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A.S. 2022-2023
CORSO DI FORMAZIONE SPECIFICA SUI BISOGNI EDUCATIVI
DEI SOGGETTI CON SINDROME DELLO SPETTRO AUTISTICO
Le finalità didattico educative della scuola: organizzazione degli spazi e dei tempi; la
progettazione didattica; il ruolo dei compagni e del docente di sostegno.
Sportello Autismo e Scuole.
Le tecnologie per l’inclusione scolastica.
A cura di: prof. Maurizio Molendini
Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce
RIFLESSIONE INIZIALE
2
Vorrei che il vostro percorso iniziasse riflettendo
sulle parole di Jim Sinclair, un ragazzo con autismo
prof. Maurizio Molendini - Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce
“Essere autistici non significa non essere umani, ma essere diversi. Quello che è normale per altre
persone non è normale per me e quello che io ritengo normale non lo è per gli altri. In un certo
senso sono mal equipaggiato per sopravvivere in questo mondo, come un extraterrestre che si sia
perso senza un manuale per sapere come orientarsi. Ma la mia personalità è rimasta intatta. La
mia individualità non è danneggiata. Ritrovo un grande valore e significato nella vita e non
desidero essere guarito da me stesso. Concedetemi la dignità di ritrovare me stesso nei modi che
desidero; riconoscete che siamo diversi l’uno dall’altro, che il mio modo di essere non è soltanto una
versione guasta del vostro, interrogatevi sulle vostre convinzioni, definite le vostre posizioni.
Lavorate con me per costruire ponti tra noi.”
In Peeters T. (1998), Autismo infantile: orientamenti teorici e pratica educativa, Roma, Phoenix Editrice
Di che cosa parleremo
3
prof. Maurizio Molendini - Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce
INTERVENTO
nella
SCUOLA
PEI
Progetto di vita
Funzioni
Ruolo
Lavoro
di rete
in alleanza
con
famiglia
servizi
figure educative
significative
compagni e
docente di
sostegno
costruzione
della relazione
collocato
all’interno del
basato su
punti di forza e punti
di debolezza
dell’alunno
necessità di individualizzazione
personalizzazione
flessibilità
organizzativa
strutturazione
spazio tempo
stimoli/materiali
uso delle
tecnologie
Concetti chiave dell’INDEX
4
prof. Maurizio Molendini - Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce
Ostacoli all’apprendimento
e alla partecipazione
Scuola adatta ai ritmi alle
richieste degli alunni; scuola
aperta che sfida a superare le
barriere di ogni tipo
Sostegno alle diversità
Scuola come comunità
inclusiva deve essere un
sostegno alla piena
valorizzazione delle differenze
per tutti (alunni, docenti,
famiglie)
Risorse per sostenere
l’apprendimento e la
partecipazione
Il sostegno non solo riguarda
tutti, ma viene anche fornito da
tutti (non solo insegnante di
sostegno, ma doc curricolari,
alunni, famiglie, dirigenti,
personale amministrativo e ATA,
assistenti educatori, associazioni
Dobbiamo imparare ad affrontare il tema delle “differenze”
Le dimensioni dell’INDEX
5
prof. Maurizio Molendini - Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce
Creare e sviluppare l’Inclusione
“Se mi etichetti mi annulli” (Bisogni Educativi Speciali)
6
prof. Maurizio Molendini - Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce
Dobbiamo guardarli come “bambini” e non come “bambini speciali”
Scoprire i loro
punti di forza e
potenzialità
Comprendere il
loro peculiare
funzionamento
Scoprire cosa
li emoziona
Scoprire cosa
più li interessa
Imparare a
distinguere
cosa non
vogliono fare
da ciò che non
riescono a fare
MONITORAGGIO DISABILITÀ
7
prof. Maurizio Molendini - Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce
COMUNICAZIONE USR DEL 28/10/2022
119 Istituti della Provincia
76 Istituti Infanzia,
Elementari, Media di Primo
Grado
43 Istituti Media di
Secondo Grado
N° ALUNNI F84 F84.0 F84.1 F84.5
INF. EL. M1° 2340 394 173 17 5
M2° 1118 90 19 4 7
Caratteristiche e sintomi dei disturbi dello spettro autistico
8
DSM-5 Manuale diagnostico e
statistico dei disturbi mentali
dell’American Psychiatric Association
●Deficit nella comunicazione sociale e nell’interazione sociale
● Comunicazione verbale e non verbale
● Area degli interessi e delle attività
● Ipersensibilità o iposensibilità in uno dei 5 sensi
● Stereotipie motorie
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<<AUTISMO>> …compromissione delle abilità sociali, comunicative e comportamentali
condizione di
disordine
neuropsichico
CARATTERISTICHE E COMPORTAMENTI
9
Interazione sociale
● Evita il contatto visivo
● È strano nelle relazioni
● Non condivide attività e interessi
● Preferisce stare da solo
● Fa fatica a mettersi nei panni degli altri
prof. Maurizio Molendini - Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce
<<AUTISMO>> … Consideriamo 3 macroaree
Comunicazione
● Ha difficoltà di comunicazione
● Infrange le regole della conversazione
● Non comprende l’umorismo e l’ironia
● Ripete parole e frasi
Comportamenti,
interessi, attività
● Non gioca a “far finta”
● Ha interessi particolari, ristretti o assorbenti
● Segue rituali ripetitivi e rigidi
● Fa fatica ad affrontare i cambiamenti
● Compie movimenti stereotipati
● Non si separa da alcuni oggetti
COSA TENERE A MENTE
Profilo cognitivo
spesso disomogeneo
10
Elaborazione e risposta alle informazioni
che arrivano dal mondo esterno
Possono essere presenti
isole di abilità
Abilità visive
Elaborano più facilmente
le informazioni visive
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Competenze più o meno
sviluppate in alcune aree
L’importanza di costruire una buona relazione di fiducia reciproca
COSA TENERE A MENTE
Deficit nelle funzioni esecutive
Difficoltà di spostare l’attenzione in modo flessibile, a bilanciare le priorità, a
risolvere problemi in modo pianificato e strategico considerando le possibili
alternative e le risorse disponibili.
Deficit di coerenza centrale*
Ridotta capacità di riunire insieme varie informazioni per costruire un
significato globale, una visione di insieme.
Deficit di teoria della mente
Ridotta capacità di comprendere gli stati mentali degli altri (i loro pensieri,
opinioni e intenzioni) e di utilizzarli per dare significato al loro comportamento
11
prof. Maurizio Molendini - Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce
Riconosciamo i loro deficit per poter intervenire
Il Piano Educativo Individualizzato - PEI (1)
La chiave per un intervento efficace con le persone in condizione di autismo è l’educazione, che si
realizza in modo più efficace se copre tutto l’arco della vita della persona.
12
prof. Maurizio Molendini - Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce
Programmare e agire
Il PEI terrà in considerazione le aree problematiche nell’interazione, comunicazione e
immaginazione del soggetto, il suo grado di autonomia e la sua situazione di
funzionamento complessivo
definirà gli obiettivi
da raggiungere
breve termine - medio termine - lungo termine
(Ianes e Cramerotti, 2009)
Il Piano Educativo Individualizzato - PEI (2)
Effettuare
un’attenta e
prolungata
OSSERVAZIONE*
del bambino in
situazioni diverse
13
prof. Maurizio Molendini - Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce
Osservare il bambino in situazioni diverse
nel gioco
nell’attività con l’insegnante di
sostegno o con l’educatore
in situazioni più o meno strutturate
con i genitori
ORGANIZZARE
spazi e tempi nei quali
attuare il progetto
in relazione alle caratteristiche
peculiari del bambino
INIZIARE da ciò che
è a lui FAMILIARE
Tenere conto degli
interessi e di ciò che
desidera fare
Stato di benessere
ed equilibrio
Il Piano Educativo Individualizzato - PEI (3)
Lo SPAZIO in cui il
bambino si muove
14
prof. Maurizio Molendini - Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce
Aiutare il bambino nei collegamenti spazio-tempo-materiali-attività
tipologia dell’attività richiesta
dovrà essere adeguato a
tempo in cui il bambino vive
quello spazio
COME
AIUTARLO???
tramite
materiali che gli sarà chiesto di
usare
Cartelloni
Ruote del
tempo
Oggetti manipolabili
presentati in sequenza
MODALITÀ
ICONOGRAFICA E
TATTILE
Il lavoro di rete - PEI (4)
La costruzione di un PEI a scuola necessita della
collaborazione di tutti coloro che operano sul territorio.
15
prof. Maurizio Molendini - Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce
Il ruolo dell’insegnante specializzato per il sostegno
In particolare, l’insegnante specializzato per il sostegno dovrebbe assumere il ruolo di
figura di sistema all’interno della scuola per costruire la rete di collaborazioni.
Costruzione della rete di collaborazioni
Con gli operatori dei centri
specializzati di riferimento
Con la famiglia e lo studente con autismo Con i Centri di documentazione per
l’inclusione (CTS)
● info e suggerimenti per migliorare
il lavoro in aula
● definire progetto e azioni
● impostare momenti di verifica
● avviare momenti di confronto per
gestire difficoltà e crisi
● raccogliere info sulle abitudini di vita
● avviare processo di conoscenza e
concordare un programma comune
● definire periodici momenti di verifica del
lavoro svolto
● essere aggiornato sulle azioni svolte fuori
dalla scuola
● migliorare le competenze nella
prospettiva di un aggiornamento
continuo anche tecnologico
● conoscere la mappa delle risorse
del territorio per avviare utili
collaborazioni
16
… soprattutto in ascolto …
… ed essere buoni osservatori!!!
E la natura, si dice, ha dato a ciascuno di noi due orecchie,
ma una sola lingua,perché siamo tenuti ad ascoltare
più che a parlare. (Plutarco)
Per fare Rete bisogna essere…
prof. Maurizio Molendini - Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce
COME INTERVENIRE A SCUOLA
Richiede contesti adatti. Richiede contesti ricchi di possibilità e stimoli
significativi, ma non confusi, non frammentati
17
prof. Maurizio Molendini - Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce
Alcune “piste” di riflessione
L’autismo non può essere “adattato” alle condizioni della normale socialità.
Semmai è il mondo che deve adattarsi a tale modo di essere, rispettarne le
singole caratteristiche.
Molte volte la classe nel suo complesso e con la sua confusione è troppo
impegnativa.
Meglio un piccolo gruppo conosciuto, nel senso che si conoscono e si
prevedono i comportamenti, che svolge attività strutturate e prevedibili.
COME INTERVENIRE A SCUOLA
Pensare e organizzare l’insegnamento e la didattica con e per gli alunni con
disturbi dello spettro autistico, a beneficio di tutta la classe.
● Educare alla conoscenza, al rispetto e alla valorizzazione di tutte le
possibili differenze
● Partire dai punti di forza e non dalle difficoltà
● Aiuti e supporti visivi
18
prof. Maurizio Molendini - Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce
Alcune “piste” di riflessione
Educare alla conoscenza, al rispetto e alla
valorizzazione di tutte le possibili differenze
Con attività mirate:
● laboratorio artistico
● lettura
● creazione di storie
● visione di video, film, cortometraggi dedicati alle diverse modalità
di apprendimento, ai bisogni educativi speciali e all’inclusione.
19
Creare un clima collaborativo di conoscenza, rispetto e valorizzazione
prof. Maurizio Molendini - Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce
Il contributo dell’insegnante di classe
Partire dai punti di forza e non dalle difficoltà
Abilità e competenze strabilianti su alcuni argomenti/ambiti (o in un’attività) che li
interessano particolarmente (ad es. disegno, musica, calcolo, orari e percorsi dei treni, …)
20
Ogni bambino ha i suoi punti di forza
Può manifestare buone competenze di:
● abilità visuo-spaziali (attenzione a dettagli e ad aspetti che
sfuggono alla maggior parte delle persone);
● memoria (visuo-spaziale, episodica, …);
● rispetto delle regole e delle procedure;
● applicazione (motivazione e costanza);
● focalizzazione (eccezionali capacità di approfondimento degli
argomenti motivanti, ecc.);
● originalità nel problem solving;
● ecc.
Bisogna fare attenzione
anche allo stile con cui il
bambino si approccia
alla realtà.
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Aiuti e supporti visivi
OGGETTI
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Il bambino con autismo è un <<pensatore visivo>>
Lunghe consegne verbali
spesso lo confondono.
Parlare in modo lento e chiaro.
Ricorrere ad aiuti
visivi di vario genere
IMMAGINI
FOTOGRAFIE
SEGNALI
Prevedere la
sequenza di eventi
quotidiani
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Aiuti e supporti visivi
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Il bambino con autismo va aiutato per generalizzare comportamenti e regole
Mostrare come si fa qualcosa
Docenti o compagni
fanno da modelli
Guidarlo fisicamente
Non alzare mai la voce Non minacciare con punizioni
AIUTARE IL BAMBINO
Generalizzare
comportamenti e regole
nei diversi ambienti
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Utili in ambito scolastico ed extrascolastico
Agenda visiva
Striscia o sequenza di attività
Schema del tempo
Analisi del compito
Storie sociali
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Alcuni esempi di supporti visivi
Ogni bambino HA DIRITTO ai supporti che risultano, per lui, più comprensibili e utili
Termometro delle emozioni
Cartelloni con le regole da rispettare in
determinate situazioni
Immagini plastificate e dotate di velcro
sul retro per l’etichettatura
dell’ambiente e degli oggetti
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Condivisione con i Partner dei supporti visivi
Tutti i supporti visivi scelti
dovrebbero sempre essere il più
possibile condivisi con tutte le
persone che si prendono cura del
bambino (genitori, docenti,
operatori dei centri
socio-sanitari, ecc,), in modo da
favorire la coerenza
dell’intervento educativo globale
e la generalizzazione delle abilità
acquisite.
24
Social Network e Patto Educativo di Comunità
prof. Maurizio Molendini - Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce
Condivisione con i Partner dei supporti visivi
Il bambino con autismo
ha bisogno di coerenza,
prevedibilità e ordine.
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Social Network e Patto Educativo di Comunità
prof. Maurizio Molendini - Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce
Il nostro strumento di lavoro più
potente è l’alleanza concreta con
genitori, familiari e operatori.
Perseguire pochi e chiari
obiettivi alla volta
La fonte più importante
di informazioni utili
PATTO EDUCATIVO DI COMUNITA’
Strutturare l’ambiente
Creare un ambiente classe <<a misura di autismo>> è una delle sfide più importanti
per garantire la serenità del bambino, favorire l’apprendimento e l’acquisizione di abilità,
prevenire eventuali situazioni critiche e lavorare per il benessere di tutti.
OBIETTIVI
26
● Eliminare le fonti di disagio ambientale per il bambino
● Individuare chiaramente le fonti di distrazione
● Strutturare lo spazio in maniera comprensibile
● Strutturare il tempo in maniera prevedibile
● Dare regole di comportamento chiare
● Dedicare uno spazio al rilassamento del bambino
Creare un ambiente classe <<a misura di autismo>>
prof. Maurizio Molendini - Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce
Per raggiungere questi
obiettivi è necessario:
Strutturazione spazio-temporale: lo spazio
Lo spazio di lavoro dovrebbe essere
organizzato in spazi chiaramente e
visivamente delimitati, ognuno con delle
funzioni specifiche visualizzate, per
permettere al bambino di sapere con
precisione cosa ci si aspetta da lui in ogni
luogo e in ogni momento.
ORGANIZZARE IN AULA
27
Consentire al bambino di crearsi dei punti di riferimento
prof. Maurizio Molendini - Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce
Strutturare in modo chiaro i tempi consente al bambino di crearsi dei punti di
riferimento per far fronte al caos e all’imprevedibilità che percepisce e che spesso le
relazioni sociali intensificano ulteriormente.
Spazio di lavoro con i compagni
Spazio di lavoro individuale
Spazio di riposo
Spazio dedicato al tempo libero
È importante che ogni spazio sia dedicato a una singola attività
Strutturazione spazio-temporale: il tempo e le attività
STRUTTURARE LA GIORNATA
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Il passare del tempo… cosa sta accadendo, cosa è accaduto, cosa accadrà
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Il passare del tempo è un concetto
difficile da apprendere, perché si
basa su dati non visibili.
In ogni momento il bambino deve
sapere “che cosa sta accadendo”,
“che cosa è accaduto” e “che cosa
accadrà”, aumentando la
prevedibilità e il controllo della
situazione e quindi diminuendo
l’incertezza, che tende a generare
ansia.
A questo punto è fondamentale che il bambino abbia una sua
<<AGENDA VISIVA GIORNALIERA>>.
è importante
Nell’Agenda visiva giornaliera o
settimanale, vengono presentate,
in ordine, le principali attività
della giornata, il luogo esatto
dove verranno svolte (aula,
palestra, giardino, laboratorio) e
con chi (le persone) verranno
effettuate.
29
Agenda visiva
prof. Maurizio Molendini - Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce
Le guide visive assumono grande valore … sia in produzione sia in comprensione
Alcuni esempi di “Agenda visiva”
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Funzione di creare una
routine di lavoro
PREVEDIBILITA’
e
SICUREZZA
prof. Maurizio Molendini - Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce
AUTONOMIA
Alcuni consigli per costruire le “Agende visive”
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Se si usano fotografie o immagini è importante che esse abbiano
un soggetto chiaro, possibilmente su sfondo neutro.
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Gerarchia di simboli visivi (Mirenda & Locke Ishd 1989)
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Altri esempi di “Agenda giornaliera”
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prof. Maurizio Molendini - Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce
Utilizzo dell’agenda visiva giornaliera a casa
All'inizio può essere necessaria la guida
fisica dell'adulto che richiami l'attenzione
sull'ausilio visivo indicandolo.
34
Successivamente, si potrà procedere con
una riduzione graduale della guida
dell'adulto fino ad arrivare all'utilizzo
dell'agenda visiva giornaliera in completa
autonomia da parte del bambino
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Perché fa così?
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prof. Maurizio Molendini - Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce
Evita il contatto visivo
Come
intervenire
Cominciate con giochi a lui graditi, interrompeteli e attendete che vi guardi negli occhi per poi
riprenderli immediatamente. In seguito, organizzate dei giochi in piccolo gruppo in cui sia
necessario guardare negli occhi il compagno, anche solo per un secondo, per procedere con la
turnazione. Cercate di individuare i compagni con cui il bambino ha maggiore facilità di
interazione. Sfruttate ogni occasione per spiegare al bambino il significato delle espressioni facciali
dei suoi compagni, dei gesti e delle posture corporee.
Insegnate al bambino alcuni gesti convenzionali per comunicare con gli altri.
Quando leggete o raccontate una storia evidenziate, attraverso la mimica facciale o le posture, i
sentimenti, gli stati d’animo o i desideri dei personaggi del racconto.
Perché ha difficoltà a comprendere che il contatto oculare, i gesti o le espressioni
del volto riflettono intenzioni, pensieri o desideri.
Perché spesso mantenere il contatto oculare gli crea ansia o sovraccarico
sensoriale.
Perché guardare gli occhi dell’interlocutore lo distrae da quello che la persona dice.
Patto
educativo
Anche i genitori a casa potranno offrire tante opportunità quotidiane per sviluppare l’uso dello
sguardo in modo funzionale incoraggiandolo, ad esempio, a osservare il viso e il comportamento
dei fratelli, oppure stimolandolo a imitare azioni con e senza oggetti, proponendo giochi e attività
gradite in cui è necessario essere guardati o guardare insieme in direzione di un oggetto, fare a
turno, scambiare sorrisi o condividere emozioni.
Perché potrebbe essere infastidito da voci, rumori, abbracci o contatto fisico.
Perché non comprende gli scherzi e le battute.
Perché spesso non è interessato agli stessi giochi dei compagni.
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prof. Maurizio Molendini - Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce
È strano nelle relazioni… non ci sono ricette infallibili per risolverle
Perché fa così?
Come
intervenire
La
strutturazione
Creare un clima collaborativo in aula leggendo storie o guardando insieme un video o cartoni
sul tema del rispetto delle differenze individuali.
Create delle occasioni frequenti di interazione che partono il più possibile dagli interessi,
dalle abilità e dai talenti del bambino.
Spiegate al bambino esplicitamente e chiaramente le regole dell’interazione sociale usando
di frequente supporti visivi per accompagnare il linguaggio verbale.
Date al bambino un programma chiaro (anche visivo) dei materiali che può utilizzare per il
gioco a due o in piccolo gruppo.
Realizzare un cartellone visivo con le foto e il nome scritto di ciascun compagno stimolandolo
a memorizzarli.*
Insegnate la turnazione nel gioco (“Prima tocca a me e poi a te”).
Create spazi diversificati in aula (gioco, relax, lavoro, ...).
Utilizzare un timer visivo per mostrare per quanto tempo sarà possibile giocare o
svolgere una determinata attività con il compagno.
La risorsa compagni
Gli insegnanti e gli alunni possono creare un’alleanza per aiutare il bambino a
migliorare la comunicazione ricettiva ed espressiva e l’interazione sociale nel
gruppo classe con alcuni accorgimenti, ad esempio:
37
Fa fatica a mettersi nei panni degli altri
prof. Maurizio Molendini - Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce
★ conoscere e utilizzare in prima persona i supporti visivi che utilizza (agenda
visiva, immagini, …) e le strategie (utilizzo della CAA);
★ ignorare eventuali comportamenti problematici che hanno la funzione di
richiamare la loro attenzione;
★ fornirgli opportunità diverse e quotidiane di rivolgersi a un compagno per
uno scopo preciso (un’attività da fare insieme);
★ spiegare perché si sono comportati in una certa maniera o quali sentimenti
hanno provato in una data situazione.
Perché alcune aree del cervello presentano delle anomalie funzionali e non si attivano
adeguatamente in risposta agli stimoli comunicativi.
Perché ha difficoltà a comprendere e usare correttamente il linguaggio nelle interazioni sociali
38
prof. Maurizio Molendini - Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce
Ha difficoltà di comunicazione … potrebbe presentare comportamenti problematici
Perché fa così?
Cosa
tenere a
mente
Come
intervenire
La comunicazione verbale (vocalizzi, combinazioni di vocali e consonanti, parole singole e
associazioni di parole) è solitamente accompagnata da tratti paralinguistici, in particolare:
● il volume della voce;
● la prosodia, che può essere monotona, meccanica, cantilenante, ecc.;
● il tono, che può essere gutturale, nasale, in falsetto, ecc.;
● il ritmo, che può essere più lento o veloce del normale.
Nella comunicazione non verbale rivestono particolare importanza:
● lo sguardo, che rispecchia il tipo di relazione che c’è tra i soggetti che comunicano,
regola i comportamenti e condiziona lo scambio;
● le espressioni del viso;
● la postura e la prossimità fra gli interlocutori*.
Cerchiamo di scoprire quale forma è più congeniale ed efficace per ognuno di loro.
Anche se un bambino non sviluppa il linguaggio verbale o presenta significative difficoltà ad
usarlo, questo non significa che non possa comunicare efficacemente con “sistemi
alternativi”.
Perché ripetere parole e frasi (ecolalia) potrebbe essere un modo per tranquillizzarsi.
Perché potrebbe essere un tentativo di comunicare.
Perché il suono prodotto dalle sue parole potrebbe dargli un feedback sensoriale gratificante.
39
prof. Maurizio Molendini - Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce
Ecolalia … non è ancora chiaro quale funzione o quali funzioni assolva
Perché fa così?
Cosa
tenere a
mente
Nell’ecolalia:
● il tono e la cadenza della voce possono apparire monotoni o cantilenanti;
● il volume può essere troppo alto o troppo basso, comunque non adeguato;
● il ritmo può essere molto lento o velocissimo.
L’ecolalia può rispondere a differenti bisogni e avere varie funzioni:
● richiedere un oggetto o un’attività;
● commentare una situazione;
● fuggire da un compito, da una situazione spiacevole o da una richiesta non compresa;
● autoregolare il proprio stato emotivo in situazioni particolarmente stressanti,
imprevedibili, ansiogene;
● richiamare l’attenzione;
● protestare e tentare di interrompere le azioni degli altri;
● ottenere un rinforzo sensoriale gratificante.
Come ho detto, alcuni bambini con autismo si dedicano ad attività ripetitive proprio quando si
sentono in difficoltà, perciò, se ancora non gli sono state insegnate altre modalità per gestire
queste situazioni, è opportuno lasciare che lo facciano.
40
prof. Maurizio Molendini - Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce
Ecolalia … cerchiamo di non peggiorare la situazione
Perché fa così?
Come
intervenire
Intervenire senza sapere che funzione abbia per quel bambino in quella particolare
situazione è molto rischioso. Potrebbe peggiorare la situazione e, magari, aumentare il
malessere del bambino.
Come gestire o prevenire questo comportamento che in aula può risultare disfunzionale e molto
disturbante?
● Non arrabbiatevi se parla da solo e abbiate molta pazienza.
● Confrontatevi con gli altri partner comunicativi (genitori, logopedisti, educatori, ecc.).
● Cercate di coinvolgere il bambino nella lezione, catturando la sua attenzione, anche
con il prezioso aiuto dei compagni.
● Utilizzate i supporti visivi durante la lezione per tutta la classe.
● Incoraggiate il bambino a comunicare in modo gestuale, aumentativo e alternativo.
● Aiutate i compagni a comprendere i motivi per cui il bambino usa l’ecolalia.
● Predisponete e usate storie sociali per spiegare quando si può parlare e quando si deve
stare in silenzio durante la lezione (realizzando anche supporti visivi).
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prof. Maurizio Molendini - Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce
Ecolalia … creare un ambiente strutturato e prevedibile
L’insegnante può fare molto per evitare questo comportamento
Strutturazione
L'insegnante può creare un ambiente strutturato e prevedibile ed evitare così che il
bambino ricorra all’ecolalia per isolarsi da una situazione per lui problematica.
L’ambiente deve essere accogliente per tutti, dove ognuno possa, a suo modo,
esprimere i propri stati d’animo o segnalare il proprio affaticamento.
● Rendere prevedibile la scaletta e gli impegni giornalieri usando l’agenda visiva,
specificando i momenti di attività e i momenti di pausa;
● Organizzare le attività e suddividere i compiti più difficili in piccoli passi
● Realizzare un semaforo delle emozioni (rabbia/agitazione) per poter
comunicare velocemente lo stato d’animo
● Insegnare modalità di autoregolazione, attività per scaricare la tensione
rilassarsi
● Realizzare tabelle visive per la comunicazione essenziale (aiutami, stop, sono
stanco, …) da tenere sempre a disposizione
● Dedicare, se possibile, un angolo dell’aula al relax, con un tappetino e alcuni
materiali per il rilassamento ( giochi preferiti, cuffie con musica, …)
○ DISABILITA' (dal 2006/2007)
○ DSA (dal 2007/2008)
○ CAA (dal 2014/2015)
○ AUTISMO (dal 2017/2018)
42
GLI SPORTELLI DI CONSULENZA DEL CTS LECCE
prof. Maurizio Molendini - Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce
Parte 2 - Sportello Autismo e Scuole
BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI
○ BULLISMO E CYBERBULLISMO (dal
2017/2018)
○ TUTELA DEI DIRITTI DELLE PERSONE
DISABILI (dal 2018/2019)
43
prof. Maurizio Molendini - Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce
Sportello Autismo
n. 38 scuole
n. 105 famiglie/studenti
n. 18 progetti attivati
n. 12 progetti attualmente
sotto monitoraggio
44
prof. Maurizio Molendini - Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce
Alcuni momenti delle attività di consulenza - CAA
45
prof. Maurizio Molendini - Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce
BASSA TECNOLOGIA
46
prof. Maurizio Molendini - Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce
ALTA TECNOLOGIA
Ausili e Tecnologie a supporto di una Didattica Inclusiva
● “Che ruolo giocano le tecnologie nell’inclusione scolastica?”
● “Quali problematiche caratterizzano le relazioni tra tecnologie,
BES e Inclusione Scolastica?”
● “In che modo tali problematiche possono oggi essere lette,
interpretate e affrontate?”
● “In che misura l’accessibilità e l’usabilità delle tecnologie oggi
disponibili condizionano il processo di inclusione?”
● “Che ruolo assume il docente in questa prospettiva didattica e
su quali competenze deve fondarsi la sua formazione?”
● “Che cosa determina il successo formativo?”
47
prof. Maurizio Molendini - Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce
LE DOMANDE CHE CI PONIAMO SONO MOLTE
QUALI STRUMENTI/MEDIATORI DIDATTICI?
48
prof. Maurizio Molendini - Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce
● Qualsiasi strumento può diventare inclusivo
● E’ l’uso che ne viene fatto che rende speciale la tecnologia
LE TECNOLOGIE SONO SEMPRE PIÙ PRESENTI NELLA VITA
QUOTIDIANA DI CIASCUNO DI NOI
49
prof. Maurizio Molendini - Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce
ADESSO
USO LA
SINTESI
VOCALE
MA NON
AVEVI
PROBLEMI
PER LEGGERE
Le tecnologie assistive sono forme di
modificazione ambientale che possono
facilitare il funzionamento in una
persona.
svolgere, in autonomia,
attività che altrimenti
sarebbero loro precluse.
MONITO SULLE TECNOLOGIE
50
prof. Maurizio Molendini - Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce
La tecnologia non può
essere SUBITA
La tecnologia non deve
essere BANALIZZATA
Quanta tecnologia occorre introdurre?
51
prof. Maurizio Molendini - Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce
Tecnologie e ICF
PERCHÉ USARE LE TECNOLOGIE IN AULA?
❏ Per documentare e rendere trasparente ciò che viene fatto quotidianamente.
❏ Per trasportare in unico contenitore ciò che viene prodotto singolarmente o a
gruppi.
❏ Per rendere partecipi i compagni del proprio lavoro.
❏ Per dare uno spazio da protagonisti a chi è in difficoltà per aiutarlo a sentirsi
comunque importante all'interno dell'organismo classe.
❏ Per condividere difficoltà e intoppi...stiamo imparando insieme.
❏ Per documentare ciò che viene svolto in una veste molto accattivante.
❏ Per rendere la didattica quotidiana ripetibile e riutilizzabile.
❏ Per rendere la scuola “trasportabile” utilizzando un “unico contenitore” per
tutti i tipi di file (audio, foto, disegni, testi, presentazioni).
❏ Per condividere con i genitori i progressi quotidiani.
52
prof. Maurizio Molendini - Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce
TECNOLOGIE E INCLUSIONE
La tipologia delle tecnologie avanzate utilizzate o utilizzabili nei
processi di inclusione scolastica può essere categorizzata in tre ambiti:
53
prof. Maurizio Molendini - Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce
TECNOLOGIE STANDARD
TECNOLOGIE ASSISTIVE
(AT)
TECNOLOGIE
COMPENSATIVE
TECNOLOGIE STANDARD
• non sono soltanto le apparecchiature; abbiamo anche tutti i
software, tra cui non dobbiamo dimenticare l’editoria scolastica
digitale (libri a contenuto misto)
• è facile constatare che spesso sono generatrici di nuove barriere
(digitali), perché non sono progettate secondo i principi del
design for all
“le usa chi riesce”
54
prof. Maurizio Molendini - Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce
TECNOLOGIE ASSISTIVE (AT)
L. 4/2004
sull’accessibilità
dei prodotti
digitali
55
prof. Maurizio Molendini - Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce
56
prof. Maurizio Molendini - Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce
ASSISTIVE SOLUTION
57
prof. Maurizio Molendini - Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce
TECNOLOGIE COMPENSATIVE
D.M. 5669 del 12.07.2011 (riprendendo la L. 170 sui DSA)
58
prof. Maurizio Molendini - Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce
“Gli strumenti compensativi sono strumenti didattici e
tecnologici che sostituiscono o facilitano la prestazione
richiesta nell’abilità deficitaria”
combinazione di AT + uso assistivo
delle tecnologie standard
integrate nella metodologia e
nella didattica dei docenti
AUSILI PER LA COMUNICAZIONE, LO STUDIO E IL LAVORO
● Ausili per la lettura
● Macchine per scrivere
● Programmi per la produzione di testi
59
prof. Maurizio Molendini - Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce
● Ausili per il disegno e la scrittura manuale
● Calcolatrici
● Ausili per l'apprendimento
AUSILI PER LA LETTURA
● Ausili volta-pagine
● Leggii
● Video ingranditori
● Maschere per lettura
● Illuminazione
● Libri e materiali
60
prof. Maurizio Molendini - Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce
M CCHINE PER SCRIVERE
● Macchine per scrivere manuali od elettroniche con o senza la
memorizzazione del testo
● Macchine manuali ed elettriche per scrivere in Braille, con o senza la
memorizzazione del testo
● Macchine dedicate all'elaborazione di testi, compresi quelli per la
video-scrittura
61
prof. Maurizio Molendini - Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce
BARRA BRAILLE
● le "barre Braille", dette anche display Braille, in
quanto servono in un certo senso a visualizzare la
schermata. Si presentano appunto come barre su
cui sono disposte in due file più o meno lunghe (20,
40 o 80 caratteri) "cellette" per caratteri Braille, i
caratteri si formano grazie al sollevamento
(controllato ovviamente da un software specifico) di
aghi arrotondati che si trovano in ciascuna celletta.
62
prof. Maurizio Molendini - Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce
AUSILI PER LA COMUNICAZIONE, LO STUDIO E IL LAVORO
● Ausili per l'accesso al PC
● Personalizzazione del sistema operativo
● Accesso facilitato
● Periferiche di input
63
prof. Maurizio Molendini - Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce
Tastiere
● tastiere standard
● tastiere speciali
● tastiere speciali programmabili
● emulatori di tastiera (Tastiera virtuale)
● gli scudi protettivi
64
prof. Maurizio Molendini - Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce
DISPOSITIVI DI PUNTAMENTO
● Mouse
● emulatori di mouse
○ trackball
○ Joystick
○ dispositivi per il puntamento con il capo
○ touch screen
○ touch pad
65
prof. Maurizio Molendini - Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce
● Attrezzature, generalmente portatili, che permettono la
comunicazione interpersonale utilizzando un'emissione di voce
registrata o di sintesi vocale.
66
prof. Maurizio Molendini - Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce
COMUNICATORI VOCALI " VOCAS “
(VOCAL OUTPUT COMMUNICATION AIDS)
SENSORI
● Il sensore può essere definito come un
dispositivo che svolge la funzione di
apertura/chiusura di un contatto elettrico,
un interruttore, da utilizzare con computer
e altri apparecchi in modo da permetterne
l'uso principalmente da parte di persone
con disabilità motoria
● In realtà non si tratta di un singolo oggetto,
ma di una categoria che raccoglie una ampia
varietà di dispositivi, assai diversi tra loro.
Essi in sostanza "accendono e spengono" e
permettono di controllare qualsiasi
dispositivo o apparecchio elettrico.
67
prof. Maurizio Molendini - Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce
CLASSIFICARE I SENSORI IN BASE ALLE MODALITÀ DI AZIONAMENTO
● sensori azionati attraverso una pressione
● sensori: a soffio o aspirazione
● sensori con azionamento a distanza
● sensori sensibili al potenziale mioelettrico
● sensori sensibili all'emissione vocale
● sensori azionabili attraverso il semplice
tocco o sfioramento di una superficie
68
prof. Maurizio Molendini - Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce
69
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CORSO FORMAZIONE SPECIFICA SUI BISOGNI EDUCATIVI DEI SOGGETTI CON SINDROME DELLO SPETTRO AUTISTICO - MOLENDINI.pdf

  • 1. A.S. 2022-2023 CORSO DI FORMAZIONE SPECIFICA SUI BISOGNI EDUCATIVI DEI SOGGETTI CON SINDROME DELLO SPETTRO AUTISTICO Le finalità didattico educative della scuola: organizzazione degli spazi e dei tempi; la progettazione didattica; il ruolo dei compagni e del docente di sostegno. Sportello Autismo e Scuole. Le tecnologie per l’inclusione scolastica. A cura di: prof. Maurizio Molendini Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce
  • 2. RIFLESSIONE INIZIALE 2 Vorrei che il vostro percorso iniziasse riflettendo sulle parole di Jim Sinclair, un ragazzo con autismo prof. Maurizio Molendini - Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce “Essere autistici non significa non essere umani, ma essere diversi. Quello che è normale per altre persone non è normale per me e quello che io ritengo normale non lo è per gli altri. In un certo senso sono mal equipaggiato per sopravvivere in questo mondo, come un extraterrestre che si sia perso senza un manuale per sapere come orientarsi. Ma la mia personalità è rimasta intatta. La mia individualità non è danneggiata. Ritrovo un grande valore e significato nella vita e non desidero essere guarito da me stesso. Concedetemi la dignità di ritrovare me stesso nei modi che desidero; riconoscete che siamo diversi l’uno dall’altro, che il mio modo di essere non è soltanto una versione guasta del vostro, interrogatevi sulle vostre convinzioni, definite le vostre posizioni. Lavorate con me per costruire ponti tra noi.” In Peeters T. (1998), Autismo infantile: orientamenti teorici e pratica educativa, Roma, Phoenix Editrice
  • 3. Di che cosa parleremo 3 prof. Maurizio Molendini - Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce INTERVENTO nella SCUOLA PEI Progetto di vita Funzioni Ruolo Lavoro di rete in alleanza con famiglia servizi figure educative significative compagni e docente di sostegno costruzione della relazione collocato all’interno del basato su punti di forza e punti di debolezza dell’alunno necessità di individualizzazione personalizzazione flessibilità organizzativa strutturazione spazio tempo stimoli/materiali uso delle tecnologie
  • 4. Concetti chiave dell’INDEX 4 prof. Maurizio Molendini - Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce Ostacoli all’apprendimento e alla partecipazione Scuola adatta ai ritmi alle richieste degli alunni; scuola aperta che sfida a superare le barriere di ogni tipo Sostegno alle diversità Scuola come comunità inclusiva deve essere un sostegno alla piena valorizzazione delle differenze per tutti (alunni, docenti, famiglie) Risorse per sostenere l’apprendimento e la partecipazione Il sostegno non solo riguarda tutti, ma viene anche fornito da tutti (non solo insegnante di sostegno, ma doc curricolari, alunni, famiglie, dirigenti, personale amministrativo e ATA, assistenti educatori, associazioni Dobbiamo imparare ad affrontare il tema delle “differenze”
  • 5. Le dimensioni dell’INDEX 5 prof. Maurizio Molendini - Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce Creare e sviluppare l’Inclusione
  • 6. “Se mi etichetti mi annulli” (Bisogni Educativi Speciali) 6 prof. Maurizio Molendini - Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce Dobbiamo guardarli come “bambini” e non come “bambini speciali” Scoprire i loro punti di forza e potenzialità Comprendere il loro peculiare funzionamento Scoprire cosa li emoziona Scoprire cosa più li interessa Imparare a distinguere cosa non vogliono fare da ciò che non riescono a fare
  • 7. MONITORAGGIO DISABILITÀ 7 prof. Maurizio Molendini - Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce COMUNICAZIONE USR DEL 28/10/2022 119 Istituti della Provincia 76 Istituti Infanzia, Elementari, Media di Primo Grado 43 Istituti Media di Secondo Grado N° ALUNNI F84 F84.0 F84.1 F84.5 INF. EL. M1° 2340 394 173 17 5 M2° 1118 90 19 4 7
  • 8. Caratteristiche e sintomi dei disturbi dello spettro autistico 8 DSM-5 Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali dell’American Psychiatric Association ●Deficit nella comunicazione sociale e nell’interazione sociale ● Comunicazione verbale e non verbale ● Area degli interessi e delle attività ● Ipersensibilità o iposensibilità in uno dei 5 sensi ● Stereotipie motorie prof. Maurizio Molendini - Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce <<AUTISMO>> …compromissione delle abilità sociali, comunicative e comportamentali condizione di disordine neuropsichico
  • 9. CARATTERISTICHE E COMPORTAMENTI 9 Interazione sociale ● Evita il contatto visivo ● È strano nelle relazioni ● Non condivide attività e interessi ● Preferisce stare da solo ● Fa fatica a mettersi nei panni degli altri prof. Maurizio Molendini - Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce <<AUTISMO>> … Consideriamo 3 macroaree Comunicazione ● Ha difficoltà di comunicazione ● Infrange le regole della conversazione ● Non comprende l’umorismo e l’ironia ● Ripete parole e frasi Comportamenti, interessi, attività ● Non gioca a “far finta” ● Ha interessi particolari, ristretti o assorbenti ● Segue rituali ripetitivi e rigidi ● Fa fatica ad affrontare i cambiamenti ● Compie movimenti stereotipati ● Non si separa da alcuni oggetti
  • 10. COSA TENERE A MENTE Profilo cognitivo spesso disomogeneo 10 Elaborazione e risposta alle informazioni che arrivano dal mondo esterno Possono essere presenti isole di abilità Abilità visive Elaborano più facilmente le informazioni visive prof. Maurizio Molendini - Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce Competenze più o meno sviluppate in alcune aree L’importanza di costruire una buona relazione di fiducia reciproca
  • 11. COSA TENERE A MENTE Deficit nelle funzioni esecutive Difficoltà di spostare l’attenzione in modo flessibile, a bilanciare le priorità, a risolvere problemi in modo pianificato e strategico considerando le possibili alternative e le risorse disponibili. Deficit di coerenza centrale* Ridotta capacità di riunire insieme varie informazioni per costruire un significato globale, una visione di insieme. Deficit di teoria della mente Ridotta capacità di comprendere gli stati mentali degli altri (i loro pensieri, opinioni e intenzioni) e di utilizzarli per dare significato al loro comportamento 11 prof. Maurizio Molendini - Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce Riconosciamo i loro deficit per poter intervenire
  • 12. Il Piano Educativo Individualizzato - PEI (1) La chiave per un intervento efficace con le persone in condizione di autismo è l’educazione, che si realizza in modo più efficace se copre tutto l’arco della vita della persona. 12 prof. Maurizio Molendini - Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce Programmare e agire Il PEI terrà in considerazione le aree problematiche nell’interazione, comunicazione e immaginazione del soggetto, il suo grado di autonomia e la sua situazione di funzionamento complessivo definirà gli obiettivi da raggiungere breve termine - medio termine - lungo termine (Ianes e Cramerotti, 2009)
  • 13. Il Piano Educativo Individualizzato - PEI (2) Effettuare un’attenta e prolungata OSSERVAZIONE* del bambino in situazioni diverse 13 prof. Maurizio Molendini - Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce Osservare il bambino in situazioni diverse nel gioco nell’attività con l’insegnante di sostegno o con l’educatore in situazioni più o meno strutturate con i genitori ORGANIZZARE spazi e tempi nei quali attuare il progetto in relazione alle caratteristiche peculiari del bambino INIZIARE da ciò che è a lui FAMILIARE Tenere conto degli interessi e di ciò che desidera fare Stato di benessere ed equilibrio
  • 14. Il Piano Educativo Individualizzato - PEI (3) Lo SPAZIO in cui il bambino si muove 14 prof. Maurizio Molendini - Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce Aiutare il bambino nei collegamenti spazio-tempo-materiali-attività tipologia dell’attività richiesta dovrà essere adeguato a tempo in cui il bambino vive quello spazio COME AIUTARLO??? tramite materiali che gli sarà chiesto di usare Cartelloni Ruote del tempo Oggetti manipolabili presentati in sequenza MODALITÀ ICONOGRAFICA E TATTILE
  • 15. Il lavoro di rete - PEI (4) La costruzione di un PEI a scuola necessita della collaborazione di tutti coloro che operano sul territorio. 15 prof. Maurizio Molendini - Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce Il ruolo dell’insegnante specializzato per il sostegno In particolare, l’insegnante specializzato per il sostegno dovrebbe assumere il ruolo di figura di sistema all’interno della scuola per costruire la rete di collaborazioni. Costruzione della rete di collaborazioni Con gli operatori dei centri specializzati di riferimento Con la famiglia e lo studente con autismo Con i Centri di documentazione per l’inclusione (CTS) ● info e suggerimenti per migliorare il lavoro in aula ● definire progetto e azioni ● impostare momenti di verifica ● avviare momenti di confronto per gestire difficoltà e crisi ● raccogliere info sulle abitudini di vita ● avviare processo di conoscenza e concordare un programma comune ● definire periodici momenti di verifica del lavoro svolto ● essere aggiornato sulle azioni svolte fuori dalla scuola ● migliorare le competenze nella prospettiva di un aggiornamento continuo anche tecnologico ● conoscere la mappa delle risorse del territorio per avviare utili collaborazioni
  • 16. 16 … soprattutto in ascolto … … ed essere buoni osservatori!!! E la natura, si dice, ha dato a ciascuno di noi due orecchie, ma una sola lingua,perché siamo tenuti ad ascoltare più che a parlare. (Plutarco) Per fare Rete bisogna essere… prof. Maurizio Molendini - Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce
  • 17. COME INTERVENIRE A SCUOLA Richiede contesti adatti. Richiede contesti ricchi di possibilità e stimoli significativi, ma non confusi, non frammentati 17 prof. Maurizio Molendini - Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce Alcune “piste” di riflessione L’autismo non può essere “adattato” alle condizioni della normale socialità. Semmai è il mondo che deve adattarsi a tale modo di essere, rispettarne le singole caratteristiche. Molte volte la classe nel suo complesso e con la sua confusione è troppo impegnativa. Meglio un piccolo gruppo conosciuto, nel senso che si conoscono e si prevedono i comportamenti, che svolge attività strutturate e prevedibili.
  • 18. COME INTERVENIRE A SCUOLA Pensare e organizzare l’insegnamento e la didattica con e per gli alunni con disturbi dello spettro autistico, a beneficio di tutta la classe. ● Educare alla conoscenza, al rispetto e alla valorizzazione di tutte le possibili differenze ● Partire dai punti di forza e non dalle difficoltà ● Aiuti e supporti visivi 18 prof. Maurizio Molendini - Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce Alcune “piste” di riflessione
  • 19. Educare alla conoscenza, al rispetto e alla valorizzazione di tutte le possibili differenze Con attività mirate: ● laboratorio artistico ● lettura ● creazione di storie ● visione di video, film, cortometraggi dedicati alle diverse modalità di apprendimento, ai bisogni educativi speciali e all’inclusione. 19 Creare un clima collaborativo di conoscenza, rispetto e valorizzazione prof. Maurizio Molendini - Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce Il contributo dell’insegnante di classe
  • 20. Partire dai punti di forza e non dalle difficoltà Abilità e competenze strabilianti su alcuni argomenti/ambiti (o in un’attività) che li interessano particolarmente (ad es. disegno, musica, calcolo, orari e percorsi dei treni, …) 20 Ogni bambino ha i suoi punti di forza Può manifestare buone competenze di: ● abilità visuo-spaziali (attenzione a dettagli e ad aspetti che sfuggono alla maggior parte delle persone); ● memoria (visuo-spaziale, episodica, …); ● rispetto delle regole e delle procedure; ● applicazione (motivazione e costanza); ● focalizzazione (eccezionali capacità di approfondimento degli argomenti motivanti, ecc.); ● originalità nel problem solving; ● ecc. Bisogna fare attenzione anche allo stile con cui il bambino si approccia alla realtà. prof. Maurizio Molendini - Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce
  • 21. Aiuti e supporti visivi OGGETTI 21 Il bambino con autismo è un <<pensatore visivo>> Lunghe consegne verbali spesso lo confondono. Parlare in modo lento e chiaro. Ricorrere ad aiuti visivi di vario genere IMMAGINI FOTOGRAFIE SEGNALI Prevedere la sequenza di eventi quotidiani prof. Maurizio Molendini - Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce
  • 22. Aiuti e supporti visivi 22 Il bambino con autismo va aiutato per generalizzare comportamenti e regole Mostrare come si fa qualcosa Docenti o compagni fanno da modelli Guidarlo fisicamente Non alzare mai la voce Non minacciare con punizioni AIUTARE IL BAMBINO Generalizzare comportamenti e regole nei diversi ambienti prof. Maurizio Molendini - Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce
  • 23. Utili in ambito scolastico ed extrascolastico Agenda visiva Striscia o sequenza di attività Schema del tempo Analisi del compito Storie sociali 23 Alcuni esempi di supporti visivi Ogni bambino HA DIRITTO ai supporti che risultano, per lui, più comprensibili e utili Termometro delle emozioni Cartelloni con le regole da rispettare in determinate situazioni Immagini plastificate e dotate di velcro sul retro per l’etichettatura dell’ambiente e degli oggetti prof. Maurizio Molendini - Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce
  • 24. Condivisione con i Partner dei supporti visivi Tutti i supporti visivi scelti dovrebbero sempre essere il più possibile condivisi con tutte le persone che si prendono cura del bambino (genitori, docenti, operatori dei centri socio-sanitari, ecc,), in modo da favorire la coerenza dell’intervento educativo globale e la generalizzazione delle abilità acquisite. 24 Social Network e Patto Educativo di Comunità prof. Maurizio Molendini - Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce
  • 25. Condivisione con i Partner dei supporti visivi Il bambino con autismo ha bisogno di coerenza, prevedibilità e ordine. 25 Social Network e Patto Educativo di Comunità prof. Maurizio Molendini - Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce Il nostro strumento di lavoro più potente è l’alleanza concreta con genitori, familiari e operatori. Perseguire pochi e chiari obiettivi alla volta La fonte più importante di informazioni utili PATTO EDUCATIVO DI COMUNITA’
  • 26. Strutturare l’ambiente Creare un ambiente classe <<a misura di autismo>> è una delle sfide più importanti per garantire la serenità del bambino, favorire l’apprendimento e l’acquisizione di abilità, prevenire eventuali situazioni critiche e lavorare per il benessere di tutti. OBIETTIVI 26 ● Eliminare le fonti di disagio ambientale per il bambino ● Individuare chiaramente le fonti di distrazione ● Strutturare lo spazio in maniera comprensibile ● Strutturare il tempo in maniera prevedibile ● Dare regole di comportamento chiare ● Dedicare uno spazio al rilassamento del bambino Creare un ambiente classe <<a misura di autismo>> prof. Maurizio Molendini - Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce Per raggiungere questi obiettivi è necessario:
  • 27. Strutturazione spazio-temporale: lo spazio Lo spazio di lavoro dovrebbe essere organizzato in spazi chiaramente e visivamente delimitati, ognuno con delle funzioni specifiche visualizzate, per permettere al bambino di sapere con precisione cosa ci si aspetta da lui in ogni luogo e in ogni momento. ORGANIZZARE IN AULA 27 Consentire al bambino di crearsi dei punti di riferimento prof. Maurizio Molendini - Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce Strutturare in modo chiaro i tempi consente al bambino di crearsi dei punti di riferimento per far fronte al caos e all’imprevedibilità che percepisce e che spesso le relazioni sociali intensificano ulteriormente. Spazio di lavoro con i compagni Spazio di lavoro individuale Spazio di riposo Spazio dedicato al tempo libero È importante che ogni spazio sia dedicato a una singola attività
  • 28. Strutturazione spazio-temporale: il tempo e le attività STRUTTURARE LA GIORNATA 28 Il passare del tempo… cosa sta accadendo, cosa è accaduto, cosa accadrà prof. Maurizio Molendini - Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce Il passare del tempo è un concetto difficile da apprendere, perché si basa su dati non visibili. In ogni momento il bambino deve sapere “che cosa sta accadendo”, “che cosa è accaduto” e “che cosa accadrà”, aumentando la prevedibilità e il controllo della situazione e quindi diminuendo l’incertezza, che tende a generare ansia. A questo punto è fondamentale che il bambino abbia una sua <<AGENDA VISIVA GIORNALIERA>>. è importante
  • 29. Nell’Agenda visiva giornaliera o settimanale, vengono presentate, in ordine, le principali attività della giornata, il luogo esatto dove verranno svolte (aula, palestra, giardino, laboratorio) e con chi (le persone) verranno effettuate. 29 Agenda visiva prof. Maurizio Molendini - Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce Le guide visive assumono grande valore … sia in produzione sia in comprensione
  • 30. Alcuni esempi di “Agenda visiva” 30 Funzione di creare una routine di lavoro PREVEDIBILITA’ e SICUREZZA prof. Maurizio Molendini - Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce AUTONOMIA
  • 31. Alcuni consigli per costruire le “Agende visive” 31 Se si usano fotografie o immagini è importante che esse abbiano un soggetto chiaro, possibilmente su sfondo neutro. prof. Maurizio Molendini - Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce
  • 32. Gerarchia di simboli visivi (Mirenda & Locke Ishd 1989) 32 prof. Maurizio Molendini - Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce
  • 33. Altri esempi di “Agenda giornaliera” 33 prof. Maurizio Molendini - Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce
  • 34. Utilizzo dell’agenda visiva giornaliera a casa All'inizio può essere necessaria la guida fisica dell'adulto che richiami l'attenzione sull'ausilio visivo indicandolo. 34 Successivamente, si potrà procedere con una riduzione graduale della guida dell'adulto fino ad arrivare all'utilizzo dell'agenda visiva giornaliera in completa autonomia da parte del bambino prof. Maurizio Molendini - Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce
  • 35. Perché fa così? 35 prof. Maurizio Molendini - Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce Evita il contatto visivo Come intervenire Cominciate con giochi a lui graditi, interrompeteli e attendete che vi guardi negli occhi per poi riprenderli immediatamente. In seguito, organizzate dei giochi in piccolo gruppo in cui sia necessario guardare negli occhi il compagno, anche solo per un secondo, per procedere con la turnazione. Cercate di individuare i compagni con cui il bambino ha maggiore facilità di interazione. Sfruttate ogni occasione per spiegare al bambino il significato delle espressioni facciali dei suoi compagni, dei gesti e delle posture corporee. Insegnate al bambino alcuni gesti convenzionali per comunicare con gli altri. Quando leggete o raccontate una storia evidenziate, attraverso la mimica facciale o le posture, i sentimenti, gli stati d’animo o i desideri dei personaggi del racconto. Perché ha difficoltà a comprendere che il contatto oculare, i gesti o le espressioni del volto riflettono intenzioni, pensieri o desideri. Perché spesso mantenere il contatto oculare gli crea ansia o sovraccarico sensoriale. Perché guardare gli occhi dell’interlocutore lo distrae da quello che la persona dice. Patto educativo Anche i genitori a casa potranno offrire tante opportunità quotidiane per sviluppare l’uso dello sguardo in modo funzionale incoraggiandolo, ad esempio, a osservare il viso e il comportamento dei fratelli, oppure stimolandolo a imitare azioni con e senza oggetti, proponendo giochi e attività gradite in cui è necessario essere guardati o guardare insieme in direzione di un oggetto, fare a turno, scambiare sorrisi o condividere emozioni.
  • 36. Perché potrebbe essere infastidito da voci, rumori, abbracci o contatto fisico. Perché non comprende gli scherzi e le battute. Perché spesso non è interessato agli stessi giochi dei compagni. 36 prof. Maurizio Molendini - Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce È strano nelle relazioni… non ci sono ricette infallibili per risolverle Perché fa così? Come intervenire La strutturazione Creare un clima collaborativo in aula leggendo storie o guardando insieme un video o cartoni sul tema del rispetto delle differenze individuali. Create delle occasioni frequenti di interazione che partono il più possibile dagli interessi, dalle abilità e dai talenti del bambino. Spiegate al bambino esplicitamente e chiaramente le regole dell’interazione sociale usando di frequente supporti visivi per accompagnare il linguaggio verbale. Date al bambino un programma chiaro (anche visivo) dei materiali che può utilizzare per il gioco a due o in piccolo gruppo. Realizzare un cartellone visivo con le foto e il nome scritto di ciascun compagno stimolandolo a memorizzarli.* Insegnate la turnazione nel gioco (“Prima tocca a me e poi a te”). Create spazi diversificati in aula (gioco, relax, lavoro, ...). Utilizzare un timer visivo per mostrare per quanto tempo sarà possibile giocare o svolgere una determinata attività con il compagno.
  • 37. La risorsa compagni Gli insegnanti e gli alunni possono creare un’alleanza per aiutare il bambino a migliorare la comunicazione ricettiva ed espressiva e l’interazione sociale nel gruppo classe con alcuni accorgimenti, ad esempio: 37 Fa fatica a mettersi nei panni degli altri prof. Maurizio Molendini - Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce ★ conoscere e utilizzare in prima persona i supporti visivi che utilizza (agenda visiva, immagini, …) e le strategie (utilizzo della CAA); ★ ignorare eventuali comportamenti problematici che hanno la funzione di richiamare la loro attenzione; ★ fornirgli opportunità diverse e quotidiane di rivolgersi a un compagno per uno scopo preciso (un’attività da fare insieme); ★ spiegare perché si sono comportati in una certa maniera o quali sentimenti hanno provato in una data situazione.
  • 38. Perché alcune aree del cervello presentano delle anomalie funzionali e non si attivano adeguatamente in risposta agli stimoli comunicativi. Perché ha difficoltà a comprendere e usare correttamente il linguaggio nelle interazioni sociali 38 prof. Maurizio Molendini - Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce Ha difficoltà di comunicazione … potrebbe presentare comportamenti problematici Perché fa così? Cosa tenere a mente Come intervenire La comunicazione verbale (vocalizzi, combinazioni di vocali e consonanti, parole singole e associazioni di parole) è solitamente accompagnata da tratti paralinguistici, in particolare: ● il volume della voce; ● la prosodia, che può essere monotona, meccanica, cantilenante, ecc.; ● il tono, che può essere gutturale, nasale, in falsetto, ecc.; ● il ritmo, che può essere più lento o veloce del normale. Nella comunicazione non verbale rivestono particolare importanza: ● lo sguardo, che rispecchia il tipo di relazione che c’è tra i soggetti che comunicano, regola i comportamenti e condiziona lo scambio; ● le espressioni del viso; ● la postura e la prossimità fra gli interlocutori*. Cerchiamo di scoprire quale forma è più congeniale ed efficace per ognuno di loro. Anche se un bambino non sviluppa il linguaggio verbale o presenta significative difficoltà ad usarlo, questo non significa che non possa comunicare efficacemente con “sistemi alternativi”.
  • 39. Perché ripetere parole e frasi (ecolalia) potrebbe essere un modo per tranquillizzarsi. Perché potrebbe essere un tentativo di comunicare. Perché il suono prodotto dalle sue parole potrebbe dargli un feedback sensoriale gratificante. 39 prof. Maurizio Molendini - Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce Ecolalia … non è ancora chiaro quale funzione o quali funzioni assolva Perché fa così? Cosa tenere a mente Nell’ecolalia: ● il tono e la cadenza della voce possono apparire monotoni o cantilenanti; ● il volume può essere troppo alto o troppo basso, comunque non adeguato; ● il ritmo può essere molto lento o velocissimo. L’ecolalia può rispondere a differenti bisogni e avere varie funzioni: ● richiedere un oggetto o un’attività; ● commentare una situazione; ● fuggire da un compito, da una situazione spiacevole o da una richiesta non compresa; ● autoregolare il proprio stato emotivo in situazioni particolarmente stressanti, imprevedibili, ansiogene; ● richiamare l’attenzione; ● protestare e tentare di interrompere le azioni degli altri; ● ottenere un rinforzo sensoriale gratificante.
  • 40. Come ho detto, alcuni bambini con autismo si dedicano ad attività ripetitive proprio quando si sentono in difficoltà, perciò, se ancora non gli sono state insegnate altre modalità per gestire queste situazioni, è opportuno lasciare che lo facciano. 40 prof. Maurizio Molendini - Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce Ecolalia … cerchiamo di non peggiorare la situazione Perché fa così? Come intervenire Intervenire senza sapere che funzione abbia per quel bambino in quella particolare situazione è molto rischioso. Potrebbe peggiorare la situazione e, magari, aumentare il malessere del bambino. Come gestire o prevenire questo comportamento che in aula può risultare disfunzionale e molto disturbante? ● Non arrabbiatevi se parla da solo e abbiate molta pazienza. ● Confrontatevi con gli altri partner comunicativi (genitori, logopedisti, educatori, ecc.). ● Cercate di coinvolgere il bambino nella lezione, catturando la sua attenzione, anche con il prezioso aiuto dei compagni. ● Utilizzate i supporti visivi durante la lezione per tutta la classe. ● Incoraggiate il bambino a comunicare in modo gestuale, aumentativo e alternativo. ● Aiutate i compagni a comprendere i motivi per cui il bambino usa l’ecolalia. ● Predisponete e usate storie sociali per spiegare quando si può parlare e quando si deve stare in silenzio durante la lezione (realizzando anche supporti visivi).
  • 41. 41 prof. Maurizio Molendini - Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce Ecolalia … creare un ambiente strutturato e prevedibile L’insegnante può fare molto per evitare questo comportamento Strutturazione L'insegnante può creare un ambiente strutturato e prevedibile ed evitare così che il bambino ricorra all’ecolalia per isolarsi da una situazione per lui problematica. L’ambiente deve essere accogliente per tutti, dove ognuno possa, a suo modo, esprimere i propri stati d’animo o segnalare il proprio affaticamento. ● Rendere prevedibile la scaletta e gli impegni giornalieri usando l’agenda visiva, specificando i momenti di attività e i momenti di pausa; ● Organizzare le attività e suddividere i compiti più difficili in piccoli passi ● Realizzare un semaforo delle emozioni (rabbia/agitazione) per poter comunicare velocemente lo stato d’animo ● Insegnare modalità di autoregolazione, attività per scaricare la tensione rilassarsi ● Realizzare tabelle visive per la comunicazione essenziale (aiutami, stop, sono stanco, …) da tenere sempre a disposizione ● Dedicare, se possibile, un angolo dell’aula al relax, con un tappetino e alcuni materiali per il rilassamento ( giochi preferiti, cuffie con musica, …)
  • 42. ○ DISABILITA' (dal 2006/2007) ○ DSA (dal 2007/2008) ○ CAA (dal 2014/2015) ○ AUTISMO (dal 2017/2018) 42 GLI SPORTELLI DI CONSULENZA DEL CTS LECCE prof. Maurizio Molendini - Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce Parte 2 - Sportello Autismo e Scuole BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI ○ BULLISMO E CYBERBULLISMO (dal 2017/2018) ○ TUTELA DEI DIRITTI DELLE PERSONE DISABILI (dal 2018/2019)
  • 43. 43 prof. Maurizio Molendini - Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce Sportello Autismo n. 38 scuole n. 105 famiglie/studenti n. 18 progetti attivati n. 12 progetti attualmente sotto monitoraggio
  • 44. 44 prof. Maurizio Molendini - Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce Alcuni momenti delle attività di consulenza - CAA
  • 45. 45 prof. Maurizio Molendini - Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce BASSA TECNOLOGIA
  • 46. 46 prof. Maurizio Molendini - Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce ALTA TECNOLOGIA
  • 47. Ausili e Tecnologie a supporto di una Didattica Inclusiva ● “Che ruolo giocano le tecnologie nell’inclusione scolastica?” ● “Quali problematiche caratterizzano le relazioni tra tecnologie, BES e Inclusione Scolastica?” ● “In che modo tali problematiche possono oggi essere lette, interpretate e affrontate?” ● “In che misura l’accessibilità e l’usabilità delle tecnologie oggi disponibili condizionano il processo di inclusione?” ● “Che ruolo assume il docente in questa prospettiva didattica e su quali competenze deve fondarsi la sua formazione?” ● “Che cosa determina il successo formativo?” 47 prof. Maurizio Molendini - Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce LE DOMANDE CHE CI PONIAMO SONO MOLTE
  • 48. QUALI STRUMENTI/MEDIATORI DIDATTICI? 48 prof. Maurizio Molendini - Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce ● Qualsiasi strumento può diventare inclusivo ● E’ l’uso che ne viene fatto che rende speciale la tecnologia
  • 49. LE TECNOLOGIE SONO SEMPRE PIÙ PRESENTI NELLA VITA QUOTIDIANA DI CIASCUNO DI NOI 49 prof. Maurizio Molendini - Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce ADESSO USO LA SINTESI VOCALE MA NON AVEVI PROBLEMI PER LEGGERE Le tecnologie assistive sono forme di modificazione ambientale che possono facilitare il funzionamento in una persona. svolgere, in autonomia, attività che altrimenti sarebbero loro precluse.
  • 50. MONITO SULLE TECNOLOGIE 50 prof. Maurizio Molendini - Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce La tecnologia non può essere SUBITA La tecnologia non deve essere BANALIZZATA Quanta tecnologia occorre introdurre?
  • 51. 51 prof. Maurizio Molendini - Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce Tecnologie e ICF
  • 52. PERCHÉ USARE LE TECNOLOGIE IN AULA? ❏ Per documentare e rendere trasparente ciò che viene fatto quotidianamente. ❏ Per trasportare in unico contenitore ciò che viene prodotto singolarmente o a gruppi. ❏ Per rendere partecipi i compagni del proprio lavoro. ❏ Per dare uno spazio da protagonisti a chi è in difficoltà per aiutarlo a sentirsi comunque importante all'interno dell'organismo classe. ❏ Per condividere difficoltà e intoppi...stiamo imparando insieme. ❏ Per documentare ciò che viene svolto in una veste molto accattivante. ❏ Per rendere la didattica quotidiana ripetibile e riutilizzabile. ❏ Per rendere la scuola “trasportabile” utilizzando un “unico contenitore” per tutti i tipi di file (audio, foto, disegni, testi, presentazioni). ❏ Per condividere con i genitori i progressi quotidiani. 52 prof. Maurizio Molendini - Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce
  • 53. TECNOLOGIE E INCLUSIONE La tipologia delle tecnologie avanzate utilizzate o utilizzabili nei processi di inclusione scolastica può essere categorizzata in tre ambiti: 53 prof. Maurizio Molendini - Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce TECNOLOGIE STANDARD TECNOLOGIE ASSISTIVE (AT) TECNOLOGIE COMPENSATIVE
  • 54. TECNOLOGIE STANDARD • non sono soltanto le apparecchiature; abbiamo anche tutti i software, tra cui non dobbiamo dimenticare l’editoria scolastica digitale (libri a contenuto misto) • è facile constatare che spesso sono generatrici di nuove barriere (digitali), perché non sono progettate secondo i principi del design for all “le usa chi riesce” 54 prof. Maurizio Molendini - Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce
  • 55. TECNOLOGIE ASSISTIVE (AT) L. 4/2004 sull’accessibilità dei prodotti digitali 55 prof. Maurizio Molendini - Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce
  • 56. 56 prof. Maurizio Molendini - Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce
  • 57. ASSISTIVE SOLUTION 57 prof. Maurizio Molendini - Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce
  • 58. TECNOLOGIE COMPENSATIVE D.M. 5669 del 12.07.2011 (riprendendo la L. 170 sui DSA) 58 prof. Maurizio Molendini - Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce “Gli strumenti compensativi sono strumenti didattici e tecnologici che sostituiscono o facilitano la prestazione richiesta nell’abilità deficitaria” combinazione di AT + uso assistivo delle tecnologie standard integrate nella metodologia e nella didattica dei docenti
  • 59. AUSILI PER LA COMUNICAZIONE, LO STUDIO E IL LAVORO ● Ausili per la lettura ● Macchine per scrivere ● Programmi per la produzione di testi 59 prof. Maurizio Molendini - Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce ● Ausili per il disegno e la scrittura manuale ● Calcolatrici ● Ausili per l'apprendimento
  • 60. AUSILI PER LA LETTURA ● Ausili volta-pagine ● Leggii ● Video ingranditori ● Maschere per lettura ● Illuminazione ● Libri e materiali 60 prof. Maurizio Molendini - Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce
  • 61. M CCHINE PER SCRIVERE ● Macchine per scrivere manuali od elettroniche con o senza la memorizzazione del testo ● Macchine manuali ed elettriche per scrivere in Braille, con o senza la memorizzazione del testo ● Macchine dedicate all'elaborazione di testi, compresi quelli per la video-scrittura 61 prof. Maurizio Molendini - Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce
  • 62. BARRA BRAILLE ● le "barre Braille", dette anche display Braille, in quanto servono in un certo senso a visualizzare la schermata. Si presentano appunto come barre su cui sono disposte in due file più o meno lunghe (20, 40 o 80 caratteri) "cellette" per caratteri Braille, i caratteri si formano grazie al sollevamento (controllato ovviamente da un software specifico) di aghi arrotondati che si trovano in ciascuna celletta. 62 prof. Maurizio Molendini - Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce
  • 63. AUSILI PER LA COMUNICAZIONE, LO STUDIO E IL LAVORO ● Ausili per l'accesso al PC ● Personalizzazione del sistema operativo ● Accesso facilitato ● Periferiche di input 63 prof. Maurizio Molendini - Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce
  • 64. Tastiere ● tastiere standard ● tastiere speciali ● tastiere speciali programmabili ● emulatori di tastiera (Tastiera virtuale) ● gli scudi protettivi 64 prof. Maurizio Molendini - Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce
  • 65. DISPOSITIVI DI PUNTAMENTO ● Mouse ● emulatori di mouse ○ trackball ○ Joystick ○ dispositivi per il puntamento con il capo ○ touch screen ○ touch pad 65 prof. Maurizio Molendini - Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce
  • 66. ● Attrezzature, generalmente portatili, che permettono la comunicazione interpersonale utilizzando un'emissione di voce registrata o di sintesi vocale. 66 prof. Maurizio Molendini - Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce COMUNICATORI VOCALI " VOCAS “ (VOCAL OUTPUT COMMUNICATION AIDS)
  • 67. SENSORI ● Il sensore può essere definito come un dispositivo che svolge la funzione di apertura/chiusura di un contatto elettrico, un interruttore, da utilizzare con computer e altri apparecchi in modo da permetterne l'uso principalmente da parte di persone con disabilità motoria ● In realtà non si tratta di un singolo oggetto, ma di una categoria che raccoglie una ampia varietà di dispositivi, assai diversi tra loro. Essi in sostanza "accendono e spengono" e permettono di controllare qualsiasi dispositivo o apparecchio elettrico. 67 prof. Maurizio Molendini - Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce
  • 68. CLASSIFICARE I SENSORI IN BASE ALLE MODALITÀ DI AZIONAMENTO ● sensori azionati attraverso una pressione ● sensori: a soffio o aspirazione ● sensori con azionamento a distanza ● sensori sensibili al potenziale mioelettrico ● sensori sensibili all'emissione vocale ● sensori azionabili attraverso il semplice tocco o sfioramento di una superficie 68 prof. Maurizio Molendini - Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce
  • 69. 69 prof. Maurizio Molendini - Formatore CTS Lecce – I.T.E.T. “G. Deledda” Lecce Grazie per l’attenzione