2. Lo Stilnuovo
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Area Bolognese e Toscana
1280 – 1300
Alcuni poeti, e tra questi soprattutto Cino da Pistoia,
continuarono a portare avanti la poetico dello Stilnovo fino
al primo ventennio del Trecento.
Lo Stilnuovo. Storia di un’esperienza poetica alla fine del Duecento – Carlo Mariani
3. Lo Stilnuovo
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Stilnuovo
Poeti Siculo-Toscani
Guittone d’Arezzo
Bonagiunta da Lucca
Poco dopo la metà del Duecento vi fu
l’importante mediazione dei poeti SiculoToscani, che assorbirono la poetica dei
Siciliani attuando una mediazione
fondamentale per la diffusione delle
tematiche dell’amore nell’area centro
settentrionale.
Tra gli autori principali: Guittone d’Arezzo,
Bonagiunta Orbicciani, Monte Andrea,
Chiaro Davanzati.
Poeti Siciliani
Lo Stilnuovo. Storia di un’esperienza poetica alla fine del Duecento – Carlo Mariani
4. Dante, Purgatorio, XXIV
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Qui Bonagiunta Orbicciani –
poeta lucchese che in un sonetto
a Guinizzelli aveva accusato la
nuova poesia di intellettualismo
– dopo uno scambio di battute
con Dante dice: “…vegg’io…
il nodo che’l Notaro e
Guittone e me ritenne di
qua dal dolce stil novo
ch’i’odo!”
Lo Stilnuovo. Storia di un’esperienza poetica alla fine del Duecento – Carlo Mariani
5. … e ancora (vv.55-60):
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“Io veggio ben come le vostre penne di retro al
dittator sen vanno strette, che delle nostre certo non
avenne”
Chi è il “dittator”? Amore cioè colui che ditta
(detta) la poesia d’amore dello Stilnuovo.
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6. Lo Stilnuovo
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Gli stilnovisti non si riconoscono in una scuola, perché
caratterizzati da elementi personali e originali.
Punti di coesione:
• l’appartenenza a uno stesso ambito intellettuale;
• la coscienza di costituire un’elite intellettuale;
• la polemica nei confronti del vecchio modo di fare poesia;
• i legami fra loro di amicizia e solidarietà.
Lo Stilnuovo. Storia di un’esperienza poetica alla fine del Duecento – Carlo Mariani
7. Lo Stilnuovo
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La scelta della lirica d’amore è segno di eccellenza
culturale:
• È il genere che nell’età precedente si era segnalato per
impegno intellettuale e nobiltà delle é lite culturali.
Gli stilnovisti sono intellettuali di primo piano (rapporti con
l’Università di Bologna).
Partecipano alla vita politica delle loro città
(rappresentano l’emergente civiltà urbana).
Lo Stilnuovo. Storia di un’esperienza poetica alla fine del Duecento – Carlo Mariani
8. Elementi provenzali
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Alcuni temi e motivi della lirica stilnovistica
vengono ripresi dalla poesia
trobadorica e dalle rime della Scuola
siciliana, ma con fisionomia nuova.
Elementi permanenti: iconografia
d’amore; temi come l’amore non
corrisposto…
Elementi risemantizzati: termini come
“servitore, signore” non più feudali, solo
amorosi.
Concetti assenti: termini
feudali/cavallereschi.
Lo Stilnuovo. Storia di un’esperienza poetica alla fine del Duecento – Carlo Mariani
9. Siciliani e Stilnovisti: un confronto
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Amore e poesia = valori assoluti.
L’amore è strumento di elevazione spirituale.
Scopo dell’amore non è la sua realizzazione
pratica (conquista dell’amata), ma la “continua tensione
verso un valore inafferrabile” (Ferroni).
Una differenza sostanziale è nella lingua letteraria, che
nello Stilnuovo tende alla dolcezza fonetica.
I Siciliani sono ancora legati a una cultura cortese tardo
feudale. Gli Stilnovisti sono ormai inquadrati in una società
borghese, cittadina e più articolata da un punto di vista
intellettuale.
Lo Stilnuovo. Storia di un’esperienza poetica alla fine del Duecento – Carlo Mariani
10. Stilnovisti
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Lode della donna ineffabilità della sua bellezza,
scomparsa dei dati fisici.
Apparizione della donna miracolo (“tenne d’angel
sembianza”),
Saluto non è solo segno di benevolenza, ma causa di
salvezza.
Superamento della concezione feudale/cortese della
poesia amorosa.
Lo Stilnuovo. Storia di un’esperienza poetica alla fine del Duecento – Carlo Mariani
11. 11
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Carattere astratto della lirica
stilnovistica
Amore purificato da riferimenti autobiografici, con
valore conoscitivo.
Descrizione del processo di affinamento/nobilitazione
prodotto dall’amore nel “cuor gentile” dell’amante.
Forte valenza filosofica dello Stilnuovo. Vengono superati
anche i canoni del De Amore di Andrea Cappellano.
Lo Stilnuovo. Storia di un’esperienza poetica alla fine del Duecento – Carlo Mariani
12. Le scelte linguistiche
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Volgare depurato dai municipalismi (contro Guittone).
Abbandono dei toni aspri e polemici e delle oscurità da
trobar clus.
Ricerca di dolcezza lessico alto e nobile - regolarità
sintattica - melodicità del dettato poetico - compostezza,
ordine, proporzione, armonia.
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13. Le Canzoni-Manifesto dello Stilnuovo
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Guido Guinizzelli, Al cor gentil rempaira sempre amore
Guido Cavalcanti, Donna me prega
Dante Alighieri, Donne ch’avete intelletto d’amore
• Sono poesie in cui è fortissima l’esigenza di spiegare la
propria poetica, la propria concezione della poesia e
dell’Amore.
• Per questo vengono definite poesie-manifesto.
Hinweis der Redaktion
Il Dolce Stil Novo
Nella Firenze comunale della seconda metà del secolo XIII, aperta a rinnovate
forme di cultura per molte cause (la caduta degli ideali universalistici, a
esempio, e l’affermarsi della nuova borghesia mercantile; i fermenti teorici del
pensiero tomista e averroista, o della mistica francescana e platonica; e
soprattutto la nuova coscienza individuale in opposizione alla virtù
aristocratica), nasce il “Dolce Stil Novo'', un movimento poetico in cui la
tradizione cortese medievale viene approfondita secondo originali criteri
estetici e tecnici. Contrariamente ai poeti siciliani, i rimatori stilnovistici
hanno ognuno un rilevato e nettissimo profilo poetico, che tuttavia non è
impossibile descrivere nei confini d'una più ampia recinzione di 'scuola'':
comune a tutti è intanto una particolare nobiltà espressiva, una selezione
raffinata di parole e di ritmi, quella “voluta ricerca di levità fantastica e di
rarefazione spirituale, per cui ogni immagine e ogni parola ci trasportano in un
mondo irreale e raffinato”, della quale ha giustamente parlato Sapegno.
Anche la polemica opposizione al modello ermetico guittoniano è un dato che,
insieme ad una certa esigenza teologico-flosofica, viene espresso da tutti
questi poeti, E ancora un altro motivo di incontro è nell'amore concepito come
estasi, come turbamento totale dell'anima e dispersione dei sensi della vita.
Per quanto riguarda poi tematica amorosa, specialmente considerata dall'angolo
visuale del modello provenzale, si può dire che alla donna fa riscontro, nelle
rime degli Stilnovisti, una concezione più spiritualizzata (ma anche meno
schematica) della donna: ella qui tiene “d'angel sembianza” ed è sostanzialmente
figura analogica di Dio, espressione di un vero e proprio ascensionale percorso
teologico.
La tecnica rappresentativa dei Provenzali e dei Siciliani diventa introspettiva,
e il profilo stesso della donna (pur nella sua stilizzazione cortese) si apre a
una certa inquietudine conoscitiva, assente nel modello originario.
Finalmente va ricordato come alla corte reale, che era lo sfondo immaginario
della poesia provenzale e siciliana, si sostituisce qui una corte ideale di
spiriti eletti, orgogliosamente uniti intorno a un mito rinnovato
dell'aristocrazia intellettuale: con l'evoluzione sociale del Comune infatti, il
concetto stesso di gentilezza ha perduto quel significato di “nobiltà di stirpe”
che ebbe nella società feudale e mantenne alla Curia federiciana ed ha assunto
un significato nuovo di “perfezione morale e spirituale”, fondata sull'”altezza
d’ingegno”
G. Getto, G. De Rienzo, G. Ficara, R. Tessari; Antologia e storia della
letteratura italiana, La scuola, 1981
Dante e il Dolce Stil Novo
Con questo termine Dante Alighieri indicò, propriamente, la sua poesia, maturata
nella canzone “Donne che avete intelletto d'amore”, posta al centro della sua
Vita Nuova. Nel Purgatorio Dante introduce un suo colloquio con l'anima del
guittoniano Bonaggiunta Orbicciani che gli domanda spiegazioni sulla natura del
nuovo stile iniziato con tale canzone; e Dante risponde che la novità del suo
stile consiste nel mettersi completamente a disposizione dell'amore, e nello
scrivere secondo che esso “ditta dentro”: questo è ciò che né Giacomo da Lentini
né Guittone d'Arezzo hanno saputo fare (Purgatorio XXIV, 49 e seg.).
E’ una posizione umile e superba insieme : Dante dice che l'armonia e il valore
della propria poesia non è invenzione propria, ma docilità e obbedienza alla
superiore dettatura (nel senso nostro, e, insieme nel senso di arte retorica) di
Amore: le belle rime di Dante non sono tanto sue, quanto di amore stesso
(dell'ispirazione poetica come dono divino).
Il termine dolce stil nuovo è quindi, qui, usato da Dante per la propria poesia;
ma, poiché, poco dopo, incontrando, verso la fine del Purgatorio (XXVI, 97),
Guido Guinizelli , Dante lo chiama “il padre / mio e degli altri miei miglior,
che mai / rime d'amor usar dolci e leggiadre”, noi posteri abbiamo raggruppato i
poeti di questo stile in una sola “famiglia”: Guido Guinizelli , Guido
Cavalcanti (ca. 1258-1300), Dante Alighieri (1265-1321), Lapo Gianni (coetaneo
di Dante), Gianni Alfani (ca. 1275-1300), Dino Frescobaldi (ca. 1271-1315), Cino
Sighibuldi (ca. 1265-1336). Sono tutti fiorentini o almeno toscani, tranne il
Guinizelli; ma tra Firenze e Bologna le relazioni erano intense.
F. Montanari, M. Puppo; Storia della letteratura italiana, SEI 1980