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Antonio Urso
con il contributo di
Pasquale Bellotti e Francesco Riccardo
ALLENARE LA FORZA
NEI GIOVANI
Perché il passato ci ha tratto in inganno?
22 ALLENARE LA FORZA NEI GIOVANI
Titolo e, in parte, contenuto di questo capi-
tolo introduttivo riflettono titolo, contenuto
e messaggio dell’introduzione al numero 24
della rivista “Strength & Conditioning. Per
una scienza del movimento dell’uomo”, or-
gano tecnico-scientifico ufficiale della FIPE.
Allora detti volutamente un carattere peren-
torio alle affermazioni, era necessario farlo;
qui lo rifaccio, ne abbiamo ancora bisogno.
Fino a qualche tempo fa, a titolare un articolo
con una frase così assertiva, addirittura con
l’affermazione che i giovani “devono” (si badi
bene al verbo: “devono” viene detto e non:
“possono”) allenarsi con i sovraccarichi si sa-
rebbe rischiato forse anche l’incolumità fisi-
ca da parte di numerosi (purtroppo davvero
tanti) addetti ai lavori, a tal punto era radicata
la credenza che questa particolare tipologia
di allenamento fosse non solo gravata - di-
cevano, dicono - da numerosi svantaggi, ma
qualche volta addirittura da danni e di tipo
irreparabile.
Basta pensare che si associava all’allenamen-
to con i sovraccarichi anche il delicato proble-
ma della possibile interferenza con la crescita
di statura: sollevare carichi avrebbe potuto
non consentire, in buona sostanza, una cre-
scita normale. Questi problemi ovviamente
erano riferiti ai soli bambini maschi, dal mo-
mento che non ci si poneva neanche il pro-
blema che una bambina potesse allenarsi con
i sovraccarichi.
PERCHÉ I GIOVANI
DEVONO ALLENARSI
CON I SOVRACCARICHI
44
CAPITOLO 2
Basi biologiche e allenamento Dei bambini e degli adolescenti
ALLENARE LA FORZA NEI GIOVANI
Una corretta proposta motoria in età infan-
tile e giovanile non può prescindere da una
adeguata conoscenza delle leggi biologiche
e fisiologiche dell’accrescimento, nonché dei
principi psico-pedagogici e metodologici, sia
nel momento in cui è d’obbligo fissare obiet-
tivi, contenuti, mezzi e metodi, sia ogniqual-
volta si rende necessario stabilire dei limiti.
Intanto, va subito detto che i bambini e gli
adolescenti, per uno sviluppo psico-fisico
completo ed il più armonico possibile, hanno
bisogno di una grande quantità di movimen-
to.
I bambini in genere controllano autonoma-
mente questo bisogno, poiché posseggono
naturalmente (ed esprimono senza remore)
un grande impulso a muoversi, un istintivo
bisogno di essere in movimento.
Rispetto a quella degli adulti, la grande atti-
vità di movimento dei bambini va ricondotta,
da un lato, al predominio di impulsi cerebrali
soprattutto da parte del cosiddetto globo del
pallido1
, dall’altro, al fatto che gli sforzi col-
legati al movimento vengono percepiti dai
bambini come minori rispetto alla maniera in
cui vengono percepiti dagli adulti (figura 2.1).
Basi biologiche
e allenamento
dei bambini
edegliadolescenti
88
CAPITOLO 3
Persona,personalità,processidiapprendimentoerelazioniumanenell’allenamentodeigiovani
ALLENARE LA FORZA NEI GIOVANI
Nel periodo che va dall’infanzia all’adolescenza, lo
sport dovrebbe assolvere ad importanti funzioni
educative e consentire ai giovanissimi di “cresce-
re” in un contesto sociale sano, che consenta loro
di esprimere le potenzialità innate in un ambito
relazionale nel quale il risultato finale non dovreb-
be essere “una medaglia”, bensì la crescita e il be-
nessere psico-fisico.
Purtroppo, un grande problema è, come sempre,
rappresentato dagli “adulti”, soprattutto negli
ambienti sportivi altamente competitivi nei quali
il risultato sembra rappresentare il solo obiettivo
possibile, senza lasciare nulla, o quasi nulla, al
gioco, al divertimento tout court; proprio in que-
sto caso l’annoso dilemma della specializzazione
precoce dei giovanissimi sembra essere irrisolto,
malgrado le ricerche diano indicazioni precise
sulla assoluta bontà di una attività ludico-motoria
preminente in alcune fasce di età. È stato scritto
tanto sugli aspetti psicologicamente devastanti
Persona,personalità,
processidiapprendimento
erelazioniumane
nell’allenamento
deigiovani
132
CAPITOLO 4
L’allenamento e lo sviluppo della forza nei bambini e nei giovani
ALLENARE LA FORZA NEI GIOVANI
Mi sembra assai giusto ed efficace iniziare questo
capitolo con alcune considerazioni fatte da noti e
accreditati ricercatori. La prima considerazione fu
proposta da Kramer e Fleck nel 2005: personal-
mente la trovo oltremodo significativa per intro-
durre l’importante argomento dell’allenamento
della forza nei bambini. Così scrivevano quegli
Autori:
“(…) per molti anni erano in pochi a credere che
un allenamento contro resistenze potesse miglio-
rare la forza dei bambini. Allenatori e insegnanti
credevano che i bambini diventassero più forti con
il crescere dell’età e che l’allenamento della forza
fosse destinato solo agli atleti di maggiore età (…).
Di fatto, i bambini possono trarre benefici da un
programma di allenamento della forza corretta-
mente progettato e adeguato alla loro età (…)”.
La seconda considerazione è una presa di posizio-
ne derivata da osservazioni scientifiche e si deve
a Weineck, in un lavoro del 2003 che così recita:
“…un allenamento della forza, finalizzato ed ade-
guato all’età è assolutamente necessario come
prevenzione dei difetti posturali o per il migliora-
mento della prestazione sportiva…”.
Già nel 1998, comunque, Ehlenz et al. sosteneva-
no che “(…) secondo le affermazioni scientifiche e
da quanto appare nella pratica, l’inizio dell’allena-
bilità della forza si situa tra i 7 e 9 anni di vita (…)”.
Proviamo ora, per quanto ci riguarda, a distri-
carci all’interno di questo complesso e per nul-
la scontato mondo dell’allenamento della forza
giovanile.
L’allenamento
elosviluppodellaforza
neibambinieneigiovani
186
CAPITOLO 5
Strategie sull’allenamento giovanile: qualcosa su cui riflettere
ALLENARE LA FORZA NEI GIOVANI
La figura dell’allenatore gioca un ruolo di rile-
vante importanza nelle vicende sportive, sia
per quanto riguarda l’effettiva opera che egli
può svolgere nel perfezionare un atleta, o un
gruppo di atleti, sia per la risonanza che la
sua attività determina negli ambienti diretta-
mente coinvolti (società sportive, federazioni,
Comitato Olimpico), sia in quelli collaterali
allo sport: pubblico, media, social network. A
seconda delle discipline sportive poi, ci sono
allenatori maggiormente esposti al pubblico
giudizio, come nel calcio per esempio, ed altri,
soprattutto delle discipline sportive considera-
te “minori”, meno esposti. In ogni condizione,
un allenatore rimane comunque il baricentro
di varie dimensioni che lo sport comporta:
non solo la preparazione atletica, tecnica,
tattica, strategica, ma anche il mantenimento
di equilibri con la società, con la federazione
sportiva di appartenenza, con la stampa, con
le famiglie degli atleti, con lo staff che lo coa-
diuva e così via. Proprio per questa importan-
te, fondamentale centralità che ricopre, esse-
re allenatore- oggi così come in passato- esige
una preparazione assai vasta che attraversa
ambiti di conoscenza trasversale: da materie
in ambito medico a quelle matematiche sta-
tistiche, della comunicazione e così via, al fine
di creare un pensiero critico funzionale ai pro-
cessi organizzativi e alla lettura dei risultati,
siano essi positivi oppure negativi, fenomeni
tutti di grandissima complessità.
Strategiesull’allenamento
giovanile:qualcosa
sucuiriflettere
204
CAPITOLO 6
La formazione dei tecnici dei settori giovanili
ALLENARE LA FORZA NEI GIOVANI
Mi sono interrogato più e più volte su cosa
fosse necessario per formare un tecnico
sportivo moderno, capace di esprimere com-
petenze utili e funzionali in questo contesto
storico, abile a dare risposte alle domande
che lo sport di oggi (e certo di domani) ri-
chiede. Ho dibattuto confrontandomi con
diversi colleghi e in particolare con colo-
ro i quali mi hanno supportato a realizzare
questo libro: il Prof. Pasquale Bellotti che
lo sport italiano lo conosce assai bene e da
molto tempo, e il Dr. Francesco Riccardo,
cercando di incastonare i nostri punti di vi-
sta e le nostre esperienze, al fine di: a) defi-
nire (tentando di dare un confine al proble-
ma) il processo di formazione di un tecnico
sportivo; b) capire se la formazione di un
tecnico fosse paragonabile ad un cammino.
Quindi le domande cruciali sembrerebbero
legate a quale tipo di cammino e, con ciò,
quale la strada da intraprendere.
A voler battere, per logica, attraverso un ap-
proccio il più razionale possibile, le strade
esistenti, quelle che il Paese pone davanti, si
arriva dritti dritti a chi è il deputato per eccel-
lenza al riconoscimento della figura di quadro
tecnico più titolato: il Ministro dell’Istruzione,
quindi chi autorizza a riconoscere la laurea in
Scienze motorie. Ci imbattiamo quindi in una
pagina web1
dello stesso Ministero dove sono
descritti missione e funzione dello stesso e la
discussione si fa ancora più densa e intensa.
Per usare le parole di Fabrizio De André, nel
brano “Dolcenera”, “la lotta si fa scivolosa e
Laformazionedeitecnici
deisettorigiovanili
1. http://www.miur.gov.it/web/guest/missione-e-funzione.
236
CAPITOLO 7
La pesistica scolastica
ALLENARE LA FORZA NEI GIOVANI
I giovani e la pesistica. È da sempre stato un
argomento caro al movimento pesistico ita-
liano. Da anni preoccupati di trovare argo-
menti scientificamente comprovati per con-
trobattere ad una diffusa ignoranza, qualche
volta accompagnata anche dall’arroganza del
non sapere (quella più diffusa ed anche la
peggiore!), gli Organi Federali sono stati ob-
bligati a cercare soluzioni che permettessero
la più ampia diffusione della disciplina così
come della più penetrante cultura sull’argo-
mento: i giovani e i sovraccarichi.
La realtà vista dalla parte di chi da anni racco-
glie dati sulla pesistica è che, di fatto, si è po-
tuto constatare che i giovani praticanti que-
sta disciplina non hanno mai fatto registrare
problematiche dirette o indirette rispetto a
quanto affermato da “pseudodetentori del
sapere”, che hanno stigmatizzato lo sport
della pesistica giovanile come inadatto, anzi
dannoso per i giovani.
Giovani che, in molti casi, questi sedicenti
esperti non hanno mai allenato e che al limi-
te potrebbero solo aver visto in allenamento:
magari allenamento, beninteso con i sovrac-
carichi, di un solo ragazzo o ragazza.
Ecco tutta la conoscenza che i più sono in gra-
do di sfoggiare.
Il primo congresso internazionale sul tema
della pesistica giovanile fu organizzato pro-
prio in Italia dall’allora FILPJ (Federazione Ita-
liana Lotta Pesi e Judo) a Montecatini tra il 28
e il 29 aprile del 1990.
Il titolo dato fu veramente avveniristico, una
proiezione interessante che invitava tutti ad
una riflessione importante ed approfondita
sul tema: “Uno sport antico per i giovani del
2000”.
Lapesisticascolastica
264
CAPITOLO 8
La pesistica giovanile
ALLENARE LA FORZA NEI GIOVANI
La pesistica giovanile rappresenta, anche se
non sempre purtroppo si verifica, il passo
successivo a quello della pesistica scolastica.
Quando questi due passaggi temporalmente
si allineano, specialmente con le fasce di età
tipiche della pesistica giovanile, 14-17 anni,
si guadagna del tempo prezioso che permet-
te di omettere tutta la fase di iniziazione dei
fondamentali tecnici a favore di esercitazioni
che tendono a riadattare la tecnica prima ac-
quisita a tutti quei cambiamenti fisici e antro-
pometrici che si evidenziano con particolare
rilevanza, nell’arco temporale della pubertà.
Già la crescita in altezza richiede dei riadat-
tamenti della tecnica non indifferenti. La
tecnica necessita di opportuni adeguamenti,
anche quando comincia a migliorare la forza
massimale, e considerando (così come antici-
pato nel capitolo quattro) che un anno circa
dopo il picco di crescita nei maschi e circa sei
mesi dopo nelle donne, è possibile comincia-
re ad allenare la forza massimale. Il migliora-
mento di questo parametro influisce ancora
una volta sulla tecnica degli esercizi olimpici. I
tempi di apprendimento, invece, si allungano
se la pesistica la si comincia omettendo i pas-
saggi iniziali favoriti dalla pesistica scolastica.
In molti mi chiedono, spesso, quale sia l’età
migliore per cominciare la pesistica e buo-
na parte tra questi (spesso anche gente di
sport), rimane totalmente meravigliata quan-
do rispondo: “prima possibile! La pesistica va
cominciata prima possibile”; specialmente
se questo sarà lo sport scelto da una ragaz-
za o da un ragazzo per il futuro. La ragione
di un inizio precoce sta proprio nella neces-
sità di sviluppare tutte quelle caratteristiche
motorie di coordinazione intermuscolare ed
intramuscolare, flessibilità e mobilità artico-
lare, propriocezione ed enterocezione, che
sono elementi tipici di qualunque sport con
un elevato tasso tecnico. Provate a pensare
alla difficoltà di far cominciare in tarda età ad
un bambino oppure ad una bambina che de-
siderano competere in sport come: ginnasti-
ca, tuffi, danza classica, karate, nuoto oppure
Lapesisticagiovanile
304
CAPITOLO 9
La valutazione nella pesistica giovanile
ALLENARE LA FORZA NEI GIOVANI
In ambito pesistico e non solo, in particola-
re nei settori giovanili, va ammesso, esiste
pochissima letteratura italiana e la poca esi-
stente è particolarmente datata. Come mai?
I tecnici della vecchia generazione, con molta
esperienza pratica, non avevano nessuna at-
titudine e nessun metodo nel raccogliere dati
e, in particolare, nell’elaborarli. Alcune consi-
derazioni, su alcune tematiche di allenamen-
to, si rendevano pubbliche attraverso scambi
di opinione tra gli stessi tecnici.
Faccio un esempio su tutti per far compren-
dere come questa assenza di metodo abbia
fatto perdere dati importanti in uno sport
come la pesistica. In questa disciplina, trat-
tandosi di uno sport basato su categorie di
peso, il controllo del peso personale è quasi
giornaliero.
Sarebbe bastato che ogni tecnico avesse avu-
to l’accortezza di costruire un foglio Excel,
per poter disporre oggi di dati antropome-
trici correlati con fasce d’età e provenienza
geografica di ragazzi e ragazze italiani. Questi
dati ci avrebbero aiutato, oggi, dopo anni di
raccolta, a comprendere meglio come sono
cresciuti e come sono cambiati i nostri ragazzi
rispetto alle generazioni passate e quale sa-
rebbe stata la linea di tendenza.
Questa apparentemente banale ricerca, in sé
facile da attuare, è purtroppo mancata e con
questa mancanza anche molti altri dati sono
stati omessi e, così, ignorati dall’attenzione
degli operatori di pesistica, come ad esem-
pio, insieme al peso, la misura dell’altezza e
altri dati antropometrici da poter correlare
con le prestazioni.
Lavalutazionenella
pesisticagiovanile
328
CAPITOLO 10
Perché il passato ci ha tratto in inganno?
ALLENARE LA FORZA NEI GIOVANI
Perché il passato ci ha tratto in inganno e
le modeste proposte per cambiare e per
prevenire: potremmo definire così le pa-
gine che seguono. Questo capitolo giunge
alla fine di un testo dai molteplici conte-
nuti. I lettori si aspettano conclusioni, pre-
se di posizione, riassunti ed integrazioni,
messaggi definitivi o, almeno, conclusivi
alla data odierna. Immagino, perciò, che
qualcuno resterà deluso nelle aspettative.
In questo capitolo, non viene detto nulla
di nuovo. Nulla, così intendo, che non si
sappia già. Nulla, però, che non sia oggi
così disatteso e per cui molti dovrebbero,
in questo Paese, vergognarsi (ed in moltis-
simi altri Paesi del mondo pure) e cercare
di porvi rapidamente rimedio. Qui, cioè in
queste pagine, non vengono consegnate
verità. Qui si ripete la verità, che proprio
per essere disattesa fa male e dovrebbe
invitare molti a riflettere e ad agire. Non
ci sono in queste pagine le ricette per ave-
re successo. Abbiamo una sola ricetta e la
proponiamo gratuitamente, soprattutto
perché già la possediamo tutti. Le verità
sono gli universali cui non possiamo abdi-
care e che per questo sono gratuiti: sono
già dentro di noi. Solo stupidamente e solo
criminalmente si può far finta di non ve-
derli, si può non aderirvi e si può omettere
di applicarli. Era però il caso di parlarne e
lo facciamo proprio qui, a mo’ di chiusu-
ra di testo. Da veri educatori, dobbiamo
fare solo il piccolo sforzo di tirare fuori
– da noi stessi questa volta – una verità
che per quanto è semplice più e più vie-
ne disattesa: da veri educatori, dobbiamo
mettere fine alla vergogna di una società
in cui un piccolo, un giovane, cioè un de-
bole, un fragile, non conta nulla e per lui
Perchéilpassato
cihatrattoininganno?
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Allenare la forza nei giovani di antonio urso

  • 1. Antonio Urso con il contributo di Pasquale Bellotti e Francesco Riccardo ALLENARE LA FORZA NEI GIOVANI Perché il passato ci ha tratto in inganno?
  • 2. 22 ALLENARE LA FORZA NEI GIOVANI Titolo e, in parte, contenuto di questo capi- tolo introduttivo riflettono titolo, contenuto e messaggio dell’introduzione al numero 24 della rivista “Strength & Conditioning. Per una scienza del movimento dell’uomo”, or- gano tecnico-scientifico ufficiale della FIPE. Allora detti volutamente un carattere peren- torio alle affermazioni, era necessario farlo; qui lo rifaccio, ne abbiamo ancora bisogno. Fino a qualche tempo fa, a titolare un articolo con una frase così assertiva, addirittura con l’affermazione che i giovani “devono” (si badi bene al verbo: “devono” viene detto e non: “possono”) allenarsi con i sovraccarichi si sa- rebbe rischiato forse anche l’incolumità fisi- ca da parte di numerosi (purtroppo davvero tanti) addetti ai lavori, a tal punto era radicata la credenza che questa particolare tipologia di allenamento fosse non solo gravata - di- cevano, dicono - da numerosi svantaggi, ma qualche volta addirittura da danni e di tipo irreparabile. Basta pensare che si associava all’allenamen- to con i sovraccarichi anche il delicato proble- ma della possibile interferenza con la crescita di statura: sollevare carichi avrebbe potuto non consentire, in buona sostanza, una cre- scita normale. Questi problemi ovviamente erano riferiti ai soli bambini maschi, dal mo- mento che non ci si poneva neanche il pro- blema che una bambina potesse allenarsi con i sovraccarichi. PERCHÉ I GIOVANI DEVONO ALLENARSI CON I SOVRACCARICHI
  • 3. 44 CAPITOLO 2 Basi biologiche e allenamento Dei bambini e degli adolescenti ALLENARE LA FORZA NEI GIOVANI Una corretta proposta motoria in età infan- tile e giovanile non può prescindere da una adeguata conoscenza delle leggi biologiche e fisiologiche dell’accrescimento, nonché dei principi psico-pedagogici e metodologici, sia nel momento in cui è d’obbligo fissare obiet- tivi, contenuti, mezzi e metodi, sia ogniqual- volta si rende necessario stabilire dei limiti. Intanto, va subito detto che i bambini e gli adolescenti, per uno sviluppo psico-fisico completo ed il più armonico possibile, hanno bisogno di una grande quantità di movimen- to. I bambini in genere controllano autonoma- mente questo bisogno, poiché posseggono naturalmente (ed esprimono senza remore) un grande impulso a muoversi, un istintivo bisogno di essere in movimento. Rispetto a quella degli adulti, la grande atti- vità di movimento dei bambini va ricondotta, da un lato, al predominio di impulsi cerebrali soprattutto da parte del cosiddetto globo del pallido1 , dall’altro, al fatto che gli sforzi col- legati al movimento vengono percepiti dai bambini come minori rispetto alla maniera in cui vengono percepiti dagli adulti (figura 2.1). Basi biologiche e allenamento dei bambini edegliadolescenti
  • 4. 88 CAPITOLO 3 Persona,personalità,processidiapprendimentoerelazioniumanenell’allenamentodeigiovani ALLENARE LA FORZA NEI GIOVANI Nel periodo che va dall’infanzia all’adolescenza, lo sport dovrebbe assolvere ad importanti funzioni educative e consentire ai giovanissimi di “cresce- re” in un contesto sociale sano, che consenta loro di esprimere le potenzialità innate in un ambito relazionale nel quale il risultato finale non dovreb- be essere “una medaglia”, bensì la crescita e il be- nessere psico-fisico. Purtroppo, un grande problema è, come sempre, rappresentato dagli “adulti”, soprattutto negli ambienti sportivi altamente competitivi nei quali il risultato sembra rappresentare il solo obiettivo possibile, senza lasciare nulla, o quasi nulla, al gioco, al divertimento tout court; proprio in que- sto caso l’annoso dilemma della specializzazione precoce dei giovanissimi sembra essere irrisolto, malgrado le ricerche diano indicazioni precise sulla assoluta bontà di una attività ludico-motoria preminente in alcune fasce di età. È stato scritto tanto sugli aspetti psicologicamente devastanti Persona,personalità, processidiapprendimento erelazioniumane nell’allenamento deigiovani
  • 5. 132 CAPITOLO 4 L’allenamento e lo sviluppo della forza nei bambini e nei giovani ALLENARE LA FORZA NEI GIOVANI Mi sembra assai giusto ed efficace iniziare questo capitolo con alcune considerazioni fatte da noti e accreditati ricercatori. La prima considerazione fu proposta da Kramer e Fleck nel 2005: personal- mente la trovo oltremodo significativa per intro- durre l’importante argomento dell’allenamento della forza nei bambini. Così scrivevano quegli Autori: “(…) per molti anni erano in pochi a credere che un allenamento contro resistenze potesse miglio- rare la forza dei bambini. Allenatori e insegnanti credevano che i bambini diventassero più forti con il crescere dell’età e che l’allenamento della forza fosse destinato solo agli atleti di maggiore età (…). Di fatto, i bambini possono trarre benefici da un programma di allenamento della forza corretta- mente progettato e adeguato alla loro età (…)”. La seconda considerazione è una presa di posizio- ne derivata da osservazioni scientifiche e si deve a Weineck, in un lavoro del 2003 che così recita: “…un allenamento della forza, finalizzato ed ade- guato all’età è assolutamente necessario come prevenzione dei difetti posturali o per il migliora- mento della prestazione sportiva…”. Già nel 1998, comunque, Ehlenz et al. sosteneva- no che “(…) secondo le affermazioni scientifiche e da quanto appare nella pratica, l’inizio dell’allena- bilità della forza si situa tra i 7 e 9 anni di vita (…)”. Proviamo ora, per quanto ci riguarda, a distri- carci all’interno di questo complesso e per nul- la scontato mondo dell’allenamento della forza giovanile. L’allenamento elosviluppodellaforza neibambinieneigiovani
  • 6. 186 CAPITOLO 5 Strategie sull’allenamento giovanile: qualcosa su cui riflettere ALLENARE LA FORZA NEI GIOVANI La figura dell’allenatore gioca un ruolo di rile- vante importanza nelle vicende sportive, sia per quanto riguarda l’effettiva opera che egli può svolgere nel perfezionare un atleta, o un gruppo di atleti, sia per la risonanza che la sua attività determina negli ambienti diretta- mente coinvolti (società sportive, federazioni, Comitato Olimpico), sia in quelli collaterali allo sport: pubblico, media, social network. A seconda delle discipline sportive poi, ci sono allenatori maggiormente esposti al pubblico giudizio, come nel calcio per esempio, ed altri, soprattutto delle discipline sportive considera- te “minori”, meno esposti. In ogni condizione, un allenatore rimane comunque il baricentro di varie dimensioni che lo sport comporta: non solo la preparazione atletica, tecnica, tattica, strategica, ma anche il mantenimento di equilibri con la società, con la federazione sportiva di appartenenza, con la stampa, con le famiglie degli atleti, con lo staff che lo coa- diuva e così via. Proprio per questa importan- te, fondamentale centralità che ricopre, esse- re allenatore- oggi così come in passato- esige una preparazione assai vasta che attraversa ambiti di conoscenza trasversale: da materie in ambito medico a quelle matematiche sta- tistiche, della comunicazione e così via, al fine di creare un pensiero critico funzionale ai pro- cessi organizzativi e alla lettura dei risultati, siano essi positivi oppure negativi, fenomeni tutti di grandissima complessità. Strategiesull’allenamento giovanile:qualcosa sucuiriflettere
  • 7. 204 CAPITOLO 6 La formazione dei tecnici dei settori giovanili ALLENARE LA FORZA NEI GIOVANI Mi sono interrogato più e più volte su cosa fosse necessario per formare un tecnico sportivo moderno, capace di esprimere com- petenze utili e funzionali in questo contesto storico, abile a dare risposte alle domande che lo sport di oggi (e certo di domani) ri- chiede. Ho dibattuto confrontandomi con diversi colleghi e in particolare con colo- ro i quali mi hanno supportato a realizzare questo libro: il Prof. Pasquale Bellotti che lo sport italiano lo conosce assai bene e da molto tempo, e il Dr. Francesco Riccardo, cercando di incastonare i nostri punti di vi- sta e le nostre esperienze, al fine di: a) defi- nire (tentando di dare un confine al proble- ma) il processo di formazione di un tecnico sportivo; b) capire se la formazione di un tecnico fosse paragonabile ad un cammino. Quindi le domande cruciali sembrerebbero legate a quale tipo di cammino e, con ciò, quale la strada da intraprendere. A voler battere, per logica, attraverso un ap- proccio il più razionale possibile, le strade esistenti, quelle che il Paese pone davanti, si arriva dritti dritti a chi è il deputato per eccel- lenza al riconoscimento della figura di quadro tecnico più titolato: il Ministro dell’Istruzione, quindi chi autorizza a riconoscere la laurea in Scienze motorie. Ci imbattiamo quindi in una pagina web1 dello stesso Ministero dove sono descritti missione e funzione dello stesso e la discussione si fa ancora più densa e intensa. Per usare le parole di Fabrizio De André, nel brano “Dolcenera”, “la lotta si fa scivolosa e Laformazionedeitecnici deisettorigiovanili 1. http://www.miur.gov.it/web/guest/missione-e-funzione.
  • 8. 236 CAPITOLO 7 La pesistica scolastica ALLENARE LA FORZA NEI GIOVANI I giovani e la pesistica. È da sempre stato un argomento caro al movimento pesistico ita- liano. Da anni preoccupati di trovare argo- menti scientificamente comprovati per con- trobattere ad una diffusa ignoranza, qualche volta accompagnata anche dall’arroganza del non sapere (quella più diffusa ed anche la peggiore!), gli Organi Federali sono stati ob- bligati a cercare soluzioni che permettessero la più ampia diffusione della disciplina così come della più penetrante cultura sull’argo- mento: i giovani e i sovraccarichi. La realtà vista dalla parte di chi da anni racco- glie dati sulla pesistica è che, di fatto, si è po- tuto constatare che i giovani praticanti que- sta disciplina non hanno mai fatto registrare problematiche dirette o indirette rispetto a quanto affermato da “pseudodetentori del sapere”, che hanno stigmatizzato lo sport della pesistica giovanile come inadatto, anzi dannoso per i giovani. Giovani che, in molti casi, questi sedicenti esperti non hanno mai allenato e che al limi- te potrebbero solo aver visto in allenamento: magari allenamento, beninteso con i sovrac- carichi, di un solo ragazzo o ragazza. Ecco tutta la conoscenza che i più sono in gra- do di sfoggiare. Il primo congresso internazionale sul tema della pesistica giovanile fu organizzato pro- prio in Italia dall’allora FILPJ (Federazione Ita- liana Lotta Pesi e Judo) a Montecatini tra il 28 e il 29 aprile del 1990. Il titolo dato fu veramente avveniristico, una proiezione interessante che invitava tutti ad una riflessione importante ed approfondita sul tema: “Uno sport antico per i giovani del 2000”. Lapesisticascolastica
  • 9. 264 CAPITOLO 8 La pesistica giovanile ALLENARE LA FORZA NEI GIOVANI La pesistica giovanile rappresenta, anche se non sempre purtroppo si verifica, il passo successivo a quello della pesistica scolastica. Quando questi due passaggi temporalmente si allineano, specialmente con le fasce di età tipiche della pesistica giovanile, 14-17 anni, si guadagna del tempo prezioso che permet- te di omettere tutta la fase di iniziazione dei fondamentali tecnici a favore di esercitazioni che tendono a riadattare la tecnica prima ac- quisita a tutti quei cambiamenti fisici e antro- pometrici che si evidenziano con particolare rilevanza, nell’arco temporale della pubertà. Già la crescita in altezza richiede dei riadat- tamenti della tecnica non indifferenti. La tecnica necessita di opportuni adeguamenti, anche quando comincia a migliorare la forza massimale, e considerando (così come antici- pato nel capitolo quattro) che un anno circa dopo il picco di crescita nei maschi e circa sei mesi dopo nelle donne, è possibile comincia- re ad allenare la forza massimale. Il migliora- mento di questo parametro influisce ancora una volta sulla tecnica degli esercizi olimpici. I tempi di apprendimento, invece, si allungano se la pesistica la si comincia omettendo i pas- saggi iniziali favoriti dalla pesistica scolastica. In molti mi chiedono, spesso, quale sia l’età migliore per cominciare la pesistica e buo- na parte tra questi (spesso anche gente di sport), rimane totalmente meravigliata quan- do rispondo: “prima possibile! La pesistica va cominciata prima possibile”; specialmente se questo sarà lo sport scelto da una ragaz- za o da un ragazzo per il futuro. La ragione di un inizio precoce sta proprio nella neces- sità di sviluppare tutte quelle caratteristiche motorie di coordinazione intermuscolare ed intramuscolare, flessibilità e mobilità artico- lare, propriocezione ed enterocezione, che sono elementi tipici di qualunque sport con un elevato tasso tecnico. Provate a pensare alla difficoltà di far cominciare in tarda età ad un bambino oppure ad una bambina che de- siderano competere in sport come: ginnasti- ca, tuffi, danza classica, karate, nuoto oppure Lapesisticagiovanile
  • 10. 304 CAPITOLO 9 La valutazione nella pesistica giovanile ALLENARE LA FORZA NEI GIOVANI In ambito pesistico e non solo, in particola- re nei settori giovanili, va ammesso, esiste pochissima letteratura italiana e la poca esi- stente è particolarmente datata. Come mai? I tecnici della vecchia generazione, con molta esperienza pratica, non avevano nessuna at- titudine e nessun metodo nel raccogliere dati e, in particolare, nell’elaborarli. Alcune consi- derazioni, su alcune tematiche di allenamen- to, si rendevano pubbliche attraverso scambi di opinione tra gli stessi tecnici. Faccio un esempio su tutti per far compren- dere come questa assenza di metodo abbia fatto perdere dati importanti in uno sport come la pesistica. In questa disciplina, trat- tandosi di uno sport basato su categorie di peso, il controllo del peso personale è quasi giornaliero. Sarebbe bastato che ogni tecnico avesse avu- to l’accortezza di costruire un foglio Excel, per poter disporre oggi di dati antropome- trici correlati con fasce d’età e provenienza geografica di ragazzi e ragazze italiani. Questi dati ci avrebbero aiutato, oggi, dopo anni di raccolta, a comprendere meglio come sono cresciuti e come sono cambiati i nostri ragazzi rispetto alle generazioni passate e quale sa- rebbe stata la linea di tendenza. Questa apparentemente banale ricerca, in sé facile da attuare, è purtroppo mancata e con questa mancanza anche molti altri dati sono stati omessi e, così, ignorati dall’attenzione degli operatori di pesistica, come ad esem- pio, insieme al peso, la misura dell’altezza e altri dati antropometrici da poter correlare con le prestazioni. Lavalutazionenella pesisticagiovanile
  • 11. 328 CAPITOLO 10 Perché il passato ci ha tratto in inganno? ALLENARE LA FORZA NEI GIOVANI Perché il passato ci ha tratto in inganno e le modeste proposte per cambiare e per prevenire: potremmo definire così le pa- gine che seguono. Questo capitolo giunge alla fine di un testo dai molteplici conte- nuti. I lettori si aspettano conclusioni, pre- se di posizione, riassunti ed integrazioni, messaggi definitivi o, almeno, conclusivi alla data odierna. Immagino, perciò, che qualcuno resterà deluso nelle aspettative. In questo capitolo, non viene detto nulla di nuovo. Nulla, così intendo, che non si sappia già. Nulla, però, che non sia oggi così disatteso e per cui molti dovrebbero, in questo Paese, vergognarsi (ed in moltis- simi altri Paesi del mondo pure) e cercare di porvi rapidamente rimedio. Qui, cioè in queste pagine, non vengono consegnate verità. Qui si ripete la verità, che proprio per essere disattesa fa male e dovrebbe invitare molti a riflettere e ad agire. Non ci sono in queste pagine le ricette per ave- re successo. Abbiamo una sola ricetta e la proponiamo gratuitamente, soprattutto perché già la possediamo tutti. Le verità sono gli universali cui non possiamo abdi- care e che per questo sono gratuiti: sono già dentro di noi. Solo stupidamente e solo criminalmente si può far finta di non ve- derli, si può non aderirvi e si può omettere di applicarli. Era però il caso di parlarne e lo facciamo proprio qui, a mo’ di chiusu- ra di testo. Da veri educatori, dobbiamo fare solo il piccolo sforzo di tirare fuori – da noi stessi questa volta – una verità che per quanto è semplice più e più vie- ne disattesa: da veri educatori, dobbiamo mettere fine alla vergogna di una società in cui un piccolo, un giovane, cioè un de- bole, un fragile, non conta nulla e per lui Perchéilpassato cihatrattoininganno? 1
  • 12. www.calzetti-mariucci.it Visita il nostro sito Collegandoti al sito puoi visionare nel dettaglio e acquista- re gli articoli (libri, video, dvd, riviste), grazie ad un sistema di ricerca semplice ed intuitivo. CATALOGO ON LINE Inoltre il sito è sempre aggiornato con sezioni specifiche di approfon- dimento su tutti gli argomenti più interes- santi legati allo sport, come eventi, convegni e corsi di aggiornamento. APPROFONDIMENTI Iscrivendoti e dando la preferen- za alla disciplina sportiva che più ti interessa potrai ricevere tutte le news al tuo indiriz- zo e-mail. NEWSLETTER libri,videoerivisteperlosportlibri,videoerivisteperlosport