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IL VINO NELLE TERRE DI PISA
1° incontro
30 marzo 2020
Ore 10:00-12:00
2° incontro
31 marzo 2020
Ore 10:00-12:00
Alcune frasi famose sul vino
E dove non è vino non è amore; né alcun altro diletto hanno i mortali.
● Euripide (480 a.C.- 406 ca. a.C.)
Il vino prepara i cuori e li rende più pronti alla passione.
● Ovidio (43 a.C. – 17 d.C.)
Et però credo che molta felicità sia agli homini che nascono dove si trovano i vini buoni.
● Leonardo da Vinci (1452 – 1519)
Grande è la fortuna di colui che possiede una buona bottiglia,un buon libro, un buon
amico.
● Molière (1622 – 1673)
Il vino è la parte intellettuale di un pranzo, la carne e i legumi non sono che la parte
materiale.
● Alexandre Dumas (1802 – 1870)
Il vino è la poesia della terra.
● Mario Soldati (1906 – 1999)
Il vino in musica
● Un buon vino fa sognare, appassiona, suscita ricordi, e crea nuove strade per
accendere emozioni.
● L’incanto del vino ha ispirato odi e canzoni per secoli, ha dato ispirazioni a letterati,
artisti, che hanno poi lasciato testimonianza del loro sentire.
● Dal vino passa la socializzazione, la protesta, il piacere, la passione,
l’emancipazione.
● La forza del vino è passata anche attraverso grandi canzoni con le quali i propri
autori hanno raccontano, il proprio mondo, la propria denuncia, il proprio tormento
d’amore. Vino come consolazione, conforto sia nei momenti negativi ma anche gioia
nei momenti lieti.
Chi non ricorda:
● «Ma che ce frega ma che ce ‘mporta, se l’oste ar vino ci ha messo l’acqua»
● “Felicità, un bicchiere di vino, con un panino...”
vino e storytelling delle Terre di Pisa
● DOC SAN TORPE'
● Il bianco Pisano di San Torpè DOC, vino dal sapore secco, armonico
e delicato e dal profumo vivace, da bere fresco e giovane, a base di
Trebbiano Toscano e, in percentuale minore, di altri vitigni bianchi
quali il Vermentino e lo Chardonnay.
San Torpè: la storia
● San Torpè, lat. Gaius Silvius Torpetius,
conosciuto anche come Torpete, Torpes,
Torpezio, Tropezio, Tropez (Pisa... – Pisa,
29 aprile 68), fu cortigiano di Nerone:
convertitosi al cristianesimo, morì martire
per decapitazione; è venerato come santo
dalla Chiesa cattolica.
San Torpè: la storia
San Torpè visse al tempo in cui Pietro
apostolo, prima di raggiungere Roma,
si era fermato presso la Basilica di San
Piero a Grado.
Torpè, secondo la leggenda medievale, fu
convertito dal "presbyter-eremita"
Antonino da Lucca, che viveva sui monti
tra Pisa e Lucca, e battezzato alla "fons
vulgo" presso il romitorio di Corliano.
Un'antica tradizione ecclesiastica ed
erudita pisana identificò quest'acqua con la
fonte del latte di Corliano; da allora,
l'acqua, divenuta miracolosa, si tramanda
facesse venire il latte alle puerpere e
dovrebbe al battesimo di San Torpé il
potere galattoforico per cui va ancora nota.
San Torpè: la storia
● Torpè venne perseguitato in quanto cristiano e costretto, senza successo, a praticare
la religione pagana adottata dall'Impero Romano.
● L'imperatore Nerone, il quale credeva nella dea Diana come
progenitrice dell'Universo, lo fece torturare. Durante le torture
avvennero i primi miracoli: il prefetto morì schiacciato dalla colonna
alla quale era stato legato Torpè; nell'anfiteatro morì uno dei due
leoni che avrebbero dovuto sbranarlo, mentre l'altro si prostrò ai sui
piedi; inoltre crollò il tempio della dea Diana.
● Evelio, funzionario dell'imperatore romano, vedendo che il santo era uscito
incolume dalle feroci prove a cui era stato sottoposto, si convertì alla fede cristiana.
Lasciò la corte di Nerone e fuggì a Roma, ma qui fu arrestato e poi decapitato un
27 aprile, molto probabilmente dell’anno 69 d.C., un anno dopo Torpè.
San Torpè: la storia
● Dopo la sua morte per
decapitazione nel 68 d.C., il corpo
di Torpè fu abbandonato sopra
un'imbarcazione, insieme ad un
gallo e ad un cane, alla foce
dell'Arno.
Placido Costanzi, "Martirio di San Torpè", Olio su tela, Duomo di Pisa
San Torpè: la storia
● La barca si arenò nelle vicinanze di una
piccola cittadina della Provenza chiamata
Heraclea e ribattezzata in onore del Santo
come Saint Tropez.
● La testa, invece, rimase a Pisa, dove dal 1260 è
custodita nella Chiesa di San Torpè vicino ai
Bagni di Nerone intitolati proprio a quell’imperatore
che lo perseguitò.
● Il culto di San Torpè è condiviso dalla città di Pisa con la città provenzale di Saint
Tropez e dal 1955, ogni anno, per il 29 aprile, una delegazione della “città amica”
viene per la ricorrenza delle celebrazioni in onore del martire pisano.
San Torpè: la storia
Al Santo si attribuiscono molti prodigi tra cui, nel giorno
29 aprile 1633, la liberazione dalla peste, dilagante nella
città di Pisa.
Nel suo inno, padre Onorio Lessona implora grazie
per i fedeli:
«Felice Martire cui toccò in sorte / d'esser di Pisa il
primo fiore / offri ai tuoi cari, prima della morte, / atti
d'amore.»
(Fernando Vallerini, S. Torpè, Pisa, 1984.)
Le tre principali chiese dedicate al Santo pisano si
trovano a Pisa, a Genova e a Saint-Tropez.
A Pisa è presente la chiesa e convento di San Torpé, in
via Fedeli.
San Torpè: la storia
● A tavola con San Torpè
● Puls, la zuppa di cereali
Probabilmente era il piatto più popolare, molto
diffuso all’interno dell’esercito, per la sua velocità e
semplicità di realizzazione. Una “pappa” con dei
semplici chicchi di grano lessati in acqua, finché
non assorbivano tutto il liquido, quindi conditi con
alimenti a piacere, come olio, uovo, formaggio.
Nelle ricette più prelibate si arrivavano ad
aggiungere anche ingredienti più raffinati come il
miele o altre spezie.
San Torpè: la storia
● Dolcetti al miele (Apicio 25 a.C.-37 d.C.)
con Vin Santo San Torpè DOC
● A tavola con San Torpè
● A tavola con San Torpè
● Piatto di acciughe senza acciughe (Apicio 25 a.C.-37 d.C.)
Fai a pezzettini polpe di pesce arrosto o lesso così
abbondantemente, da poter riempire la terrina che vuoi. Pesta
pepe e poco di ruta, copri di liquame quanto basta e d'olio
moderato, e mescola nella terrina con le polpe, e così anche
uova crude rotte, affinchè diventi un corpo solo. Sopra disponi
leggermente ortiche marine, in modo che non si mescolino
con le uova. Metti sul vapore, in modo che non possano andare
con le uova e quando saranno secche, spargi sopra di pepe
tritato e servi. Alla mensa nessuno riconoscerà quel che
mangia.
vino e storytelling delle Terre di Pisa
● Galileo primo enologo della storia
“Il vino è un composto di umore e luce”
Quste parole sono attribuibili a Galileo Galileo (Pisa,
15 febbraio 1564 – Arcetri, 8 gennaio 1642), ma sono
giunte fino a noi non attraverso l'opera dello scienziato,
ma del conte Lorenzo Magalotti (Roma, 13 dicembre
1637[1] – Firenze, 2 marzo 1712), scienziato, letterato e
diplomatico italiano, al servizio del Granducato di
Toscana, colpito da quella frase sul vino dopo averla
sentita riportare, a voce, da un allievo del Galilei e a
trascriverla così in una sua lettera che è giunta fino a
noi.
Galileo primo enologo della storia
A distanza di oltre secoli, quella stessa frase
che aveva colpito Lorenzo Magalotti, ha
affascinato un altro uomo, Giacomo Tachis,
il padre della moderna enologia italiana,
creatore di tanti vini che hanno ridato
all'Italia un posto di prestigio tra i maggiori
produttori mondiali e purtroppo
recentemente scomparso.
● Giacomo Tachis:
“Galileo è stato il primo enologo della storia”
Galileo primo enologo della storia
Casa natale
Il padre di Galileo, nato nel borgo di Santa Maria a
Monte, intorno al 1520 si era trasferito a Pisa, dove viveva
la famiglia della moglie, per aprire una scuola di musica
nella casa d'angolo tra  Borgo Stretto e via dei Mercanti,
segnalata oggi con una lapide.
Il padre figura tra i grandi teorici della musica del secolo
XVI, come autore di opere manoscritte conservate alla
Biblioteca Nazionale di Firenze.
La famiglia Galilei abitava poco distante, presso  Casa
Ammannati,  nella odierna  Via Giusti  24-26 (davanti al
Tribunale, oggi abitazione privata) dove Galileo nacque
nel 1564 e trascorse la sua infanzia e giovinezza.
Galileo primo enologo della storia
● I luoghi di Galileo a Pisa
Galileo fu battezzato nel Battistero, in Piazza dei Miracoli, il 19
febbraio 1564
Il padre voleva iscrivere Galileo al
Collegio della Sapienza, (dietro
Lungarno Pacinotti, in Via Curtatone e
Montanara) per gli studi medicina, ma lui
scelse l’Università di Pisa, dove entrò
nel 1580. A soli 25 anni ottenne la
cattedra delle matematiche, che avrebbe
lasciato tre anni dopo per quella di
Padova.
La Sapienza, come sede universitaria, fu fondata nel 1472 da Cosimo I dei Medici.
Sotto il porticato, l’ingresso all’Aula Magna Storica conserva una statua di Galileo
Galilei opera del Demi (1839).
Galileo primo enologo della storia
● I luoghi di Galileo a Pisa
Palazzo Reale
Al tempo di Galileo residenza del Granduca Cosimo II,
che lo volle a corte per ringraziarlo di avere chiamato
“Pianeti Medicei” le quattro lune di Giove. Dall’alto della
medievale Torre della Verga d’Oro Galileo puntò i suoi
cannocchiali verso la volta celeste mostrandoli al
Granduca.
Cittadella e Domus Galileiana
In Via Santa Maria si trova la Fondazione
Domus Galilaeana, che ha conservato tutte
le pubblicazioni su Galileo e due lettere, di
cui un’originale che tratta la legge della
caduta dei gravi.
Galileo primo enologo della storia
● I luoghi di Galileo a Pisa
Piazza dei Miracoli
Rappresentò per Galileo un laboratorio scientifico: nella
Cattedrale, ancora studente, pare avesse intuito la legge
dell’isocronismo dei pendoli osservando l’oscillare di una lampada.
Fu dall’alto dei 56 metri della Torre Pendente che condusse più
volte gli esperimenti sulla caduta dei gravi che arrivavano a terra
con pari velocità nonostante la differenza della massa.
La lampada di Galileo
secondo la leggenda
La vita di Galileo, come quella di ogni pisano dell’epoca, era
strettamente legata a questi monumenti: se nel Battistero era
stato infatti battezzato, nel Camposanto Monumentale è
custodita la vera lampada
Galileo primo enologo della storia
● Gli ultimi anni di Galileo
Il processo a Galileo Galilei, sostenitore della teoria
copernicana eliocentrica sul moto dei corpi celesti in
opposizione alla teoria geocentrica, sostenuta dalla Chiesa
cattolica, iniziò a Roma il 12 aprile 1633 e si concluse il 22
giugno 1633 con la condanna per "veemente sospetto di
eresia" e con l'abiura forzata delle sue concezioni
astronomiche.
Il 1º luglio 1633 gli è concesso di trasferirsi a Siena
nell'abitazione dell'amico arcivescovo Antonio Piccolomini,
poi nella sua villa di Arcetri, in una sorta di arresti
domiciliari. Nell'aprile del 1634 perde l'amata figlia Virginia,
suor Maria Celeste.
Galileo, ormai cieco, morì l'8 gennaio 1642, quindi
sepolto in Santa Croce a Firenze
Galileo primo enologo della storia
● Il vino per Galileo
Il vino per Galileo era un nettare prezioso “un composto di umore e di luce” e “la
luce del sole tenuta insieme dall'acqua”.
Dalle minuziose descrizioni della figlia
Virginia, Suor Maria Celeste, sappiamo
che produceva limitate quantità di vino dal
piccolo podere annesso alla villa Il
Gioello a Firenze nella quale abitò dal
1631 sino alla morte, e che non sempre
era buono.
Galileo apprezzava il vino di buona qualità e dalla Corte spesso gli venivano inviati
botti e fiaschi provenienti dalle cantine del Granduca o dalle sue fattorie sparse per la
Toscana.
Non mancavano i regali o i grossi acquisti: la figlia, ad esempio, parla dell'arrivo di
dieci barili di vino da San Miniato al Tedesco (l'attuale San Miniato).
Galileo primo enologo della storia
● La cantina di Galileo
Sempre dalla figlia sappiamo che la cantina
di Galileo aveva almeno tre botti e quattro
barili di diversa capienza provenienti dal
monastero di San Matteo in Arcetri e il
materiale che serviva a produrre il vino e a
conservarlo.
C'erano fiaschi e piccoli barilotti da cui
veniva cavato con regolarità per berlo, un
tino e anche ammostatoi, scale, bigonce,
mastelli, ecc.
La capacità delle botti era misura in barili ed era variabile: le misure erano quelle
normalmente utilizzate in Toscana e usavano gli stessi nomi dei vasi vinari come era
tradizione sin dal Medioevo.
Galileo primo enologo della storia
● Il consumo di vino di Galileo
Galileo amava e consumava vino di diversa tipologia “due e a quattro fiaschi per
volta, or bianco, or rosso” per evitare che si rovinasse stando nelle botti.
I biografi però affermano che lo bevesse in maniera equilibrata e quando lo
produceva supervisionava personalmente le fasi della fermentazione.
Tramite l'allievo Vincenzo Viviani sappiamo anche che Galileo sperimentava metodi
di produzione, come ad esempio una rudimentale macerazione carbonica.
“Per cavare da un medesimo tino il vino dolce e maturo, e far sì che vi resti l’agro, si
faccia empiere il tino di uve, senza ammostare, in grappoli interi, e si lasci così stare
qualche poco di tempo; che sturando la cannella uscirà vino maturo, e sarà quello dei
grani delle uve più maturi spremuti dal peso e carico proprio dei grappoli, che sono i
primi a scoppiare, e dopo che sarà uscito tal vino dolce, pigiando ed ammostando
l'uve, ne uscirà il vino assai meno, maturo anzi assai agro, secondo però che l’uve per
loro stesse saranno più o meno mature generalmente”.
Galileo primo enologo della storia
● Il vino e il cibo di Galileo
Il vino prodotto da Galileo è paragonabile al vino novello, caratterizzato da un colore
rosso intenso, con sfumature porpora; frizzantino, fruttato e fresco al palato.
● salumi di San Miniato e pecorino DOP Toscano e delle
Balze Volterrane
Immaginiamoci la cena di Galileo in autunno con abbinati al suo vino
alcuni prodotti delle Terre di Pisa attualizzati:
● zuppa di funghi
● frugiate con i marroni di Rivalto
vino e storytelling delle Terre di Pisa
● Cesare Studiati Berni e la nascita del vino
Chianti (1872)
Ritratto di Cesare Studiati Berni di Alvio Vaglini
conservato presso Palazzo Blu a Pisa
Cesare Studiati Berni (Pisa, 14 gennaio 1821 – Molina di
Quosa, 5 novembre 1894) è stato un medico e politico
italiano.
Di idee liberali moderate, partecipò attivamente alla fase
risorgimentale aderendo alla spedizione del battaglione
dei volontari universitari pisani e senesi del 1848, con il
grado di maggiore, combattendo a Curtatone e
Montanara.
Cesare Studiati e la nascita del vino Chianti
Cesare Studiati entrò a pieno titolo nell'alta
società pisana nel 1860, prendendo in moglie la
nobile Giuseppina Agostini Venerosi della
Seta, dalla quale abbe il figlio Pietro, noto
architetto.
Già nel 1848 cominciò a interessarsi dei vigneti di proprietà della famiglia Studiati a
Farneta in comune di San Giuliano Terme; il vino purtroppo era pessimo, malgrado i
tanti e volenterosi tentativi.
Nel 1857, Cesare incontrò il Barone Bettino
Ricasoli, alle prese con analoghi problemi
enologici, all'esposizione agraria toscana.
Il barone Ricasoli, oltre ad essere Ministro nel
Governo del Granducato di Toscana e poi
Presidente del Consiglio nel Regno d'Italia era
anche uno dei maggiori produttori di Chianti.
Cesare Studiati e la nascita del vino Chianti
L'edificio si trovava a livello della strada
del Lungomonte. Ma, o perché
Giuseppina aveva nostalgia della paterna
Villa di Corliano collocata più in alto, o
perché, come dicono i pettegolezzi del
tempo, desiderasse imprescindibilmente
di poter ammirare dalle finestre di casa le
isole dell'Arcipelago Toscano, fatto sta
che la Villa in basso fu smontata pietra
per pietra e trasportata in alto, dove
possiamo ammirarla ora, e nacque Villa
Alta.
Come dote Giuseppina portò la casa di villeggiatura, quella che era ancora definita
"bassa" rispetto all'altra villa di famiglia, Villa di Corliano.
● Villa Alta
Cesare Studiati e la nascita del vino Chianti
Quello che veniva prodotto a quel tempo in Toscana era decisamente
inferiore ai vini francesi e non solo, malgrado il clima e la morfologia fossero
più che adeguati per la viticoltura. Semplicemente, non si sapeva fare il vino.
Nello stesso anno 1860, si sviluppò una fitta collaborazione tra il Barone
Ricasoli e Cesare Studiati per arrivare alla formulazione del "Vino
Perfetto".
E l'obiettivo principale di Cesare, che pur continuava a
coltivare diversi interessi scientifici di varia natura
(dall'anatomia umana alla paleontologia, dalla fisiologia
alla chimica), era sempre quello, come racconta lo
storico Zeffiro Ciuffoletti nel suo " Alla Ricerca del Vino
Perfetto" (2009).
Cesare Studiati e la nascita del vino Chianti
E' il 26 settembre 1872.
Questa famosa lettera che il barone Bettino Ricasoli scrisse al medico Cesare
Studiati testimonia la nascita del moderno Chianti.
«IL VINO RICEVE dal Sangioveto la dose principale del suo profumo (a cui io miro
particolarmente) e una certa vigoria di sensazione; dal Canajolo l'amabilità che
tempera la durezza del primo, senza togliergli nulla del suo profumo essendone pur
esso dotato; la Malvagia, della quale si potrebbe fare a meno nei vini destinati
all'invecchiamento, tende a diluire il prodotto delle prime due uve, ne accresce il
sapore e lo rende più leggero e più prontamente adoperabile all'uso della tavola
quotidiana».
● composizione ufficiale del vino Chianti ritenuta più idonea per ottenere un vino
rosso piacevole, frizzante e di pronta beva: 70% di Sangioveto (denominazione
locale per il Sangiovese), 15% di Canaiolo, 15% di Malvasia
Cesare Studiati e la nascita del vino Chianti
Cesare Studiati fu anche Deputato alla Costituente toscana, non volle
partecipare a quella italiana per non interrompere i suoi studi, rifiutando anche la
carica onorifica di gonfaloniere di Pisa offertagli da Bettino Ricasoli.
Prese comunque parte attiva nella
politica della città di Pisa, come
consigliere comunale e provinciale e,
per ben 35 anni, come presidente della
Cassa di risparmio di Pisa, succedendo
nel 1859 a Lelio Franceschi.
Collaborò con i principali produttori
toscani dell'epoca, Cosimo Ridolfi
(agronomo e politico italiano) e lo
stesso Ricasoli, e introdusse nuovi
vitigni nelle sue terre di Ripafratta,
intuendo l'azione del solfato di rame
contro parassiti come la fillossera e la
peronospora.
Cesare Studiati e la nascita del vino Chianti
● A tavola con Cesare Studiati
● Pane abbrustolito del pisano fatto con pane toscano, acciughe
salate, capperi salati, origano o prezzemolo, aglio
● Vino in abbinamento IGT Bianco Toscana o Costa Toscana
● Bordatino alla pisana fatto con farina di mais,
sedano, carota, cipolla, cavolo, patata, zucchino,
fagioli bianchi, aglio, peperonicino, pomodoro, crosta
di parmigiano, olio EVO, sale e pepe
Ricette di Paolo Ciolli
Tratte da Pisa da gustare
Cesare Studiati e la nascita del vino Chianti
● Bistecca di Mucco Pisano
Vini in abbinamento:
● DOCG Chianti e Chianti Colline Pisane
● DOC Terre di Pisa sangiovese o rosso
● A tavola con Cesare Studiati
Vini in abbinamento:
● Vin Santo del Chianti
● Vin Santo del Chianti Colline Pisane
● Torta coi bischeri
vino e proposte di turismo esperienziale
nelle Terre di Pisa
Il progetto Terragir 3
Mira ad accrescere la competitività delle PMI del
settore turistico e l’attrattività delle aree marginali
ed insulari dell’area transfrontaliera promuovendo
sistemi congiunti di posizionamento e
promozione di prodotti turistici innovativi.
Obiettivo specifico è elaborare, ampliare e
qualificare Pacchetti Turistici mettendo “in rete” le
PMI del settore in un ottica di turismo
esperienziale che valorizzi l’autenticità dei
territori transfrontalieri e che capitalizzi quanto
sviluppato da altre progettualità (TERRAGIR 1/2)
passando da vetrina di prodotti/territori ad offerta
turistica integrata.
vino e proposte di turismo esperienziale
nelle Terre di Pisa
● Esempio: Il pescaturismo alle secche della Meloria
Il pescaturismo e’ una “vacanza a tema” che consente la conoscenza del mondo del
mare e della pesca oltre che la visione, dalla barca da pesca, di scorci straordinari
del mare di fronte alla costa pisana.
● Esempio: Il pescaturismo alle secche della Meloria
Una nuova opportunità di turismo ecologico , insieme ai pescatori, a contatto con
le bellezze dei paesaggi marittimi, le tradizioni, i saperi del mare e i sapori della
cucina di pesce. E’ l’idea giusta per vivere il mare in modo diverso e sostenibile.
vino e proposte di turismo esperienziale
nelle Terre di Pisa
● partenza la mattina con un imbarcazione della
pesca professionale dal Porto di Livorno
● L'esperienza di pescaturismo
● salpamento delle reti calate il giorno prima dal
pescatore con spiegazione dell'attività di pesca
artigianale, dell'ambiente marino delle Secche della
Meloria e delle varie specie ittiche catturate
vino e proposte di turismo esperienziale
nelle Terre di Pisa
● Rientro nel pomeriggio al Porto di Livorno
● pranzo a bordo in prossimità della Torre della Meloria
con il pesce catturato; in abbinamento vino bianco o
rosato IGT Toscana e Costa Toscana
● Informazioni storiche riguardo le
Repubbliche Marinare e sulla
battaglia della Meloria tra
Genova e Pisa
vino e proposte di turismo esperienziale
nelle Terre di Pisa
● Passeggiata mattutina nei boschi nelle vicinanze
dell'azienda alla ricerca del prezioso tartufo
bianco, detto il diamante della terra oppure il Re
della tavola, con l'aiuto di tartufai e dei loro cani
da cerca
● Esempio: la cerca del tartufo e il vino
● visita delle cantine aziendali con la
guida di un esperto per la
spiegazione della storia e dei vini
prodotti in azienda, del loro intero
processo produttivo e dei metodi di
invecchiamento
vino e proposte di turismo esperienziale
nelle Terre di Pisa
● illustrazione da parte di esperto assaggiatore delle
caratteristiche di tutti i vini di produzione aziendale
IGT Toscana, Chianti Superiore DOCG, DOC Terre
di Pisa e degli altri prodotti aziendali: olio extra
vergine d'oliva, birra e grappa
● mini corso di degustazione guidata da esperto
assaggiatore dei vini di produzione indicati con
assaggio per ogni partecipante di un calice di
ciascun vino
● pranzo nella suggestiva barriccaia aziendale
con piatti a base di tartufo bianco delle
colline sanminiatesi, cucinato alla tradizione
toscana: antipasto, primo, secondo e per
terminare dolce
vino e proposte di turismo esperienziale
nelle Terre di Pisa
● Fantasmi in villa è un itinerario guidato
teatralizzato all'interno della proprietà di
villa di Corliano, in località Rigoli, San
Giuliano Terme (PI)
● Esempio: Fantasmi a villa Corliano
La Villa di Corliano appartiene alla famiglia Agostini Venerosi della Seta dal 1536,
fu acquistata a Palermo dagli Spini di Firenze che l'avevano costruita nel 1448 sui
ruderi del castello dei Pagano e della domus della gens Venuleia del 92 d.C.
A metà settecento Ignazio Pellegrini, architetto della corte Granducale le conferì
l'aspetto attuale e costruì gli altri edifici del complesso monumentale. La Villa è
circondata da un parco secolare che conserva alcune specie rare ed è parte dell'area
protetta dei monti pisani.
vino e proposte di turismo esperienziale
nelle Terre di Pisa
● A seguire si svolge l'itinerario guidato sulle tracce del fantasma
di Teresa Della Seta Bocca Gaetani (1736-1816), con rilevatori
elettromagnetici di facile utilizzo.
● I partecipanti sono invitati a una cena
durante la quale assaporano alcuni
prodotti del territorio, come la pasta del
Pastificio Morelli, accompagnati da una
selezione di vini della DOC Terre di Pisa.
● Teresa, bellissima nobildonna del XVIII secolo, amava a tal
punto la sua villa nel lungomonte pisano da decidere di non
lasciarla mai. A distanza di secoli, c’è chi racconta di averne
percepito la presenza nelle immense stanze della sua adorata
dimora
vino e proposte di turismo esperienziale
nelle Terre di Pisa
● L'itinerario si muove all'interno e all'esterno della
prestigiosa villa, dal salone cinquecentesco al
piccolo oratorio, dalla coffe-house al bosco delle
fate, rivivendo la storia del territorio anche grazie
all'intervento di guide/attori che interpretano in prima
persona alcuni dei protagonisti citati.
● Alla fine dell’Ottocento, la villa fu meta di molte persone di spicco della letteratura tra
cui si annovera Lord Byron, Vittorio Alfieri, Mary e Percy Shelley e tanti altri…
● Per tre giorni un gruppo di moderni ghostbusters ha
soggiornato nella villa, cercando le tracce del
fantasma. Durante la seconda notte, nella sala da
ballo, alcuni di loro hanno udito strani rumori. Li
hanno registrati e identificati con un apposito
apparecchio. Risultato: era un ritmato tacchettìo di
scarpe, come se una donna corresse. O ballasse,
come amava fare Teresa.
vino e proposte di turismo esperienziale
nelle Terre di Pisa
● Frankenstein
Non è cosa insolita la visita di queste persone alle varie ville del
Lungomonte Pisano, sennonché Mary Shelley (Londra, 30 agosto
1797 – Londra, 1º febbraio 1851) sembra abbia preso spunto per il
suo manoscritto più famoso proprio dalle sue visite alla villa di
Corliano: Frankenstein, pubblicato nel 1818.
Durante le visite nei sotterranei della Villa, il chirurgo Francesco Vacca Berlinghieri,
soprannominato Francesco la Pietra, svolgeva esperimenti di galvanismo proprio
come nel libro: il dottor Frankenstein prova a ridar vita al cadavere decomposto
rubato al cimitero.
vino e proposte di turismo esperienziale
nelle Terre di Pisa
● Esempio: cucinare con il calore geotermico
● Breve passeggiata nel Parco Naturalistico delle
Biancane a Sasso Pisano fino al punto scelto
dove cucinare con il vapore che esce dal terreno
in modo naturale.
● Descrizioni sui procedimenti utilizzati per cuocere i
cibi e inizio della cottura.
● Durante la lenta cottura dei cibi escursione nel
Parco, visita al complesso termale Etrusco-
Romano “il Bagnone“ e/o al Museo della
Geotermia di Monterotondo Marittimo
raggiungibile a piedi.
vino e proposte di turismo esperienziale
nelle Terre di Pisa
● Riflessioni analitiche sui piatti
cucinati utilizzando questa
fonte di calore naturale
● Degustazione dei cibi cucinati in
abbinamento con vini IGT
Montecastelli e DOC Terre di Pisa
● Visita guidata alla cantina scavata
nella roccia
Collaboriamo?
Per contatti:
ANDREA ACCIAI (Presidente)
Mail: stradadelvinocollinepisane@gmail.com
Mobile: 3355979147
www.stradadelvinocollinepisane.it
IL VINO NELLE
TERRE DI PISA

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  • 1. IL VINO NELLE TERRE DI PISA 1° incontro 30 marzo 2020 Ore 10:00-12:00 2° incontro 31 marzo 2020 Ore 10:00-12:00
  • 2. Alcune frasi famose sul vino E dove non è vino non è amore; né alcun altro diletto hanno i mortali. ● Euripide (480 a.C.- 406 ca. a.C.) Il vino prepara i cuori e li rende più pronti alla passione. ● Ovidio (43 a.C. – 17 d.C.) Et però credo che molta felicità sia agli homini che nascono dove si trovano i vini buoni. ● Leonardo da Vinci (1452 – 1519) Grande è la fortuna di colui che possiede una buona bottiglia,un buon libro, un buon amico. ● Molière (1622 – 1673) Il vino è la parte intellettuale di un pranzo, la carne e i legumi non sono che la parte materiale. ● Alexandre Dumas (1802 – 1870) Il vino è la poesia della terra. ● Mario Soldati (1906 – 1999)
  • 3. Il vino in musica ● Un buon vino fa sognare, appassiona, suscita ricordi, e crea nuove strade per accendere emozioni. ● L’incanto del vino ha ispirato odi e canzoni per secoli, ha dato ispirazioni a letterati, artisti, che hanno poi lasciato testimonianza del loro sentire. ● Dal vino passa la socializzazione, la protesta, il piacere, la passione, l’emancipazione. ● La forza del vino è passata anche attraverso grandi canzoni con le quali i propri autori hanno raccontano, il proprio mondo, la propria denuncia, il proprio tormento d’amore. Vino come consolazione, conforto sia nei momenti negativi ma anche gioia nei momenti lieti. Chi non ricorda: ● «Ma che ce frega ma che ce ‘mporta, se l’oste ar vino ci ha messo l’acqua» ● “Felicità, un bicchiere di vino, con un panino...”
  • 4. vino e storytelling delle Terre di Pisa ● DOC SAN TORPE' ● Il bianco Pisano di San Torpè DOC, vino dal sapore secco, armonico e delicato e dal profumo vivace, da bere fresco e giovane, a base di Trebbiano Toscano e, in percentuale minore, di altri vitigni bianchi quali il Vermentino e lo Chardonnay.
  • 5. San Torpè: la storia ● San Torpè, lat. Gaius Silvius Torpetius, conosciuto anche come Torpete, Torpes, Torpezio, Tropezio, Tropez (Pisa... – Pisa, 29 aprile 68), fu cortigiano di Nerone: convertitosi al cristianesimo, morì martire per decapitazione; è venerato come santo dalla Chiesa cattolica.
  • 6. San Torpè: la storia San Torpè visse al tempo in cui Pietro apostolo, prima di raggiungere Roma, si era fermato presso la Basilica di San Piero a Grado. Torpè, secondo la leggenda medievale, fu convertito dal "presbyter-eremita" Antonino da Lucca, che viveva sui monti tra Pisa e Lucca, e battezzato alla "fons vulgo" presso il romitorio di Corliano. Un'antica tradizione ecclesiastica ed erudita pisana identificò quest'acqua con la fonte del latte di Corliano; da allora, l'acqua, divenuta miracolosa, si tramanda facesse venire il latte alle puerpere e dovrebbe al battesimo di San Torpé il potere galattoforico per cui va ancora nota.
  • 7. San Torpè: la storia ● Torpè venne perseguitato in quanto cristiano e costretto, senza successo, a praticare la religione pagana adottata dall'Impero Romano. ● L'imperatore Nerone, il quale credeva nella dea Diana come progenitrice dell'Universo, lo fece torturare. Durante le torture avvennero i primi miracoli: il prefetto morì schiacciato dalla colonna alla quale era stato legato Torpè; nell'anfiteatro morì uno dei due leoni che avrebbero dovuto sbranarlo, mentre l'altro si prostrò ai sui piedi; inoltre crollò il tempio della dea Diana. ● Evelio, funzionario dell'imperatore romano, vedendo che il santo era uscito incolume dalle feroci prove a cui era stato sottoposto, si convertì alla fede cristiana. Lasciò la corte di Nerone e fuggì a Roma, ma qui fu arrestato e poi decapitato un 27 aprile, molto probabilmente dell’anno 69 d.C., un anno dopo Torpè.
  • 8. San Torpè: la storia ● Dopo la sua morte per decapitazione nel 68 d.C., il corpo di Torpè fu abbandonato sopra un'imbarcazione, insieme ad un gallo e ad un cane, alla foce dell'Arno. Placido Costanzi, "Martirio di San Torpè", Olio su tela, Duomo di Pisa
  • 9. San Torpè: la storia ● La barca si arenò nelle vicinanze di una piccola cittadina della Provenza chiamata Heraclea e ribattezzata in onore del Santo come Saint Tropez. ● La testa, invece, rimase a Pisa, dove dal 1260 è custodita nella Chiesa di San Torpè vicino ai Bagni di Nerone intitolati proprio a quell’imperatore che lo perseguitò. ● Il culto di San Torpè è condiviso dalla città di Pisa con la città provenzale di Saint Tropez e dal 1955, ogni anno, per il 29 aprile, una delegazione della “città amica” viene per la ricorrenza delle celebrazioni in onore del martire pisano.
  • 10. San Torpè: la storia Al Santo si attribuiscono molti prodigi tra cui, nel giorno 29 aprile 1633, la liberazione dalla peste, dilagante nella città di Pisa. Nel suo inno, padre Onorio Lessona implora grazie per i fedeli: «Felice Martire cui toccò in sorte / d'esser di Pisa il primo fiore / offri ai tuoi cari, prima della morte, / atti d'amore.» (Fernando Vallerini, S. Torpè, Pisa, 1984.) Le tre principali chiese dedicate al Santo pisano si trovano a Pisa, a Genova e a Saint-Tropez. A Pisa è presente la chiesa e convento di San Torpé, in via Fedeli.
  • 11. San Torpè: la storia ● A tavola con San Torpè ● Puls, la zuppa di cereali Probabilmente era il piatto più popolare, molto diffuso all’interno dell’esercito, per la sua velocità e semplicità di realizzazione. Una “pappa” con dei semplici chicchi di grano lessati in acqua, finché non assorbivano tutto il liquido, quindi conditi con alimenti a piacere, come olio, uovo, formaggio. Nelle ricette più prelibate si arrivavano ad aggiungere anche ingredienti più raffinati come il miele o altre spezie.
  • 12. San Torpè: la storia ● Dolcetti al miele (Apicio 25 a.C.-37 d.C.) con Vin Santo San Torpè DOC ● A tavola con San Torpè ● A tavola con San Torpè ● Piatto di acciughe senza acciughe (Apicio 25 a.C.-37 d.C.) Fai a pezzettini polpe di pesce arrosto o lesso così abbondantemente, da poter riempire la terrina che vuoi. Pesta pepe e poco di ruta, copri di liquame quanto basta e d'olio moderato, e mescola nella terrina con le polpe, e così anche uova crude rotte, affinchè diventi un corpo solo. Sopra disponi leggermente ortiche marine, in modo che non si mescolino con le uova. Metti sul vapore, in modo che non possano andare con le uova e quando saranno secche, spargi sopra di pepe tritato e servi. Alla mensa nessuno riconoscerà quel che mangia.
  • 13. vino e storytelling delle Terre di Pisa ● Galileo primo enologo della storia “Il vino è un composto di umore e luce” Quste parole sono attribuibili a Galileo Galileo (Pisa, 15 febbraio 1564 – Arcetri, 8 gennaio 1642), ma sono giunte fino a noi non attraverso l'opera dello scienziato, ma del conte Lorenzo Magalotti (Roma, 13 dicembre 1637[1] – Firenze, 2 marzo 1712), scienziato, letterato e diplomatico italiano, al servizio del Granducato di Toscana, colpito da quella frase sul vino dopo averla sentita riportare, a voce, da un allievo del Galilei e a trascriverla così in una sua lettera che è giunta fino a noi.
  • 14. Galileo primo enologo della storia A distanza di oltre secoli, quella stessa frase che aveva colpito Lorenzo Magalotti, ha affascinato un altro uomo, Giacomo Tachis, il padre della moderna enologia italiana, creatore di tanti vini che hanno ridato all'Italia un posto di prestigio tra i maggiori produttori mondiali e purtroppo recentemente scomparso. ● Giacomo Tachis: “Galileo è stato il primo enologo della storia”
  • 15. Galileo primo enologo della storia Casa natale Il padre di Galileo, nato nel borgo di Santa Maria a Monte, intorno al 1520 si era trasferito a Pisa, dove viveva la famiglia della moglie, per aprire una scuola di musica nella casa d'angolo tra  Borgo Stretto e via dei Mercanti, segnalata oggi con una lapide. Il padre figura tra i grandi teorici della musica del secolo XVI, come autore di opere manoscritte conservate alla Biblioteca Nazionale di Firenze. La famiglia Galilei abitava poco distante, presso  Casa Ammannati,  nella odierna  Via Giusti  24-26 (davanti al Tribunale, oggi abitazione privata) dove Galileo nacque nel 1564 e trascorse la sua infanzia e giovinezza.
  • 16. Galileo primo enologo della storia ● I luoghi di Galileo a Pisa Galileo fu battezzato nel Battistero, in Piazza dei Miracoli, il 19 febbraio 1564 Il padre voleva iscrivere Galileo al Collegio della Sapienza, (dietro Lungarno Pacinotti, in Via Curtatone e Montanara) per gli studi medicina, ma lui scelse l’Università di Pisa, dove entrò nel 1580. A soli 25 anni ottenne la cattedra delle matematiche, che avrebbe lasciato tre anni dopo per quella di Padova. La Sapienza, come sede universitaria, fu fondata nel 1472 da Cosimo I dei Medici. Sotto il porticato, l’ingresso all’Aula Magna Storica conserva una statua di Galileo Galilei opera del Demi (1839).
  • 17. Galileo primo enologo della storia ● I luoghi di Galileo a Pisa Palazzo Reale Al tempo di Galileo residenza del Granduca Cosimo II, che lo volle a corte per ringraziarlo di avere chiamato “Pianeti Medicei” le quattro lune di Giove. Dall’alto della medievale Torre della Verga d’Oro Galileo puntò i suoi cannocchiali verso la volta celeste mostrandoli al Granduca. Cittadella e Domus Galileiana In Via Santa Maria si trova la Fondazione Domus Galilaeana, che ha conservato tutte le pubblicazioni su Galileo e due lettere, di cui un’originale che tratta la legge della caduta dei gravi.
  • 18. Galileo primo enologo della storia ● I luoghi di Galileo a Pisa Piazza dei Miracoli Rappresentò per Galileo un laboratorio scientifico: nella Cattedrale, ancora studente, pare avesse intuito la legge dell’isocronismo dei pendoli osservando l’oscillare di una lampada. Fu dall’alto dei 56 metri della Torre Pendente che condusse più volte gli esperimenti sulla caduta dei gravi che arrivavano a terra con pari velocità nonostante la differenza della massa. La lampada di Galileo secondo la leggenda La vita di Galileo, come quella di ogni pisano dell’epoca, era strettamente legata a questi monumenti: se nel Battistero era stato infatti battezzato, nel Camposanto Monumentale è custodita la vera lampada
  • 19. Galileo primo enologo della storia ● Gli ultimi anni di Galileo Il processo a Galileo Galilei, sostenitore della teoria copernicana eliocentrica sul moto dei corpi celesti in opposizione alla teoria geocentrica, sostenuta dalla Chiesa cattolica, iniziò a Roma il 12 aprile 1633 e si concluse il 22 giugno 1633 con la condanna per "veemente sospetto di eresia" e con l'abiura forzata delle sue concezioni astronomiche. Il 1º luglio 1633 gli è concesso di trasferirsi a Siena nell'abitazione dell'amico arcivescovo Antonio Piccolomini, poi nella sua villa di Arcetri, in una sorta di arresti domiciliari. Nell'aprile del 1634 perde l'amata figlia Virginia, suor Maria Celeste. Galileo, ormai cieco, morì l'8 gennaio 1642, quindi sepolto in Santa Croce a Firenze
  • 20. Galileo primo enologo della storia ● Il vino per Galileo Il vino per Galileo era un nettare prezioso “un composto di umore e di luce” e “la luce del sole tenuta insieme dall'acqua”. Dalle minuziose descrizioni della figlia Virginia, Suor Maria Celeste, sappiamo che produceva limitate quantità di vino dal piccolo podere annesso alla villa Il Gioello a Firenze nella quale abitò dal 1631 sino alla morte, e che non sempre era buono. Galileo apprezzava il vino di buona qualità e dalla Corte spesso gli venivano inviati botti e fiaschi provenienti dalle cantine del Granduca o dalle sue fattorie sparse per la Toscana. Non mancavano i regali o i grossi acquisti: la figlia, ad esempio, parla dell'arrivo di dieci barili di vino da San Miniato al Tedesco (l'attuale San Miniato).
  • 21. Galileo primo enologo della storia ● La cantina di Galileo Sempre dalla figlia sappiamo che la cantina di Galileo aveva almeno tre botti e quattro barili di diversa capienza provenienti dal monastero di San Matteo in Arcetri e il materiale che serviva a produrre il vino e a conservarlo. C'erano fiaschi e piccoli barilotti da cui veniva cavato con regolarità per berlo, un tino e anche ammostatoi, scale, bigonce, mastelli, ecc. La capacità delle botti era misura in barili ed era variabile: le misure erano quelle normalmente utilizzate in Toscana e usavano gli stessi nomi dei vasi vinari come era tradizione sin dal Medioevo.
  • 22. Galileo primo enologo della storia ● Il consumo di vino di Galileo Galileo amava e consumava vino di diversa tipologia “due e a quattro fiaschi per volta, or bianco, or rosso” per evitare che si rovinasse stando nelle botti. I biografi però affermano che lo bevesse in maniera equilibrata e quando lo produceva supervisionava personalmente le fasi della fermentazione. Tramite l'allievo Vincenzo Viviani sappiamo anche che Galileo sperimentava metodi di produzione, come ad esempio una rudimentale macerazione carbonica. “Per cavare da un medesimo tino il vino dolce e maturo, e far sì che vi resti l’agro, si faccia empiere il tino di uve, senza ammostare, in grappoli interi, e si lasci così stare qualche poco di tempo; che sturando la cannella uscirà vino maturo, e sarà quello dei grani delle uve più maturi spremuti dal peso e carico proprio dei grappoli, che sono i primi a scoppiare, e dopo che sarà uscito tal vino dolce, pigiando ed ammostando l'uve, ne uscirà il vino assai meno, maturo anzi assai agro, secondo però che l’uve per loro stesse saranno più o meno mature generalmente”.
  • 23. Galileo primo enologo della storia ● Il vino e il cibo di Galileo Il vino prodotto da Galileo è paragonabile al vino novello, caratterizzato da un colore rosso intenso, con sfumature porpora; frizzantino, fruttato e fresco al palato. ● salumi di San Miniato e pecorino DOP Toscano e delle Balze Volterrane Immaginiamoci la cena di Galileo in autunno con abbinati al suo vino alcuni prodotti delle Terre di Pisa attualizzati: ● zuppa di funghi ● frugiate con i marroni di Rivalto
  • 24. vino e storytelling delle Terre di Pisa ● Cesare Studiati Berni e la nascita del vino Chianti (1872) Ritratto di Cesare Studiati Berni di Alvio Vaglini conservato presso Palazzo Blu a Pisa Cesare Studiati Berni (Pisa, 14 gennaio 1821 – Molina di Quosa, 5 novembre 1894) è stato un medico e politico italiano. Di idee liberali moderate, partecipò attivamente alla fase risorgimentale aderendo alla spedizione del battaglione dei volontari universitari pisani e senesi del 1848, con il grado di maggiore, combattendo a Curtatone e Montanara.
  • 25. Cesare Studiati e la nascita del vino Chianti Cesare Studiati entrò a pieno titolo nell'alta società pisana nel 1860, prendendo in moglie la nobile Giuseppina Agostini Venerosi della Seta, dalla quale abbe il figlio Pietro, noto architetto. Già nel 1848 cominciò a interessarsi dei vigneti di proprietà della famiglia Studiati a Farneta in comune di San Giuliano Terme; il vino purtroppo era pessimo, malgrado i tanti e volenterosi tentativi. Nel 1857, Cesare incontrò il Barone Bettino Ricasoli, alle prese con analoghi problemi enologici, all'esposizione agraria toscana. Il barone Ricasoli, oltre ad essere Ministro nel Governo del Granducato di Toscana e poi Presidente del Consiglio nel Regno d'Italia era anche uno dei maggiori produttori di Chianti.
  • 26. Cesare Studiati e la nascita del vino Chianti L'edificio si trovava a livello della strada del Lungomonte. Ma, o perché Giuseppina aveva nostalgia della paterna Villa di Corliano collocata più in alto, o perché, come dicono i pettegolezzi del tempo, desiderasse imprescindibilmente di poter ammirare dalle finestre di casa le isole dell'Arcipelago Toscano, fatto sta che la Villa in basso fu smontata pietra per pietra e trasportata in alto, dove possiamo ammirarla ora, e nacque Villa Alta. Come dote Giuseppina portò la casa di villeggiatura, quella che era ancora definita "bassa" rispetto all'altra villa di famiglia, Villa di Corliano. ● Villa Alta
  • 27. Cesare Studiati e la nascita del vino Chianti Quello che veniva prodotto a quel tempo in Toscana era decisamente inferiore ai vini francesi e non solo, malgrado il clima e la morfologia fossero più che adeguati per la viticoltura. Semplicemente, non si sapeva fare il vino. Nello stesso anno 1860, si sviluppò una fitta collaborazione tra il Barone Ricasoli e Cesare Studiati per arrivare alla formulazione del "Vino Perfetto". E l'obiettivo principale di Cesare, che pur continuava a coltivare diversi interessi scientifici di varia natura (dall'anatomia umana alla paleontologia, dalla fisiologia alla chimica), era sempre quello, come racconta lo storico Zeffiro Ciuffoletti nel suo " Alla Ricerca del Vino Perfetto" (2009).
  • 28. Cesare Studiati e la nascita del vino Chianti E' il 26 settembre 1872. Questa famosa lettera che il barone Bettino Ricasoli scrisse al medico Cesare Studiati testimonia la nascita del moderno Chianti. «IL VINO RICEVE dal Sangioveto la dose principale del suo profumo (a cui io miro particolarmente) e una certa vigoria di sensazione; dal Canajolo l'amabilità che tempera la durezza del primo, senza togliergli nulla del suo profumo essendone pur esso dotato; la Malvagia, della quale si potrebbe fare a meno nei vini destinati all'invecchiamento, tende a diluire il prodotto delle prime due uve, ne accresce il sapore e lo rende più leggero e più prontamente adoperabile all'uso della tavola quotidiana». ● composizione ufficiale del vino Chianti ritenuta più idonea per ottenere un vino rosso piacevole, frizzante e di pronta beva: 70% di Sangioveto (denominazione locale per il Sangiovese), 15% di Canaiolo, 15% di Malvasia
  • 29. Cesare Studiati e la nascita del vino Chianti Cesare Studiati fu anche Deputato alla Costituente toscana, non volle partecipare a quella italiana per non interrompere i suoi studi, rifiutando anche la carica onorifica di gonfaloniere di Pisa offertagli da Bettino Ricasoli. Prese comunque parte attiva nella politica della città di Pisa, come consigliere comunale e provinciale e, per ben 35 anni, come presidente della Cassa di risparmio di Pisa, succedendo nel 1859 a Lelio Franceschi. Collaborò con i principali produttori toscani dell'epoca, Cosimo Ridolfi (agronomo e politico italiano) e lo stesso Ricasoli, e introdusse nuovi vitigni nelle sue terre di Ripafratta, intuendo l'azione del solfato di rame contro parassiti come la fillossera e la peronospora.
  • 30. Cesare Studiati e la nascita del vino Chianti ● A tavola con Cesare Studiati ● Pane abbrustolito del pisano fatto con pane toscano, acciughe salate, capperi salati, origano o prezzemolo, aglio ● Vino in abbinamento IGT Bianco Toscana o Costa Toscana ● Bordatino alla pisana fatto con farina di mais, sedano, carota, cipolla, cavolo, patata, zucchino, fagioli bianchi, aglio, peperonicino, pomodoro, crosta di parmigiano, olio EVO, sale e pepe Ricette di Paolo Ciolli Tratte da Pisa da gustare
  • 31. Cesare Studiati e la nascita del vino Chianti ● Bistecca di Mucco Pisano Vini in abbinamento: ● DOCG Chianti e Chianti Colline Pisane ● DOC Terre di Pisa sangiovese o rosso ● A tavola con Cesare Studiati Vini in abbinamento: ● Vin Santo del Chianti ● Vin Santo del Chianti Colline Pisane ● Torta coi bischeri
  • 32. vino e proposte di turismo esperienziale nelle Terre di Pisa Il progetto Terragir 3 Mira ad accrescere la competitività delle PMI del settore turistico e l’attrattività delle aree marginali ed insulari dell’area transfrontaliera promuovendo sistemi congiunti di posizionamento e promozione di prodotti turistici innovativi. Obiettivo specifico è elaborare, ampliare e qualificare Pacchetti Turistici mettendo “in rete” le PMI del settore in un ottica di turismo esperienziale che valorizzi l’autenticità dei territori transfrontalieri e che capitalizzi quanto sviluppato da altre progettualità (TERRAGIR 1/2) passando da vetrina di prodotti/territori ad offerta turistica integrata.
  • 33. vino e proposte di turismo esperienziale nelle Terre di Pisa ● Esempio: Il pescaturismo alle secche della Meloria Il pescaturismo e’ una “vacanza a tema” che consente la conoscenza del mondo del mare e della pesca oltre che la visione, dalla barca da pesca, di scorci straordinari del mare di fronte alla costa pisana. ● Esempio: Il pescaturismo alle secche della Meloria Una nuova opportunità di turismo ecologico , insieme ai pescatori, a contatto con le bellezze dei paesaggi marittimi, le tradizioni, i saperi del mare e i sapori della cucina di pesce. E’ l’idea giusta per vivere il mare in modo diverso e sostenibile.
  • 34. vino e proposte di turismo esperienziale nelle Terre di Pisa ● partenza la mattina con un imbarcazione della pesca professionale dal Porto di Livorno ● L'esperienza di pescaturismo ● salpamento delle reti calate il giorno prima dal pescatore con spiegazione dell'attività di pesca artigianale, dell'ambiente marino delle Secche della Meloria e delle varie specie ittiche catturate
  • 35. vino e proposte di turismo esperienziale nelle Terre di Pisa ● Rientro nel pomeriggio al Porto di Livorno ● pranzo a bordo in prossimità della Torre della Meloria con il pesce catturato; in abbinamento vino bianco o rosato IGT Toscana e Costa Toscana ● Informazioni storiche riguardo le Repubbliche Marinare e sulla battaglia della Meloria tra Genova e Pisa
  • 36. vino e proposte di turismo esperienziale nelle Terre di Pisa ● Passeggiata mattutina nei boschi nelle vicinanze dell'azienda alla ricerca del prezioso tartufo bianco, detto il diamante della terra oppure il Re della tavola, con l'aiuto di tartufai e dei loro cani da cerca ● Esempio: la cerca del tartufo e il vino ● visita delle cantine aziendali con la guida di un esperto per la spiegazione della storia e dei vini prodotti in azienda, del loro intero processo produttivo e dei metodi di invecchiamento
  • 37. vino e proposte di turismo esperienziale nelle Terre di Pisa ● illustrazione da parte di esperto assaggiatore delle caratteristiche di tutti i vini di produzione aziendale IGT Toscana, Chianti Superiore DOCG, DOC Terre di Pisa e degli altri prodotti aziendali: olio extra vergine d'oliva, birra e grappa ● mini corso di degustazione guidata da esperto assaggiatore dei vini di produzione indicati con assaggio per ogni partecipante di un calice di ciascun vino ● pranzo nella suggestiva barriccaia aziendale con piatti a base di tartufo bianco delle colline sanminiatesi, cucinato alla tradizione toscana: antipasto, primo, secondo e per terminare dolce
  • 38. vino e proposte di turismo esperienziale nelle Terre di Pisa ● Fantasmi in villa è un itinerario guidato teatralizzato all'interno della proprietà di villa di Corliano, in località Rigoli, San Giuliano Terme (PI) ● Esempio: Fantasmi a villa Corliano La Villa di Corliano appartiene alla famiglia Agostini Venerosi della Seta dal 1536, fu acquistata a Palermo dagli Spini di Firenze che l'avevano costruita nel 1448 sui ruderi del castello dei Pagano e della domus della gens Venuleia del 92 d.C. A metà settecento Ignazio Pellegrini, architetto della corte Granducale le conferì l'aspetto attuale e costruì gli altri edifici del complesso monumentale. La Villa è circondata da un parco secolare che conserva alcune specie rare ed è parte dell'area protetta dei monti pisani.
  • 39. vino e proposte di turismo esperienziale nelle Terre di Pisa ● A seguire si svolge l'itinerario guidato sulle tracce del fantasma di Teresa Della Seta Bocca Gaetani (1736-1816), con rilevatori elettromagnetici di facile utilizzo. ● I partecipanti sono invitati a una cena durante la quale assaporano alcuni prodotti del territorio, come la pasta del Pastificio Morelli, accompagnati da una selezione di vini della DOC Terre di Pisa. ● Teresa, bellissima nobildonna del XVIII secolo, amava a tal punto la sua villa nel lungomonte pisano da decidere di non lasciarla mai. A distanza di secoli, c’è chi racconta di averne percepito la presenza nelle immense stanze della sua adorata dimora
  • 40. vino e proposte di turismo esperienziale nelle Terre di Pisa ● L'itinerario si muove all'interno e all'esterno della prestigiosa villa, dal salone cinquecentesco al piccolo oratorio, dalla coffe-house al bosco delle fate, rivivendo la storia del territorio anche grazie all'intervento di guide/attori che interpretano in prima persona alcuni dei protagonisti citati. ● Alla fine dell’Ottocento, la villa fu meta di molte persone di spicco della letteratura tra cui si annovera Lord Byron, Vittorio Alfieri, Mary e Percy Shelley e tanti altri… ● Per tre giorni un gruppo di moderni ghostbusters ha soggiornato nella villa, cercando le tracce del fantasma. Durante la seconda notte, nella sala da ballo, alcuni di loro hanno udito strani rumori. Li hanno registrati e identificati con un apposito apparecchio. Risultato: era un ritmato tacchettìo di scarpe, come se una donna corresse. O ballasse, come amava fare Teresa.
  • 41. vino e proposte di turismo esperienziale nelle Terre di Pisa ● Frankenstein Non è cosa insolita la visita di queste persone alle varie ville del Lungomonte Pisano, sennonché Mary Shelley (Londra, 30 agosto 1797 – Londra, 1º febbraio 1851) sembra abbia preso spunto per il suo manoscritto più famoso proprio dalle sue visite alla villa di Corliano: Frankenstein, pubblicato nel 1818. Durante le visite nei sotterranei della Villa, il chirurgo Francesco Vacca Berlinghieri, soprannominato Francesco la Pietra, svolgeva esperimenti di galvanismo proprio come nel libro: il dottor Frankenstein prova a ridar vita al cadavere decomposto rubato al cimitero.
  • 42. vino e proposte di turismo esperienziale nelle Terre di Pisa ● Esempio: cucinare con il calore geotermico ● Breve passeggiata nel Parco Naturalistico delle Biancane a Sasso Pisano fino al punto scelto dove cucinare con il vapore che esce dal terreno in modo naturale. ● Descrizioni sui procedimenti utilizzati per cuocere i cibi e inizio della cottura. ● Durante la lenta cottura dei cibi escursione nel Parco, visita al complesso termale Etrusco- Romano “il Bagnone“ e/o al Museo della Geotermia di Monterotondo Marittimo raggiungibile a piedi.
  • 43. vino e proposte di turismo esperienziale nelle Terre di Pisa ● Riflessioni analitiche sui piatti cucinati utilizzando questa fonte di calore naturale ● Degustazione dei cibi cucinati in abbinamento con vini IGT Montecastelli e DOC Terre di Pisa ● Visita guidata alla cantina scavata nella roccia
  • 44. Collaboriamo? Per contatti: ANDREA ACCIAI (Presidente) Mail: stradadelvinocollinepisane@gmail.com Mobile: 3355979147 www.stradadelvinocollinepisane.it IL VINO NELLE TERRE DI PISA