1. Project work Corso di alta formazione Gestione delle Aziende
Vitivinicole 3ª edizione
Azienda agricola Fasoli Gino
2. INTRODUZIONE
L'Azienda agricola Fasoli Gino, sita a Colognola ai Colli, è nata nel 1925, dal 1984 produce vini da
agricoltura biologica e dal 2006 utilizza il metodo biodinamico. L’azienda è da sempre attenta
all’ambiente, alla sostenibilità ed ad una cultura sana del vino. Il 90% delle vendite sono rivolte
all’estero, in tutto il mondo. L' obiettivo del lavoro di progetto è stato quello di analizzare il mercato Italia
per sviluppare la vendita del vino Fasoli nel nostro Paese.
3. LA STORIA
1925 nascita dell'azienda: Amadio Fasoli iniziò ad allevare vigne in Val
d'Illasi e a vendere il suo vino nelle migliori osterie del luogo
1984 Amadio e Nicolino, la terza generazione della famiglia, decisero
di applicare su tutti i vigneti pratiche di coltivazione biologica
2006 introduzione del metodo biodinamico per rafforzare la vitalità dei
terreni e delle piante
2014 Giordano e Matteo, la quarta generazione della famiglia,
continuano il lavoro iniziato per far sì che l'azienda diventi un modello
di agricoltura/viticoltura sana anche per gli altri produttori del luogo.
4. VISION
Diffondere cultura sana e sostenibile. Un ambiente sano da buoni frutti
Vivere e lavorare in una comunità attenta e sensibile a tutelare l'ambiente e a
preservarlo per le future generazioni.
Il nostro presente non è che il passato di altri e ciò che oggi siamo è
inscindibilmente legato a chi ci ha preceduto.
MISSION
Produrre vini di
grande qualità
partendo da
materie prime
sane, genuine,
salubri, ed
ecosostenibili
VALORI
Etica nel lavoro
Accoglienza
Informalità ed
immediatezza
Rispetto per la terra, i suoi
frutti e le persone
Friendlyness
Genuinità dei prodotti
e nei rapporti
Appartenenza alla
famiglia, alla terra,
alla comunità
8. 28 mln di consumatori
(61% uomini)
Fatturato Vino Bio: € 5 mln
Trend consumi in crescita
(dal 2% all'11,6%)
Consumo prevalentemente
a pasto
Ma per le fasce più giovani
(18- 55 anni è un consumo
non quotidiano)
Vino rosso è il vino bevuto
più frequentemente
(2-3 volte a settimana)
La tipologia di vino è il
criterio di scelta prevalente
nelle decisioni di acquisto
Consiglio di amici e
possibilità di assaggio sono
i veicoli primari nel favorire
la sperimentazione di nuovi
vini. Marchio bio ancora
poco influente
86% consumatori vini bio
beve una bottiglia a
settimana e la maggioranza
spende 10-15,00€ in media
9. CONSUMATORI VINI
BIO CERTIFICATO
Fonte: WineMonitor nomisma I risultati della Survey Wine Monitor sul consumatore italiano III quadrimestre 2013
11. I COMPETITORS BIO &
CONVENZIONALE
VR bio dal certificazione bottiglie Bio/tot
Corte Sant’Alda 1998 S&S Demeter 100.000 7 tot
La Cappuccina 1985 Bios 100.000 11 tot
La Fontanina 2 referenza (su 2)
Trabucchi d’Illasi 1993 Icea 100.000
ValentinaCubi 2007 CCPB 50.000 1 referenza (su 7)
VillaBellini 1990 Bioagricert 15.000 4 tot
Visco & Filippi 2005 Icea 50.000
VR non bio Ettari vitati bott
Masi 640 4.200.000
Bertani 130 1.800.000
Tommasi 162 1.000.000
Allegrini 100 900.000
Tenuta S. Antonio 100 700.000
Fonte: 2014 Guida ai Vini d’Italia bio – P.Rastelli
Fonte: Vini d’Italia 2014 – Ed. Gambero Rosso
12.
13. LA COMUNICAZIONE: QUALCHE NOTA
INCOERENZA
Tra i competitors dell’area veronese produttori certificati, il «bio» viene
esplicitato ma quasi sempre non in modo coerente tra web/materiale
promozionale cartaceo/loghi/etichette
BIO NON COME ELEMENTO DI DIFFERENZIAZIONE
In ogni caso il fatto di essere biologici non pare un chiaro (o sufficiente)
elemento di differenziazione a livello comunicativo/strategico. Inoltre la
comparsa sul mercato di operatori che parlano di vino naturale,
sostenibilità, green, lotta integrata in vitigno rischiano di creare
confusione nella percezione del consumatore
SOCIAL & WEB NON AGGIORNATI
Alcuni siti e web sono particolarmente vetusti o comunque non
aggiornati (indice di poca attenzione)
UTILIZZO DEGLI EVENTI COME DIFFERENZIAZIONE
Un caso interessante è quello del premio Trabucchi d'Illasi alla
Passione Civile (8° edizione) che collega vino all’area culturale
14. SWOT
• esperienza/ storicità
/autorevolezza prodotti
bio e biodinamico
• Profondo radicamento nel
territorio
• Certificazioni BIO
• Doc e docg
• Rigidità produzione
/acquisto materie prima
(NO sfuso bio) (max
800.000)
• Deficit organizzativo
(ricettività cantine;
ecommerce)
• Comunicazione poco
coerente, chiara ed
efficace
• Trend bio in aumento
• Crescita cultura enologica
del consumatore italiano
• Consumatore italiano
storicamente poco sensibile
(più al buono che al bio)
• Concorrenti indiretti /
sostituti (birre, birre
artigianali, spritz
• Concorrente diretto (non
bio) in horeca
• Stagnazione economica
15. • Previsti importanti investimenti (entro fine 2015)
• La crescita prevista è limitata nel periodo 2014-2015, per poi
aumentare a tassi del 17%-21% all’anno nel triennio ’16-’18
Vendita
Diretta
• Canale nel quale si concentra il grosso dello sviluppo
• Attualmente concentrato in poche città (Venezia 57%, Verona
18%, Bologna 10%, Milano 7%, Padova/Vicenza 7%).
• Obiettivo: sviluppare ulteriormente Verona e Milano, creando
nuove opportunità in altre città
• Attraverso lo sviluppo della rete di agenti
Ho.Re.Ca.
• Canale marginale, non ritenuto interessante
• Non sono previste azioni specifiche GDO
17. CONCLUSIONI
Il mercato italiano è effettivamente una
opportunità
Il vino biologico avrà opportunità nel mercato
data l’attenzione sempre maggiore da parte dei
consumatori per prodotti che, oltre ad essere di
qualità, siano anche salubri.
Tuttavia, non è più una leva sufficiente per
differenziarsi nel mercato
Necessità di evoluzione da azienda familiare a
realtà più strutturata grazie a investimenti in
strumenti e competenze, nuove risorse e nuovo
assetto organizzativo
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