Pancia in dentro, sguardo fermo e voce squillante e purtroppo non basta. Per parlare in pubblico ed essere convincenti bisogna saper costruire nell’aria un discorso avvincente: avere il pieno possesso del proprio corpo, della propria voce e del proprio cervello, mettere da parte la grande nemica, la timidezza, e saper guardare negli occhi il pubblico per (provare a) capirlo, soprattutto, bisogna esercitarsi. Cominciamo a farlo insieme.
10. Qualche consiglio
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• …
• “A che cosa serve?”. Cioè: rispondete alle sue
domande (anche quelle implicite). Quindi chiedetevi
è un giornalista?
è uno studente?
è un collega?
mi sta ascoltando dal vivo? Mi leggerà? Sto
andando in tv?
quanto tempo ho?
11. Qualche consiglio
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• Attenzione agli spazi e ai tempi (sennò si taglia)
• Ok, i giornalisti sono ignoranti. Fateci pace.
• Evitate quelle frasi tipo “non si può riassumere in
così poco spazio…”…
13. Qualche consiglio generale
• Studiatevi bene l’attacco e la conclusione
• Usate le storie
• Dichiarate che cosa state per raccontare, come e
perché
• Fate esempi tagliati su quel pubblico
• Usate le immagini (anche mentali)
• Usate frasi di raccordo o di riepilogo
• Attenzione al messaggio chiave: uno e chiaro,
soprattutto a voi (“so what?”)
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14. E le parole?
• No al linguaggio desueto, tecnico, pedante, insomma
palloso…
• No a “come tutti sanno”…
• I verbi usati male: effettuare, usufruire, scaturire,
apprendere, intraprendere, diffidare
• No alle parolone roboanti: “tipologia” e “metodologia”
per “tipo” e “metodo” e così via
• Usate bene le metafore
• La “splendida cornice” e altre banalità
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17. • NON SI LEGGE!
• Si dà un messaggio chiaro e breve
• No a “ehhhh… uuuhhmmm”, attenti ad accenti e
pronunce, e alla voce (completate le frasi)
• Non si danno troppi numeri, nomi e parole straniere
• Non si scavalca la voce degli altri
• I sorrisi si sentono
• Si evita di essere ossequiosi e pedanti
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Alla radio
18. • Attenzione al volume e alla tonalità della vostra voce
• Scandite bene le parole
• Non abbiate paura delle ripetizioni, anzi
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Alla radio
22. • Abbiate il controllo del vostro corpo
• State fermi con le gambe, ma con le mani fate gesti
che diano enfasi al messaggio
• No alle braccia conserte, no alla testa china
• No allo sguardo sfuggente, no agli occhi chiusi
• Non assentite troppo, non dissentire mai
• Non sorridete se il tema non lo richiede
• Non tenete il broncio e non fate la faccia alla “ma che
razza di domande!”
• Non toccatevi la bocca, i capelli, gli occhiali…
• Siate fighissimi… 23
In video
23. • Che tipo di video/programma è?
• Chi è il pubblico?
• C’è il conduttore? E chi è?
• Si parte da una notizia o è un
approfondimento?
• Sono da solo o ci sono altri ospiti?
• Siamo in diretta o si registra? (ci sarà un
montaggio?)
• Quanto tempo abbiamo?
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24. • Posso vedere prima qualche
esempio/puntata?
• Posso parlare prima con un autore?
• Devo portare qualcosa?
• Devo prepararmi in qualche modo?
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25. • Attenzione alla prima domanda
• Non innamoratevi della scaletta
• Non preparatevi troppo (un pochino sì)
• Coinvolgete il pubblico con domande e giochi
• Il tempo non è mai tiranno
• Salutate, prima e dopo, e ringraziate!
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Dal vivo, in generale
29. Fare tutto da sé
• La camera deve essere a livello degli occhi (testa
dritta)
• Tenete un po’ di spazio sopra la vostra testa (non
troppo)
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31. Fare tutto da sé
• La camera deve essere a livello degli occhi (testa
dritta)
• Tenete un po’ di spazio sopra la vostra testa (non
troppo)
• Fate attenzione alla luce: la luce naturale potrebbe
essere troppo forte
• Ovviamente (?): no finestre alle spalle!
• Ovviamente (?): il volto deve essere più luminoso del
background
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33. Fare tutto da sé
• Usare un microfono (cuffiette)
• Attenti ai suoni ambientali
• (scegliete posti tranquilli e chiudete porte e finestre)
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34. Fare tutto da sé
• Curate lo sfondo
• Basta con le librerie! (attenti alla distrazione)
• Attenzione a non mostrare cose che non volete
mostrare (fotografie e altro…)
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35. Fare tutto da sé
• Siate confortevoli e rilassati
• Sorridete, muovete le mani e la testa
• Guardate in camera con affetto…
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Mi hanno chiesto di venire a fare con voi una cosa che faccio abitualmente coi miei studenti di comunicazione della scienza. Ma dal vivo!
Cioè farvi parlare. qui non è possibile in maniera ordinaria ma potete farmi domande… (ho visto che avete altre sessioni sul tema: io lo farò concentrandomi, o avendo in testa comunque, per formazione, sui temi scientifici, perché è quello che faccio e che insegno).
Vi darò qualche consiglio (spero anche qualche spunto di riflessione generale sulla comunicazione)
Spesso insegno questa cosa a scienziati… che cominciano sempre con: che cosa ci sarà mai da dire? Beh c’è da imparare un sacco di cose perché la scienza oggi è dappertutto nelle nostre vite, quindi il come la si racconta è fondamentale, e la prima cosa che mi sono accorta devono capire è che parlare di scienza non significa solo…
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Come, questa non è una pipa?!
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La noia è un peccato mortale. Pensate a quanti danni hanno fatto i vostri insegnanti noiosi. Voi costretti ad ascoltarli, avete odiato anche la loro materia. Qui per di più nessuno è costretto. Semplicemente si volta pagina. Comunicazione inefficiente.
Come si fa a non essere noiosi? Giocate con l’inatteso, per esempio.
quindi
Rispettosi significa anche sintetici, precisi nel rispondere, se vi viene chiesto: a che cosa serve la tua scoperta, non è necessario partire dalla scoperta della doppia elica del dna. Significa anche dare per prima la risposta alla domanda che a quell’interlocutore preme di più, e che in genere è “a che cosa serve?”
La vostra comunicazione deve essere flessibile nella forma. E voi dovete stare molto attenti a declinare i contenuti (che possono anche essere sempre i soliti) in molti modi.
Cioè: tra le cose che vanno fatte prima (i preliminari della comunicazione) con i giornalisti dovete considerare questo. Perché i giornalisti macinano notizie, ne passano di tutti i colori e se devono scrivere di qualcosa lo fanno e amen.
Alla fine della fiera, qualsiasi siano i vostri obiettivi…
Questo anche dal vivo, laddove siate autonomi e non dovete rispondere a domande o farvi guidare.
Adesso declinerei tutto questo in due forme di comunicazione paradigmatiche: radio (cioè senza immagini, solo voce) e video (anche immagini, quindi gestione del corpo). Le cose che vi dirò valgono per la comunicazione dal vivo in generale: quello che vi dirò per la radio vale anche per quando si è in persona davanti al pubblico e quello che vi dico per il video vale anche per quando si è su un palco.
Questo in generale per l’uso della voce
Ci si ascolta! La tonalità della nostra voce, la velocità delle nostre parole…
E poi la radio non ha immagini, quindi importante la narrazione. Quello che vi dicevo prima su metafore, storie, immagini….
La noia è un peccato mortale. L’attenzione non sopporta più di un minuto con la stessa voce (forse meno)…
Difficoltà in più: c’è il vostro corpo
La cosa più importante è il pubblico, ovviamente. il vostro obiettivo è lui, non perdetelo di vista. non è il conduttore o l’autore. attenzione che non è facile misurare la vostra capacità di raggiungerlo e i feedback sono tutti abbastanza aleatori (vi diranno sempre che è andata bene...!).
il pubblico bisogna un po’ immaginarselo davanti a sé, studiarlo. le parole sono più importanti per come arrivano che per come partono (vedi “ufficiale”). parole con significato emotivo più o meno forte a seconda del pubblico, immagini più o meno forti
Se vi chiedono (ufficio comunicazione)…
lasciarsi truccare (le signore ovviamente, ma anche gli uomini). vestirsi bene ok, ma come? attenzione che in certi contesti è meglio senza cravatta o senza giacca (soprattutto se si deve dare impressione di un lavoro in corso). le signore non esagerino con colori e gioielli, ma nemmeno abito monacale.
Dovete sentirvi a vostro agio, essere coerenti col programma e con l’immagine che dovete dare
Per radio, tv, e dal vivo.
come è fatto uno studio tv. affidatevi al vostro autore: dove devo andare, che cosa devo guardare (le luci mi danno noia?). domande spesso decise prima. poi però è una diretta... (vale quello che vi ho detto all’inizio, abbiate pazienza).
pensate che state parlando alle persone che sono lì. non pensate a quelli a casa.
(e abbiate pazienza. La tv ha tempi lunghi, lunghissimi, può essere davvero una grandissima noia. Poi ci sono un casino di persone che non si sa che cosa fanno, tanti che vogliono chiacchierare, siate rispettosi di tutti!).
Alla radio la voce che parla è la vostra!
Prima due consigli
Come è fatto lo studio: leggerezza!
Il mio set casalingo…
E allora qualche consiglio. Capita sempre più spesso
Questo anche dal vivo, laddove siate autonomi e non dovete rispondere a domande o farvi guidare.
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La luce che rimbalza sul foglio bianco. Ho una lucetta, ma non direttamente sparata in faccia… (avrei dovuto mettere il fondotinta). Evitare lampadine a bulbo di vetro…
Alle mie spalle serrande chiuse (meglio se non si vede ma…). E altra luce a bilanciare a destra: sennò qui avrei avuto tutta luce da sinistra, troppa.
compresa la ventola del computer
compresa la ventola del computer
compresa la ventola del computer
Questo anche dal vivo, laddove siate autonomi e non dovete rispondere a domande o farvi guidare.
Ricordatevi che non state trasmettendo solo un messaggio di scienza, state facendo di più: state trasferendo un’emozione, state colorando le parole e i concetti…
Prima di imparare a parlare bisogna imparare ad ascoltare. Soprattutto su temi delicati o su temi che rischiano di interessare poco, di essere pregiudizialmente considerati noiosi o poco utili..
Una buona comunicazione della scienza è necessaria, in un paese democratico, perché la ricerca scientifica è un investimento collettivo che deve dare risultati utili alla collettività ed è necessario che collettivamente se ne parli. Che si prendano decisioni, che la scienza sia nelle agende politiche…
Quindi farlo bene è una responsabilità.
