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                                                Sebastian Cortese
                                                Riccardo Trovato

La valutazione di una partecipazione che
non remunera congruamente il capitale
   investito, con il metodo misto Uec.
 La rivalutazione controllata dei cespiti.
  Caso tratto ed adattato da G. Pellati, L. Rinaldi.
  Casi svolti di valutazione di azienda. Il Sole 24 ore, Milano, 2008.



                             Pianificazione Economico-Finanziaria

                                                      Professori:
                                                    Davide Rizzotti,
                                                     Angela Greco
Società oggetto della valutazione:
            HY S.p.a
●   La società fa parte del gruppo HY, il quale da oltre 40 anni
    offre innovative soluzioni oleodinamiche, prevalentemente
    utilizzate nel campo della meccanizzazione agricola;


●   Si occupa della progettazione, produzione e vendita dei
    suoi prodotti così da proporsi come partner tecnico del
    cliente dalle prime fasi della progettazione delle macchine;


●   Si è caratterizzata per la capacità di cogliere le esigenze e
    le trasformazioni nel mercato, oltreché nell'offrire soluzioni
    specifiche per ogni tipologia di macchina e soluzioni
    personalizzate alle specifiche esigenze del cliente.
Società oggetto della valutazione:
            HY S.p.a
●   L'attività industriale del gruppo è dislocata in numerosi siti
    europei, in Usa, Cina e Taiwan. In Italia svolge l'attività
    industriale presso la la sua sede legale;


●   Il gruppo persegue una strategia           finalizzata al
    raggiungimento di una posizione di leadership sul mercato
    internazionale;


●   La società HY S.p.a è presente in numerosi segmenti del
    mercato delle macchine agricole, e si assicura la
    leadership in svariate nicchie di mercato che afferriscono a
    prodotti altamente specializzati.
Struttura amministrativo-contabile, scritture
          contabili e altra documentazione

●   La contabilità interna tenuta a mezzo di sistemi elettro-
    contabili, debitamente controllata dal collegio sindacale
    appare ordinata e priva di irregolarità tali da pregiudicarne
    l'attendibilità;


●   La funzione contabile-amministrativa è anche seguita da
    consulenti esterni, che hanno eseguito periodici controlli e
    verifiche. In particolare, la società è oggetto di revisione da
    parte di apposita società;


●   La gestione del personale dipendente è affidata a uno
    studio professionale esterno.
Finalità della valutazione
●   Valutazione peritale volontaria (è quindi interesse
    dell'azienda mettere a disposizione dati completi e
    corretti) delle quote rappresentative del 100% del
    capitale sociale, della HY S.p.a alla data del 01/01/
    2003;


●   Finalità: la quasi totalità delle azioni è stata oggetto di
    cessione in data 27/12/2002 ad un prezzo pari al
    valore contabile netto del patrimonio in data 31/12/
    2001; tuttavia il contratto di cessione prevede che tale
    prezzo sarà aggiustato al valore corrente della società
    in data 31/12/2002 (determinato nella presente
    perizia).
Sintesi dei principali dati patrimoniali ed
         economici degli ultimi esercizi
   Attività
                   1998             1999            2000             2001            2002
                                                                                     (bozza)
Imm. nette            4.715.085       5.127.020        6.341.261        5.700.972      5.853.692

Imm. Immateriali        149.735         349.254          374.869          173.303         87.238
Imm. Materiali        4.336.859       4.538.833        5.669.789        5.212.074      5.322.623
Imm. Finanziarie        228.491         238.933          296.603          315.595        443.831

Att. Circolante      13.825.637      13.419.839       17.050.783       20.214.171     22.283.007

Magazzino             4.630.596       4.351.987        6.186.225         6.874920      6.231.662
Crediti               9.069.344       8.982.264       10.246.284       13.280.484     15.952.192
Att. Finanziarie
Disp. Liquide             125.697          85.588          618.274          58.767        99.153
Ratei e risconti            5.151           2.672           12.236          13.263        24.418


Totale               18.545.873      18.549.531       23.404.280       25.928.406     28.161.117
Passività e patrimonio netto
                       1998            1999               2000               2001               2002 (bozza)

Netto                     3.239.924           3.138.158      5.141.414          4.895.529           4.329.039

Capitale sociale          1.477.067           1.477.067      1.487.200          1.500.000           1.500.000
Riserva legale              295.413             295.413        295.413            297.440             297.440
Riserva da
rivalutazione               274.811             274.811      1.903.955          1.918.155           1.918.155
Altre riserve             1.098.882           1.203.074      1.250.611          1.557.305           1.598.232
Util/perdita portati
a nuovo                                                          (112.207)          (112.207)       (377.371)
Utile/perdita                 93.751          (112.207)            289.442          (265.164)       (607.417)

Passività                15.305.950       15.411.373        18.262.866         21.032.877          23.832.078

F.rischi ed oneri           292.031          263.160           211.227            215.973              18.504
F. Tfr                    2.039.845        2.222.929         2.361.348          2.488.654           2.336.021
Debiti                   12.927.002       12.843.247        15.603.174         18.235.860          21.435.820
Ratei e risconti             47.071           82.037            87.117             92.390              41.733

Totale                   18.545.873       18.548.531        23.404.280         25.928.406          28.161.117
Conto economico
                      1998             1999               2000               2001               2002 (bozza)


Valore della prod.       24.596.958       28.420.455         32.499.145         33.087.661         28.605.033
Costo della prod.        23.858.109       28.113.829         31.416.210         32.731.017         29.043.567
Proventi e oneri
finanziari                   315.606          (155.413)          (140.692)          (232.886)        (386.861)
Rettifiche di
valore di att. Fin.            (404)                                                    (289)
Proventi e oneri
straordinari                 (1.588)           127.076             68.790            (16.193)          14.359
Utile ante
imposte                      598.110           278.289           1.011.033           107.276         (811.036)
Imposte di
esercizio                    504.359           390.496            721.591            372.440         (203.619)
Utile/perdita di
esercizio                     93.751          (112.207)           289.442           (265.164)        (607.417)
Criteri di valutazione adottati
    La valutazione è fatta secondo il metodo “misto”
    patrimoniale-reddituale     con stima   autonoma
    dell'avviamento; tale metodo:
●    Offre risultati apprezzabili e privi dei rilevanti margini di
    discrezionalità che caratterizzano altri metodi;

●    Permette di tener conto del maggiore o minore valore assunto
    dai beni autonomamente valutati rispetto alla capitalizzazione
    della capacità di produrre reddito riconosciuta al complesso
    aziendale, cioè del goodwill/badwill.
Criteri di valutazione adottati
Il modello in esame è anche utilizzato per scopi professionali
  difficilmente perseguibili con altri modelli. Le applicazioni
  più rilevanti sono:

●   Mezzo per una verifica reddituale semplificata delle stime
    patrimoniali analitiche, nei casi in cui queste sono
    necessarie(es. all'apporto di un'azienda in una società);

●   Metodo di rivalutazione controllata dei beni (rispetto allo
    scenario reddituale) ammortizzabili di aziende industriali;

●   Valutazione delle aziende in perdita (tema sul quale i modelli
     reddituali si rivelano sostanzialmente scoperti);
Nell’ottica del GIV talvolta è utile avere a disposizione un modello bi-variato, cioè un modello che ci permette di
esprimere al meglio il valore dell'azienda prendendo in considerazione sia le informazioni che possono emergere
dai criteri reddituali e sia quelle dei criteri patrimoniali.
Adottando un criterio patrimoniale semplice, sarà:
K= C+[(P1+ P2+…)-( M1+M2+…)](1-t).
Per la determinazione di K, l’Analisi Patrimoniale va a rettificare il valore dell'attivo e del passivo tenendo conto
dei “valori correnti”, i quali potranno generare delle plusvalenze o minusvalenze, così da poter ottenere un
patrimonio netto rettificato (PNR).
Con il criterio reddituale tiene conto esclusivamente della redditività dell'azienda, quindi:
valore dell'azienda = redditività (l'azienda vale in quanto produce redditi!);
ovvero, il valore attuale dei flussi di redditi futuri dell'azienda, cioè il Reddito Medio Normale Prospettico
(Rmnp) verrà preso in considerazione per la determinazione del “sovrarredito” G.
In conclusione, facendo un paragone di questi criteri/modelli, si può notare che:
- il criterio patrimoniale, considera solo gli elementi patrimoniali e tralascia la capacità di realizzare redditi;
- il criterio reddituale, considera la capacità di realizzare redditi ma prescinde da quella che è la struttura
patrimoniale.
Si evince che, sia l'uno che l'altro criterio lasciano dei "vuoti informativi", ed è per questo motivo che è stato usato
un “modello misto”.
Il modello «misto» patrimoniale-reddituale ci fornirà una valutazione bi-
pesata data da: W=K+G (in relazione al caso in esame).
- componente patrimoniale = K
- avviamento complessivo pieno = G.
Fatte queste premesse, la determinazione del Valore di Capitale Economico (W)
dell’azienda si è svolta per mezzo di due fasi:
●    una valutazione patrimoniale analitica, con isolamento degli elementi
relativi al capitale accessorio;
●     un’ autonoma determinazione del sovrarreddito (avviamento se esiste).


Il risultato a cui si perverrà intende determinare il Valore di Partecipazione
espresso come dalla seguente formula:
                  W = PNR + (Rmnp – i’PNR)/i + CA
IL PATRIMONIO NETTO RIVALUTATO (PNR)
All’interno dell’ Analisi Fondamentale, il processo di “normalizzazione” ha come
obiettivo ripristinare i nessi di
causalità, facendo attenzione alla criticità della competenza economica.
La normalizzazione fa parte dell’analisi correttiva dei dati contabili, esplicitandosi nel
caso in esame in una «neutralizzazione delle politiche di bilancio distorsive» (i processi
di ammortamento, fondi rischi e oneri e rimanenze) e in una «eliminazione di ricavi
estranei alla gestione» (i terreni, assunti come Costi Accessori).
L’analisi patrimoniale ha, invece, come obiettivo la correzione e la stima delle attività e
delle passività riferendole ad una data specifica di valutazione (per noi al 31/12/2002).
Momento fondante dell’analisi patrimoniale è la “stima a valori correnti delle singole
poste di bilancio”.
Per ogni voce di bilancio sarà esplicitato il criterio di valutazione, ricordando che si sta
facendo riferimento ad un’azienda industriale.
Dagli elementi patrimoniali sono stati estrapolati quelli non pertinenti allo svolgimento
dell’attività operativa aziendale.
Procediamo con ordine.
IMMOBILIZZAZIONI TECNICHE e TERRENI:
(impianti generici, specifici, attrezzature d’officina, macchine, autoveicoli, ecc.).
La stima di queste fa riferimento a beni già in uso, e perciò non nuovi.
Il valutatore ha trovato opportuno rivalutarli secondo il criterio di ricostruzione; a
tale risultato è stato applicato un deprezzamento stabilito in relazione al grado usura
e obsolescenza tecnica.
I (terreni) rappresentano la voce che si è decisa di stornare dallo S.P. per concorrere
alla formazione del Capitale Accessorio. Ciò si è realizzato al fine di riportare la
valutazione alla gestione caratteristica della società in oggetto.
PARTECIPAZIONI:
Per le partecipazioni, in generale, si distinguono tra quelle di controllo e non di
controllo, quotate e non quotate, di rilievo e non di rilievo.
Ciò che rileva in questa sede è che la partecipazione si riferisce a società collegata,
ritenuta strategica e per la quale si ritiene congruo il valore riportato in bilancio:
capitale netto contabile.
CREDITI:
I crediti sono rivalutati secondo il loro presunto valore di realizzo, mediante
l’iscrizione di fondi svalutazione crediti.
La società, però, accantona un fondo rischi su crediti che eccede l’aliquota
fiscale del 5%, con l’ovvia esclusione dei crediti infragruppo.
MAGAZZINO E SCORTE:
(Materie Prime, Semilavorati e Prodotti finiti). L’azienda realizza una
svalutazione delle merci e dei prodotti finiti, a cui si aggiunge una valutazione
delle rimanenze al c.m.pond. Ciò produce una sottovalutazione delle rimanenze
da considerare in sede di normalizzazione del reddito.


Avremo, così:
Attività
   B) Immobilizzazioni:                                                         € 19.947.077

      B.I.) Immobilizzazioni Materiali nette rettificate:                          € 87.238
            Il cui ‹valore contabile› coincide con la ‹valutazione corrente›.
                     % ammortamento: 20% costo storico.

      B.II.) Immobilizzazioni Immateriali nette rettificate:                  € 19.416.008
      B.II.1) Terreni (da stornare):         € 422.986 v.”n.”cont. e          475.140 v.corr.
      B.II.2) Fabbricati: € 1.071.299 v.”n.”cont.         e        € 2.878.630 v.corr.
                            % ammortamento: 3% costo storico.
      B.II.3) Impianti Generici: € 253.599 v.”n.”cont. e           € 1.356.600 v.corr.
                           % ammortamento: 10% costo storico.
      B.II.3) Macchin. & Attrezzat.: € 3.127.183 v.”n.”cont. e € 14.348.022 v.corr.
                           % ammortamento: 10%, valore medio.
      B.II.4) Sistema Informativo: € 380.8246 v.”n.”cont. e          € 290.886 v.corr.
             % ammortamento: 10% costo storico. (La rivalutazione riflette l’obsolescenza a
                                            cui questi tipi di bene sono suscettibili).
      B.II.5) Automezzi: € 25.584 v.”n.”cont.                 coincide col     v.corr.
              % ammortamento: 25%, presupponendo una vita utile di 4 anni.
      B.II.6) Immobilizzazioni in corso: v.”n.”contt. coincide col v.corr. € 41.146

      B.III.) Immobilizzazioni Finanziarie nette rettificate:               € 443.831
      B.III.1) Partecipazioni: v.”n.”cont. coincide col v.corr.         € 25.584
      B.III.2) Crediti su Imposte Tfr: € 87.309 v.”n.”cont. coincide col v.corr.

C) Attivo Circolante:                                                       € 22.283.007
   C.I) Rimanenze nette rettificate: v.”n.”cont. coincide col v.corr. € 6.231.662
   C.II) Crediti Rettificati: (v.”n.”cont. congruo)                  € 15.952.192
   C.II.) Disponibilità Liquide: (v.”n.”cont. congruo)                    € 99.153
D) Ratei e Risconti Attivi: (v.”n.”cont. congruo)                                € 24.418
Passività
B) Fondi per rischi e oneri: (v.”n.”cont. congruo)                       € 18.504
C) TFR: (importo maturato congruo)                                    € 2.336.021
D) Debiti: (valutati al val.nom. con un 4%< ipass. ≈ c.o.d. <4,5%)   € 21.435.820

D) Ratei e Risconti Passivi: (v.”n.”cont. congruo)                      € 41.733


Considerazioni nostre:
Ciò che emerge da questa rivalutazione in maniera lampante è, per talune voci, l’uso
spropositato che l’azienda ha fatto degli (ammortamenti ammessi dalla normativa
fiscale) o talvolta di (ammortamenti anticipati).
Il beneficio è quello di godere di quote di ammortamento superiori di quelle
normalmente stabilite e quindi di gonfiare il valore di “costi non monetari” per abbassare
quanto più possibile il reddito imponibile e di conseguenza l’imposizione fiscale.
Si vede come il ‹valore netto contabile› sia notevolmente inferiore al ‹valore corrente› a
cause delle spropositate quote di ammortamento utilizzate, anche se i cespiti hanno,
talvolta, una valutazione superiore a quella del costo storico.
Il ragionamento viene ripreso in sede di normalizzazione del reddito, nella parte
dedicata agli ammortamenti.
Il PNR risulterà dalla somma delle attività e passività
               analiticamente rivalutate
       Attività

       Imm. nette                             19.947.077
       Imm. Immateriali                           87.238
       Imm. materiali                        18.940.868*
       Imm. Finanziarie                          443.831
       Att. Cicrolante                        22.238.007
       Magazzino                               6.231.662
       Crediti                                15.952.192
       Att. Finanziarie                          443.831
       Disp. Liquide                              99.153
       Ratei e Risonti                            24.418

       Totale                                41.779.362

       Passività                             23.832.078
       Fondi rischi e oneri                      18.504
       Fondo Tfr                              2.336.021
       Debiti                                21.435.820
       Ratei e risconti                          41.733

       PNR                                   17.947.284
       * il valore non considera i terreni
Determinazione del    reddito                               medio
normale atteso (RMNA)
●   Si è fatto riferimento ai redditi attesi per gli anni 2003-2004-
    2005 (stimati nel business plan predisposto dalla direzione) e si
    è fatta la media semplice dei redditi netti normalizzati relativi a
    quegli esercizi;
●   L'obiettivo della normalizzazione è la rettifica di valore,
    l'eliminazione o l'imputazione di componenti la cui presenza o
    assenza distorce la più attendibile e probabile misura del
    reddito atteso;
●   Nel valutare la congruità delle previsioni si è considerato che
    negli ultimi 2 esercizi la società ha modificato la struttura del
    sistema produttivo e della logistica, e dal 2000 ha introdotto la
    figura del “controller”→ +efficienza, + adattabilità alle esigenze
    dei clienti nella realizzazione dei loro prodotti, tutto ciò porta la
    stessa a prevedere risultati positivi dal 2003.
Nel processo di normalizzazione sono state
          tenute in conto le seguenti voci:
●   Risultati straordinari e/o componenti reddituali non ripetibili;

●   Componenti positive/negative di reddito connessi agli elementi
     patrimoniali non operativi o oggetto di valutazione autonoma;

●   Normalizzazione        degli    ammortamenti       relativi      alle
     immobilizzazioni materiali in uso al fine di tener conto del
     valore corrente degli stessi = eliminazione degli effetti distorsivi
     delle politiche di bilancio;

●   Ricalcolo delle imposte di competenza sulla base del nuovo
     reddito risultante dalla normalizzazione.
Rettifiche dei dati previsionali
●   Ricavi
Non si è proceduto a rettifiche;
●   Costi
    Rimanenze: Dato che la capogruppo impone una
    svalutazione a merci e prodotti finiti da aggiungersi al
    costo medio ponderato, ciò produce una
    sottovalutazione delle rimanenze iscritte. Si è
    proceduto pertanto allo storno dei maggiori
    accantonamenti, evidenziato solo per l'anno 2003.
Rischi su crediti: In base alle direttive della
capogruppo, la società accantona un fondo rischi su
crediti che eccede l'aliquota fiscale del 5% sui crediti
stessi, ciò determina un maggiore accantonamento
per il 2004 e il 2005. Tuttavia per motivi prudenziali
non si ritiene opportuno operare alcuna rettifica.


Selling cost: Tra cui le commissioni pagate a società
del gruppo per la vendita di prodotti. Si tratta di importi
calcolati a valori di mercato che devono essere
corrisposti indipendentemente dall'appartenenza al
gruppo, quindi non si sono operate rettifiche.
Other trading cost : Tra cui costi relativi a royalties
corrisposte al gruppo. Si tratta di costi calcolati al
valore di mercato che devono essere corrisposti
indipendentemente dall'appartenenza al gruppo,
quindi non si sono operate rettifiche.
Costi amministrativi e generali: Comprendono
commissioni per servizi corrisposte alla capogruppo
per circa €80.000 l'anno. In via prudenziale si ritiene
opportuno rettificare le stime su questa voce.
I nuovi valori sono:

 2003           1.032.000-80.000   952.000

 2004            950.000-80.000    870.000

 2005            900.000-80.000    820.000
DEPRECIATION:

Come appurato in sede di analisi patrimoniale, la politica di ammortamenti della società
incide pesantemente sul risultato reddituale.

Si ricorda come ciò è dipeso dall’abuso di ammortamenti realizzati secondo le “aliquote
fiscalmente ammesse”, ma che non rispecchiano la vita utile dell’immobilizzazione.

 Pertanto:

    gli (ammortamenti anticipati) sono stati eliminati;

gli (ammortamenti ordinari) sono stati rideterminati in funzione della vita economica
residuale del cespite.

Lo scopo è stato quello di ripristinare la competenza ai fini dell’«imposizione
fiscale».

La «correzione dell’incidenza fiscale sui risultati di bilancio» rappresenta, infatti,
l’ultimo -last but not least - passaggio del processo di “normalizzazione”, cardine
dell’analisi fondamentale.
Cosicché, ad es. se ai Macchinari, Attrezzature e Arredamenti erano stati imputati una percentuale di
ammortamento del 10%, il valutatore, attribuendo un valore corrente di € 14.348.022, ha ritenuto congruo
poterli ammortizzare secondo una quota del 5%, affinché venisse rispettata la vita residua dei cespiti.
Conseguenze:
Ripetendo il meccanismo per tutti gli altri beni per i quali l’ammortamento era stato artificiosamente
distorto è stato possibile riallineare il reddito-prodotto al reddito-imponibile. Il risultato in termini di
pagamento di imposta sarà un aumento delle imposte correnti – ovviamente, relativamente ai periodi di
piano definiti - in linea con le imposte di competenza.
Tramite queste correzioni potrà osservarsi come l’azienda, effettivamente, non riesca a “remunerare
congruamente il capitale investito”.
TAX
Il budget è stato depurato dall’effetto fiscale. Il “reddito medio normalizzato” è stato così
assoggettato all’effetto fiscale, con:
un’aliquota IRPEG pari al 34%;
un’aliquota IRAP pari al 4,25%.
Dall’analisi si è già evidenziato come l’imposizione fiscale subita dall’azienda può ritenersi
minore di quella determinata sul reddito normalizzato.
Normalizzazione del reddito
                         (valori in migliaia di euro)
                                         2003          2004          2005
Risultato di esercizio                          -95         380           772
Imposte d'esercizio                             475         834         1.114
Utile ante imposte                              380       1.214         1.886

Normalizzazioni
Storno provision on risks                       153              -          -
Storno ammortamenti civilistici su
immobilizzazioni materiali                  1.572         2.116         2.257
Storno Administrative and general cost      1.032           950           900
Rettifica Ammortamenti figurativi su
imm. Materiali rivalutati                   -1.351       -1.574        -1.810
Rettifica Administrative and general
cost rettificati                                -952       -870          -820
Reddito ante imposte normalizzato                834      1.836         2.413

Imposte figurative su reddito
normalizzato                                    -586          -964     -1.174

Reddito netto normalizzato                      248           872       1.239



Media                                                  786
La determinazione autonoma del valore di Avviamento.
I periti, al fine di determinare un valore economico che rispecchiasse anche
le prospettive reddituali dell’azienda in considerazione, hanno determinato
un valore di avviamento. Per questo si è seguita la logica della
«capitalizzazione illimitata del reddito differenziale medio»:
                               A=(Rmnp – i’PNR)/i       ‹eq.1›
Dove:
PNR: patrimonio netto rivalutato = € 17.947.284;
Rmnp: reddito normalizzato prospettico= € 786.000;
i’: tasso di redditività medio normale, riferibile sia al settore che alla
situazione d’azienda; ovvero il c.o.e = 7%;
i: tasso di attualizzazione del sovrarredito.
Tale che:
Badwill = (786.000 – 1.256.310) = -470.310
Guardando a questo approccio sorge immediatamente il dubbio sulla coerenza fra le ipotesi assunte
dal valutatore relativamente alla capacità illimitata di produrre reddito (data la stabilità del settore, la
leadership internazionale raggiunta, la fidelizzazione della clientela) e le constatazioni fatte in sede
di analisi fondamentale.


Una prima lacuna sorge nella mancata utilizzazione del tasso di attualizzazione “i”.
 Il valutatore sembra accorgersi delle incongruenze emergenti tanto da non comunicare se il tasso
venga collegato alla situazione reddituale dell’azienda.
Sappiamo, infatti, che:
- se la situazione reddituale è negativa (azienda in perdita), sia più corretto considerare il tasso risk-
free ;
- se la situazione reddituale è positiva, si deve utilizzare il tasso risk-free aumentato del premio per
il rendimento azionario, ciò per rendere coerente la situazione patrimoniale (oggettiva) a quella
reddituale (di piano).
Infatti con un avviamento positivo, è giusto che questo diminuisca al crescere di “i”, mentre con un
badwill si otterrebbe un effetto opposto.
Cosicché i periti rinunciano ad attualizzarlo, smentendo di fatto le prospettive di rendimento
perpetuo fatte inizialmente.
In situazioni del genere sarebbe stato più opportuno adottare un'altra formula per la determinazione
dell’avviamento (positivo o negativo che sia).
E’ la «formula di attualizzazione dei redditi differenziali per n anni»:

G/B = (R1 – i’PNR)v1 + (R2 – i’PNR)v2 + (R3 – i’PNR)v3 =
(248.000-0,07*17.947.284)(1,04)-1      +  (872.000-0,07*17.947.284)(1,04)-2               +    (1.239.000-
0,07*17.947.284)(1,04)-3 = € - 335.036:
Almeno con questa formula siamo riusciti a contenere il Badwill, il quale, come si è prima visto, risulta
ancor più sproposito a causa dell’applicazione della formula a capitalizzazione illimitata.


Questa, invece, assume come riferimento, non il reddito medio normale atteso, come fatto con la
precedente, ma una serie di dati analitici riferiti ai risultati di alcuni anni futuri.
Questa scelta è la più opportuna in presenza di budget e piani formalizzati – esattamente come accade nel
caso in esame – che esprimano credibilmente i risultati degli esercizi futuri, sull’arco di n anni (per noi
n=3, [2003-2005]).
Ciò rafforzerebbe, inoltre, la coerenza tra R≈WE (dato che si fanno previsioni per un periodo controllabile

delle capacità in essere dell’azienda) e K.
L’esistenza di un Badwill è dimostrato, a sua volta, dalla “verifica reddituale delle stime patrimoniali
analitiche”:
il rendimento (R/K)%= 786.000/17.947.284 = 4,38% risultando inferiore al c.o.e.=i’=7% conferma un
rendimento inferiore al costo del capitale proprio!
Il valutatore mette addirittura in dubbio la “validità della rivalutazione dei beni strumentali”,
asserendo che producendosi un badwill viene a mancare il presupposto teorico per procedere ad una
rivalutazione dei cespiti, in quanto alle plusvalenze della rivalutazione deve seguire una correzione
in diminuzione del PNR a mezzo di badwill.
La considerazione che “l’azienda non sembra in grado di remunerare congruamente i mezzi propri”
- così come risultano dalla rivalutazione – porta a realizzare una Rivalutazione Controllata dei
Cespiti, così che questa venga ridotta in misura pari al badwill.
Il risulato di questa correzione porta ad una riduzione del PNR:
PNR’ = PNR – (rivalutazione cespiti in diminuzione) = 17.947.284 – 4.348.022 = 13.599.262.
Il meccanismo utilizzato è stato quello di diminuire il valore rivalutato corrente a mezzo di
ripartizione del badwill fra i cespiti e di conseguenza il valore delle quote di ammortamento.
Diminuendo le (quote di ammortamento/costi non monetari) si potrà determinare un Rmnp di valore
superiore.
Infatti:
Rmnp’ = (R’n+R’n+1+R’n+2)/3 = (392+1.016+1.382)/3 = 930 mila euro.
La nuova valutazione del sovrareddito.
Alla luce di questi ulteriori aggiustamenti, sarà:
Badwill = (Rmnp’ – i’PNR’) = (930.000 – 0.07*13.599.262) = € -21.949.
Data l’esiguità del valore di badwill così determinato, si ritiene che il valore
dell’azienda possa prescindere dall’eventuale sovrarredito, t.c.: W= [K+
(G/B=0)] = K.


Il Capitale Accessorio.
Si ricorda come i “terreni” (voce B.II.1) siano stati stornati dalle
‹immobilizzazioni materiali› in quanto per gli stessi esiste già un contratto
preliminare di vendita e quindi non concorrano alla determinazione del risultato
di gestione.
Conclusioni della Valutazione
Ricordando che il Patrimonio Netto, nella Bozza di Bilancio del 31/12/2002, è di € 4.329.039 si avrà che:



                   W = PNR’ + CA = 13.599.262 + 475.140 = € 14.074.402

tale che, il maggior valore attribuito alla società ammonta a:
Maggior Valore = W- PNC = € 14.074.402 - 4.329.039 = € 9.745.363.
Su di questo si dovrà applicare la “variabile fiscale”, con un’aliquota ammessa dalla teoria anche
inferiore alla metà attualmente applicata al reddito imponibile (1/2*38,25%)≈15%, ciò in quanto si
ritiene che i beni oggetto di eventuale plusvalenza saranno invece utilizzati sino alla fine della loro vita
utile. Pertanto:
Variabile Fiscale = 9.745.363*0,15 = € 1.461.804.


Il valutatore giunge così ad attestare un valore patrimoniale complessivo della società conferita alla HY
s.p.a., alla data 1/1/2003, ai sensi della finalità della perizia, di euro { 14.074.402 - 1.461.804} =
12.612.598.
Dal momento che l’acquisto riguarda n° 1.499.895 azioni delle 1.500.000 esistenti, e fatte le
approssimazioni sul badwill, si attesta una valore di acquisto ritenuto “congruo” arrotondabile a €
12.600.000.
Ulteriori approfondimenti (confronto fra Badwill e EVA):
Secondo una nostra impressione il valutatore ha perso di oggettività,
presumibilmente anche per cercare di non deprimere eccessivamente il
valore di acquisizione della società, in considerazione delle prospettiva di
redditività positiva realizzabile negli anni di piano, subito dopo il passaggio di
proprietà (o forse grazie a questo).
  Forse sarebbe stato il caso poter accertare la capacità di remunerare il
capitale investito attraverso l’uso dell’EVA, così da giustificare l’eventuale
badwill del periodo di cessione.
Infatti, molti degli indicatori di performance trascurano la differenza esistente
tra reddito e sovrareddito.
- Con un EVA > 0, significa che l'azienda sta creando ricchezza dopo aver
remunerato i fornitori di capitale (creditori e soci);
- invece, con un EVA < 0, anche se l'azienda con i ricavi di competenza
riesce a coprire i costi di competenza, significa che essa sta distruggendo
valore.
Sarà, nello specifico:
EVA = NOPAT – WACC *C
Dove:
NOPAT = reddito operativo (useremo quello normalizzato da attualizzare al 1° gennaio

2003),   dopo     le     imposte:   [(-95+380+772)mila   €]/3*(0.6175)*(1+rf:4    %)-n=3    =

217.565*(1+0.04)-3 = € 190.650;
WACC = costo medio ponderato dei capitali investiti:
{[E/(D+E)]*c.o.e.+[D/(D+E)]*c.o.d.*(1-t)} = {[4.329.039/(21.435.820+4.329.039)]*7% +
[21.435.820/(21.435.820+4.329.039)]*4,25%*[1-(0.34+0.425)]} = 3,12%;
C = capitale investito: [capitale circolante + capitale fisso]=[(Attivo Circolante – Debiti) +
(Immobilizzazioni Nette)] =[(22.283.007 – 21.435.820) + (5.853.692)] =
€ 6.700.879.


Cosicché, otteniamo:
EVA = 190.650 – 0.03125*6.700.879 = 190.650 – 209.067 = € - 18.415.
Considerando le approssimazioni e il fatto che non avevamo informazioni
precise sul costo del debito nonché sulla modalità con la quale si è determinato il
c.o.e. (riferimenti al β ed eventuali aggiustamenti, ERP di settore, nonché lo
stesso tasso rf), riteniamo congrua la valutazione finale fatta dal valutatore nella

rideterminazione del BadWill.


Si noti infatti come il valore dell’Eva qui trovato differisca dal Badwill di un
paio di migliaia di euro. Nonostante l’azienda in definitiva non riesca a
remunerare sufficientemente il capitale investito possiamo ritenere anche noi
congruo, alla luce degli aggiustamenti del valutatore e della verifica apportata, il
valore attribuito alle quote sociali.
Ringraziamo tutti

per la pazienza

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La valutazione di una partecipazione che non remunera congruamente il capitale investito. Metodo UEC

  • 1. A cura di: Sebastian Cortese Riccardo Trovato La valutazione di una partecipazione che non remunera congruamente il capitale investito, con il metodo misto Uec. La rivalutazione controllata dei cespiti. Caso tratto ed adattato da G. Pellati, L. Rinaldi. Casi svolti di valutazione di azienda. Il Sole 24 ore, Milano, 2008. Pianificazione Economico-Finanziaria Professori: Davide Rizzotti, Angela Greco
  • 2. Società oggetto della valutazione: HY S.p.a ● La società fa parte del gruppo HY, il quale da oltre 40 anni offre innovative soluzioni oleodinamiche, prevalentemente utilizzate nel campo della meccanizzazione agricola; ● Si occupa della progettazione, produzione e vendita dei suoi prodotti così da proporsi come partner tecnico del cliente dalle prime fasi della progettazione delle macchine; ● Si è caratterizzata per la capacità di cogliere le esigenze e le trasformazioni nel mercato, oltreché nell'offrire soluzioni specifiche per ogni tipologia di macchina e soluzioni personalizzate alle specifiche esigenze del cliente.
  • 3. Società oggetto della valutazione: HY S.p.a ● L'attività industriale del gruppo è dislocata in numerosi siti europei, in Usa, Cina e Taiwan. In Italia svolge l'attività industriale presso la la sua sede legale; ● Il gruppo persegue una strategia finalizzata al raggiungimento di una posizione di leadership sul mercato internazionale; ● La società HY S.p.a è presente in numerosi segmenti del mercato delle macchine agricole, e si assicura la leadership in svariate nicchie di mercato che afferriscono a prodotti altamente specializzati.
  • 4. Struttura amministrativo-contabile, scritture contabili e altra documentazione ● La contabilità interna tenuta a mezzo di sistemi elettro- contabili, debitamente controllata dal collegio sindacale appare ordinata e priva di irregolarità tali da pregiudicarne l'attendibilità; ● La funzione contabile-amministrativa è anche seguita da consulenti esterni, che hanno eseguito periodici controlli e verifiche. In particolare, la società è oggetto di revisione da parte di apposita società; ● La gestione del personale dipendente è affidata a uno studio professionale esterno.
  • 5. Finalità della valutazione ● Valutazione peritale volontaria (è quindi interesse dell'azienda mettere a disposizione dati completi e corretti) delle quote rappresentative del 100% del capitale sociale, della HY S.p.a alla data del 01/01/ 2003; ● Finalità: la quasi totalità delle azioni è stata oggetto di cessione in data 27/12/2002 ad un prezzo pari al valore contabile netto del patrimonio in data 31/12/ 2001; tuttavia il contratto di cessione prevede che tale prezzo sarà aggiustato al valore corrente della società in data 31/12/2002 (determinato nella presente perizia).
  • 6. Sintesi dei principali dati patrimoniali ed economici degli ultimi esercizi Attività 1998 1999 2000 2001 2002 (bozza) Imm. nette 4.715.085 5.127.020 6.341.261 5.700.972 5.853.692 Imm. Immateriali 149.735 349.254 374.869 173.303 87.238 Imm. Materiali 4.336.859 4.538.833 5.669.789 5.212.074 5.322.623 Imm. Finanziarie 228.491 238.933 296.603 315.595 443.831 Att. Circolante 13.825.637 13.419.839 17.050.783 20.214.171 22.283.007 Magazzino 4.630.596 4.351.987 6.186.225 6.874920 6.231.662 Crediti 9.069.344 8.982.264 10.246.284 13.280.484 15.952.192 Att. Finanziarie Disp. Liquide 125.697 85.588 618.274 58.767 99.153 Ratei e risconti 5.151 2.672 12.236 13.263 24.418 Totale 18.545.873 18.549.531 23.404.280 25.928.406 28.161.117
  • 7. Passività e patrimonio netto 1998 1999 2000 2001 2002 (bozza) Netto 3.239.924 3.138.158 5.141.414 4.895.529 4.329.039 Capitale sociale 1.477.067 1.477.067 1.487.200 1.500.000 1.500.000 Riserva legale 295.413 295.413 295.413 297.440 297.440 Riserva da rivalutazione 274.811 274.811 1.903.955 1.918.155 1.918.155 Altre riserve 1.098.882 1.203.074 1.250.611 1.557.305 1.598.232 Util/perdita portati a nuovo (112.207) (112.207) (377.371) Utile/perdita 93.751 (112.207) 289.442 (265.164) (607.417) Passività 15.305.950 15.411.373 18.262.866 21.032.877 23.832.078 F.rischi ed oneri 292.031 263.160 211.227 215.973 18.504 F. Tfr 2.039.845 2.222.929 2.361.348 2.488.654 2.336.021 Debiti 12.927.002 12.843.247 15.603.174 18.235.860 21.435.820 Ratei e risconti 47.071 82.037 87.117 92.390 41.733 Totale 18.545.873 18.548.531 23.404.280 25.928.406 28.161.117
  • 8. Conto economico 1998 1999 2000 2001 2002 (bozza) Valore della prod. 24.596.958 28.420.455 32.499.145 33.087.661 28.605.033 Costo della prod. 23.858.109 28.113.829 31.416.210 32.731.017 29.043.567 Proventi e oneri finanziari 315.606 (155.413) (140.692) (232.886) (386.861) Rettifiche di valore di att. Fin. (404) (289) Proventi e oneri straordinari (1.588) 127.076 68.790 (16.193) 14.359 Utile ante imposte 598.110 278.289 1.011.033 107.276 (811.036) Imposte di esercizio 504.359 390.496 721.591 372.440 (203.619) Utile/perdita di esercizio 93.751 (112.207) 289.442 (265.164) (607.417)
  • 9. Criteri di valutazione adottati La valutazione è fatta secondo il metodo “misto” patrimoniale-reddituale con stima autonoma dell'avviamento; tale metodo: ● Offre risultati apprezzabili e privi dei rilevanti margini di discrezionalità che caratterizzano altri metodi; ● Permette di tener conto del maggiore o minore valore assunto dai beni autonomamente valutati rispetto alla capitalizzazione della capacità di produrre reddito riconosciuta al complesso aziendale, cioè del goodwill/badwill.
  • 10. Criteri di valutazione adottati Il modello in esame è anche utilizzato per scopi professionali difficilmente perseguibili con altri modelli. Le applicazioni più rilevanti sono: ● Mezzo per una verifica reddituale semplificata delle stime patrimoniali analitiche, nei casi in cui queste sono necessarie(es. all'apporto di un'azienda in una società); ● Metodo di rivalutazione controllata dei beni (rispetto allo scenario reddituale) ammortizzabili di aziende industriali; ● Valutazione delle aziende in perdita (tema sul quale i modelli reddituali si rivelano sostanzialmente scoperti);
  • 11. Nell’ottica del GIV talvolta è utile avere a disposizione un modello bi-variato, cioè un modello che ci permette di esprimere al meglio il valore dell'azienda prendendo in considerazione sia le informazioni che possono emergere dai criteri reddituali e sia quelle dei criteri patrimoniali. Adottando un criterio patrimoniale semplice, sarà: K= C+[(P1+ P2+…)-( M1+M2+…)](1-t). Per la determinazione di K, l’Analisi Patrimoniale va a rettificare il valore dell'attivo e del passivo tenendo conto dei “valori correnti”, i quali potranno generare delle plusvalenze o minusvalenze, così da poter ottenere un patrimonio netto rettificato (PNR). Con il criterio reddituale tiene conto esclusivamente della redditività dell'azienda, quindi: valore dell'azienda = redditività (l'azienda vale in quanto produce redditi!); ovvero, il valore attuale dei flussi di redditi futuri dell'azienda, cioè il Reddito Medio Normale Prospettico (Rmnp) verrà preso in considerazione per la determinazione del “sovrarredito” G. In conclusione, facendo un paragone di questi criteri/modelli, si può notare che: - il criterio patrimoniale, considera solo gli elementi patrimoniali e tralascia la capacità di realizzare redditi; - il criterio reddituale, considera la capacità di realizzare redditi ma prescinde da quella che è la struttura patrimoniale. Si evince che, sia l'uno che l'altro criterio lasciano dei "vuoti informativi", ed è per questo motivo che è stato usato un “modello misto”.
  • 12. Il modello «misto» patrimoniale-reddituale ci fornirà una valutazione bi- pesata data da: W=K+G (in relazione al caso in esame). - componente patrimoniale = K - avviamento complessivo pieno = G. Fatte queste premesse, la determinazione del Valore di Capitale Economico (W) dell’azienda si è svolta per mezzo di due fasi: ● una valutazione patrimoniale analitica, con isolamento degli elementi relativi al capitale accessorio; ● un’ autonoma determinazione del sovrarreddito (avviamento se esiste). Il risultato a cui si perverrà intende determinare il Valore di Partecipazione espresso come dalla seguente formula: W = PNR + (Rmnp – i’PNR)/i + CA
  • 13. IL PATRIMONIO NETTO RIVALUTATO (PNR) All’interno dell’ Analisi Fondamentale, il processo di “normalizzazione” ha come obiettivo ripristinare i nessi di causalità, facendo attenzione alla criticità della competenza economica. La normalizzazione fa parte dell’analisi correttiva dei dati contabili, esplicitandosi nel caso in esame in una «neutralizzazione delle politiche di bilancio distorsive» (i processi di ammortamento, fondi rischi e oneri e rimanenze) e in una «eliminazione di ricavi estranei alla gestione» (i terreni, assunti come Costi Accessori). L’analisi patrimoniale ha, invece, come obiettivo la correzione e la stima delle attività e delle passività riferendole ad una data specifica di valutazione (per noi al 31/12/2002). Momento fondante dell’analisi patrimoniale è la “stima a valori correnti delle singole poste di bilancio”. Per ogni voce di bilancio sarà esplicitato il criterio di valutazione, ricordando che si sta facendo riferimento ad un’azienda industriale. Dagli elementi patrimoniali sono stati estrapolati quelli non pertinenti allo svolgimento dell’attività operativa aziendale. Procediamo con ordine.
  • 14. IMMOBILIZZAZIONI TECNICHE e TERRENI: (impianti generici, specifici, attrezzature d’officina, macchine, autoveicoli, ecc.). La stima di queste fa riferimento a beni già in uso, e perciò non nuovi. Il valutatore ha trovato opportuno rivalutarli secondo il criterio di ricostruzione; a tale risultato è stato applicato un deprezzamento stabilito in relazione al grado usura e obsolescenza tecnica. I (terreni) rappresentano la voce che si è decisa di stornare dallo S.P. per concorrere alla formazione del Capitale Accessorio. Ciò si è realizzato al fine di riportare la valutazione alla gestione caratteristica della società in oggetto. PARTECIPAZIONI: Per le partecipazioni, in generale, si distinguono tra quelle di controllo e non di controllo, quotate e non quotate, di rilievo e non di rilievo. Ciò che rileva in questa sede è che la partecipazione si riferisce a società collegata, ritenuta strategica e per la quale si ritiene congruo il valore riportato in bilancio: capitale netto contabile.
  • 15. CREDITI: I crediti sono rivalutati secondo il loro presunto valore di realizzo, mediante l’iscrizione di fondi svalutazione crediti. La società, però, accantona un fondo rischi su crediti che eccede l’aliquota fiscale del 5%, con l’ovvia esclusione dei crediti infragruppo. MAGAZZINO E SCORTE: (Materie Prime, Semilavorati e Prodotti finiti). L’azienda realizza una svalutazione delle merci e dei prodotti finiti, a cui si aggiunge una valutazione delle rimanenze al c.m.pond. Ciò produce una sottovalutazione delle rimanenze da considerare in sede di normalizzazione del reddito. Avremo, così:
  • 16. Attività B) Immobilizzazioni: € 19.947.077 B.I.) Immobilizzazioni Materiali nette rettificate: € 87.238 Il cui ‹valore contabile› coincide con la ‹valutazione corrente›. % ammortamento: 20% costo storico. B.II.) Immobilizzazioni Immateriali nette rettificate: € 19.416.008 B.II.1) Terreni (da stornare): € 422.986 v.”n.”cont. e 475.140 v.corr. B.II.2) Fabbricati: € 1.071.299 v.”n.”cont. e € 2.878.630 v.corr. % ammortamento: 3% costo storico. B.II.3) Impianti Generici: € 253.599 v.”n.”cont. e € 1.356.600 v.corr. % ammortamento: 10% costo storico. B.II.3) Macchin. & Attrezzat.: € 3.127.183 v.”n.”cont. e € 14.348.022 v.corr. % ammortamento: 10%, valore medio. B.II.4) Sistema Informativo: € 380.8246 v.”n.”cont. e € 290.886 v.corr. % ammortamento: 10% costo storico. (La rivalutazione riflette l’obsolescenza a cui questi tipi di bene sono suscettibili). B.II.5) Automezzi: € 25.584 v.”n.”cont. coincide col v.corr. % ammortamento: 25%, presupponendo una vita utile di 4 anni. B.II.6) Immobilizzazioni in corso: v.”n.”contt. coincide col v.corr. € 41.146 B.III.) Immobilizzazioni Finanziarie nette rettificate: € 443.831 B.III.1) Partecipazioni: v.”n.”cont. coincide col v.corr. € 25.584 B.III.2) Crediti su Imposte Tfr: € 87.309 v.”n.”cont. coincide col v.corr. C) Attivo Circolante: € 22.283.007 C.I) Rimanenze nette rettificate: v.”n.”cont. coincide col v.corr. € 6.231.662 C.II) Crediti Rettificati: (v.”n.”cont. congruo) € 15.952.192 C.II.) Disponibilità Liquide: (v.”n.”cont. congruo) € 99.153 D) Ratei e Risconti Attivi: (v.”n.”cont. congruo) € 24.418
  • 17. Passività B) Fondi per rischi e oneri: (v.”n.”cont. congruo) € 18.504 C) TFR: (importo maturato congruo) € 2.336.021 D) Debiti: (valutati al val.nom. con un 4%< ipass. ≈ c.o.d. <4,5%) € 21.435.820 D) Ratei e Risconti Passivi: (v.”n.”cont. congruo) € 41.733 Considerazioni nostre: Ciò che emerge da questa rivalutazione in maniera lampante è, per talune voci, l’uso spropositato che l’azienda ha fatto degli (ammortamenti ammessi dalla normativa fiscale) o talvolta di (ammortamenti anticipati). Il beneficio è quello di godere di quote di ammortamento superiori di quelle normalmente stabilite e quindi di gonfiare il valore di “costi non monetari” per abbassare quanto più possibile il reddito imponibile e di conseguenza l’imposizione fiscale. Si vede come il ‹valore netto contabile› sia notevolmente inferiore al ‹valore corrente› a cause delle spropositate quote di ammortamento utilizzate, anche se i cespiti hanno, talvolta, una valutazione superiore a quella del costo storico. Il ragionamento viene ripreso in sede di normalizzazione del reddito, nella parte dedicata agli ammortamenti.
  • 18. Il PNR risulterà dalla somma delle attività e passività analiticamente rivalutate Attività Imm. nette 19.947.077 Imm. Immateriali 87.238 Imm. materiali 18.940.868* Imm. Finanziarie 443.831 Att. Cicrolante 22.238.007 Magazzino 6.231.662 Crediti 15.952.192 Att. Finanziarie 443.831 Disp. Liquide 99.153 Ratei e Risonti 24.418 Totale 41.779.362 Passività 23.832.078 Fondi rischi e oneri 18.504 Fondo Tfr 2.336.021 Debiti 21.435.820 Ratei e risconti 41.733 PNR 17.947.284 * il valore non considera i terreni
  • 19. Determinazione del reddito medio normale atteso (RMNA) ● Si è fatto riferimento ai redditi attesi per gli anni 2003-2004- 2005 (stimati nel business plan predisposto dalla direzione) e si è fatta la media semplice dei redditi netti normalizzati relativi a quegli esercizi; ● L'obiettivo della normalizzazione è la rettifica di valore, l'eliminazione o l'imputazione di componenti la cui presenza o assenza distorce la più attendibile e probabile misura del reddito atteso; ● Nel valutare la congruità delle previsioni si è considerato che negli ultimi 2 esercizi la società ha modificato la struttura del sistema produttivo e della logistica, e dal 2000 ha introdotto la figura del “controller”→ +efficienza, + adattabilità alle esigenze dei clienti nella realizzazione dei loro prodotti, tutto ciò porta la stessa a prevedere risultati positivi dal 2003.
  • 20. Nel processo di normalizzazione sono state tenute in conto le seguenti voci: ● Risultati straordinari e/o componenti reddituali non ripetibili; ● Componenti positive/negative di reddito connessi agli elementi patrimoniali non operativi o oggetto di valutazione autonoma; ● Normalizzazione degli ammortamenti relativi alle immobilizzazioni materiali in uso al fine di tener conto del valore corrente degli stessi = eliminazione degli effetti distorsivi delle politiche di bilancio; ● Ricalcolo delle imposte di competenza sulla base del nuovo reddito risultante dalla normalizzazione.
  • 21. Rettifiche dei dati previsionali ● Ricavi Non si è proceduto a rettifiche; ● Costi Rimanenze: Dato che la capogruppo impone una svalutazione a merci e prodotti finiti da aggiungersi al costo medio ponderato, ciò produce una sottovalutazione delle rimanenze iscritte. Si è proceduto pertanto allo storno dei maggiori accantonamenti, evidenziato solo per l'anno 2003.
  • 22. Rischi su crediti: In base alle direttive della capogruppo, la società accantona un fondo rischi su crediti che eccede l'aliquota fiscale del 5% sui crediti stessi, ciò determina un maggiore accantonamento per il 2004 e il 2005. Tuttavia per motivi prudenziali non si ritiene opportuno operare alcuna rettifica. Selling cost: Tra cui le commissioni pagate a società del gruppo per la vendita di prodotti. Si tratta di importi calcolati a valori di mercato che devono essere corrisposti indipendentemente dall'appartenenza al gruppo, quindi non si sono operate rettifiche.
  • 23. Other trading cost : Tra cui costi relativi a royalties corrisposte al gruppo. Si tratta di costi calcolati al valore di mercato che devono essere corrisposti indipendentemente dall'appartenenza al gruppo, quindi non si sono operate rettifiche. Costi amministrativi e generali: Comprendono commissioni per servizi corrisposte alla capogruppo per circa €80.000 l'anno. In via prudenziale si ritiene opportuno rettificare le stime su questa voce. I nuovi valori sono: 2003 1.032.000-80.000 952.000 2004 950.000-80.000 870.000 2005 900.000-80.000 820.000
  • 24. DEPRECIATION: Come appurato in sede di analisi patrimoniale, la politica di ammortamenti della società incide pesantemente sul risultato reddituale. Si ricorda come ciò è dipeso dall’abuso di ammortamenti realizzati secondo le “aliquote fiscalmente ammesse”, ma che non rispecchiano la vita utile dell’immobilizzazione. Pertanto: gli (ammortamenti anticipati) sono stati eliminati; gli (ammortamenti ordinari) sono stati rideterminati in funzione della vita economica residuale del cespite. Lo scopo è stato quello di ripristinare la competenza ai fini dell’«imposizione fiscale». La «correzione dell’incidenza fiscale sui risultati di bilancio» rappresenta, infatti, l’ultimo -last but not least - passaggio del processo di “normalizzazione”, cardine dell’analisi fondamentale.
  • 25. Cosicché, ad es. se ai Macchinari, Attrezzature e Arredamenti erano stati imputati una percentuale di ammortamento del 10%, il valutatore, attribuendo un valore corrente di € 14.348.022, ha ritenuto congruo poterli ammortizzare secondo una quota del 5%, affinché venisse rispettata la vita residua dei cespiti. Conseguenze: Ripetendo il meccanismo per tutti gli altri beni per i quali l’ammortamento era stato artificiosamente distorto è stato possibile riallineare il reddito-prodotto al reddito-imponibile. Il risultato in termini di pagamento di imposta sarà un aumento delle imposte correnti – ovviamente, relativamente ai periodi di piano definiti - in linea con le imposte di competenza. Tramite queste correzioni potrà osservarsi come l’azienda, effettivamente, non riesca a “remunerare congruamente il capitale investito”. TAX Il budget è stato depurato dall’effetto fiscale. Il “reddito medio normalizzato” è stato così assoggettato all’effetto fiscale, con: un’aliquota IRPEG pari al 34%; un’aliquota IRAP pari al 4,25%. Dall’analisi si è già evidenziato come l’imposizione fiscale subita dall’azienda può ritenersi minore di quella determinata sul reddito normalizzato.
  • 26. Normalizzazione del reddito (valori in migliaia di euro) 2003 2004 2005 Risultato di esercizio -95 380 772 Imposte d'esercizio 475 834 1.114 Utile ante imposte 380 1.214 1.886 Normalizzazioni Storno provision on risks 153 - - Storno ammortamenti civilistici su immobilizzazioni materiali 1.572 2.116 2.257 Storno Administrative and general cost 1.032 950 900 Rettifica Ammortamenti figurativi su imm. Materiali rivalutati -1.351 -1.574 -1.810 Rettifica Administrative and general cost rettificati -952 -870 -820 Reddito ante imposte normalizzato 834 1.836 2.413 Imposte figurative su reddito normalizzato -586 -964 -1.174 Reddito netto normalizzato 248 872 1.239 Media 786
  • 27. La determinazione autonoma del valore di Avviamento. I periti, al fine di determinare un valore economico che rispecchiasse anche le prospettive reddituali dell’azienda in considerazione, hanno determinato un valore di avviamento. Per questo si è seguita la logica della «capitalizzazione illimitata del reddito differenziale medio»: A=(Rmnp – i’PNR)/i ‹eq.1› Dove: PNR: patrimonio netto rivalutato = € 17.947.284; Rmnp: reddito normalizzato prospettico= € 786.000; i’: tasso di redditività medio normale, riferibile sia al settore che alla situazione d’azienda; ovvero il c.o.e = 7%; i: tasso di attualizzazione del sovrarredito. Tale che: Badwill = (786.000 – 1.256.310) = -470.310
  • 28. Guardando a questo approccio sorge immediatamente il dubbio sulla coerenza fra le ipotesi assunte dal valutatore relativamente alla capacità illimitata di produrre reddito (data la stabilità del settore, la leadership internazionale raggiunta, la fidelizzazione della clientela) e le constatazioni fatte in sede di analisi fondamentale. Una prima lacuna sorge nella mancata utilizzazione del tasso di attualizzazione “i”. Il valutatore sembra accorgersi delle incongruenze emergenti tanto da non comunicare se il tasso venga collegato alla situazione reddituale dell’azienda. Sappiamo, infatti, che: - se la situazione reddituale è negativa (azienda in perdita), sia più corretto considerare il tasso risk- free ; - se la situazione reddituale è positiva, si deve utilizzare il tasso risk-free aumentato del premio per il rendimento azionario, ciò per rendere coerente la situazione patrimoniale (oggettiva) a quella reddituale (di piano). Infatti con un avviamento positivo, è giusto che questo diminuisca al crescere di “i”, mentre con un badwill si otterrebbe un effetto opposto. Cosicché i periti rinunciano ad attualizzarlo, smentendo di fatto le prospettive di rendimento perpetuo fatte inizialmente.
  • 29. In situazioni del genere sarebbe stato più opportuno adottare un'altra formula per la determinazione dell’avviamento (positivo o negativo che sia). E’ la «formula di attualizzazione dei redditi differenziali per n anni»: G/B = (R1 – i’PNR)v1 + (R2 – i’PNR)v2 + (R3 – i’PNR)v3 = (248.000-0,07*17.947.284)(1,04)-1 + (872.000-0,07*17.947.284)(1,04)-2 + (1.239.000- 0,07*17.947.284)(1,04)-3 = € - 335.036: Almeno con questa formula siamo riusciti a contenere il Badwill, il quale, come si è prima visto, risulta ancor più sproposito a causa dell’applicazione della formula a capitalizzazione illimitata. Questa, invece, assume come riferimento, non il reddito medio normale atteso, come fatto con la precedente, ma una serie di dati analitici riferiti ai risultati di alcuni anni futuri. Questa scelta è la più opportuna in presenza di budget e piani formalizzati – esattamente come accade nel caso in esame – che esprimano credibilmente i risultati degli esercizi futuri, sull’arco di n anni (per noi n=3, [2003-2005]). Ciò rafforzerebbe, inoltre, la coerenza tra R≈WE (dato che si fanno previsioni per un periodo controllabile delle capacità in essere dell’azienda) e K. L’esistenza di un Badwill è dimostrato, a sua volta, dalla “verifica reddituale delle stime patrimoniali analitiche”: il rendimento (R/K)%= 786.000/17.947.284 = 4,38% risultando inferiore al c.o.e.=i’=7% conferma un rendimento inferiore al costo del capitale proprio!
  • 30. Il valutatore mette addirittura in dubbio la “validità della rivalutazione dei beni strumentali”, asserendo che producendosi un badwill viene a mancare il presupposto teorico per procedere ad una rivalutazione dei cespiti, in quanto alle plusvalenze della rivalutazione deve seguire una correzione in diminuzione del PNR a mezzo di badwill. La considerazione che “l’azienda non sembra in grado di remunerare congruamente i mezzi propri” - così come risultano dalla rivalutazione – porta a realizzare una Rivalutazione Controllata dei Cespiti, così che questa venga ridotta in misura pari al badwill. Il risulato di questa correzione porta ad una riduzione del PNR: PNR’ = PNR – (rivalutazione cespiti in diminuzione) = 17.947.284 – 4.348.022 = 13.599.262. Il meccanismo utilizzato è stato quello di diminuire il valore rivalutato corrente a mezzo di ripartizione del badwill fra i cespiti e di conseguenza il valore delle quote di ammortamento. Diminuendo le (quote di ammortamento/costi non monetari) si potrà determinare un Rmnp di valore superiore. Infatti: Rmnp’ = (R’n+R’n+1+R’n+2)/3 = (392+1.016+1.382)/3 = 930 mila euro.
  • 31. La nuova valutazione del sovrareddito. Alla luce di questi ulteriori aggiustamenti, sarà: Badwill = (Rmnp’ – i’PNR’) = (930.000 – 0.07*13.599.262) = € -21.949. Data l’esiguità del valore di badwill così determinato, si ritiene che il valore dell’azienda possa prescindere dall’eventuale sovrarredito, t.c.: W= [K+ (G/B=0)] = K. Il Capitale Accessorio. Si ricorda come i “terreni” (voce B.II.1) siano stati stornati dalle ‹immobilizzazioni materiali› in quanto per gli stessi esiste già un contratto preliminare di vendita e quindi non concorrano alla determinazione del risultato di gestione.
  • 32. Conclusioni della Valutazione Ricordando che il Patrimonio Netto, nella Bozza di Bilancio del 31/12/2002, è di € 4.329.039 si avrà che: W = PNR’ + CA = 13.599.262 + 475.140 = € 14.074.402 tale che, il maggior valore attribuito alla società ammonta a: Maggior Valore = W- PNC = € 14.074.402 - 4.329.039 = € 9.745.363. Su di questo si dovrà applicare la “variabile fiscale”, con un’aliquota ammessa dalla teoria anche inferiore alla metà attualmente applicata al reddito imponibile (1/2*38,25%)≈15%, ciò in quanto si ritiene che i beni oggetto di eventuale plusvalenza saranno invece utilizzati sino alla fine della loro vita utile. Pertanto: Variabile Fiscale = 9.745.363*0,15 = € 1.461.804. Il valutatore giunge così ad attestare un valore patrimoniale complessivo della società conferita alla HY s.p.a., alla data 1/1/2003, ai sensi della finalità della perizia, di euro { 14.074.402 - 1.461.804} = 12.612.598. Dal momento che l’acquisto riguarda n° 1.499.895 azioni delle 1.500.000 esistenti, e fatte le approssimazioni sul badwill, si attesta una valore di acquisto ritenuto “congruo” arrotondabile a € 12.600.000.
  • 33. Ulteriori approfondimenti (confronto fra Badwill e EVA): Secondo una nostra impressione il valutatore ha perso di oggettività, presumibilmente anche per cercare di non deprimere eccessivamente il valore di acquisizione della società, in considerazione delle prospettiva di redditività positiva realizzabile negli anni di piano, subito dopo il passaggio di proprietà (o forse grazie a questo). Forse sarebbe stato il caso poter accertare la capacità di remunerare il capitale investito attraverso l’uso dell’EVA, così da giustificare l’eventuale badwill del periodo di cessione. Infatti, molti degli indicatori di performance trascurano la differenza esistente tra reddito e sovrareddito. - Con un EVA > 0, significa che l'azienda sta creando ricchezza dopo aver remunerato i fornitori di capitale (creditori e soci); - invece, con un EVA < 0, anche se l'azienda con i ricavi di competenza riesce a coprire i costi di competenza, significa che essa sta distruggendo valore.
  • 34. Sarà, nello specifico: EVA = NOPAT – WACC *C Dove: NOPAT = reddito operativo (useremo quello normalizzato da attualizzare al 1° gennaio 2003), dopo le imposte: [(-95+380+772)mila €]/3*(0.6175)*(1+rf:4 %)-n=3 = 217.565*(1+0.04)-3 = € 190.650; WACC = costo medio ponderato dei capitali investiti: {[E/(D+E)]*c.o.e.+[D/(D+E)]*c.o.d.*(1-t)} = {[4.329.039/(21.435.820+4.329.039)]*7% + [21.435.820/(21.435.820+4.329.039)]*4,25%*[1-(0.34+0.425)]} = 3,12%; C = capitale investito: [capitale circolante + capitale fisso]=[(Attivo Circolante – Debiti) + (Immobilizzazioni Nette)] =[(22.283.007 – 21.435.820) + (5.853.692)] = € 6.700.879. Cosicché, otteniamo: EVA = 190.650 – 0.03125*6.700.879 = 190.650 – 209.067 = € - 18.415.
  • 35. Considerando le approssimazioni e il fatto che non avevamo informazioni precise sul costo del debito nonché sulla modalità con la quale si è determinato il c.o.e. (riferimenti al β ed eventuali aggiustamenti, ERP di settore, nonché lo stesso tasso rf), riteniamo congrua la valutazione finale fatta dal valutatore nella rideterminazione del BadWill. Si noti infatti come il valore dell’Eva qui trovato differisca dal Badwill di un paio di migliaia di euro. Nonostante l’azienda in definitiva non riesca a remunerare sufficientemente il capitale investito possiamo ritenere anche noi congruo, alla luce degli aggiustamenti del valutatore e della verifica apportata, il valore attribuito alle quote sociali.