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EVOLUZIONE
VERSO UN NUOVO
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CONDIVISA
SVILUPPO
E IDENTITÀ LOCALE
HABITAT DEL TERZO
MILLENNIO
GRAFICA
E DESIGN
IMMAGINI
E REALTÀ
Partnership,consulenzao
temporarymanager?Creato Martedì, 09 Febbraio 2016 14:47
Scritto da Paolo Petrucciani
«Perlacontinuitàd’impresaservono
partnershipealleanzeoprestazioniindividuali?
Consulenzaallargata,integrataeconcertataotemporarymanagementd’eccellenza?»
Sempre di più oggi e in futuro si sentirà parlate di partnership e alleanze,
operative o strategiche. Infatti il futuro del mondo del lavoro e degli scambi
commerciali, nel mondo imprenditoriale, ha bisogno di vedere sempre più
spesso insieme e «non disgiunti» i ruoli di fornitore e cliente. Tanto più
bravi si sarà nel capire questa regola fondamentale, tanto più velocemente si
sarà in grado di prosperare e competere nel proprio settore di business.
Per dirla in altre parole: migliore alleanza, migliore sopravvivenza.
Già ma «con quale partner allearsi»? o ancora, «è giusto andare da soli con il
proprio intuito e la propria rete di relazioni vicine»? o invece «è giusto
condividere un pensiero, anche strategico, con altri e, se serve, anche un pò più
lontane dalle proprie amicizie o contatti»? O no? e se sì … «fino a che punto»,
qual è il livello di trust da affidare?
Partnershipindividualee digruppo
Il concetto di partnership tra azienda e consulente non è nuovo.
Forse bisognerebbe parlare più propriamente di consulenza come insieme di
strumenti, tecniche e competenze da mettere a disposizione del cliente finale,
e nel nostro caso, degli imprenditori delle piccole e medie imprese.
In effetti il rapporto tra un consulente «individuale» e un cliente «persona» è sì,
e normalmente, un «rapporto fiduciario», ma può rafforzarsi se il primo
fornisce al secondo un insieme di scelte, tools e altre persone esperte (un
network di consulenti specializzati, ad esempio), che possono soddisfare più
pienamente il bisogno di soluzioni di cui si ha bisogno.
Non nascondo che può essere anche un problema di prezzo o di «fee o tariffa
al giorno» (come si dice in gergo), in alternativa ad un valore del servizio che
può anche essere indicato a «forfait». Ma, d’altro lato, se le persone che offrono
queste competenze davvero le possiedono è giusto remunerarle per il loro
valore.
L’importante è che la quantificazione del valore aggiunto prodotto per l’azienda
deve essere in grado di dimostrare anticipatamente al cliente il vantaggio in
termini di efficienza e risparmio dei costi e, o, di ricavi per il suo business.
Laconiugazionetraconsulenzaeclienti
Cosi il concetto di partnership prende forma attraverso la coniugazione di una
serie di aspetti diversi (1):
la focalizzazione congiunta della consulenza e del cliente sui fattori critici di
successo che permetteranno di accrescere e consolidare il business in essere,
attraverso il dispiegamento progressivo delle soluzioni adottate/adottabili
prescelte;
1.
l’individuazione della struttura organizzativa di progetto maggiormente
facilitante (sia che si sia da soli che si lavori in gruppo o team), in termini di
migliore collocazione, utilizzazione e trasferimento delle competenze
disponibili da parte dei consulenti, e in attesa di essere accolte da personale
interno o esterno del cliente;
2.
ARCHIVIO
Illavoroconmilioniemilionidi
occupati
Ilmanagersportivo
Change?no!changing.
Bibliografiasuigruppi
Divenerdì,davantialcamino
Lacreativitàsiimpara?
IlFocusing,unabussolaperlestartup
Losterminiodeidirigenti
Lemiglioriaziendepercuilavorarenel
2014
Digitalizzarelamanifattura
Acheservonoleaziendeorachec'èil
web2.0?
Designneltemporarymanagement
Successoneltemporarymanagement
Temporarymanagerecultura
d'impresa
GliStatigeneralidellaconsulenza
italiana
PersapernedipiùsuImpresAperta
Migliorareleperformancedelle
organizzazioni
IlmanifestodiImpresAperta
Modellidiculturaaziendaleecreazione
divalore
Culturaaziendaleemodelli
organizzativi
Comunitocrazia:larispostadelle
aziende
Idiagnosticidellaculturaaziendale
Auto-imprenditorialità
Imessaggicsrperlepmi
Quandolaconsulenzadiventaun
partner
Lacomunitàdipraticainpillole
Diversitymanagement
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Partnership, consulenza o temporary manager? http://officineeinstein.eu/index.php/organizzazione-aziendale/885-impost...
1 di 5 27/02/2016 10.15
una migliore consapevolezza progressiva degli ambiti operativi e organizzativi
di ciascun partner: Cosa fa la consulenza, che cosa non fa o non deve fare il
cliente, e viceversa, con impatti sulla ridefinizione temporale dei rispettivi
obiettivi progressivi tra consulenza e cliente;
3.
la messa a punto di un percorso abbastanza preciso di interfinalità
organizzativa tra consulenza a cliente, ovvero chi fa cosa, quando, in che
tempi e per quali risultati attesi, che potrà essere aggiustata periodicamente e
specialmente dove è necessaria una maggiore collaborazione (raccolta
informazioni e ascolto attivo reciproco);
4.
l’individuazione e la suddivisione appropriata del sistema di controllo e
monitoraggio del progetto o dell’assistenza, per tutta la sua durata, sia da
parte del cliente sia da parte della consulenza;
5.
la costruzione progressiva di una «codice di identità comune», con
individuazione dei valori portanti e condivisi tra consulenza e cliente, per tutta
la durata del progetto o dell’assistenza.
6.
Ilrapportotraprofessionisti-fornitorie imprenditori-clienti
Uno dei modelli tipici che si adotta nel caso della consulenza di direzione alle
imprese (management consulting) è quello dell’«agente di cambiamento» che
è sviluppabile su 4 quadranti possibili di intervento, in funzione della
consapevolezza del bisogno del cliente (2):
modello dottore-paziente
modello ingegneristico
modello medico (professionale)
modello di processo
Grafico 1  Modelli di coinvolgimento tipico dell’imprenditore con il professionista,
inteso come «agente di cambiamento», in funzione della definizione del problema o
bisogno
Ricordarsi sempre, comunque, che qualunque sia il modello adottato, tra quelli
esposti, occorre, in modo imprescindibile, integrarsi con le caratteristiche,
gli stili, la cultura e i comportamenti tipici del cliente.
Pattotrapari…otemporarymanagementnelle Pmi?
Il vero discorso su questa partnership nasce in merito alla natura del
contratto o se vogliamo del patto che si stabilisce: rapporto fornitore-cliente o
rapporto temporary manager-proprietà o azienda accogliente? Il tema non è
sempre di facile e semplice soluzione.
In effetti mentre a prima vista le due cose sembrano uguali: c’è qualcuno che
esegue e qualcuno che paga la prestazione, le due situazioni possono anche
differire enormemente.
Nel primo caso si paga un servizio di pronta esecuzione (è un costo da
spesare), nel secondo caso si effettua una scommessa sul futuro
dell’impresa (è un investimento, a memoria futura, di cui si vorrebbero
misurare i ritorni a breve-medio termine).
Primo caso:
rapporto paritario e consulenza individuale o di gruppo (allargata)
Nel primo caso la richiesta dovrebbe essere chiara ed esplicita nel mandato:
«tu (consulente) mi fornisci queste cose o servizi e io (cliente, in questo caso
l’imprenditore della pmi X), dopo aver considerato e accettato (spesso
negoziato) il prezzo dell’offerta e il valore della prestazione effettuata, ti pago,
Laculturadelpositivo
COMPORTAMENTI
AZIENDALI
Ciinteressaragionaresull'organizzazione
delle strutture,sullemetodologie,sulle
disciplinecheregolanoleorganizzazioni.
Teoriaepratica
Mabensappiamochelamodellisticaè
pocacosasenonvieneapplicata,echeper
aversuccessodevediventareun
comportamentoadottatodallepersone
checostituisconol'organizzazione.
Rapportotraqualitàeefficienza
Leaziende,nonquelle monopolistiche,né
spessoquellepubbliche,tralevarieforme
organizzative,sonoquellecostrettea
dedicaremoltoimpegnopertrovarei
modelliorganizzativipiùsofisticatied
efficaci.Ilcorrettorapportotraqualitàe
efficienzanegarantiscelasopravvivenza.
Per ilbellessere
Perquestostudieremoleaziendeper
anticiparecomportamentichepotranno
esseredeclinatipertutteleorganizzazioni
cheriunisconorisorse epersoneper
raggiungeredegliobiettivi.
CheperOfficineEinsteindevonoessere
obiettivisostenibili,solidaliedetici
finalizzatiamigliorareilbellesseredei
uominiedonne.
Partnership, consulenza o temporary manager? http://officineeinstein.eu/index.php/organizzazione-aziendale/885-impost...
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con le modalità che abbiamo concordato».
Nella maggior parte dei casi la consapevolezza del problema e la tipologia di
prestazione sono chiare al cliente. Sta al consulente proporre quello che
sembra il metodo e il processo più appropriato, servendosi, nel caso, di altre
competenze e specialisti diversi, come richiamato prima. Qui in effetti nasce
una forma di consulenza che può diventare di gruppo o composita. Tutto sta a
farla girare nel modo giusto, rispetto alle attese o alle esigenze.
In questo caso il rapporto è paritario ovvero si stabilisce la natura di chi riceve
e di chi offre e realizza un’opera (anche intangibile) e di fatto contribuisce (o
dovrebbe contribuire), con questa prestazione, a soddisfare la richiesta iniziale,
all’interno di un universo di «oggetti predeterminati».
Secondo caso:
temporary management nelle piccole e medie imprese
Nel secondo caso le cose sono molto diverse, la richiesta spesso o quasi
sempre è legata alla mancanza di tempo, competenze, conoscenze ed
esperienze, non presenti in azienda, sia nella testa della proprietà, sia nei
dipendenti di questa piccola o media impresaI, altrimenti non nascerebbe un
mandato di temporary management.
A volte questo mandato è in bianco a volte semi-strutturato, dove comunque
quello che guida è il concetto: «ti delego, su mia responsabilità (e per questo ti
pago), a fare queste cose perché non sono in grado completamente di
analizzare i problemi, o non ho le competenze per farlo,   e di trovare le
soluzioni tecniche, operative, organizzative, strumentali e comportamentali più
adatte».
Qui il rapporto non è più paritario e può sbilanciarsi molto sia a favore che a
sfavore dell’uno o dell’altro a secondo della sua impostazione.
Impostazionedelmandatoditemporarymanagement
Dalle prestazioniairisultati,onestàintellettualeedeticaprofessionale
In primis l’impostazione dovrebbe riconoscere alcune distinzioni di fondo, se c’è
una delega ci deve essere una possibile libertà di budget su eventuali altri
acquisti o investimenti correlati che nascono intorno agli obiettivi del mandato.
Il budget aggiuntivo può in effetti anche non servire, se bastano gli strumenti
che l’imprenditore ha già a disposizione: mezzi, risorse, tecnologie. persone.
Qui più che parlare di prestazioni si parla di risultati, meglio se misurabili,
meglio ancora se le tecniche, le metodologie e le unità di misurazione sono
state condivise a monte, per evitare malintesi e fraintendimenti a valle.
Se questa libertà non c’è è meglio abbandonare la partita e non prendersi in
giro, da tutte e due le parti. Un temporary manager può a buon motivo
sostituirsi anche alla proprietà in alcune decisioni se il mandato è chiaro nei
contorni, e quindi l’imprenditore deve correre il rischio di affidarsi in anticipo e
decidere i propri gradi di libertà, sia i margini di certezza da conservare per sé
sia cosa non conservare, da delegare per l’appunto ad un temporary manager,
auspicabilmente eccellente.
D’altro lato, per onestà intellettuale ed etica professionale il temporary manager
deve e può accettare un mandato solo se si sente in grado, dopo le prime due
o tre visite per capire l’ambiente, la cultura e le prospettive concrete di
successo, di accettare le sfide poste e di poter esser in grado, rebus sic
stantibus, di portare a casa i risultati sperati, auspicati e richiesti, valutando
come potrebbe variare la temporalità nel loro raggiungimento.
Se la libertà di mandato, reciproca e, o, le premesse logiche e le promesse
reciproche non sono trasparenti e completamente comunicate, allora è meglio
non sporcarsi le mani, e in prospettiva la reputazione, anche qui reciproca: in
sintesi dirsi in chiaro e senza troppi tentennamenti cosa si vuole ottenere di
preciso (es. indicatori e, o, risultati da riportare in conto economico) è parte di
un patto imprescindibile per il successo.
Risultatiattesidaiduemandati
Dalrapportoimprenditore-consulenteedaquelloimprenditore-temporarymanager
(4)
Risultati attesi per il cliente
Dal punto di vista del cliente gli interventi di consulenza e temporary
management possono permettere di affiancare all’introduzione di nuovi
processi una maggiore chiarezza organizzativa e nuovi processi decisionali,
ampliando, ad esempio, le delega del vertice (titolare, CEO, direttore generale)
ai dirigenti e quadri presenti in azienda.
Questi progetti comportano quasi sempre, se ben attuati, una sensibile
riduzione dei costi collegata ad un significativo aumento della produttività
individuale, consentendo di dirottare risorse per la creazione di nuovi prodotti
Partnership, consulenza o temporary manager? http://officineeinstein.eu/index.php/organizzazione-aziendale/885-impost...
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originali ed innovativi e l’ingresso su nuovi mercati e nuovi consumatori
(definiti omogeneamente, ma ampi e ad alta capacità di spesa).
Inoltre la definizione e creazione di una nuova identità comune permette una
maggiore consapevolezza interna più che una semplice riorganizzazione delle
persone, passando da processi organizzativi, a volte autarchici, a processi
integrati specializzati, multi-aziendali e multi-stakeholder.
Gli indicatori di bilancio che possono e dovrebbero ricevere un maggiore
beneficio dall’intervento consulenziale e dal progetto organizzativo sono: costi
di produzione, costo del lavoro, investimenti in tecnologie.
Risultati attesi per la consulenza e il temporary manager
I risultati generali attesi sono quelli di produrre miglioramenti complessivi del
funzionamento organizzativo, revisioni della struttura organizzativa e dei
compiti dei vari ruoli, e infine una revisione o rivisitazione dei processi-chiave
aziendali, per far rispondere l’azienda-cliente con maggiore tempestività alle
sollecitazioni poste dall’introduzione sul mercato di nuovi prodotti o servizi
competitivi o dai comportamenti della concorrenza (es. nuovi prodotti
attraverso la fornitura di «servizi chiavi-in-mano» o «unattended» per il
consumatore finale).
Uno dei possibili miglioramenti si misura, ad esempio, attraverso il
miglioramento delle attività dei ruoli di line (es. vendita e promozione prodotto,
marketing, logistica), e, o, la segregazione dalle attività dei ruoli di staff (es.
amministrazione e gestione, contabilità industriale, information technology).
Gli effetti generabili in termini di risultato, in questi casi, riguardano, ad
esempio, la misurazione della riduzione dei carichi di lavoro individuali,
un’ottimizzazione e utilizzazione delle risorse su più attività e l’aumento
della produttività interna individuale dei ruoli operativi principali,
l’integrazione dei processi.
Prospettivedilavoroeinterventoaconfronto
Nei 2 grafici seguenti sono schematizzate e sintetizzate alcune prospettive di
lavoro tra consulente di direzione e imprenditore e tra temporary manager e
imprenditore, come specifiche declinazioni del Grafico 1, prima presentato.
Grafico 2  Rapporto tra imprenditore e consulente di direzione, in funzione del
problema
Partnership, consulenza o temporary manager? http://officineeinstein.eu/index.php/organizzazione-aziendale/885-impost...
4 di 5 27/02/2016 10.15
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Grafico 3  Rapporto tra imprenditore e temporary manager, in funzione del
problema
Ricordando che quando si parla di consulenza di direzione si parla di processo
a prestazione e quando siamo nel campo del temporary management si parla di
progetto a risultato, in entrambi i casi occorre entrare in sintonia con il
titolare-cliente/committente, ovvero stabilire gli elementi di empatia necessari
e sufficienti per il successo.
Qualunque sia il modello adottato e qualunque sia il ruolo di fornitore,
consulente o temporary manager, occorre concordare in anticipo un livello
reciproco di fiducia preliminare (soglia) tale da consentire al professionista di
operare correttamente e poter esprimere il meglio delle proprie
competenze e caratteristiche etiche, professionali e di esperienza, così
come all’imprenditore di essere aperto e attento alle soluzioni e decisioni
proposte, adattandole con onestà tecnica ed intellettuale e trasparenza, nei
confronti dei contributi acquisiti.
Fonti
(1)  Luca Massacesi, Paolo Petrucciani: «Quando la consulenza diventa un
partner», Officine Einstein, n. 9, 19 marzo 2013
(2)  Paolo Petrucciani: a) «Il Change Management: nuova frontiera per la
consulenza» - Corso Istituzionale nazionale Apco – 31 maggio 1996, Roma
presso la  sede Confcommercio; b) Presentazione per Apco Dinner 2006 –
Delegazione Apco Lazio – «Il Change Management: approcci, stato dell’arte,
usual vs new», Roma persso la sede del Gambero Rosso, 17 maggio 2006; 3)
Presentazione per Apco Tools 2015 – Delegazione Apco Lazio – «Il Change
Management: approcci e stato dell’arte» – Roma presso la sede Colap, 23
ottobre 2015)
(3) Paolo Petrucciani: «Cultura d’impresa e temporary management: un binomio
possibile?», HR online n.5, marzo 2012 (rivista elettronica dell’Aidp-
Associazione Italiana per la Direzione del Personale)
(4)  Paolo Petrucciani: «Successo nel temporary management», Officine
Einstein, n. 21, 22 luglio 2013
Leggianche
Paolo Petrucciani (2016), Impostare la value proposition, 9 febbraio 2016,
OfficineEinstein
CHI SIAMO
CONTATTACI
COLOPHON E DISCLAIMER
SETTIMANALE
POLITICHE DI COMUNICAZIONE
ECONOMIA DELLA CONOSCENZA
RETI E SOCIAL NETWORK
APPRENDIMENTO IN EVOLUZIONE 
VERSO UN NUOVO MODELLO DI SVILUPPO
COMPORTAMENTI AZIENDALI
ETICA E BENI COMUNI
AMMINISTRAZIONE CONDIVISA
SVILUPPO E IDENTITÀ LOCALE
HABITAT DEL TERZO MILLENNIO
DESIGN E GRAFICA
IMMAGINI E REALTA'
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Partnership, consulenza o temporary manager? 9 febbraio 2016

  • 1. Sei qui: Home Comportamenti aziendali Partnership, consulenza o temporary manager? Cerca... Cerca... Vai POLITICHE DI COMUNICAZIONE RETI E SOCIAL NETWORK ECONOMIA DELLA CONOSCENZA APPRENDIMENTO IN EVOLUZIONE VERSO UN NUOVO MODELLO DI SVILUPPO COMPORTAMENTI AZIENDALI ETICA E BENI COMUNI AMMINISTRAZIONE CONDIVISA SVILUPPO E IDENTITÀ LOCALE HABITAT DEL TERZO MILLENNIO GRAFICA E DESIGN IMMAGINI E REALTÀ Partnership,consulenzao temporarymanager?Creato Martedì, 09 Febbraio 2016 14:47 Scritto da Paolo Petrucciani «Perlacontinuitàd’impresaservono partnershipealleanzeoprestazioniindividuali? Consulenzaallargata,integrataeconcertataotemporarymanagementd’eccellenza?» Sempre di più oggi e in futuro si sentirà parlate di partnership e alleanze, operative o strategiche. Infatti il futuro del mondo del lavoro e degli scambi commerciali, nel mondo imprenditoriale, ha bisogno di vedere sempre più spesso insieme e «non disgiunti» i ruoli di fornitore e cliente. Tanto più bravi si sarà nel capire questa regola fondamentale, tanto più velocemente si sarà in grado di prosperare e competere nel proprio settore di business. Per dirla in altre parole: migliore alleanza, migliore sopravvivenza. Già ma «con quale partner allearsi»? o ancora, «è giusto andare da soli con il proprio intuito e la propria rete di relazioni vicine»? o invece «è giusto condividere un pensiero, anche strategico, con altri e, se serve, anche un pò più lontane dalle proprie amicizie o contatti»? O no? e se sì … «fino a che punto», qual è il livello di trust da affidare? Partnershipindividualee digruppo Il concetto di partnership tra azienda e consulente non è nuovo. Forse bisognerebbe parlare più propriamente di consulenza come insieme di strumenti, tecniche e competenze da mettere a disposizione del cliente finale, e nel nostro caso, degli imprenditori delle piccole e medie imprese. In effetti il rapporto tra un consulente «individuale» e un cliente «persona» è sì, e normalmente, un «rapporto fiduciario», ma può rafforzarsi se il primo fornisce al secondo un insieme di scelte, tools e altre persone esperte (un network di consulenti specializzati, ad esempio), che possono soddisfare più pienamente il bisogno di soluzioni di cui si ha bisogno. Non nascondo che può essere anche un problema di prezzo o di «fee o tariffa al giorno» (come si dice in gergo), in alternativa ad un valore del servizio che può anche essere indicato a «forfait». Ma, d’altro lato, se le persone che offrono queste competenze davvero le possiedono è giusto remunerarle per il loro valore. L’importante è che la quantificazione del valore aggiunto prodotto per l’azienda deve essere in grado di dimostrare anticipatamente al cliente il vantaggio in termini di efficienza e risparmio dei costi e, o, di ricavi per il suo business. Laconiugazionetraconsulenzaeclienti Cosi il concetto di partnership prende forma attraverso la coniugazione di una serie di aspetti diversi (1): la focalizzazione congiunta della consulenza e del cliente sui fattori critici di successo che permetteranno di accrescere e consolidare il business in essere, attraverso il dispiegamento progressivo delle soluzioni adottate/adottabili prescelte; 1. l’individuazione della struttura organizzativa di progetto maggiormente facilitante (sia che si sia da soli che si lavori in gruppo o team), in termini di migliore collocazione, utilizzazione e trasferimento delle competenze disponibili da parte dei consulenti, e in attesa di essere accolte da personale interno o esterno del cliente; 2. ARCHIVIO Illavoroconmilioniemilionidi occupati Ilmanagersportivo Change?no!changing. Bibliografiasuigruppi Divenerdì,davantialcamino Lacreativitàsiimpara? IlFocusing,unabussolaperlestartup Losterminiodeidirigenti Lemiglioriaziendepercuilavorarenel 2014 Digitalizzarelamanifattura Acheservonoleaziendeorachec'èil web2.0? Designneltemporarymanagement Successoneltemporarymanagement Temporarymanagerecultura d'impresa GliStatigeneralidellaconsulenza italiana PersapernedipiùsuImpresAperta Migliorareleperformancedelle organizzazioni IlmanifestodiImpresAperta Modellidiculturaaziendaleecreazione divalore Culturaaziendaleemodelli organizzativi Comunitocrazia:larispostadelle aziende Idiagnosticidellaculturaaziendale Auto-imprenditorialità Imessaggicsrperlepmi Quandolaconsulenzadiventaun partner Lacomunitàdipraticainpillole Diversitymanagement L'innesto inazienda Quandolemeleeranosolofrutti Customerexperience: unpercorso concreto Crowdsourcing:nuoverisorseaziendali Lacustomerexperienceinpratica Comestabilirele priorità? Appassionarsi! ARCHIVIO Rachid,ilragazzodeifazzoletti IprimiseimesidiSoloNotiziePositive IlcoraggiodiAngela IlprimoeventodiSoloNotiziePositive! Partnership, consulenza o temporary manager? http://officineeinstein.eu/index.php/organizzazione-aziendale/885-impost... 1 di 5 27/02/2016 10.15
  • 2. una migliore consapevolezza progressiva degli ambiti operativi e organizzativi di ciascun partner: Cosa fa la consulenza, che cosa non fa o non deve fare il cliente, e viceversa, con impatti sulla ridefinizione temporale dei rispettivi obiettivi progressivi tra consulenza e cliente; 3. la messa a punto di un percorso abbastanza preciso di interfinalità organizzativa tra consulenza a cliente, ovvero chi fa cosa, quando, in che tempi e per quali risultati attesi, che potrà essere aggiustata periodicamente e specialmente dove è necessaria una maggiore collaborazione (raccolta informazioni e ascolto attivo reciproco); 4. l’individuazione e la suddivisione appropriata del sistema di controllo e monitoraggio del progetto o dell’assistenza, per tutta la sua durata, sia da parte del cliente sia da parte della consulenza; 5. la costruzione progressiva di una «codice di identità comune», con individuazione dei valori portanti e condivisi tra consulenza e cliente, per tutta la durata del progetto o dell’assistenza. 6. Ilrapportotraprofessionisti-fornitorie imprenditori-clienti Uno dei modelli tipici che si adotta nel caso della consulenza di direzione alle imprese (management consulting) è quello dell’«agente di cambiamento» che è sviluppabile su 4 quadranti possibili di intervento, in funzione della consapevolezza del bisogno del cliente (2): modello dottore-paziente modello ingegneristico modello medico (professionale) modello di processo Grafico 1  Modelli di coinvolgimento tipico dell’imprenditore con il professionista, inteso come «agente di cambiamento», in funzione della definizione del problema o bisogno Ricordarsi sempre, comunque, che qualunque sia il modello adottato, tra quelli esposti, occorre, in modo imprescindibile, integrarsi con le caratteristiche, gli stili, la cultura e i comportamenti tipici del cliente. Pattotrapari…otemporarymanagementnelle Pmi? Il vero discorso su questa partnership nasce in merito alla natura del contratto o se vogliamo del patto che si stabilisce: rapporto fornitore-cliente o rapporto temporary manager-proprietà o azienda accogliente? Il tema non è sempre di facile e semplice soluzione. In effetti mentre a prima vista le due cose sembrano uguali: c’è qualcuno che esegue e qualcuno che paga la prestazione, le due situazioni possono anche differire enormemente. Nel primo caso si paga un servizio di pronta esecuzione (è un costo da spesare), nel secondo caso si effettua una scommessa sul futuro dell’impresa (è un investimento, a memoria futura, di cui si vorrebbero misurare i ritorni a breve-medio termine). Primo caso: rapporto paritario e consulenza individuale o di gruppo (allargata) Nel primo caso la richiesta dovrebbe essere chiara ed esplicita nel mandato: «tu (consulente) mi fornisci queste cose o servizi e io (cliente, in questo caso l’imprenditore della pmi X), dopo aver considerato e accettato (spesso negoziato) il prezzo dell’offerta e il valore della prestazione effettuata, ti pago, Laculturadelpositivo COMPORTAMENTI AZIENDALI Ciinteressaragionaresull'organizzazione delle strutture,sullemetodologie,sulle disciplinecheregolanoleorganizzazioni. Teoriaepratica Mabensappiamochelamodellisticaè pocacosasenonvieneapplicata,echeper aversuccessodevediventareun comportamentoadottatodallepersone checostituisconol'organizzazione. Rapportotraqualitàeefficienza Leaziende,nonquelle monopolistiche,né spessoquellepubbliche,tralevarieforme organizzative,sonoquellecostrettea dedicaremoltoimpegnopertrovarei modelliorganizzativipiùsofisticatied efficaci.Ilcorrettorapportotraqualitàe efficienzanegarantiscelasopravvivenza. Per ilbellessere Perquestostudieremoleaziendeper anticiparecomportamentichepotranno esseredeclinatipertutteleorganizzazioni cheriunisconorisorse epersoneper raggiungeredegliobiettivi. CheperOfficineEinsteindevonoessere obiettivisostenibili,solidaliedetici finalizzatiamigliorareilbellesseredei uominiedonne. Partnership, consulenza o temporary manager? http://officineeinstein.eu/index.php/organizzazione-aziendale/885-impost... 2 di 5 27/02/2016 10.15
  • 3. con le modalità che abbiamo concordato». Nella maggior parte dei casi la consapevolezza del problema e la tipologia di prestazione sono chiare al cliente. Sta al consulente proporre quello che sembra il metodo e il processo più appropriato, servendosi, nel caso, di altre competenze e specialisti diversi, come richiamato prima. Qui in effetti nasce una forma di consulenza che può diventare di gruppo o composita. Tutto sta a farla girare nel modo giusto, rispetto alle attese o alle esigenze. In questo caso il rapporto è paritario ovvero si stabilisce la natura di chi riceve e di chi offre e realizza un’opera (anche intangibile) e di fatto contribuisce (o dovrebbe contribuire), con questa prestazione, a soddisfare la richiesta iniziale, all’interno di un universo di «oggetti predeterminati». Secondo caso: temporary management nelle piccole e medie imprese Nel secondo caso le cose sono molto diverse, la richiesta spesso o quasi sempre è legata alla mancanza di tempo, competenze, conoscenze ed esperienze, non presenti in azienda, sia nella testa della proprietà, sia nei dipendenti di questa piccola o media impresaI, altrimenti non nascerebbe un mandato di temporary management. A volte questo mandato è in bianco a volte semi-strutturato, dove comunque quello che guida è il concetto: «ti delego, su mia responsabilità (e per questo ti pago), a fare queste cose perché non sono in grado completamente di analizzare i problemi, o non ho le competenze per farlo,   e di trovare le soluzioni tecniche, operative, organizzative, strumentali e comportamentali più adatte». Qui il rapporto non è più paritario e può sbilanciarsi molto sia a favore che a sfavore dell’uno o dell’altro a secondo della sua impostazione. Impostazionedelmandatoditemporarymanagement Dalle prestazioniairisultati,onestàintellettualeedeticaprofessionale In primis l’impostazione dovrebbe riconoscere alcune distinzioni di fondo, se c’è una delega ci deve essere una possibile libertà di budget su eventuali altri acquisti o investimenti correlati che nascono intorno agli obiettivi del mandato. Il budget aggiuntivo può in effetti anche non servire, se bastano gli strumenti che l’imprenditore ha già a disposizione: mezzi, risorse, tecnologie. persone. Qui più che parlare di prestazioni si parla di risultati, meglio se misurabili, meglio ancora se le tecniche, le metodologie e le unità di misurazione sono state condivise a monte, per evitare malintesi e fraintendimenti a valle. Se questa libertà non c’è è meglio abbandonare la partita e non prendersi in giro, da tutte e due le parti. Un temporary manager può a buon motivo sostituirsi anche alla proprietà in alcune decisioni se il mandato è chiaro nei contorni, e quindi l’imprenditore deve correre il rischio di affidarsi in anticipo e decidere i propri gradi di libertà, sia i margini di certezza da conservare per sé sia cosa non conservare, da delegare per l’appunto ad un temporary manager, auspicabilmente eccellente. D’altro lato, per onestà intellettuale ed etica professionale il temporary manager deve e può accettare un mandato solo se si sente in grado, dopo le prime due o tre visite per capire l’ambiente, la cultura e le prospettive concrete di successo, di accettare le sfide poste e di poter esser in grado, rebus sic stantibus, di portare a casa i risultati sperati, auspicati e richiesti, valutando come potrebbe variare la temporalità nel loro raggiungimento. Se la libertà di mandato, reciproca e, o, le premesse logiche e le promesse reciproche non sono trasparenti e completamente comunicate, allora è meglio non sporcarsi le mani, e in prospettiva la reputazione, anche qui reciproca: in sintesi dirsi in chiaro e senza troppi tentennamenti cosa si vuole ottenere di preciso (es. indicatori e, o, risultati da riportare in conto economico) è parte di un patto imprescindibile per il successo. Risultatiattesidaiduemandati Dalrapportoimprenditore-consulenteedaquelloimprenditore-temporarymanager (4) Risultati attesi per il cliente Dal punto di vista del cliente gli interventi di consulenza e temporary management possono permettere di affiancare all’introduzione di nuovi processi una maggiore chiarezza organizzativa e nuovi processi decisionali, ampliando, ad esempio, le delega del vertice (titolare, CEO, direttore generale) ai dirigenti e quadri presenti in azienda. Questi progetti comportano quasi sempre, se ben attuati, una sensibile riduzione dei costi collegata ad un significativo aumento della produttività individuale, consentendo di dirottare risorse per la creazione di nuovi prodotti Partnership, consulenza o temporary manager? http://officineeinstein.eu/index.php/organizzazione-aziendale/885-impost... 3 di 5 27/02/2016 10.15
  • 4. originali ed innovativi e l’ingresso su nuovi mercati e nuovi consumatori (definiti omogeneamente, ma ampi e ad alta capacità di spesa). Inoltre la definizione e creazione di una nuova identità comune permette una maggiore consapevolezza interna più che una semplice riorganizzazione delle persone, passando da processi organizzativi, a volte autarchici, a processi integrati specializzati, multi-aziendali e multi-stakeholder. Gli indicatori di bilancio che possono e dovrebbero ricevere un maggiore beneficio dall’intervento consulenziale e dal progetto organizzativo sono: costi di produzione, costo del lavoro, investimenti in tecnologie. Risultati attesi per la consulenza e il temporary manager I risultati generali attesi sono quelli di produrre miglioramenti complessivi del funzionamento organizzativo, revisioni della struttura organizzativa e dei compiti dei vari ruoli, e infine una revisione o rivisitazione dei processi-chiave aziendali, per far rispondere l’azienda-cliente con maggiore tempestività alle sollecitazioni poste dall’introduzione sul mercato di nuovi prodotti o servizi competitivi o dai comportamenti della concorrenza (es. nuovi prodotti attraverso la fornitura di «servizi chiavi-in-mano» o «unattended» per il consumatore finale). Uno dei possibili miglioramenti si misura, ad esempio, attraverso il miglioramento delle attività dei ruoli di line (es. vendita e promozione prodotto, marketing, logistica), e, o, la segregazione dalle attività dei ruoli di staff (es. amministrazione e gestione, contabilità industriale, information technology). Gli effetti generabili in termini di risultato, in questi casi, riguardano, ad esempio, la misurazione della riduzione dei carichi di lavoro individuali, un’ottimizzazione e utilizzazione delle risorse su più attività e l’aumento della produttività interna individuale dei ruoli operativi principali, l’integrazione dei processi. Prospettivedilavoroeinterventoaconfronto Nei 2 grafici seguenti sono schematizzate e sintetizzate alcune prospettive di lavoro tra consulente di direzione e imprenditore e tra temporary manager e imprenditore, come specifiche declinazioni del Grafico 1, prima presentato. Grafico 2  Rapporto tra imprenditore e consulente di direzione, in funzione del problema Partnership, consulenza o temporary manager? http://officineeinstein.eu/index.php/organizzazione-aziendale/885-impost... 4 di 5 27/02/2016 10.15
  • 5. Tweet 0 Share Grafico 3  Rapporto tra imprenditore e temporary manager, in funzione del problema Ricordando che quando si parla di consulenza di direzione si parla di processo a prestazione e quando siamo nel campo del temporary management si parla di progetto a risultato, in entrambi i casi occorre entrare in sintonia con il titolare-cliente/committente, ovvero stabilire gli elementi di empatia necessari e sufficienti per il successo. Qualunque sia il modello adottato e qualunque sia il ruolo di fornitore, consulente o temporary manager, occorre concordare in anticipo un livello reciproco di fiducia preliminare (soglia) tale da consentire al professionista di operare correttamente e poter esprimere il meglio delle proprie competenze e caratteristiche etiche, professionali e di esperienza, così come all’imprenditore di essere aperto e attento alle soluzioni e decisioni proposte, adattandole con onestà tecnica ed intellettuale e trasparenza, nei confronti dei contributi acquisiti. Fonti (1)  Luca Massacesi, Paolo Petrucciani: «Quando la consulenza diventa un partner», Officine Einstein, n. 9, 19 marzo 2013 (2)  Paolo Petrucciani: a) «Il Change Management: nuova frontiera per la consulenza» - Corso Istituzionale nazionale Apco – 31 maggio 1996, Roma presso la  sede Confcommercio; b) Presentazione per Apco Dinner 2006 – Delegazione Apco Lazio – «Il Change Management: approcci, stato dell’arte, usual vs new», Roma persso la sede del Gambero Rosso, 17 maggio 2006; 3) Presentazione per Apco Tools 2015 – Delegazione Apco Lazio – «Il Change Management: approcci e stato dell’arte» – Roma presso la sede Colap, 23 ottobre 2015) (3) Paolo Petrucciani: «Cultura d’impresa e temporary management: un binomio possibile?», HR online n.5, marzo 2012 (rivista elettronica dell’Aidp- Associazione Italiana per la Direzione del Personale) (4)  Paolo Petrucciani: «Successo nel temporary management», Officine Einstein, n. 21, 22 luglio 2013 Leggianche Paolo Petrucciani (2016), Impostare la value proposition, 9 febbraio 2016, OfficineEinstein CHI SIAMO CONTATTACI COLOPHON E DISCLAIMER SETTIMANALE POLITICHE DI COMUNICAZIONE ECONOMIA DELLA CONOSCENZA RETI E SOCIAL NETWORK APPRENDIMENTO IN EVOLUZIONE  VERSO UN NUOVO MODELLO DI SVILUPPO COMPORTAMENTI AZIENDALI ETICA E BENI COMUNI AMMINISTRAZIONE CONDIVISA SVILUPPO E IDENTITÀ LOCALE HABITAT DEL TERZO MILLENNIO DESIGN E GRAFICA IMMAGINI E REALTA' 0Mi piaceMi piace ShareShare Partnership, consulenza o temporary manager? http://officineeinstein.eu/index.php/organizzazione-aziendale/885-impost... 5 di 5 27/02/2016 10.15