2. Pensiero computazionale,
definizione
• Per pensiero computazionale si intende una attitudine
mentale/un processo mentale che consente
di risolvere problemi di varia natura seguendo metodi e
strumenti specifici.
• Sostanzialmente Il pensiero computazionale, in poche
parole, è la capacità di risolvere un problema
pianificando una strategia.
• Come spiega la scienziata americana Jeannette Wing,
significa “pensare come un informatico, in modo
algoritmico e a livelli multipli di astrazione”.
3. Cos’è che lo rende così universale
• Quindi il pensiero computazionale è un processo logico-
creativo che consente di scomporre un problema complesso
in diverse parti, più gestibili se affrontate una per volta.
Trovando una soluzione a ciascuna di esse è possibile risolvere
il problema generale
• Pensare in modo computazionale significa suddividere il
processo decisionale in singoli step, ragionare passo passo sul
modo migliore per ottenere un obiettivo. Una comportamento
che in realtà – quasi senza accorgercene – mettiamo in atto
tutti i giorni, per esempio quando stabiliamo il percorso più
breve per raggiungere una destinazione oppure, più
semplicemente, quando giochiamo ai videogiochi e dobbiamo
elaborare un piano per superare un livello.
4. il coding è la palestra del pensiero
computazionale
Il pensiero computazionale, che è alla base del coding, va
visto come un modo per affrontare i problemi attraverso
concetti come sequenze, cicli, parallelismo, eventi,
condizioni, operatori e dati. Le pratiche che vengono
incoraggiate come più adatte sono essere interattive e
incrementali, verificare e correggere, riusare e mescolare,
astrarre e modulare. Tutti buoni metodi applicabili a
qualsiasi cosa nella vita e nel metodo scientifico.
5. PAPERT E IL PENSIERO COMPUTAZIONALE
• Nel 1996, Papert parlando di LOGO, il linguaggio di programmazione da lui
sviluppato al MIT per insegnare la programmazione ai bambini, introduce per la
prima volta il concetto di pensiero computazionale o “computational thinking”.
L’obiettivo di Papert nella realizzazione di LOGO, non era di formare generazioni
di programmatori di computer, ma quello di utilizzare il computer e la
programmazione (coding) come ambiente per “imparare a imparare“.
• Non tutti imparano a scrivere per diventare scrittori o a contare per diventare
matematici, e non tutti imparano i principi dell’informatica e del pensiero
computazionale per diventare informatici. Il pensiero computazionale, ovvero la
capacità di imparare, è un’abilità applicabile ad ogni disciplina ed è utile a tutti,
studenti e non, in molti comportamenti quotidiani.
• “Anche se la tecnologia giocherà un ruolo fondamentale nella realizzazione della
mia visione del futuro dell’educazione, il mio obiettivo principale non riguarda
la macchina ma la mente, e in particolare il modo in cui le culture e i
movimenti intellettuali si definiscono e crescono. In effetti, il ruolo che do al
computer è quello di un portatore di “germi” o “semi” culturali i cui i
prodotti intellettuali non avranno più bisogno di supporto tecnologico una
volta messe le radici in una mente in fase di crescita”.
6. formare una generazione
di futuri programmatori?
Il coding aiuta i più piccoli a pensare meglio e in modo
creativo, stimola la loro curiosità attraverso quello che
apparentemente può sembrare solo un gioco.
Il coding consente di imparare le basi della
programmazione informatica, insegna a “dialogare” con il
computer, a impartire alla macchina comandi in modo
semplice e intuitivo. Il segreto sta tutto nel metodo: poca
teoria e tanta pratica.
7. Quale competenza ?
• educare i più piccoli al pensiero computazionale, che è
la capacità di risolvere problemi – anche complessi –
applicando la logica
• ragionare passo passo (Step by step) sulla strategia
migliore per arrivare alla soluzione
• educa bambini e ragazzi al pensiero creativo, ma anche
per un suo risvolto pratico
• allena le menti dei bambini e dei ragazzi a usare la logica
nella vita di tutti i giorni, dal Tablet al microonde…..
8. Coding,
cos’è che lo rende così coinvolgente
Gli studenti imparano a programmare divertendosi, come?
• Attraverso una serie di giochi ed esercizi interattivi,
basati su un’interfaccia visuale possono determinare le
azioni di uno o più personaggi spostando blocchi o
oggetti grafici su un monitor
• A ciascun blocco corrisponde un’azione, una linea di
codice che non ha bisogno quindi di essere digitato. Basta
assemblare i mattoncini tra di loro – nell’ordine
necessario a raggiungere un certo obiettivo – e il gioco è
fatto
9. Se non sapete da dove
iniziare, code.org
• una piattaforma online, gratuita
• offre la possibilità a docenti e bambini dai 4 anni in su di
seguire corsi di coding strutturati in
modo progressivo, divisi per fasce di età e livello di
difficoltà
10. CoderDojo
• un movimento no-profit internazionale nato in Irlanda
nel 2011 con lo scopo di avvicinare i bambini ed i ragazzi
(tra 7 e 17 anni) all’informatica attraverso la realizzazione
di club di programmazione gratuiti per incentivare il
pensiero computazionale e coding.
• Il nome deriva dall’unione delle parole Coder, cioè
programmatore, e Dojo, la palestra giapponese in cui si
praticano le arti marziali. Il movimento è supportato dalla
CoderDojo Foundation che ne promuove lo sviluppo e fa
da coordinamento alla rete dei Dojo.
11. è un movimento aperto, libero e totalmente
gratuito organizzato in centinaia di club
indipendenti sparsi in tutto il mondo
• Il movimento promuove la realizzazione di ambienti di
apprendimento destrutturati dove sono gli stessi
partecipanti a scoprire come utilizzare le risorse a
disposizione, affiancati da Mentor che ricoprono il ruolo
di facilitatori.
12. coderdojoetneo.it
• CoderDojo Etneo è un
gruppo di volontari
impegnati per fornire
esperienze di
apprendimento
extrascolastico per
giovani dai 4 ai 16 anni,
utilizzando strumenti
come Scratch,
AppInventor per
utilizzare il web in modo
attivo e consapevole.
13. i principi del Creative
Learning e delle 4P
• Projects, si impara meglio quando c’è un coinvolgimento
personale e attivo nel progetto.
• Peers, l’apprendimento è un’attività sociale, che si costruisce
insieme agli altri o anche partendo dal lavoro degli altri.
• Play, apprendere significa sperimentare, procedere per
tentativi, anche commettendo errori, senza paura di sbagliare.
• Passion, la motivazione è il motore dell’apprendimento,
permette di superare le difficoltà e di affrontare le sfide senza
paura.