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LA FAMIGLIA:
STORIA E CAMBIAMENTO DEI
RUOLI
Sara Bajec & Catina Feresin
Supervisione: Rossana Spazzali
Comune di Monfalcone
Servizio N.1 U.O. N.4 Attività Educative
Da molti decenni i ricercatori (storici,
psicologi, pedagogisti, sociologi,
antropologi) considerano la famiglia
argomento degno di analisi e di studio.
Oggetti di queste ricerche sono:
1- la definizione di famiglia;
2- i mutamenti storici che hanno
modificato la definizione di famiglia
nel tempo;
3- le evoluzioni che stanno
modificando e che modificheranno
ulteriormente tale definizione.
1-Definizione di famiglia
Con il termine “famiglia” si è soliti
indicare:
A- un gruppo d’individui che
generalmente vive nella medesima
abitazione e segue le medesime regole;
B- i rapporti esistenti (per esempio
affetto e autorità) fra gli appartenenti a
tale gruppo.
2-I mutamenti storici della famiglia
italiana
Nella società rurale, le esigenze dei
singoli venivano soddisfatte dall’azione
dell’intero gruppo familiare. La
massima sicurezza sociale
dell’individuo era ben tutelata
dall’esistenza di ampi e solidi gruppi
familiari in grado di proteggere i propri
componenti.
La famiglia rurale è quindi
classificabile come una struttura
familiare numerosa.
E’ noto che la mortalità infantile era
altissima, per cui le donne davano alla
luce molti figli, in quanto la
lavorazione del podere di proprietà o
preso in affitto richiedeva la presenza
di molteplici “braccia lavoro”.
Nella famiglia rurale patriarcale, i
bambini non ancora in età da lavoro ed
i vecchi non più in grado di lavorare
vivevano all’interno di una struttura di
supporto strettamente familiare,
costituita anche da zii e cugini.
Elemento costante di questo tipo di
famiglia era la superiorità dell’uomo
rispetto alla donna e ai figli.
Le ricerche in campo storico ed
economico sottolineano che già nel
1300 era cominciata una prima
differenziazione tra città e campagna.
Nelle piccole città italiane la maggior
parte della popolazione viveva infatti in
nuclei familiari ristretti (nucleari) e ciò
era dovuto al tipo di lavoro artigianale
svolto dai cittadini. Per questo tipo di
lavoro, la struttura familiare nucleare
era quella che richiedeva il minor
dispendio economico: pochi figli e
meno bocche da sfamare (il concetto
opposto di “braccia lavoro”).
Il vero grande mutamento dalla
famiglia rurale a quella nucleare si
verifica però solamente verso l’inizio
del 1800 in Europa.
Il momento storico europeo è cruciale:
l’avvento della rivoluzione industriale
ed il netto passaggio da un’economia
prettamente rurale ad un’economia
basata sull’industria.
Lo sviluppo industriale, infatti, provocò
in tutta Europa una significativa
migrazione di contadini che dalla
campagna si spostavano verso le città,
alla ricerca di una migliore qualità di
vita.
In Italia, il passaggio dalla famiglia
rurale alla famiglia nucleare si verificò
molto più tardi. Ancora agli inizi del
1900, contrariamente a quanto
avveniva in altri paesi europei, buona
parte delle famiglie italiane viveva
ancora in famiglie patriarcali
tradizionali di tipo rurale. La presenza
di famiglie nucleari incominciò ad
aumentare appena nel secondo
Gli agglomerati urbani crebbero
rapidamente: dalla casa padronale si
passò agli appartamenti.
Aumentò la produzione di manufatti
industriali: numerosi operai lavoravano
nelle fabbriche.
Aumentò l’attività dei porti ed il
trasporto di merci via mare.
Crebbe la produzione di treni che
favorivano il commercio ed il trasporto
di merci via terra.
Incominciò la produzione in serie di
automobili.
La Fiat 500 è l’esempio più noto di
un’automobile adatta ad una famiglia
nucleare benestante.
La società industriale prevedeva e
tuttora prevede forme di assistenza non
unicamente legate alla propria famiglia
di origine, ma pubbliche o legate ad
associazioni operaie e professionali.
Inoltre, la possibilità di trovare impiego
non era frutto della famiglia di
provenienza, ma era strettamente
connessa alle proprie capacità
intellettive.
La famiglia nucleare diventò il tipo di
famiglia più diffuso appena intorno agli
anni ‘70.
La ragione di tale fenomeno è legata al
diverso livello di industrializzazione
del Sud rispetto al Nord e quindi
all’esistenza di famiglie rurali presenti
in un periodo storico in cui l’Europa è
caratterizzata oramai da più di un
secolo dalla famiglia nucleare.
Il passaggio dalla famiglia normativa
alla famiglia affettiva
In Italia dagli anni ‘60 la famiglia è
passata da un’educazione dei figli
rigida ed autoritaria al dialogo e alla
negoziazione. Lo scambio affettivo
diventa prioritario rispetto ai compiti
educativi.
Si insinua la figura del “genitore
amico” che si spoglia del proprio ruolo
normativo. In questo contesto la
conflittualità relazionale aumenta in
quanto non più contenuta da norme
predefinite.
3- L’evoluzione della famiglia italiana
Dagli anni ‘70 ad oggi, la famiglia
nucleare è cambiata e sta ulteriormente
cambiando.
Vediamo ora quali sono le
nuove famiglie.
Secondo gli attuali orientamenti
sociologici, rientrano nella definizione
famiglia:
-famiglie unite in matrimonio (la
maggioranza)
-famiglie di fatto (39%)
-famiglie uni-personali (24%)
-famiglie mono-parentali (8.4%)
-famiglie ricostituite (4.3%)
Le ragioni di tale mutamento sono
molteplici:
-il cambiamento del ruolo della donna
-il significato del matrimonio e
l’esistenza del divorzio
-il forte decremento delle nascite e
l’invecchiamento della popolazione
Cambiamento di ruolo della donna
Il lavoro retribuito ha permesso alle
donne di poter sopravvivere
economicamente al di fuori del
matrimonio e ha dato loro una nuova
identità individuale e sociale che non
passa più solo attraverso la condizione
di moglie e di madre.
La conquistata indipendenza
economica riequilibra le disuguaglianze
nella distribuzione del potere
all’interno della coppia, a volte a spese
di un inasprimento dei conflitti
coniugali.
In tale contesto la rottura della coppia
diventa un evento possibile.
Il matrimonio da evento pubblico
diventa un fatto privato. Dai matrimoni
combinati che dovevano durare per
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per amore: se l’amore finisce, può
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culturale è stata l’approvazione della
legge sul divorzio (L. 898/1970) a cui è
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referendum per abrogarla (12.05.1974).
Tanti nonni…
L’Italia è il paese più vecchio dell’U.E.
La speranza di vita (età media
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è di 76.8 anni per gli uomini e 82.9
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popolazione totale.
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Nonostante un timido recupero rispetto
ai minimi storici del 1995, il tasso di
natalità continua ad essere basso,
troppo basso per compensare
l’invecchiamento della popolazione.
Uno virgola due
Oggi le donne italiane hanno una media
di 1.2 figli a testa (la media europea è
di 1.4).
Nel 1908 il numero medio dei figli per
ogni donna era di 4.6!
L’invecchiamento della popolazione
italiana è causa di una particolare
ristrutturazione della vita familiare e
sociale. Capita spesso che quella che
una volta veniva chiamata “terza età” si
trovi ad accudire genitori novantenni ,
cioè la “quarta età” e talvolta ad avere
ancora in casa i propri figli
ultratrentenni.
Conclusioni
Nonostante i significativi cambiamenti,
ciò che rimane saldo è il ruolo
genitoriale. Si è e si rimane genitori
indipendentemente dall’essere una
coppia spostata, divorziata o separata.
Ciò che è essenziale è la responsabilità
verso i figli.
Nascono nuove reti esterne alla
famiglia che sono di supporto al ruolo
genitoriale:
-reti di amicizie allargate che aiutano
le famiglie uni-parentali;
-adulti single che aiutano le famiglie;
-centri d’ascolto e di sostegno alla
genitorialità.
Bibliografia essenziale:
CISF (Centro Internazionale Studi Famiglia). VI rapporto CISF sulla Famiglia in Italia.
2006. www.stpaulus.it/cisf
ISTAT rapporto annuale. La situazione del Paese nel 2004. Roma, 2005
V. Melchiorre. La famiglia italiana. Vecchi e nuovi percorsi. Edizioni S. Paolo, Milano,
2000.
R. Mion Trasformazioni familiari e capitale sociale della famiglia. Rassegna Cnos, 3
129-144, 2005.
D. Miscioscia. Per una nuova metamorfosi della famiglia. Conflitti, 2003
D. Novara. Dalla famiglia normativa a quella affettiva: ma l’educazione dov’è?
Conflitti, 2003.
F. Occhionero. Le trasformazioni provocate dai mutamenti sociali degli ultimi decenni
nella storia della famiglia italiana, 2005.www.Skuola.net-ricerca
G. Ravaglia. Riflessioni sul matrimonio e sulla famiglia, 2003. www.risorse-
psicoterapia.org/matrimonio_famiglia.htm
C. Saraceno. La famiglia che cambia nella società che cambia. Conflitti, 2003.

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Presentazione famiglia

  • 1. LA FAMIGLIA: STORIA E CAMBIAMENTO DEI RUOLI Sara Bajec & Catina Feresin Supervisione: Rossana Spazzali Comune di Monfalcone Servizio N.1 U.O. N.4 Attività Educative
  • 2. Da molti decenni i ricercatori (storici, psicologi, pedagogisti, sociologi, antropologi) considerano la famiglia argomento degno di analisi e di studio.
  • 3. Oggetti di queste ricerche sono: 1- la definizione di famiglia; 2- i mutamenti storici che hanno modificato la definizione di famiglia nel tempo; 3- le evoluzioni che stanno modificando e che modificheranno ulteriormente tale definizione.
  • 4. 1-Definizione di famiglia Con il termine “famiglia” si è soliti indicare: A- un gruppo d’individui che generalmente vive nella medesima abitazione e segue le medesime regole; B- i rapporti esistenti (per esempio affetto e autorità) fra gli appartenenti a tale gruppo.
  • 5. 2-I mutamenti storici della famiglia italiana Nella società rurale, le esigenze dei singoli venivano soddisfatte dall’azione dell’intero gruppo familiare. La massima sicurezza sociale dell’individuo era ben tutelata dall’esistenza di ampi e solidi gruppi familiari in grado di proteggere i propri componenti.
  • 6. La famiglia rurale è quindi classificabile come una struttura familiare numerosa. E’ noto che la mortalità infantile era altissima, per cui le donne davano alla luce molti figli, in quanto la lavorazione del podere di proprietà o preso in affitto richiedeva la presenza di molteplici “braccia lavoro”.
  • 7. Nella famiglia rurale patriarcale, i bambini non ancora in età da lavoro ed i vecchi non più in grado di lavorare vivevano all’interno di una struttura di supporto strettamente familiare, costituita anche da zii e cugini. Elemento costante di questo tipo di famiglia era la superiorità dell’uomo rispetto alla donna e ai figli.
  • 8. Le ricerche in campo storico ed economico sottolineano che già nel 1300 era cominciata una prima differenziazione tra città e campagna.
  • 9. Nelle piccole città italiane la maggior parte della popolazione viveva infatti in nuclei familiari ristretti (nucleari) e ciò era dovuto al tipo di lavoro artigianale svolto dai cittadini. Per questo tipo di lavoro, la struttura familiare nucleare era quella che richiedeva il minor dispendio economico: pochi figli e meno bocche da sfamare (il concetto opposto di “braccia lavoro”).
  • 10. Il vero grande mutamento dalla famiglia rurale a quella nucleare si verifica però solamente verso l’inizio del 1800 in Europa. Il momento storico europeo è cruciale: l’avvento della rivoluzione industriale ed il netto passaggio da un’economia prettamente rurale ad un’economia basata sull’industria.
  • 11.
  • 12.
  • 13. Lo sviluppo industriale, infatti, provocò in tutta Europa una significativa migrazione di contadini che dalla campagna si spostavano verso le città, alla ricerca di una migliore qualità di vita.
  • 14. In Italia, il passaggio dalla famiglia rurale alla famiglia nucleare si verificò molto più tardi. Ancora agli inizi del 1900, contrariamente a quanto avveniva in altri paesi europei, buona parte delle famiglie italiane viveva ancora in famiglie patriarcali tradizionali di tipo rurale. La presenza di famiglie nucleari incominciò ad aumentare appena nel secondo
  • 15. Gli agglomerati urbani crebbero rapidamente: dalla casa padronale si passò agli appartamenti.
  • 16. Aumentò la produzione di manufatti industriali: numerosi operai lavoravano nelle fabbriche.
  • 17. Aumentò l’attività dei porti ed il trasporto di merci via mare.
  • 18. Crebbe la produzione di treni che favorivano il commercio ed il trasporto di merci via terra.
  • 19. Incominciò la produzione in serie di automobili.
  • 20. La Fiat 500 è l’esempio più noto di un’automobile adatta ad una famiglia nucleare benestante.
  • 21. La società industriale prevedeva e tuttora prevede forme di assistenza non unicamente legate alla propria famiglia di origine, ma pubbliche o legate ad associazioni operaie e professionali. Inoltre, la possibilità di trovare impiego non era frutto della famiglia di provenienza, ma era strettamente connessa alle proprie capacità intellettive.
  • 22. La famiglia nucleare diventò il tipo di famiglia più diffuso appena intorno agli anni ‘70. La ragione di tale fenomeno è legata al diverso livello di industrializzazione del Sud rispetto al Nord e quindi all’esistenza di famiglie rurali presenti in un periodo storico in cui l’Europa è caratterizzata oramai da più di un secolo dalla famiglia nucleare.
  • 23. Il passaggio dalla famiglia normativa alla famiglia affettiva In Italia dagli anni ‘60 la famiglia è passata da un’educazione dei figli rigida ed autoritaria al dialogo e alla negoziazione. Lo scambio affettivo diventa prioritario rispetto ai compiti educativi.
  • 24. Si insinua la figura del “genitore amico” che si spoglia del proprio ruolo normativo. In questo contesto la conflittualità relazionale aumenta in quanto non più contenuta da norme predefinite.
  • 25. 3- L’evoluzione della famiglia italiana Dagli anni ‘70 ad oggi, la famiglia nucleare è cambiata e sta ulteriormente cambiando. Vediamo ora quali sono le nuove famiglie.
  • 26. Secondo gli attuali orientamenti sociologici, rientrano nella definizione famiglia: -famiglie unite in matrimonio (la maggioranza) -famiglie di fatto (39%) -famiglie uni-personali (24%) -famiglie mono-parentali (8.4%) -famiglie ricostituite (4.3%)
  • 27. Le ragioni di tale mutamento sono molteplici: -il cambiamento del ruolo della donna -il significato del matrimonio e l’esistenza del divorzio -il forte decremento delle nascite e l’invecchiamento della popolazione
  • 28. Cambiamento di ruolo della donna
  • 29. Il lavoro retribuito ha permesso alle donne di poter sopravvivere economicamente al di fuori del matrimonio e ha dato loro una nuova identità individuale e sociale che non passa più solo attraverso la condizione di moglie e di madre.
  • 30. La conquistata indipendenza economica riequilibra le disuguaglianze nella distribuzione del potere all’interno della coppia, a volte a spese di un inasprimento dei conflitti coniugali. In tale contesto la rottura della coppia diventa un evento possibile.
  • 31. Il matrimonio da evento pubblico diventa un fatto privato. Dai matrimoni combinati che dovevano durare per tutta la vita, si è passati al matrimonio per amore: se l’amore finisce, può finire anche il matrimonio.
  • 32. Conseguenza di questo cambiamento culturale è stata l’approvazione della legge sul divorzio (L. 898/1970) a cui è seguita la vittoria dei NO al referendum per abrogarla (12.05.1974).
  • 33. Tanti nonni… L’Italia è il paese più vecchio dell’U.E. La speranza di vita (età media raggiunta alla morte dalla popolazione) è di 76.8 anni per gli uomini e 82.9 anni per le donne). Gli over 65 sono 1 su 5 persone, ovvero il 20% della popolazione totale.
  • 34. …pochi nipoti Nonostante un timido recupero rispetto ai minimi storici del 1995, il tasso di natalità continua ad essere basso, troppo basso per compensare l’invecchiamento della popolazione.
  • 35. Uno virgola due Oggi le donne italiane hanno una media di 1.2 figli a testa (la media europea è di 1.4). Nel 1908 il numero medio dei figli per ogni donna era di 4.6!
  • 36. L’invecchiamento della popolazione italiana è causa di una particolare ristrutturazione della vita familiare e sociale. Capita spesso che quella che una volta veniva chiamata “terza età” si trovi ad accudire genitori novantenni , cioè la “quarta età” e talvolta ad avere ancora in casa i propri figli ultratrentenni.
  • 37. Conclusioni Nonostante i significativi cambiamenti, ciò che rimane saldo è il ruolo genitoriale. Si è e si rimane genitori indipendentemente dall’essere una coppia spostata, divorziata o separata. Ciò che è essenziale è la responsabilità verso i figli.
  • 38. Nascono nuove reti esterne alla famiglia che sono di supporto al ruolo genitoriale: -reti di amicizie allargate che aiutano le famiglie uni-parentali; -adulti single che aiutano le famiglie; -centri d’ascolto e di sostegno alla genitorialità.
  • 39. Bibliografia essenziale: CISF (Centro Internazionale Studi Famiglia). VI rapporto CISF sulla Famiglia in Italia. 2006. www.stpaulus.it/cisf ISTAT rapporto annuale. La situazione del Paese nel 2004. Roma, 2005 V. Melchiorre. La famiglia italiana. Vecchi e nuovi percorsi. Edizioni S. Paolo, Milano, 2000. R. Mion Trasformazioni familiari e capitale sociale della famiglia. Rassegna Cnos, 3 129-144, 2005. D. Miscioscia. Per una nuova metamorfosi della famiglia. Conflitti, 2003 D. Novara. Dalla famiglia normativa a quella affettiva: ma l’educazione dov’è? Conflitti, 2003. F. Occhionero. Le trasformazioni provocate dai mutamenti sociali degli ultimi decenni nella storia della famiglia italiana, 2005.www.Skuola.net-ricerca G. Ravaglia. Riflessioni sul matrimonio e sulla famiglia, 2003. www.risorse- psicoterapia.org/matrimonio_famiglia.htm C. Saraceno. La famiglia che cambia nella società che cambia. Conflitti, 2003.