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                                         Repubblica Italiana




                                                           Superficie: 301.336 Km²
                                                           Abitanti: 57.888.000
                                                           Densità: 192 ab/Km²

                                                           Forma di governo: Repubblica
                                                           parlamentare
                                                           Capitale: Roma (2.542.000 ab.)
                                                           Altre città: Milano 1.272.000
                                                           ab. (4.250.000 aggl. urbano),
                                                           Napoli 1.000.500 ab.
                                                           (3.010.000 aggl. urbano),
                                                           Torino 868.000 ab. (1.295.000
                                                           aggl. urbano), Palermo 680.000
                                                           ab., Genova 601.000 ab.,
                                                           Bologna 373.500 ab., Firenze
                                                           367.300 ab., Bari 314.200 ab.,
                                                           Catania 307.800 ab.
                                                           Gruppi etnici: Italiani 96,5%,
                                                           Albanesi 0,5%, Marocchini
                                                           0,4%, Romeni 0,3%, altri 2,3%
                                                           Paesi confinanti: Francia ad
                                                           OVEST, Svizzera ed Austria a
                                                           NORD, Slovenia a EST, Vaticano
                                                           e San Marino interni allo Stato
Monti principali: Monte Bianco 4810 m
Fiumi principali: Po 652 Km, Adige 410 Km, Tevere 405 Km
Laghi principali: Lago di Garda 370 Km², Lago Maggiore 170 Km² (parte italiana,
totale 212 Km²), Lago di Como 146 Km², Lago Trasimeno 128 Km²
Isole principali: Sicilia 25.426 Km², Sardegna 23.813 Km², Isola d'Elba 223,5 Km²
Clima: Mediterraneo - continentale - alpino

Lingua: Italiano (ufficiale), Sardo, Tedesco, Ladino, Francese, Sloveno
Religione: Cattolica 90%, Protestante 1%, altro 9%
Moneta: Euro


Geografia d'Italia
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Coordinate:   42°50′N 12°50′E
       Questa voce di geografia sembra trattare lo stesso argomento, o comunque
       argomenti unificabili, della voce Italia (regione geografica) (al paragrafo
       tutta la pagina ).
       Motivo: medesimo argomento.
       Puoi contribuire unendo i contenuti in una pagina unica seguendo le linee guida.
La regione geografica italiana con le altimetrie in falsi colori.

    La geografia d'Italia è inerente la geografia di una regione geografica del continente
    europeo.

                         Indice

                        [nascondi]

•   1 Caratteri generali
•   2 Ripartizioni
     o 2.1 Italia peninsulare
•   3 Confini della regione fisica italiana
     o 3.1 Punti estremi
•   4 Le isole
•   5 I mari
•   6 Le pianure
•   7 I fiumi
•   8 I laghi
•   9 Note
•   10 Voci correlate

•   11 Altri progetti
Caratteri generali [modifica]
L'Italia è unita al tronco centrale del continente europeo dalla catena delle Alpi. Grazie
alla sua posizione, costituisce un ponte di passaggio tra l'Europa, l'Asia e l'Africa.

L'Italia separa, inoltre, il bacino occidentale del Mar Mediterraneo da quello centrale:
cioè il Mar Tirreno dallo Ionio, prolungandosi verso occidente con la Calabria e la
Sicilia, che insieme formano geologicamente un'estensione peninsulare. Tra
quest'ultima e l'Africa (penisola tunisina) intercorrono solo 140 km: tanti ne misura il
canale di Sicilia (o canale di Tunisi).

Ad oriente la penisola salentina (Puglia) dista dalla costa albanese, nel punto più stretto
del canale d'Otranto, 70 km. Si tratta di Punta Palascìa, situata a 40° 7' di latitudine nord
e 18° 31' di longitudine est. A settentrione del Salento si spinge l'insenatura lunga e
stretta del mare Adriatico.

Le isole di Sardegna e di Corsica dividono poi il mar Tirreno dal mar di Sardegna.

Lo sviluppo costiero della penisola è notevole: 7 456 km; molto più esteso di quello
della penisola iberica, molto meno di quella balcanica.

Il suolo italiano è oggi il risultato dell'antropizzazione ed è in parte montuoso, in parte
collinare, in parte vulcanico (riviere Euganee) in parte endolagunare con dossi, polesine,
isole, prosciugate dalle bonifiche (Bonifiche Circeo, Ferraresi, Comacchio, Ostiense,
Pisana e così via) con sempre maggiori innalzamenti di argini (per esempio il prelievo
di un miliardo e settecento milioni di metri cubi all'anno d'acqua dolce, da venti
consorzi per il solo Veneto).

    •   Punto più elevato: Monte Bianco (AO) 4.810,90 m
    •   Punto meno elevato: Le Contane (FE) -3,44 m

Ripartizioni [modifica]
La regione fisica italiana risulta distribuita in tre parti:

    •   Italia continentale: comprendente il versante meridionale della catena delle Alpi,
        la pianura padano-veneta e l'Appennino Ligure fino alla linea convenzionale che
        congiunge la Spezia a Rimini;
    •   Italia peninsulare: tutta la parte a sud della linea sopra ricordata, fino alla punta
        Melito in Calabria (che è il punto più a sud della penisola) ed al Capo Santa
        Maria di Leuca in Puglia;
    •   Italia insulare: comprendente la Sardegna, la Sicilia, la Corsica (politicamente
        della Francia) e numerose isole minori, disseminate o raggruppate in arcipelaghi
        nei mari che bagnano le coste della penisola.

Italia peninsulare [modifica]

La penisola italiana occupa una posizione mediana tra le tre principali penisole
dell'Europa meridionale. Essa, infatti, emerge proprio al centro del mar Mediterraneo,
con grandi isole e alcuni arcipelaghi. L'estrema punta della Calabria è equidistante a
occidente con Gibilterra ed a oriente dal mar d'Azov, dal golfo di Alessandria e da Suez.

Confini della regione fisica italiana [modifica]




Immagine satellitare NASA d'Italia.
   Per approfondire, vedi la voce Regione geografica italiana.


La regione fisica italiana, come viene generalmente intesa, non corrisponde esattamente
all'estensione dello Stato italiano.

Il confine terrestre settentrionale della regione fisica italiana corrisponde alla linea dello
spartiacque alpino che segna un grande arco di 1811 km tra il bacino del fiume Varo (in
Francia) e la baia di Buccari (Croazia), poco ad est della città di Fiume, comprendendo
quindi aree non politicamente appartenenti all'Italia ed escludendone altre.

In particolare, rientrano all'interno dei confini definiti dallo spartiacque alpino sono
compresi:

    •   il Principato di Monaco;
    •   la Città del Vaticano;
    •   la Repubblica di San Marino;
    •   in Francia, parte del territorio corrispondente all'antica contea di Nizza e i
        territori ceduti con il Trattato di Parigi del 1947 (Briga, Tenda, il Colle del
        Monginevro, la Valle Stretta dietro Bardonecchia e la zona del Colle del
        Moncenisio);
    •   in Svizzera, l'alta Val Divedro nel cantone del Vallese, l'intero Canton Ticino
        nonché - nel cantone dei Grigioni - la Valle Mesolcina, la Val Calanca, la Val
        Bregaglia, la Val Poschiavo e la Val Monastero;
•   in Slovenia e Croazia, l'Istria e il territorio corrispondente all'antica contea di
        Gorizia e Gradisca;
    •   la Corsica (Francia);
    •   l'arcipelago di Malta con le isole di Malta, Gozo e Comino;
    •   l'arcipelago di Pelagosa, già del Regno delle Due Sicilie e poi italiano dal 1920
        al 1947;
    •   le isole Brioni, lungo la costa istriana di fronte a Pola, italiane dal 1920 al 1947;

Non sono geograficamente italiani, pur appartenendo allo Stato Italiano, i comuni di:

    •   Livigno del bacino del Danubio (Spöl);
    •   Sesto, San Candido e in parte il comune di Dobbiaco del bacino del Danubio
        (Drava) nella Conca di Dobbiaco;
    •   Tarvisio del bacino del Danubio (Slizza);
    •   una piccola parte della Val d'Uina del bacino del Danubio che va a gettarsi
        nell'Inn nel comune di Malles Venosta;
    •   una piccola parte del Finstermünztal del bacino del Danubio che va a gettarsi
        nell'Inn nel comune di Curon Venosta;
    •   la Val di Lei del bacino del Reno (Reno di Lei) nel comune di Piuro.
    •   Lampedusa e Lampione, appartenenti alla regione fisica africana

Taluni includono nella regione geografica italiana anche le isole di Cherso, Lussino,
Veglia e altre isole minori vicine (in parte appartenute all'Italia fra il 1919 e il 1947).
Altri attribuiscono le isole quarnerine alla regione geografica dalmata.

Punti estremi [modifica]




capo d'Otranto, in provincia di Lecce, è il punto più orientale d'Italia
Il faro di Punta Palascìa, meglio noto come Capo d'Otranto

Considerando gli attuali confini politici, i punti estremi d'Italia sono:

   •    a settentrione la Vetta d'Italia nelle alpi Aurine in Alto Adige, a 47° 05' 29 di
        latitudine Nord;
   •    a meridione punta Pesce Spada sull'isola di Lampedusa nell'arcipelago delle
        Pelagie, a 35°29'24 di latitudine Nord;
   •    a oriente capo d'Otranto in Puglia, a 18°31'18 longitudine Est.
   •    a occidente la rocca Bernauda nelle alpi Cozie in Piemonte, a 6° 37' 32 di
        longitudine Est.

La distanza che separa la Vetta d'Italia dall'isola di Lampedusa è di 1.291 km; quella
che intercorre tra il confine orientale e quello occidentale è di circa 600 km.

Entro tali confini, la regione fisica italiana ha un'estensione di 324 000 km²,
leggermente maggiore di quella dello Stato italiano (301 336 km²).[1]

I comuni alle estremità d'Italia sono:

   •    Predoi il comune più a nord, alla stessa latitudine di Graz
   •    Lampedusa e Linosa, il comune più a sud alla stessa latitudine di Nicosia
   •    Otranto, il comune più a est alla stessa longitudine di Stoccolma
   •    Bardonecchia, il comune più a ovest alla stessa longitudine di Dusseldorf

Le isole [modifica]
    Per approfondire, vedi la voce Isole italiane.


Le cinque più grandi isole italiane sono:

   1.   Sicilia (25.707 km²)
   2.   Sardegna (24.090 km²)
   3.   isola d'Elba (223 km²)
   4.   isola di Sant'Antioco (108,9 km²)
   5.   Pantelleria (83 km²).

Oltre alla Sicilia, alla Sardegna ed alla Corsica, emergono dalle acque dei mari italiani
altre isole, che sono raggruppate nei seguenti arcipelaghi:

   1. Arcipelago del golfo della Spezia, formato dall'isola Palmaria, dal Tino e dal
      Tinetto
   2. Arcipelago Toscano, formato dall'isola d'Elba, la più estesa ed importante del
      gruppo dalle cui viscere si è estratto per secoli il ferro. A nord dell'isola d'Elba
      sorgono Capraia e Gorgona, a sud Pianosa, Montecristo, Giannutri e l'isola del
      Giglio. Isolotti minori sono l'Cerboli e Palmaiola al largo delle coste elbane,
      l'Isolotto dello Sparviero presso Punta Ala, le Formiche di Grosseto, la Formica
      di Burano, la Formica di Montecristo (o Scoglio d'Affrica) ed alcuni isolotti al
largo della costa dell'Argentario tra cui l'Argentarola, l'Isola Rossa e l'Isolotto,
       oltre alle Secche della Meloria e alle Secche di Vada.
   3. Le isole Flegree (Ischia e Procida) più Capri, nel golfo di Napoli (a volte
       accomunate nell'arcipelago Campano); Ponza, Palmarola, Zannone e Ventotene
       (dette isole Ponziane) nel golfo di Gaeta.
   4. Arcipelago delle Eolie o Lipari, che comprende Salina, Lipari, la più estesa del
       gruppo, Vulcano, un vulcano ormai quasi spento; Panarea e poi Stromboli, un
       cono eruttivo tuttora in attività che fu chiamato Stronghilo dagli antichi greci (da
       cui, Stromboli), proprio per la sua forma conica di una trottola rovesciata sul
       mare; a queste si devono aggiungere ancora Filicudi ed Alicudi
   5. Arcipelago delle Egadi, cioè le isole di Favignana, Marettimo, Levanzo e
       Stagnone, che sorgono tra Marsala e Trapani, a ovest della Sicilia
   6. Arcipelago delle Pelagie, comprendente Linosa, Lampione e Lampedusa (le
       ultime due tuttavia sono da considerarsi al di fuori della regione geografica
       italiana)
   7. In Sicilia troviamo ancora Ustica al largo del golfo di Palermo e Pantelleria nel
       bel mezzo del Canale di Sicilia
   8. Arcipelago Maltese, composto da Malta, da Gozo e dagli isolotti di Comino e
       Filfola
   9. Il gruppo delle Isole Tremiti, l'isola di Pianosa e l'arcipelago di Pelagosa che
       sorgono nel Mar Adriatico
   10. A nord della Sardegna l'Asinara e l'arcipelago de La Maddalena, a sud San
       Pietro e Sant'Antioco.
   11. Le Isole Cheradi di San Pietro e San Paolo nel golfo di Taranto.
   12. Le isole Brioni, lungo la costa istriana.

I mari [modifica]
La regione fisica italiana è bagnata dai seguenti mari:[2]

   •   Mar Ligure, bagna le coste della Liguria e della Toscana fino al Promontorio di
       Piombino.
   •   Canale di Piombino, è il tratto di mare compreso tra l'Isola d'Elba e il
       Promontorio di Piombino.
   •   Canale di Corsica, è il tratto di mare compreso il Capo Corso e l'Isola d'Elba, di
       cui bagna le coste occidentali, oltre ad includere l'Isola di Capraia.
   •   Mar Tirreno, bagna le coste occidentali della penisola a sud del Promontorio di
       Piombino, oltre alle coste settentrionali della Sicilia e a quelle orientali della
       Sardegna.
   •   Stretto di Messina, è il tratto di mare che separa la Sicilia dalla Calabria.
   •   Canale di Sicilia, è il tratto di mare compreso tra la Tunisia e la Sicilia, di cui
       bagna le coste meridionali ed occidentali.
   •   Canale di Sardegna, è il tratto di mare compreso tra l'Algeria e la Sardegna, di
       cui bagna le coste meridionali.
   •   Mare di Sardegna, bagna l'intero litorale occidentale della Sardegna.
   •   Bocche di Bonifacio, tratto di mare compreso tra la Corsica e la Sardegna, di cui
       bagna le coste settentrionali.
   •   Mar Adriatico, bagna le coste orientali della penisola, dal Friuli-Venezia Giulia
       fino al Capo di Santa Maria di Leuca in Puglia.
•   Mar Ionio, bagna le coste orientali della Sicilia e della Calabria, il litorale della
         Basilicata e le coste occidentali della Puglia.
     •   Mar Mediterraneo

Le pianure [modifica]
     Per approfondire, vedi la voce Pianure italiane.


Le vere e proprie pianure italiane sono:

     1. la Pianura padana
     2. la Pianura pisana (val d'Arno inferiore)
     3. la Campagna romana (che si prolunga in direzione sud est nella bonifica
        pontina)
     4. la Pianura campana che si estende dal golfo di Gaeta fino a sud del Vesuvio,
        verso Nocera e Torre Annunziata
     5. il Tavoliere delle Puglie retrostante al golfo di Manfredonia
     6. la Pianura salentina nella Puglia meridionale
     7. la Piana di Catania in Sicilia, a sud dell'Etna
     8. il Campidano (Sardegna, che si estende dal golfo di Cagliari a quello di Oristano

I fiumi [modifica]
     Per approfondire, vedi la voce Fiumi italiani.


I fiumi italiani sono più brevi rispetto a quelli delle altre regioni europee, e ciò perché
gli Appennini corrono per l'intera lunghezza della penisola, dividendo le acque in due
versanti opposti. In compenso sono numerosi: ciò è dovuto alla relativa abbondanza
delle piogge, di cui fruisce l'Italia in generale, e alla presenza della Catena Alpina, ricca
di nevai e di ghiacciai, nell'Italia settentrionale.

I dieci maggiori fiumi italiani per lunghezza sono:


             Maggiori fiumi italiani per lunghezza

Fiume km                      Regioni attraversate

Po       652 Piemonte, Lombardia, Emilia-Romagna, Veneto

Adige 410 Trentino-Alto Adige, Veneto

Tevere 405 Emilia-Romagna, Toscana, Umbria, Lazio

Adda     313 Lombardia
Oglio 280 Lombardia

Tanaro 276 Piemonte, Liguria

Ticino 248* Svizzera, Piemonte, Lombardia

Arno    241 Toscana

Piave   220 Veneto

Reno    211 Toscana, Emilia-Romagna



(*) in parte in territorio svizzero

I laghi [modifica]
     Per approfondire, vedi la voce Laghi italiani.


Note [modifica]
    1. ^ ISTAT 2005
    2. ^ http://www.meteoam.it/modules/theory/bollettino/maremediterraneo.jpg Mappa con i
        bacini del Mediterraneo


Voci correlate [modifica]
    •   Isole italiane
    •   Isola
    •   Italia
    •   Penisola italiana

Altri progetti [modifica]
    •      Wikimedia Commons contiene file multimediali su Geografia d'Italia




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                                              Nome completo:
                                              Nome ufficiale: Repubblica Italiana
                                              Lingue ufficiali: italiano
                                              Altre lingue:     lista
                                                                Roma
                                              Capitale:
                                                                 (2.726.539 ab. / 31/01/2009[1])
                                                                 Politica
                                          Forma di
                                                                 Repubblica parlamentare
                                          governo:
   Disambiguazione – Se stai cercando Presidente della           Giorgio Napolitano
altri significati di Italia, vedi Italia  Repubblica:
(disambigua).                             Presidente del
                                                                 Silvio Berlusconi
                                          Consiglio:
L'Italia, ufficialmente Repubblica                               Unificazione: 17 marzo
Italiana, è uno Stato dell'Europa                                1861[2]
meridionale il cui territorio coincide in Proclamazione:
gran parte con l'omonima regione                                 Repubblica: 2 giugno 1946
geografica.                               Ingresso
                                                                 14 dicembre 1955
                                              nell'ONU:
L'Italia confina ad ovest con la Francia,
a nord con la Svizzera e l'Austria e ad   Ingresso nell'UE: 25 marzo 1957
                                                              (membro fondatore)
est con la Slovenia. I microstati San
Marino e Città del Vaticano sono                             Superficie
enclave interamente comprese nel suo Totale:                  301.338 km² (69º)
territorio, mentre il comune di            % delle acque: 2,4 %
Campione d'Italia costituisce una
                                                            Popolazione
exclave situata nella regione italofona
del Canton Ticino in Svizzera.            Totale (31/12/2008
                                                              60.054.511 ab. (23º)
                                          [3]
                                              ):
                                          Densità:            199,3 ab./km² (39º)
                                                             Geografia
                                          Continente:         Europa
                                          Fuso orario:        UTC+1 (CET)
                                                                 UTC+2 (CEST) in estate
                                                                Economia
Capitale è, dal 1871, la città di Roma, "erede" di Firenze, sede provvisoria degli organi
    statutari, che sostituì Torino nel 1865.

    Lo Stato indipendente ed unitario, nato nel 1861 come Regno d'Italia sotto la dinastia di
    casa Savoia, aveva un'estensione territoriale che non comprendeva ancora Roma e gran
    parte dell'attuale Lazio, che formavano lo Stato Pontificio (incorporato il 20 settembre
    1870), il Veneto e il Friuli che erano parte dell'Impero d'Austria (acquisiti nel 1866), la
    Venezia Giulia ed il Trentino-Alto Adige anch'essi sotto dominio asburgico (annessi a
    seguito della prima guerra mondiale); ha assunto l'attuale forma repubblicana il 18
    giugno 1946 a seguito del risultato del referendum del 2 giugno indetto per stabilire la
    forma istituzionale dello Stato dopo la fine della seconda guerra mondiale.
    Successivamente, l'Assemblea costituente eletta lo stesso giorno del referendum elaborò
    la Costituzione che, entrata in vigore il 1º gennaio 1948, dà alla Repubblica un carattere
    parlamentare.

    Chiamata spesso "Penisola" in ragione della sua natura geografica prevalente, "stivale"
    in ragione della sua caratteristica forma, "Belpaese" in ragione del suo clima e delle sue
    bellezze naturali ed artistiche,[1] geograficamente l'Italia è costituita da tre parti: una
    continentale, delineata a nord dalle Alpi e a sud dalla linea convenzionale che
    congiunge La Spezia con Rimini, una peninsulare, che si allunga nel Mediterraneo in
    direzione nord ovest - sud est, ed una insulare, rappresentata principalmente dalle due
    maggiori isole del Mediterraneo, la Sardegna e la Sicilia presso la quale, in
    corrispondenza dell'isola di Pantelleria, si ha la minima distanza dall'Africa, distante
    circa 70 chilometri[2]. I confini territoriali si estendono complessivamente per 1.800
    chilometri, mentre lo sviluppo costiero raggiunge i 7.500 chilometri.[3] L'Italia conta più
    di 59,9 milioni di abitanti[4], per una densità di 199 abitanti per km².

    Avendo istituito (Trattato di Parigi) il 18 aprile 1951, assieme al Belgio, alla Francia,
    alla Germania Occidentale, al Lussemburgo e ai Paesi Bassi, la Comunità europea del
    carbone e dell'acciaio (CECA), l'Italia è membro fondatore dell'Unione europea ed ha
    partecipato a tutti i principali trattati di unificazione europea, compreso l'ingresso
    nell'area dell'Euro nel 1999. Inoltre è membro fondatore della NATO, del Consiglio
    d'Europa e dell'Unione Europea Occidentale, aderisce alle Nazioni Unite (per il biennio
    2007-2008 è stato membro non-permanente del Consiglio di sicurezza), e fa parte del
    G7, del G8 e dell'OCSE.

                                   Indice

                                  [nascondi]

•   1 Storia
•   2 Geografia
     o 2.1 Clima
     o 2.2 Montagne e pianure
     o 2.3 Mari e arcipelaghi
     o 2.4 Isole italiane
     o 2.5 Fiumi, laghi, lagune, paludi e cascate
     o 2.6 Vulcani
     o 2.7 Terremoti
•   3 Ordinamento dello stato
o   3.1 Istituzioni
     o   3.2 Amministrazione
     o   3.3 Suddivisione
           3.3.1 Regioni
           3.3.2 Province con almeno 500.000 abitanti
           3.3.3 Primi 10 comuni per numero di abitanti
     o 3.4 Forze armate e di polizia
•   4 Simboli dello stato
     o 4.1 Tricolore italiano
     o 4.2 Emblema della Repubblica
     o 4.3 Inno nazionale
     o 4.4 Stendardo presidenziale
     o 4.5 Stendardo del Presidente del Consiglio dei Ministri
     o 4.6 Bandiere navali
•   5 Popolazione
     o 5.1 Principali aree metropolitane[senza fonte]
     o 5.2 Natalità e speranza di vita
     o 5.3 Cittadini italiani
     o 5.4 Cittadini stranieri
•   6 Religioni
     o 6.1 Cattolicesimo
     o 6.2 Altre confessioni cristiane
     o 6.3 Altre religioni
     o 6.4 Santi patroni
•   7 Lingue
     o 7.1 Lingua italiana
     o 7.2 Altre lingue
     o 7.3 Situazione giuridica
•   8 Economia
     o 8.1 Struttura economica
     o 8.2 Agricoltura
     o 8.3 Industria
     o 8.4 Servizi
     o 8.5 Settore turistico
     o 8.6 Divario Nord-Sud
     o 8.7 PIL - Serie storica
     o 8.8 PIL ai prezzi di mercato per abitante - Serie storica
•   9 Trasporti
     o 9.1 Ferrovie
     o 9.2 Sistema stradale, autostradale, tangenziali
•   10 Patrimonio naturale
     o 10.1 Parchi nazionali
•   11 Patrimonio culturale
     o 11.1 Patrimonio letterario
     o 11.2 Patrimoni dell'umanità dell'UNESCO
     o 11.3 Registro della Memoria del Mondo
•   12 Sport
•   13 Festività
•   14 Libertà d'informazione
•   15 Note
•   16 Bibliografia
     o 16.1 Generale
     o 16.2 Istituzioni culturali
•   17 Voci correlate
     o 17.1 Storia
     o 17.2 Istituzioni
     o 17.3 Geografia
     o 17.4 Luoghi
     o 17.5 Altro
•   18 Altri progetti

•   19 Collegamenti esterni


       Storia
         Per approfondire, vedi le voci Storia d'Italia, Risorgimento, Regno d'Italia
         (1861-1946) e Italia repubblicana.




    Il Colosseo.




    Duomo di Firenze.
Giuseppe Garibaldi, padre fondatore del Risorgimento.

La regione geografica italiana fu unita politicamente per la prima volta in epoca romana
con la Repubblica romana (509-27 a.C.), ma il carattere imperiale delle conquiste
effettuate nei secoli seguenti da Roma e dai socii italici finì per snaturare il carattere
nazionale che la regione geografica italiana stava acquisendo sul finire del I secolo a.C.

L'unione politica della regione geografica italiana realizzatasi in epoca romana termina
nel 476 d.C con la fine dell'Impero romano d'Occidente (anno in cui per convenzione
viene anche fatta terminare l'Antichità e iniziare il Medioevo). Nel 476 d.C. il re degli
Eruli, Odoacre, ultimo di una lunga schiera di condottieri germanici che nel periodo di
decadenza dell'Impero romano d'Occidente avevano condotto le proprie orde in
territorio italico, depone infatti l'ultimo imperatore d'occidente, Romolo Augusto.

A partire dal 493 d.C., con il Regno ostrogoto, si realizza di nuovo l'unità politica della
penisola italiana. Il Regno ostrogoto fu la prima di tante occasioni mancate nel
Medioevo per affermare anche nella regione geografica italiana un processo di
formazione di coscienza nazionale come già era avvenuto in altri Paesi europei. A
partire dal 535 d.C., e fino al 553 d.C., la penisola italiana è infatti teatro della guerra
gotica che vede l'imperatore d'Oriente Giustiniano I deciso a conquistare il Regno
ostrogoto, il cui territorio nel secolo precedente era stato dell'Impero romano
d'Occidente. La conquista della penisola italiana da parte di Giustiniano I fu completata
solo nel 553 d.C. con la sconfitta definitiva degli Ostrogoti e l'annessione di tutto il
territorio del Regno ostrogoto all'Impero romano d'Oriente. Il conflitto si protrae quindi
per quasi un ventennio e devasta l'intera penisola italiana, tanto da portarla a una grave
crisi demografica, economica, politica e sociale.

A partire dal 553 d.C. la penisola italiana è quindi di nuovo unita politicamente, sotto
l'Impero romano d'Oriente, ma anche questa unione politica è destinata a durare poco.
Gli anni della dominazione dell'Impero romano d'Oriente sono funestati, oltre che da un
aggravamento delle condizioni di vita dei contadini a causa della forte pressione fiscale,
anche da una terribile pestilenza che spopola ulteriormente la penisola italiana tra il 559
d.C. e il 562 d.C.. La penisola italiana, indebolita e impoverita, non ha quindi la forza di
opporsi a una nuova invasione germanica, quella dei Longobardi capeggiati da Alboino.
Tra il 568 d.C. e il 569 d.C. i Longobardi, spesso appoggiati dalla popolazione
esasperata dalla fiscalità bizantina, occuparono gran parte delle penisola italiana. Dal
Friuli i Longobardi conquistarono ben presto gran parte dell'Italia centro-settentrionale,
che prese il nome di Langobardia Major, e dell'Italia meridionale che chiamarono
Langobardia Minor.

Con la sconfitta dei Longobardi, avvenuta ad opera di Carlo Magno, la penisola perde
definitivamente un'unità politica che non ritroverà più per molti secoli a venire, fino al
1861 con la nascita del Regno d'Italia, primo Stato con cui si realizza l'unità nazionale
della nazione italiana.

Non fu quindi l'unità politica della regione geografica italiana in epoca romana, né
quella della penisola italiana nei secoli subito seguenti, a far nascere il sentimento
nazionale italiano. L'unità politica della nazione italiana fu al contrario la meta di un
sentimento nazionale che si inizia ad osservare per la prima volta in epoca napoleonica[5]
con l'arrivo nella penisola italiana delle truppe napoleoniche[6] (anno 1796).

Il primo accenno esplicito di sentimento nazionale italiano, rimasto del tutto inascoltato,
si può individuare al termine dell'epoca napoleonica, nel Proclama di Rimini,[7] con cui
Gioacchino Murat, il 30 marzo 1815 durante la guerra austro-napoletana, rivolge un
interessato appello a tutti gli italiani affinché si uniscano per salvare il Regno di Napoli
posto sotto la sua sovranità, unico garante della loro indipendenza nazionale contro un
occupante straniero.

Il periodo della storia d'Italia in cui l'affermarsi di una coscienza nazionale italiana porta
all'unità politica e quindi alla definitiva affermazione della nazione italiana è detto
Risorgimento. Tale periodo, a conclusione del quale si ha la definitiva affermazione
della nazione italiana, è un lungo processo che occupa un arco temporale di vari decenni
e che, come detto, si conclude nel 1861 con la nascita del Regno d'Italia sotto la dinastia
di Casa Savoia.

Le personalità coinvolte in tale processo furono molte, ma quattro spiccano su tutte:
Giuseppe Mazzini, figura eminente del movimento liberale repubblicano italiano ed
europeo; Giuseppe Garibaldi, repubblicano e di simpatie socialiste, per molti un eroico
ed efficace combattente per la libertà in Europa ed in Sud America; Camillo Benso
conte di Cavour, statista in grado di muoversi sulla scena europea per ottenere sostegni,
anche finanziari, all'espansione del Regno di Sardegna; Vittorio Emanuele II di Savoia,
abile a concretizzare il contesto favorevole con la costituzione del Regno d'Italia.


        Organizzazioni internazionali

 Membro NATO
                        4 aprile 1949
 dal:

 Membro ONU dal: 14 dicembre 1955

 Membro UE dal:         1º gennaio 1958


Geografia
Per approfondire, vedi le voci Geografia d'Italia e Zone altimetriche d'Italia.




Immagine satellitare NASA dell'Italia.




Grafico: l'Italia per zone altimetriche.




Punta Palascìa, in provincia di Lecce, è il punto più orientale d'Italia




Capo d'orso, in provincia di Olbia-Tempio

L'Italia si estende dal versante sud dell'arco alpino e si protende nel mar Mediterraneo;
il suo territorio comprende anche la Sardegna e la Sicilia, due isole di grandi
dimensioni, oltre a una serie di isole minori. Il mare che si trova a est della penisola è il
mar Adriatico, a sud-est si estende il mar Ionio, a ovest, lungo tutta la penisola, si trova
il mar Tirreno mentre a nord-ovest della penisola si estende il mar Ligure. Sotto il
profilo geografico le regioni italiane si dividono in: regioni settentrionali (Valle d'
Aosta, Piemonte, Liguria, Lombardia, Veneto, Trentino-Alto Adige, Friuli-Venezia
Giulia, Emilia-Romagna), regioni centrali (Toscana, Marche, Umbria, Lazio, Abruzzo),
regioni meridionali (Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria), isole (Sicilia,
Sardegna).

L'Italia è geograficamente divisibile anche in due sole parti: la penisola italica, che è la
parte effettivamente peninsulare dell'Italia, che convenzionalmente inizia a sud del
crinale appenninico emiliano, e la Val Padana, parte continentale d'Italia che è tutt'uno
col territorio europeo.

Il comune più a nord d'Italia è Predoi, il più a sud Lampedusa e Linosa, il più a est
Otranto e il più a ovest Bardonecchia.

Lo Stato italiano è quasi interamente compreso tra le Alpi, tranne Livigno, Dobbiaco,
San Candido e Tarvisio che sono oltralpe, più le isole Lampedusa e Lampione parte
della piattaforma continentale africana. Inoltre all'Italia appartiene l'exclave di
Campione d'Italia (doganalmente ed economicamente svizzera).

L'Italia presenta una prevalenza di zone collinari (il 41,6% del territorio) rispetto a zone
montuose (il 35,2% del territorio), o a zone pianeggianti (23,2%). L'altitudine media del
territorio italiano è di circa 337 metri sul livello del mare.

Le catene montuose si estendono per buona parte della nazione. Del sistema alpino
appartiene all'Italia tutto il versante meridionale per una lunghezza di circa 1000 km. Le
vette più elevate si trovano nelle Alpi Occidentali, dove numerose sono le cime che
superano i 4000 m tra cui il Monte Rosa (4634 m), il Cervino (4478 m) e il Monte
Bianco che con i suoi 4810 m è la montagna più alta d'Europa. A sud delle Alpi si trova
la Pianura Padana, una grande distesa alluvionale formata dal fiume Po e dai suoi
affluenti. La catena degli Appennini percorre tutta la lunghezza della penisola, dalla
Liguria alla Sicilia, fino a concludersi nelle Madonìe in quest'ultima regione,
raggiungendo l'altezza massima con il Gran Sasso (2912 m). L'Italia è nota anche per la
presenza di numerosi vulcani: i più famosi sono il Vesuvio vicino a Napoli, l'Etna
vicino Catania che con i suoi 3323 m è il vulcano più alto d'Europa, e lo Stromboli in
provincia di Messina.

Clima

    Per approfondire, vedi le voci Clima italiano e Categoria:Stazioni meteorologiche
    dell'Italia.




Tipica giornata di sole a Castellammare del Golfo, in Sicilia

La regione italiana (compresa tra il 47º ed il 35º parallelo nord) si trova quasi al centro
della zona temperata dell'emisfero boreale.
Dal punto di vista climatico è, inoltre, favorita dalla grande massa d'acqua dei mari
mediterranei che la circondano quasi da ogni lato. Tali mari costituiscono, soprattutto
per la penisola italiana (meno per quelle ellenica, iberica ed anatolica), un benefico
serbatoio di calore e di umidità. Determinano infatti, nell'ambito della zona temperata,
un clima particolare detto temperato mediterraneo.

Secondo la classificazione di Koppen [8], l'Italia è suddivisa in nove tipi di clima [9] [10]
[11]
     :

    •   Clima temperato subtropicale (CS): aree costiere della Sicilia, della Sardegna
        meridionale e della Calabria centrale e meridionale.
    •   Clima temperato caldo (Csa): gran parte della Sardegna, della Sicilia, della
        Calabria e della Puglia, intera fascia costiera occidentale dalla Riviera di
        Ponente alla Calabria, intero litorale jonico e coste adriatiche dall'Abruzzo alla
        Puglia.
    •   Clima temperato sublitoraneo (Csb): fascia costiera delle Marche a sud di
        Ancona, aree collinari di Toscana, Umbria, Lazio, Molise, Campania, Basilicata,
        Sardegna e Sicilia.
    •   Clima temperato subcontinentale (Cfa): gran parte della Pianura veneto-friulana,
        coste dell'Adriatico a nord di Ancona, le aree montane di Sardegna e Sicilia e le
        aree interne di alta collina dell'Italia centrale e meridionale.
    •   Clima temperato continentale (Cfb): Pianura Padana e Pianura Veneta
        occidentale, con precipitazioni in autunno e primavera e con l'inverno più
        siccitoso dell'estate.
    •   Clima temperato fresco (Cfc): zone prealpine e gran parte delle aree montuose
        appenniniche.
    •   Clima temperato freddo (Dw): vette più elevate della dorsale appenninica e
        monti dell'arco alpino con cime inferiori ai 2.000 metri s.l.m.
    •   Clima freddo di altitudine (H): arco alpino a quote superiori ai 2.000 metri
        s.l.m., caratterizzato da rigide temperature notturne ed invernali e da
        precipitazioni soprattutto estive.
    •   Clima nivale (Ef): vette più elevate delle Alpi ricoperte da neve perenne, con
        quote generalmente superiori ai 3.500 metri s.l.m.

Montagne e pianure

     Per approfondire, vedi le voci Rilievi italiani e Pianure italiane.




Le Dolomiti
La Montea - Calabria

In quanto stretta tra la placca africana e la placca euroasiatica, l'Italia è territorio
soggetto a terremoti. La pressione delle due placche ha provocato con il trascorrere dei
millenni le formazioni rocciose che attraversano tutto il territorio Italiano. Per fare un
esempio, le rocce che formano le Dolomiti in realtà sono dei minuscoli molluschi che
per millenni hanno vissuto sul fondo del mare; la pressione della placca africana ne ha
prodotto il sollevamento.

Solo un quarto della superficie della regione italiana è occupato da pianure vere e
proprie; tali infatti non possono essere considerate le conche appenniniche dell'Italia
centrale, le strisce costiere dei golfi del mar Tirreno, le maremme, o le foci pianeggianti
dei fiumi appenninici lungo l'Adriatico.

Le pianure italiane sono:

   •   la Pianura padana, ai piedi delle Alpi e compresa tra Lombardia ed Emilia-
       Romagna;
   •   la Pianura veneta, al di fuori del bacino del Po;
   •   il Valdarno che si insinua lungo il corso del fiume tra Pisa, Firenze e il
       Casentino, inoltrandosi anche dal capoluogo toscano verso le città di Prato e
       Pistoia;
   •   la Piana di Lucca chiamata anche Lucchesìa, è un'area pianeggiante che si
       estende attorno alla città di Lucca;
   •   la fascia costiera della Versilia compresa tra Viareggio a Marina di Pietrasanta;
   •   la Maremma che si estende lungo la fascia costiera di Toscana e Lazio tra le
       località di Rosignano Marittimo e Civitavecchia, interessando le province di
       Livorno, Pisa, Grosseto, Viterbo e il tratto iniziale della provincia di Roma;
   •   la Valle del Tevere che si estende da Montedoglio, poco a nord di Sansepolcro,
       fino alla foce del fiume presso Fiumicino ed è suddivisa tra Toscana, Umbria e
       Lazio;
   •   l'Agro Romano che occupa il medio Lazio;




Castiglioncello (LI) Toscana
•   l'Agro Pontino, area un tempo paludosa, bonificata negli anni trenta, situata in
       provincia di Latina;
   •   la Piana del Volturno che si estende dal Golfo di Gaeta fino al Vesuvio;
   •   la Valle del Sarno, area a est del Vesuvio, nel nord della provincia di Salerno;
   •   la Piana del Sele che si estende a sud di Salerno;
   •   il Tavoliere delle Puglie seconda pianura italiana per estensione, si estende nella
       provincia di Foggia;
   •   la Pianura salentina in Puglia, che comprende tutta la provincia di Lecce, gran
       parte della provincia di Brindisi e la parte centro-meridionale della provincia di
       Taranto;
   •   la Piana di Sibari nella parte nord-orientale della Calabria che si apre verso il
       Mar Ionio;
   •   la Piana di Sant'Eufemia o Piana di Lamezia Terme, davanti al golfo di S.
       Eufemia;
   •   la Piana di Gioia Tauro sul versante tirrenico calabrese;
   •   la Piana di Catania a sud dell'Etna;
   •   il Campidano, che si estende trasversalmente in direzione nord-ovest sud-est dal
       golfo di Oristano al golfo di Cagliari;
   •   la Piana del Metapontino nella parte sud-orientale della Basilicata che si apre
       verso il Mar Ionio.
   •   la Nurra, nella punta nord-occidentale della Sardegna, si estende dalla rada di
       Alghero al golfo dell'Asinara.

Mari e arcipelaghi




Sardegna - Capriccioli




Isola d'Elba
I faraglioni a Torre Sant'Andrea nel Salento.

Con oltre 7000 chilometri di coste, l'Italia è praticamente "abbracciata" dal Mar
Mediterraneo, il Mare Nostrum degli antichi Romani, che è suddiviso, per ragioni
storiche, in bacini con nomi propri. In particolare, i bacini principali che circondano la
penisola sono il mar Adriatico, il mar Tirreno, il mar Ligure e il mar Ionio; ad ovest
della Sardegna si trova il mar di Sardegna, a sud della Sicilia il canale di Sicilia e il
canale di Malta. Tra i bracci di mare più stretti sono notevoli lo stretto di Messina, che
separa la Sicilia dalla punta dello stivale, le Bocche di Bonifacio, tra la Sardegna e la
Corsica, il canale di Piombino tra la costa toscana e l'isola d'Elba, il canale di Corsica
che separa le coste orientali corse dall'estremità occidentale dell'isola d'Elba e il canale
d'Otranto tra Puglia e Albania.

Isole italiane

    Per approfondire, vedi la voce Isole italiane.


Le isole maggiori sono la Sicilia e la Sardegna, quest'ultima geologicamente parte della
micro zolla sardo-corsa assieme alla Corsica. Numerose sono le isole minori, alcune
delle quali particolarmente notevoli dal punto di vista naturalistico o storico (ad
esempio l'isola d'Elba è stata posta sotto l'autorità di Napoleone durante il suo primo
esilio dal continente).

La maggior parte delle isole minori è raccolta in arcipelaghi, quali l'arcipelago Toscano
– che comprende l'Isola d'Elba – le isole Pontine o Ponziane e le Isole Flegree nel
Tirreno di fronte alla penisola (per non dimenticare le isole di Capri e Ischia); le isole
Eolie o isole Lipari, le isole Egadi e le isole Pelagie attorno alla Sicilia (oltre alle isole
di Ustica e di Pantelleria); l'arcipelago della Maddalena, le isole del Sulcis: (Isola di
Sant'Antioco ed Isola di San Pietro), l'isola dell'Asinara a poca distanza dalla Sardegna.

Vi sono poi le isole Tremiti, a nord del Gargano; le isole Cheradi nel golfo di Taranto,
l'Isola di Sant'Andrea nelle acque di Gallipoli; le Isole Pedagne a largo di Brindisi; le
isole Palmaria, Tino e Tinetto del golfo della Spezia (entrate dal 1997 tra i patrimoni
dell'umanità nell'UNESCO) e altre ancora, come l'isola di Dino.

Fiumi, laghi, lagune, paludi e cascate
Cascata delle Marmore, presso Terni




Il lago di Garda visto da Torbole, il più vasto lago italiano




L'Arno presso Firenze




Laghi Alimini, presso Otranto
    Per approfondire, vedi le voci Fiumi italiani e Laghi italiani.


La conformazione fisica dell'Italia, con un elevato numero di montagne, fa sì che sia
attraversata da molti fiumi, anche se nessuno di essi è estremamente lungo. Il maggiore
come lunghezza e portata è il Po lungo 652 km.

Il Po attraversa la pianura padana e con i suoi affluenti l'ha creata, essendo la pianura
Padana di origine alluvionale (cioè prodotta dai detriti trascinati a valle dai fiumi).
I primi 10 fiumi d'Italia in ordine di lunghezza sono: Po, Adige, Tevere, Adda, Oglio,
Tanaro, Ticino, Arno, Piave, Reno.

Come si può notare dalla cartina a destra la maggior parte delle montagne dotate di
ghiacciai si concentrano nel nord del paese. Infatti la parte centrale del paese è
attraversata dagli Appennini, montagne relativamente basse e quindi di norma dotate di
fiumi dalla ridotta portata, tanto che nelle regioni meridionali spesso durante le estati si
assiste in molte zone a una parziale mancanza d'acqua che crea notevoli disagi alla
popolazione e alle coltivazioni.

   •   Laghi alpini e prealpini: lago d'Orta (Cusio), lago Maggiore (Verbano), lago di
       Endine (Spinone), lago di Como (Lario), lago di Lugano (Ceresio), lago d'Iseo
       (Sebino), lago d'Idro (Eridio), lago di Garda (Benaco)
   •   Laghi dell'Italia centrale: lago Trasimeno, lago di Bolsena, lago di Vico, lago di
       Bracciano, lago Albano, lago di Nemi, lago di Martignano, lago di Chiusi, lago
       di Montepulciano, lago di Montedoglio.
   •   Laghi della penisola flegrea e del litorale domizio: Averno, Fusaro, Lucrino,
       Miseno, Patria
   •   Laghi vulcanici: laghi di Monticchio
   •   Laghi della Sila: lago Ampollino, lago Arvo, lago Cecita (o Mucone)
   •   Lagune e laghi costieri: laguna di Grado, laguna di Marano, laguna veneta, valli
       di Comacchio, lago di Lesina, lago di Varano, laghi Alimini presso Otranto,
       mare Piccolo di Taranto, mare Grande di Taranto, lago di Fondi, laguna di
       Sabaudia, lago di Burano, laguna di Orbetello, lago di Massaciuccoli, stagno di
       Cagliari, stagno di Marceddi, stagno di Santa Giusta, stagno di Cabras, stagno
       del Calich.
   •   Palude del Capitano in provincia di Lecce
   •   Cascata delle Marmore in provincia di Terni

Vulcani




Il Vesuvio e il Golfo di Napoli.




L'isola di Stromboli.
Il Monte Vulture

L'elevato numero dei vulcani, sia attivi che spenti, è una caratteristica della regione
italiana. I principali vulcani tuttora attivi sono almeno quattro:

    1. l'Etna (il maggiore vulcano attivo d'Europa) domina Catania e la Sicilia nord-
       orientale e si staglia su Catania con il suo gruppo di crateri sommitali (3340 m)
       costituendo un elemento paesaggistico caratterizzante di Reggio Calabria che si
       affaccia sulla costa Siciliana, da dove appare innevato per oltre metà dell'anno.
       Esso mantiene attivi pure altri crateri secondari, i quali si aprono sul lento
       declivio delle sue pendici. Per la natura molto densa della sua lava, le eruzioni
       sono lente, anche se possenti, e permettono facilmente di mettere in salvo
       persone e cose.
    2. il Vesuvio (1277 m) domina la città di Napoli ed il golfo omonimo, di cui
       costituisce un elemento paesaggistico noto in tutto il mondo. Famosa è la sua
       eruzione avvenuta nel 79 d.C., quando fu completamente sepolta sotto la lava e
       le ceneri la regione di Ercolano, Pompei e Stabia. L'ultima eruzione è avvenuta
       nel 1944, in piena guerra mondiale, e da allora il vulcano è quiescente, ma i
       geologi sanno che prima o poi esso ritornerà ad essere attivo, e anche pericoloso,
       per la natura violenta delle sue eruzioni.
    3. Lo Stromboli, perennemente attivo, eleva direttamente dal mare il suo cono
       eruttivo e fa parte delle isole Eolie.
    4. Vulcano, altro vulcano delle Eolie, che trova sede sull'omonima isola, la più
       meridionale delle Lipari. Dal quale hanno preso nome tutti i vulcani del genere.

Più numerosi, anche se meno grandiosi, sono invece i vulcani spenti o in fase quiescente
ormai da molti secoli. Sono specialmente disseminati in tutta la fascia
dell'Antiappennino toscano, dove le numerose sorgenti termali ed i famosi soffioni
boraciferi (Larderello) non sono che le postume manifestazioni del vulcanesimo locale.

Il monte Amiata, nelle cui viscere abbondano i minerali, i monti Volsini, Cimini e
Sabatini situati sulla destra del fiume Tevere, ed i colli Albani, sulla sinistra del
medesimo, sono anch'essi residui di grandi vulcani, che hanno un tempo largamente
profuso intorno le loro lave; attualmente perciò hanno pendici molto fertili. In cima a
questi colli, entro gli antichi crateri, si trovano i maggiori laghi della penisola: lago di
Bolsena, (monti Volsini), lago di Vico (monti Cimini), lago di Bracciano (monti
Sabatini), lago di Albano e lago di Nemi (colli Albani).

Nell'Antiappennino campano, oltre al Vesuvio, una manifestazione postuma di attività
vulcanica si incontra nei Campi Flegrei, situati poco a nord di Napoli; tali sono anche le
solfatare di Pozzuoli e di Agnano.
I monti di Roccamonfina (tra il Volturno ed il Liri), l'Epomeo nell'isola d'Ischia e gli
isolotti vicini dell'arcipelago campano hanno pure origine vulcanica; così dicasi del
Monte Vulture, sulla destra dell'Ofanto in Basilicata, ed in parte dei colli Euganei e dei
colli Berici della pianura veneta, i primi nella provincia di Padova, i secondi in quella di
Vicenza.

Terremoti

    Per approfondire, vedi la voce lista di terremoti in Italia.


I fenomeni sismici costituiscono un primato dell'Italia in Europa. Essi sono per lo più
connessi a fenomeni vulcanici. Non tutte le regioni italiane vanno però egualmente
soggette ai moti sismici; ma anche là dove il fenomeno si manifesta più volte in un
anno, i danni non sono in genere gravi.

Le zone meno soggette a fenomeni sismici sono la Sardegna, la Maremma grossetana, la
penisola salentina e la regione alpina occidentale, eccettuate le zone di Belluno, della
Carnia e delle Alpi Marittime. Dovuti spesso a movimenti rapidi di enormi masse
rocciose situate in profondità sotto la superficie terrestre, sono invece i frequenti e
spesso disastrosi terremoti che avvengono nella zona degli Appennini.




Epicentro del sisma di Reggio Calabria e Messina, 1908.

Fra i più rovinosi terremoti si ricordano:

   •   1908: terremoto di Reggio e Messina
   •   1915: terremoto della Marsica
   •   1917: terremoto di Citerna e Monterchi
   •   1929: terremoto di Bologna
   •   1930: terremoto del Vulture
   •   1932: terremoto dell'Abruzzo
   •   1948: terremoto di Sansepolcro
   •   1968: terremoto del Belice
   •   1972: terremoto di Ancona
   •   1976: terremoto del Friuli
   •   1980: terremoto dell'Irpinia
   •   1990: terremoto di Santa Lucia
   •   1997: terremoto di Umbria e Marche
   •   2002: terremoto di San Giuliano di Puglia
   •   2009: terremoto dell'Aquila
Ordinamento dello stato
    Per approfondire, vedi la voce Sistema politico della Repubblica Italiana.


Istituzioni




Giorgio Napolitano, attuale Presidente della Repubblica.

L'Italia è una repubblica parlamentare. La forma repubblicana dello Stato fu decisa con
il referendum del 2 giugno 1946, con il quale il popolo italiano abolì la monarchia a
favore della repubblica.

La Costituzione della Repubblica è la legge fondamentale e fondante della Repubblica
Italiana. Fu approvata dall'Assemblea costituente il 22 dicembre 1947, promulgata dal
Capo Provvisorio dello Stato Enrico De Nicola il 27 dicembre 1947, ed entrata in vigore
il 1º gennaio 1948.

Essa contiene i principi fondamentali della Repubblica, i diritti e i doveri dei cittadini e
prescrive l'ordinamento della Repubblica.

Il presidente della Repubblica è la massima carica dello Stato e rappresenta l'unità
nazionale. Viene eletto ogni sette anni dal Parlamento in seduta comune integrato dai
rappresentati regionali. Non ha un ruolo di indirizzo politico, ma la Costituzione gli
affida comunque funzioni di natura legislativa, esecutiva e giudiziaria. Nei periodi di
stabilità politica il suo ruolo si riduce nei fatti a funzioni rappresentative e di
monitoraggio. I poteri assegnategli dalla Costituzione, però, fanno sì che il ruolo del
Presidente della Repubblica acquisisca d'importanza nei casi di instabilità politica o
deriva istituzionale dello Stato.

Il potere legislativo statale è affidato ad un Parlamento bicamerale costituito dalla
Camera dei Deputati (630 deputati) e dal Senato della Repubblica (315 senatori eletti
più i senatori a vita). Le Camere sono elette a suffragio universale (attualmente la legge
elettorale prevede una ripartizione dei seggi tra i candidati delle varie liste bloccate
concorrenti in proporzione ai voti ottenuti, con un premio che assicuri la governabilità
alla coalizione di liste più votata). In Italia vige il bicameralismo perfetto: le Camere
hanno le stesse funzioni e gli stessi poteri. Una legge deve essere approvata nello stesso
testo da entrambe le Camere. In caso di contrasto tra le Camere la legge non viene
approvata. Di conseguenza le leggi elettorali delle due Camere sono abbastanza simili
per evitare che un loro diverso orientamento politico paralizzi il Parlamento. Tale
sistema è stato ideato affinché vi sia una maggiore ponderazione della classe politica
nell'approvare le leggi. Le Camere durano in carica 5 anni, ma il Presidente della
Repubblica può scioglierle anticipatamente.

Il potere esecutivo spetta al Governo, all'interno del quale, secondo l'art. 92, c. 1 Cost.
possono distinguersi diversi organi: il presidente del Consiglio dei Ministri, i Ministri e
il consiglio dei ministri, che è costituito dall'unione dei precedenti organi. I Ministri
sono responsabili singolarmente degli atti del loro dicastero e collegialmente degli atti
del Consiglio dei Ministri. Il Presidente del Consiglio dirige la politica del governo, ma
all'interno del Consiglio è primus inter paris con i suoi colleghi. Tuttavia le sue
dimissioni provocano le dimissioni dell'intero governo. Il Presidente della Repubblica, a
seguito di consultazioni con i maggiori leader politici, nomina il Presidente del
Consiglio e, su proposta di questo, i Ministri. Successivamente alla sua entrata in carica
il Governo deve presentarsi in Parlamento ed ottenere da entrambe le Camere un voto di
fiducia. In qualunque momento un voto di sfiducia di una Camera costringe il Governo
alle dimissioni. Poiché i Ministri non sono revocabili, talvolta per costringerli alle
dimissioni si procede in una delle due Camere ad un voto di sfiducia individuale.




Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze

Il potere giudiziario (sia quello inquirente che quello giudicante) è esercitato dalla
Magistratura che costituisce un ordine autonomo e indipendente da ogni altro potere. I
magistrati ordinari sono titolari della funzione giurisdizionale (vedi voce giurisdizione),
che amministrano in nome del popolo. Il Consiglio Superiore della Magistratura, eletto
per 1/3 dal Parlamento in seduta comune e per 2/3 da tutti i magistrati e presieduto di
diritto dal Presidente della Repubblica, ha compiti di autogoverno della Magistratura,
svincolandolo totalmente dalle influenze del governo, in particolare del Ministero della
Giustizia.

La Corte costituzionale svolge la fondamentale funzione di garante della Costituzione. I
suoi compiti principali sono quelli di giudicare la costituzionalità delle leggi e di
dirimere i conflitti di attribuzione tra gli organi dello stato. Essa dunque può annullare le
leggi in contrasto con la lettera o lo spirito della Costituzione e può decidere
l'interpretazione univoca della stessa. La Corte Costituzionale è eletta per 1/3 dal
Parlamento in seduta comune in rappresentanza del potere politico (legislativo ed
esecutivo), per 1/3 dalle alte magistrature dello stato in rappresentanza del potere
giudiziario e per 1/3 dal Presidente della Repubblica (scelti in maniera super partes)
I Presidenti della Repubblica, in ordine di elezione, sono stati: Enrico De Nicola
(giugno 1946-maggio 1948), Luigi Einaudi (1948-1955), Giovanni Gronchi
(1955-1962), Antonio Segni (1962-1964), Giuseppe Saragat (1964-1971), Giovanni
Leone (1971-1978), Sandro Pertini (1978-1985), Francesco Cossiga (1985-1992), Oscar
Luigi Scalfaro (1992-1999), Carlo Azeglio Ciampi (1999-2006), Giorgio Napolitano
(2006-).

Amministrazione

L'amministrazione della cosa pubblica è suddivisa tra lo stato, le regioni e gli enti locali
(province e comuni, più comunità montane, unioni di Comuni e circoscrizioni[12]),
secondo i principi di sussidiarietà, differenziazione ed adeguatezza (art. 118 Cost.).

Lo Stato ha competenza legislativa esclusiva nelle materie indicate al 2º comma dell'art.
117 della Costituzione; allo stesso modo sono indicate le materie in cui la competenza
statale è limitata alla definizione dei princìpi fondamentali; spetta alle regioni la
competenza legislativa generale. La Corte costituzionale è competente a giudicare sui
conflitti di competenza tra lo stato e le regioni.

Il governo nazionale è rappresentato nelle province a statuto ordinario dalla Prefettura -
Ufficio Territoriale di Governo.

Suddivisione

La Repubblica Italiana si compone di 20 regioni, di cui 5 (Sardegna, Sicilia, Trentino-
Alto Adige, Valle d'Aosta e Friuli-Venezia Giulia) a statuto speciale, 110 province
(alcune in fase di allestimento) e 8101 comuni. Le città metropolitane, enti locali di
estensione intermedia tra province e comuni, non sono ancora state istituite.

Regioni

    Per approfondire, vedi le voci Regione italiana, Stemmi delle regioni d'Italia e
    Bandiere delle regioni d'Italia.


Nell'elenco che segue, per ciascuna regione è riportato lo stemma ufficiale e, a seguire,
il nome del capoluogo. L'asterisco (*) denota le regioni a statuto speciale.
Italia suddivisa per regioni




        Regione                Capoluogo


                               Aosta
   Valle d'Aosta*

   Piemonte                    Torino


   Liguria                     Genova


   Lombardia                   Milano


   Trentino-Alto Adige* Trento

   Veneto                      Venezia


   Friuli-Venezia Giulia* Trieste

   Emilia-Romagna              Bologna


   Toscana                     Firenze
Umbria                  Perugia


     Marche                  Ancona


     Lazio                   Roma


     Abruzzo                 L'Aquila


     Molise                  Campobasso


     Campania                Napoli


                             Bari
     Puglia


     Basilicata              Potenza


     Calabria                Catanzaro

     Sicilia*                Palermo


     Sardegna*               Cagliari


Province con almeno 500.000 abitanti


1.     Roma – 4.081.047 13.         Padova – 916.063    26.   Messina – 654.050

                             14.    Verona – 902.633    27.   Foggia – 640.593*
2.   Milano –
3.119.039*                                              28.   Cuneo – 582.968
                          15.       Caserta – 900.277
3.     Napoli – 3.080.145 16.       Genova – 885.141    29.   Como – 581.559
4.     Torino – 2.287.047 17.       Treviso – 874.748   30.   Taranto – 580.486
5.     Bari – 1.251.624*     18.    Varese – 867.526
                                                        31.   Reggio Calabria –
6.   Palermo –               19.    Vicenza – 857.476   566.587
1.243.709                                               32.   Cagliari – 558.573
                             20.    Venezia – 848.783
7.     Brescia – 1.220.814
                           21.   Lecce – 811.498        33.   Latina – 541.830
8.     Salerno – 1.104.003 22.   Monza e Brianza –
                                                        34.   Udine – 538.311
                           798.267*
9.   Catania – 1.083.183 23.              Cosenza – 732.386      35.    Pavia – 534.758
                         24.              Modena – 683.658
10.    Bergamo –                                                 36.    Trento – 516.483
1.067.213                25.              Perugia – 658.195
                                                                 37.   Reggio Emilia –
11.         Firenze – 981.278                                    514.964
12.         Bologna – 970.790

Dati ISTAT aggiornati al 30 giugno 2008. Vedi demo.istat.it
* Dati che tengono conto delle istituende province di Monza-Brianza, Barletta-Andria-
Trani e Fermo.

Primi 10 comuni per numero di abitanti

          Per approfondire, vedi la voce Comuni italiani con più di 50.000 abitanti.




La strada sopraelevata di Genova e il grattacielo "Matitone" visti dal Castello d'Albertis.
Pos
    Comune               Regione          Prov. Abitanti
 .

      1      Roma                Lazio      RM 2.720.660

      2 Milano             Lombardia        MI 1.294.002

      3     Napoli          Campania        NA    964.193

      4     Torino          Piemonte        TO    909.827

      5 Palermo                 Sicilia     PA    659.542

      6 Genova                  Liguria     GE    611.362

      7 Bologna Emilia-Romagna              BO    374.625
8 Firenze              Toscana      FI    365.802

   9        Bari            Puglia    BA     321.255

 10 Catania                 Sicilia   CT     297.237


Dati ISTAT riferiti alle stime del 31 ottobre 2008[13].

Forze armate e di polizia

       Per approfondire, vedi le voci Forze armate italiane, Categoria:Forze armate italiane
       e Categoria:Forze di polizia italiane.




portaerei Cavour.




La Pattuglia Acrobatica Nazionale




Carabinieri




Parte di un reggimento schierato durante il giuramento
L'Italia è la settima potenza militare mondiale con una spesa militare annua di 40.060
miliardi di dollari.[14]

L'Esercito Italiano è la prima forza armata dello Stato. Attualmente ha un organico di
114.400 (nel 2006) unità (di queste 85.000 fanno parte delle forze operative, mentre
27.000 sono assegnate alle unità di riserva e sostegno).

La Marina Militare è la seconda forza armata dello Stato. Essa nacque nel 1946 dalla
Regia Marina, in seguito alla proclamazione della Repubblica Italiana. A lei sono
affidati il controllo e la condotta delle operazioni navali nelle acque territoriali ed
internazionali. Ad essa è devoluto, inoltre, il compito di pattugliamento delle coste
tramite il Corpo delle Capitanerie di Porto/Guardia Costiera.

L'Aeronautica Militare è la terza forza armata dello Stato. Ad essa sono devolute le
operazioni aeree. In passato si è anche occupata del controllo del traffico aereo nello
spazio aereo nazionale.

L'Arma dei Carabinieri è la quarta forza armata dello Stato. Per via della sua doppia
natura di forza armata e di forza di polizia, le sono affidati sia funzioni militari, quali il
concorso alla difesa della Patria, l'esercizio delle funzioni di Polizia Militare, la
protezione delle Rappresentanze Diplomatiche italiane e la partecipazione alle
operazioni militari all'estero, sia funzioni civili di Polizia Giudiziaria e di Pubblica
Sicurezza.

La Guardia di Finanza è una speciale forza di polizia ad ordinamento militare e fa
parte integrante delle Forze Armate dello Stato. Dipende direttamente dal Ministro
dell'Economia e delle Finanze e svolge compiti di polizia giudiziaria, polizia tributaria
(in via esclusiva) e pubblica sicurezza soprattutto legati all'ambito economico e
finanziario (negli anni recenti sono stati creati anche reparti specializzati nella tutela
dell'Ordine pubblico). La Guardia di Finanza concorre altresì alla difesa dei confini e
svolge funzioni di polizia militare e polizia giudiziaria militare.

La Polizia di Stato è una forza di polizia civile ad ordinamento speciale che la rende un
Corpo armato dello Stato o Corpo militarmente organizzato. Quest'ultima definizione
non implica la militarità del Corpo, tuttavia la sua struttura si richiama a quella di
un'istituzione di carattere militare ed il suo personale ha un inquadramento differente
rispetto a qualsiasi ente civile o militare dello Stato. Dipende direttamente dal
Dipartimento della Pubblica Sicurezza, che rappresenta l'apparato amministrativo
centrale per mezzo del quale il Ministero dell'Interno (Autorità Nazionale di Pubblica
Sicurezza) gestisce l'ordine pubblico e la sicurezza pubblica in Italia. Pertanto, la Polizia
di Stato è la prima forza di polizia incaricata del mantenimento della sicurezza e
dell'ordine pubblico.

Il Corpo di Polizia Penitenziaria è una forza di polizia civile ad ordinamento speciale
che la rende un Corpo armato dello Stato o Corpo militarmente organizzato. Svolge
compiti di Polizia Giudiziaria e Pubblica Sicurezza legati al settore penitenziario ed alla
gestione delle persone sottoposte a provvedimenti di restrizione o limitazione della
libertà personale. È l'erede del Corpo delle Guardie Carcerarie, creato nel 1873, poi
riformato nel Corpo degli Agenti di Custodia delle Carceri (1890), (forza di polizia ad
ordinamento militare) la cui amministrazione passò nel 1922 dal Ministero dell'Interno
al Ministero della Giustizia, per poi ritornarvi nel 1990.

Il Corpo Forestale dello Stato è una forza di polizia civile ad ordinamento speciale che
la rende un Corpo armato dello Stato o Corpo militarmente organizzato. Svolge compiti
di tutela ambientale e paesaggistica; Svolge anche funzioni di Polizia Giudiziaria e di
Pubblica Sicurezza. Alla direzione del Corpo vi è l'Ispettorato generale con sede a
Roma.

I Corpi ed i Servizi di Polizia Locale/Provinciale e Polizia Municipale non rientrano
tra le forze di polizia dello Stato. Svolgono compiti di controllo tramite pattugliamento
del territorio e repressione dei reati tipicamente nelle aree urbane sotto controllo
regionale. A seconda della tipologia possono dipendere dalla Regione, dalla Provincia o
dal Comune. Tutti i suoi appartenenti sono Agenti e Ufficiali di Polizia Giudiziaria e
Agenti di Pubblica Sicurezza.

Simboli dello stato
    Per approfondire, vedi la voce Simboli patrii italiani.


Tricolore italiano

    Per approfondire, vedi la voce Bandiera italiana.




Il Tricolore sventola su Piazza Venezia, Roma.

Il primo tricolore italiano nasce il 7 gennaio 1797 a Reggio nell'Emilia come bandiera
della Repubblica Cispadana proposto da Giuseppe Compagnoni.

Come altre bandiere, anche l'italiana si ispira alla bandiera francese introdotta con la
rivoluzione del 1789. Quando le armate napoleoniche attraversarono l'Italia, nel 1796,
sia le varie neonate repubbliche giacobine, sia i reparti militari che affiancavano
l'esercito di Napoleone adottarono bandiere simili. La scelta dei colori si deve
probabilmente ai vessilli della Legione Lombarda nei quali il bianco e il rosso del
comune di Milano si affiancavano al verde delle divise della Guardia civica milanese.
Gli stessi colori, vennero adottati anche dalla Legione Italiana, composta da soldati
provenienti dall'Emilia e dalla Romagna. A Reggio nell'Emilia, che si fregia del titolo di
città del tricolore, è esposto il primo vessillo tricolore, risalente al 1797.

Dopo il Congresso di Vienna, e la Restaurazione il tricolore rimase come simbolo di
libertà e venne utilizzato nei moti rivoluzionari del 1831 e del 1848. Fu proprio in
quest'anno, con l'annuncio della Prima guerra di indipendenza che Carlo Alberto di
Savoia adotta per le sue truppe un vessillo composto dalla bandiera italiana, recante al
centro lo stemma dei Savoia bordato di azzurro. Questa bandiera diverrà, a partire dal
14 marzo 1861 la bandiera del Regno d'Italia, anche se la legge che definisce la forma
esatta della bandiera arriverà solo nel 1923.

Con la fine della seconda guerra mondiale e la proclamazione della Repubblica, la
bandiera italiana perde lo stemma del Savoia e assume la foggia odierna. L'importanza
di questo passaggio è testimoniata dall'inserimento nella Costituzione di un articolo - il
12 - compreso tra i principi fondamentali ad esso dedicato: "La bandiera della
Repubblica è il tricolore italiano: verde, bianco e rosso, a tre bande verticali di eguali
dimensioni".

Emblema della Repubblica

    Per approfondire, vedi la voce Emblema della Repubblica Italiana.




L'emblema ufficiale della Repubblica Italiana è quello approvato dall'Assemblea
costituente nella seduta del 31 gennaio 1948 e promulgato dal presidente della
Repubblica Enrico De Nicola il successivo 5 maggio. Il bozzetto iniziale fu realizzato
dall'artista Paolo Paschetto, vincitore dei due concorsi pubblici indetti nel 1946 e nel
1947, cui parteciparono complessivamente circa 500 candidati con oltre 800 bozzetti.

La sua definizione formale è riportata nello schema a lato.

La stella bianca a cinque punte, facente, inoltre, riferimento a Dante, è stata la
tradizionale rappresentazione simbolica dell'Italia sin dall'epoca risorgimentale;
nell'emblema repubblicano essa è sovrapposta a una ruota dentata d'acciaio, simbolo del
lavoro su cui si basa la Repubblica (articolo 1 della costituzione) e del progresso.
L'insieme è racchiuso da un ramo di quercia, che simboleggia la forza e la dignità del
popolo italiano, e da uno di ulivo, che rappresenta la volontà di pace della nazione.

Pur identificato spesso come stemma della Repubblica Italiana, tecnicamente non si
tratta di uno stemma in quanto è privo dello scudo, che ne costituisce una parte
essenziale secondo la definizione araldica (al contrario di altre decorazioni come
corone, elmo o rami che non sono essenziali). Per questo risulta più corretto riferirvisi
con il termine di "emblema della Repubblica Italiana".

Inno nazionale
Per approfondire, vedi la voce Inno di Mameli.


L'Inno di Mameli, conosciuto anche come "Fratelli d'Italia", dai primi versi - o più
precisamente, Il Canto degli Italiani - è dal 12 ottobre 1946 l'inno nazionale italiano, in
modo provvisorio. Il 17 novembre 2005 il Senato aveva approvato in prima lettura un
progetto di legge volto a renderlo definitivo, ma alla Camera il provvedimento non fu
più votato e l'Inno di Mameli rimane tuttora come inno italiano provvisorio. Il testo fu
scritto nell'autunno 1847 da Goffredo Mameli; la musica è di poco successiva e fu
composta da Michele Novaro.

Dopo la proclamazione della Repubblica ha sostituito La canzone del Piave adottata dal
governo provvisorio italiano dopo l'8 settembre.

Durante il Regno d'Italia era in vigore la Marcia Reale, che dopo l'Unità d'Italia aveva
sostituito l'inno del Regno di Sardegna: S'hymnu sardu nationale.

Nel corso degli anni Novanta è stata talvolta ventilata l'ipotesi di sostituire Il canto degli
Italiani con il Va, pensiero (celebre aria dall'opera lirica Nabucco) di Giuseppe Verdi
come inno rappresentativo della nazione italiana.

Stendardo presidenziale

    Per approfondire, vedi la voce Stendardo presidenziale italiano.




IV Stendardo presidenziale
(9 ottobre 2000 - oggi).




Stendardo della Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Il nuovo stendardo, introdotto il 9 ottobre 2000 dal Presidente Ciampi, richiama i colori
della bandiera nazionale, con riferimento particolare alla bandiera della storica
Repubblica Italiana del 1802-1805; la forma quadrata e la bordatura azzurra
simboleggiano le Forze Armate, comandate dal Presidente.

Stendardo del Presidente del Consiglio dei Ministri
Dal 2008, dal Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, viene adottato anche lo
stendardo personale del Presidente del Consiglio, che è tutto blu con due ordini di
strisce dorate, i bordi dello stesso colore e al centro il tradizionale simbolo della
Repubblica, la stella su ruota dentata con rami di quercia e d'ulivo.

Bandiere navali

    Per approfondire, vedi la voce Bandiera italiana#Le bandiere navali.


Nel 1947 oltre alla bandiera nazionale vennero definite anche la bandiera usata dalla
marina mercantile, che reca sulla banda bianca uno stemma nei cui quadranti
compaiono gli stemmi delle quattro repubbliche marinare (Venezia, Genova, Pisa e
Amalfi); e quella della Marina Militare, nella quale lo stemma è sovrastato da una
corona navale, cioè una corona turrita e rostrata.

Un'altra differenza è che nella bandiera della Marina Militare il leone di san Marco
(simbolo di Venezia) ha il libro chiuso, la coda alzata e regge una spada (come nella
bandiera di guerra della Repubblica di Venezia).




                                                Bandiera della        Bandiera della
                                                Marina Militare.      Marina Mercantile.
Bandiera di          Bandiera di bompresso
bompresso (recto).   (verso, il leone di San
                     Marco è di spalle).


Popolazione
    Per approfondire, vedi la voce Demografia d'Italia.


Con 60.054.511 di abitanti (al 31.12.2008), l'Italia è il quarto paese dell'Unione europea
per popolazione (dopo Germania, Regno Unito e Francia). Il paese ha inoltre la quinta
più alta densità demografica in Europa, 198,8 persone per chilometro quadrato.

Secondo l'ultimo censimento le femmine costituivano nell'ottobre del 2001 il 51,58%
della popolazione (+1.808.040). Tale differenza per vari fattori si è gradualmente ridotta
col passare degli anni, e a luglio 2008 le femmine rappresentavano il 51,44%
(+1.729.042).

La popolazione italiana è concentrata principalmente nelle zone costiere e pianeggianti
della penisola, dove sono poste le città più popolose (fra le prime 40 città italiane per
numero di abitanti solo Perugia è posta ad un'altitudine superiore ai 250 metri sul livello
del mare).[15]
Principali aree metropolitane[senza fonte]

Le aree metropolitane italiane sebbene non coincidano propriamente con la provincia
del capoluogo, sono legate, per quanto riguarda gli agglomerati urbani e la morfologia,
anche ad alcuni comuni di altre provincie, ciò accade nelle metropoli di Milano e Napoli
mentre non accade ad esempio nell'area metropolitana di Roma, in cui l'area
metropolitana è inferiore all'area provinciale.

La tabella seguente mostra le principali aree metropolitane italiane.


                           Popolazione Superficie Densità
No. Area metropolitana                                      Comuni
                            (abitanti) (in km²) (in ab/km²)

1   Milano                    4.861.502        2.945         1.651       248

2   Napoli                    4.434.136        2.300         1.928       173

3   Roma                      3.715.982        3.089         1.203        40

4   Torino                    1.704.102        1.127         1.512        53

5   Palermo                   1.036.954        1.391           745        27

6   Firenze                     978.607        1.006           973        18

7   Catania                     753.097          939           802        27

8   Genova                      736.865        1.119           659        40

9   Bari                        586.686          661           888        16

10 Bologna                      555.624          579           960        11


Natalità e speranza di vita




Istituto Geografico Militare a Firenze, è l'ente Cartografico dello Stato italiano
Il tasso di natalità (dati ISTAT) in Italia è stato nel 2006 del 9,5 per mille (ottenuto dal
rapporto tra il numero dei nati dell'anno e la media tra la popolazione rilevata all'inizio e
alla fine del periodo considerato moltiplicato per 1.000). A livello regionale l'indice più
elevato si rileva in Campania (10,8 per mille) seguita a breve distanza dal Trentino-Alto
Adige (10,7). Al terzo posto si collocano appaiate Lombardia, Valle d'Aosta e Sicilia
(10 per mille) seguite da Veneto (9,9) e Lazio (9,8). I valori più bassi si registrano in
Liguria (7,5 per mille), Molise (7,7) e Sardegna (8). Da notare che negli ultimi anni il
tasso di natalità delle ripartizioni geografiche italiane (Nord-Ovest, Nord-Est, Centro,
Sud, Isole) ha subito un livellamento che ha portato i rispettivi dati a convergere verso
l'indice nazionale. Il numero medio di figli per donna, 1,35 nel 2006, colloca l'Italia tra i
paesi a tasso di fecondità più basso al mondo. Tuttavia la popolazione presente sul
territorio nazionale cresce di diverse centinaia di migliaia di unità all'anno (ben oltre 2
milioni di unità complessive nel quinquennio 2002-2007) a causa del saldo migratorio
(+494.871 unità nel solo 2007).

La speranza di vita alla nascita in Italia era nel 2008 di 78,8 anni per gli uomini e di
84,1 per le donne[16].

Il decano d'Italia (ma anche d'Europa) attualmente è Lucia Lauria (4 marzo 1896),
vedova Vigna, di 113 anni e 47 giorni (20 aprile 2009), vivente a Pietrapertosa, in
Basilicata.

Il primato italiano però è stato conquistato finora da Virginia Dighero (Lavagna, 24
dicembre 1891 – Lavagna, 28 dicembre 2005), vedova Zolezzi, la quale si spense alla
veneranda età di 114 anni e 4 giorni. Tra gli uomini il primato spetta invece a Antonio
Todde (Tiana, 22 gennaio 1889 – Tiana, 3 gennaio 2002), morto all'età di 112 anni e
346 giorni.

Cittadini italiani

    Per approfondire, vedi la voce Cittadinanza italiana.


Degli oltre 60 milioni di residenti il 94,24% possiede la cittadinanza italiana.

La legge 15 febbraio 1992, n.91, art. 1 co. 1, stabilisce che è cittadino per nascita

        a) il figlio di padre o di madre cittadini (de iure sanguinis);
        b) chi è nato nel territorio della Repubblica se ambo i genitori sono ignoti o
        apolidi, o se il figlio non segue la cittadinanza dei genitori, secondo la legge
        statale di questi (de iure soli).

Per il comma 2º, è cittadino per nascita il figlio di ignoti trovato in Italia, se non si prova
il possesso di un'altra cittadinanza. Acquisiscono inoltre automaticamente la
cittadinanza italiana i cittadini vaticani al cessare dei diritti di dimora nella piccola
enclave di Roma.

La cittadinanza italiana è concessa, senza limite di generazioni, ai discendenti degli
italiani emigrati anche se non sono ammessi salti generazionali. La quantità di
potenziali cittadini italiani, secondo questo criterio, raddoppia l'attuale popolazione
della penisola italiana. È nelle Americhe che si è radicata la maggior parte degli
emigrati nella seconda metà del XIX secolo e del XX secolo.

La Cittadinanza Italiana è concessa a chi sposa un cittadino Italiano dopo sei mesi dalla
celebrazione del matrimonio.

Cittadini stranieri

Il numero di immigrati o di residenti stranieri in Italia è aumentato considerevolmente a
partire dagli anni 1990 e, secondo i dati ISTAT, al 1º gennaio 2008 constava di
3.432.651 unità[17] (esclusi i naturalizzati con doppia cittadinanza che l'ISTAT conteggia
solo tra i cittadini italiani), pari al 5,75% del totale della popolazione residente,
distribuita in base alla cittadinanza in questo modo:




Centro direzionale di Napoli di notte.




Grattacielo Pirelli, Milano.
Pos.    Cittadinanza      Popolazione    % del totale*
      1    Italia             56.220.251          94,25%
      2     Romania              625.278           1,05%
      3     Albania              401.949           0,67%
      4     Marocco              365.908           0,61%
      5     Cina                 156.519           0,26%
      6     Ucraina              132.718           0,22%
      7     Filippine            105.675           0,18%
      8     Tunisia               93.601           0,16%
      9     Polonia               90.218           0,15%
     10     Macedonia             78.090           0,13%
     11     India                 77.432           0,13%
12      Ecuador                    73.235                 0,12%
     13      Perù                       70.755                 0,12%
     14      Egitto                     69.572                 0,12%
     15      Moldavia                   68.591                 0,11%
          Resto del Mondo            1.100.542                 1,84%
          Fonte: La popolazione straniera residente in Italia al 1º gennaio 2008, ISTAT, Roma.

I dati delle statistiche ufficiali basate sulla residenza, come è ovvio, non comprendono i
numerosi stranieri che dimorano illegalmente sul territorio nazionale. La Fondazione
Ismu-Iniziative e studi sulla multietnicità con una sua ricerca del 1° gennaio 2008 stima
la presenza di un 17,9% in più di immigrati irregolari presenti sul territorio italiano
(circa 650.000, che porterebbe il totale sopra i 4 milioni). Il rapporto di stranieri totali
rispetto alla popolazione residente salirebbe quindi al 6,10%.

Il numero di Italiani residenti all'estero ancora in possesso della cittadinanza italiana è
invece stimato in circa 4.000.000[18].

Un discorso a sé merita la sempre crescente[senza fonte] comunità zingara sul territorio
italiano, ripartita tra rom (più diffusa al Centro-Sud e con maggiore propensione alla
sedentarizzazione) e in minor misura sinti (soprattutto al Nord, ma con forte tendenza al
nomadismo). Stime approssimative parlano di 120.000, di cui 70.000 già con la
cittadinanza[19] (ma destinata a crescere enormemente dopo l'entrata nell'Unione
Europea di Romania e Bulgaria, e anche a causa del considerevole tasso di natalità),
delle quali però circa la metà sono cittadini italiani[senza fonte]).

I comuni italiani con più cittadini stranieri residenti sono nell'ordine [20]: Roma (218.426
unità), Milano (175.997), Torino (102.921), Firenze (37.634), Genova (37.160),
Bologna (33.602), Verona (30.970), Brescia (29.139), Prato (23.658), Padova (22.000),
Napoli (21.484), Reggio Emilia (21.394), Modena (20.070) e Venezia (19.933).

Religioni
    Per approfondire, vedi la voce Religioni in Italia.




Il Duomo di Pisa con la Torre.
La Normanna Cattedrale di Palermo




La Basilica di Santa Croce a Lecce.




La cattedrale di Cagliari.




Cattedrale di Santa Maria Assunta, Melfi

Il 97,67 % degli italiani è battezzato secondo il rito della Chiesa cattolica[21] (vedi anche
Chiesa cattolica italiana)

Cattolicesimo

Secondo un'indagine dell'Eurispes effettuata nel 2006 e ripresa dal Corriere della Sera, è
l'87,8% della popolazione a dichiararsi cattolico anche da adulto e il 36,8% praticante.
Secondo la stessa ricerca si recherebbe a messa tutte le domeniche il 30,8% degli
intervistati tra i 18 e i 24 anni, a fronte del 22,4% e del 28,5% dei soggetti intervistati
appartenenti rispettivamente alle fascia d'età 25-34 e 35-44 anni. La discrepanza tra chi
si dichiara cattolico e chi è di stretta osservanza, anche se minore rispetto agli altri paesi
dell'Europa occidentale, è sensibile, come testimoniato anche dalle opinioni relative ad
aborto, fecondazione assistita e unioni civili.[22]

Come in molti altri Paesi occidentali, il processo di secolarizzazione è crescente,
soprattutto tra i giovani, anche se non manca la presenza di movimenti a prevalente
composizione giovanile cattolici quali Azione Cattolica, la Gioventù Francescana,
l'AGESCI, Comunione e Liberazione, il Cammino Neocatecumenale e il Movimento
Giovanile Salesiano.




Il Duomo di Milano.




Il Duomo Di Napoli.

Altre confessioni cristiane

I cristiani, cattolici, protestanti, ortodossi e altri (Testimoni di Geova, Mormoni, etc.), in
Italia rappresentano la religione di maggioranza.

Fra le altre confessioni cristiane, in ambito protestante, è da segnalare il Valdismo, nato
in Italia stessa. Sorto come movimento ereticale medievale, dopo la riforma protestante
ha assorbito la teologia calvinista ed è di fatto diventata l'espressione italiana delle
Chiese riformate. Le comunità protestanti storiche (valdese, metodista, luterana e
battista) sono riunite nella Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia, assieme ad
altre denominazioni pentecostali minori. La componente più numerosa all'interno del
protestantesimo italiano è rappresentato dall'evangelicalismo che raggruppa tra il 70 e
80% dei protestanti italiani.

Tra i nuovi movimenti religiosi cristiani si possono trovare il mormonismo, giunto in
Italia nel 1850, e i testimoni di Geova, che iniziarono a stampare la Torre di Guardia
nelle valli piemontesi già dal 1903. Questi ultimi in particolare, sono il gruppo religioso
con il maggior numero di aderenti dopo il Cattolicesimo, l'Islam (quest'ultimo praticato
da circa 850.000 persone, in rapida crescita grazie all'immigrazione), il Protestantesimo
(circa 700.000 membri divisi in una moltitudine di chiese e confessioni) e la Chiesa
Ortodossa (almeno 700.000 fedeli). Forte seguito hanno poi le chiese di stampo
pentecostale, fra le quali vanno menzionate le Assemblee di Dio in Italia, che, forti dei
loro 400.000 fedeli, costituiscono la più grande organizzazione protestante.
Altre religioni

La religione monoteista più antica presente in Italia è l'Ebraismo, di cui a Roma è
segnalata una presenza ininterrotta fin dai tempi precedenti la comparsa del
Cristianesimo. La comunità ebraica in Italia si aggira intorno alle 30.000 unità; prima
delle persecuzioni nazi-fasciste, erano oltre 50.000[23].

Grazie all'immigrazione l'Islam, praticato da circa 850.000 persone, è una religione in
rapida crescita.

Nel corso del XIX e XX secolo si sono diffusi in Italia altri movimenti religiosi, in
particolare Buddhismo, Induismo e Sikhismo. I buddhisti sono circa 160.000 di cui
50.000 membri dell'Istituto Buddhista Italiano Soka Gakkai, gli induisti sono 75.000,
mentre i sikh si aggirano intorno alle 70.000 unità. [senza fonte]L'Unione Buddhista Italiana,
l'Istituto Buddhista Italiano Soka Gakkai e l'Unione Induista Italiana, sono ufficialmente
riconosciute dallo Stato.

Resta un fenomeno relativamente nascosto e poco diffuso quello del Neopaganesimo. Il
Paganesimo moderno è presente in particolare nelle sue forme wiccana, romana,
odinista e druidica. Tra i gruppi che seguono la Via romana agli Dei è il Movimento
Tradizionale Romano, tra i gruppi odinisti la Comunità Odinista.

Non mancano, infine, associazioni ateiste e agnostiche, quali la UAAR, No God e
Atheia, le quali riuniscono una parte dei non religiosi.

Santi patroni

La Chiesa Cattolica ha dichiarato santi patroni dell'Italia:

   •   San Francesco d'Assisi, proclamato patrono d'Italia da papa Pio XII nel 1939.
       Santo e fondatore dell'ordine mendicante che da lui poi prese il nome, è venerato
       come santo dalla Chiesa cattolica.
   •   Santa Caterina da Siena, proclamata patrona d'Italia da papa Pio XII nel 1939 e
       Compatrona d'Europa da Papa Giovanni Paolo II nel 1999. Santa e dottore della
       Chiesa è stata una religiosa e mistica domenicana.

Lingue
    Per approfondire, vedi la voce Lingue parlate in Italia.


Lingua italiana
Statua di Dante, Galleria degli Uffizi a Firenze




Rappresentazione intuitiva dei dialetti o lingue d'Italia.




Raggruppamenti delle lingue e dei dialetti d'Italia[24][25][26][27]

L'italiano (ascolta [?]) è una lingua appartenente al gruppo delle lingue romanze
orientali della famiglia delle lingue indoeuropee. In Italia esiste un gran numero di
lingue, evoluzioni autonome della varietà di latino parlata in questa o quella regione, e
dialetti. Le diverse lingue non sono varianti locali dell'italiano, ossia, per usare
un'immagine facilmente intuibile, non stiamo parlando di "figli" dell'italiano ma di suoi
"fratelli". La moltitudine di lingue e dialetti costituisce un grandissimo, anche se spesso
misconosciuto e denigrato, patrimonio culturale.

L'italiano moderno è, come tutte le lingue nazionali, un dialetto che è riuscito a far
carriera; ad imporsi, cioè, come lingua ufficiale di una regione molto più vasta di quella
originaria. In questo caso fu il dialetto fiorentino, parlato a Firenze, a prevalere, non
tanto per ragioni politiche - come spesso capitava - ma per il prestigio culturale di cui
era portatore. Il toscano, ed il fiorentino illustre in particolare (in quanto arricchito di
prestiti dalla Lingua siciliana, con la sua illustrissima scuola poetica siciliana, da cui il
fiorentino è debitore di molti prestiti, dal francese e dal latino); il fiorentino era in effetti
la lingua nella quale scrissero Dante Alighieri, Francesco Petrarca e Giovanni
Boccaccio, considerati tre fra i massimi scrittori italiani. Naturalmente, era anche la
lingua colta della città di Firenze, stimata per la sua prosperità culturale lungo i secoli e
per la sua splendida architettura. Un altro pioniere della lingua italiana fu anche
Alessandro Manzoni.

Altre lingue

     Gruppo          Popolazione        Lingua originaria                  Regione

                                                              Veneto (69,9%), Venezia
                                [28]            [29]
Veneto               3.316.819         Veneto                 Giulia, Provincia autonoma di
                                                              Trento

Sardo                   1.269.000 Sardo                       Sardegna (77,48%)

Friulano                  750.000 Friulano                    Friuli-Venezia Giulia (56,32%)

                                  Genovese,               Liguria, Sardegna a Carloforte
Ligure                    700.000 incoerentemente         (CI) (87%), a Calasetta (CI)
                                  generalizzato in ligure (68%), Oltregiogo piemontese

Tirolese                  290.000 Tedesco                     Alto Adige a Bolzano (65.43%)

                                                              Piemonte nelle valli di Cuneo
                                                              (4,76%) e Torino, Liguria a
Occitano                  178.000 Occitano
                                                              Imperia, Calabria a Guardia
                                                              Piemontese

Sassarese                 120.000 Sassarese                   Provincia di Sassari (36%)

                                                              Provincia di Olbia-Tempio
Corso gallurese           100.000 Gallurese                   (64%), Provincia di Sassari
                                                              (1,8%)

Arberesh                   98.000 Albanese                    Italia del sud, Sicilia, Calabria,
Puglia, Molise, Campania,
                                                                    Basilicata e in piccola parte in
                                                                    Abruzzo

                                                                    Piemonte a Torino (0,89%),
                                                                    Valle d'Aosta ad Aosta (60%),
Francoprovenzale              90.000 Francoprovenzale               Puglia a Foggia (0,23%),
                                                                    Lingua comunale di Guardia
                                                                    Piemontese, Calabria

                                                                    Trentino-Alto Adige a Bolzano
Ladino                        55.000 Ladino                         (4,19%), a Trento (1,69%),
                                                                    Veneto a Belluno (10%)

                                                                    Friuli-Venezia Giulia a Trieste
Sloveno                       50.000 Sloveno                        (9,6%), a Gorizia (8%), a
                                                                    Udine (3%)

Catalano                      26.000 Algherese                      Sardegna ad Alghero (60%)

Francese                      20.000 Francese                       Valle d'Aosta (17,33%)

                                                                    Calabria a Reggio Calabria
Greco
                              20.000 Greco d'Italia                 (0,88%) e Puglia nella Grecìa
(Grico/Griko)
                                                                    Salentina (1,88%)

                                       Tedesco                      Trentino (Trento) e l'Altopiano
Bavarese                       3.100
                                       (cimbro/mocheno)             dei Sette Comuni[senza fonte]

Croato                         2.600 Croato                         Molise (0,79%)

                                                                    Friuli-Venezia Giulia a Udine
Carinziano                     2.000 Tedesco
                                                                    (0,38%)

                                                                    Friuli-Venezia Giulia, Veneto a
Carnico                        1.400 Friulano
                                                                    Belluno (0,66%)

Tirolese
                                  700 Tedesco                       Veneto, Val Pusteria
(pusterese)

Romaniska                         100 Romaniska                     Sardegna a Isili (CA)

Fonte: Ministero degli Interni del Governo Italiano/rielaborazione da Il Corriere della Sera.

Inoltre, la lingua istrorumena viene parlata da circa 300 esuli dall"Istria a Trieste e fu
considerata isola linguistica nel Regno d'Italia. Lo storico Ireneo della Croce afferma
che la lingua istrorumena era parlata nell'ottocento nel Carso triestino, principalmente
ad Opicina e Servola (allora chiamata Selvola).

Ad esse va aggiunta una moltitudine di lingue di più o meno recente importazione (e
come tali non da tutelare come storiche), in primis le varietà afferenti all'arabo,
all'albanese di Albania, al romeno, al cinese e all'ucraino.

Va anche aggiunta la Lingua dei Segni Italiana (LIS) (vedi Lingua dei segni), la lingua
visiva dei cittadini sordi, i cui utilizzatori sono stimati tra le 80 e le 120.000 persone
nelle diverse città italiane. L'Italia non riconosce la lingua dei segni come lingua
nazionale dei sordi, né come lingua minoritaria: solamente la regione di Valle d'Aosta
ha approvato all'unanimità il riconoscimento della Lingua dei Segni nel 2006.

Diverse parlate regionali sono state censite dall'UNESCO come lingue minoritarie e
vengono considerate dalla comunità linguistica come lingue distinte dall'italiano (e non
come dialetti di quest'ultimo) ma tuttavia non godono di alcun riconoscimento o tutela
da parte dello Stato Italiano. Queste sono l'Emiliano-Romagnolo, il Ligure, il
Lombardo, il Napoletano, il Piemontese e il Siciliano.

Le richieste di riconoscimenti formali di queste parlate (spesso chiamate anche dialetti
italiani) come "lingue a pieno titolo" sono in genere viste come un tentativo di
mantenere in vita questi idiomi, un tempo assai vitali ma oggi seriamente minacciati, a
partire dall'unità d'Italia, soprattutto per via dell'istruzione scolastica e dei mezzi
d'informazione di massa, che hanno portato ad un graduale processo d'italianizzazione.
In ciò ha talvolta inciso anche una relativa carenza di una letteratura propria, giacché
molte di queste regioni dipesero fortemente, nei secoli, per la lingua scritta, dal latino e
dall'italiano di Dante. La carenza di letteratura non è comunque un fattore primario: la
lingua napoletana, ad esempio, nonostante una consolidata letteratura in ambito teatrale,
poetico e musicale ed il grande contributo apportato alla cultura italiana ed alla sua
diffusione nel mondo, non è riconosciuta e tutelata come lingua minoritaria. Si veda
anche la cosiddetta koiné Lombardo-Veneta, che tra il XII ed il XIV secolo ebbe un
ricco uso in ambito letterario in tutto il nord Italia e che nonostante ciò non ha mai
goduto di riconoscimento ufficiale.
Allo stesso modo, la lingua ligure (erede della lingua genovese, utilizzata come lingua
franca del Mediterraneo per tutto il Medioevo e oltre), pur possedendo una vastissima
letteratura (un'intera raccolta di poesie, a cura dell'Anonimo Genovese, si colloca già nel
XII-XIII sec.), non gode di riconoscimenti ufficiali (se si esclude la variante tabarchina
parlata dalla maggior parte della popolazione delle cittadelle di Carloforte e Calasetta in
Sardegna).
Ugualmente, il veneto venne usato dai funzionari della Serenissima per la stesura di
documenti ufficiali (ora custoditi presso l'Archivio di Stato), ma nonostante ciò
anch'esso gode solamente di riconoscimenti a livello regionale.

Situazione giuridica

    Per approfondire, vedi le voci Lingue italiane nella legislazione, Bilinguismo
    amministrativo in Italia, Diffusione dello sloveno in Italia e Lingue della provincia
    autonoma di Bolzano.
L'italiano è la lingua ufficiale dello Stato.

A livello locale sono riconosciute come co-ufficiali, parificate all'italiano, le seguenti
lingue:

    •   Francese: in Valle d'Aosta (anche se in quella regione non si parla francese, ma
        francoprovenzale)
    •   Ladino: nei comuni ladinofoni del Trentino-Alto Adige
    •   Sloveno: nella Venezia Giulia (province di Trieste e Gorizia)
    •   Tedesco: in provincia di Bolzano

In queste regioni gli uffici pubblici sono bilingui (eventualmente trilingui nei comuni
ladini), i documenti ufficiali possono essere redatti in italiano o nella lingua straniera.
La segnaletica stradale è anch'essa plurilingue, mentre i comuni in Valle d'Aosta recano
il solo toponimo francese (ad eccezione di Aosta).

Anche a livello scolastico tali minoranze linguistiche conoscono un particolare
trattamento di favore: in provincia di Bolzano esistono scuole in lingua tedesca e ladina,
in provincia di Trieste e in quella di Gorizia scuole slovene. La prima prova dell'esame
di stato (maturità) viene svolta nella lingua materna e non in italiano.[30]

Il servizio pubblico radiotelevisivo offre programmi in lingua madre, in Alto Adige
esiste pure un canale pubblico, RAI-Sender Bozen, interamente in tedesco.




Altre lingue vengono riconosciute e tutelate

    •   dalla legislazione statale: oltre alle quattro lingue suddette vengono riconosciuti
        il friulano, l'occitano, il francoprovenzale, l'albanese, il greco, il sardo, il
        catalano e anche il croato; la legge 482/1999 in materia di minoranze
        linguistiche è rimasta però ampiamente inattuata;
    •   dalle leggi regionali: i consigli regionali del Piemonte, del Friuli-Venezia Giulia,
        della Sardegna e del Veneto hanno approvato delle leggi a tutela delle lingue
        regionali.

Nei fatti si tratta di una tutela piuttosto debole. Soprattutto in Sardegna e Friuli si è
comunque diffusa la segnaletica bilingue.

Economia
        Questa voce o sezione di economia non riporta fonti o riferimenti.
        Commento: Sezione priva di diverse fonti
Puoi migliorare questa voce aggiungendo citazioni da fonti attendibili, secondo le linee
        guida sull'uso delle fonti.
    Per approfondire, vedi le voci Economia italiana e Made in Italy.


Membro del G8 - organizzazione che raggruppa i sette paesi maggiormente
industrializzati del mondo più la Russia - l'Italia rappresenta la sesta potenza economica
del pianeta per PIL nominale, dietro Stati Uniti, Giappone, Germania, Cina e Francia[31],
ponendosi nel contempo al quinto posto per valore delle esportazioni e al settimo per
quello delle importazioni effettuate nell'anno 2007 (fonti: Banca mondiale[32], Fondo
Monetario Internazionale[33], CIA World Factbook[34]).

L'economia italiana è ormai fortemente orientata verso il settore dei servizi (terziario e
quaternario), che nel 2006 hanno rappresentano quasi i 2/3 del PIL prodotto.

Il tessuto produttivo dell'economia è formato in prevalenza di medie e piccole imprese:
quelle di maggiori dimensioni sono gestite in gran parte dalle famiglie fondatrici e, in
taluni casi, da gruppi stranieri. Il modello di public company - impresa a capitale diffuso
gestita dal management piuttosto che dalla proprietà - è poco diffuso. Vedi comunque
Lista delle imprese italiane

A causa della mancanza di importanti giacimenti, la maggior parte delle materie prime e
il 75% dell'energia devono essere importati. Nella prima metà del '900 sono stati
comunque scoperti alcuni giacimenti petroliferi, in particolare nella Val d'Agri, in
Basilicata, il cui reale sfruttamento, tuttavia, è cominciato solamente a partire dagli anni
ottanta. Oggi i giacimenti lucani forniscono oltre il 10% del fabbisogno nazionale.

Durante lo scorso decennio, l'Italia ha perseguito una rigida politica fiscale per far
fronte alle richieste dell'Unione Economica e Monetaria dell'Unione europea e ha tratto
beneficio dai tassi più bassi di inflazione e di interesse. Tuttavia, problemi come
l'evasione fiscale, il debito pubblico e, nel meridione, la malavita organizzata
continuano ad ostacolare un sano e più robusto sviluppo dell'economia nazionale.

Il Paese ha aderito all'euro nel 1999, sostituendo la lira a partire dal 2002 (1 euro =
1936,27 lire).

Struttura economica

Di seguito la tabella che riporta il PIL[35], prodotto in Italia ai prezzi correnti di mercato
nel 2006, espresso in milioni di euro, suddiviso tra le principali macro-attività
economiche:


                                PIL
Macro-attività economica
                                prodotto

Agricoltura, silvicoltura,
                                € 27.193,33
pesca
Italia
Italia
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Italia

  • 1. Buoni sconto fino a 100 € su prodotti Hi-tech Repubblica Italiana Superficie: 301.336 Km² Abitanti: 57.888.000 Densità: 192 ab/Km² Forma di governo: Repubblica parlamentare Capitale: Roma (2.542.000 ab.) Altre città: Milano 1.272.000 ab. (4.250.000 aggl. urbano), Napoli 1.000.500 ab. (3.010.000 aggl. urbano), Torino 868.000 ab. (1.295.000 aggl. urbano), Palermo 680.000 ab., Genova 601.000 ab., Bologna 373.500 ab., Firenze 367.300 ab., Bari 314.200 ab., Catania 307.800 ab. Gruppi etnici: Italiani 96,5%, Albanesi 0,5%, Marocchini 0,4%, Romeni 0,3%, altri 2,3% Paesi confinanti: Francia ad OVEST, Svizzera ed Austria a NORD, Slovenia a EST, Vaticano e San Marino interni allo Stato Monti principali: Monte Bianco 4810 m Fiumi principali: Po 652 Km, Adige 410 Km, Tevere 405 Km Laghi principali: Lago di Garda 370 Km², Lago Maggiore 170 Km² (parte italiana, totale 212 Km²), Lago di Como 146 Km², Lago Trasimeno 128 Km² Isole principali: Sicilia 25.426 Km², Sardegna 23.813 Km², Isola d'Elba 223,5 Km² Clima: Mediterraneo - continentale - alpino Lingua: Italiano (ufficiale), Sardo, Tedesco, Ladino, Francese, Sloveno Religione: Cattolica 90%, Protestante 1%, altro 9% Moneta: Euro Geografia d'Italia Da Wikipedia, l'enciclopedia libera. Coordinate: 42°50′N 12°50′E Questa voce di geografia sembra trattare lo stesso argomento, o comunque argomenti unificabili, della voce Italia (regione geografica) (al paragrafo tutta la pagina ). Motivo: medesimo argomento. Puoi contribuire unendo i contenuti in una pagina unica seguendo le linee guida.
  • 2. La regione geografica italiana con le altimetrie in falsi colori. La geografia d'Italia è inerente la geografia di una regione geografica del continente europeo. Indice [nascondi] • 1 Caratteri generali • 2 Ripartizioni o 2.1 Italia peninsulare • 3 Confini della regione fisica italiana o 3.1 Punti estremi • 4 Le isole • 5 I mari • 6 Le pianure • 7 I fiumi • 8 I laghi • 9 Note • 10 Voci correlate • 11 Altri progetti
  • 3. Caratteri generali [modifica] L'Italia è unita al tronco centrale del continente europeo dalla catena delle Alpi. Grazie alla sua posizione, costituisce un ponte di passaggio tra l'Europa, l'Asia e l'Africa. L'Italia separa, inoltre, il bacino occidentale del Mar Mediterraneo da quello centrale: cioè il Mar Tirreno dallo Ionio, prolungandosi verso occidente con la Calabria e la Sicilia, che insieme formano geologicamente un'estensione peninsulare. Tra quest'ultima e l'Africa (penisola tunisina) intercorrono solo 140 km: tanti ne misura il canale di Sicilia (o canale di Tunisi). Ad oriente la penisola salentina (Puglia) dista dalla costa albanese, nel punto più stretto del canale d'Otranto, 70 km. Si tratta di Punta Palascìa, situata a 40° 7' di latitudine nord e 18° 31' di longitudine est. A settentrione del Salento si spinge l'insenatura lunga e stretta del mare Adriatico. Le isole di Sardegna e di Corsica dividono poi il mar Tirreno dal mar di Sardegna. Lo sviluppo costiero della penisola è notevole: 7 456 km; molto più esteso di quello della penisola iberica, molto meno di quella balcanica. Il suolo italiano è oggi il risultato dell'antropizzazione ed è in parte montuoso, in parte collinare, in parte vulcanico (riviere Euganee) in parte endolagunare con dossi, polesine, isole, prosciugate dalle bonifiche (Bonifiche Circeo, Ferraresi, Comacchio, Ostiense, Pisana e così via) con sempre maggiori innalzamenti di argini (per esempio il prelievo di un miliardo e settecento milioni di metri cubi all'anno d'acqua dolce, da venti consorzi per il solo Veneto). • Punto più elevato: Monte Bianco (AO) 4.810,90 m • Punto meno elevato: Le Contane (FE) -3,44 m Ripartizioni [modifica] La regione fisica italiana risulta distribuita in tre parti: • Italia continentale: comprendente il versante meridionale della catena delle Alpi, la pianura padano-veneta e l'Appennino Ligure fino alla linea convenzionale che congiunge la Spezia a Rimini; • Italia peninsulare: tutta la parte a sud della linea sopra ricordata, fino alla punta Melito in Calabria (che è il punto più a sud della penisola) ed al Capo Santa Maria di Leuca in Puglia; • Italia insulare: comprendente la Sardegna, la Sicilia, la Corsica (politicamente della Francia) e numerose isole minori, disseminate o raggruppate in arcipelaghi nei mari che bagnano le coste della penisola. Italia peninsulare [modifica] La penisola italiana occupa una posizione mediana tra le tre principali penisole dell'Europa meridionale. Essa, infatti, emerge proprio al centro del mar Mediterraneo,
  • 4. con grandi isole e alcuni arcipelaghi. L'estrema punta della Calabria è equidistante a occidente con Gibilterra ed a oriente dal mar d'Azov, dal golfo di Alessandria e da Suez. Confini della regione fisica italiana [modifica] Immagine satellitare NASA d'Italia. Per approfondire, vedi la voce Regione geografica italiana. La regione fisica italiana, come viene generalmente intesa, non corrisponde esattamente all'estensione dello Stato italiano. Il confine terrestre settentrionale della regione fisica italiana corrisponde alla linea dello spartiacque alpino che segna un grande arco di 1811 km tra il bacino del fiume Varo (in Francia) e la baia di Buccari (Croazia), poco ad est della città di Fiume, comprendendo quindi aree non politicamente appartenenti all'Italia ed escludendone altre. In particolare, rientrano all'interno dei confini definiti dallo spartiacque alpino sono compresi: • il Principato di Monaco; • la Città del Vaticano; • la Repubblica di San Marino; • in Francia, parte del territorio corrispondente all'antica contea di Nizza e i territori ceduti con il Trattato di Parigi del 1947 (Briga, Tenda, il Colle del Monginevro, la Valle Stretta dietro Bardonecchia e la zona del Colle del Moncenisio); • in Svizzera, l'alta Val Divedro nel cantone del Vallese, l'intero Canton Ticino nonché - nel cantone dei Grigioni - la Valle Mesolcina, la Val Calanca, la Val Bregaglia, la Val Poschiavo e la Val Monastero;
  • 5. in Slovenia e Croazia, l'Istria e il territorio corrispondente all'antica contea di Gorizia e Gradisca; • la Corsica (Francia); • l'arcipelago di Malta con le isole di Malta, Gozo e Comino; • l'arcipelago di Pelagosa, già del Regno delle Due Sicilie e poi italiano dal 1920 al 1947; • le isole Brioni, lungo la costa istriana di fronte a Pola, italiane dal 1920 al 1947; Non sono geograficamente italiani, pur appartenendo allo Stato Italiano, i comuni di: • Livigno del bacino del Danubio (Spöl); • Sesto, San Candido e in parte il comune di Dobbiaco del bacino del Danubio (Drava) nella Conca di Dobbiaco; • Tarvisio del bacino del Danubio (Slizza); • una piccola parte della Val d'Uina del bacino del Danubio che va a gettarsi nell'Inn nel comune di Malles Venosta; • una piccola parte del Finstermünztal del bacino del Danubio che va a gettarsi nell'Inn nel comune di Curon Venosta; • la Val di Lei del bacino del Reno (Reno di Lei) nel comune di Piuro. • Lampedusa e Lampione, appartenenti alla regione fisica africana Taluni includono nella regione geografica italiana anche le isole di Cherso, Lussino, Veglia e altre isole minori vicine (in parte appartenute all'Italia fra il 1919 e il 1947). Altri attribuiscono le isole quarnerine alla regione geografica dalmata. Punti estremi [modifica] capo d'Otranto, in provincia di Lecce, è il punto più orientale d'Italia
  • 6. Il faro di Punta Palascìa, meglio noto come Capo d'Otranto Considerando gli attuali confini politici, i punti estremi d'Italia sono: • a settentrione la Vetta d'Italia nelle alpi Aurine in Alto Adige, a 47° 05' 29 di latitudine Nord; • a meridione punta Pesce Spada sull'isola di Lampedusa nell'arcipelago delle Pelagie, a 35°29'24 di latitudine Nord; • a oriente capo d'Otranto in Puglia, a 18°31'18 longitudine Est. • a occidente la rocca Bernauda nelle alpi Cozie in Piemonte, a 6° 37' 32 di longitudine Est. La distanza che separa la Vetta d'Italia dall'isola di Lampedusa è di 1.291 km; quella che intercorre tra il confine orientale e quello occidentale è di circa 600 km. Entro tali confini, la regione fisica italiana ha un'estensione di 324 000 km², leggermente maggiore di quella dello Stato italiano (301 336 km²).[1] I comuni alle estremità d'Italia sono: • Predoi il comune più a nord, alla stessa latitudine di Graz • Lampedusa e Linosa, il comune più a sud alla stessa latitudine di Nicosia • Otranto, il comune più a est alla stessa longitudine di Stoccolma • Bardonecchia, il comune più a ovest alla stessa longitudine di Dusseldorf Le isole [modifica] Per approfondire, vedi la voce Isole italiane. Le cinque più grandi isole italiane sono: 1. Sicilia (25.707 km²) 2. Sardegna (24.090 km²) 3. isola d'Elba (223 km²) 4. isola di Sant'Antioco (108,9 km²) 5. Pantelleria (83 km²). Oltre alla Sicilia, alla Sardegna ed alla Corsica, emergono dalle acque dei mari italiani altre isole, che sono raggruppate nei seguenti arcipelaghi: 1. Arcipelago del golfo della Spezia, formato dall'isola Palmaria, dal Tino e dal Tinetto 2. Arcipelago Toscano, formato dall'isola d'Elba, la più estesa ed importante del gruppo dalle cui viscere si è estratto per secoli il ferro. A nord dell'isola d'Elba sorgono Capraia e Gorgona, a sud Pianosa, Montecristo, Giannutri e l'isola del Giglio. Isolotti minori sono l'Cerboli e Palmaiola al largo delle coste elbane, l'Isolotto dello Sparviero presso Punta Ala, le Formiche di Grosseto, la Formica di Burano, la Formica di Montecristo (o Scoglio d'Affrica) ed alcuni isolotti al
  • 7. largo della costa dell'Argentario tra cui l'Argentarola, l'Isola Rossa e l'Isolotto, oltre alle Secche della Meloria e alle Secche di Vada. 3. Le isole Flegree (Ischia e Procida) più Capri, nel golfo di Napoli (a volte accomunate nell'arcipelago Campano); Ponza, Palmarola, Zannone e Ventotene (dette isole Ponziane) nel golfo di Gaeta. 4. Arcipelago delle Eolie o Lipari, che comprende Salina, Lipari, la più estesa del gruppo, Vulcano, un vulcano ormai quasi spento; Panarea e poi Stromboli, un cono eruttivo tuttora in attività che fu chiamato Stronghilo dagli antichi greci (da cui, Stromboli), proprio per la sua forma conica di una trottola rovesciata sul mare; a queste si devono aggiungere ancora Filicudi ed Alicudi 5. Arcipelago delle Egadi, cioè le isole di Favignana, Marettimo, Levanzo e Stagnone, che sorgono tra Marsala e Trapani, a ovest della Sicilia 6. Arcipelago delle Pelagie, comprendente Linosa, Lampione e Lampedusa (le ultime due tuttavia sono da considerarsi al di fuori della regione geografica italiana) 7. In Sicilia troviamo ancora Ustica al largo del golfo di Palermo e Pantelleria nel bel mezzo del Canale di Sicilia 8. Arcipelago Maltese, composto da Malta, da Gozo e dagli isolotti di Comino e Filfola 9. Il gruppo delle Isole Tremiti, l'isola di Pianosa e l'arcipelago di Pelagosa che sorgono nel Mar Adriatico 10. A nord della Sardegna l'Asinara e l'arcipelago de La Maddalena, a sud San Pietro e Sant'Antioco. 11. Le Isole Cheradi di San Pietro e San Paolo nel golfo di Taranto. 12. Le isole Brioni, lungo la costa istriana. I mari [modifica] La regione fisica italiana è bagnata dai seguenti mari:[2] • Mar Ligure, bagna le coste della Liguria e della Toscana fino al Promontorio di Piombino. • Canale di Piombino, è il tratto di mare compreso tra l'Isola d'Elba e il Promontorio di Piombino. • Canale di Corsica, è il tratto di mare compreso il Capo Corso e l'Isola d'Elba, di cui bagna le coste occidentali, oltre ad includere l'Isola di Capraia. • Mar Tirreno, bagna le coste occidentali della penisola a sud del Promontorio di Piombino, oltre alle coste settentrionali della Sicilia e a quelle orientali della Sardegna. • Stretto di Messina, è il tratto di mare che separa la Sicilia dalla Calabria. • Canale di Sicilia, è il tratto di mare compreso tra la Tunisia e la Sicilia, di cui bagna le coste meridionali ed occidentali. • Canale di Sardegna, è il tratto di mare compreso tra l'Algeria e la Sardegna, di cui bagna le coste meridionali. • Mare di Sardegna, bagna l'intero litorale occidentale della Sardegna. • Bocche di Bonifacio, tratto di mare compreso tra la Corsica e la Sardegna, di cui bagna le coste settentrionali. • Mar Adriatico, bagna le coste orientali della penisola, dal Friuli-Venezia Giulia fino al Capo di Santa Maria di Leuca in Puglia.
  • 8. Mar Ionio, bagna le coste orientali della Sicilia e della Calabria, il litorale della Basilicata e le coste occidentali della Puglia. • Mar Mediterraneo Le pianure [modifica] Per approfondire, vedi la voce Pianure italiane. Le vere e proprie pianure italiane sono: 1. la Pianura padana 2. la Pianura pisana (val d'Arno inferiore) 3. la Campagna romana (che si prolunga in direzione sud est nella bonifica pontina) 4. la Pianura campana che si estende dal golfo di Gaeta fino a sud del Vesuvio, verso Nocera e Torre Annunziata 5. il Tavoliere delle Puglie retrostante al golfo di Manfredonia 6. la Pianura salentina nella Puglia meridionale 7. la Piana di Catania in Sicilia, a sud dell'Etna 8. il Campidano (Sardegna, che si estende dal golfo di Cagliari a quello di Oristano I fiumi [modifica] Per approfondire, vedi la voce Fiumi italiani. I fiumi italiani sono più brevi rispetto a quelli delle altre regioni europee, e ciò perché gli Appennini corrono per l'intera lunghezza della penisola, dividendo le acque in due versanti opposti. In compenso sono numerosi: ciò è dovuto alla relativa abbondanza delle piogge, di cui fruisce l'Italia in generale, e alla presenza della Catena Alpina, ricca di nevai e di ghiacciai, nell'Italia settentrionale. I dieci maggiori fiumi italiani per lunghezza sono: Maggiori fiumi italiani per lunghezza Fiume km Regioni attraversate Po 652 Piemonte, Lombardia, Emilia-Romagna, Veneto Adige 410 Trentino-Alto Adige, Veneto Tevere 405 Emilia-Romagna, Toscana, Umbria, Lazio Adda 313 Lombardia
  • 9. Oglio 280 Lombardia Tanaro 276 Piemonte, Liguria Ticino 248* Svizzera, Piemonte, Lombardia Arno 241 Toscana Piave 220 Veneto Reno 211 Toscana, Emilia-Romagna (*) in parte in territorio svizzero I laghi [modifica] Per approfondire, vedi la voce Laghi italiani. Note [modifica] 1. ^ ISTAT 2005 2. ^ http://www.meteoam.it/modules/theory/bollettino/maremediterraneo.jpg Mappa con i bacini del Mediterraneo Voci correlate [modifica] • Isole italiane • Isola • Italia • Penisola italiana Altri progetti [modifica] • Wikimedia Commons contiene file multimediali su Geografia d'Italia Geografia degli Stati dell'Europa Albania · Andorra · Austria · Belgio · Bielorussia · Bosnia-Erzegovina · Bulgaria · Città del Vaticano · Croazia · Danimarca · Estonia · Finlandia · Francia · Germania · Grecia · Irlanda ·
  • 10. Italia Islanda · Italia · Kosovo · Lettonia · Liechtenstein · Lituania · Lussemburgo · Malta · Macedonia · Moldavia · (dettagli) (dettagli) Montenegro · Norvegia · Paesi Bassi · Polonia · Portogallo · Monaco · Regno Motto: Unito · Repubblica Ceca · Romania · Russia · San Marino · Serbia · Slovacchia · Slovenia · Spagna · Svezia · Svizzera · Turchia · Ucraina · Ungheria Italia Da Wikipedia, l'enciclopedia libera. Generalità Nome completo: Nome ufficiale: Repubblica Italiana Lingue ufficiali: italiano Altre lingue: lista Roma Capitale: (2.726.539 ab. / 31/01/2009[1]) Politica Forma di Repubblica parlamentare governo: Disambiguazione – Se stai cercando Presidente della Giorgio Napolitano altri significati di Italia, vedi Italia Repubblica: (disambigua). Presidente del Silvio Berlusconi Consiglio: L'Italia, ufficialmente Repubblica Unificazione: 17 marzo Italiana, è uno Stato dell'Europa 1861[2] meridionale il cui territorio coincide in Proclamazione: gran parte con l'omonima regione Repubblica: 2 giugno 1946 geografica. Ingresso 14 dicembre 1955 nell'ONU: L'Italia confina ad ovest con la Francia, a nord con la Svizzera e l'Austria e ad Ingresso nell'UE: 25 marzo 1957 (membro fondatore) est con la Slovenia. I microstati San Marino e Città del Vaticano sono Superficie enclave interamente comprese nel suo Totale: 301.338 km² (69º) territorio, mentre il comune di % delle acque: 2,4 % Campione d'Italia costituisce una Popolazione exclave situata nella regione italofona del Canton Ticino in Svizzera. Totale (31/12/2008 60.054.511 ab. (23º) [3] ): Densità: 199,3 ab./km² (39º) Geografia Continente: Europa Fuso orario: UTC+1 (CET) UTC+2 (CEST) in estate Economia
  • 11. Capitale è, dal 1871, la città di Roma, "erede" di Firenze, sede provvisoria degli organi statutari, che sostituì Torino nel 1865. Lo Stato indipendente ed unitario, nato nel 1861 come Regno d'Italia sotto la dinastia di casa Savoia, aveva un'estensione territoriale che non comprendeva ancora Roma e gran parte dell'attuale Lazio, che formavano lo Stato Pontificio (incorporato il 20 settembre 1870), il Veneto e il Friuli che erano parte dell'Impero d'Austria (acquisiti nel 1866), la Venezia Giulia ed il Trentino-Alto Adige anch'essi sotto dominio asburgico (annessi a seguito della prima guerra mondiale); ha assunto l'attuale forma repubblicana il 18 giugno 1946 a seguito del risultato del referendum del 2 giugno indetto per stabilire la forma istituzionale dello Stato dopo la fine della seconda guerra mondiale. Successivamente, l'Assemblea costituente eletta lo stesso giorno del referendum elaborò la Costituzione che, entrata in vigore il 1º gennaio 1948, dà alla Repubblica un carattere parlamentare. Chiamata spesso "Penisola" in ragione della sua natura geografica prevalente, "stivale" in ragione della sua caratteristica forma, "Belpaese" in ragione del suo clima e delle sue bellezze naturali ed artistiche,[1] geograficamente l'Italia è costituita da tre parti: una continentale, delineata a nord dalle Alpi e a sud dalla linea convenzionale che congiunge La Spezia con Rimini, una peninsulare, che si allunga nel Mediterraneo in direzione nord ovest - sud est, ed una insulare, rappresentata principalmente dalle due maggiori isole del Mediterraneo, la Sardegna e la Sicilia presso la quale, in corrispondenza dell'isola di Pantelleria, si ha la minima distanza dall'Africa, distante circa 70 chilometri[2]. I confini territoriali si estendono complessivamente per 1.800 chilometri, mentre lo sviluppo costiero raggiunge i 7.500 chilometri.[3] L'Italia conta più di 59,9 milioni di abitanti[4], per una densità di 199 abitanti per km². Avendo istituito (Trattato di Parigi) il 18 aprile 1951, assieme al Belgio, alla Francia, alla Germania Occidentale, al Lussemburgo e ai Paesi Bassi, la Comunità europea del carbone e dell'acciaio (CECA), l'Italia è membro fondatore dell'Unione europea ed ha partecipato a tutti i principali trattati di unificazione europea, compreso l'ingresso nell'area dell'Euro nel 1999. Inoltre è membro fondatore della NATO, del Consiglio d'Europa e dell'Unione Europea Occidentale, aderisce alle Nazioni Unite (per il biennio 2007-2008 è stato membro non-permanente del Consiglio di sicurezza), e fa parte del G7, del G8 e dell'OCSE. Indice [nascondi] • 1 Storia • 2 Geografia o 2.1 Clima o 2.2 Montagne e pianure o 2.3 Mari e arcipelaghi o 2.4 Isole italiane o 2.5 Fiumi, laghi, lagune, paludi e cascate o 2.6 Vulcani o 2.7 Terremoti • 3 Ordinamento dello stato
  • 12. o 3.1 Istituzioni o 3.2 Amministrazione o 3.3 Suddivisione  3.3.1 Regioni  3.3.2 Province con almeno 500.000 abitanti  3.3.3 Primi 10 comuni per numero di abitanti o 3.4 Forze armate e di polizia • 4 Simboli dello stato o 4.1 Tricolore italiano o 4.2 Emblema della Repubblica o 4.3 Inno nazionale o 4.4 Stendardo presidenziale o 4.5 Stendardo del Presidente del Consiglio dei Ministri o 4.6 Bandiere navali • 5 Popolazione o 5.1 Principali aree metropolitane[senza fonte] o 5.2 Natalità e speranza di vita o 5.3 Cittadini italiani o 5.4 Cittadini stranieri • 6 Religioni o 6.1 Cattolicesimo o 6.2 Altre confessioni cristiane o 6.3 Altre religioni o 6.4 Santi patroni • 7 Lingue o 7.1 Lingua italiana o 7.2 Altre lingue o 7.3 Situazione giuridica • 8 Economia o 8.1 Struttura economica o 8.2 Agricoltura o 8.3 Industria o 8.4 Servizi o 8.5 Settore turistico o 8.6 Divario Nord-Sud o 8.7 PIL - Serie storica o 8.8 PIL ai prezzi di mercato per abitante - Serie storica • 9 Trasporti o 9.1 Ferrovie o 9.2 Sistema stradale, autostradale, tangenziali • 10 Patrimonio naturale o 10.1 Parchi nazionali • 11 Patrimonio culturale o 11.1 Patrimonio letterario o 11.2 Patrimoni dell'umanità dell'UNESCO o 11.3 Registro della Memoria del Mondo • 12 Sport • 13 Festività • 14 Libertà d'informazione • 15 Note
  • 13. 16 Bibliografia o 16.1 Generale o 16.2 Istituzioni culturali • 17 Voci correlate o 17.1 Storia o 17.2 Istituzioni o 17.3 Geografia o 17.4 Luoghi o 17.5 Altro • 18 Altri progetti • 19 Collegamenti esterni Storia Per approfondire, vedi le voci Storia d'Italia, Risorgimento, Regno d'Italia (1861-1946) e Italia repubblicana. Il Colosseo. Duomo di Firenze.
  • 14. Giuseppe Garibaldi, padre fondatore del Risorgimento. La regione geografica italiana fu unita politicamente per la prima volta in epoca romana con la Repubblica romana (509-27 a.C.), ma il carattere imperiale delle conquiste effettuate nei secoli seguenti da Roma e dai socii italici finì per snaturare il carattere nazionale che la regione geografica italiana stava acquisendo sul finire del I secolo a.C. L'unione politica della regione geografica italiana realizzatasi in epoca romana termina nel 476 d.C con la fine dell'Impero romano d'Occidente (anno in cui per convenzione viene anche fatta terminare l'Antichità e iniziare il Medioevo). Nel 476 d.C. il re degli Eruli, Odoacre, ultimo di una lunga schiera di condottieri germanici che nel periodo di decadenza dell'Impero romano d'Occidente avevano condotto le proprie orde in territorio italico, depone infatti l'ultimo imperatore d'occidente, Romolo Augusto. A partire dal 493 d.C., con il Regno ostrogoto, si realizza di nuovo l'unità politica della penisola italiana. Il Regno ostrogoto fu la prima di tante occasioni mancate nel Medioevo per affermare anche nella regione geografica italiana un processo di formazione di coscienza nazionale come già era avvenuto in altri Paesi europei. A partire dal 535 d.C., e fino al 553 d.C., la penisola italiana è infatti teatro della guerra gotica che vede l'imperatore d'Oriente Giustiniano I deciso a conquistare il Regno ostrogoto, il cui territorio nel secolo precedente era stato dell'Impero romano d'Occidente. La conquista della penisola italiana da parte di Giustiniano I fu completata solo nel 553 d.C. con la sconfitta definitiva degli Ostrogoti e l'annessione di tutto il territorio del Regno ostrogoto all'Impero romano d'Oriente. Il conflitto si protrae quindi per quasi un ventennio e devasta l'intera penisola italiana, tanto da portarla a una grave crisi demografica, economica, politica e sociale. A partire dal 553 d.C. la penisola italiana è quindi di nuovo unita politicamente, sotto l'Impero romano d'Oriente, ma anche questa unione politica è destinata a durare poco. Gli anni della dominazione dell'Impero romano d'Oriente sono funestati, oltre che da un aggravamento delle condizioni di vita dei contadini a causa della forte pressione fiscale, anche da una terribile pestilenza che spopola ulteriormente la penisola italiana tra il 559 d.C. e il 562 d.C.. La penisola italiana, indebolita e impoverita, non ha quindi la forza di opporsi a una nuova invasione germanica, quella dei Longobardi capeggiati da Alboino. Tra il 568 d.C. e il 569 d.C. i Longobardi, spesso appoggiati dalla popolazione esasperata dalla fiscalità bizantina, occuparono gran parte delle penisola italiana. Dal Friuli i Longobardi conquistarono ben presto gran parte dell'Italia centro-settentrionale,
  • 15. che prese il nome di Langobardia Major, e dell'Italia meridionale che chiamarono Langobardia Minor. Con la sconfitta dei Longobardi, avvenuta ad opera di Carlo Magno, la penisola perde definitivamente un'unità politica che non ritroverà più per molti secoli a venire, fino al 1861 con la nascita del Regno d'Italia, primo Stato con cui si realizza l'unità nazionale della nazione italiana. Non fu quindi l'unità politica della regione geografica italiana in epoca romana, né quella della penisola italiana nei secoli subito seguenti, a far nascere il sentimento nazionale italiano. L'unità politica della nazione italiana fu al contrario la meta di un sentimento nazionale che si inizia ad osservare per la prima volta in epoca napoleonica[5] con l'arrivo nella penisola italiana delle truppe napoleoniche[6] (anno 1796). Il primo accenno esplicito di sentimento nazionale italiano, rimasto del tutto inascoltato, si può individuare al termine dell'epoca napoleonica, nel Proclama di Rimini,[7] con cui Gioacchino Murat, il 30 marzo 1815 durante la guerra austro-napoletana, rivolge un interessato appello a tutti gli italiani affinché si uniscano per salvare il Regno di Napoli posto sotto la sua sovranità, unico garante della loro indipendenza nazionale contro un occupante straniero. Il periodo della storia d'Italia in cui l'affermarsi di una coscienza nazionale italiana porta all'unità politica e quindi alla definitiva affermazione della nazione italiana è detto Risorgimento. Tale periodo, a conclusione del quale si ha la definitiva affermazione della nazione italiana, è un lungo processo che occupa un arco temporale di vari decenni e che, come detto, si conclude nel 1861 con la nascita del Regno d'Italia sotto la dinastia di Casa Savoia. Le personalità coinvolte in tale processo furono molte, ma quattro spiccano su tutte: Giuseppe Mazzini, figura eminente del movimento liberale repubblicano italiano ed europeo; Giuseppe Garibaldi, repubblicano e di simpatie socialiste, per molti un eroico ed efficace combattente per la libertà in Europa ed in Sud America; Camillo Benso conte di Cavour, statista in grado di muoversi sulla scena europea per ottenere sostegni, anche finanziari, all'espansione del Regno di Sardegna; Vittorio Emanuele II di Savoia, abile a concretizzare il contesto favorevole con la costituzione del Regno d'Italia. Organizzazioni internazionali Membro NATO 4 aprile 1949 dal: Membro ONU dal: 14 dicembre 1955 Membro UE dal: 1º gennaio 1958 Geografia
  • 16. Per approfondire, vedi le voci Geografia d'Italia e Zone altimetriche d'Italia. Immagine satellitare NASA dell'Italia. Grafico: l'Italia per zone altimetriche. Punta Palascìa, in provincia di Lecce, è il punto più orientale d'Italia Capo d'orso, in provincia di Olbia-Tempio L'Italia si estende dal versante sud dell'arco alpino e si protende nel mar Mediterraneo; il suo territorio comprende anche la Sardegna e la Sicilia, due isole di grandi dimensioni, oltre a una serie di isole minori. Il mare che si trova a est della penisola è il mar Adriatico, a sud-est si estende il mar Ionio, a ovest, lungo tutta la penisola, si trova il mar Tirreno mentre a nord-ovest della penisola si estende il mar Ligure. Sotto il profilo geografico le regioni italiane si dividono in: regioni settentrionali (Valle d' Aosta, Piemonte, Liguria, Lombardia, Veneto, Trentino-Alto Adige, Friuli-Venezia Giulia, Emilia-Romagna), regioni centrali (Toscana, Marche, Umbria, Lazio, Abruzzo),
  • 17. regioni meridionali (Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria), isole (Sicilia, Sardegna). L'Italia è geograficamente divisibile anche in due sole parti: la penisola italica, che è la parte effettivamente peninsulare dell'Italia, che convenzionalmente inizia a sud del crinale appenninico emiliano, e la Val Padana, parte continentale d'Italia che è tutt'uno col territorio europeo. Il comune più a nord d'Italia è Predoi, il più a sud Lampedusa e Linosa, il più a est Otranto e il più a ovest Bardonecchia. Lo Stato italiano è quasi interamente compreso tra le Alpi, tranne Livigno, Dobbiaco, San Candido e Tarvisio che sono oltralpe, più le isole Lampedusa e Lampione parte della piattaforma continentale africana. Inoltre all'Italia appartiene l'exclave di Campione d'Italia (doganalmente ed economicamente svizzera). L'Italia presenta una prevalenza di zone collinari (il 41,6% del territorio) rispetto a zone montuose (il 35,2% del territorio), o a zone pianeggianti (23,2%). L'altitudine media del territorio italiano è di circa 337 metri sul livello del mare. Le catene montuose si estendono per buona parte della nazione. Del sistema alpino appartiene all'Italia tutto il versante meridionale per una lunghezza di circa 1000 km. Le vette più elevate si trovano nelle Alpi Occidentali, dove numerose sono le cime che superano i 4000 m tra cui il Monte Rosa (4634 m), il Cervino (4478 m) e il Monte Bianco che con i suoi 4810 m è la montagna più alta d'Europa. A sud delle Alpi si trova la Pianura Padana, una grande distesa alluvionale formata dal fiume Po e dai suoi affluenti. La catena degli Appennini percorre tutta la lunghezza della penisola, dalla Liguria alla Sicilia, fino a concludersi nelle Madonìe in quest'ultima regione, raggiungendo l'altezza massima con il Gran Sasso (2912 m). L'Italia è nota anche per la presenza di numerosi vulcani: i più famosi sono il Vesuvio vicino a Napoli, l'Etna vicino Catania che con i suoi 3323 m è il vulcano più alto d'Europa, e lo Stromboli in provincia di Messina. Clima Per approfondire, vedi le voci Clima italiano e Categoria:Stazioni meteorologiche dell'Italia. Tipica giornata di sole a Castellammare del Golfo, in Sicilia La regione italiana (compresa tra il 47º ed il 35º parallelo nord) si trova quasi al centro della zona temperata dell'emisfero boreale.
  • 18. Dal punto di vista climatico è, inoltre, favorita dalla grande massa d'acqua dei mari mediterranei che la circondano quasi da ogni lato. Tali mari costituiscono, soprattutto per la penisola italiana (meno per quelle ellenica, iberica ed anatolica), un benefico serbatoio di calore e di umidità. Determinano infatti, nell'ambito della zona temperata, un clima particolare detto temperato mediterraneo. Secondo la classificazione di Koppen [8], l'Italia è suddivisa in nove tipi di clima [9] [10] [11] : • Clima temperato subtropicale (CS): aree costiere della Sicilia, della Sardegna meridionale e della Calabria centrale e meridionale. • Clima temperato caldo (Csa): gran parte della Sardegna, della Sicilia, della Calabria e della Puglia, intera fascia costiera occidentale dalla Riviera di Ponente alla Calabria, intero litorale jonico e coste adriatiche dall'Abruzzo alla Puglia. • Clima temperato sublitoraneo (Csb): fascia costiera delle Marche a sud di Ancona, aree collinari di Toscana, Umbria, Lazio, Molise, Campania, Basilicata, Sardegna e Sicilia. • Clima temperato subcontinentale (Cfa): gran parte della Pianura veneto-friulana, coste dell'Adriatico a nord di Ancona, le aree montane di Sardegna e Sicilia e le aree interne di alta collina dell'Italia centrale e meridionale. • Clima temperato continentale (Cfb): Pianura Padana e Pianura Veneta occidentale, con precipitazioni in autunno e primavera e con l'inverno più siccitoso dell'estate. • Clima temperato fresco (Cfc): zone prealpine e gran parte delle aree montuose appenniniche. • Clima temperato freddo (Dw): vette più elevate della dorsale appenninica e monti dell'arco alpino con cime inferiori ai 2.000 metri s.l.m. • Clima freddo di altitudine (H): arco alpino a quote superiori ai 2.000 metri s.l.m., caratterizzato da rigide temperature notturne ed invernali e da precipitazioni soprattutto estive. • Clima nivale (Ef): vette più elevate delle Alpi ricoperte da neve perenne, con quote generalmente superiori ai 3.500 metri s.l.m. Montagne e pianure Per approfondire, vedi le voci Rilievi italiani e Pianure italiane. Le Dolomiti
  • 19. La Montea - Calabria In quanto stretta tra la placca africana e la placca euroasiatica, l'Italia è territorio soggetto a terremoti. La pressione delle due placche ha provocato con il trascorrere dei millenni le formazioni rocciose che attraversano tutto il territorio Italiano. Per fare un esempio, le rocce che formano le Dolomiti in realtà sono dei minuscoli molluschi che per millenni hanno vissuto sul fondo del mare; la pressione della placca africana ne ha prodotto il sollevamento. Solo un quarto della superficie della regione italiana è occupato da pianure vere e proprie; tali infatti non possono essere considerate le conche appenniniche dell'Italia centrale, le strisce costiere dei golfi del mar Tirreno, le maremme, o le foci pianeggianti dei fiumi appenninici lungo l'Adriatico. Le pianure italiane sono: • la Pianura padana, ai piedi delle Alpi e compresa tra Lombardia ed Emilia- Romagna; • la Pianura veneta, al di fuori del bacino del Po; • il Valdarno che si insinua lungo il corso del fiume tra Pisa, Firenze e il Casentino, inoltrandosi anche dal capoluogo toscano verso le città di Prato e Pistoia; • la Piana di Lucca chiamata anche Lucchesìa, è un'area pianeggiante che si estende attorno alla città di Lucca; • la fascia costiera della Versilia compresa tra Viareggio a Marina di Pietrasanta; • la Maremma che si estende lungo la fascia costiera di Toscana e Lazio tra le località di Rosignano Marittimo e Civitavecchia, interessando le province di Livorno, Pisa, Grosseto, Viterbo e il tratto iniziale della provincia di Roma; • la Valle del Tevere che si estende da Montedoglio, poco a nord di Sansepolcro, fino alla foce del fiume presso Fiumicino ed è suddivisa tra Toscana, Umbria e Lazio; • l'Agro Romano che occupa il medio Lazio; Castiglioncello (LI) Toscana
  • 20. l'Agro Pontino, area un tempo paludosa, bonificata negli anni trenta, situata in provincia di Latina; • la Piana del Volturno che si estende dal Golfo di Gaeta fino al Vesuvio; • la Valle del Sarno, area a est del Vesuvio, nel nord della provincia di Salerno; • la Piana del Sele che si estende a sud di Salerno; • il Tavoliere delle Puglie seconda pianura italiana per estensione, si estende nella provincia di Foggia; • la Pianura salentina in Puglia, che comprende tutta la provincia di Lecce, gran parte della provincia di Brindisi e la parte centro-meridionale della provincia di Taranto; • la Piana di Sibari nella parte nord-orientale della Calabria che si apre verso il Mar Ionio; • la Piana di Sant'Eufemia o Piana di Lamezia Terme, davanti al golfo di S. Eufemia; • la Piana di Gioia Tauro sul versante tirrenico calabrese; • la Piana di Catania a sud dell'Etna; • il Campidano, che si estende trasversalmente in direzione nord-ovest sud-est dal golfo di Oristano al golfo di Cagliari; • la Piana del Metapontino nella parte sud-orientale della Basilicata che si apre verso il Mar Ionio. • la Nurra, nella punta nord-occidentale della Sardegna, si estende dalla rada di Alghero al golfo dell'Asinara. Mari e arcipelaghi Sardegna - Capriccioli Isola d'Elba
  • 21. I faraglioni a Torre Sant'Andrea nel Salento. Con oltre 7000 chilometri di coste, l'Italia è praticamente "abbracciata" dal Mar Mediterraneo, il Mare Nostrum degli antichi Romani, che è suddiviso, per ragioni storiche, in bacini con nomi propri. In particolare, i bacini principali che circondano la penisola sono il mar Adriatico, il mar Tirreno, il mar Ligure e il mar Ionio; ad ovest della Sardegna si trova il mar di Sardegna, a sud della Sicilia il canale di Sicilia e il canale di Malta. Tra i bracci di mare più stretti sono notevoli lo stretto di Messina, che separa la Sicilia dalla punta dello stivale, le Bocche di Bonifacio, tra la Sardegna e la Corsica, il canale di Piombino tra la costa toscana e l'isola d'Elba, il canale di Corsica che separa le coste orientali corse dall'estremità occidentale dell'isola d'Elba e il canale d'Otranto tra Puglia e Albania. Isole italiane Per approfondire, vedi la voce Isole italiane. Le isole maggiori sono la Sicilia e la Sardegna, quest'ultima geologicamente parte della micro zolla sardo-corsa assieme alla Corsica. Numerose sono le isole minori, alcune delle quali particolarmente notevoli dal punto di vista naturalistico o storico (ad esempio l'isola d'Elba è stata posta sotto l'autorità di Napoleone durante il suo primo esilio dal continente). La maggior parte delle isole minori è raccolta in arcipelaghi, quali l'arcipelago Toscano – che comprende l'Isola d'Elba – le isole Pontine o Ponziane e le Isole Flegree nel Tirreno di fronte alla penisola (per non dimenticare le isole di Capri e Ischia); le isole Eolie o isole Lipari, le isole Egadi e le isole Pelagie attorno alla Sicilia (oltre alle isole di Ustica e di Pantelleria); l'arcipelago della Maddalena, le isole del Sulcis: (Isola di Sant'Antioco ed Isola di San Pietro), l'isola dell'Asinara a poca distanza dalla Sardegna. Vi sono poi le isole Tremiti, a nord del Gargano; le isole Cheradi nel golfo di Taranto, l'Isola di Sant'Andrea nelle acque di Gallipoli; le Isole Pedagne a largo di Brindisi; le isole Palmaria, Tino e Tinetto del golfo della Spezia (entrate dal 1997 tra i patrimoni dell'umanità nell'UNESCO) e altre ancora, come l'isola di Dino. Fiumi, laghi, lagune, paludi e cascate
  • 22. Cascata delle Marmore, presso Terni Il lago di Garda visto da Torbole, il più vasto lago italiano L'Arno presso Firenze Laghi Alimini, presso Otranto Per approfondire, vedi le voci Fiumi italiani e Laghi italiani. La conformazione fisica dell'Italia, con un elevato numero di montagne, fa sì che sia attraversata da molti fiumi, anche se nessuno di essi è estremamente lungo. Il maggiore come lunghezza e portata è il Po lungo 652 km. Il Po attraversa la pianura padana e con i suoi affluenti l'ha creata, essendo la pianura Padana di origine alluvionale (cioè prodotta dai detriti trascinati a valle dai fiumi).
  • 23. I primi 10 fiumi d'Italia in ordine di lunghezza sono: Po, Adige, Tevere, Adda, Oglio, Tanaro, Ticino, Arno, Piave, Reno. Come si può notare dalla cartina a destra la maggior parte delle montagne dotate di ghiacciai si concentrano nel nord del paese. Infatti la parte centrale del paese è attraversata dagli Appennini, montagne relativamente basse e quindi di norma dotate di fiumi dalla ridotta portata, tanto che nelle regioni meridionali spesso durante le estati si assiste in molte zone a una parziale mancanza d'acqua che crea notevoli disagi alla popolazione e alle coltivazioni. • Laghi alpini e prealpini: lago d'Orta (Cusio), lago Maggiore (Verbano), lago di Endine (Spinone), lago di Como (Lario), lago di Lugano (Ceresio), lago d'Iseo (Sebino), lago d'Idro (Eridio), lago di Garda (Benaco) • Laghi dell'Italia centrale: lago Trasimeno, lago di Bolsena, lago di Vico, lago di Bracciano, lago Albano, lago di Nemi, lago di Martignano, lago di Chiusi, lago di Montepulciano, lago di Montedoglio. • Laghi della penisola flegrea e del litorale domizio: Averno, Fusaro, Lucrino, Miseno, Patria • Laghi vulcanici: laghi di Monticchio • Laghi della Sila: lago Ampollino, lago Arvo, lago Cecita (o Mucone) • Lagune e laghi costieri: laguna di Grado, laguna di Marano, laguna veneta, valli di Comacchio, lago di Lesina, lago di Varano, laghi Alimini presso Otranto, mare Piccolo di Taranto, mare Grande di Taranto, lago di Fondi, laguna di Sabaudia, lago di Burano, laguna di Orbetello, lago di Massaciuccoli, stagno di Cagliari, stagno di Marceddi, stagno di Santa Giusta, stagno di Cabras, stagno del Calich. • Palude del Capitano in provincia di Lecce • Cascata delle Marmore in provincia di Terni Vulcani Il Vesuvio e il Golfo di Napoli. L'isola di Stromboli.
  • 24. Il Monte Vulture L'elevato numero dei vulcani, sia attivi che spenti, è una caratteristica della regione italiana. I principali vulcani tuttora attivi sono almeno quattro: 1. l'Etna (il maggiore vulcano attivo d'Europa) domina Catania e la Sicilia nord- orientale e si staglia su Catania con il suo gruppo di crateri sommitali (3340 m) costituendo un elemento paesaggistico caratterizzante di Reggio Calabria che si affaccia sulla costa Siciliana, da dove appare innevato per oltre metà dell'anno. Esso mantiene attivi pure altri crateri secondari, i quali si aprono sul lento declivio delle sue pendici. Per la natura molto densa della sua lava, le eruzioni sono lente, anche se possenti, e permettono facilmente di mettere in salvo persone e cose. 2. il Vesuvio (1277 m) domina la città di Napoli ed il golfo omonimo, di cui costituisce un elemento paesaggistico noto in tutto il mondo. Famosa è la sua eruzione avvenuta nel 79 d.C., quando fu completamente sepolta sotto la lava e le ceneri la regione di Ercolano, Pompei e Stabia. L'ultima eruzione è avvenuta nel 1944, in piena guerra mondiale, e da allora il vulcano è quiescente, ma i geologi sanno che prima o poi esso ritornerà ad essere attivo, e anche pericoloso, per la natura violenta delle sue eruzioni. 3. Lo Stromboli, perennemente attivo, eleva direttamente dal mare il suo cono eruttivo e fa parte delle isole Eolie. 4. Vulcano, altro vulcano delle Eolie, che trova sede sull'omonima isola, la più meridionale delle Lipari. Dal quale hanno preso nome tutti i vulcani del genere. Più numerosi, anche se meno grandiosi, sono invece i vulcani spenti o in fase quiescente ormai da molti secoli. Sono specialmente disseminati in tutta la fascia dell'Antiappennino toscano, dove le numerose sorgenti termali ed i famosi soffioni boraciferi (Larderello) non sono che le postume manifestazioni del vulcanesimo locale. Il monte Amiata, nelle cui viscere abbondano i minerali, i monti Volsini, Cimini e Sabatini situati sulla destra del fiume Tevere, ed i colli Albani, sulla sinistra del medesimo, sono anch'essi residui di grandi vulcani, che hanno un tempo largamente profuso intorno le loro lave; attualmente perciò hanno pendici molto fertili. In cima a questi colli, entro gli antichi crateri, si trovano i maggiori laghi della penisola: lago di Bolsena, (monti Volsini), lago di Vico (monti Cimini), lago di Bracciano (monti Sabatini), lago di Albano e lago di Nemi (colli Albani). Nell'Antiappennino campano, oltre al Vesuvio, una manifestazione postuma di attività vulcanica si incontra nei Campi Flegrei, situati poco a nord di Napoli; tali sono anche le solfatare di Pozzuoli e di Agnano.
  • 25. I monti di Roccamonfina (tra il Volturno ed il Liri), l'Epomeo nell'isola d'Ischia e gli isolotti vicini dell'arcipelago campano hanno pure origine vulcanica; così dicasi del Monte Vulture, sulla destra dell'Ofanto in Basilicata, ed in parte dei colli Euganei e dei colli Berici della pianura veneta, i primi nella provincia di Padova, i secondi in quella di Vicenza. Terremoti Per approfondire, vedi la voce lista di terremoti in Italia. I fenomeni sismici costituiscono un primato dell'Italia in Europa. Essi sono per lo più connessi a fenomeni vulcanici. Non tutte le regioni italiane vanno però egualmente soggette ai moti sismici; ma anche là dove il fenomeno si manifesta più volte in un anno, i danni non sono in genere gravi. Le zone meno soggette a fenomeni sismici sono la Sardegna, la Maremma grossetana, la penisola salentina e la regione alpina occidentale, eccettuate le zone di Belluno, della Carnia e delle Alpi Marittime. Dovuti spesso a movimenti rapidi di enormi masse rocciose situate in profondità sotto la superficie terrestre, sono invece i frequenti e spesso disastrosi terremoti che avvengono nella zona degli Appennini. Epicentro del sisma di Reggio Calabria e Messina, 1908. Fra i più rovinosi terremoti si ricordano: • 1908: terremoto di Reggio e Messina • 1915: terremoto della Marsica • 1917: terremoto di Citerna e Monterchi • 1929: terremoto di Bologna • 1930: terremoto del Vulture • 1932: terremoto dell'Abruzzo • 1948: terremoto di Sansepolcro • 1968: terremoto del Belice • 1972: terremoto di Ancona • 1976: terremoto del Friuli • 1980: terremoto dell'Irpinia • 1990: terremoto di Santa Lucia • 1997: terremoto di Umbria e Marche • 2002: terremoto di San Giuliano di Puglia • 2009: terremoto dell'Aquila
  • 26. Ordinamento dello stato Per approfondire, vedi la voce Sistema politico della Repubblica Italiana. Istituzioni Giorgio Napolitano, attuale Presidente della Repubblica. L'Italia è una repubblica parlamentare. La forma repubblicana dello Stato fu decisa con il referendum del 2 giugno 1946, con il quale il popolo italiano abolì la monarchia a favore della repubblica. La Costituzione della Repubblica è la legge fondamentale e fondante della Repubblica Italiana. Fu approvata dall'Assemblea costituente il 22 dicembre 1947, promulgata dal Capo Provvisorio dello Stato Enrico De Nicola il 27 dicembre 1947, ed entrata in vigore il 1º gennaio 1948. Essa contiene i principi fondamentali della Repubblica, i diritti e i doveri dei cittadini e prescrive l'ordinamento della Repubblica. Il presidente della Repubblica è la massima carica dello Stato e rappresenta l'unità nazionale. Viene eletto ogni sette anni dal Parlamento in seduta comune integrato dai rappresentati regionali. Non ha un ruolo di indirizzo politico, ma la Costituzione gli affida comunque funzioni di natura legislativa, esecutiva e giudiziaria. Nei periodi di stabilità politica il suo ruolo si riduce nei fatti a funzioni rappresentative e di monitoraggio. I poteri assegnategli dalla Costituzione, però, fanno sì che il ruolo del Presidente della Repubblica acquisisca d'importanza nei casi di instabilità politica o deriva istituzionale dello Stato. Il potere legislativo statale è affidato ad un Parlamento bicamerale costituito dalla Camera dei Deputati (630 deputati) e dal Senato della Repubblica (315 senatori eletti più i senatori a vita). Le Camere sono elette a suffragio universale (attualmente la legge elettorale prevede una ripartizione dei seggi tra i candidati delle varie liste bloccate concorrenti in proporzione ai voti ottenuti, con un premio che assicuri la governabilità alla coalizione di liste più votata). In Italia vige il bicameralismo perfetto: le Camere
  • 27. hanno le stesse funzioni e gli stessi poteri. Una legge deve essere approvata nello stesso testo da entrambe le Camere. In caso di contrasto tra le Camere la legge non viene approvata. Di conseguenza le leggi elettorali delle due Camere sono abbastanza simili per evitare che un loro diverso orientamento politico paralizzi il Parlamento. Tale sistema è stato ideato affinché vi sia una maggiore ponderazione della classe politica nell'approvare le leggi. Le Camere durano in carica 5 anni, ma il Presidente della Repubblica può scioglierle anticipatamente. Il potere esecutivo spetta al Governo, all'interno del quale, secondo l'art. 92, c. 1 Cost. possono distinguersi diversi organi: il presidente del Consiglio dei Ministri, i Ministri e il consiglio dei ministri, che è costituito dall'unione dei precedenti organi. I Ministri sono responsabili singolarmente degli atti del loro dicastero e collegialmente degli atti del Consiglio dei Ministri. Il Presidente del Consiglio dirige la politica del governo, ma all'interno del Consiglio è primus inter paris con i suoi colleghi. Tuttavia le sue dimissioni provocano le dimissioni dell'intero governo. Il Presidente della Repubblica, a seguito di consultazioni con i maggiori leader politici, nomina il Presidente del Consiglio e, su proposta di questo, i Ministri. Successivamente alla sua entrata in carica il Governo deve presentarsi in Parlamento ed ottenere da entrambe le Camere un voto di fiducia. In qualunque momento un voto di sfiducia di una Camera costringe il Governo alle dimissioni. Poiché i Ministri non sono revocabili, talvolta per costringerli alle dimissioni si procede in una delle due Camere ad un voto di sfiducia individuale. Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze Il potere giudiziario (sia quello inquirente che quello giudicante) è esercitato dalla Magistratura che costituisce un ordine autonomo e indipendente da ogni altro potere. I magistrati ordinari sono titolari della funzione giurisdizionale (vedi voce giurisdizione), che amministrano in nome del popolo. Il Consiglio Superiore della Magistratura, eletto per 1/3 dal Parlamento in seduta comune e per 2/3 da tutti i magistrati e presieduto di diritto dal Presidente della Repubblica, ha compiti di autogoverno della Magistratura, svincolandolo totalmente dalle influenze del governo, in particolare del Ministero della Giustizia. La Corte costituzionale svolge la fondamentale funzione di garante della Costituzione. I suoi compiti principali sono quelli di giudicare la costituzionalità delle leggi e di dirimere i conflitti di attribuzione tra gli organi dello stato. Essa dunque può annullare le leggi in contrasto con la lettera o lo spirito della Costituzione e può decidere l'interpretazione univoca della stessa. La Corte Costituzionale è eletta per 1/3 dal Parlamento in seduta comune in rappresentanza del potere politico (legislativo ed esecutivo), per 1/3 dalle alte magistrature dello stato in rappresentanza del potere giudiziario e per 1/3 dal Presidente della Repubblica (scelti in maniera super partes)
  • 28. I Presidenti della Repubblica, in ordine di elezione, sono stati: Enrico De Nicola (giugno 1946-maggio 1948), Luigi Einaudi (1948-1955), Giovanni Gronchi (1955-1962), Antonio Segni (1962-1964), Giuseppe Saragat (1964-1971), Giovanni Leone (1971-1978), Sandro Pertini (1978-1985), Francesco Cossiga (1985-1992), Oscar Luigi Scalfaro (1992-1999), Carlo Azeglio Ciampi (1999-2006), Giorgio Napolitano (2006-). Amministrazione L'amministrazione della cosa pubblica è suddivisa tra lo stato, le regioni e gli enti locali (province e comuni, più comunità montane, unioni di Comuni e circoscrizioni[12]), secondo i principi di sussidiarietà, differenziazione ed adeguatezza (art. 118 Cost.). Lo Stato ha competenza legislativa esclusiva nelle materie indicate al 2º comma dell'art. 117 della Costituzione; allo stesso modo sono indicate le materie in cui la competenza statale è limitata alla definizione dei princìpi fondamentali; spetta alle regioni la competenza legislativa generale. La Corte costituzionale è competente a giudicare sui conflitti di competenza tra lo stato e le regioni. Il governo nazionale è rappresentato nelle province a statuto ordinario dalla Prefettura - Ufficio Territoriale di Governo. Suddivisione La Repubblica Italiana si compone di 20 regioni, di cui 5 (Sardegna, Sicilia, Trentino- Alto Adige, Valle d'Aosta e Friuli-Venezia Giulia) a statuto speciale, 110 province (alcune in fase di allestimento) e 8101 comuni. Le città metropolitane, enti locali di estensione intermedia tra province e comuni, non sono ancora state istituite. Regioni Per approfondire, vedi le voci Regione italiana, Stemmi delle regioni d'Italia e Bandiere delle regioni d'Italia. Nell'elenco che segue, per ciascuna regione è riportato lo stemma ufficiale e, a seguire, il nome del capoluogo. L'asterisco (*) denota le regioni a statuto speciale.
  • 29. Italia suddivisa per regioni Regione Capoluogo Aosta Valle d'Aosta* Piemonte Torino Liguria Genova Lombardia Milano Trentino-Alto Adige* Trento Veneto Venezia Friuli-Venezia Giulia* Trieste Emilia-Romagna Bologna Toscana Firenze
  • 30. Umbria Perugia Marche Ancona Lazio Roma Abruzzo L'Aquila Molise Campobasso Campania Napoli Bari Puglia Basilicata Potenza Calabria Catanzaro Sicilia* Palermo Sardegna* Cagliari Province con almeno 500.000 abitanti 1. Roma – 4.081.047 13. Padova – 916.063 26. Messina – 654.050 14. Verona – 902.633 27. Foggia – 640.593* 2. Milano – 3.119.039* 28. Cuneo – 582.968 15. Caserta – 900.277 3. Napoli – 3.080.145 16. Genova – 885.141 29. Como – 581.559 4. Torino – 2.287.047 17. Treviso – 874.748 30. Taranto – 580.486 5. Bari – 1.251.624* 18. Varese – 867.526 31. Reggio Calabria – 6. Palermo – 19. Vicenza – 857.476 566.587 1.243.709 32. Cagliari – 558.573 20. Venezia – 848.783 7. Brescia – 1.220.814 21. Lecce – 811.498 33. Latina – 541.830 8. Salerno – 1.104.003 22. Monza e Brianza – 34. Udine – 538.311 798.267*
  • 31. 9. Catania – 1.083.183 23. Cosenza – 732.386 35. Pavia – 534.758 24. Modena – 683.658 10. Bergamo – 36. Trento – 516.483 1.067.213 25. Perugia – 658.195 37. Reggio Emilia – 11. Firenze – 981.278 514.964 12. Bologna – 970.790 Dati ISTAT aggiornati al 30 giugno 2008. Vedi demo.istat.it * Dati che tengono conto delle istituende province di Monza-Brianza, Barletta-Andria- Trani e Fermo. Primi 10 comuni per numero di abitanti Per approfondire, vedi la voce Comuni italiani con più di 50.000 abitanti. La strada sopraelevata di Genova e il grattacielo "Matitone" visti dal Castello d'Albertis. Pos Comune Regione Prov. Abitanti . 1 Roma Lazio RM 2.720.660 2 Milano Lombardia MI 1.294.002 3 Napoli Campania NA 964.193 4 Torino Piemonte TO 909.827 5 Palermo Sicilia PA 659.542 6 Genova Liguria GE 611.362 7 Bologna Emilia-Romagna BO 374.625
  • 32. 8 Firenze Toscana FI 365.802 9 Bari Puglia BA 321.255 10 Catania Sicilia CT 297.237 Dati ISTAT riferiti alle stime del 31 ottobre 2008[13]. Forze armate e di polizia Per approfondire, vedi le voci Forze armate italiane, Categoria:Forze armate italiane e Categoria:Forze di polizia italiane. portaerei Cavour. La Pattuglia Acrobatica Nazionale Carabinieri Parte di un reggimento schierato durante il giuramento
  • 33. L'Italia è la settima potenza militare mondiale con una spesa militare annua di 40.060 miliardi di dollari.[14] L'Esercito Italiano è la prima forza armata dello Stato. Attualmente ha un organico di 114.400 (nel 2006) unità (di queste 85.000 fanno parte delle forze operative, mentre 27.000 sono assegnate alle unità di riserva e sostegno). La Marina Militare è la seconda forza armata dello Stato. Essa nacque nel 1946 dalla Regia Marina, in seguito alla proclamazione della Repubblica Italiana. A lei sono affidati il controllo e la condotta delle operazioni navali nelle acque territoriali ed internazionali. Ad essa è devoluto, inoltre, il compito di pattugliamento delle coste tramite il Corpo delle Capitanerie di Porto/Guardia Costiera. L'Aeronautica Militare è la terza forza armata dello Stato. Ad essa sono devolute le operazioni aeree. In passato si è anche occupata del controllo del traffico aereo nello spazio aereo nazionale. L'Arma dei Carabinieri è la quarta forza armata dello Stato. Per via della sua doppia natura di forza armata e di forza di polizia, le sono affidati sia funzioni militari, quali il concorso alla difesa della Patria, l'esercizio delle funzioni di Polizia Militare, la protezione delle Rappresentanze Diplomatiche italiane e la partecipazione alle operazioni militari all'estero, sia funzioni civili di Polizia Giudiziaria e di Pubblica Sicurezza. La Guardia di Finanza è una speciale forza di polizia ad ordinamento militare e fa parte integrante delle Forze Armate dello Stato. Dipende direttamente dal Ministro dell'Economia e delle Finanze e svolge compiti di polizia giudiziaria, polizia tributaria (in via esclusiva) e pubblica sicurezza soprattutto legati all'ambito economico e finanziario (negli anni recenti sono stati creati anche reparti specializzati nella tutela dell'Ordine pubblico). La Guardia di Finanza concorre altresì alla difesa dei confini e svolge funzioni di polizia militare e polizia giudiziaria militare. La Polizia di Stato è una forza di polizia civile ad ordinamento speciale che la rende un Corpo armato dello Stato o Corpo militarmente organizzato. Quest'ultima definizione non implica la militarità del Corpo, tuttavia la sua struttura si richiama a quella di un'istituzione di carattere militare ed il suo personale ha un inquadramento differente rispetto a qualsiasi ente civile o militare dello Stato. Dipende direttamente dal Dipartimento della Pubblica Sicurezza, che rappresenta l'apparato amministrativo centrale per mezzo del quale il Ministero dell'Interno (Autorità Nazionale di Pubblica Sicurezza) gestisce l'ordine pubblico e la sicurezza pubblica in Italia. Pertanto, la Polizia di Stato è la prima forza di polizia incaricata del mantenimento della sicurezza e dell'ordine pubblico. Il Corpo di Polizia Penitenziaria è una forza di polizia civile ad ordinamento speciale che la rende un Corpo armato dello Stato o Corpo militarmente organizzato. Svolge compiti di Polizia Giudiziaria e Pubblica Sicurezza legati al settore penitenziario ed alla gestione delle persone sottoposte a provvedimenti di restrizione o limitazione della libertà personale. È l'erede del Corpo delle Guardie Carcerarie, creato nel 1873, poi riformato nel Corpo degli Agenti di Custodia delle Carceri (1890), (forza di polizia ad
  • 34. ordinamento militare) la cui amministrazione passò nel 1922 dal Ministero dell'Interno al Ministero della Giustizia, per poi ritornarvi nel 1990. Il Corpo Forestale dello Stato è una forza di polizia civile ad ordinamento speciale che la rende un Corpo armato dello Stato o Corpo militarmente organizzato. Svolge compiti di tutela ambientale e paesaggistica; Svolge anche funzioni di Polizia Giudiziaria e di Pubblica Sicurezza. Alla direzione del Corpo vi è l'Ispettorato generale con sede a Roma. I Corpi ed i Servizi di Polizia Locale/Provinciale e Polizia Municipale non rientrano tra le forze di polizia dello Stato. Svolgono compiti di controllo tramite pattugliamento del territorio e repressione dei reati tipicamente nelle aree urbane sotto controllo regionale. A seconda della tipologia possono dipendere dalla Regione, dalla Provincia o dal Comune. Tutti i suoi appartenenti sono Agenti e Ufficiali di Polizia Giudiziaria e Agenti di Pubblica Sicurezza. Simboli dello stato Per approfondire, vedi la voce Simboli patrii italiani. Tricolore italiano Per approfondire, vedi la voce Bandiera italiana. Il Tricolore sventola su Piazza Venezia, Roma. Il primo tricolore italiano nasce il 7 gennaio 1797 a Reggio nell'Emilia come bandiera della Repubblica Cispadana proposto da Giuseppe Compagnoni. Come altre bandiere, anche l'italiana si ispira alla bandiera francese introdotta con la rivoluzione del 1789. Quando le armate napoleoniche attraversarono l'Italia, nel 1796, sia le varie neonate repubbliche giacobine, sia i reparti militari che affiancavano l'esercito di Napoleone adottarono bandiere simili. La scelta dei colori si deve probabilmente ai vessilli della Legione Lombarda nei quali il bianco e il rosso del comune di Milano si affiancavano al verde delle divise della Guardia civica milanese. Gli stessi colori, vennero adottati anche dalla Legione Italiana, composta da soldati provenienti dall'Emilia e dalla Romagna. A Reggio nell'Emilia, che si fregia del titolo di città del tricolore, è esposto il primo vessillo tricolore, risalente al 1797. Dopo il Congresso di Vienna, e la Restaurazione il tricolore rimase come simbolo di libertà e venne utilizzato nei moti rivoluzionari del 1831 e del 1848. Fu proprio in
  • 35. quest'anno, con l'annuncio della Prima guerra di indipendenza che Carlo Alberto di Savoia adotta per le sue truppe un vessillo composto dalla bandiera italiana, recante al centro lo stemma dei Savoia bordato di azzurro. Questa bandiera diverrà, a partire dal 14 marzo 1861 la bandiera del Regno d'Italia, anche se la legge che definisce la forma esatta della bandiera arriverà solo nel 1923. Con la fine della seconda guerra mondiale e la proclamazione della Repubblica, la bandiera italiana perde lo stemma del Savoia e assume la foggia odierna. L'importanza di questo passaggio è testimoniata dall'inserimento nella Costituzione di un articolo - il 12 - compreso tra i principi fondamentali ad esso dedicato: "La bandiera della Repubblica è il tricolore italiano: verde, bianco e rosso, a tre bande verticali di eguali dimensioni". Emblema della Repubblica Per approfondire, vedi la voce Emblema della Repubblica Italiana. L'emblema ufficiale della Repubblica Italiana è quello approvato dall'Assemblea costituente nella seduta del 31 gennaio 1948 e promulgato dal presidente della Repubblica Enrico De Nicola il successivo 5 maggio. Il bozzetto iniziale fu realizzato dall'artista Paolo Paschetto, vincitore dei due concorsi pubblici indetti nel 1946 e nel 1947, cui parteciparono complessivamente circa 500 candidati con oltre 800 bozzetti. La sua definizione formale è riportata nello schema a lato. La stella bianca a cinque punte, facente, inoltre, riferimento a Dante, è stata la tradizionale rappresentazione simbolica dell'Italia sin dall'epoca risorgimentale; nell'emblema repubblicano essa è sovrapposta a una ruota dentata d'acciaio, simbolo del lavoro su cui si basa la Repubblica (articolo 1 della costituzione) e del progresso. L'insieme è racchiuso da un ramo di quercia, che simboleggia la forza e la dignità del popolo italiano, e da uno di ulivo, che rappresenta la volontà di pace della nazione. Pur identificato spesso come stemma della Repubblica Italiana, tecnicamente non si tratta di uno stemma in quanto è privo dello scudo, che ne costituisce una parte essenziale secondo la definizione araldica (al contrario di altre decorazioni come corone, elmo o rami che non sono essenziali). Per questo risulta più corretto riferirvisi con il termine di "emblema della Repubblica Italiana". Inno nazionale
  • 36. Per approfondire, vedi la voce Inno di Mameli. L'Inno di Mameli, conosciuto anche come "Fratelli d'Italia", dai primi versi - o più precisamente, Il Canto degli Italiani - è dal 12 ottobre 1946 l'inno nazionale italiano, in modo provvisorio. Il 17 novembre 2005 il Senato aveva approvato in prima lettura un progetto di legge volto a renderlo definitivo, ma alla Camera il provvedimento non fu più votato e l'Inno di Mameli rimane tuttora come inno italiano provvisorio. Il testo fu scritto nell'autunno 1847 da Goffredo Mameli; la musica è di poco successiva e fu composta da Michele Novaro. Dopo la proclamazione della Repubblica ha sostituito La canzone del Piave adottata dal governo provvisorio italiano dopo l'8 settembre. Durante il Regno d'Italia era in vigore la Marcia Reale, che dopo l'Unità d'Italia aveva sostituito l'inno del Regno di Sardegna: S'hymnu sardu nationale. Nel corso degli anni Novanta è stata talvolta ventilata l'ipotesi di sostituire Il canto degli Italiani con il Va, pensiero (celebre aria dall'opera lirica Nabucco) di Giuseppe Verdi come inno rappresentativo della nazione italiana. Stendardo presidenziale Per approfondire, vedi la voce Stendardo presidenziale italiano. IV Stendardo presidenziale (9 ottobre 2000 - oggi). Stendardo della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Il nuovo stendardo, introdotto il 9 ottobre 2000 dal Presidente Ciampi, richiama i colori della bandiera nazionale, con riferimento particolare alla bandiera della storica Repubblica Italiana del 1802-1805; la forma quadrata e la bordatura azzurra simboleggiano le Forze Armate, comandate dal Presidente. Stendardo del Presidente del Consiglio dei Ministri
  • 37. Dal 2008, dal Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, viene adottato anche lo stendardo personale del Presidente del Consiglio, che è tutto blu con due ordini di strisce dorate, i bordi dello stesso colore e al centro il tradizionale simbolo della Repubblica, la stella su ruota dentata con rami di quercia e d'ulivo. Bandiere navali Per approfondire, vedi la voce Bandiera italiana#Le bandiere navali. Nel 1947 oltre alla bandiera nazionale vennero definite anche la bandiera usata dalla marina mercantile, che reca sulla banda bianca uno stemma nei cui quadranti compaiono gli stemmi delle quattro repubbliche marinare (Venezia, Genova, Pisa e Amalfi); e quella della Marina Militare, nella quale lo stemma è sovrastato da una corona navale, cioè una corona turrita e rostrata. Un'altra differenza è che nella bandiera della Marina Militare il leone di san Marco (simbolo di Venezia) ha il libro chiuso, la coda alzata e regge una spada (come nella bandiera di guerra della Repubblica di Venezia). Bandiera della Bandiera della Marina Militare. Marina Mercantile. Bandiera di Bandiera di bompresso bompresso (recto). (verso, il leone di San Marco è di spalle). Popolazione Per approfondire, vedi la voce Demografia d'Italia. Con 60.054.511 di abitanti (al 31.12.2008), l'Italia è il quarto paese dell'Unione europea per popolazione (dopo Germania, Regno Unito e Francia). Il paese ha inoltre la quinta più alta densità demografica in Europa, 198,8 persone per chilometro quadrato. Secondo l'ultimo censimento le femmine costituivano nell'ottobre del 2001 il 51,58% della popolazione (+1.808.040). Tale differenza per vari fattori si è gradualmente ridotta col passare degli anni, e a luglio 2008 le femmine rappresentavano il 51,44% (+1.729.042). La popolazione italiana è concentrata principalmente nelle zone costiere e pianeggianti della penisola, dove sono poste le città più popolose (fra le prime 40 città italiane per numero di abitanti solo Perugia è posta ad un'altitudine superiore ai 250 metri sul livello del mare).[15]
  • 38. Principali aree metropolitane[senza fonte] Le aree metropolitane italiane sebbene non coincidano propriamente con la provincia del capoluogo, sono legate, per quanto riguarda gli agglomerati urbani e la morfologia, anche ad alcuni comuni di altre provincie, ciò accade nelle metropoli di Milano e Napoli mentre non accade ad esempio nell'area metropolitana di Roma, in cui l'area metropolitana è inferiore all'area provinciale. La tabella seguente mostra le principali aree metropolitane italiane. Popolazione Superficie Densità No. Area metropolitana Comuni (abitanti) (in km²) (in ab/km²) 1 Milano 4.861.502 2.945 1.651 248 2 Napoli 4.434.136 2.300 1.928 173 3 Roma 3.715.982 3.089 1.203 40 4 Torino 1.704.102 1.127 1.512 53 5 Palermo 1.036.954 1.391 745 27 6 Firenze 978.607 1.006 973 18 7 Catania 753.097 939 802 27 8 Genova 736.865 1.119 659 40 9 Bari 586.686 661 888 16 10 Bologna 555.624 579 960 11 Natalità e speranza di vita Istituto Geografico Militare a Firenze, è l'ente Cartografico dello Stato italiano
  • 39. Il tasso di natalità (dati ISTAT) in Italia è stato nel 2006 del 9,5 per mille (ottenuto dal rapporto tra il numero dei nati dell'anno e la media tra la popolazione rilevata all'inizio e alla fine del periodo considerato moltiplicato per 1.000). A livello regionale l'indice più elevato si rileva in Campania (10,8 per mille) seguita a breve distanza dal Trentino-Alto Adige (10,7). Al terzo posto si collocano appaiate Lombardia, Valle d'Aosta e Sicilia (10 per mille) seguite da Veneto (9,9) e Lazio (9,8). I valori più bassi si registrano in Liguria (7,5 per mille), Molise (7,7) e Sardegna (8). Da notare che negli ultimi anni il tasso di natalità delle ripartizioni geografiche italiane (Nord-Ovest, Nord-Est, Centro, Sud, Isole) ha subito un livellamento che ha portato i rispettivi dati a convergere verso l'indice nazionale. Il numero medio di figli per donna, 1,35 nel 2006, colloca l'Italia tra i paesi a tasso di fecondità più basso al mondo. Tuttavia la popolazione presente sul territorio nazionale cresce di diverse centinaia di migliaia di unità all'anno (ben oltre 2 milioni di unità complessive nel quinquennio 2002-2007) a causa del saldo migratorio (+494.871 unità nel solo 2007). La speranza di vita alla nascita in Italia era nel 2008 di 78,8 anni per gli uomini e di 84,1 per le donne[16]. Il decano d'Italia (ma anche d'Europa) attualmente è Lucia Lauria (4 marzo 1896), vedova Vigna, di 113 anni e 47 giorni (20 aprile 2009), vivente a Pietrapertosa, in Basilicata. Il primato italiano però è stato conquistato finora da Virginia Dighero (Lavagna, 24 dicembre 1891 – Lavagna, 28 dicembre 2005), vedova Zolezzi, la quale si spense alla veneranda età di 114 anni e 4 giorni. Tra gli uomini il primato spetta invece a Antonio Todde (Tiana, 22 gennaio 1889 – Tiana, 3 gennaio 2002), morto all'età di 112 anni e 346 giorni. Cittadini italiani Per approfondire, vedi la voce Cittadinanza italiana. Degli oltre 60 milioni di residenti il 94,24% possiede la cittadinanza italiana. La legge 15 febbraio 1992, n.91, art. 1 co. 1, stabilisce che è cittadino per nascita a) il figlio di padre o di madre cittadini (de iure sanguinis); b) chi è nato nel territorio della Repubblica se ambo i genitori sono ignoti o apolidi, o se il figlio non segue la cittadinanza dei genitori, secondo la legge statale di questi (de iure soli). Per il comma 2º, è cittadino per nascita il figlio di ignoti trovato in Italia, se non si prova il possesso di un'altra cittadinanza. Acquisiscono inoltre automaticamente la cittadinanza italiana i cittadini vaticani al cessare dei diritti di dimora nella piccola enclave di Roma. La cittadinanza italiana è concessa, senza limite di generazioni, ai discendenti degli italiani emigrati anche se non sono ammessi salti generazionali. La quantità di potenziali cittadini italiani, secondo questo criterio, raddoppia l'attuale popolazione
  • 40. della penisola italiana. È nelle Americhe che si è radicata la maggior parte degli emigrati nella seconda metà del XIX secolo e del XX secolo. La Cittadinanza Italiana è concessa a chi sposa un cittadino Italiano dopo sei mesi dalla celebrazione del matrimonio. Cittadini stranieri Il numero di immigrati o di residenti stranieri in Italia è aumentato considerevolmente a partire dagli anni 1990 e, secondo i dati ISTAT, al 1º gennaio 2008 constava di 3.432.651 unità[17] (esclusi i naturalizzati con doppia cittadinanza che l'ISTAT conteggia solo tra i cittadini italiani), pari al 5,75% del totale della popolazione residente, distribuita in base alla cittadinanza in questo modo: Centro direzionale di Napoli di notte. Grattacielo Pirelli, Milano. Pos. Cittadinanza Popolazione % del totale* 1 Italia 56.220.251 94,25% 2 Romania 625.278 1,05% 3 Albania 401.949 0,67% 4 Marocco 365.908 0,61% 5 Cina 156.519 0,26% 6 Ucraina 132.718 0,22% 7 Filippine 105.675 0,18% 8 Tunisia 93.601 0,16% 9 Polonia 90.218 0,15% 10 Macedonia 78.090 0,13% 11 India 77.432 0,13%
  • 41. 12 Ecuador 73.235 0,12% 13 Perù 70.755 0,12% 14 Egitto 69.572 0,12% 15 Moldavia 68.591 0,11% Resto del Mondo 1.100.542 1,84% Fonte: La popolazione straniera residente in Italia al 1º gennaio 2008, ISTAT, Roma. I dati delle statistiche ufficiali basate sulla residenza, come è ovvio, non comprendono i numerosi stranieri che dimorano illegalmente sul territorio nazionale. La Fondazione Ismu-Iniziative e studi sulla multietnicità con una sua ricerca del 1° gennaio 2008 stima la presenza di un 17,9% in più di immigrati irregolari presenti sul territorio italiano (circa 650.000, che porterebbe il totale sopra i 4 milioni). Il rapporto di stranieri totali rispetto alla popolazione residente salirebbe quindi al 6,10%. Il numero di Italiani residenti all'estero ancora in possesso della cittadinanza italiana è invece stimato in circa 4.000.000[18]. Un discorso a sé merita la sempre crescente[senza fonte] comunità zingara sul territorio italiano, ripartita tra rom (più diffusa al Centro-Sud e con maggiore propensione alla sedentarizzazione) e in minor misura sinti (soprattutto al Nord, ma con forte tendenza al nomadismo). Stime approssimative parlano di 120.000, di cui 70.000 già con la cittadinanza[19] (ma destinata a crescere enormemente dopo l'entrata nell'Unione Europea di Romania e Bulgaria, e anche a causa del considerevole tasso di natalità), delle quali però circa la metà sono cittadini italiani[senza fonte]). I comuni italiani con più cittadini stranieri residenti sono nell'ordine [20]: Roma (218.426 unità), Milano (175.997), Torino (102.921), Firenze (37.634), Genova (37.160), Bologna (33.602), Verona (30.970), Brescia (29.139), Prato (23.658), Padova (22.000), Napoli (21.484), Reggio Emilia (21.394), Modena (20.070) e Venezia (19.933). Religioni Per approfondire, vedi la voce Religioni in Italia. Il Duomo di Pisa con la Torre.
  • 42. La Normanna Cattedrale di Palermo La Basilica di Santa Croce a Lecce. La cattedrale di Cagliari. Cattedrale di Santa Maria Assunta, Melfi Il 97,67 % degli italiani è battezzato secondo il rito della Chiesa cattolica[21] (vedi anche Chiesa cattolica italiana) Cattolicesimo Secondo un'indagine dell'Eurispes effettuata nel 2006 e ripresa dal Corriere della Sera, è l'87,8% della popolazione a dichiararsi cattolico anche da adulto e il 36,8% praticante. Secondo la stessa ricerca si recherebbe a messa tutte le domeniche il 30,8% degli intervistati tra i 18 e i 24 anni, a fronte del 22,4% e del 28,5% dei soggetti intervistati appartenenti rispettivamente alle fascia d'età 25-34 e 35-44 anni. La discrepanza tra chi
  • 43. si dichiara cattolico e chi è di stretta osservanza, anche se minore rispetto agli altri paesi dell'Europa occidentale, è sensibile, come testimoniato anche dalle opinioni relative ad aborto, fecondazione assistita e unioni civili.[22] Come in molti altri Paesi occidentali, il processo di secolarizzazione è crescente, soprattutto tra i giovani, anche se non manca la presenza di movimenti a prevalente composizione giovanile cattolici quali Azione Cattolica, la Gioventù Francescana, l'AGESCI, Comunione e Liberazione, il Cammino Neocatecumenale e il Movimento Giovanile Salesiano. Il Duomo di Milano. Il Duomo Di Napoli. Altre confessioni cristiane I cristiani, cattolici, protestanti, ortodossi e altri (Testimoni di Geova, Mormoni, etc.), in Italia rappresentano la religione di maggioranza. Fra le altre confessioni cristiane, in ambito protestante, è da segnalare il Valdismo, nato in Italia stessa. Sorto come movimento ereticale medievale, dopo la riforma protestante ha assorbito la teologia calvinista ed è di fatto diventata l'espressione italiana delle Chiese riformate. Le comunità protestanti storiche (valdese, metodista, luterana e battista) sono riunite nella Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia, assieme ad altre denominazioni pentecostali minori. La componente più numerosa all'interno del protestantesimo italiano è rappresentato dall'evangelicalismo che raggruppa tra il 70 e 80% dei protestanti italiani. Tra i nuovi movimenti religiosi cristiani si possono trovare il mormonismo, giunto in Italia nel 1850, e i testimoni di Geova, che iniziarono a stampare la Torre di Guardia nelle valli piemontesi già dal 1903. Questi ultimi in particolare, sono il gruppo religioso con il maggior numero di aderenti dopo il Cattolicesimo, l'Islam (quest'ultimo praticato da circa 850.000 persone, in rapida crescita grazie all'immigrazione), il Protestantesimo (circa 700.000 membri divisi in una moltitudine di chiese e confessioni) e la Chiesa Ortodossa (almeno 700.000 fedeli). Forte seguito hanno poi le chiese di stampo pentecostale, fra le quali vanno menzionate le Assemblee di Dio in Italia, che, forti dei loro 400.000 fedeli, costituiscono la più grande organizzazione protestante.
  • 44. Altre religioni La religione monoteista più antica presente in Italia è l'Ebraismo, di cui a Roma è segnalata una presenza ininterrotta fin dai tempi precedenti la comparsa del Cristianesimo. La comunità ebraica in Italia si aggira intorno alle 30.000 unità; prima delle persecuzioni nazi-fasciste, erano oltre 50.000[23]. Grazie all'immigrazione l'Islam, praticato da circa 850.000 persone, è una religione in rapida crescita. Nel corso del XIX e XX secolo si sono diffusi in Italia altri movimenti religiosi, in particolare Buddhismo, Induismo e Sikhismo. I buddhisti sono circa 160.000 di cui 50.000 membri dell'Istituto Buddhista Italiano Soka Gakkai, gli induisti sono 75.000, mentre i sikh si aggirano intorno alle 70.000 unità. [senza fonte]L'Unione Buddhista Italiana, l'Istituto Buddhista Italiano Soka Gakkai e l'Unione Induista Italiana, sono ufficialmente riconosciute dallo Stato. Resta un fenomeno relativamente nascosto e poco diffuso quello del Neopaganesimo. Il Paganesimo moderno è presente in particolare nelle sue forme wiccana, romana, odinista e druidica. Tra i gruppi che seguono la Via romana agli Dei è il Movimento Tradizionale Romano, tra i gruppi odinisti la Comunità Odinista. Non mancano, infine, associazioni ateiste e agnostiche, quali la UAAR, No God e Atheia, le quali riuniscono una parte dei non religiosi. Santi patroni La Chiesa Cattolica ha dichiarato santi patroni dell'Italia: • San Francesco d'Assisi, proclamato patrono d'Italia da papa Pio XII nel 1939. Santo e fondatore dell'ordine mendicante che da lui poi prese il nome, è venerato come santo dalla Chiesa cattolica. • Santa Caterina da Siena, proclamata patrona d'Italia da papa Pio XII nel 1939 e Compatrona d'Europa da Papa Giovanni Paolo II nel 1999. Santa e dottore della Chiesa è stata una religiosa e mistica domenicana. Lingue Per approfondire, vedi la voce Lingue parlate in Italia. Lingua italiana
  • 45. Statua di Dante, Galleria degli Uffizi a Firenze Rappresentazione intuitiva dei dialetti o lingue d'Italia. Raggruppamenti delle lingue e dei dialetti d'Italia[24][25][26][27] L'italiano (ascolta [?]) è una lingua appartenente al gruppo delle lingue romanze orientali della famiglia delle lingue indoeuropee. In Italia esiste un gran numero di lingue, evoluzioni autonome della varietà di latino parlata in questa o quella regione, e dialetti. Le diverse lingue non sono varianti locali dell'italiano, ossia, per usare
  • 46. un'immagine facilmente intuibile, non stiamo parlando di "figli" dell'italiano ma di suoi "fratelli". La moltitudine di lingue e dialetti costituisce un grandissimo, anche se spesso misconosciuto e denigrato, patrimonio culturale. L'italiano moderno è, come tutte le lingue nazionali, un dialetto che è riuscito a far carriera; ad imporsi, cioè, come lingua ufficiale di una regione molto più vasta di quella originaria. In questo caso fu il dialetto fiorentino, parlato a Firenze, a prevalere, non tanto per ragioni politiche - come spesso capitava - ma per il prestigio culturale di cui era portatore. Il toscano, ed il fiorentino illustre in particolare (in quanto arricchito di prestiti dalla Lingua siciliana, con la sua illustrissima scuola poetica siciliana, da cui il fiorentino è debitore di molti prestiti, dal francese e dal latino); il fiorentino era in effetti la lingua nella quale scrissero Dante Alighieri, Francesco Petrarca e Giovanni Boccaccio, considerati tre fra i massimi scrittori italiani. Naturalmente, era anche la lingua colta della città di Firenze, stimata per la sua prosperità culturale lungo i secoli e per la sua splendida architettura. Un altro pioniere della lingua italiana fu anche Alessandro Manzoni. Altre lingue Gruppo Popolazione Lingua originaria Regione Veneto (69,9%), Venezia [28] [29] Veneto 3.316.819 Veneto Giulia, Provincia autonoma di Trento Sardo 1.269.000 Sardo Sardegna (77,48%) Friulano 750.000 Friulano Friuli-Venezia Giulia (56,32%) Genovese, Liguria, Sardegna a Carloforte Ligure 700.000 incoerentemente (CI) (87%), a Calasetta (CI) generalizzato in ligure (68%), Oltregiogo piemontese Tirolese 290.000 Tedesco Alto Adige a Bolzano (65.43%) Piemonte nelle valli di Cuneo (4,76%) e Torino, Liguria a Occitano 178.000 Occitano Imperia, Calabria a Guardia Piemontese Sassarese 120.000 Sassarese Provincia di Sassari (36%) Provincia di Olbia-Tempio Corso gallurese 100.000 Gallurese (64%), Provincia di Sassari (1,8%) Arberesh 98.000 Albanese Italia del sud, Sicilia, Calabria,
  • 47. Puglia, Molise, Campania, Basilicata e in piccola parte in Abruzzo Piemonte a Torino (0,89%), Valle d'Aosta ad Aosta (60%), Francoprovenzale 90.000 Francoprovenzale Puglia a Foggia (0,23%), Lingua comunale di Guardia Piemontese, Calabria Trentino-Alto Adige a Bolzano Ladino 55.000 Ladino (4,19%), a Trento (1,69%), Veneto a Belluno (10%) Friuli-Venezia Giulia a Trieste Sloveno 50.000 Sloveno (9,6%), a Gorizia (8%), a Udine (3%) Catalano 26.000 Algherese Sardegna ad Alghero (60%) Francese 20.000 Francese Valle d'Aosta (17,33%) Calabria a Reggio Calabria Greco 20.000 Greco d'Italia (0,88%) e Puglia nella Grecìa (Grico/Griko) Salentina (1,88%) Tedesco Trentino (Trento) e l'Altopiano Bavarese 3.100 (cimbro/mocheno) dei Sette Comuni[senza fonte] Croato 2.600 Croato Molise (0,79%) Friuli-Venezia Giulia a Udine Carinziano 2.000 Tedesco (0,38%) Friuli-Venezia Giulia, Veneto a Carnico 1.400 Friulano Belluno (0,66%) Tirolese 700 Tedesco Veneto, Val Pusteria (pusterese) Romaniska 100 Romaniska Sardegna a Isili (CA) Fonte: Ministero degli Interni del Governo Italiano/rielaborazione da Il Corriere della Sera. Inoltre, la lingua istrorumena viene parlata da circa 300 esuli dall"Istria a Trieste e fu considerata isola linguistica nel Regno d'Italia. Lo storico Ireneo della Croce afferma
  • 48. che la lingua istrorumena era parlata nell'ottocento nel Carso triestino, principalmente ad Opicina e Servola (allora chiamata Selvola). Ad esse va aggiunta una moltitudine di lingue di più o meno recente importazione (e come tali non da tutelare come storiche), in primis le varietà afferenti all'arabo, all'albanese di Albania, al romeno, al cinese e all'ucraino. Va anche aggiunta la Lingua dei Segni Italiana (LIS) (vedi Lingua dei segni), la lingua visiva dei cittadini sordi, i cui utilizzatori sono stimati tra le 80 e le 120.000 persone nelle diverse città italiane. L'Italia non riconosce la lingua dei segni come lingua nazionale dei sordi, né come lingua minoritaria: solamente la regione di Valle d'Aosta ha approvato all'unanimità il riconoscimento della Lingua dei Segni nel 2006. Diverse parlate regionali sono state censite dall'UNESCO come lingue minoritarie e vengono considerate dalla comunità linguistica come lingue distinte dall'italiano (e non come dialetti di quest'ultimo) ma tuttavia non godono di alcun riconoscimento o tutela da parte dello Stato Italiano. Queste sono l'Emiliano-Romagnolo, il Ligure, il Lombardo, il Napoletano, il Piemontese e il Siciliano. Le richieste di riconoscimenti formali di queste parlate (spesso chiamate anche dialetti italiani) come "lingue a pieno titolo" sono in genere viste come un tentativo di mantenere in vita questi idiomi, un tempo assai vitali ma oggi seriamente minacciati, a partire dall'unità d'Italia, soprattutto per via dell'istruzione scolastica e dei mezzi d'informazione di massa, che hanno portato ad un graduale processo d'italianizzazione. In ciò ha talvolta inciso anche una relativa carenza di una letteratura propria, giacché molte di queste regioni dipesero fortemente, nei secoli, per la lingua scritta, dal latino e dall'italiano di Dante. La carenza di letteratura non è comunque un fattore primario: la lingua napoletana, ad esempio, nonostante una consolidata letteratura in ambito teatrale, poetico e musicale ed il grande contributo apportato alla cultura italiana ed alla sua diffusione nel mondo, non è riconosciuta e tutelata come lingua minoritaria. Si veda anche la cosiddetta koiné Lombardo-Veneta, che tra il XII ed il XIV secolo ebbe un ricco uso in ambito letterario in tutto il nord Italia e che nonostante ciò non ha mai goduto di riconoscimento ufficiale. Allo stesso modo, la lingua ligure (erede della lingua genovese, utilizzata come lingua franca del Mediterraneo per tutto il Medioevo e oltre), pur possedendo una vastissima letteratura (un'intera raccolta di poesie, a cura dell'Anonimo Genovese, si colloca già nel XII-XIII sec.), non gode di riconoscimenti ufficiali (se si esclude la variante tabarchina parlata dalla maggior parte della popolazione delle cittadelle di Carloforte e Calasetta in Sardegna). Ugualmente, il veneto venne usato dai funzionari della Serenissima per la stesura di documenti ufficiali (ora custoditi presso l'Archivio di Stato), ma nonostante ciò anch'esso gode solamente di riconoscimenti a livello regionale. Situazione giuridica Per approfondire, vedi le voci Lingue italiane nella legislazione, Bilinguismo amministrativo in Italia, Diffusione dello sloveno in Italia e Lingue della provincia autonoma di Bolzano.
  • 49. L'italiano è la lingua ufficiale dello Stato. A livello locale sono riconosciute come co-ufficiali, parificate all'italiano, le seguenti lingue: • Francese: in Valle d'Aosta (anche se in quella regione non si parla francese, ma francoprovenzale) • Ladino: nei comuni ladinofoni del Trentino-Alto Adige • Sloveno: nella Venezia Giulia (province di Trieste e Gorizia) • Tedesco: in provincia di Bolzano In queste regioni gli uffici pubblici sono bilingui (eventualmente trilingui nei comuni ladini), i documenti ufficiali possono essere redatti in italiano o nella lingua straniera. La segnaletica stradale è anch'essa plurilingue, mentre i comuni in Valle d'Aosta recano il solo toponimo francese (ad eccezione di Aosta). Anche a livello scolastico tali minoranze linguistiche conoscono un particolare trattamento di favore: in provincia di Bolzano esistono scuole in lingua tedesca e ladina, in provincia di Trieste e in quella di Gorizia scuole slovene. La prima prova dell'esame di stato (maturità) viene svolta nella lingua materna e non in italiano.[30] Il servizio pubblico radiotelevisivo offre programmi in lingua madre, in Alto Adige esiste pure un canale pubblico, RAI-Sender Bozen, interamente in tedesco. Altre lingue vengono riconosciute e tutelate • dalla legislazione statale: oltre alle quattro lingue suddette vengono riconosciuti il friulano, l'occitano, il francoprovenzale, l'albanese, il greco, il sardo, il catalano e anche il croato; la legge 482/1999 in materia di minoranze linguistiche è rimasta però ampiamente inattuata; • dalle leggi regionali: i consigli regionali del Piemonte, del Friuli-Venezia Giulia, della Sardegna e del Veneto hanno approvato delle leggi a tutela delle lingue regionali. Nei fatti si tratta di una tutela piuttosto debole. Soprattutto in Sardegna e Friuli si è comunque diffusa la segnaletica bilingue. Economia Questa voce o sezione di economia non riporta fonti o riferimenti. Commento: Sezione priva di diverse fonti
  • 50. Puoi migliorare questa voce aggiungendo citazioni da fonti attendibili, secondo le linee guida sull'uso delle fonti. Per approfondire, vedi le voci Economia italiana e Made in Italy. Membro del G8 - organizzazione che raggruppa i sette paesi maggiormente industrializzati del mondo più la Russia - l'Italia rappresenta la sesta potenza economica del pianeta per PIL nominale, dietro Stati Uniti, Giappone, Germania, Cina e Francia[31], ponendosi nel contempo al quinto posto per valore delle esportazioni e al settimo per quello delle importazioni effettuate nell'anno 2007 (fonti: Banca mondiale[32], Fondo Monetario Internazionale[33], CIA World Factbook[34]). L'economia italiana è ormai fortemente orientata verso il settore dei servizi (terziario e quaternario), che nel 2006 hanno rappresentano quasi i 2/3 del PIL prodotto. Il tessuto produttivo dell'economia è formato in prevalenza di medie e piccole imprese: quelle di maggiori dimensioni sono gestite in gran parte dalle famiglie fondatrici e, in taluni casi, da gruppi stranieri. Il modello di public company - impresa a capitale diffuso gestita dal management piuttosto che dalla proprietà - è poco diffuso. Vedi comunque Lista delle imprese italiane A causa della mancanza di importanti giacimenti, la maggior parte delle materie prime e il 75% dell'energia devono essere importati. Nella prima metà del '900 sono stati comunque scoperti alcuni giacimenti petroliferi, in particolare nella Val d'Agri, in Basilicata, il cui reale sfruttamento, tuttavia, è cominciato solamente a partire dagli anni ottanta. Oggi i giacimenti lucani forniscono oltre il 10% del fabbisogno nazionale. Durante lo scorso decennio, l'Italia ha perseguito una rigida politica fiscale per far fronte alle richieste dell'Unione Economica e Monetaria dell'Unione europea e ha tratto beneficio dai tassi più bassi di inflazione e di interesse. Tuttavia, problemi come l'evasione fiscale, il debito pubblico e, nel meridione, la malavita organizzata continuano ad ostacolare un sano e più robusto sviluppo dell'economia nazionale. Il Paese ha aderito all'euro nel 1999, sostituendo la lira a partire dal 2002 (1 euro = 1936,27 lire). Struttura economica Di seguito la tabella che riporta il PIL[35], prodotto in Italia ai prezzi correnti di mercato nel 2006, espresso in milioni di euro, suddiviso tra le principali macro-attività economiche: PIL Macro-attività economica prodotto Agricoltura, silvicoltura, € 27.193,33 pesca