9. La lettera di De Bortoli Non è più accettabile che parte della redazione non lavori per il web o che si pretenda per questo una speciale remunerazione. […] Non è più accettabile l'atteggiamento, di sufficienza e sospetto, con cui parte della redazione ha accolto l'affermazione e il successo della web tv. […] Non è più accettabile la riluttanza con la quale si accolgono programmi di formazione alle nuove tecnologie.
11. Andare laddove si trova la gente E’ tempo che gli editori smettano di aspettare che la gente bussi alla loro porta per leggere i contenuti e inizino a far arrivare i contenuti laddove si trova la gente.
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14. La Google Revolution E’ da quando Gutenberg ha inventato la stampa, rendendo libri e tomi scientifici facilmente disponibili ai lettori, che un’invenzione non trasformava la potenzialità delle persone e il loro accesso alle informazioni come ha fatto Google. Nascosta dietro il logo colorato e un po’ infantile su sfondo totalmente bianco, la capacità di Google di dar risposte precise e veloci centinaia di milioni di volte al giorno ha cambiato radicalmente il modo in cui la gente trova le informazioni e si tiene aggiornata sulle notizie. David Vise
24. Cosa fa YOUniversal Media Aiuta gli editori ad acquisire traffico qualificato dai motori di ricerca, grazie ad una tecnologia che sfrutta la long tail per abbattere il CPC preservando i volumi
25. Cosa fa YOUniversal Media Supporta gli editori nella costruzione di flussi di monetizzazione alternativa al classico display, sfruttando l’efficacia del contextual e del performance marketing
26. 4D Lab: il news booster 4D Lab è una tecnologia proprietaria che consente agli editori professionali di acquisire traffico dai risultati sponsor dei motori di ricerca senza dover implementare nulla sul proprio sito. L’editore deve solo concentrarsi su ciò che sa fare meglio: produrre informazioni . 4D Lab fa il resto!
Tempi difficili per chi lavora nel mondo dei media, soprattutto se parliamo dei media tradizionali.
In 30 anni negli Stati Uniti la popolazione è aumentata del 49,7%.
La diffusione dei giornali è calata del 29%.
Il dato mette in evidenza la crisi che sta attraversando il settore dell’editoria, soprattutto da quando, grazie alla nuove tecnologie, è cambiata la modalità di accesso alle news e ai contenuti.
Il grafico mostra il calo della diffusione della carta stampata negli Stati Uniti negli ultimi 6 anni.
Ad ulteriore conferma dello stato di crisi che stanno attraversando i giornali e i media tradizionali in genere.
Il calo di readership ha determinato ovviamente una diminuzione degli investimenti pubblicitari (meno lettori, meno soldi).
Il livello di advertising spend sulla carta stampata è infatti tornato indietro di 25 anni.
I settori maggiormente sofferenti sono il retail e i classifieds.
Che cosa ha messo in crisi i giornali?
Dal punto di vista del business model, i primi competitors della carta stampata sono stati i siti di classifieds (craigslist e eBay)…
…e i siti di domanda/offerta di lavoro (monster e Linkedin).
Questi hanno infatti intercettato i budget delle aziende che, prima della loro esistenza, si rivolgevano prevalentemente alla carta stampata.
Da un punto di vista strategico, però, i nemici di oggi e domani sono altri.
Google prima di tutto, che ha trasformato radicalmente la modalità di accesso ai contenuti, privando i mezzi di informazione della loro prerogativa di essere un accesso preferenziale alla rete.
Poi gli aggregatori, per lo stesso motivo di cui sopra.
Poi i blog e i blog network. L’Huffington Post è considerato dagli utenti fra 18-30 anni più autorevole del NY Times.
Poi le cosiddette content farm (ad es. Demand Media), che producono contenuti relativi a parole chiave ad alto valore pubblicitario con l’obiettivo di farli indicizzare sui motori di ricerca.
Tanti competitor dunque in un contesto abbastanza singolare.
Non è un quadro felicissimo per i giornali…
…al punto che il 30 settembre scorso il direttore del Corriere della Sera Ferruccio De Bortoli ha pubblicato una lettera aperta ai giornalisti.
Una lettera che ha fatto scalpore, in quanto invitava gli operatori dell’informazione a ripensare la propria professione, mettendo da parte privilegi e anacronistici snobismi, per abbracciare le opportunità offerte dalle nuove tecnologie.
Che cosa devono fare i produttori di contenuti, in particolar modo i giornali, per uscire fuori dalla crisi che li sta pian piano risucchiando?
E dove sono oggi gli utenti?
Innanzitutto nei social network.
Gli utenti si trovano poi ovviamente sui motori di ricerca. In particolar modo su Google.
In questa sede ci focalizzeremo sui motori di ricerca, tralasciando i social network, che pur giocano e giocheranno sempre più un ruolo fondamentale nell’evoluzione dei media.
Gli anni che stiamo vivendo sono gli anni della Google Revolution. David Vise, autore del libro The Google Story, ha parlato di Google come della più grande invenzione da quando Gutenberg ha introdotto la stampa.
Google oggi è considerato come un vero e proprio oracolo, capace di dare risposte precise e veloci a centinaia di milioni di utenti ogni giorno.
La missione di Google è infatti organizzare le informazioni a livello mondiale e renderle universalmente accessibili e fruibili.
Con 100 miliardi di ricerche fatte registrare mensilmente dai motori di ricerca, possiamo dire di vivere in un mondo search centrico.
Un mondo, quello della ricerca e del search engine marketing, in cui le aziende possono farsi conoscere e far conoscere i propri prodotti/servizi.
Lo State of Search Marketing 2008 di SEMPO mette in evidenza un dato singolare: le grandi aziende indicano la brand awareness come primo obiettivo delle campagne di search engine marketing.
Dunque abbiamo scoperto che il SEM non è solo un eccezionale strumento di direct response, ma anche un ottimo modo per far conoscere l’azienda e veicolare i valori legati al brand.
Ma non solo…
E veniamo dunque al cuore del rapporto fra editori e motori…
E all’importanza, anche e soprattutto per chi produce contenuti, di essere lì quando un utente cerca informazioni e notizie.
Ci sono due modi per essere trovati: essere indicizzati (quindi lasciare che l’algoritmo del motore di ricerca ci trovi) o essere pubblicizzati (quindi forzare l’algoritmo per posizionarsi su parole chiave importanti per il nostro business).
Il Data Miner ha due componenti:
Knowledge Base - informazioni sulle parole chiave (volumi di traffico, valori economici, social trends, ecc.) prelevate dai motori di ricerca e dai social media.
YOUBot - crawler bot che analizza periodocamente il sito dell’editore e
- Scansiona ed estrae i contenuti attraverso tecniche di Machine Learning
- Contestualizza e categorizza i contenuti usando i dati del Knowledge Base
- Arricchisce i contenuti con tag di web semantico
- Garantisce la freschezza dei contenuti indicizzati attraverso aggiornamenti costanti e rimozioni dei dati obsoleti.
LP Builder e' un tool che genera landing pages altamente performanti e ottimizzate su un dominio di terzo livello (es. http://news.sominio.it), senza implementare alcun cambiamento nel codice e nel look & feel del sito
Il Landing Page Builder associa la struttura delle URL di campagna ai singoli tag (o kws), applicando il layout concordato con il cliente.
Il Campaign Wizard struttura e implementa delle campagne basate su una strategia di long tail.
L’acquisto di decine di migliaia di kws consente di poter acquistare a CPC relativamente bassi, garantendo allo stesso tempo volumi ottimali. A differenza di una strategia di short head, che si basa su un set ristretto di kws acquistate a CPC più alti per via della maggiore competizione.
Dopo aver strutturato e implementato le campagne, il Campaign Wizard aggiorna le piattaforme di search marketing con nuove campagne e gruppi di annunci man mano che vengono pubblicati nuovi contenuti
Lo Smart Analyzer analizza le performance alla luce degli obiettivi condivisi col cliente e suggerisce eventuali ottimizzazioni.
Attraverso 4D Lab YOUniversal Media aiuta gli editori a raggiungere obiettivi di visibilità, engagement o monetizzazione.