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28 parte 01. principi fondamentali
CARICO BIOMECCANICO E TRAUMI DA SPORT
Un carico biomeccanico è di solito troppo ele-
vato quando la struttura coinvolta non riesce ad
assorbirlo, producendo così una lesione acuta.
Anche un carico eccessivo protratto nel tempo
genera una lesione da iperuso.
Un esempio di carico biomeccanico eccessivo
è il tipico meccanismo lesivo di una distorsione
laterale della caviglia in un calciatore, quando
il giocatore coinvolto sta correndo con la palla.
Al momento della lesione tutto il peso del corpo
si trova su una sola gamba ed egli subisce un
contrasto diretto, lateralmente da un avversario,
sulla faccia mediale della caviglia o della parte
inferiore della gamba.
Non è possibile alcuno scivolamento tra la scar-
pa e la superficie poiché i tacchetti fissano la
scarpa al terreno e tutto il peso corporeo è sulla
gamba coinvolta, con un conseguente movi-
mento di supinazione o inversione del piede su
cui il giocatore è indotto a porre il peso. Tutto
questo spesso determina una lesione sul versan-
te laterale della caviglia, comunemente una di-
storsione, o anche la rottura di un legamento (2).
Un altro esempio di eccessivo carico biomec-
canico è il meccanismo lesivo ben conosciuto
di distrazione degli ischiocrurali, durante lo sci
d’acqua che si verifica solitamente quando le
punte degli sci vanno sotto la superficie dell’ac-
qua durante un’azione di stacco sommersa o se
gli sci si conficcano in un’onda durante l’azione
di rimorchio.
Ciò causa un’improvvisa decelerazione degli sci,
le ginocchia dello sciatore si estendono e il tronco
è spinto in avanti dalla fune del traino. Ciò com-
porta una flessione forzata dell’anca, seguita da
un carico eccessivo sui muscoli ischio-crurali, con
una successiva distorsione o anche rottura (3).
La ridotta tolleranza a un carico biomeccanico
può essere causata da molti fattori, come ad
esempio una condizione di allenamento degli
atleti che non risponde alle richieste del loro
particolare tipo di sport. È per questo che, ol-
tre ai metodi di allenamento, sono importanti il
carico, l’intensità e la progressione dell’allena-
mento stesso, tutti elementi che devono esse-
re specifici per lo sport praticato. Negli sport
giovanili, la qualità dell’allenamento è partico-
larmente importante quando si inducono tutti
assieme diversi effetti dell’allenamento, su for-
za, flessibilità, potenza e resistenza muscolare,
con modalità specifiche per lo sport praticato.
Un’altra situazione traumatica ben conosciuta è
quella che vede gli atleti iniziare un allenamento
o una competizione, troppo presto ad elevata
intensità, dopo una precedente lesione, e con la
struttura infortunata non ancora in grado di tol-
lerare il carico biomeccanico richiesto: ne conse-
gue spesso una recidiva della lesione.
MECCANISMI LESIVI E FATTORI DI RISCHIO
Le lesioni acute sono comunemente una conse-
guenza di specifici meccanismi nocivi in associa-
zione con una certa quantità di fattori di rischio
diversi che interessano gli atleti. Nelle lesioni da
iperuso, che si evolvono lentamente senza un
chiaro esordio, tali meccanismi non sono sem-
pre evidenti come in quelle acute. L’effetto di
diversi fattori di rischio può essere variabile,
dipendendo da molte componenti quali il tipo
di sport, il livello di gioco, la prestazione fisica
e psicologica degli atleti, l’ambiente, le regole,
altri fattori dannosi poco prevedibili. Si sa bene
che i fattori di rischio spesso interagiscono uno
con l’altro, un fatto che può influire sulla loro
comparsa e sulla loro forza. L’aumento dell’età
è, ad esempio, fattore di rischio per le lesioni
in molti tipi di sport. I giocatori anziani hanno
alle spalle un’attività usurante di maggior rilievo
rispetto ai giovani e spesso hanno subito più di
una lesione.
Inoltre, molto probabilmente presentano delle
modificazioni degenerative correlate all’età e il
volume e l’intensità del loro allenamento può
anche risultare ridotto rispetto ai giocatori più
giovani, conducendo a una prestazione fisica di
minor livello e a un aumento delle probabilità di
affaticarsi nell’allenamento o nella competizio-
ne. Tutti questi fattori possono essere correlati
a una maggiore quantità di rischio dovuta a un
aumento dell’età.
49cap 03. colmare il divario tra la riabilitazione e la prestazione
COME MASSIMIZZARE LE PROGRESSIONI
DELLA PRESTAZIONE?
Questo è il punto in cui l’arte della riabilitazione, la
prestazione e come colmare il divario tra i due ele-
menti diventa chiaro. Le professionalità in campo
si basano sulla scienza, ma programmare e adatta-
re tutto l’insieme, per far ritornare un atleta all’at-
tività sportiva, assume carattere di vera e propria
arte della terapia e dell’allenamento.
FLUSSO E PROGRESSIONI
Il flusso non è mai assoluto e sia che si consideri
una singola seduta, o un periodo di allenamen-
to, un tipo di allenamento, ad esempio per la
stabilità, non si arresta per allenare un altro ele-
mento, come per allenare la potenza. Molti tipi
di movimenti, contrazioni e fasi possono coesi-
stere in un determinato giorno o in una determi-
nata fase dell’allenamento. In generale, il flusso
di una seduta o di un periodo di allenamento
può essere: esercizio correttivo, forza, potenza,
abilità motorie e abilità sportive. Si tenga però
presente che raramente ladivisione risulta così
netta. Nessuno avrà un’artrocinematica o sche-
mi di scarica muscolare perfetti prima di progre-
dire alla fase della forza o della potenza.
Nessuno avrà il potenziale per la massima po-
tenza prima di giocare. A che punto un movi-
mento inefficiente deve far preoccupare per un
aumento del rischio di infortunio? Questa è una
domanda difficile a cui sinora non è stata data in
realtà risposta. È un argomento che gli opera-
tori sanitari e i professionisti della performance
dibattono da anni e continueranno ancora per
anni a dibattere. Tenere presente alcuni semplici
princìpi consentirà al medico di far progredire
gli atleti in modo sicuro ed efficace con il mini-
mo rischio di battute di arresto.
Liberare e ripristinare la funzionalità articolare
Il ripristino della funzionalità articolare non deve
limitarsi solamente al livello della fonte del do-
lore, ma estendersi alle sue cause potenziali.
Per ottenere veramente schemi motori corretti,
deve essere ripristinata e mantenuta l’artrocine-
matica di un’articolazione.
Carico tissutale progressivo
Si ritiene spesso che, poiché il soggetto è un
atleta, egli/ella possa eseguire un esercizio di
livello superiore prima di un non atleta durante il
processo riabilitativo.
FIGURA 3-3.
Questo continuum può essere usato per descrivere diversi tipi di forza cui un atleta può fare ricorso durante
la competizione o l’allenamento.
Continuum contrattileStatialterati
Movimentiassistiti
MovimentiliberiForzareattiva
Movimentiacuiè
oppostaresistenzaForzaesplosivaForzainiziale
Forzamassimale
ForzaeccentricaForzalimite
forza ottimale
105cap 06. valutazione funzionale di schemi motori difettosi
GINOCCHIO
Il ginocchio tende a cedere medialmente in una
posizione di eccessivo valgismo (Figura 6.10).
Ciò è correlato all’insufficienza dei muscoli
abduttori dell’anca come il medio gluteo. Un
tipico difetto dello schema motorio che implica
il cedimento del compartimento mediale del
ginocchio durante l’atterraggio da un salto o
l’esecuzione di uno squat con una sola gamba.
Questo schema difettoso sembra correlarsi
con infortuni a carico del LCA, così come con
problemi rotuleo-femorali (60-64).
Le donne hanno dimostrato di utilizzare schemi
di attivazione muscolare diversi rispetto agli
uomini, ovvero una minore attività del muscolo
grande gluteo e una maggiore attività del
muscolo retto femorale, durante le manovre
di atterraggio (65). Se ne è concluso che, la
diminuzione dell’attività muscolare dell’anca
e l’aumento dell’attività del quadricipite,
probabilmente contribuiscono all’aumento della
predisposizione nelle atlete alle lesioni non da
contatto a carico del LCA. È stato osservato
che la dominanza del quadricipite, che implica
un’attivazione preferenziale di tale muscolo
rispetto ai muscoli posteriori della coscia (60) o
uno squilibrio di forza tra il quadricipite più forte
e i muscoli posteriori della coscia più deboli
(66), è da mettere in relazione con una lesione
a carico del LCA.
Per ogni schema motorio, esistono distinti
riscontri che forniscono inestimabili informazioni
cliniche che collegano muscoli contratti, muscoli
inibiti e disfunzione articolare (Tabella 6.6).
FIGURA 6-10
Cedimento del compartimento mediale del ginocchio.
TABELLA 6.6
6 Informazioni ottenute dalla valutazione degli schemi motori
di abduzione dell’anca di Janda
Qual è la relazione tra i muscoli agonista-antagonista-si-
nergico-stabilizzatore (squilibrio muscolare)?
Inibizione del medio gluteo, contrattura dell’adduttore,
sostituzione del QL e del TFL, insufficienza del core
Quali sono i tipici schemi motori difettosi? Adduttori corti > limitata abduzione dell’anca
Fasciaileo-tibialeristretta>flessionedell’ancacompensatoria
QL iperattivo > “hip hike” (sollevamento dell’emibacino
controlaterale) compensatoria
Quale articolazione tende alla rigidità? Anca, nell’abduzione dell’anca
Quale muscolo o quali muscoli tendono alla rigidità? Adduttore, TFL, QL
Quale muscolo tende all’inibizione? Medio gluteo, core
Dove si ripete la tensione? Anca, ginocchio, articolazione sacroiliaca
LEGENDA: QL, quadrato dei lombi; TFL, tensore della fascia lata.
124 parte 01. principi fondamentali
TABELLA 6.16
Settori della valutazione funzionale
Settori Componenti Esempi di test
Schemi motori fondamentali Stazione eretta, respirazione,
posizione monopodalica
Equilibriosuunasolagamba,respirazione,
angeloalmuro
Schemi motori funzionali Ritmo scapolo-omerale, squat,
affondo, spinta/trazione oriz-
zontale e verticale
Test di Vele, squat con braccia sopra la testa,
squat su una sola gamba, affondi con il piede
avanti su uno step, abduzione dell’anca, solle-
vamento attivo della gamba distesa, flessione
dell’anca da seduti, abduzione del braccio,
abbassamento del tronco dalla posizione di
push-up, flessione del collo, flessione di C0-C1
Capacità fisica Escursione articolare, forza,
resistenza, resistenza cardio-
vascolare
Escursionearticolare,resistenzaalplank
lateraleefrontale,resistenzadeiflessoridel
tronco,steptest,testaltapisroulant,testdel-
laRMdispinta/trazione/sollevamento/ecc.
Prestazione atletica Agilità, potenza, velocità Test dei 3 coni, test della corsa di 5-10-5, 60
iarde (54,86 metri), salto verticale, salto in
lungo, passaggio dal petto con palla zavorra-
ta, test di sprint ripetuti.
TABELLA 6.17
Esempi di test di screening aggiuntivi per il controllo motorio anormale
Piegamento in avanti di Vele; Test degli affondi; Y balance test; Abduzione dell’anca di Janda; Sollevamento attivo del-
la gamba distesa; Flessione dell’anca in posizione seduta; Estensione dell’anca di Janda; Resistenza nella posizione di
plank laterale (test di capacità); Resistenza nella posizione di plank frontale (test di capacità); Resistenza dei flessori
del tronco (test di capacità); Test di resistenza meccanica della stabilità; Test della pressione intra-addominale; Test
di sollevamento del braccio; Piegamenti sulle braccia (push-up); Abduzione del braccio; Flessione della testa/del collo;
Flessione di C0-C1; Apertura della bocca.
A B C
FIGURA 6-30
Affondo (A-C).
9 Capitolo
BASKET
“Muoversi senza la palla” è una delle chiavi
per avere successo nella pallacanestro. I
giocatori tendono a dedicare la maggior
parte del tempo a loro disposizione a
migliorare i fondamentali con la palla,
cioè al palleggio e al tiro. Una quantità di
tempo comparativamente più piccola è
destinata alle abilità motorie fondamentali
(Fundamental Movement Skills, FMS) utili
al gioco senza la palla, come l’esecuzione di
salti, scivolamenti, corse e passi incrociati.
Proprio come avviene per il fondamentale
del tiro, le FMS migliorano quando viene
attuato un programma di allenamento
specifico per il movimento, che può essere
composto da una serie di esercizi progettati
in modo specifico per migliorare ciascuna
abilità motoria. L’obiettivo del programma
deve essere quello di sviluppare le capacità
dei giocatori utili a sostenere schemi moto-
ri efficienti e che permettano di esprimere
la massima potenza limitando i rischi di in-
fortunio e permettendo la migliore presta-
zione. Lo scopo di questo capitolo è quello
di aiutare i professionisti della prevenzione,
riabilitazione e della prestazione a sviluppa-
re un programma di allenamento specifico
per il movimento che porti i giocatori al
massimo rendimento.
Koichi Sato e Yohei Shimokochi
10 Capitolo
Calcio
Il calcio è lo sport di squadra più
popolare al mondo, con oltre 256 milioni
di giocatori registrati; il numero dei
partecipanti cresce costantemente, in modo
particolare nel calcio femminile (1).
Giocare a calcio, tuttavia, implica un
notevole rischio di incorrere in infortuni
e studi condotti su giocatori e giocatrici,
a tutti i livelli, hanno riscontrato tassi di
casi di infortunio equivalenti in entrambi
i gruppi. Molte di queste lesioni avrebbero
potuto essere evitate.
Ståle Hauge
11 Capitolo
Ciclismo
Pamela E. Wilson
Le lesioni più comuni nei giovani ciclisti
dilettanti sono non traumatiche, associate
all’iperuso o all’utilizzo di una bicicletta
non adatta ed hanno un’incidenza che può
arrivare all’85%. I ciclisti professionisti
hanno invece maggiori probabilità di
andare incontro a lesioni traumatiche come
conseguenza di scontri e cadute associati
all’elevata velocità di corsa (1, 2).
14 Capitolo
Golf
Greg Rose
Nell’ultimo decennio lo sviluppo del
golf giovanile ha subito una notevole
trasformazione e gran parte dei
cambiamenti registrati è dovuta alle
innumerevoli ricerche e sperimentazioni
condotte nel campo dello sviluppo a lungo
termine dell’atleta (Long-Term Athlete
Development, LTAD). I concetti introdotti
sulla formazione giovanile golfistica
potrebbero essere molto utili anche nella
formazione giovanile di tutte le altre
specialità sportive.
18 Capitolo
PESISTICA
La pesistica, o sollevamento olimpico,
è per diversi motivi uno sport molto
particolare. La metodologia per selezionare
e sviluppare i giovani sollevatori olimpici
è diversa da quelle usata nella maggior
parte degli altri sport e discipline atletiche.
Altri capitoli di questo libro hanno
descritto il tipico metodo graduale per
la progressione delle competenze basato
sull’età e lo sviluppo; ma sviluppare il
pesista olimpico per la competizione, o
semplicemente utilizzare le alzate per lo
sviluppo atletico, implica necessariamente
prendere in considerazione ulteriori
elementi. Inoltre, mentre qualunque
atleta in fase di sviluppo potrebbe giocare
a pallacanestro come attività ricreativa in
modo relativamente sicuro, molti soggetti
potrebbero invece essere esposti a un
rischio notevole di lesioni da infortunio nel
tentare un sollevamento olimpico.
Stuart McGill e John Gray
21 Capitolo
Tennis
Il tennis è uno sport con esigenze
particolari che coinvolgono tutto il
corpo, giocato su quattro diverse superfici
che producono adattamenti anatomici
e meccanismi lesivi tipici nei giocatori
d’élite. In questo capitolo verranno trattati
gli schemi di infortunio e le caratteristiche
biomeccaniche del gioco del tennis,
fornendo un esempio di programma di
allenamento specifico per il tennis, valido
sia per i tennisti in erba che per i giocatori
di prima fascia.
Todd S. Ellenbecker, Mark Kovacs
ed E. Paul Roetert
544544 parte 05. controllo motorio e sviluppo atletico
SVILUPPO ATLETICO A LUNGO TERMINE
Un allenatore esperto sa riconoscere “i periodi
di apprendimento ottimali” (28). Ciò lo mette in
condizione di personalizzare gli obiettivi di ac-
quisizione delle abilità per adattarli allo stadio
di sviluppo del bambino. Per guidare questo
processo, è stato sviluppato, come spiegato da
Balyi, (29) il modello di sviluppo dell’atleta a lun-
go termine (Long-Term Athletic Development,
LTAD) (Tabella 34.1; Figura 34.1; si vedano an-
che i Capitoli 7 e 14). Bayli e Hamilton affermano
che “se le abilità fondamentali e quelle di base
specifiche per lo sport praticato non sono già
definite prima degli 11 e dei 12 anni, rispettiva-
mente, gli atleti non raggiungeranno mai il loro
potenziale ottimale o genetico” (32).
Un limite del lavoro di Balyi è che l’allenamento
longitudinale, che considera i periodi sensibili,
è privo di evidenze di efficacia (33, 34). Un altro
punto debole è che viene presentato come un
modello generico.
PRATICA DELIBERATA
E SPECIALIZZAZIONE PRECOCE
Nel 1993, Ericsson (35) ha suggerito che una
prestazione eccellente sia piuttosto correlata a
una pratica “deliberata”, piuttosto che all’abi-
lità innata o al talento. Inoltre, la relazione tra
il tempo impiegato nella pratica deliberata e la
prestazione è di tipo lineare. Sulla base di osser-
vazioni relative alla musica e agli scacchi, è stato
ipotizzato che siano necessarie circa 10.000 ore
di tale pratica per raggiungere la condizione di
“esperto” in una data attività.
Attualmente, sta divenendo sempre più comune
per i giovani atleti specializzarsi in determinati
sport in giovane età. La specializzazione preco-
ce implica un allenamento annuale in un singolo
sport tra i 6 e i 12 anni. In alcuni sport, in cui
il picco della prestazione viene raggiunto prima
della maturazione biologica (ginnastica femmi-
nile, pattinaggio di figura femminile), questo ap-
proccio è spesso ritenuto necessario, in base al
Principi fondamentali Imparare
a giocare
Allenarsi a giocare Imparare
a competere
Allenarsi
alla competizione
Resistenza II
Potenza
Competenze II
Forza
Resistenza I
Integrazione in 3D
Velocità II
Flessibilità II
Competenze I
Velocità I
Competenze I
5
Età biologica
Età adulta
Velocitàdicrescita
FIGURA34-1
Modello di sviluppo dei giovani atleti. Sviluppo dell’atleta a lungo termine.
Modificata da Balyi I. Phases of long-term athlete development [www.ltad.ca].
35 Capitolo
Craig Liebenson
Fondamenti
dell’allenamento:
da una prospettiva
di acquisizione
delle abilità
L’attenzione scientifica verso lo sport di
livello elevato è aumentata in maniera
esponenziale negli ultimi decenni, in
particolare nei settori della psicologia dello
sport, della fisiologia dell’esercizio fisico e
dell’analisi della prestazione biomeccanica.
Tuttavia, il passaggio dalla ricerca e
dalla teoria all’acquisizione concreta di
competenze migliori ha segnato il passo
(1, 2). Questa sezione sull’allenamento
affronterà il tema delle modalità proposte
per colmare questo divario.
Le sezioni precedenti di questo libro
hanno descritto quali sono le componenti
principali di un moderno programma di
allenamento. Lo scopo di questo capitolo
è descrivere come un soggetto deve essere
allenato per raggiungere gli obiettivi di
allenamento.
Se un bambino non impara nel modo in cui
insegniamo, forse dovremmo insegnare
nel modo in cui egli apprende.
Ignacio Estrada
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  • 1. 28 parte 01. principi fondamentali CARICO BIOMECCANICO E TRAUMI DA SPORT Un carico biomeccanico è di solito troppo ele- vato quando la struttura coinvolta non riesce ad assorbirlo, producendo così una lesione acuta. Anche un carico eccessivo protratto nel tempo genera una lesione da iperuso. Un esempio di carico biomeccanico eccessivo è il tipico meccanismo lesivo di una distorsione laterale della caviglia in un calciatore, quando il giocatore coinvolto sta correndo con la palla. Al momento della lesione tutto il peso del corpo si trova su una sola gamba ed egli subisce un contrasto diretto, lateralmente da un avversario, sulla faccia mediale della caviglia o della parte inferiore della gamba. Non è possibile alcuno scivolamento tra la scar- pa e la superficie poiché i tacchetti fissano la scarpa al terreno e tutto il peso corporeo è sulla gamba coinvolta, con un conseguente movi- mento di supinazione o inversione del piede su cui il giocatore è indotto a porre il peso. Tutto questo spesso determina una lesione sul versan- te laterale della caviglia, comunemente una di- storsione, o anche la rottura di un legamento (2). Un altro esempio di eccessivo carico biomec- canico è il meccanismo lesivo ben conosciuto di distrazione degli ischiocrurali, durante lo sci d’acqua che si verifica solitamente quando le punte degli sci vanno sotto la superficie dell’ac- qua durante un’azione di stacco sommersa o se gli sci si conficcano in un’onda durante l’azione di rimorchio. Ciò causa un’improvvisa decelerazione degli sci, le ginocchia dello sciatore si estendono e il tronco è spinto in avanti dalla fune del traino. Ciò com- porta una flessione forzata dell’anca, seguita da un carico eccessivo sui muscoli ischio-crurali, con una successiva distorsione o anche rottura (3). La ridotta tolleranza a un carico biomeccanico può essere causata da molti fattori, come ad esempio una condizione di allenamento degli atleti che non risponde alle richieste del loro particolare tipo di sport. È per questo che, ol- tre ai metodi di allenamento, sono importanti il carico, l’intensità e la progressione dell’allena- mento stesso, tutti elementi che devono esse- re specifici per lo sport praticato. Negli sport giovanili, la qualità dell’allenamento è partico- larmente importante quando si inducono tutti assieme diversi effetti dell’allenamento, su for- za, flessibilità, potenza e resistenza muscolare, con modalità specifiche per lo sport praticato. Un’altra situazione traumatica ben conosciuta è quella che vede gli atleti iniziare un allenamento o una competizione, troppo presto ad elevata intensità, dopo una precedente lesione, e con la struttura infortunata non ancora in grado di tol- lerare il carico biomeccanico richiesto: ne conse- gue spesso una recidiva della lesione. MECCANISMI LESIVI E FATTORI DI RISCHIO Le lesioni acute sono comunemente una conse- guenza di specifici meccanismi nocivi in associa- zione con una certa quantità di fattori di rischio diversi che interessano gli atleti. Nelle lesioni da iperuso, che si evolvono lentamente senza un chiaro esordio, tali meccanismi non sono sem- pre evidenti come in quelle acute. L’effetto di diversi fattori di rischio può essere variabile, dipendendo da molte componenti quali il tipo di sport, il livello di gioco, la prestazione fisica e psicologica degli atleti, l’ambiente, le regole, altri fattori dannosi poco prevedibili. Si sa bene che i fattori di rischio spesso interagiscono uno con l’altro, un fatto che può influire sulla loro comparsa e sulla loro forza. L’aumento dell’età è, ad esempio, fattore di rischio per le lesioni in molti tipi di sport. I giocatori anziani hanno alle spalle un’attività usurante di maggior rilievo rispetto ai giovani e spesso hanno subito più di una lesione. Inoltre, molto probabilmente presentano delle modificazioni degenerative correlate all’età e il volume e l’intensità del loro allenamento può anche risultare ridotto rispetto ai giocatori più giovani, conducendo a una prestazione fisica di minor livello e a un aumento delle probabilità di affaticarsi nell’allenamento o nella competizio- ne. Tutti questi fattori possono essere correlati a una maggiore quantità di rischio dovuta a un aumento dell’età.
  • 2. 49cap 03. colmare il divario tra la riabilitazione e la prestazione COME MASSIMIZZARE LE PROGRESSIONI DELLA PRESTAZIONE? Questo è il punto in cui l’arte della riabilitazione, la prestazione e come colmare il divario tra i due ele- menti diventa chiaro. Le professionalità in campo si basano sulla scienza, ma programmare e adatta- re tutto l’insieme, per far ritornare un atleta all’at- tività sportiva, assume carattere di vera e propria arte della terapia e dell’allenamento. FLUSSO E PROGRESSIONI Il flusso non è mai assoluto e sia che si consideri una singola seduta, o un periodo di allenamen- to, un tipo di allenamento, ad esempio per la stabilità, non si arresta per allenare un altro ele- mento, come per allenare la potenza. Molti tipi di movimenti, contrazioni e fasi possono coesi- stere in un determinato giorno o in una determi- nata fase dell’allenamento. In generale, il flusso di una seduta o di un periodo di allenamento può essere: esercizio correttivo, forza, potenza, abilità motorie e abilità sportive. Si tenga però presente che raramente ladivisione risulta così netta. Nessuno avrà un’artrocinematica o sche- mi di scarica muscolare perfetti prima di progre- dire alla fase della forza o della potenza. Nessuno avrà il potenziale per la massima po- tenza prima di giocare. A che punto un movi- mento inefficiente deve far preoccupare per un aumento del rischio di infortunio? Questa è una domanda difficile a cui sinora non è stata data in realtà risposta. È un argomento che gli opera- tori sanitari e i professionisti della performance dibattono da anni e continueranno ancora per anni a dibattere. Tenere presente alcuni semplici princìpi consentirà al medico di far progredire gli atleti in modo sicuro ed efficace con il mini- mo rischio di battute di arresto. Liberare e ripristinare la funzionalità articolare Il ripristino della funzionalità articolare non deve limitarsi solamente al livello della fonte del do- lore, ma estendersi alle sue cause potenziali. Per ottenere veramente schemi motori corretti, deve essere ripristinata e mantenuta l’artrocine- matica di un’articolazione. Carico tissutale progressivo Si ritiene spesso che, poiché il soggetto è un atleta, egli/ella possa eseguire un esercizio di livello superiore prima di un non atleta durante il processo riabilitativo. FIGURA 3-3. Questo continuum può essere usato per descrivere diversi tipi di forza cui un atleta può fare ricorso durante la competizione o l’allenamento. Continuum contrattileStatialterati Movimentiassistiti MovimentiliberiForzareattiva Movimentiacuiè oppostaresistenzaForzaesplosivaForzainiziale Forzamassimale ForzaeccentricaForzalimite forza ottimale
  • 3. 105cap 06. valutazione funzionale di schemi motori difettosi GINOCCHIO Il ginocchio tende a cedere medialmente in una posizione di eccessivo valgismo (Figura 6.10). Ciò è correlato all’insufficienza dei muscoli abduttori dell’anca come il medio gluteo. Un tipico difetto dello schema motorio che implica il cedimento del compartimento mediale del ginocchio durante l’atterraggio da un salto o l’esecuzione di uno squat con una sola gamba. Questo schema difettoso sembra correlarsi con infortuni a carico del LCA, così come con problemi rotuleo-femorali (60-64). Le donne hanno dimostrato di utilizzare schemi di attivazione muscolare diversi rispetto agli uomini, ovvero una minore attività del muscolo grande gluteo e una maggiore attività del muscolo retto femorale, durante le manovre di atterraggio (65). Se ne è concluso che, la diminuzione dell’attività muscolare dell’anca e l’aumento dell’attività del quadricipite, probabilmente contribuiscono all’aumento della predisposizione nelle atlete alle lesioni non da contatto a carico del LCA. È stato osservato che la dominanza del quadricipite, che implica un’attivazione preferenziale di tale muscolo rispetto ai muscoli posteriori della coscia (60) o uno squilibrio di forza tra il quadricipite più forte e i muscoli posteriori della coscia più deboli (66), è da mettere in relazione con una lesione a carico del LCA. Per ogni schema motorio, esistono distinti riscontri che forniscono inestimabili informazioni cliniche che collegano muscoli contratti, muscoli inibiti e disfunzione articolare (Tabella 6.6). FIGURA 6-10 Cedimento del compartimento mediale del ginocchio. TABELLA 6.6 6 Informazioni ottenute dalla valutazione degli schemi motori di abduzione dell’anca di Janda Qual è la relazione tra i muscoli agonista-antagonista-si- nergico-stabilizzatore (squilibrio muscolare)? Inibizione del medio gluteo, contrattura dell’adduttore, sostituzione del QL e del TFL, insufficienza del core Quali sono i tipici schemi motori difettosi? Adduttori corti > limitata abduzione dell’anca Fasciaileo-tibialeristretta>flessionedell’ancacompensatoria QL iperattivo > “hip hike” (sollevamento dell’emibacino controlaterale) compensatoria Quale articolazione tende alla rigidità? Anca, nell’abduzione dell’anca Quale muscolo o quali muscoli tendono alla rigidità? Adduttore, TFL, QL Quale muscolo tende all’inibizione? Medio gluteo, core Dove si ripete la tensione? Anca, ginocchio, articolazione sacroiliaca LEGENDA: QL, quadrato dei lombi; TFL, tensore della fascia lata.
  • 4. 124 parte 01. principi fondamentali TABELLA 6.16 Settori della valutazione funzionale Settori Componenti Esempi di test Schemi motori fondamentali Stazione eretta, respirazione, posizione monopodalica Equilibriosuunasolagamba,respirazione, angeloalmuro Schemi motori funzionali Ritmo scapolo-omerale, squat, affondo, spinta/trazione oriz- zontale e verticale Test di Vele, squat con braccia sopra la testa, squat su una sola gamba, affondi con il piede avanti su uno step, abduzione dell’anca, solle- vamento attivo della gamba distesa, flessione dell’anca da seduti, abduzione del braccio, abbassamento del tronco dalla posizione di push-up, flessione del collo, flessione di C0-C1 Capacità fisica Escursione articolare, forza, resistenza, resistenza cardio- vascolare Escursionearticolare,resistenzaalplank lateraleefrontale,resistenzadeiflessoridel tronco,steptest,testaltapisroulant,testdel- laRMdispinta/trazione/sollevamento/ecc. Prestazione atletica Agilità, potenza, velocità Test dei 3 coni, test della corsa di 5-10-5, 60 iarde (54,86 metri), salto verticale, salto in lungo, passaggio dal petto con palla zavorra- ta, test di sprint ripetuti. TABELLA 6.17 Esempi di test di screening aggiuntivi per il controllo motorio anormale Piegamento in avanti di Vele; Test degli affondi; Y balance test; Abduzione dell’anca di Janda; Sollevamento attivo del- la gamba distesa; Flessione dell’anca in posizione seduta; Estensione dell’anca di Janda; Resistenza nella posizione di plank laterale (test di capacità); Resistenza nella posizione di plank frontale (test di capacità); Resistenza dei flessori del tronco (test di capacità); Test di resistenza meccanica della stabilità; Test della pressione intra-addominale; Test di sollevamento del braccio; Piegamenti sulle braccia (push-up); Abduzione del braccio; Flessione della testa/del collo; Flessione di C0-C1; Apertura della bocca. A B C FIGURA 6-30 Affondo (A-C).
  • 5. 9 Capitolo BASKET “Muoversi senza la palla” è una delle chiavi per avere successo nella pallacanestro. I giocatori tendono a dedicare la maggior parte del tempo a loro disposizione a migliorare i fondamentali con la palla, cioè al palleggio e al tiro. Una quantità di tempo comparativamente più piccola è destinata alle abilità motorie fondamentali (Fundamental Movement Skills, FMS) utili al gioco senza la palla, come l’esecuzione di salti, scivolamenti, corse e passi incrociati. Proprio come avviene per il fondamentale del tiro, le FMS migliorano quando viene attuato un programma di allenamento specifico per il movimento, che può essere composto da una serie di esercizi progettati in modo specifico per migliorare ciascuna abilità motoria. L’obiettivo del programma deve essere quello di sviluppare le capacità dei giocatori utili a sostenere schemi moto- ri efficienti e che permettano di esprimere la massima potenza limitando i rischi di in- fortunio e permettendo la migliore presta- zione. Lo scopo di questo capitolo è quello di aiutare i professionisti della prevenzione, riabilitazione e della prestazione a sviluppa- re un programma di allenamento specifico per il movimento che porti i giocatori al massimo rendimento. Koichi Sato e Yohei Shimokochi
  • 6. 10 Capitolo Calcio Il calcio è lo sport di squadra più popolare al mondo, con oltre 256 milioni di giocatori registrati; il numero dei partecipanti cresce costantemente, in modo particolare nel calcio femminile (1). Giocare a calcio, tuttavia, implica un notevole rischio di incorrere in infortuni e studi condotti su giocatori e giocatrici, a tutti i livelli, hanno riscontrato tassi di casi di infortunio equivalenti in entrambi i gruppi. Molte di queste lesioni avrebbero potuto essere evitate. Ståle Hauge
  • 7. 11 Capitolo Ciclismo Pamela E. Wilson Le lesioni più comuni nei giovani ciclisti dilettanti sono non traumatiche, associate all’iperuso o all’utilizzo di una bicicletta non adatta ed hanno un’incidenza che può arrivare all’85%. I ciclisti professionisti hanno invece maggiori probabilità di andare incontro a lesioni traumatiche come conseguenza di scontri e cadute associati all’elevata velocità di corsa (1, 2).
  • 8. 14 Capitolo Golf Greg Rose Nell’ultimo decennio lo sviluppo del golf giovanile ha subito una notevole trasformazione e gran parte dei cambiamenti registrati è dovuta alle innumerevoli ricerche e sperimentazioni condotte nel campo dello sviluppo a lungo termine dell’atleta (Long-Term Athlete Development, LTAD). I concetti introdotti sulla formazione giovanile golfistica potrebbero essere molto utili anche nella formazione giovanile di tutte le altre specialità sportive.
  • 9. 18 Capitolo PESISTICA La pesistica, o sollevamento olimpico, è per diversi motivi uno sport molto particolare. La metodologia per selezionare e sviluppare i giovani sollevatori olimpici è diversa da quelle usata nella maggior parte degli altri sport e discipline atletiche. Altri capitoli di questo libro hanno descritto il tipico metodo graduale per la progressione delle competenze basato sull’età e lo sviluppo; ma sviluppare il pesista olimpico per la competizione, o semplicemente utilizzare le alzate per lo sviluppo atletico, implica necessariamente prendere in considerazione ulteriori elementi. Inoltre, mentre qualunque atleta in fase di sviluppo potrebbe giocare a pallacanestro come attività ricreativa in modo relativamente sicuro, molti soggetti potrebbero invece essere esposti a un rischio notevole di lesioni da infortunio nel tentare un sollevamento olimpico. Stuart McGill e John Gray
  • 10. 21 Capitolo Tennis Il tennis è uno sport con esigenze particolari che coinvolgono tutto il corpo, giocato su quattro diverse superfici che producono adattamenti anatomici e meccanismi lesivi tipici nei giocatori d’élite. In questo capitolo verranno trattati gli schemi di infortunio e le caratteristiche biomeccaniche del gioco del tennis, fornendo un esempio di programma di allenamento specifico per il tennis, valido sia per i tennisti in erba che per i giocatori di prima fascia. Todd S. Ellenbecker, Mark Kovacs ed E. Paul Roetert
  • 11. 544544 parte 05. controllo motorio e sviluppo atletico SVILUPPO ATLETICO A LUNGO TERMINE Un allenatore esperto sa riconoscere “i periodi di apprendimento ottimali” (28). Ciò lo mette in condizione di personalizzare gli obiettivi di ac- quisizione delle abilità per adattarli allo stadio di sviluppo del bambino. Per guidare questo processo, è stato sviluppato, come spiegato da Balyi, (29) il modello di sviluppo dell’atleta a lun- go termine (Long-Term Athletic Development, LTAD) (Tabella 34.1; Figura 34.1; si vedano an- che i Capitoli 7 e 14). Bayli e Hamilton affermano che “se le abilità fondamentali e quelle di base specifiche per lo sport praticato non sono già definite prima degli 11 e dei 12 anni, rispettiva- mente, gli atleti non raggiungeranno mai il loro potenziale ottimale o genetico” (32). Un limite del lavoro di Balyi è che l’allenamento longitudinale, che considera i periodi sensibili, è privo di evidenze di efficacia (33, 34). Un altro punto debole è che viene presentato come un modello generico. PRATICA DELIBERATA E SPECIALIZZAZIONE PRECOCE Nel 1993, Ericsson (35) ha suggerito che una prestazione eccellente sia piuttosto correlata a una pratica “deliberata”, piuttosto che all’abi- lità innata o al talento. Inoltre, la relazione tra il tempo impiegato nella pratica deliberata e la prestazione è di tipo lineare. Sulla base di osser- vazioni relative alla musica e agli scacchi, è stato ipotizzato che siano necessarie circa 10.000 ore di tale pratica per raggiungere la condizione di “esperto” in una data attività. Attualmente, sta divenendo sempre più comune per i giovani atleti specializzarsi in determinati sport in giovane età. La specializzazione preco- ce implica un allenamento annuale in un singolo sport tra i 6 e i 12 anni. In alcuni sport, in cui il picco della prestazione viene raggiunto prima della maturazione biologica (ginnastica femmi- nile, pattinaggio di figura femminile), questo ap- proccio è spesso ritenuto necessario, in base al Principi fondamentali Imparare a giocare Allenarsi a giocare Imparare a competere Allenarsi alla competizione Resistenza II Potenza Competenze II Forza Resistenza I Integrazione in 3D Velocità II Flessibilità II Competenze I Velocità I Competenze I 5 Età biologica Età adulta Velocitàdicrescita FIGURA34-1 Modello di sviluppo dei giovani atleti. Sviluppo dell’atleta a lungo termine. Modificata da Balyi I. Phases of long-term athlete development [www.ltad.ca].
  • 12. 35 Capitolo Craig Liebenson Fondamenti dell’allenamento: da una prospettiva di acquisizione delle abilità L’attenzione scientifica verso lo sport di livello elevato è aumentata in maniera esponenziale negli ultimi decenni, in particolare nei settori della psicologia dello sport, della fisiologia dell’esercizio fisico e dell’analisi della prestazione biomeccanica. Tuttavia, il passaggio dalla ricerca e dalla teoria all’acquisizione concreta di competenze migliori ha segnato il passo (1, 2). Questa sezione sull’allenamento affronterà il tema delle modalità proposte per colmare questo divario. Le sezioni precedenti di questo libro hanno descritto quali sono le componenti principali di un moderno programma di allenamento. Lo scopo di questo capitolo è descrivere come un soggetto deve essere allenato per raggiungere gli obiettivi di allenamento. Se un bambino non impara nel modo in cui insegniamo, forse dovremmo insegnare nel modo in cui egli apprende. Ignacio Estrada
  • 13. www.calzetti-mariucci.it Visita il nostro sito Collegandoti al sito puoi visionare nel dettaglio e acquista- re gli articoli (libri, video, dvd, riviste), grazie ad un sistema di ricerca semplice ed intuitivo. CATALOGO ON LINE Inoltre il sito è sempre aggiornato con sezioni specifiche di approfon- dimento su tutti gli argomenti più interes- santi legati allo sport, come eventi, convegni e corsi di aggiornamento. APPROFONDIMENTI Iscrivendoti e dando la preferen- za alla disciplina sportiva che più ti interessa potrai ricevere tutte le news al tuo indiriz- zo e-mail. NEWSLETTER libri,videoerivisteperlosportlibri,videoerivisteperlosport