1. Modulo A3
La
VALUTAZIONE
DEI RISCHI
(Modulo A3)
Criteri e strumenti
per l'individuazione
dei rischi
2. Modulo A3
I CONCETTI DELLA
PREVENZIONE
Che differenza c’è tra pericolo
e rischio?
Criteri e strumenti
per l'individuazione
dei rischi
3. Modulo A3
PERICOLO
Capacità potenziale
intrinseca di un certo
“agente”
(una sostanza, un attrezzo,
una circostanza particolare)
Criteri e strumenti di causare un danno
per l'individuazione
dei rischi
4. Modulo A3
RISCHIO
Probabilità che si verifichi tale
danno
Criteri e strumenti
per l'individuazione
dei rischi
5. Modulo A3
DANNO
Qualsiasi alterazione,
transitoria o permanente,
dell'organismo umano o di
sue parti o funzioni
Criteri e strumenti Il danno può essere fisico o
per l'individuazione
dei rischi
psichico
6. Modulo A3
IRREVERSIBILITA’
Processo biologico che procede in
un’unica direzione:
INVOLUZIONE
DEGENERAZIONE
7. Modulo A3
PREVENZIONE
Il complesso delle disposizioni
o misure adottate previste in
tutte le fasi dell'attività
lavorativa per ELIMINARE i
rischi professionali nel rispetto
Criteri e strumenti della salute della popolazione
per l'individuazione
dei rischi
e dell'integrità dell'ambiente
esterno
8. Modulo A3
I DANNI ALLA SALUTE
possono essere:
1. ACUTI
2. CRONICI
10. Modulo A3
Infortunio
Un incidente diventa infortunio quando:
1. Provoca un danno biologico di rilevanza
clinica ad una o più persone
2. Il danno biologico deriva dall’energia che, a
seguito dell’incidente viene scambiata tra
ambiente e persone
3. Vi è un brevissimo intervallo temporale tra il
momento in cui avviene lo scambio di
energia e l’instaurarsi del danno
11. Modulo A3
INFORTUNIO
Rischio a se stante o possibile
conseguenza di tutte le altre
situazioni di rischio?
12. Modulo A3
DANNI CRONICI
Malattie professionali
(causate dal lavoro)
Malattie correlate al lavoro
(con-causate dal lavoro)
13. Modulo A3
Definite almeno tre tipologie di
soggetti a cui applicare il concetto di
Criteri e strumenti
per l'individuazione
"DANNO" in maniera differenziata
dei rischi
14. Modulo A3
Un problema di
genere
Donne e uomini
sono diversi
15. Modulo A3
Il PRINCIPIO DI PRECAUZIONE
Noto dalla fine degli anni '90
Deve essere adottato quando gli
effetti potenzialmente pericolosi di un
fenomeno, di un prodotto o di un
processo sono stati identificati tramite
una valutazione scientifica e obiettiva,
ma quando questa valutazione non
Criteri e strumenti consente di determinare il rischio con
per l'individuazione
sufficiente certezza.
dei rischi
16. Modulo A3
Il PRINCIPIO DI PRECAUZIONE
Ha come fondamento:
La Valutazione scientifica del rischio;
La determinazione del grado di incertezza
scientifica;
La gestione della comunicazione del rischio.
Criteri e strumenti
per l'individuazione
dei rischi
17. Modulo A3
Il PRINCIPIO DI PRECAUZIONE
Quando ......
ci si propone di introdurre nuove sostanze o
nuove tecnologie nell'uso quotidiano
bisogna partire dalla presunzione che esse
possano avere un effetto nocivo sull'uomo;
perciò, prima di commercializzarle e
utilizzarle su larga scala, bisogna sottoporle
ad un'analisi preventiva dei danni e dei
benefici che possono procurare alla salute
Criteri e strumenti dell'uomo e dell'ambiente in cui l'uomo vive.
per l'individuazione
dei rischi
REACH
(Registrazione, Valutazione, Autorizzazione
per le sostanze Chimiche)
18. Modulo A3
CLIMA DELLE RELAZIONI AZIENDALI
STRESS
Lo stress è al secondo posto tra i
problemi di salute e sicurezza sul
lavoro ed interessa il 28% dei
lavoratori dell’Unione Europea.
(dati Fondazione di Dublino 2002)
Criteri e strumenti
Il ruolo del Medico Competente
per l'individuazione
dei rischi
19. Modulo A3
CLIMA DELLE RELAZIONI AZIENDALI
MOBBING
Criteri e strumenti
per l'individuazione
dei rischi
(dati Fondazione di Dublino 2002)
Lavoratori mobbizzati anno 2000
20. Modulo A3
CLIMA DELLE RELAZIONI AZIENDALI
MOBBING
i segnali
• Psicosomatico: cefalea, tachicardia,
gastroenteralgie, dolori osteoarticolari,
mialgie, disturbi dell’equilibrio;
• Emozionale: ansia, tensione, disturbi
del sonno, dell’umore;
• Comportamentale; anoressia, bulimia,
Criteri e strumenti
potus, farmacodipendenza.
per l'individuazione
dei rischi
21. Modulo A3
CLIMA DELLE RELAZIONI AZIENDALI
MOBBING
le conseguenze sulla salute:
Disturbo dell’adattamento (DA)
Disturbo acuto da stress (DAS)24
Disturbo post-traumatico da stress (DPTS)
Criteri e strumenti
Il ruolo del Medico Competente
per l'individuazione
dei rischi
22. Modulo A3
Cosa differenzia
il "principio di Precauzione"
dal "principio di Prevenzione"
23. Modulo A3
Analisi degli infortuni:
cause, modalità di accadimento,
indicatori, analisi statistica e
andamento nel tempo, registro
infortuni
Criteri e strumenti
per l'individuazione
dei rischi
24. Modulo A3
Le fonti statistiche e
documentali
PRIMA DI TUTTO:
cosa abbiamo già in ufficio……..?
A. Schede tecniche e di sicurezza
dei prodotti chimici
Criteri e strumenti B. Le istruzioni per l’uso degli
per l'individuazione attrezzi ed apparecchi
dei rischi
25. Modulo A3
Le fonti statistiche e
documentali
FONTI DI INFORMAZIONE NORMATIVA
• TESTI DI RIFERIMENTO
• LETTERATURA SCIENTIFICA
• BANCHE DATI BIBLIOGRAFICHE
• BANCHE DATI MONOGRAFICHE
Criteri e strumenti • INTERNET
per l'individuazione • ATTIVITA LABORATORI
dei rischi • ESPERIENZA
26. Modulo A3
Le fonti statistiche e
documentali
I SOGGETTI
• ASL
• ARPA
• REGIONE
• SOCIETA’ DI CONSULENZA
• PRODUTTORI
Criteri e strumenti • ASSOCIAZIONI
per l'individuazione • UNI
dei rischi • ISPESL
• INAIL
• LE ASSOCIAZIONI INDUSTRIALI
27. Modulo A3
Le fonti statistiche e
documentali
Gli Altri Soggetti
• SUVA www.suva.ch
Sedi degli Ordini Professionali: Periti,
Ingegneri….(normative)
• CLINICA DEL LAVORO di Milano
•PubMed:www.pubmedcentral.nih.gov/
Criteri e strumenti •Toxnet: http://sis.nlm.nih.gov/sisl
per l'individuazione
dei rischi
28. Modulo A3
Le fonti statistiche e
documentali
Gli Altri Soggetti
OSHA: www.osha.gov
NIOSH: www.cdc.gov
EPA: www.epa.gov
AIHA: www.aiha.org
Criteri e strumenti ILO-CIS: www.ilo.org
per l'individuazione IARC: www.iarc.fr
dei rischi OSHWEB: http://oshweb.me.tut.fi
Fond. Salvatore Maugeri:www.fsm.it
29. Modulo A3
Le fonti statistiche e
documentali
Le Banche DATI
• Medline
• Toxline
• Ca search
• chemical exposure
• Chemical carcinogenesis research information system
• Clinical toxicology of commercial products
• Embase
• Environmental Bibliography
• Hazardline
Criteri e strumenti
• Hsdb
per l'individuazione • Rtecs
dei rischi • Laboratory Hazard bulletin
• Nioshtic
• Ntis
• Occupational Safety and Health reporter
30. Modulo A3
METODI E STRUMENTI PER LA
VALUTAZIONE DEI RISCHI
31. Modulo A3
Valutazione del rischio
Piombo, Amianto (D.Lgs 277/91)
Movimentazione manuale dei carichi
Postazioni VDT
Esposizione ad agenti biologici
Esposizione a sostanze pericolose
Valutazione del rischio incendio
( Atex, Vibrazioni, Rumore, Radon, ecc.)
32. Modulo A3
DA COSA SI PARTE PER UNA
VALUTAZIONE DEL RISCHIO
Dalla conoscenza del processo produttivo
Da una attenta scomposizione del ciclo produttivo
Da una profonda conoscenza delle tecnologie da
impiegare
Dalla conoscenza della normativa e dal
“Buon Senso”
Dall’analisi del fenomeno infortunistico
………………………….
33. Modulo A3
QUALI STRUMENTI USARE PER UNA
VALUTAZIONE DEL RISCHIO
Linee Giuda (Regione, Ispesl, Uni, ecc.)
COORDINAMENTO TECNICO PER LA PREVENZIONE DEGLI
ASSESSORATI ALLA SANITA’ DELLE REGIONI E PROVINCE
AUTONOME DI TRENTO E BOLZANO
Decreto Legislativo n° 626/94
D O C U M E N T O N°1
LINEE GUIDA SU TITOLO I
La valutazione
per il controllo dei rischi
Lombardia
34. Modulo A3
QUALI STRUMENTI USARE PER UNA
VALUTAZIONE DEL RISCHIO
SGSL secondo linee guida UNI-INAIL-
ISPESL
FINALITA’
•ridurre progressivamente i costi della
sicurezza sul lavoro
•aumentare l’efficienza e le prestazioni
dell’impresa
•contribuire a migliorare i livelli salute e
sicurezza sul lavoro
•migliorare l’immagine interna/esterna
dell’organizzazione
35. Modulo A3
Il sistema di seguito proposto assegna un
indice di rischio R
ad ogni attività presa in esame, i parametri
che permettono la definizione di tale indice
sono la probabilità di accadimento P
e il fattore di gravità dell’evento o danno D.
La probabilità di accadimento P èstata
suddivisa in quattro categorie, stessa cosa
dicasi per il fattore di gravità dell’evento o
danno D, l’entità del rischio è data dalla
formula
R=PXD
37. Modulo A3
Gravità o entità del danno D
conseguente al rischio potenziale
38. Modulo A3
classi di rischio
Inserendo in ascisse ed in ordinate i valori
assegnati a P ed D otterremo una apposito
grafico composto di 16 aree corrispondenti ad
altrettanti classi di rischio.
39. Modulo A3
Documento di Valutazione
dei Rischi ...
Pausa Caffè e..
RIPRENDIAMO
Tra 10 Minuti!
40. Modulo A3
E la diversità dei soggetti esposti ?
Proviamo a introdurre nella formula
anche la VULNERABILITÀ
R=PxDxV
Dove V= Vulnerabilità del soggetto esposto
E il tempo di esposizione ?
I mezzi di prevenzione e protezione
attuati?
41. Modulo A3
R = p(t,k) x M
_
E
p = 1-(1-po) Eo
E
= 0125 ⇒ p = 1 − (1 − 0.001)
0.125
Se E = 1 ora; . = 0.0125%
E0
p0 = 0.1%
Po= la probabilità per l’esposizione di riferimento
E= l’esposizione specifica della mansione
Eo= l’esposizione di riferimento
P= la probabilità dell’evento per la specifica
esposizione
t = tempo di esposizione
k = fattore di compensazione per le misure di protezione in
atto
R = p(t,k) x M x V
42. Modulo A3
Costituito da una serie di valutazioni
più o meno soggettive è largamente
utilizzato per definire l’entità di un
determinato rischio.
Non tiene in considerazione una serie
di fattori accidentali che, concausa
dell’evento, portano genericamente a
danni molto gravi.
L’analisi del fenomeno infortunistico
Nazionale dimostra l’inadeguatezza di
tale metodo se non supportato da
altre analisi.
43. Modulo A3
Il CASO
Almenno San Salvatore 10 Gennaio 2000
L’infortunio è avvenuto a causa del rilascio del pezzo in
lavorazione su un tornio orizzontale a controllo numerico di
recente costruzione.
Probabilità di accadimento = improbabile
Gravità del danno = Grave
R=PxM R=1x3 R=3
Detto pezzo, rilasciato dal mandrino, colpiva il portellone di
sicurezza che a sua volta colpiva il lavoratore intento a
effettuare controlli e regolazioni, proiettando il medesimo ad
una distanza di circa 10 metri e causandogli lesioni mortali.
44. Modulo A3
Gli altri indici di valutazione
Ceck - List
What – if
Diagrammi di flusso decisionali
Alberi degli eventi
.................................
45. Modulo A3
INSEDIAMENTO PRODUTTIVO
DATI GENERALI
si no non
Movimentazioni, aree e passaggi esterni neces.
La pavimentazione dei passaggi è idonea alle movimentazioni effettuate X
I passi carrabili sono separati dai passaggi pedonali X
Nelle zone di passaggio e transito dei mezzi è garantita la visibilità nelle curve ed X
incroci
Le zone di passaggio dei materiali sono costantemente mantenute libere X
Vige il rispetto del limite di velocità nell'insediamento produttivo X
E' apposta la relativa cartellonistica di limitazione di velocità all'interno X
dell'insediamento
E' regolamentato l'ingresso dei veicoli nelle aree con pericolo di esplosione X
incendio
Se presenti delle ribalte con dislivello >1,50 mt., i lati delle stesse prospicienti il -- --
vuoto sono protetti
E’ in corso intervento di manutenzione della pavimentazione esterna in quanto si stanno
effettuando lavori di realizzazione delle rete fognaria ed antincendio
Data la conformazione dell’insediamento vi è la presenza di punti in cui non è garantita la visibilità
La presenza di materiali, a seguito degli interventi manutenzione, riduce lo spazio operativo dei
mezzi costituendo pericolo
46. Modulo A3
Questa tecnica usa una lista - Check List
contenente un insieme di proposizioni,
spesso sotto forma di domande,
finalizzate a verificare lo stato del sistema.
Se applicata quale sistema di acquisizione
dei dati, da elaborare successivamente,
consente di non commettere grossolani
errori dovuti a dimenticanze del valutatore.
Spesso utilizzata da una serie di software
quale unica forma valutativa.
47. Modulo A3
La tecnica prevede la costituzione di un
team apposito.
Vengono esposte una serie di domande
del tipo: Cosa succede se?
Analizzando le risposte si giunge ad
identificare i possibili rischi.
Il limite di questa tecnica, risiede nella
capacità ed esperienza di coloro che
compongono il team.
Spesso si utilizza una tecnica mista
Check list / What-if
48. IMPRESA CLASSIFICATA (1)
No DAL DM COME RISCHIO ELEVATO Si
(175, OSPEDALE, SCUOLA, ECC,)
Modulo A3 No
DETIENE ESPLOSIVI o sostanze esplodenti (2)
(clorati, perclorati, nitrati, perossidi organici, ecc)
Si
impresa sogetta
No Si
a CPI (3)
No DETIENE INFIAMMABILI Si
PRESENZA DI AREE (4)
CLASSIFICABILI COME
No Si
AD (0,1,2) secondo
NORME CEI 64-2
area a rischio
Si No
REMOTIZZATA
presenza di personale
No Si
per lavorazioni, anche saltuarie
estinzione estinzione
Si No Si No
automatica automatica
rilevazione rilevazione
Si No Si No
incendio incendio
sorgenti di sorgenti di
No Si No Si
innesco innesco
intrappolamento, intrappolamento,
No vie di fuga lunghe, Si No vie di fuga lunghe, Si
insufficienti (6) insufficienti (6)
area a
rischio
elevato
(5)
DETIENE COMBUSTIBILI
No Si
(carta, tessuti, ecc.)
No > di 50 qli Si
No area > 10000 m2 Si
estinzione estinzione
Si No Si No
automatica automatica
rilevazione rilevazione
Si No Si No
incendio incendio
sorgenti di sorgenti di
No Si No Si
innesco innesco
intrappolamento, intrappolamento,
No vie di fuga lunghe, Si No vie di fuga lunghe, Si
insufficienti (6) insufficienti (6)
presenza > 100
No Si
persone
estinzione
Si No
automatica
rilevazione
Si No
incendio
sorgenti di
No Si
innesco
intrappolamento,
No vie di fuga lunghe, Si
insufficienti (6)
IMPRESA A RISCHIO IMPRESA A RISCHIO IMPRESA A RISCHIO
BASSO DI MEDIO DI ELEVATO DI
INCENDIO INCENDIO INCENDIO
49. Modulo A3
IMPRESA CLASSIFICATA (1)
No DAL DM COME RISCHIO ELEVATO Si
(175, OSPEDALE, SCUOLA, ECC,)
DETIENE ESPLOSIVI o sostanze esplodenti (2)
No Si
(clorati, perclorati, nitrati, perossidi organici, ecc)
impresa sogetta
No Si
a CPI (3)
No DETIENE INFIAMMABILI Si
PRESENZA DI AREE (4)
CLASSIFICABILI COME
No Si
AD (0,1,2) secondo
NORME CEI 64-2
area a rischio
Si No
REMOTIZZATA
presenza di personale
No Si
per lavorazioni, anche saltuarie
estinzione estinzione
Si No Si No
automatica automatica
rilevazione rilevazione
Si No Si No
incendio incendio
sorgenti di sorgenti di
No Si No Si
innesco innesco
intrappolamento, intrappolamento,
No vie di fuga lunghe, Si No vie di fuga lunghe, Si
insufficienti (6) insufficienti (6)
area a
rischio
elevato
(5)
50. Modulo A3 area a
rischio
elevato
(5)
DETIENE COMBUSTIBILI
No Si
(carta, tessuti, ecc.)
No > di 50 qli Si
No area > 10000 m2 Si
estinzione estinzione
Si No Si No
automatica automatica
rilevazione rilevazione
Si No Si No
incendio incendio
sorgenti di sorgenti di
No Si No Si
innesco innesco
intrappolamento, intrappolamento,
No vie di fuga lunghe, Si No vie di fuga lunghe, Si
insufficienti (6) insufficienti (6)
presenza > 100
No Si
persone
estinzione
Si No
automatica
rilevazione
Si No
incendio
sorgenti di
No Si
innesco
intrappolamento,
No vie di fuga lunghe, Si
insufficienti (6)
IMPRESA A RISCHIO IMPRESA A RISCHIO IMPRESA A RISCHIO
BASSO DI MEDIO DI ELEVATO DI
INCENDIO INCENDIO INCENDIO
51. Modulo A3
La tecnica prevede la costituzione un
albero che aiuti il valutatore al rispetto,
almeno formale, della norma.
Seguendo l’albero è possibile, in prima
istanza, valutare grossolanamente un
livello di rischio.
I limiti di questo esercizio mentale
derivano dalla semplicità del metodo
distraendo da altri fattori che potrebbero
far approdare il valutatore a scelte più
restrittive.
52. Modulo A3
Consideriamo un reattore chimico.
l'evento iniziatore è perdita di acqua di
raffreddamento del reattore .
I sistemi di sicurezza presenti, in ordine cronologico
di intervento, sono:
- dispositivo di allarme per alta temperatura che
allerta l'operatore alla temperatura T1.
- operatore che ristabilisce il flusso d'acqua di
raffreddamento nel reattore.
- dispositivo automatico di chiusura che arresta la
reazione alla T2>T1.
Il primo dispositivo di sicurezza interviene comunque
sul sistema, mentre l'operatore agisce solo se il
primo dispositivo ha avuto successo.
Così il sistema di chiusura automatica agisce solo se
i sistemi precedenti hanno fallito.
54. Modulo A3
Partendo dall'evento iniziatore, in genere
posto in posizione centrata verticalmente ed
a sinistra, ci si muove verso l'altra estremità
della tabella.
Per ogni colonna, se il relativo sistema di
sicurezza interagisce con la propagazione
dell'incidente, si esegue una ramificazione.
Se per una colonna il relativo sistema di
sicurezza non ha influenza alcuna sul
propagarsi dell'incidente non vi è
ramificazione in tale colonna.
55. Modulo A3
Metodo MOSAR (Metodo organizzato per
un'analisi sistematica dei rischi)
MOSAR è un metodo completo consistente in dieci
fasi.
Il sistema da analizzare (macchina, processo,
impianto, ecc.) è considerato come un gruppo di
sottosistemi che interagiscono.
Per identificare i pericoli, le situazioni pericolose e
gli eventi pericolosi è utilizzato un prospetto.
L'adeguatezza delle misure di sicurezza è studiata
per mezzo di un secondo prospetto, e di un terzo,
tenendo conto della loro interdipendenza.
Le ipotesi sono classificate in un prospetto di
gravità.
Un ulteriore prospetto collega la gravità con gli
obiettivi che le misure di sicurezza devono
raggiungere, e specifica i livelli di prestazione delle
misure tecniche ed organizzative.
56. Modulo A3
Tecnica DELPHI
Vengono poste delle domande ad un elevato
numero di esperti in numerose fasi, durante le
quali si comunica a tutti i partecipanti il risultato
della fase precedente, insieme ad informazioni
aggiuntive.
Durante la terza o la quarta fase, le
domande anonime si concentrano sugli
aspetti sui quali non è ancora stato
raggiunto un accordo.
Fondamentalmente, DELPHI è un metodo
di previsione che è anche utilizzato per
generare delle idee.
Questo metodo è particolarmente efficace
poiché è limitato a degli esperti.
57. Modulo A3
LA TECNICA MIGLIORE
È la scelta, tra tutte le TECNICHE, della
migliore da utilizzare in relazione al
rischio che devo valutare
58. Modulo A3
Eliminazione del rischio ....
Tecnicamente fattibile
o
Ragionevolmente attuabile
59. Modulo A3
Contenuti minimi del documento di
valutazione
Criteri di valutazione
Descrizione dell'edificio e delle attivita’
Adempimenti amministrativi
Descrizione delle mansioni
Analisi degli infortuni avvenuti
Rischi da analizzare
Misure: in essere o adottabili
Sorveglianza sanitaria
Programma formazione ed informazione
Programma interventi
Gestione dell' emergenza ed evacuazione
Riesame periodico del documento di
valutazione dei rischi
60. Modulo A3
Misure: in essere o adottabili
Necessariamente occorrerà
prendere in considerazione ,
nell'ordine:
MISURE Tecniche
Misure Operative
MISURE Procedurali
62. Modulo A3 Cosa deve indicare il documento
La sintesi operativa
1. dove si palesa il Rischio
2. Il gruppo di Rischio
3. Il tipo di Rischio
4. La priorità di intervento
5. Le mansioni esposte al rischio
6. Entro quando si presume l'intervento
7. Il tipo di intervento da effettuare
8. Le persona incaricate di effettuare gli interventi
9. La verifica dello stato di attuazione degli interventi
Mag/Log
Area Ris Descrizione del rischio Priorit Esposti Entro Interventi Mantenimento
PROD
RSPP
chi à
DITE
KAM
PRO
LCQ
MC
UT
o
1 7 Possibile inalazione di 1 PV 2004 Coordinamento con DL società Ripetere
sostanze etichettate R49 di vigilanza x x annualmente
(anche remota)
1 9 Inalazione di gas, vapori 1 PV 2004 Coordinamento con DL società Ripetere
x x
di vigilanza annualmente
1 14 Caduta in piano a causa 3 PV, 1a, 1b Fatto Proteggere i cavi, a pavimento, Verifica periodica
di cavi elettrici volanti con guaine aderenti al x dello stato
presenti a pavimento pavimento stesso dell’impianto
63. Modulo A3
Fine!
Grazie per la vostra
attenzione