Come cambia l'Italia che legge e come le biblioteche possono rispondere al cambiamento. - I dati sulla lettura di libri e giornali e sulla partecipazione degli italiani alla vita culturale dimostrano che esiste una forte correlazione tra le diverse forme di intrattenimento, informazione e formazione: i diversi linguaggi della comunicazione non sono in conflitto fra loro, ma spesso si alimentano e si trainano reciprocamente, sia quando vengono utilizzati per occupare il tempo libero sia quando sono funzionali allo studio e alla documentazione per fini professionali. Chi è “attivo” culturalmente fa molte cose insieme: legge, va al cinema e a teatro, frequenta manifestazioni culturali, naviga in Internet. Già da alcuni anni diverse indagini hanno messo bene a fuoco questo fenomeno, descrivendo la ricchezza e la povertà della “dieta mediatica” degli italiani. Le diete culturali più povere sono quelle dei cosiddetti “marginali”, che si limitano ad un unico consumo fruito in ambito domestico, e cioè alla sola tv; sul versante opposto troviamo coloro, in particolare giovani, che fanno un uso largo e integrato di una varietà di media, da quelli più antichi a quelli più innovativi. L’Italia sta cambiando, anche se meno rapidamente e meno profondamente di quanto potrebbe. Siamo ancora indietro, ad esempio, sul terreno della information literacy, e cioè della capacità di recuperare l’informazione attuando strategie di ricerca efficaci, selezionare e valutare l’informazione recuperata, organizzare e rielaborare i contenuti, saper presentare e comunicare i risultati del proprio lavoro. Queste capacità si acquisiscono proprio utilizzando consapevolmente e criticamente una pluralità di strumenti e linguaggi di comunicazione. Per fronteggiare le sfide della società dell’informazione le biblioteche possono esercitare un ruolo importante, reinterpretando in questo modo la loro funzione di promozione culturale, favorendo la crescita individuale e collettiva delle persone, garantendone i diritti di cittadinanza in una società “inclusiva”.
14. Biblioteche universitarie USA
Una ricerca 2010 su 364 biblioteche
(Library Journal)
ü 94% offre e-book ai propri utenti
ü nel 66% dei casi acquistati su proposta
delle facoltà e dei docenti
16. Biblioteche pubbliche USA
Una ricerca 2010 su 781 biblioteche
(Library Journal)
ü 72% offre e-book ai propri utenti
ü Uso: il 61% li ligge sul proprio pc, il 52% su e-book
reader dedicati, il 36% su altri dispositivi portatili, solo il
16% sui pc della biblioteca
ü Meno del 30% delle biblioteche presta devices
precaricati
ü E-book più prestati: nella fiction bestseller (83%) e
mystery/suspence (62%); nella saggistica biografie
(50%) e attualità (35%)
17. Biblioteche universitarie Italia
Una ricerca 2009 su 51 Atenei (CARE)
ü Nel 27% dei casi le proposte partono dai
docenti
ü Gli acquisti sono gestiti centralmente nel
31,37% dei casi (nel 25,49% dalle singole
biblioteche
18. Biblioteche universitarie Italia
ü Si acquistano nel 48% monografie
scientifiche, nel 21% opere di reference,
nel 21% manuali, nel 6% libri di testo
ü Aree disciplinari: 21% scienze
matematiche e informatiche, 14% scienze
economiche e statistiche, 14% scienze
mediche