Le persone tendono a costruire relazioni con coloro che sono disposti allo stesso equilibrio relazionale, a fare lo stesso investimento emotivo: a mettere la stessa energia verso la coesione e la stessa energia verso l’individualità. L’investimento nella relazione, si costituisce dalla quantità di pensieri (positivi o negativi), affetti, emozioni, fantasie, verbalizzazioni, sogni e azioni che le persone scambiano, e nella disponibilità a ricevere questa energia.
2. IL GENOGRAMMA
Definito come: la rappresentazione grafica
della struttura trigenerazionale della
famiglia.
E’ accompagnato dalle verbalizzazioni di
colui che lo compila circa le relazioni tra i
soggetti rappresentati, le loro modalità
comunicative, i punti di somiglianza e/o di
differenza, i miti e i rituali che
caratterizzano parte del sistema se non il
sistema intero.
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3. IL GENOGRAMMA
E’ un diagramma che organizza le
informazioni sul ciclo vitale della famiglia.
Permette di riconoscere il clima familiare
dentro il quale i membri si sviluppano e
organizzano.
Evidenzia i punti di forza e di debolezza del
processo familiare, le ragioni di tale
processo e le conseguenze che rimangono
“incarnate” nel soggetto.
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4. BOWEN
L’individuo non è in un vacuum, ma fa parte di un
sistema che agisce come un tutto;
Il funzionamento fisico, sociale ed emozionale dei
membri è profondamente interdipendente e i
cambiamenti in una parte del sistema si
riverberano su tutto l’insieme;
Anche i bisogni, pur originando dal soggetto,
acquisiscono un senso e prendono corpo nella
realtà sociale, all’interno di una trama di rapporti di
cui il clinico non può non tenere conto.
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5. BOWEN
Il disagio nasce all’interno di un
contesto, l’ambiente di vita
dell’individuo:
La psiche si dispiega nella cultura e il
nuovo arrivato inevitabilmente subisce
l’influenza della cultura di cui si nutre la
sua famiglia.
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6. BOWEN
La malattia psichica è il risultato di un
processo plurigenerazionale che trova la
sua origine in una scarsa o mancata
differenziazione del sé nell’ambito
familiare.
Il sistema va valutato nel suo insieme.
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7. IL GENOGRAMMA
E’ un processo di anamnesi in campo
psicologico e psicoterapico.
Si utilizza come strumento di assessment
per raccogliere informazioni utili alla
costruzione di ipotesi cliniche per
pianificare il trattamento.
Risulta anche un intervento terapeutico e
può introdurre cambiamenti significativi nel
sistema.
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8. Inizialmente si dava importanza alla
VALIDITA’ STORICA
del Genogramma
Oggi si guarda alla VERITA’ NARRATIVA
Si tende ad essere più interessati
all’ascolto, all’interno di una cornice
dialogica, dei bisogni, della loro natura,
conflittualità e concorrenza.
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9. Attraverso
il Genogramma:
Il cliente costruisce una
rappresentazione grafica e teatrale
della propria storia,
che è una rappresentazione
interna e soggettiva di dati oggettivi.
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10. L’attenzione si sposta sulla famiglia interiore,
sul modo in cui il cliente sviluppa il
Genogramma
Quali ricordi ed emozioni emergono, il tipo di
linguaggio utilizzato, la costruzione dei periodi,
la ripetizione dei vocaboli, la punteggiatura.
Il cliente parla anche attraverso le omissioni i
lapsus, gli spazi bianchi, gli errori la
distrazione, la confusione, l’occupazione
ristretta o estesa dello spazio e la forma
stessa che il disegno può assumere.
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11. SOMMINISTRAZIONE DEL
GENOGRAMMA
Lo psicoterapeuta:
Atteggiamento empatico, interessato, rispettoso e
assolutamente non giudicante rispetto a ciò che
prende forma
Accento sui punti di forza, le risorse del cliente e
della famiglia, sui suoi comportamenti funzionali e
su ciò che la persona ha condotto a buon fine.
stimolare la narrazione nel rispetto dei tempi e
della volontà del cliente di non ricordare.
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12. SOMMINISTRAZIONE DEL
GENOGRAMMA
Se il disegno del Genogramma viene assegnato
come compito a casa il cliente deve prendere nota
di quanto sta facendo e di come lo sta facendo, in
modo da poterne poi ridiscutere insieme
E’ uno strumento grafico interattivo che deve
essere discusso con il terapeuta, in un’esperienza
di co-costruzione e ristrutturazione della propria
rappresentazione della storia della famiglia.
È proprio questa parte esperienziale che lo
differenzia dall’Albero Genealogico.
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13. SCOPI DELL’USO DEL
GENOGRAMMA:
Chiarire e superare alcune tematiche
relazionali;
Sbloccare la comunicazione superando
l’empasse;
Ridefinire e detossificare gli schemi.
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14. Beck
Definisce 5 vantaggi del’uso del Genogramma in
progress:
1. Coinvolgimento di tutta la famiglia nel trattamento
(costruzione e rafforzamento dell’alleanza terapeutica e
diminuzione dei rischi di triangolazione).
2. Aumento dei legami tra i componenti della famiglia;
3. Possibilità di ricercare le dinamiche familiari nella seduta;
4. Partecipazione attiva dei clienti alla pianificazione;
5. Migliorata percezione della famiglia di se stessa come un
tutto.
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15. L’elaborazione del
Genogramma si articola in 3
momenti:
Mappatura della struttura della famiglia;
Registrazione di tutte le ulteriori
informazioni;
Descrizione delle relazioni tra i
componenti.
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16. McGoldrick e Gerson
(1985)
suggeriscono 6 categorie interpretative:
1. Struttura della Famiglia: rappresentazione
grafica della famiglia allargata, incluse,
persone non facenti parte della famiglia,
tuttavia particolarmente vicine al cliente;
2. Cicli di vita della famiglia: nascita, morte,
allontanamenti e modo in cui gestisce tali
cambiamenti;
3. Schemi ripetitivi: comportamenti ridondanti;
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17. 4. Esperienze di vita: funzionamento stressor
recenti o cronici, cultura, economia.
5. Schemi relazionali: triangoli e formazione di
sottogruppi;
6. Bilanciamento e sbilanciamento all’interno tra
ruoli: potere, differenze culturali e
socioeconomiche.
McGoldrick e Gerson
(1985)
suggeriscono 6 categorie interpretative:
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18. Durante la stesura possono emergere
frammenti di vita importanti per
l’individuo e il suo sistema familiare:
1. Foto della Memoria;
2. Mito;
3. Pacchetti;
4. Segreto;
5. Ruoli;
6. Bandiera;
7. Valigia.
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19. FOTO DELLA MEMORIA
Non si tratta di immagini vere e proprie, ma
di ricordi: un gesto, un paesaggio, un volto,
un momento particolare che riemergono
alla memoria come una fotografia e aiutano
la rievocazione di vicende familiari.
L’immagine improvvisa e imprevista che si
riaffaccia alla mente insieme alle parole
che l’hanno accompagnata, libera
l’emozione tenuta prigioniera da un ferreo
controllo e ne permette l’elaborazione in
senso catartico (Montàgano, Pazzagli 1989).
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20. IL MITO
La parola mito deriva dal greco “mythos” che in
Omero significa “parola, discorso”. Assume in età
classica il significato di “racconto intorno a dèi” e
nell’ambito filosofico quello di “discorso che non
richiede dimostrazione”, contrapposto a “lògos” nel
senso di argomentazione razionale.
Racconto mitico: può assumere diverse
caratteristiche funzionali, tra le quali riempire un
vuoto di realtà, validare alcuni comportamenti,
pensieri, abitudini o essere piuttosto usato come
difesa e protezione (Giusti, Vigilante, 2009).
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21. IL PACCHETTO
Un messaggio con contenuto non specifico,
che riguarda un determinato momento della
storia familiare e che viene tramandato da un
membro importante della famiglia.
Si tratta di un’importante eredità che si
trasmette di generazione in generazione e che
mai può essere svelata o spiegata.
Il contenuto di tale pacchetto si mostrerebbe
del tutto illogico se si avesse la possibilità di
confrontarlo alla luce dei fatti
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22. IL PACCHETTO
Mentre il segreto familiare crea un’area di
silenzio attorno a un evento o a una persona, il
pacchetto porta con sé un messaggio
esplicito: l’enunciato è ovviamente congruo
con l’immagine che la famiglia ha di sé, ma è
incoerente con la sua storia (Montàgano, Pazzagli
1989).
Con il Genogramma tale incongruenza può
essere messa in evidenza e terapeuta e
cliente potranno aprire il pacchetto per
svelarne il contenuto, dando il via a processi a
lungo bloccati
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23. I RUOLI
Accanto ai ruoli istituzionali anagrafici e
socialmente accettati che definiscono
compiti, responsabilità e privilegi esistono
ruoli individuali assegnati a ogni membro
della famiglia che lo interpreterà in modo
personale in base alla propria storia, tempo
e cultura
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24. LA BANDIERA
Sintesi dei valori a cui una famiglia si ispira e nei
quali si riconosce che riveste una duplice
funzione
1. una funzione interna al sistema: assicura
l’equilibrio e la coerenza del gruppo inducendo
la “lealtà” dei suoi membri verso i valori
condivisi;
2. una funzione esterna (nel rapporto con altri
sistemi): definisce la specificità del gruppo
familiare nei confronti del mondo esterno
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25. LA VALIGIA
Rappresenta ciò che il cliente “si porta via” dalla
propria famiglia di origine:
Le valigie contengono gli “strumenti”, le cose
necessarie per affrontare il viaggio della vita.
Portano al loro interno cose buone, un’eredità
che permette alla persona di definirsi rispetto
alla propria storia familiare e di ristrutturare a
suo modo e secondo la sua natura gli elementi
più costruttivi.
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26. CONCLUSIONI
Non esistono controindicazioni per la
somministrazione del Genogramma l’unica
indicazione rimane quella di non somministrarlo a
chi non desidera farlo e avere l’accortezza di non
proporlo alla primissimo incontro, prima di aver
stabilito un’alleanza con il cliente
Bowen sosteneva che il primo ad aver compilato il
Genogramma dovesse essere il terapeuta,
così da poter comprendere i propri punti di
riferimento ed evitare che alcune sue proiezioni
non consapevolizzate potessero influenzare il
processo di elaborazione del cliente
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