greca potrebbe cambiare il quadro di riferimento. Vari governi europei hanno preso misure dirette al rientro del disavanzo. Il Governo italiano ha anticipato la definizione delle misure correttive per il biennio 2011-12: mirano a ridurre il disavanzo di 24,9 miliardi nel 2012; riguardano le principali voci di spesa e la lotta all’evasione fiscale La manovra riduce la crescita, ma è necessaria. Rischi: i tagli alla finanza decentrata, il recupero di evasione, le ipotesi macroeconomiche La manovra mira a portare la crescita della spesa primaria corrente al di sotto dell’1% annuo nel biennio 2011-12. Negli ultimi 10 anni è cresciuta in media del 4,6% l’anno. È necessario un attento scrutinio degli effetti della manovra per garantire il conseguimento degli obiettivi.
  • 15. Ma siamo lontani dalle condizioni della Grecia 2009 (% del PIL) Italia Grecia Indebitamento netto 5,3% 13,6% Disavanzo primario 0,6% 8,5% Aumento spesa age-related 2010-60 1,6% 10,8% La ricchezza accumulata dalle famiglie è pari, al netto dei debiti, a quasi 2 volte il PIL nella sola componente finanziaria, a circa 5 volte e mezzo includendo le proprietà immobiliari, livelli fra i più alti nell’area dell’euro. I debiti delle famiglie sono fra i più bassi dell’area, quelli delle imprese sono inferiori alla media
  • 17. L’occupazione scende, soprattutto nel Mezzogiorno (Numeri indice; 2004=100) 110 108 106 104 102 100 98 96 2004 2005 2006 2007 2008 2009 Nord Ovest Nord Est Centro Sud e Isole
  • 18. Occupazione e disoccupazione: i giovani soffrono di più 65 20-34 Tasso di occupazione 64 35-64 63 62 61 60 59 58 15 Tasso di disoccupazione 10 5 0 2007 2008 2009
  • 20. Il rapporto debito/PIL torna ai livelli dei primi anni ‘90 125 125 120 120 115 115 110 110 105 105 100 100 95 95 '90 '91 '92 '93 '94 '95 '96 '97 '98 '99 '00 '01 '02 '03 '04 '05 '06 '07 '08 '09 '10 '11 '12 Debito Amministrazioni pubbliche Previsione RUEF (05/2010)
  • 21. La pressione fiscale italiana supera di oltre 2 punti la media dell’area e quella della Germania 48 48 45 45 42 42 39 39 36 36 33 33 30 30 '99 '00 '01 '02 '03 '04 '05 '06 '07 '08 '09 '10 Italy France Germany Spain Euro area excluding Itlay Ma la differenza tra le aliquote è ancora maggiore: il cuneo fiscale sul lavoro è di circa 5 punti superiore alla media degli altri paesi dell’area dell’euro, il prelievo sui redditi da lavoro più bassi e quello sulle imprese, includendo l’Irap, sono più elevati di 6 punti. Influisce la diffusione dell’evasione
  • 22. La spesa primaria corrente è sui massimi storici: come ridurla? 50 50 46 46 42 42 38 38 34 34 30 30 '99 '00 '01 '02 '03 '04 '05 '06 '07 '08 '09 '10 Italy France Germany Spain Euro area excluding Itlay
  • 23. Due obiettivi per la politica economica: riequilibrio dei conti e crescita
  • 24. La competitività: abbiamo perso terreno rispetto a Germania e Francia 120 120 Italia Germania 115 Francia 115 Spagna tasso di cambio effettivo reale dell'euro 110 110 105 105 100 100 95 95 90 90 85 85 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 Indicatori di competitività e tasso di cambio effettivo reale dell’euro basati sui prezzi alla produzione dei manufatti (indici: 1999=100) Un aumento segnala una perdita di competitività.
  • 25. La dinamica della produttività rimane peggiore di quella dei principali paesi europei
  • 26. Una politica economica per il dopo crisi nei 10 anni precedenti la crisi, la produttività di un’ora lavorata è salita del 3% in Italia, del 14% nell’area dell’euro; l’economia italiana è cresciuta del 15%, contro il 25% dell’area. Il tasso di occupazione è basso: 57% nel 2009, 7% meno che nell’area; il divario è più ampio per i giovani e le donne (12%) superata la crisi il nostro paese si ritroverà con più debito pubblico e con un capitale privato – fisico e umano – depauperato dal calo degli investimenti e dall’aumento della disoccupazione se dovessimo tornare sul sentiero di bassa crescita degli ultimi 15 anni sarebbe arduo riassorbire il debito pubblico due priorità: - assicurare il riequilibrio prospettico dei conti pubblici - attuare riforme che consentano al nostro sistema produttivo di essere parte attiva della ripresa economica mondiale. Occorre riallocare le risorse verso settori e imprese con maggior potenziale di espansione
  • 27. Il riequilibrio dei conti pubblici la spesa pubblica complessiva nel 2010 superera il 50% del PIL; vi è il rischio che sull’economia gravi a lungo una pressione fiscale molto elevata il piano di riduzione del deficit e del debito deve necessariamente fondarsi sul contenimento della spesa primaria corrente (nel 2009 superiore di 5 p.p. alla media degli anni ’90): lo sforzo sarà probabilmente molto pesante il tasso di attività nella fascia 55-64 anni è al 36%, contro il 56% della Germania. È indispensabile proseguire nel graduale incremento dell’età media di pensionamento. Si innalzeranno il reddito disponibile delle famiglie e il potenziale produttivo dell’economia. Le innovazioni introdotte nell’ultimo anno vanno in questa direzione saranno cruciali le modalità di attuazione del federalismo fiscale; deve rendere più efficiente l’utilizzo delle risorse pubbliche, creando uno stretto collegamento tra le decisioni di spesa e di prelievo. È importante accorpare gli enti pubblici
  • 28. Le riforme strutturali necessarie sono note … la riforma della pubblica amministrazione potrà dare un contributo rilevante. Per migliorare la qualità dei servizi forniti da ciascuna scuola, ospedale, tribunale, ente amministrativo, ecc. si può partire da indicatori già disponibili (istruzione, sanità) o sviluppabili senza grandi costi (giustizia civile) progressi nel contrasto alle attività irregolari consentirebbero di ridurre le aliquote legali. L’economia irregolare è un sesto del PIL. L’evasione accresce l’onere imposto alle attività regolari, riduce la competitività di larga parte delle imprese, ecc. il divario tra le nostre infrastrutture e quelle degli altri principali paesi UE è aumentato. I tempi e i costi di completamento sono elevati. Cause: attribuzione delle competenze, carenze nelle valutazioni ex-ante e nei rendiconti, cambiamenti di progetto il processo di liberalizzazione deve proseguire. Nei paesi in cui i servizi sono meno liberalizzati lo sviluppo dei settori tecnologicamente più avanzati è minore. Occorre non solo introdurre maggiore concorrenza, ma regolare i mercati correttamente
  • 29. Il rilancio del sistema produttivo è ostacolato dall’eccessiva regolamentazione di alcuni mercati e da carenze nelle condizioni del fare impresa