SlideShare ist ein Scribd-Unternehmen logo
1 von 9
Downloaden Sie, um offline zu lesen
SdS/Scuola dello Sport Anno XXXIII n.102 • 2014 
SPORT FEMMINILE 
Rossana Ciuffetti 
Direttore della Scuola dello Sport del Coni 
SPORT FEMMINILE: 
PASSATO, 
PRESENTE e FUTURO 
Attualità, prospettive 
future e problemi 
dello sport femminile 
Negli ultimi decenni e soprattutto in 
questi ultimi anni, si assiste ad una 
evoluzione nella quale la pratica 
dello sport da parte delle donne sta 
assumendo una rilevanza culturale, 
economica e sociale sempre maggiore, 
tale che essa è ormai una componente 
integrante e importante del sistema 
sportivo attuale. Ciò è una conseguenza 
sia del notevole incremento 
della pratica dello sport e di tutte 
le attività fisiche a livello nazionale 
e internazionale, sia della partecipazione 
femminile allo sport di prestazione 
in Italia e nel mondo. Come evidenzia 
l’aumento progressivo del numero 
delle competizioni e delle atlete 
nei Giochi olimpici. Se a lungo 
lo sviluppo storico dello sport 
è stato caratterizzato da una evidente 
predominanza maschile, l’attuale parità 
di competizioni maschili e femminile 
raggiunta nei Giochi olimpici è 
il risultato evidente del superamento 
definitivo di pregiudizi di natura medica, 
culturale e di costume di una società 
avviata verso la parità di genere. 
Sotto questo aspetto, il nostro Paese 
è perfettamente in linea con le tendenze 
che si riscontrano a livello 
internazionale. Sia a livello di praticanti, 
sia di partecipazione delle atlete italiane 
ai Giochi olimpici, mondiali 
e continentali. Nei quali i risultati 
ottenuti dalle nostre atlete sono ormai 
componente essenziale della posizione 
di prestigio che ha in essi lo sport 
italiano. Un elemento critico che resta 
nell’attuale sviluppo dello sport 
femminile è che esso, ancora oggi, 
è caratterizzato da differenze di genere 
in termini di finanziamenti, di sponsor 
e di presenza nei media. E soprattutto 
al suo sviluppo in campo agonistico 
non corrisponde una affermazione 
e una presenza della stessa misura 
nelle strutture di direzione politica, 
organizzativa e tecnica. Ciò malgrado 
gli sforzi messi in atto sia dal Comitato 
olimpico internazionale sia dal Comitato 
olimpico italiano. Questi e altri aspetti 
restano settori d’impegno per rafforzare 
una scelta strategica verso lo sport 
femminile in modo tale che esso possa 
continuare nel suo sviluppo e grazie 
ad esso il nostro Paese possa mantenere 
il ruolo di eccellenza che ha a livello 
olimpico e mondiale. 
3
11 
SdS/Scuola dello Sport Anno XXXIII n.102 • 2014 
SPORT FEMMINILE 
Gwenda Ward United Kingdom Athletics 
ALLENARE la DONNA ATLETA 
Un punto di vista psicologico 
Se vuole sfruttare al massimo il suo potenziale è indispensabile che 
la donna-atleta sia in grado di avere il controllo di se stessa e della propria 
prestazione. Il diverso modo di pensare tra i due generi rende tutto ciò 
più complicato nel rapposto con l’allenatore. Esiste un conflitto di ruoli 
e per molte donne-atlete fare proprie le pressioni e il modo di pensare 
necessari per un ruolo nel dominio di un altro è un problema e certe 
caratteristiche di genere, che potrebbero essere vantaggiose per esse, 
possono diventare uno svantaggio se male interpretate dall’allenatore. 
È possibile che le “star” dello sport femminile dal punto di vista psicologico 
tendano ad essere più atipiche per il loro sesso che non le “star” dello sport 
maschile. Non necessariamente ciò può rappresentare un vantaggio 
implicito. Potrebbe essere invece che gli allenatori percepiscano questo 
genere di donna-atleta come più capace di avere successo. 
Per cui l’obiettivo dovrebbe essere quello di ampliare i criteri che 
si considerano necessari per il successo e sviluppare una gamma 
di abilità psicologiche più ampia per soddisfare esigenze diverse.
17 
SdS/Scuola dello Sport Anno XXXIII n.102 • 2014 
I SEGRETI di LONDRA 
SPORT NEL MONDO 
Hartmut Sandner 
Istituto di scienza applicata allo sport, Lipzia 
Lo sport di alto livello in Gran Bretagna: 
struttura organizzativa, finanziamento, promozione e sostegno, 
ricerca e supporto scientifico, promozione del talento 
Dopo avere toccato il punto più basso nei Giochi olimpici 
di Atlanta del 1996 – un solo vincitore e quindici medaglie 
in totale – è la quarta volta di seguito che la Gran Bretagna 
è riuscita a migliorare nettamente il suo bilancio olimpico, 
piazzandosi al terzo posto nel computo delle medaglie d’oro 
vinte nei Giochi olimpici di Londra. Dopo il 10° posto nel 
computo totale delle medaglie dei Giochi olimpici del 2000 
e del 2004 (ad Atene però già furono vinte 12 medaglie più 
di Sidney) e al di là del 4° posto di Pechino, i risultati ottenuti 
nei Giochi olimpici di Londra provano che le strategie e 
i piani per lo sviluppo dello sport ad alto livello, messi a punto 
alla fine del secolo scorso, hanno prodotto il loro effetto e 
si deve anche osservare che se con l’assegnazione dei Giochi 
a Londra nel 2005 fu data una spinta decisiva alla loro 
realizzazione, essi rappresentano un modello di riuscita che 
darà i suoi frutti anche in proiezione Rio de Janeiro 2016.
27 
SdS/Scuola dello Sport Anno XXXIII n.102 • 2014 
METODOLOGIA DELL’ALLENAMENTO 
Matteo Bonato 
Dipartimento di Scienze 
Biomediche per la Salute, 
Università degli Studi di Milano; 
Stefano Gobbo 
Scuola di Scienze motorie, Università 
degli Studi di Milano; 
Pietro Luigi Invernizzi 
Dipartimento di Scienze Biomediche per 
la Salute, Università degli Studi di Milano; 
Antonio La Torre 
Dipartimento di Scienze Biomediche per 
la Salute, Università degli Studi di Milano 
La CAPACITÀ 
di REAZIONE 
MOTORIA 
La capacità di reazione 
e i fattori che la influenzano 
Dal momento in cui il nostro cervello percepisce un segnale 
all’istante in cui i muscoli che devono compiere l'azione richie-sta 
si muovono trascorre un intervallo detto tempo di reazione. 
Tale tempo varia secondo il tipo di stimolo che può essere acusti-co, 
ottico o tattile, il numero dei muscoli e la massa muscolare 
da mettere in movimento, la loro distanza dal sistema nervoso 
centrale, le caratteristiche genetiche del soggetto e l’allenamento. 
Viene eseguita un’analisi della letteratura scientifica in modo 
da definire correttamente il concetto di tempo di reazione, i fattori 
che lo influenzano e l’eventuale possibilità di allenarlo.
33 
SdS/Scuola dello Sport Anno XXXIII n.102 • 2014 
La PRESTAZIONE 
nella GINNASTICA RITMICA 
Una proposta di analisi della prestazione 
nella Ginnastica Ritmica 
MATCH ANALYSIS 
Gaia Liviotti Dipartimento di Scienze biomediche 
e neuromotorie, Università degli Studi, Bologna, 
Franco Merni Dipartimento di Scienze biomediche 
e neuromotorie, Università degli Studi, Bologna, 
Marina Piazza Dipartimento di Medicina 
sperimentale e clinica, Universitá degli Studi 
di Firenze, Federazione Ginnastica d’Italia, Roma, 
Anita Hökelmann Istituto di scienza dello sport, 
Universitá Otto-von-Guericke, Magdeburgo 
L’analisi della prestazione è un tema che da 
decenni domina lo scenario dello sport di alto 
livello. A tal fine vengono impiegati software 
sempre più tecnologici e complessi. La presente 
ricerca vuole avvicinare anche una disciplina 
a carattere tecnico-compositore come la 
Ginnastica Ritmica all’analisi della prestazione 
(definita qui come analisi della coreografia) 
impiegando un software per l’analisi di gioco, 
SIMI Scout (SimiGmbH, Unterschleißheim, 
Germania), adattato all’analisi della coreografia 
nella GR attraverso lo sviluppo di un template 
adeguato. Le otto squadre finaliste 
nella composizione con 5 palle al Campionato 
Mondiale 2011 (Montpellier, Francia) sono 
state analizzate quantitativamente al fine di 
sensibilizzare il mondo della Ginnastica Ritmica 
in particolare e quello degli sport tecnico-compositori 
in generale alla pratica dell’analisi 
quantitativa della prestazione. Gli scopi sono: 
fornire dati relativi allo sport di alto livello 
agli staff tecnici di squadre/atleti “minori” per 
aspirare a risultati sempre migliori; rendere 
tali discipline più obiettive e quindi più 
comprensibili al pubblico; gettare le basi per 
la creazione di banche dati per i futuri 
cambiamenti dei Codici dei Punteggi. 
Si auspica inoltre che in futuro si possano 
rendere più oggettive le caratteristiche 
qualitative di tali discipline e si possano così 
condurre analisi il più complete possibile. 
FOTO FILIPPO TOMASI – ARCHIVIO FGI
43 
SdS/Scuola dello Sport Anno XXXIII n.102 • 2014 
Le organizzazioni sportive sono poste quotidianamente di fronte al dilemma 
tra l’indispensabile ruolo dei volontari e l’esigenza di livelli crescenti di qualità 
del lavoro. A quanto dice l’ISTAT, le istituzioni non profit sportive sono 92.838, 
circa un terzo di tutte le istituzioni non profit censite. Il 92,3% degli uomini 
e delle donne che organizzano e gestiscono le attività sportive sono volontari: 
una cifra che raggiunge il milione in valore assoluto. Contemporaneamente, 
lo sport sta diventando sempre più complesso da gestire: la competizione 
internazionale, l’emergere di discipline nuove, l’aumento complessivo di offerta 
sportiva, oggi copre fasce di età impensabili fino a venti anni fa. All’aumento 
di complessità corrisponde il bisogno di qualificare il lavoro degli operatori 
sportivi. Nello scritto si mettono in relazione concetti usualmente non accostati 
tra loro: volontarietà dell’impegno e costruzione della competenza. Il primo 
passo è il riconoscimento dell’esistenza di uno specifico modello di competenza, 
costituito da una somma di conoscenze, capacità, valori che ne fanno 
un unicum, per cui il volontario sportivo non può essere assimilato a figure 
professionali prelevate da altri mondi. Il secondo passo è ammettere che 
le conoscenze sono generate socialmente da una comunità di persone che 
condividono storia, significati e contesti. La competenza va considerata in 
una prospettiva sistemica dove il volontario non è una risorsa umana, ma 
l'attore di un progetto dotato di valore strategico per l’intero movimento 
sportivo. L’adozione di un modello complesso di competenza del volontario 
ha due conseguenze. Da una parte, non ha senso valutarne le prestazioni 
usando gli stessi strumenti adottati nelle organizzazioni costruite per 
il profitto, perché il lavoro del volontario sportivo produce un impegno 
pro-sociale, autonomo, prolungato nel tempo, responsabile, dove la gratuità 
è un elemento fondamentale. Dall’altra gli uomini e le donne di sport hanno 
diritto a processi di formazione culturalmente densi, progettati ad hoc, 
rispettosi della loro identità di volontari. 
Maurizio Cevoli 
Scuola dello Sport, Coni Servizi, Roma 
COMPETENZA 
e PROCESSO 
FORMATIVO 
del VOLONTARIO 
SPORTIVO 
Profilo di competenze 
e caratteristiche 
dei processi formativi 
del volontario sportivo 
FORMAZIONE NELLO SPORT 
Premessa 
Questo scritto è dedicato al volontario 
dello sport, o meglio al suo particolare 
profilo di competenza e alle caratteristiche 
dei processi di formazione che lo dovreb-bero 
vedere destinatario. 
Il titolo contiene due parole, volontario e 
competenza, che raramente sono coniuga-te 
insieme. 
Di volontari dello sport si parla spesso, 
molte volte per inneggiare alla loro pre-senza, 
assai più di frequente per lamentar-sene. 
Al contrario, il concetto di competenza è 
molto meno indagato nel mondo sportivo. 
Eppure l’unica autentica ricchezza di cui 
una Federazione o un’Associazione possono 
vantarsi è proprio la capacità dei propri 
operatori volontari di organizzare e gestire 
in modo qualificato le attività. Si aggiunga 
a questa considerazione quella che una 
normale associazione sportiva non possiede 
in realtà altri valori spendibili: né importanti 
attività fisse, né volumi finanziari, né quote 
di mercato appetibili. 
Cominciamo con un esperimento mentale.
51 
SdS/Scuola dello Sport Anno XXXIII n.102 • 2014 
MACCHINE, MANUBRI, 
BILANCIERI e ALTRO 
L’uso dei sovraccarichi 
nella preparazione fisica sportiva 
METODOLOGIA DELL’ALLENAMENTO 
Carlo Varalda 
Federazione italiana pesistica, Roma 
Dopo una introduzione sul ruolo dei sovraccarichi 
nella preparazione sportiva attuale, con particolare 
riferimento alla loro utilizzazione con i giovani, 
si espongono brevemente le modificazioni indotte 
dall’allenamento con i sovraccarichi e si analizzano 
i vari mezzi di allenamento che possono essere 
utilizzati (macchine, bilancieri, manubri, cavi, 
elastici). Si trattano poi le modalità attraverso 
le quali si può ottimizzare l’uso dei sovraccarichi e 
il ruolo che svolgono nella preparazione fisica gli 
esercizi della pesistica e gli esercizi adattati da essa. 
Si illustra quale sia la progressione didattica degli 
esercizi della cultura fisica e e vengono esposte alcune 
riflessioni conclusive sull’allenamento della forza. 
FOTO ARCHIVIO FIPE
61 
L’ALLENAMENTO della FORZA 
nel WHEELCHAIR TENNIS 
L’allenamento della forza con sovraccarichi 
e il wheelchair tennis: studio longitudinale 
Lo scopo di questa ricerca è quello di valutare la variazione della forza isometrica massima di propulsione del mezzo di gara 
senza (NR) e con (R) l’utilizzo della racchetta in relazione alla preparazione fisica specifica con sovraccarichi del tratto 
superiore del corpo inun gruppo di atleti praticanti tennis in carrozzina. Il gruppo campione è composto da 12 atleti praticanti 
wheelchair tennis (WCT) condiversi livelli di disabilità. I soggetti sono stati suddivisi in due gruppi di sei atleti, uno sperimentale 
(GS) che ha affiancato alla pratica del tennis un periodo 8 settimane di allenamento con i sovraccarichi in palestra 
e uno di controllo (GC) che ha continuato apraticare tennis regolarmente. Il GS ha eseguito un mese diapprendimento 
della tecnica degli esercizi utilizzati nei protocolli di allenamento per escludere l’effetto apprendimento. I gruppi sono stati 
valutati dopo due mesi di allenamento per la verifica degli effetti provocati dal programma di esercizi in palestra. 
La forza isometrica massima di propulsione è stata misurata utilizzando il sistema TESYS (Total Evaluation System, 
Globus Italia, Treviso, Italy) a cui è stata collegata una cella di carico (ESYCC300, Globus Italia,Treviso, Italy). 
I risultati hanno evidenziato una variazione statisticamente significativa nel GS con incremento della forza sia 
nella condizione senza racchetta (p<0,05, +16%) sia con racchetta (p<0,05, +11%). In GC non si sono osservate 
variazioni significative. L’utilizzo dell’allenamento con sovraccarichi ha incrementato la forza isometrica 
di propulsione sul mezzo di gara sia senza sia con l’utilizzo della racchetta da tennis, mentre la sola pratica 
del tennis ha avuto una funzione conservativa sulla forza isometrica di propulsione. I risultati indicano come 
l’allenamento con sovraccarichi del tratto superiore del corpo possa contribuire in modo significativo 
al miglioramento della performance sportiva in atleti praticanti wheelchair tennis. 
SdS/Scuola dello Sport Anno XXXIII n.102 • 2014 
Massimiliano Gollin Dipartimento di Scienze biologiche e chimiche, Centro di ricerche motorie, 
Scuola universitaria di Scienze motorie, Università di Torino; 
Luca Beratto Centro di ricerche motorie, Scuola universitaria di Scienze motorie, Università di Torino; 
Nina Serravite, Ruben Allois Università di Torino; Pietro Mazzei allenatore di weelchair 
METODOLOGIA DELL’ALLENAMENTO 
FOTO AUCELLO MARIO
Pagine da SDS Scuola Dello Sport 102

Weitere ähnliche Inhalte

Ähnlich wie Pagine da SDS Scuola Dello Sport 102

Pagine da gips 24 giornale italiano di psicologia dello sport
Pagine da gips 24 giornale italiano di psicologia dello sportPagine da gips 24 giornale italiano di psicologia dello sport
Pagine da gips 24 giornale italiano di psicologia dello sportCalzetti & Mariucci Editori
 
Pagine da gips giornale italiano psicologia dello sport 24
Pagine da gips giornale italiano psicologia dello sport 24Pagine da gips giornale italiano psicologia dello sport 24
Pagine da gips giornale italiano psicologia dello sport 24Calzetti & Mariucci Editori
 
Azimut 18 - Dicembre 2017
Azimut 18 - Dicembre 2017Azimut 18 - Dicembre 2017
Azimut 18 - Dicembre 2017Stefano Mappa
 
Prevenzione negli sport femminili di squadra, Roberto Benis
Prevenzione negli sport femminili di squadra, Roberto BenisPrevenzione negli sport femminili di squadra, Roberto Benis
Prevenzione negli sport femminili di squadra, Roberto BenisCalzetti & Mariucci Editori
 

Ähnlich wie Pagine da SDS Scuola Dello Sport 102 (20)

Pagine da sds scuola dello sport 99
Pagine da sds scuola dello sport 99Pagine da sds scuola dello sport 99
Pagine da sds scuola dello sport 99
 
Pagine da SdS - Scuola dello Sport n.112
Pagine da SdS - Scuola dello Sport n.112Pagine da SdS - Scuola dello Sport n.112
Pagine da SdS - Scuola dello Sport n.112
 
Pagine da scuola dello sport sds 100
Pagine da scuola dello sport sds 100Pagine da scuola dello sport sds 100
Pagine da scuola dello sport sds 100
 
Pagine da scuola dello sport 103
Pagine da scuola dello sport 103Pagine da scuola dello sport 103
Pagine da scuola dello sport 103
 
Pagine da sds scuola dello sport 108
Pagine da sds scuola dello sport 108Pagine da sds scuola dello sport 108
Pagine da sds scuola dello sport 108
 
Pagine da SDS Scuola dello Sport 117
Pagine da  SDS Scuola dello Sport 117Pagine da  SDS Scuola dello Sport 117
Pagine da SDS Scuola dello Sport 117
 
Pagine da SDS Scuola dello Sport 121
Pagine da SDS Scuola dello Sport 121Pagine da SDS Scuola dello Sport 121
Pagine da SDS Scuola dello Sport 121
 
Pagine da gips 24 giornale italiano di psicologia dello sport
Pagine da gips 24 giornale italiano di psicologia dello sportPagine da gips 24 giornale italiano di psicologia dello sport
Pagine da gips 24 giornale italiano di psicologia dello sport
 
Pagine da gips giornale italiano psicologia dello sport 24
Pagine da gips giornale italiano psicologia dello sport 24Pagine da gips giornale italiano psicologia dello sport 24
Pagine da gips giornale italiano psicologia dello sport 24
 
Master in Strategie per il Business dello Sport - newsletter Marzo-Aprile2007
Master in Strategie per il Business dello Sport - newsletter Marzo-Aprile2007Master in Strategie per il Business dello Sport - newsletter Marzo-Aprile2007
Master in Strategie per il Business dello Sport - newsletter Marzo-Aprile2007
 
Pagine da strength conditioning 35
Pagine da strength conditioning 35Pagine da strength conditioning 35
Pagine da strength conditioning 35
 
Pagine da rivista sds scuola dello sport 104
Pagine da rivista sds scuola dello sport 104Pagine da rivista sds scuola dello sport 104
Pagine da rivista sds scuola dello sport 104
 
Pagine da SDS scuola dello sport 126
Pagine da SDS scuola dello sport 126Pagine da SDS scuola dello sport 126
Pagine da SDS scuola dello sport 126
 
Sport@scuola2015
Sport@scuola2015Sport@scuola2015
Sport@scuola2015
 
Azimut 18 - Dicembre 2017
Azimut 18 - Dicembre 2017Azimut 18 - Dicembre 2017
Azimut 18 - Dicembre 2017
 
Prevenzione negli sport femminili di squadra, Roberto Benis
Prevenzione negli sport femminili di squadra, Roberto BenisPrevenzione negli sport femminili di squadra, Roberto Benis
Prevenzione negli sport femminili di squadra, Roberto Benis
 
Pagine da sds scuola dello sport 105
Pagine da sds scuola dello sport 105Pagine da sds scuola dello sport 105
Pagine da sds scuola dello sport 105
 
Pagine da Strength & Conditioning 20
Pagine da Strength & Conditioning 20Pagine da Strength & Conditioning 20
Pagine da Strength & Conditioning 20
 
mastersport
mastersportmastersport
mastersport
 
mastersport
mastersportmastersport
mastersport
 

Mehr von Calzetti & Mariucci Editori

Bibliografia_Barsotti_Strength and Conditioning 47_48
Bibliografia_Barsotti_Strength and Conditioning  47_48Bibliografia_Barsotti_Strength and Conditioning  47_48
Bibliografia_Barsotti_Strength and Conditioning 47_48Calzetti & Mariucci Editori
 
Pagine da scienza e pratica dell'allenamento della forza.pdf
Pagine da scienza e pratica dell'allenamento della forza.pdfPagine da scienza e pratica dell'allenamento della forza.pdf
Pagine da scienza e pratica dell'allenamento della forza.pdfCalzetti & Mariucci Editori
 
Pagine dal secondo eserciziario pallavolo di Mauro Marchetti.pdf
Pagine dal secondo eserciziario pallavolo di Mauro Marchetti.pdfPagine dal secondo eserciziario pallavolo di Mauro Marchetti.pdf
Pagine dal secondo eserciziario pallavolo di Mauro Marchetti.pdfCalzetti & Mariucci Editori
 
Pagine da Ottimizzare il movimento nello sport.pdf
Pagine da Ottimizzare il movimento nello sport.pdfPagine da Ottimizzare il movimento nello sport.pdf
Pagine da Ottimizzare il movimento nello sport.pdfCalzetti & Mariucci Editori
 
Pagine da Yoga_Anatomy_terza edizione italiana.pdf
Pagine da Yoga_Anatomy_terza edizione italiana.pdfPagine da Yoga_Anatomy_terza edizione italiana.pdf
Pagine da Yoga_Anatomy_terza edizione italiana.pdfCalzetti & Mariucci Editori
 
Pagine da allenamento pliometrico, evidenze scientifiche, metodologia e pratica
Pagine da allenamento pliometrico, evidenze scientifiche, metodologia e praticaPagine da allenamento pliometrico, evidenze scientifiche, metodologia e pratica
Pagine da allenamento pliometrico, evidenze scientifiche, metodologia e praticaCalzetti & Mariucci Editori
 
pagine da joy of moving, di C. Pesce, R. Marchetti, A. Motta, M. Bellucci
pagine da joy of moving, di C. Pesce, R. Marchetti, A. Motta, M. Belluccipagine da joy of moving, di C. Pesce, R. Marchetti, A. Motta, M. Bellucci
pagine da joy of moving, di C. Pesce, R. Marchetti, A. Motta, M. BellucciCalzetti & Mariucci Editori
 
Pagine da Allenamento Ottimale terza Edizione.pdf
Pagine da Allenamento Ottimale terza Edizione.pdfPagine da Allenamento Ottimale terza Edizione.pdf
Pagine da Allenamento Ottimale terza Edizione.pdfCalzetti & Mariucci Editori
 
Pagine da Tomporowski McCullick Pesce_giochi di movimento bambini.pdf
Pagine da Tomporowski McCullick Pesce_giochi di movimento bambini.pdfPagine da Tomporowski McCullick Pesce_giochi di movimento bambini.pdf
Pagine da Tomporowski McCullick Pesce_giochi di movimento bambini.pdfCalzetti & Mariucci Editori
 
pagine da manuale tecnico del pilates terza edizione.pdf
pagine da manuale tecnico del pilates terza edizione.pdfpagine da manuale tecnico del pilates terza edizione.pdf
pagine da manuale tecnico del pilates terza edizione.pdfCalzetti & Mariucci Editori
 

Mehr von Calzetti & Mariucci Editori (20)

Bibliografia_Barsotti_Strength and Conditioning 47_48
Bibliografia_Barsotti_Strength and Conditioning  47_48Bibliografia_Barsotti_Strength and Conditioning  47_48
Bibliografia_Barsotti_Strength and Conditioning 47_48
 
Pagine da scienza e pratica dell'allenamento della forza.pdf
Pagine da scienza e pratica dell'allenamento della forza.pdfPagine da scienza e pratica dell'allenamento della forza.pdf
Pagine da scienza e pratica dell'allenamento della forza.pdf
 
Pagine da allenamento per la maratona_Billat
Pagine da allenamento per la maratona_BillatPagine da allenamento per la maratona_Billat
Pagine da allenamento per la maratona_Billat
 
Pagine dal secondo eserciziario pallavolo di Mauro Marchetti.pdf
Pagine dal secondo eserciziario pallavolo di Mauro Marchetti.pdfPagine dal secondo eserciziario pallavolo di Mauro Marchetti.pdf
Pagine dal secondo eserciziario pallavolo di Mauro Marchetti.pdf
 
Pagine da Ottimizzare il movimento nello sport.pdf
Pagine da Ottimizzare il movimento nello sport.pdfPagine da Ottimizzare il movimento nello sport.pdf
Pagine da Ottimizzare il movimento nello sport.pdf
 
Pagine da giochi volley s3.pdf
Pagine da giochi volley s3.pdfPagine da giochi volley s3.pdf
Pagine da giochi volley s3.pdf
 
Pagine da Yoga_Anatomy_terza edizione italiana.pdf
Pagine da Yoga_Anatomy_terza edizione italiana.pdfPagine da Yoga_Anatomy_terza edizione italiana.pdf
Pagine da Yoga_Anatomy_terza edizione italiana.pdf
 
Pagine da Come impariamo a muoverci.pdf
Pagine da Come impariamo a muoverci.pdfPagine da Come impariamo a muoverci.pdf
Pagine da Come impariamo a muoverci.pdf
 
Pagine da basi metodologiche dell'allenamento
Pagine da basi metodologiche dell'allenamentoPagine da basi metodologiche dell'allenamento
Pagine da basi metodologiche dell'allenamento
 
Pagine da allenamento pliometrico, evidenze scientifiche, metodologia e pratica
Pagine da allenamento pliometrico, evidenze scientifiche, metodologia e praticaPagine da allenamento pliometrico, evidenze scientifiche, metodologia e pratica
Pagine da allenamento pliometrico, evidenze scientifiche, metodologia e pratica
 
pagine da joy of moving, di C. Pesce, R. Marchetti, A. Motta, M. Bellucci
pagine da joy of moving, di C. Pesce, R. Marchetti, A. Motta, M. Belluccipagine da joy of moving, di C. Pesce, R. Marchetti, A. Motta, M. Bellucci
pagine da joy of moving, di C. Pesce, R. Marchetti, A. Motta, M. Bellucci
 
Bibliografia Strength & Conditioning 45-46
Bibliografia Strength & Conditioning 45-46Bibliografia Strength & Conditioning 45-46
Bibliografia Strength & Conditioning 45-46
 
Pagine da Allenamento Ottimale terza Edizione.pdf
Pagine da Allenamento Ottimale terza Edizione.pdfPagine da Allenamento Ottimale terza Edizione.pdf
Pagine da Allenamento Ottimale terza Edizione.pdf
 
Calcio che passione! 100 campionati di serie A
Calcio che passione! 100 campionati di serie ACalcio che passione! 100 campionati di serie A
Calcio che passione! 100 campionati di serie A
 
pagine da masterball_pittera.pdf
pagine da masterball_pittera.pdfpagine da masterball_pittera.pdf
pagine da masterball_pittera.pdf
 
Pagine da NSCA_AllenamentoInPalestra.pdf
Pagine da NSCA_AllenamentoInPalestra.pdfPagine da NSCA_AllenamentoInPalestra.pdf
Pagine da NSCA_AllenamentoInPalestra.pdf
 
pagine da ACSM fitness giovanile.pdf
pagine da ACSM fitness giovanile.pdfpagine da ACSM fitness giovanile.pdf
pagine da ACSM fitness giovanile.pdf
 
Pagine da esercizi per la schiena.pdf
Pagine da esercizi per la schiena.pdfPagine da esercizi per la schiena.pdf
Pagine da esercizi per la schiena.pdf
 
Pagine da Tomporowski McCullick Pesce_giochi di movimento bambini.pdf
Pagine da Tomporowski McCullick Pesce_giochi di movimento bambini.pdfPagine da Tomporowski McCullick Pesce_giochi di movimento bambini.pdf
Pagine da Tomporowski McCullick Pesce_giochi di movimento bambini.pdf
 
pagine da manuale tecnico del pilates terza edizione.pdf
pagine da manuale tecnico del pilates terza edizione.pdfpagine da manuale tecnico del pilates terza edizione.pdf
pagine da manuale tecnico del pilates terza edizione.pdf
 

Pagine da SDS Scuola Dello Sport 102

  • 1. SdS/Scuola dello Sport Anno XXXIII n.102 • 2014 SPORT FEMMINILE Rossana Ciuffetti Direttore della Scuola dello Sport del Coni SPORT FEMMINILE: PASSATO, PRESENTE e FUTURO Attualità, prospettive future e problemi dello sport femminile Negli ultimi decenni e soprattutto in questi ultimi anni, si assiste ad una evoluzione nella quale la pratica dello sport da parte delle donne sta assumendo una rilevanza culturale, economica e sociale sempre maggiore, tale che essa è ormai una componente integrante e importante del sistema sportivo attuale. Ciò è una conseguenza sia del notevole incremento della pratica dello sport e di tutte le attività fisiche a livello nazionale e internazionale, sia della partecipazione femminile allo sport di prestazione in Italia e nel mondo. Come evidenzia l’aumento progressivo del numero delle competizioni e delle atlete nei Giochi olimpici. Se a lungo lo sviluppo storico dello sport è stato caratterizzato da una evidente predominanza maschile, l’attuale parità di competizioni maschili e femminile raggiunta nei Giochi olimpici è il risultato evidente del superamento definitivo di pregiudizi di natura medica, culturale e di costume di una società avviata verso la parità di genere. Sotto questo aspetto, il nostro Paese è perfettamente in linea con le tendenze che si riscontrano a livello internazionale. Sia a livello di praticanti, sia di partecipazione delle atlete italiane ai Giochi olimpici, mondiali e continentali. Nei quali i risultati ottenuti dalle nostre atlete sono ormai componente essenziale della posizione di prestigio che ha in essi lo sport italiano. Un elemento critico che resta nell’attuale sviluppo dello sport femminile è che esso, ancora oggi, è caratterizzato da differenze di genere in termini di finanziamenti, di sponsor e di presenza nei media. E soprattutto al suo sviluppo in campo agonistico non corrisponde una affermazione e una presenza della stessa misura nelle strutture di direzione politica, organizzativa e tecnica. Ciò malgrado gli sforzi messi in atto sia dal Comitato olimpico internazionale sia dal Comitato olimpico italiano. Questi e altri aspetti restano settori d’impegno per rafforzare una scelta strategica verso lo sport femminile in modo tale che esso possa continuare nel suo sviluppo e grazie ad esso il nostro Paese possa mantenere il ruolo di eccellenza che ha a livello olimpico e mondiale. 3
  • 2. 11 SdS/Scuola dello Sport Anno XXXIII n.102 • 2014 SPORT FEMMINILE Gwenda Ward United Kingdom Athletics ALLENARE la DONNA ATLETA Un punto di vista psicologico Se vuole sfruttare al massimo il suo potenziale è indispensabile che la donna-atleta sia in grado di avere il controllo di se stessa e della propria prestazione. Il diverso modo di pensare tra i due generi rende tutto ciò più complicato nel rapposto con l’allenatore. Esiste un conflitto di ruoli e per molte donne-atlete fare proprie le pressioni e il modo di pensare necessari per un ruolo nel dominio di un altro è un problema e certe caratteristiche di genere, che potrebbero essere vantaggiose per esse, possono diventare uno svantaggio se male interpretate dall’allenatore. È possibile che le “star” dello sport femminile dal punto di vista psicologico tendano ad essere più atipiche per il loro sesso che non le “star” dello sport maschile. Non necessariamente ciò può rappresentare un vantaggio implicito. Potrebbe essere invece che gli allenatori percepiscano questo genere di donna-atleta come più capace di avere successo. Per cui l’obiettivo dovrebbe essere quello di ampliare i criteri che si considerano necessari per il successo e sviluppare una gamma di abilità psicologiche più ampia per soddisfare esigenze diverse.
  • 3. 17 SdS/Scuola dello Sport Anno XXXIII n.102 • 2014 I SEGRETI di LONDRA SPORT NEL MONDO Hartmut Sandner Istituto di scienza applicata allo sport, Lipzia Lo sport di alto livello in Gran Bretagna: struttura organizzativa, finanziamento, promozione e sostegno, ricerca e supporto scientifico, promozione del talento Dopo avere toccato il punto più basso nei Giochi olimpici di Atlanta del 1996 – un solo vincitore e quindici medaglie in totale – è la quarta volta di seguito che la Gran Bretagna è riuscita a migliorare nettamente il suo bilancio olimpico, piazzandosi al terzo posto nel computo delle medaglie d’oro vinte nei Giochi olimpici di Londra. Dopo il 10° posto nel computo totale delle medaglie dei Giochi olimpici del 2000 e del 2004 (ad Atene però già furono vinte 12 medaglie più di Sidney) e al di là del 4° posto di Pechino, i risultati ottenuti nei Giochi olimpici di Londra provano che le strategie e i piani per lo sviluppo dello sport ad alto livello, messi a punto alla fine del secolo scorso, hanno prodotto il loro effetto e si deve anche osservare che se con l’assegnazione dei Giochi a Londra nel 2005 fu data una spinta decisiva alla loro realizzazione, essi rappresentano un modello di riuscita che darà i suoi frutti anche in proiezione Rio de Janeiro 2016.
  • 4. 27 SdS/Scuola dello Sport Anno XXXIII n.102 • 2014 METODOLOGIA DELL’ALLENAMENTO Matteo Bonato Dipartimento di Scienze Biomediche per la Salute, Università degli Studi di Milano; Stefano Gobbo Scuola di Scienze motorie, Università degli Studi di Milano; Pietro Luigi Invernizzi Dipartimento di Scienze Biomediche per la Salute, Università degli Studi di Milano; Antonio La Torre Dipartimento di Scienze Biomediche per la Salute, Università degli Studi di Milano La CAPACITÀ di REAZIONE MOTORIA La capacità di reazione e i fattori che la influenzano Dal momento in cui il nostro cervello percepisce un segnale all’istante in cui i muscoli che devono compiere l'azione richie-sta si muovono trascorre un intervallo detto tempo di reazione. Tale tempo varia secondo il tipo di stimolo che può essere acusti-co, ottico o tattile, il numero dei muscoli e la massa muscolare da mettere in movimento, la loro distanza dal sistema nervoso centrale, le caratteristiche genetiche del soggetto e l’allenamento. Viene eseguita un’analisi della letteratura scientifica in modo da definire correttamente il concetto di tempo di reazione, i fattori che lo influenzano e l’eventuale possibilità di allenarlo.
  • 5. 33 SdS/Scuola dello Sport Anno XXXIII n.102 • 2014 La PRESTAZIONE nella GINNASTICA RITMICA Una proposta di analisi della prestazione nella Ginnastica Ritmica MATCH ANALYSIS Gaia Liviotti Dipartimento di Scienze biomediche e neuromotorie, Università degli Studi, Bologna, Franco Merni Dipartimento di Scienze biomediche e neuromotorie, Università degli Studi, Bologna, Marina Piazza Dipartimento di Medicina sperimentale e clinica, Universitá degli Studi di Firenze, Federazione Ginnastica d’Italia, Roma, Anita Hökelmann Istituto di scienza dello sport, Universitá Otto-von-Guericke, Magdeburgo L’analisi della prestazione è un tema che da decenni domina lo scenario dello sport di alto livello. A tal fine vengono impiegati software sempre più tecnologici e complessi. La presente ricerca vuole avvicinare anche una disciplina a carattere tecnico-compositore come la Ginnastica Ritmica all’analisi della prestazione (definita qui come analisi della coreografia) impiegando un software per l’analisi di gioco, SIMI Scout (SimiGmbH, Unterschleißheim, Germania), adattato all’analisi della coreografia nella GR attraverso lo sviluppo di un template adeguato. Le otto squadre finaliste nella composizione con 5 palle al Campionato Mondiale 2011 (Montpellier, Francia) sono state analizzate quantitativamente al fine di sensibilizzare il mondo della Ginnastica Ritmica in particolare e quello degli sport tecnico-compositori in generale alla pratica dell’analisi quantitativa della prestazione. Gli scopi sono: fornire dati relativi allo sport di alto livello agli staff tecnici di squadre/atleti “minori” per aspirare a risultati sempre migliori; rendere tali discipline più obiettive e quindi più comprensibili al pubblico; gettare le basi per la creazione di banche dati per i futuri cambiamenti dei Codici dei Punteggi. Si auspica inoltre che in futuro si possano rendere più oggettive le caratteristiche qualitative di tali discipline e si possano così condurre analisi il più complete possibile. FOTO FILIPPO TOMASI – ARCHIVIO FGI
  • 6. 43 SdS/Scuola dello Sport Anno XXXIII n.102 • 2014 Le organizzazioni sportive sono poste quotidianamente di fronte al dilemma tra l’indispensabile ruolo dei volontari e l’esigenza di livelli crescenti di qualità del lavoro. A quanto dice l’ISTAT, le istituzioni non profit sportive sono 92.838, circa un terzo di tutte le istituzioni non profit censite. Il 92,3% degli uomini e delle donne che organizzano e gestiscono le attività sportive sono volontari: una cifra che raggiunge il milione in valore assoluto. Contemporaneamente, lo sport sta diventando sempre più complesso da gestire: la competizione internazionale, l’emergere di discipline nuove, l’aumento complessivo di offerta sportiva, oggi copre fasce di età impensabili fino a venti anni fa. All’aumento di complessità corrisponde il bisogno di qualificare il lavoro degli operatori sportivi. Nello scritto si mettono in relazione concetti usualmente non accostati tra loro: volontarietà dell’impegno e costruzione della competenza. Il primo passo è il riconoscimento dell’esistenza di uno specifico modello di competenza, costituito da una somma di conoscenze, capacità, valori che ne fanno un unicum, per cui il volontario sportivo non può essere assimilato a figure professionali prelevate da altri mondi. Il secondo passo è ammettere che le conoscenze sono generate socialmente da una comunità di persone che condividono storia, significati e contesti. La competenza va considerata in una prospettiva sistemica dove il volontario non è una risorsa umana, ma l'attore di un progetto dotato di valore strategico per l’intero movimento sportivo. L’adozione di un modello complesso di competenza del volontario ha due conseguenze. Da una parte, non ha senso valutarne le prestazioni usando gli stessi strumenti adottati nelle organizzazioni costruite per il profitto, perché il lavoro del volontario sportivo produce un impegno pro-sociale, autonomo, prolungato nel tempo, responsabile, dove la gratuità è un elemento fondamentale. Dall’altra gli uomini e le donne di sport hanno diritto a processi di formazione culturalmente densi, progettati ad hoc, rispettosi della loro identità di volontari. Maurizio Cevoli Scuola dello Sport, Coni Servizi, Roma COMPETENZA e PROCESSO FORMATIVO del VOLONTARIO SPORTIVO Profilo di competenze e caratteristiche dei processi formativi del volontario sportivo FORMAZIONE NELLO SPORT Premessa Questo scritto è dedicato al volontario dello sport, o meglio al suo particolare profilo di competenza e alle caratteristiche dei processi di formazione che lo dovreb-bero vedere destinatario. Il titolo contiene due parole, volontario e competenza, che raramente sono coniuga-te insieme. Di volontari dello sport si parla spesso, molte volte per inneggiare alla loro pre-senza, assai più di frequente per lamentar-sene. Al contrario, il concetto di competenza è molto meno indagato nel mondo sportivo. Eppure l’unica autentica ricchezza di cui una Federazione o un’Associazione possono vantarsi è proprio la capacità dei propri operatori volontari di organizzare e gestire in modo qualificato le attività. Si aggiunga a questa considerazione quella che una normale associazione sportiva non possiede in realtà altri valori spendibili: né importanti attività fisse, né volumi finanziari, né quote di mercato appetibili. Cominciamo con un esperimento mentale.
  • 7. 51 SdS/Scuola dello Sport Anno XXXIII n.102 • 2014 MACCHINE, MANUBRI, BILANCIERI e ALTRO L’uso dei sovraccarichi nella preparazione fisica sportiva METODOLOGIA DELL’ALLENAMENTO Carlo Varalda Federazione italiana pesistica, Roma Dopo una introduzione sul ruolo dei sovraccarichi nella preparazione sportiva attuale, con particolare riferimento alla loro utilizzazione con i giovani, si espongono brevemente le modificazioni indotte dall’allenamento con i sovraccarichi e si analizzano i vari mezzi di allenamento che possono essere utilizzati (macchine, bilancieri, manubri, cavi, elastici). Si trattano poi le modalità attraverso le quali si può ottimizzare l’uso dei sovraccarichi e il ruolo che svolgono nella preparazione fisica gli esercizi della pesistica e gli esercizi adattati da essa. Si illustra quale sia la progressione didattica degli esercizi della cultura fisica e e vengono esposte alcune riflessioni conclusive sull’allenamento della forza. FOTO ARCHIVIO FIPE
  • 8. 61 L’ALLENAMENTO della FORZA nel WHEELCHAIR TENNIS L’allenamento della forza con sovraccarichi e il wheelchair tennis: studio longitudinale Lo scopo di questa ricerca è quello di valutare la variazione della forza isometrica massima di propulsione del mezzo di gara senza (NR) e con (R) l’utilizzo della racchetta in relazione alla preparazione fisica specifica con sovraccarichi del tratto superiore del corpo inun gruppo di atleti praticanti tennis in carrozzina. Il gruppo campione è composto da 12 atleti praticanti wheelchair tennis (WCT) condiversi livelli di disabilità. I soggetti sono stati suddivisi in due gruppi di sei atleti, uno sperimentale (GS) che ha affiancato alla pratica del tennis un periodo 8 settimane di allenamento con i sovraccarichi in palestra e uno di controllo (GC) che ha continuato apraticare tennis regolarmente. Il GS ha eseguito un mese diapprendimento della tecnica degli esercizi utilizzati nei protocolli di allenamento per escludere l’effetto apprendimento. I gruppi sono stati valutati dopo due mesi di allenamento per la verifica degli effetti provocati dal programma di esercizi in palestra. La forza isometrica massima di propulsione è stata misurata utilizzando il sistema TESYS (Total Evaluation System, Globus Italia, Treviso, Italy) a cui è stata collegata una cella di carico (ESYCC300, Globus Italia,Treviso, Italy). I risultati hanno evidenziato una variazione statisticamente significativa nel GS con incremento della forza sia nella condizione senza racchetta (p<0,05, +16%) sia con racchetta (p<0,05, +11%). In GC non si sono osservate variazioni significative. L’utilizzo dell’allenamento con sovraccarichi ha incrementato la forza isometrica di propulsione sul mezzo di gara sia senza sia con l’utilizzo della racchetta da tennis, mentre la sola pratica del tennis ha avuto una funzione conservativa sulla forza isometrica di propulsione. I risultati indicano come l’allenamento con sovraccarichi del tratto superiore del corpo possa contribuire in modo significativo al miglioramento della performance sportiva in atleti praticanti wheelchair tennis. SdS/Scuola dello Sport Anno XXXIII n.102 • 2014 Massimiliano Gollin Dipartimento di Scienze biologiche e chimiche, Centro di ricerche motorie, Scuola universitaria di Scienze motorie, Università di Torino; Luca Beratto Centro di ricerche motorie, Scuola universitaria di Scienze motorie, Università di Torino; Nina Serravite, Ruben Allois Università di Torino; Pietro Mazzei allenatore di weelchair METODOLOGIA DELL’ALLENAMENTO FOTO AUCELLO MARIO