2. DIFFUSIONE
Gli INDUISTI rappresentano la terza comunità religiosa
del mondo (dopo i CRISTIANI e i MUSULMANI), sono
quasi 650 milioni, il 13% della popolazione mondiale,
diffusi in 84 paesi:
• ASIA, in particolare in INDIA,
• Nepal,
• Sry Lanka,
• Malesia,
• Singapore,
• Africa (Mauritius),
• America latina, isole Figi, Stati Uniti e diversi paesi
Europei.
3.
4. ASPETTI STORICI
Le origini storiche sono difficilmente databili; ci sono diverse
ipotesi storiche a riguardo.
E’ la più antica delle religioni principali esistenti l’Induismo
attuale ha origini nel VI secolo a.c. i suoi fondamenti sono
ancora più remoti.
Il termine italiano "Induismo", deriva dal termine
anglosassone Hinduism diffuso dagli inglesi in epoca
moderna, coniato aggiungendo il suffisso ism al
sostantivo Hindū. Quest'ultimo termine a sua volta è stato
utilizzato, a partire dal XIII secolo, dai turchi di fede
musulmana per indicare coloro che non si convertivano alla
loro religione. Inoltre dal termine arabo al-Hind usato per
indicare l'intero popolo dell'India
5. PRINCIPALI DIVINITÀ INDUISTE
La maggior parte degli induisti crede in un
POTERE SUPREMO, senza forma,
detto BRAHAMAN. Le principali divinità
rappresentano i diversi aspetti del
brahaman. Le più importanti sono tre
(TRIMURTI): Brahma (il creatore),
Vishnu (il preservatore o protettore)e
Shiva (il distruttore). Gli induisti possono
venerare un solo dio, molte divinità o
nessun dio, ma la maggior parte di essi
crede utile avere un'effigie o una statua
di un dio da pregare. Vishnu e Shiva sono
molto popolari e hanno templi e seguaci
in ogni parte dell'India.
6. ALTRE DIVINITÀ E DIVINITÀ SECONDARIE
Oltre alle tre divinità principali, ve ne sono centinaia di altre,
alcune venerate in tutta l'India, altre popolari in una sola
regione o addirittura in un solo villaggio. Certe famiglie hanno
la loro divinità particolare che venerano da generazioni. Di
particolare favore godono due divinità: Rama e Krishna,
entrambe incarnazione del dio Vishnu, che interviene per
salvare il mondo da pericoli estremi, ma sempre attraverso le
sue incarnazioni, dette avatara.
7. Nella tradizione classica, gli avatara sono dieci, di cui
nove sono già avvenute (sotto forma di animali,
Rama, Krishna e, da ultimo, Buddha) e una segnerà la
fine dell'epoca attuale. Le divinità induiste sono
spesso un misto di bene e di male, di gentilezza e di
crudeltà. Per esempio, Parvati, moglie di Shiva,è
venerata sia come la gentile dea madre sia come la
terribile, sanguinaria Durga, dea della guerra. Un altro
dio molto amato è Ganesha, dalla testa di elefante,
figlio di Shiva e Parvati. Ganesha protegge i viaggiatori
ed elimina gli ostacoli dalla vita della gente. Gli
induisti si rivolgono a lui quando accade qualcosa di
nuovo, come per esempio un cambiamento di casa.
8. FONDATORE E PRINCIPI
FONDAMENTALI
L’Induismo non ha un fondatore e più che una
religione l’Induismo è un insieme di movimenti
diversi, accomunati da alcuni principi fondamentali
diffusisi nella zona indiana molti secoli fa. Ogni
regione ha le sue cerimonie e tradizioni.
Oggi l’induismo è suddiviso in tante sette con
credenze e riti molto diversi. Ma alcuni principi
sono uguali per tutti. Gli Indù definiscono la propria
religione una vera e propria filosofia di vita.
9. Oggi l’Induismo è suddiviso in tante “sette” con credenze e riti molto diversi.
Ma alcuni principi sono uguali per tutti. Gli Indù definiscono la propria
religione una vera e propria FILOSOFIA DI VITA.
L’Indù è un pellegrino in cerca della VERITA’ ASSOLUTA, alla scoperta della
mondo interiore, l’IO PROFONDO DELL’UOMO (ATMAN). In questa ricerca
si aiutano anche con lo YOGA un insieme di tecniche fisiche e psichiche
che mirano all’arricchimento interiore, un specie di meditazione.
La realtà è una: il mondo, l’uomo, gli dei, le cose che sono e quelle che
saranno , tutto è BRAHMAN. Il Brahman - Atman è ciò che sostiene ogni
cosa, la guida interiore e il fine ultimo di ogni vivente.
Il mondo non è creato. Non c’è un inizio e una fine ma dei CICLI DI
APPARIZIONE E SPARIZIONE DELLE COSE. L’anima passa attraverso
l’infanzia, la giovinezza e la vecchiaia e rimane sempre la stessa. L’uomo
non muore e non è mai nato.
10. Ciò che lega l’uomo al ciclo delle nascite è il KARMA (parola in sanscrito che
significa AZIONE). Ogni azione buona o cattiva produce un merito o un
demerito quindi le azioni compiute nel presente influenzeranno le
nascite future e la vita che si vive nel presente è influenzata dalla vita
passata.
Questo è il concetto di REINCARNAZIONE: dopo la morte l’anima rivive in un
altro corpo: una pianta, un animale o una persona a seconda dei meriti
o colpe della vita precedente.
L’Induismo è noto per la rigida divisione della società in CASTE alle
quali si appartiene per nascita senza alcuna possibilità di cambiamento.
Le caste sono 4: I BRAHMANA (casta sacerdotale), I KSHATRIYA ( in
antichità guerrieri ora casta politica e amministrativa), I VAISHYA (casta
di allevatori, proprietari terrieri, e commercianti) e I SHUDRA (casta
proletaria o lavoratori manuali). Ad ogni casta corrispondono doveri
precisi quindi ogni casta ha la sua “morale”. Il nuovo induismo
polemizza e combatte la discriminazione castale
11. Lo scopo ultimo dell’Indù è L’UNIONE TOTALE CON L’ASSOLUTO. Per
raggiungerlo non esiste un’unica via, ognuno trova il suo
percorso e non deve aderire per forza ad un CREDO preciso, ciò
che conta è il modo in cui si comporta (DHARMA). Ogni Indù vive
il suo INDUISMO PERSONALE purchè riconosca:
L’AUTORITA’ DEI LIBRI SACRI
LA REINCARNAZIONE
IL KARMA
LA LEGE DELLE CASTE
IL BAGNO NEL SACRO FIUME GANGE (dal quale si esce purificati dai
peccati).
12. LINGUA SACRA
La lingua sacra dell’induismo è il SANSCRITO, lingua
antica dell’india; il termine significa «perfezionato».
Il ruolo di questa lingua nella cultura indiana è simile a
quello del latino e del greco in Europa. In sanscrito
sono composti molti testi classici.
13. TESTI SACRI
I testi sacri dell’induismo si dividono in:
TESTI DELLA RIVELAZIONE: prima tramandati oralmente, più
tardi scritti in sanscrito (antica lingua indiana), I QUATTRO
VEDA (Veda degli inni, Veda delle melodie, Veda delle
formule sacrificali e Veda delle formule magiche). Grazie
all’importanza di questi testi la religione induista è
chiamata anche RELIGIONE VEDICA.
TESTI DELLA TRADIZIONE: I PURANA (36 raccolte di miti,
leggende e insegnamenti filosofici. Una specie di
enciclopedia dell’ induismo) e il RAMAYANA.
14. LUOGHI DI PREGHIERA
Molti induisti pregano nei TEMPLI (Mandir), ognuno dei quali è considerato la
casa terrestre di una divinità particolare. In un sacrario nella parte più
interna e riservata del tempio è situata una statua della divinità stessa. Gli
induisti non hanno servizi rituali nei templi.
Alcuni vi si recano quotidianamente, altri solo in occasioni speciali come le
feste. Oltre ai grandi templi, agli angoli di molte strade vi sono piccole
EDICOLE. Gran parte degli induisti venera gli dei a casa propria, in un angolo
destinato a questo preciso scopo, dove può esserci semplicemente una
statua o un dipinto della divinità. Il culto delle immagini è infatti molto sentito
tra tutti i fedeli.
15.
GIORNO SACRO
Non esiste un giorno sacro preciso ma TANTE FESTE RELIGIOSE che
hanno un’importante funzione sociale; momenti condivisi dalla
comunità attraverso i preparativi, pratiche di purificazione fatte
nell’ambito familiare, spettacoli, preparazione di dolci particolari
per ogni ricorrenza. Feste con valore propiziatorio associate alle
stagioni, al periodo della semina e del raccolto e legate al clima
delle diverse zone dell’India. Alcune di queste feste con danze e
canti popolari sono:
DIVALI, il capodanno, a novembre, c’è la festa delle luci;
HOLI, in primavera, la festa in onore del dio Krishna;
DASARA, in ottobre, è la festa in onore della dea Kahlì.
16. ABITUDINI RELIGIOSE
Un’ abitudine è quella del BAGNO NELL’ACQUA DEL GANGE
che consiste nell’inchinarsi verso il sole, immergersi più
volte nell’acqua, raccoglierla e lanciarla in aria
pronunciando una preghiera. I gesti esprimono adorazione,
lode e esigenza di essere purificati.
La maggior parte delle persone pratica un culto individuale.
L’alba e il tramonto sono tra i momenti preferiti.
Il culto comprende suoni vibranti che richiamano la divinità
(mantra) e l’offerta di doni (prasad) che simboleggia le
antiche pratiche di sacrificio. Lo scopo è l’offerta del
proprio IO per diventare una cosa sola con la divinità.
17. RITI INDÙ E PRATICHE RELIGIOSE
La pratica religiosa di ogni indù è la PUJA che è un rito di offerte e
preghiere che si possono fare sia in casa sia nel tempio.
In casa: il rito si fa anche tre volte al giorno. Si usano fuoco e acqua per la
purificazione, quindi vengono offerti cibo, incenso, fiori e polveri
colorate per l’ornamentazione, generalmente in un angolo dove viene
conservata un’immagine della divinità favorita. Durante queste offerte
si ripete la formula tradizionale "OM" o "AUM".
Nel tempio: il rito della puja è più solenne in quanto coinvolge più
persone, si offrono burro, cereali, animali, bevande che vengono
consumate insieme con i fedeli presenti. Particolare cura è riservata
alla statua della divinità che viene unta, vestita, ornata e profumata. Vi
sono riti appositi per i diversi stadi della vita dell’uomo: nascita,
godimento dei diritti civili, matrimoni, funerale.
l’acqua, ondate di fedeli si gettano nella corrente.
18. Il rito meglio conosciuto e maggiormente praticato è IL
BAGNO RITUALE. Ogni mattina le gradinate intagliate
sulle rive del Gange accolgono decine di migliaia di
indù. Quando i raggi del sole lambiscono l’acqua,
ondate di fedeli si gettano nella corrente
19. ABITUDINI ALIMENTARI
Gli induisti, ritenendo sacra ogni forma di vita animale e sono quindi
rigorosamente vegetariani. In particolare la mucca è considerata
sacra. L'alcol è proibito ai bramini, i sacerdoti, mentre è
ammesso, con moderazione, per le altre persone. Prima di
mangiare ci si fa il bagno e ci si cambia. Durante le vigilie di
numerose ricorrenze sacre è previsto il digiuno
20. SIMBOLI
OM
Sillaba sacra in sanscrito (con significato di
affermazione) pronunciata all’inizio e alla fine
della lettura dei VEDA e nella meditazione.
22. SIMBOLI
LOTO
Il fiore di loto rappresenta la crescita
vegetale, la fertilità delle acque e
soprattutto la purezza
23. MINISTRI DI CULTO
Il ministro di culto dell’Induismo è il BRAHAMANO detto anche BRAMINO.
I Brahamani sono membri della casta
Sacerdotale.
A loro spetta la celebrazione dei rituali religiosi più significativi.
Il nome significa …colui che possiede intesa con la Realtà cosmica.
24. INDUMENTI SACRI TIPICI
Le donne indiane sono molto famose anche per il loro
abbigliamento. Fino ai quindici-sedici anni, età in cui si tiene una
festa per la raggiunta maturità della ragazza, quest’ultima si
veste con una gonna, comune anche ai bambini, ed una
camicetta, o con metà sari. Il sari è il vestito tradizionale delle
donne indiane ed è costituito da una lunga striscia di tessuto con
cui viene circondata due volte la donna. A seconda delle caste il
sari è portato sulla spalla destra o sulla sinistra, ma
generalmente la spalla preferita è la sinistra. L’estremità del sari
non portato sulla spalla può essere tenuta in mano, portata sulla
spalla destra, per rispetto nei confronti dei maschi (all’interno
delle famiglie più tradizionali), o sulla testa, nei luoghi sacri.
25. PREGHIERE PIU’ IMPORTANTI
La vita di un devoto hindu è pervasa dalla RECITAZIONE DEI
MANTRA, pratica che lo accompagna in vari momenti della vita e
del quotidiano per fini che sono sia sacri sia profani, come per
esempio: ottenere la liberazione; onorare le divinità (puja);
acquisire poteri sovrannaturali (siddhi); comunicare con gli
antenati; influenzare le azioni altrui; purificare il corpo; guarire
dai mali fisici; assisterlo nei riti. Ogni mantra va usato nel modo
corretto, e a secondo del modo può dare differenti risultati.
• Inni dei Veda.
• Preghiera dell’Upanishad:
«Che Dio ci protegga: che egli ci nutra
possiamo lavorare insieme con energia.
Che il nostro studio porti frutto.
Che possiamo amarci e vivere in pace
26. GANDHI
Importante guida spirituale, politico e filosofo indiano. Nel suo
paese è riconosciuto come PADRE DELLA NAZIONE. Egli aiutò
l’India a raggiungere l’indipendenza. Detto il FONDATORE DELLA
NONVIOLENZA.