2. L’AUMENTO DELLE POLVERI SOTTILI
Le polveri sottili sono particelle solide e liquide disperse nell’atmosfera, generate dalla combustione fossile, dalla
produzione industriale, dai trasporti e dagli impianti di riscaldamento e considerate tra i principali inquinanti delle aree
urbane. L’aumento del quantitativo di polveri sottili ha portato l’aria delle metropoli a risultare quasi del tutto irrespirabile.
Delle 3.500 città extraeuropee con una popolazione di oltre 100.000 abitanti analizzate dallo studio, l’83% ha registrato
livelli superiori al limite massimo di esposizione annuale raccomandato dall’OMS(Organizzazione Mondiale della sanità).
Le fonti principali di polveri fini sono due:
● fonti naturali
○ incendi boschivi
○ attività vulcanica
○ polveri, terra e sale marino alzati dal vento (il cosiddetto aerosol marino)
○ pollini e spore
○ erosione di rocce
● fonti antropogeniche
○ traffico veicolare, sia dei mezzi diesel che benzina
○ uso di combustibili solidi per il riscaldamento domestico (carbone, legna e gasolio)
○ residui dell'usura del manto stradale, dei freni e delle gomme delle vetture
○ attività industriale
3. PM2.5 , PM10 E POLVERI ULTRASOTTILI
Le polveri sottili vengono classificate secondo la loro dimensione, che può determinare un diverso livello di nocività. Infatti,
più queste particelle sono piccole più hanno la capacità di penetrare nell'apparato respiratorio.
-Le PM10 possono essere inalate e penetrare nel tratto superiore dell'apparato respiratorio, dal naso alla laringe.
-Le PM2,5 possono essere respirate e spingersi nella parte più profonda dell'apparato, fino a raggiungere i bronchi.
(PM sta per Particulate Matter, tradotto in italiano con il vocabolo materiale particolato)
-Le polveri ultrafini potrebbero essere addirittura in grado di filtrare fino agli alveoli e ancora più in profondità nell'organismo
e, si sospetta, entrare nel circolo sanguigno e poi nelle cellule.
● PM10: diametro inferiore a 10 µm
● PM2,5: diametro inferiore a 2,5 µm
● polveri ultrafini: UFP, diametro inferiore ad 0,1 µm
4. GLI EFFETTI SUL CORPO UMANO
Sono state effettuate delle ricerche epidemiologiche che mostrano come ad un aumento del PM10 di 10 µg/m3
corrisponda un incremento della mortalità giornaliera dello 0,5-1%. Ci sono tuttavia alcuni inquinanti, per i quali è
stato accertato un effetto cancerogeno, su cui non è possibile stabilire dei valori al di sotto dei quali non vi siano
rischi. Tra questi ci sono il benzene e gli idrocarburi policiclici aromatici (IPA). Gli IPA sono composti organici
contenenti due o più anelli aromatici che condividono una coppia di atomi di carbonio (fusi) e ne sono stati
individuati 16 come inquinanti prioritari. Questi composti hanno origine soprattutto dalle emissioni attribuibili al
traffico pesante e l'80-90% è contenuto nella frazione di PM2,5.
Sostanze come il benzene, gli ossidi di azoto e gli idrocarburi policiclici aromatici esercitano effetti sul DNA
promuovendo il rischio del cancro non solo nei polmoni, ma in tutti i tessuti e organi.
5. BENZENE
il benzene è un idrocarburo aromatico monociclico di formula bruta C6H6. A temperatura ambiente e pressione
atmosferica si presenta sotto forma di liquido volatile incolore altamente infiammabile.
I sei atomi di carbonio del benzene hanno ibridazione sp2 e sono disposti ai vertici di una struttura a esagono
regolare; ad ognuno di essi è legato un atomo di idrogeno. Ogni atomo di carbonio condivide con gli altri un
elettrone spaiato nel proprio orbitale p non coinvolto nell'ibridazione e perpendicolare al piano della molecola.
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6. L’IMPORTANZA DELLA PRESENZA DI ALBERI
CONTRO L’INQUINAMENTO
Gli alberi sono dei biofiltri per l’aria, grazie al processo della fotosintesi clorofiliana che assorbe anidride carbonica e produce
ossigeno. Essi trattengono, tramite le foglie, il tronco e le ramificazioni, una grande quantità di particolato atmosferico e gas
inquinanti. II particolato viene intercettato da quelle superfici fogliari che sono particolarmente rugose. I gas inquinanti vengono
invece immagazzinati attraverso gli stomi. Più sono numerosi, maggiore è la capacità di purificare l’aria. Il processo di
neutralizzazione degli inquinanti avviene poi attraverso una serie di processi chimici interni alla pianta.