2. ACQUE REFLUE
ALLONTANAMENTO
Nell’allontanamento delle acque reflue di
aggregati urbani dotati di acqua corrente i
liquami sono allontanati con la fognatura
dinamica.
Esistono tre sistemi di fognatura dinamica:
fognatura a sistema unitario
fognatura a sistema doppio o separato
fognatura a sistema misto
4. ACQUE REFLUE
La scelta del sistema di allontanamento più
adatto dipende da:
pendenza e natura del terreno
entità e ritmo delle precipitazioni
quantità e caratteristiche dei reflui
necessità di ricorrere alla depurazione artificiale
5. ACQUE REFLUE
Nella progettazione di una fognatura
dinamica bisogna considerare:
numero di abitanti ed incremento demografico
annuo;
quantità e distribuzione di acqua potabile;
piovosità della zona;
caratteristiche idrogeologiche del territorio.
6. ACQUE REFLUE
SCELTA DEL SISTEMA PIU’ IDONEO
IL SISTEMA SEPARATO è il più valido sotto il
profilo igienico, ma ha costi elevati di
realizzazione.
IL SISTEMA UNITARIO ha costi più contenuti,
ma è preferibile solo se lo smaltimento avviene
senza trattamento artificiale dei reflui.
IL SISTEMA MISTO prevede un’unica rete a
sezione ridotta, ma provvista di scaricatori di
piena in caso di piogge intense.
7. ACQUE REFLUE
SMALTIMENTO NATURALE
In passato è stato largamente
utilizzato lo smaltimento diretto dei
reflui nei corpi idrici superficiali.
8. ACQUE REFLUE
SMALTIMENTO NATURALE
Presupposti necessari per tale smaltimento
sono:
presenza di idonei corpi idrici recettivi;
assenza nei reflui di sostanze non
biodegradabili.
9. ACQUE REFLUE
SMALTIMENTO ARTIFICIALE
Si prefigge lo scopo di trattare il
liquame prima di immetterlo nel corpo
idrico recettore.
10. ACQUE REFLUE
SMALTIMENTO ARTIFICIALE
Le ragioni ci spingono a prediligere questo tipo di
smaltimento sono:
l’aumento assoluto delle popolazioni;
l’estensione dei sistemi fognari dinamici ai centri
rurali;
laconcentrazione relativa delle popolazioni nelle
valli e lungo le coste;
l’industrializzazione.
11. ACQUE REFLUE URBANE
CARATTERISTICHE
La composizione delle acque reflue di un
determinato centro urbano è pressoché
costante nel tempo.
12. ACQUE REFLUE URBANE
CARATTERISTICHE
Essendo carichi di sostanze organiche e
sedimentabili le determinazioni analitiche che
meglio caratterizzano questo tipo di liquame sono:
solidi sedimentabili
solidi sospesi totali
BOD5
COD
azoto ammoniacale
azoto nitroso
azoto nitrico
tensioattivi
oli e grassi animali e vegetali
13. ACQUE REFLUE URBANE
TRATTAMENTO
Per essere allontanate in un corpo idrico
recettivo i reflui urbani devono rispettare
i limiti imposti dalla D.Lgs. 152/99.
14. ACQUE REFLUE
Tabella 1. Limiti di emissione per gli impianti di acque reflue urbane.
Potenzialità impianto
in A. E. 2.000 - 10.000 > 10.000
(abitanti equivalenti)
Parametri (media Concentrazione % di Concentrazione % di
giornaliera) (1) riduzione riduzione
BOD5 (senza < 25 70 - 90 (5) < 25 80
nitrificazione)
mg/L(2)
COD mg/L(3) < 125 75 < 125 75
Solidi Sospesi < 35 (5) 90 (5) < 35 90
mg/L(4)
16. ACQUE REFLUE URBANE
GRIGLIATURA
La grigliatura ha lo scopo di eliminare i
materiali grossolani (pezzi di vetro,
stoffa, carta, plastica, ecc.).
Si realizza interponendo allo sbocco del
collettore una griglia di vario diametro.
17. ACQUE REFLUE URBANE
GRIGLIATURA
La pulizia della griglia può essere
effettuata manualmente o mediante un
pettine azionato meccanicamente.
I rifiuti provenienti dalla griglia vanno
allontanati e smaltiti come rifiuti solidi
assimilati agli urbani.
19. ACQUE REFLUE URBANE
DISSABBIATURA
La dissabbiatura ha lo scopo di eliminare le
particelle minerali sedimentabili.
Si realizza facendo scorrere il liquame in vasche
definite dissabbiatrici ad una velocità di circa
30 cm/sec.
Il materiale derivante dai dissabbiatori, dopo
essiccazione, viene utilizzato nel settore edile.
20. ACQUE REFLUE URBANE
SGRASSATURA
La separazione dei grassi e delle altre sostanze
galleggianti presenti nel liquame è necessaria in
quanto potrebbe ostacolare le fasi successive di
trattamento del liquame.
Le sgrossatura si effettua in camere di calma
munite di uscita collocata sul fondo della
camera.
21. ACQUE REFLUE
SGRASSATURA
Film oleoso
Ingresso
liquame
Uscita
liquame
23. ACQUE REFLUE URBANE
SEDIMENTAZIONE
La sedimentazione si realizza in vasche di
calma di forma rettangolare con fondo a
tramoggia o circolari con fondo ad imbuto.
25. ACQUE REFLUE URBANE
TRATTAMENTO DEI FANGHI
I fanghi provenienti dal trattamento
primario sono ricchi di acqua e germi
patogeni; pertanto, vanno stabilizzati.
Il metodo più semplice di stabilizzazione è
la digestione anaerobia.
26. ACQUE REFLUE URBANE
DIGESTIONE ANAEROBIA
Il fango lasciato in camere chiuse va
incontro ad una prima fase fermentativa
acida putrefattiva seguita da una
successiva fase metanigena che avviene
in assenza di cattivi odori.
Il fango digerito si riduce di volume e
non emana cattivi odori.
27. ACQUE REFLUE URBANE
VASCHE DI IMHOFF
La sedimentazione del liquame ed il
successivo trattamento dei fanghi può
essere realizzato in impianto (vasche di
Imhoff) che combinano la sedimentazione
e la digestione.
29. ACQUE REFLUE URBANE
ALTRI METODI DI TRATTAMENTO DEI
FANGHI
La stabilizzazione dei fanghi può anche essere
realizzata:
per via aerobia (vasche a fanghi attivi ad
aerazione prolungata)
per via chimica mediante aggiunta di Ca(OH)2
(100 – 200g di calce per ogni Kg di solidi
sospesi) o cloro attivo (60 – 70 g di ipoclorito
per ogni Kg di solidi sospesi)
30. ACQUE REFLUE URBANE
I FANGHI TRATTATI POSSONO
ESSERE SMALTITI ALLO STATO
SEMILIQUIDO OPPURE:
disidratati in letti di essiccamento
centrifugati
trattati in filtropressa
31. ACQUE REFLUE URBANE
TRATTAMENTI SECONDARI
SI DIVIDONO IN:
5. impianti a fanghi attivi:
classici
ad ossidazione totale
2. filtro o letti percolatori
32. ACQUE REFLUE URBANE
IMPIANTO A FANGHI ATTIVI
effluente clorazione
aria
sedimentatore Sedimentatore finale
Fanghi esubero Fanghi di ricircolo
33. ACQUE REFLUE URBANE
FILTRO A LETTI PERCOLATORI
liquame
e
Liquam to
fica
chiari
aria
Effluente
trattato
fanghi
chiarificatore
34. ACQUE REFLUE URBANE
TRATTAMENTI TERZIARI
Gli effluenti dei trattamenti secondari,
se sversati in corpi idrici di modesta
entità, possono determinare fenomeni
di eutrofizzazione dovuti a un elevato
carico di nutrienti.
I trattamenti terziari sono indirizzati
ad abbattere il contenuto di azoto e
fosforo.
35. ACQUE REFLUE URBANE
DENITRIFICAZIONE
L’azoto può essere eliminato dopo
ossidazione dell’azoto a nitrati e
successiva denitrificazione batterica.
In tal caso i nitrati vengono
trasformati in azoto e ossigeno.
2NO3 3O2 + 2N2
36. ACQUE REFLUE URBANE
ABBATTIMENTO DEL FOSFORO
Si realizza mediante un processo di
chiariflocculazione per aggiunta di
Cloruro Ferrico in ambiente basico.
37. ACQUE REFLUE URBANE
CLORAZIONE
La disinfezione del liquame rientra nei
trattamenti terziari.
Generalmente si effettua con l’aggiunta
di Ipoclorito di Sodio.
38. ACQUE REFLUE URBANE
CLORAZIONE
La quantità di Cloro necessaria al
trattamento del liquame viene stabilita
determinando la clororichiesta in
laboratorio.
Il processo si realizza in una vasca di
dimensioni tali da garantire un contatto
con il cloro di almeno 20 minuti.
39. DEPURAZIONE CHIMICA
PROCESSI OSSIDATIVI
(clorazione)
La clorazione delle acque può essere
effettuata con ipoclorito di sodio o di
calcio oppure con biossido di cloro.
Ipoclorito di sodio NaCl2O
Ipoclorito di calcio Ca(Cl2O)2
Biossido di cloro ClO2
40. DEPURAZIONE CHIMICA
PROCESSI OSSIDATIVI
(clorazione)
Qualunque sia il composto utilizzato il
processo di disinfezione sfrutta il potere
ossidante del cloro secondo la reazione:
Cl2 + H2O 2Cl- + 2H+ + ½ O2
41. DEPURAZIONE CHIMICA
PROCESSI OSSIDATIVI
(clorazione)
L’ipoclorito di sodio o di calcio è
utilizzabile in soluzione a differenti
concentrazioni.
Il biossido di cloro esiste solo allo stato
gassoso e si ottiene dalla reazione:
Cl2 + 2NaClO2 2NaCl + 2ClO2
42. DEPURAZIONE CHIMICA
CLORORCHIESTA
La clororichiesta si ricava facilmente
in laboratorio o presso l’impianto in
cui si deve effettuare il trattamento
di clorazione.
43. CLORORCHIESTA
Procedura operativa:
In 10 cilindri da 200 ml vengono introdotti, in ognuno,
100 ml di acqua da trattare.
Ai cilindri viene aggiunta una quantità crescente di
cloro (0 – 0,5 – 1,0 – 1,5 – 2,0 – 2,5 – 3,0 – 3,5 –
4,0 – 4,5 ppm).
I cilindri tappati vengono posti per 30’ al buio.
Dopo 30’ si aggiunge ad ogni cilindro alcune gocce di
una soluzione di DPD o O-Tolidina e si misura il cloro-
residuo.
44. CLORORCHIESTA E BREAK POINT
DPD
0 0,5 1,0 1,5 2,0 2,5 3,0 3,5 4,0 4,5
CLORO AGGIUNTO IN ppm
45. LIQUAMI INDUSTRIALI
Le loro caratteristiche dipendono dal tipo
di industria e dal ciclo produttivo. Tali
liquami possono essere contaminati da
elementi e sostanze tossiche di varia
natura.