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Intranet e la Enterprise 2.0

               La trasformazione della
              conoscenza aziendale da
                      tacita in esplicita

Fabio Castronuovo
Better Software Firenze 6 Maggio
Agenda


  1        Introduzione al KM

  2        Dal KM 1.0 al KM 2.0


  3        Web 2.0 ed Enterprise 2.0


  4        Le dimensioni dell’impresa


  5        Strategia di adozione Enterprise 2.0


  5        Gli Strumenti dell’Enterprise 2.0

Page  2
Una definizione del KM

 Operativamente, il km è un insieme di strumenti di gestione e di interventi abilitanti
   alla comunicazione e alla collaborazione, sulla cultura e sui comportamenti, a
   partire da una focalizzazione sulle pratiche di lavoro e allo scopo di creare un
    ambiente per favorire la creazione, lo scambio e il riutilizzo delle conoscenze
                          necessarie nei processi di lavoro.
     Competenze Persone       Organizzazione del Lavoro      Tecnologie di supporto
  Disegnare Knowledge         Emersione Best Practice      Strumenti che favoriscano
   Map aziendale                di organizzazione del         lo scambio, riutilizzo ed
                                lavoro                        approfondimento delle
  Individuare Knowledge
                                                              conoscenze aziendali
   Leader e centri di          Creazione di una cultura
   competenza                   di knowledge sharing         Network fra i vari centri di
                                supportata da processi        competenza aziendali che
                                aziendali                     fungono da veri e propri
                                                              Hub di connessione per
                                                              l’azienda




Page  3
Dai dati alla conoscenza

   La valorizzazione della conoscenza avviene attraverso l’abilitazione dell’impresa e dei suoi
stakeholder a “leggere dati e informazioni” e a trasformarli in conoscenza utile al perseguimento
                                  dei propri obiettivi di business
                    Applicazione Conoscenza
                      Generazione Valore




                                                     Conoscenza
                       Elaborazione
             e
             lor
           Va




                                                     Informazioni
                   Organizzazione Dati

                                                     Dati


                     Raccolta dati
Page  4
Il ciclo di vita della conoscenza

                 Elevato
Impatto Futuro




                                                      Elevato

                               Impatto sul Business
        Page  5
La spirale della conoscenza
                                                               a
                                                                   Conoscenza esplicita
                               Conoscenza tacita

                                                                          Esternalizzazione
                              Socializzazione


           Conoscenza
           tacita

    da


           Conoscenza
           esplicita

                            Internalizzazione                                  Combinazione
  La creazione della conoscenza è un processo continuo di interazioni dinamiche fra conoscenza tacita ed
 esplicita. I quattro modi della conversione della conoscenza interagiscono nella spirale della creazione della
   conoscenza. La spirale diventa più grande dimensionalmente con l'alzarsi dei livelli organizzativi e può
                             innescare nuove spirali di creazione della conoscenza
Page  6
Il Km a supporto del Business

       • Archiviazione e condivisione di documenti
         (es. strumenti di document management, memorie tecniche, società di
         progettazione e consulenza)

       • Condivisione delle pratiche di lavoro a partire dai processi
         (es. best practices di Texas Instruments)

       • Organizational identity, porta unica di accesso ai servizi e alle
         informazioni aziendali
         (es. intranet e portali, Etnoteam, Gillette, Ford)

       • Gestione e condivisione di conoscenze con i fornitori e i clienti
         (es. extranet, sistemi di customer knowledge management)




Page  7
Il Km a supporto del Business

       • Creazione e condivisione di conoscenza “non strutturata”a
         supporto delle comunità di pratiche
         (es. forum di discussione)

       • Ambienti di apprendimento
         (es. e-learning, Corporate University)

       • Case and risk management
         attivazione di reti di esperti dispersi geograficamente (es. ambienti di
         incontro virtuale, British Petroleum)

       • Ambienti di lavoro on line
         in cui le conoscenze e le risorse necessarie siano contestualizzate
         ai processi di lavoro (es. desktop, customer care)

       • Condivisione di conoscenze in ambienti sociali
         (es. large screens)


Page  8
Agenda


  1        Introduzione al KM


  2        Dal KM 1.0 al KM 2.0

  3        Web 2.0 ed Enterprise 2.0


  4        Le dimensioni dell’impresa


  5        Strategia di adozione Enterprise 2.0


  5        Gli Strumenti dell’Enterprise 2.0

Page  9
KM 1.0 Vs KM 2.0



                KM 1.0             KM 2.0
  Portali informativi
                                      Wiki
  Data base
                          Blog
  Sistemi documentali
                                 Social network
  Ontologie e dizionari
  controllati
                                            Ranking
                          Tagging

                          Social bookmarking



Page  10
Obbiettivi del KM 2.0

Catturare l’intelligenza collettiva
     •Facilitare l’auto-formazione

     •Supportare i network già esistenti

     •Facilitare le relazioni professionali trasversali

     •Supportare la collaborazione informale

     •Mettere a fattor comune l’innovazione locale

     •Condividere il sapere diffuso

     •Aumentare la produzione di “sapere dal basso”

     •Rendere visibili i comportamenti emergenti

Page  11
Parole chiave del KM 2.0

IDENTITA’
   Pensare alle persone e non alle funzioni
   Valorizzare i contributi individuali differenziandoli tra loro
   Associare i contenuti alle persone che li hanno prodotti
   Dare risalto ai tratti personali sia fuori che dentro l’ambito lavorativo
RELAZIONI
   ogni contenuto è mediato da un rapporto tra persone
   E facile entrare in contatto rispetto alle proprie appartenenze professionali ed
   extra professionali
   Nel tempo si creano diversi network informali di persone che collaborano
VISIBILITA’ DECISA DAL BASSO
    Apertura ai contenuti emergenti (più utili, più pertinenti, migliori)
RICONOSCIMENTO
   Dare visibilità agli autori dei contenuti migliori
   Dare agli utenti la possibilità di definire quali sono i contenuti migliori
   Valorizzare i talenti che si manifestano all’interno del processo di crescita
   complessiva
SERENDIPITY
   Trovare qualcosa mentre stai cercando altro

Page  12
La intranet come strumento di KM

…. Alcune definizioni dal passato…
                                                                                     Gruppo di applicazioni
                                      Infrastruttura che
                                                                                     informatiche integrate
                                      supporta applicazioni
                                                                                     destinate a fornire
                                      di business in
                                                                                     supporto al
                                      grado di risolvere
                                                                                     collaborative work…
                                      problemi o creare
                                                                                     substrato tecnologico
                                      Opportunità.
                                                                                     destinato a permettere
                                      …funge da interfaccia
                                                                                     un reale ed efficace
                                      Per i dipendenti ai
                                                                                     Knowledge Management
                                      Processi aziendali



                 1994                        1999                  2000 World               2004
                W. Safire                 Gartner Group          Wide Corporation      Francesco Varanini



            Insieme composto                                  Piattaforma in grado
            da una rete aziendale                             ci consegnare
            protetta…e dall’insieme                           le informazioni
            di applicazioni che                               necessarie a
            Attraverso e su di essa
                                                              tutti i dipendenti
            Vengono eseguite
                                                              per migliorare
            Sfruttando le
                                                              il loro lavoro
            tecnologie tipiche
            dell’internetworking

            .

Page  13
Intranet 2.0 come Virtual WorkSpace




Page  14
Intranet 2.0



             Intranet 1.0                 Intranet 2.0
  Rigidita’ e controllo        Flessibilita’ ed apertura
  Difficolta d’utilizzo        Facilita’ d’uso
  Scarsi aggiornamenti         Aggiornamenti continui
  Poca personalizzazione       Max Personalizzazione
  Approccio Top Down           Approccio Bottom Up
  Alti costi di manutenzione   Bassi costi di Manutenzione
  Noia                         Divertimento




Page  15
Intranet 2.0 – Strumenti e Strategie



             Intranet 1.0                  Intranet 2.0
  Corporate News                 Submit News
  Executive Speech               Executive Blog
  Taxonomy                       Folksonomy
  Quick Polls                    Discussion Forums
  CMS                            Wikis
  Directories (A-Z)              Tagging
  Sticky Content                 RSS




Page  16
Valorizzare l’identita’ nell’ Intranet 2.0

      •     Profili autocompilati di tutto il personale
            completi di elementi personali (Foto, hobby, ecc)

      •     Persone e non solo ruoli

      •     Associazione di ogni contenuto prodotto ad un profilo

      •     Possibilità di fare ricerche avanzate nei profili (cercando progetti,
            hobby, expertise)




Page  17
Relazioni Intranet 1.0 Vs 2.0




                                2.0
            1.0




Page  18
Visibilita’ e riconoscimento

                                      Visibilita’ dal basso
 Sono le persone a: Votare i contenuti, Commentare i contenuti
 Scaricare/ aggiungere contenuti ai Preferiti, Taggare i contenuti

                                   Riconoscimento Sociale
 Sistemi di rating distribuito per ogni contenuto generato
 Premiazione della continuità e della partecipazione
 Sistema di generazione/selezione/candidatura di esperti
 Aumento del ranking per gli autori dei contenuti migliori
 Crescita progressiva di visibilità delle persone
 Riconoscimenti simbolici nel sito

                                   Questione di Serendipity
  Ogni oggetto è collegato ad altri oggetti
  Ogni oggetto è raggiungibile da percorsi diversi
  Ogni oggetto è classificato in molti modi
Page  19 oggetto è collegato a un autore
  Ogni
  Ogni oggetto è filtrato, votato, ripubblicato da altri
Agenda


  1         Introduzione al KM


  2         Dal KM 1.0 al KM 2.0


  3         Web 2.0 ed Enterprise 2.0

  4         Le dimensioni dell’impresa


  5         Strategia di adozione Enterprise 2.0


  5         Gli Strumenti dell’Enterprise 2.0

Page  20
Enterprise 2.0

Definizione Wikipedia 2007

                                             Enterprise 2.0



                                 Il termine Enterprise 2.0 descrive un
                                    insieme di approcci organizzativi e
                                  tecnologici orientati all’abilitazione di
                                  nuovi modelli organizzativi basati sul
                                         coinvolgimento diffuso, la
                                       collaborazione emergente, la
                                   condivisione della conoscenza e lo
                                 sviluppo e valorizzazione di reti sociali
                                  interne ed esterne all’organizzazione
                             .




Page  21
L’Enterprise 2.0 e’ …..



        Social Enterprise            Open Enterprise            Adaptive Enterprise
  • Creazione di nuovi                                        Flessibilità e
    schemi di collaborazione,                                  riconfigurabilità nella
    condivisione della                                         gestione dei processi
    conoscenza, gestione                                       aziendali
    delle relazioni




                                 Allargamento e apertura
                                  dei confini del Virtual
                                  workspace in termini di
                                  modalità di accesso e di
                                  attori esterni.



Page  22
L’impresa a rete

•Nodi
•Connessioni
•Strutture
•Proprietà operative




Il Web 2.0 è
la piattaforma abilitante
Il “luogo non luogo”
dove vivono le imprese…

                            * Vedi Bibliografia
Page  23
Progettare comunita’ efficaci


     •      Obiettivi della comunità: a che serve?
     •      I benefici e il valore per i partecipanti
     •      Le attività e i processi tipici in relazione al ciclo di vita
     •      I ruoli all’interno delle comunità: chi guida, chi coordina, chi partecipa?
     •      Le regole di partecipazione
     •      Gli spazi reali e virtuali di esistenza
     •      I meccanismi di integrazione con le altre componenti organizzative




Page  24
Comunita’ e Social Network Analysis


     Nel progettare e gestire una Comunità è impossibile prescindere dall’analisi
     delle reti sociali.

     La SNA ci aiuta a capire non solo come la rete di relazioni influenzi il
     comportamento on line ma anche come coltivare la Comunità per garantire la
     rispondenza con gli obiettivi di business




    La social network analysis (SNA), ovvero analisi dei reticoli sociali (a volte detta anche network theory, teoria
    della rete), è un ramo della network analysis. Si tratta di una recente metodologia di analisi delle relazioni sociali
    sviluppatasi a partire dai contributi di Jacob Levi Moreno, il fondatore della sociometria, scienza che analizza le relazioni
    interpersonali.



Page  25
Pattern e KPI di Network Efficaci


   •        Connessioni tra persone accomunate per carattetistiche
            individuali, esigenze, obiettivi
   •        Connessioni tra individui e gruppi differenti
   •        Diversi percorsi tra ogni coppia di persone
   •        Reti gerarchiche con alcuni nodi molto più importanti di altri
   •        Non sempre connessioni dirette ma neanche un numero
            eccessivo di passaggi intermedi




Page  26
Pattern e KPI di Network Efficaci


   •        Connessioni tra persone accomunate per carattetistiche
            individuali, esigenze, obiettivi
   •        Connessioni tra individui e gruppi differenti
   •        Diversi percorsi tra ogni coppia di persone
   •        Reti gerarchiche con alcuni nodi molto più importanti di altri
   •        Non sempre connessioni dirette ma neanche un numero
            eccessivo di passaggi intermedi




Page  27
La tendenza naturale delle reti

Legge di gravitazione universale delle reti

                   Le persone simili si attirano
     Attrazione    Quelli che si attirano alla fine si connettono



                   Insieme frammentato di reti coese al proprio interno
      Grouping     Poco diversificate e chiuse verso l’esterno


                   Ottimo modo per lavorare insieme in un singolo gruppo
                   Pessimo modo creare innovazione, migliorarsi,
    Networking
                   scambiare idee, connettere parti diverse




Page  28
Enterprise Network – 1. Gruppi Dispersi

    piccoli gruppi nati dagli interessi dei singoli, generalmente disconnessi,
                  deboli e spesso poco produttivi per l’azienda




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Enterprise Network – 2. Un solo hub fra
gruppi
  piuttosto che sperare che gruppi dispersi si scontrino per caso, un network weaver crea di
 proposito delle interazioni tra di loro. Questo hub ha le competenze, l’energia e la visione per
                                  stimolare gli scambi tra i gruppi




Page  30
Enterprise Network – 3. Hub distribuiti

  Avere un unico hub è estremamente rischioso perchè potere e vulnerabilità sono concentrati in una sola
   persona. Il compito del network weaver è allora capire le necessità/competenze/interessi dei gruppi e
 connettere direttamente gli individui che possono aiutarsi. Vengono di fatto allevati nuovi network weaver,
  mentre l’hub originale diventa un network facilitator mantenendo principalmente legami dormienti verso i
 gruppi di partenza. Tanti hub garantiscono la scala, la robustezza, l’impatto e la portata della community




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Enterprise Network – 4. Modello Centro
Periferia
                                         Superate le battaglie politiche
                                         e organizzative tra i diversi
                                         gruppi, spesso dopo anni di
                                         network weaving, alcuni dei
                                         legami deboli (in grigio
                                         nell’immagine precedente) tra
                                         persone e cluster tendono a
                                         rafforzarsi fino a portarci allo
                                         stadio finale: la struttura core-
                                         periphery. Qui esiste un
                                         nucleo di legami forti tra
                                         membri che consentono
                                         innanzitutto al gruppo di
                                         funzionare, lavorare,
                                         intraprendere azioni. Al
                                         contrario la periferia è
                                         animata da legami deboli
                                         (verso il core e verso il fuori),
                                         ma è ugualmente necessaria
                                         nel monitorare l’ambiente
                                         esterno, garantire diversità ed
                                         idee fresche.
Page  32
                                         .
Agenda


  1         Introduzione al KM


  2         Dal KM 1.0 al KM 2.0


  3         Web 2.0 ed Enterprise 2.0


  4         Le dimensioni dell’impresa

  5         Strategia di adozione Enterprise 2.0


  5         Gli Strumenti dell’Enterprise 2.0

Page  33
Le dimensioni dell’impresa



                  CLIENTI


             MISSIONE E VISIONE

                STRATEGIE

                 PROCESSI

              ORGANIZZAZIONE

                 PERSONE

                TECNOLOGIE

            COMUNICAZIONE E KM

Page  34
Le dimensioni dell’impresa


                     CLIENTI

   • Chiedono esperienze e servizi, non solo prodotti
    Chiedono personalizzazione dell’offerta e della relazione
    Confrontano tutto e ovunque
    Provano tutto
    Parlano on line delle offerte, dei fornitori, dei prezzi, della loro esperienza…
    ….
   Quali possibili soluzioni:
              - analizzare e progettare la customer experience
              - progettare le customer communities (spazi on line e fisici)
              - co-design
              - viral marketing strategies
              - ….

Page  35
Le dimensioni dell’impresa


     MISSIONE VISIONE E STRATEGIE


   Web 2.0: questo sconosciuto…
   Incoerenza tra strategia aziendale, visione, missione e competenze realmente esistenti
    (conoscenze, capacità e attitudini…)
   Reattività e poca proattività
   Poca Internet Presence Strategy
   ….


  Quali possibili soluzioni:
             - progettare congiuntamente strategia, organizzazione e persone
             - valutare le opportunità del Web 2.0
             - partnership, co-branding, networking, cross-linking: fare rete
             - Blue Ocean Strategy

Page  36
Le dimensioni dell’impresa


                    PROCESSI


      • E-Process (e-commerce, e-banking, e-learning, e-payment…ecc ecc)
       Responsabilità e operations distribuite nella rete
       Cuncurrent processes (es. acquisto e pagamento on line, comunicazione, invio
        ticket…ecc ecc)
       Processi di servizio: ascolto, assistenza via chat, co-browsing, tracking iter
        procedure/spedizioni, web-based customer service…
       ….


      Quali possibili soluzioni:
                 - progettare i processi partendo dal cliente
                 - coinvolgere il cliente e i partner nei processi
                 - progettare i servizi di caring e il service management
                 - usabilità dei siti web e delle interfacce uomo-macchina
Page  37
Le dimensioni dell’impresa


            ORGANIZZAZIONE

  • Virtual Teams composti da “professionisti in azienda”
   Strutture latenti: comunità professionali e gruppi
   Indebolimento delle catene gerarchiche e degli “organigrammi”
   Organizzazioni senza confini e “a rete”
   Organizzazioni “knowledge-based”
   ………




  Quali possibili soluzioni:
            - analizzare e progettare le microstrutture per lo sviluppo dei “lavoratori della
     conoscenza”
             - riconoscere e sviluppare le “Knowledge Communities” e le strutture      latenti
             - analizzare e progettare le reti partendo dal valore generato

Page  38
Le dimensioni dell’impresa

                PERSONE

  • Social and professional communities on line
   On line recruiting e trasparenza
   Mestieri “nuovi” privi di un ruolo professionale di riferimento (es. web presence designer,
    moderatore community, tutor on line…)
   Sistemi di gestione delle persone logori e obsoleti (competenze, pesatura dei jobs,
    modelli formativi tradizionali…ecc ecc)
   Ricambio generazionale e confronto tra generazioni
   Multidisciplinarietà e multiculturalità, multiappartenenza
   ….
  Quali possibili soluzioni:
             - allineare i modelli e i sistemi HR alla realtà
             - progettare ruoli professionali e percorsi di sviluppo
             - progettare percorsi di apprendimento con modalità emergenti
            - aging: facilitare la contaminazione tra generazioni e supportare il    ricambio
                                                                                             39
     generazionale nelle imprese grandi, piccole, medie…
Page  39
             - talent management
Le dimensioni dell’impresa


              TECNOLOGIE


   Web 2.0 tools
   Opensource
   Social Networking Applications (…Linkedin, MySpace like…)
   System integration e data management/processing
   ….


  Quali possibili soluzioni:
             - Sistemi aperti e interoperabilità
             - Soluzioni di Integrated Knowledge and Information Management
             - Service Oriented Architecture
             - Business Process Management Systems
             - Progetti pilota (“start simple”)
Page  40
Le dimensioni dell’impresa


            COMUNICAZIONE E KM

  • Lavoro knowledge-based diffuso nei servizi e nella produzione
   Comunicazione pervasiva e multicanale
   Conoscenza in rete distribuita e condivisa con l’esterno dell’impresa
   Information Overload
   ….




  Quali possibili soluzioni:
              - Knowledge Blogs e Knowledge Communities
              - eMail and Communication Policies
              - Filtering tools
              - Strategie di Comunicazione esterna ed organizzativa

Page  41
Sperimentazioni su Enterprise 2.0

Campione definitivo di 70 imprese*


            Sistemi informativi                                                   63

                     Marketing                                               45

                 Commerciale                                            42

   Comunicazione Interna                                           38

              Risorse Umane                                   28

            Customer Service                             25

        Ricerca e Sviluppo                          17

Operations e Produzione                        12



               *Fonte Osservatorio Enterprise 2.0
Page  42
Agenda


  1         Introduzione al KM


  2         Dal KM 1.0 al KM 2.0


  3         Web 2.0 ed Enterprise 2.0


  4         Le dimensioni dell’impresa 2.0


  5         Strategia di adozione Enterprise 2.0

  5         Gli Strumenti dell’Enterprise 2.0

Page  43
Modello Top Down


                                              Spinta dal Senior Management


                                              Ma…
                       ROI


        MANAGEMENT                CANGHE
        LEADERSHIP               READINESS
                                               Difficile determinare il ROI di un’attività
                                                sconosciuta
                     CULTURE



            TRUST                              I Senior Manager capiscono la portata
                                INTERACTION
                                                del fenomeno web 2.0?
                     IDENTITY




Page  44
Modello Bottom Up



                                              Spinta dai gruppi di utenti


                       ROI
                                              Ma…
        MANAGEMENT                CANGHE
        LEADERSHIP               READINESS
                                               Difficile portare avanti iniziative non
                                                legate ad obiettivi aziendali
                     CULTURE



            TRUST               INTERACTION



                     IDENTITY




Page  45
Modello Tecnologico



                                              Spinta dalla tecnologia


                       ROI
                                              Ma…
        MANAGEMENT                CANGHE
        LEADERSHIP               READINESS
                                               Non vengono presi in considerazioni
                                                valori, opinioni e comportamenti
                     CULTURE



            TRUST               INTERACTION



                     IDENTITY




Page  46
Modello Tecnologico



                                              Strategia top down
                                               (validazione dall’alto, partecipazione di
                                               personaggi di peso)
                       ROI


        MANAGEMENT                CANGHE
        LEADERSHIP               READINESS
                                                                   +
                     CULTURE


                                              Strategia bottom-up
            TRUST               INTERACTION
                                               (cocreazione di contenuti,
                                               coinvolgimento di tutti gli stakeholders e
                     IDENTITY
                                               degli utilizzatori finali fin dal primo
                                               giorno)



Page  47
Ma…



  …secondo una recente ricerca*…




  * Vedi bibliografia

Page  48
Principali ostacoli all’Enterprise 2.0




        Enterprise 2.0: la rivoluzione che viene dal Web”, Rapporto 2008,
        Osservatorio Enterprise 2.0, Politecnico di Milano, marzo 2008.
Page  49
Agenda


  1         Introduzione al KM


  2         Dal KM 1.0 al KM 2.0


  3         Web 2.0 ed Enterprise 2.0


  4         Le dimensioni dell’impresa


  5         Strategia di adozione Enterprise 2.0


  5         Gli Strumenti dell’Enterprise 2.0

Page  50
Soluzioni ICT per la gestione capitale
intellettuale


     •Le tecnologie per la gestione della conoscenza costituiscono il fattore
     abilitante per la strategia di gestione della conoscenza.

     •Lo scopo delle tecnologie per la gestione del knowledge management deve
     essere quello di facilitare l’implementazione dei processi sottostanti.

     •La creazione di una adeguata soluzione richiede, oltre alla corretta
     definizione ed analisi delle variabili umane ed organizzative in gioco, anche
     l’utilizzo delle più appropriate tecnologie in grado di gestire la conoscenza nelle
     sue diverse forme

                                                            Funzionalita’ che
                                                              Permettono il
            Funzionalita’ in grado di                         Realizzarsi del
            Favorire la costituzione                           Ciclo di vita
               Di configurazioni                           Della conoscenza e
                 organizzative                              Lo sfruttamento
                                                         Nei processi di business




Page  51
Strumenti e forme


               Al fine di utilizzare in maniera efficace le ICT, che abilitano le attività di
            knowledge management all’interno di un’organizzazione, deve essere
             tenuto presente che la conoscenza si manifesta nell’organizzazione sotto
                        forme diverse, ognuna delle quali deve essere trattata
                                       mediante appositi strumenti
                         Rappresentata da ciò che le persone sanno ma che non possono
            Tacita       esprimere mediante normali canali di comunicazione (asincroni e/o
                         basati sulla scrittura).

                         Posseduta dalle persone, è quella componente della conoscenza che
       Implicita         non si può o non si vuole esprimere, ma di cui si è consapevoli e che si
                         sarebbe in grado di esplicitare, formalizzare e comunicare


                         Disponibile in forma sedimentata fuori dalle persone all’interno di
       Esplicita
                         documenti, database, processi etc.



Page  52
Overview


     •Le tecnologie per la gestione della conoscenza attuali e future devono tenere
     presente che la conoscenza si genera nelle menti degli individui come una
     combinazione fluida di esperienze, valori, informazioni contestuali, saperi di
     esperti etc. e che fluisce da un individuo all’altro.

     •Solo una parte della conoscenza finisce con il divenire esplicita perché
     raccolta nei sistemi informativi nei diversi formati possibili con la particolarità
     che la componente strutturata risulta essere di gran lunga inferiore a quella
     semi e non–struttura secondo un rapporto stimato del 20% contro l’80%.

                                             Strumenti
      Basi di dati             sistemi informativi                    Information retrieval
              Intelligenza Artificiale                   knowledge discovery
      Natural Language Processing              OLAP                Groupware
      Knowledge Acquisition              Messaging          Blog               RSS


Page  53
Strumenti e tipo di conoscenza




Page  54
Trend utilizzo strumenti Enterprise 2.0




Page  55
Segmentazione Strumenti Enterprise 2.0




Page  56
Trattamento conoscenza tacita ed implicita


   •Knowledge Acquisition Applications
   Le applicazioni di knowledge acquisition sono destinate all’acquisizione e
   all’esplicitazione delle conoscenze tacite ed implicite possedute dalle persone
   operanti in un’organizzazione e alla rappresentazione in forma strutturata
   della conoscenza contenuta in insiemi di documenti

   •Communication, collaboration systems and groupware
   Questo tipo di tecnologie ha la finalità di favorire e facilitare il lavoro di gruppo
   e la socializzazione a distanza attraverso l’abilitazione di comunicazioni
   sincrone (quali l’instant messaging che sfrutta il paradigma peer–to–peer, le
   chat, la video conferenza, il voice over IP, etc.) e asincrone (e–mail, forum,
   blog, etc.).

   •Sistemi adattativi ed interfacce multimodali e multicanale
   Basati sull’idea di consentire all’utente di fruire dell’informazione attraverso
   dispositivi diversi (PC, palmari, telefoni cellulari, TV, etc.)


Page  57
Trattamento conoscenza strutturata o
semi-strutturata
  Si stima che circa l’80% di tutta la conoscenza esplicita presente nelle organizzazioni sia in
                                    forma semi o non–strutturata:
    La componente strutturale del capitale intellettuale dipende fortemente dalla conoscenza
   semi e non–strutturata: la possibilità di accedere in maniera intelligente alle sorgenti che la
              contengono rivestira’ importanza sempre maggiore.nei prossimi anni.
                                         Information Retrieval
 Natural Language Processing                                                 Knowledge Discovery in text
 Il processamento del linguaggio       L’Information retrieval (IR) è la    Lo scopo di queste tecnologie è
    naturale (Natural Language        tecnologia che sta alla base dei       quello di estrarre, in maniera
    Processing – NLP) è uno dei          motori di ricerca. Si occupa       automatica, conoscenza da basi
 temi centrali legati alla gestione       dell’indicizzazione e della            documentali di grandi
    della conoscenza esplicita in       ricerca di informazioni che si                 dimensioni
  formato semi o non strutturato           presentano espresse in
                                             linguaggio naturale.

                                                        Case Based Reasoning
                     Document Management

                  Funzionalità di memorizzazione,      Il case based reasoning (CBR)
                    rinvenimento,classificazione,              mira ad imitare tale
                  pubblicazione e distribuzione di               comportamento
                   documenti basate su algoritmi       ed è una tecnica utilizzata per il
                       e tecniche di information       problem solving automatico che
                       retrieval, adaptative user         utilizza l’apprendimento da
                      profiling, natural language         problemi simili preesistenti
                      processing e text mining.
Page  58
Trattamento conoscenza strutturata

  È, questa, l’area tecnologica dedicata principalmente al trattamento di dati e informazioni in
   formato strutturato; include le tecnologie dei database, dei data warehouse e dell’OLAP e le
      tecnologie per il knowledge discovery in database (data, web, log, usage mining, etc.).




                    Database, DWH, Olap              Knowledge discovery in data
                Il processamento del linguaggio       L’Information retrieval (IR) è la
                   naturale (Natural Language        tecnologia che sta alla base dei
                   Processing – NLP) è uno dei          motori di ricerca. Si occupa
                temi centrali legati alla gestione       dell’indicizzazione e della
                   della conoscenza esplicita in       ricerca di informazioni che si
                 formato semi o non strutturato           presentano espresse in
                                                            linguaggio naturale.




Page  59
Tecnologie per l’estrazione ed integrazione


   Integrazione di sorgenti informative eterogenee
   L’integrazione di sorgenti operazionali interne ad una organizzazione (sistemi legacy, basi
   di dati, documenti, etc.) e di sorgenti informative esterne accessibili mediante reti (basi di
   dati, documenti HTML ed XML ed altre sorgenti semi e non-strutturate) è alla base della
   creazione di un ambiente integrato a supporto dei processi aziendali

   Wrapping crawling
   Le tecniche di crawling nascono dalla considerazione che gli insiemi di documenti
   disponibili in internet e nelle intranet hanno prevalentemente una struttura ipertestuale che
   può essere vantaggiosamente sfruttata ai fini della selezione dei documenti pertinenti ad
   un bisogno informativo. L’idea alla base delle tecniche di wrapping è quella di estrarre dai
   documenti, anche utilizzando le semi–strutturazione offerta dai linguaggi per il web (HTML,
   XML), dati e informazioni da convertire dal formato semi o non–strutturato, in un cui si
   presentano, in formato strutturato.

   Information extraction
   L’information extraction consiste nell’attività di localizzare uno specifico insieme di
   datiall’interno di documenti scritti in linguaggio naturale (formato non strutturato) e nella
   memorizzazione di questi dati all’interno di un database (formato strutturato)
Page  60
Tecnologie per la rappresentazione
conoscenza
Ontologie e knowledge representation and reasoning
L’uso di ontologie per la descrizione formale della struttura concettuale di un dominio
applicativo e’ un aspetto importante della rappresentazione della conoscenza nel knowledge
management. Le ontologie descrivono le classi di oggetti, le loro proprietà e le relazioni,
definendo la mappa della conoscenza fornita in una applicazione di knowledge management.

Workflow
Con il termine workflow s’intende “l’automazione di una parte o di un intero processo
aziendale nel quale documenti, informazioni e compiti vengono passati da un partecipante
ad un altro per ricevere qualche tipo di azione, seguendo un determinato insieme di regole”

Web services e service oriented architecture
La maturazione della tecnologie dei web service ha reso possibile ripensare la struttura
deisistemi aziendali in termini di service oriented architecture. Una service oriented
architecture consente, tra l’altro, di organizzare un sistema come uno o più gruppi di web
services; riorganizzare i processi di business

Agenti
Gli agenti software intelligenti (intelligent software agents – ISA) sono programmi che
agiscono al fianco degli utenti umani facendo carico di attività di acquisizione di informazioni
laboriose e ripetitive
Page  61
Applicazioni Complesse di KM

Help–desk applications e customer relationship management
Tali applicazioni, di solito basate su database nei quali viene tenuta traccia dei problemi
segnalati dagli utenti/clienti, sono utilizzate dal personale di supporto alla clientela per
attività di problem solving

Business process re–engineering
Il business process re–engineering (BPR) consiste nell’analisi e nella progettazione dei
workflow, rappresentativi dei processi, secondo criteri che mirano al miglioramento
dell’efficacia e dell’efficienza misurate mediante opportuni indici di performance

Decision support systems
I decision support systems sono fondati su svariate tecnologie, i data warehousing, l’OLAP,
il knowledge discovery, arricchiti con modelli provenienti da settori della statistica e
dell’economia.

E–learning
Le applicazioni di e–learning stanno beneficiando dell’integrazione con tecnologie quali le
ontologie e il knowledge discovery che permettono la profilazione degli utenti in base ai loro
bisogni formativi ed una più efficace organizzazione dei contenuti e delle attività didattiche


Page  62
Conclusioni

                                  Fattori Vincenti
 Approccio Multidisciplinare all‘implementazione di KM 2.0 in azienda che
  consideri tutte le dimensioni aziendali
 Giusto Mix tecnologico che sia un fattore abilitante per implementazione
  processi sottostanti e non un elemento trainante
 Partire dai bisogni formativi, informativi e sociali dell‘azienda, disegnando
  opportune knowledge map (esperti ed ambiti di conoscenza)
 Calibrare attentamente la sponsorship manageriale e la spinta dal basso.
 Start Simple – Per incentivare il „cambiamento culturale“ necessario ad
  un‘implementazione di successo
 Definire ROI (cost savings or revenues?) per le iniziative in maniera da rendere
  misurabili e tangibili i benefici.




Page  63
Grazie!

            Domande ?




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Fabio Castronuovo - Intranet e la Enterprise 2.0

  • 1. Intranet e la Enterprise 2.0 La trasformazione della conoscenza aziendale da tacita in esplicita Fabio Castronuovo Better Software Firenze 6 Maggio
  • 2. Agenda 1 Introduzione al KM 2 Dal KM 1.0 al KM 2.0 3 Web 2.0 ed Enterprise 2.0 4 Le dimensioni dell’impresa 5 Strategia di adozione Enterprise 2.0 5 Gli Strumenti dell’Enterprise 2.0 Page  2
  • 3. Una definizione del KM Operativamente, il km è un insieme di strumenti di gestione e di interventi abilitanti alla comunicazione e alla collaborazione, sulla cultura e sui comportamenti, a partire da una focalizzazione sulle pratiche di lavoro e allo scopo di creare un ambiente per favorire la creazione, lo scambio e il riutilizzo delle conoscenze necessarie nei processi di lavoro. Competenze Persone Organizzazione del Lavoro Tecnologie di supporto  Disegnare Knowledge  Emersione Best Practice  Strumenti che favoriscano Map aziendale di organizzazione del lo scambio, riutilizzo ed lavoro approfondimento delle  Individuare Knowledge conoscenze aziendali Leader e centri di  Creazione di una cultura competenza di knowledge sharing  Network fra i vari centri di supportata da processi competenza aziendali che aziendali fungono da veri e propri Hub di connessione per l’azienda Page  3
  • 4. Dai dati alla conoscenza La valorizzazione della conoscenza avviene attraverso l’abilitazione dell’impresa e dei suoi stakeholder a “leggere dati e informazioni” e a trasformarli in conoscenza utile al perseguimento dei propri obiettivi di business Applicazione Conoscenza Generazione Valore Conoscenza Elaborazione e lor Va Informazioni Organizzazione Dati Dati Raccolta dati Page  4
  • 5. Il ciclo di vita della conoscenza Elevato Impatto Futuro Elevato Impatto sul Business Page  5
  • 6. La spirale della conoscenza a Conoscenza esplicita Conoscenza tacita Esternalizzazione Socializzazione Conoscenza tacita da Conoscenza esplicita Internalizzazione Combinazione La creazione della conoscenza è un processo continuo di interazioni dinamiche fra conoscenza tacita ed esplicita. I quattro modi della conversione della conoscenza interagiscono nella spirale della creazione della conoscenza. La spirale diventa più grande dimensionalmente con l'alzarsi dei livelli organizzativi e può innescare nuove spirali di creazione della conoscenza Page  6
  • 7. Il Km a supporto del Business • Archiviazione e condivisione di documenti (es. strumenti di document management, memorie tecniche, società di progettazione e consulenza) • Condivisione delle pratiche di lavoro a partire dai processi (es. best practices di Texas Instruments) • Organizational identity, porta unica di accesso ai servizi e alle informazioni aziendali (es. intranet e portali, Etnoteam, Gillette, Ford) • Gestione e condivisione di conoscenze con i fornitori e i clienti (es. extranet, sistemi di customer knowledge management) Page  7
  • 8. Il Km a supporto del Business • Creazione e condivisione di conoscenza “non strutturata”a supporto delle comunità di pratiche (es. forum di discussione) • Ambienti di apprendimento (es. e-learning, Corporate University) • Case and risk management attivazione di reti di esperti dispersi geograficamente (es. ambienti di incontro virtuale, British Petroleum) • Ambienti di lavoro on line in cui le conoscenze e le risorse necessarie siano contestualizzate ai processi di lavoro (es. desktop, customer care) • Condivisione di conoscenze in ambienti sociali (es. large screens) Page  8
  • 9. Agenda 1 Introduzione al KM 2 Dal KM 1.0 al KM 2.0 3 Web 2.0 ed Enterprise 2.0 4 Le dimensioni dell’impresa 5 Strategia di adozione Enterprise 2.0 5 Gli Strumenti dell’Enterprise 2.0 Page  9
  • 10. KM 1.0 Vs KM 2.0 KM 1.0 KM 2.0 Portali informativi Wiki Data base Blog Sistemi documentali Social network Ontologie e dizionari controllati Ranking Tagging Social bookmarking Page  10
  • 11. Obbiettivi del KM 2.0 Catturare l’intelligenza collettiva •Facilitare l’auto-formazione •Supportare i network già esistenti •Facilitare le relazioni professionali trasversali •Supportare la collaborazione informale •Mettere a fattor comune l’innovazione locale •Condividere il sapere diffuso •Aumentare la produzione di “sapere dal basso” •Rendere visibili i comportamenti emergenti Page  11
  • 12. Parole chiave del KM 2.0 IDENTITA’ Pensare alle persone e non alle funzioni Valorizzare i contributi individuali differenziandoli tra loro Associare i contenuti alle persone che li hanno prodotti Dare risalto ai tratti personali sia fuori che dentro l’ambito lavorativo RELAZIONI ogni contenuto è mediato da un rapporto tra persone E facile entrare in contatto rispetto alle proprie appartenenze professionali ed extra professionali Nel tempo si creano diversi network informali di persone che collaborano VISIBILITA’ DECISA DAL BASSO Apertura ai contenuti emergenti (più utili, più pertinenti, migliori) RICONOSCIMENTO Dare visibilità agli autori dei contenuti migliori Dare agli utenti la possibilità di definire quali sono i contenuti migliori Valorizzare i talenti che si manifestano all’interno del processo di crescita complessiva SERENDIPITY Trovare qualcosa mentre stai cercando altro Page  12
  • 13. La intranet come strumento di KM …. Alcune definizioni dal passato… Gruppo di applicazioni Infrastruttura che informatiche integrate supporta applicazioni destinate a fornire di business in supporto al grado di risolvere collaborative work… problemi o creare substrato tecnologico Opportunità. destinato a permettere …funge da interfaccia un reale ed efficace Per i dipendenti ai Knowledge Management Processi aziendali 1994 1999 2000 World 2004 W. Safire Gartner Group Wide Corporation Francesco Varanini Insieme composto Piattaforma in grado da una rete aziendale ci consegnare protetta…e dall’insieme le informazioni di applicazioni che necessarie a Attraverso e su di essa tutti i dipendenti Vengono eseguite per migliorare Sfruttando le il loro lavoro tecnologie tipiche dell’internetworking . Page  13
  • 14. Intranet 2.0 come Virtual WorkSpace Page  14
  • 15. Intranet 2.0 Intranet 1.0 Intranet 2.0 Rigidita’ e controllo Flessibilita’ ed apertura Difficolta d’utilizzo Facilita’ d’uso Scarsi aggiornamenti Aggiornamenti continui Poca personalizzazione Max Personalizzazione Approccio Top Down Approccio Bottom Up Alti costi di manutenzione Bassi costi di Manutenzione Noia Divertimento Page  15
  • 16. Intranet 2.0 – Strumenti e Strategie Intranet 1.0 Intranet 2.0 Corporate News Submit News Executive Speech Executive Blog Taxonomy Folksonomy Quick Polls Discussion Forums CMS Wikis Directories (A-Z) Tagging Sticky Content RSS Page  16
  • 17. Valorizzare l’identita’ nell’ Intranet 2.0 • Profili autocompilati di tutto il personale completi di elementi personali (Foto, hobby, ecc) • Persone e non solo ruoli • Associazione di ogni contenuto prodotto ad un profilo • Possibilità di fare ricerche avanzate nei profili (cercando progetti, hobby, expertise) Page  17
  • 18. Relazioni Intranet 1.0 Vs 2.0 2.0 1.0 Page  18
  • 19. Visibilita’ e riconoscimento Visibilita’ dal basso Sono le persone a: Votare i contenuti, Commentare i contenuti Scaricare/ aggiungere contenuti ai Preferiti, Taggare i contenuti Riconoscimento Sociale Sistemi di rating distribuito per ogni contenuto generato Premiazione della continuità e della partecipazione Sistema di generazione/selezione/candidatura di esperti Aumento del ranking per gli autori dei contenuti migliori Crescita progressiva di visibilità delle persone Riconoscimenti simbolici nel sito Questione di Serendipity Ogni oggetto è collegato ad altri oggetti Ogni oggetto è raggiungibile da percorsi diversi Ogni oggetto è classificato in molti modi Page  19 oggetto è collegato a un autore Ogni Ogni oggetto è filtrato, votato, ripubblicato da altri
  • 20. Agenda 1 Introduzione al KM 2 Dal KM 1.0 al KM 2.0 3 Web 2.0 ed Enterprise 2.0 4 Le dimensioni dell’impresa 5 Strategia di adozione Enterprise 2.0 5 Gli Strumenti dell’Enterprise 2.0 Page  20
  • 21. Enterprise 2.0 Definizione Wikipedia 2007 Enterprise 2.0 Il termine Enterprise 2.0 descrive un insieme di approcci organizzativi e tecnologici orientati all’abilitazione di nuovi modelli organizzativi basati sul coinvolgimento diffuso, la collaborazione emergente, la condivisione della conoscenza e lo sviluppo e valorizzazione di reti sociali interne ed esterne all’organizzazione . Page  21
  • 22. L’Enterprise 2.0 e’ ….. Social Enterprise Open Enterprise Adaptive Enterprise • Creazione di nuovi  Flessibilità e schemi di collaborazione, riconfigurabilità nella condivisione della gestione dei processi conoscenza, gestione aziendali delle relazioni  Allargamento e apertura dei confini del Virtual workspace in termini di modalità di accesso e di attori esterni. Page  22
  • 23. L’impresa a rete •Nodi •Connessioni •Strutture •Proprietà operative Il Web 2.0 è la piattaforma abilitante Il “luogo non luogo” dove vivono le imprese… * Vedi Bibliografia Page  23
  • 24. Progettare comunita’ efficaci • Obiettivi della comunità: a che serve? • I benefici e il valore per i partecipanti • Le attività e i processi tipici in relazione al ciclo di vita • I ruoli all’interno delle comunità: chi guida, chi coordina, chi partecipa? • Le regole di partecipazione • Gli spazi reali e virtuali di esistenza • I meccanismi di integrazione con le altre componenti organizzative Page  24
  • 25. Comunita’ e Social Network Analysis Nel progettare e gestire una Comunità è impossibile prescindere dall’analisi delle reti sociali. La SNA ci aiuta a capire non solo come la rete di relazioni influenzi il comportamento on line ma anche come coltivare la Comunità per garantire la rispondenza con gli obiettivi di business La social network analysis (SNA), ovvero analisi dei reticoli sociali (a volte detta anche network theory, teoria della rete), è un ramo della network analysis. Si tratta di una recente metodologia di analisi delle relazioni sociali sviluppatasi a partire dai contributi di Jacob Levi Moreno, il fondatore della sociometria, scienza che analizza le relazioni interpersonali. Page  25
  • 26. Pattern e KPI di Network Efficaci • Connessioni tra persone accomunate per carattetistiche individuali, esigenze, obiettivi • Connessioni tra individui e gruppi differenti • Diversi percorsi tra ogni coppia di persone • Reti gerarchiche con alcuni nodi molto più importanti di altri • Non sempre connessioni dirette ma neanche un numero eccessivo di passaggi intermedi Page  26
  • 27. Pattern e KPI di Network Efficaci • Connessioni tra persone accomunate per carattetistiche individuali, esigenze, obiettivi • Connessioni tra individui e gruppi differenti • Diversi percorsi tra ogni coppia di persone • Reti gerarchiche con alcuni nodi molto più importanti di altri • Non sempre connessioni dirette ma neanche un numero eccessivo di passaggi intermedi Page  27
  • 28. La tendenza naturale delle reti Legge di gravitazione universale delle reti  Le persone simili si attirano Attrazione  Quelli che si attirano alla fine si connettono  Insieme frammentato di reti coese al proprio interno Grouping  Poco diversificate e chiuse verso l’esterno  Ottimo modo per lavorare insieme in un singolo gruppo  Pessimo modo creare innovazione, migliorarsi, Networking  scambiare idee, connettere parti diverse Page  28
  • 29. Enterprise Network – 1. Gruppi Dispersi piccoli gruppi nati dagli interessi dei singoli, generalmente disconnessi, deboli e spesso poco produttivi per l’azienda Page  29
  • 30. Enterprise Network – 2. Un solo hub fra gruppi piuttosto che sperare che gruppi dispersi si scontrino per caso, un network weaver crea di proposito delle interazioni tra di loro. Questo hub ha le competenze, l’energia e la visione per stimolare gli scambi tra i gruppi Page  30
  • 31. Enterprise Network – 3. Hub distribuiti Avere un unico hub è estremamente rischioso perchè potere e vulnerabilità sono concentrati in una sola persona. Il compito del network weaver è allora capire le necessità/competenze/interessi dei gruppi e connettere direttamente gli individui che possono aiutarsi. Vengono di fatto allevati nuovi network weaver, mentre l’hub originale diventa un network facilitator mantenendo principalmente legami dormienti verso i gruppi di partenza. Tanti hub garantiscono la scala, la robustezza, l’impatto e la portata della community Page  31
  • 32. Enterprise Network – 4. Modello Centro Periferia Superate le battaglie politiche e organizzative tra i diversi gruppi, spesso dopo anni di network weaving, alcuni dei legami deboli (in grigio nell’immagine precedente) tra persone e cluster tendono a rafforzarsi fino a portarci allo stadio finale: la struttura core- periphery. Qui esiste un nucleo di legami forti tra membri che consentono innanzitutto al gruppo di funzionare, lavorare, intraprendere azioni. Al contrario la periferia è animata da legami deboli (verso il core e verso il fuori), ma è ugualmente necessaria nel monitorare l’ambiente esterno, garantire diversità ed idee fresche. Page  32 .
  • 33. Agenda 1 Introduzione al KM 2 Dal KM 1.0 al KM 2.0 3 Web 2.0 ed Enterprise 2.0 4 Le dimensioni dell’impresa 5 Strategia di adozione Enterprise 2.0 5 Gli Strumenti dell’Enterprise 2.0 Page  33
  • 34. Le dimensioni dell’impresa CLIENTI MISSIONE E VISIONE STRATEGIE PROCESSI ORGANIZZAZIONE PERSONE TECNOLOGIE COMUNICAZIONE E KM Page  34
  • 35. Le dimensioni dell’impresa CLIENTI • Chiedono esperienze e servizi, non solo prodotti  Chiedono personalizzazione dell’offerta e della relazione  Confrontano tutto e ovunque  Provano tutto  Parlano on line delle offerte, dei fornitori, dei prezzi, della loro esperienza…  …. Quali possibili soluzioni: - analizzare e progettare la customer experience - progettare le customer communities (spazi on line e fisici) - co-design - viral marketing strategies - …. Page  35
  • 36. Le dimensioni dell’impresa MISSIONE VISIONE E STRATEGIE  Web 2.0: questo sconosciuto…  Incoerenza tra strategia aziendale, visione, missione e competenze realmente esistenti (conoscenze, capacità e attitudini…)  Reattività e poca proattività  Poca Internet Presence Strategy  …. Quali possibili soluzioni: - progettare congiuntamente strategia, organizzazione e persone - valutare le opportunità del Web 2.0 - partnership, co-branding, networking, cross-linking: fare rete - Blue Ocean Strategy Page  36
  • 37. Le dimensioni dell’impresa PROCESSI • E-Process (e-commerce, e-banking, e-learning, e-payment…ecc ecc)  Responsabilità e operations distribuite nella rete  Cuncurrent processes (es. acquisto e pagamento on line, comunicazione, invio ticket…ecc ecc)  Processi di servizio: ascolto, assistenza via chat, co-browsing, tracking iter procedure/spedizioni, web-based customer service…  …. Quali possibili soluzioni: - progettare i processi partendo dal cliente - coinvolgere il cliente e i partner nei processi - progettare i servizi di caring e il service management - usabilità dei siti web e delle interfacce uomo-macchina Page  37
  • 38. Le dimensioni dell’impresa ORGANIZZAZIONE • Virtual Teams composti da “professionisti in azienda”  Strutture latenti: comunità professionali e gruppi  Indebolimento delle catene gerarchiche e degli “organigrammi”  Organizzazioni senza confini e “a rete”  Organizzazioni “knowledge-based”  ……… Quali possibili soluzioni: - analizzare e progettare le microstrutture per lo sviluppo dei “lavoratori della conoscenza” - riconoscere e sviluppare le “Knowledge Communities” e le strutture latenti - analizzare e progettare le reti partendo dal valore generato Page  38
  • 39. Le dimensioni dell’impresa PERSONE • Social and professional communities on line  On line recruiting e trasparenza  Mestieri “nuovi” privi di un ruolo professionale di riferimento (es. web presence designer, moderatore community, tutor on line…)  Sistemi di gestione delle persone logori e obsoleti (competenze, pesatura dei jobs, modelli formativi tradizionali…ecc ecc)  Ricambio generazionale e confronto tra generazioni  Multidisciplinarietà e multiculturalità, multiappartenenza  …. Quali possibili soluzioni: - allineare i modelli e i sistemi HR alla realtà - progettare ruoli professionali e percorsi di sviluppo - progettare percorsi di apprendimento con modalità emergenti - aging: facilitare la contaminazione tra generazioni e supportare il ricambio 39 generazionale nelle imprese grandi, piccole, medie… Page  39 - talent management
  • 40. Le dimensioni dell’impresa TECNOLOGIE  Web 2.0 tools  Opensource  Social Networking Applications (…Linkedin, MySpace like…)  System integration e data management/processing  …. Quali possibili soluzioni: - Sistemi aperti e interoperabilità - Soluzioni di Integrated Knowledge and Information Management - Service Oriented Architecture - Business Process Management Systems - Progetti pilota (“start simple”) Page  40
  • 41. Le dimensioni dell’impresa COMUNICAZIONE E KM • Lavoro knowledge-based diffuso nei servizi e nella produzione  Comunicazione pervasiva e multicanale  Conoscenza in rete distribuita e condivisa con l’esterno dell’impresa  Information Overload  …. Quali possibili soluzioni: - Knowledge Blogs e Knowledge Communities - eMail and Communication Policies - Filtering tools - Strategie di Comunicazione esterna ed organizzativa Page  41
  • 42. Sperimentazioni su Enterprise 2.0 Campione definitivo di 70 imprese* Sistemi informativi 63 Marketing 45 Commerciale 42 Comunicazione Interna 38 Risorse Umane 28 Customer Service 25 Ricerca e Sviluppo 17 Operations e Produzione 12 *Fonte Osservatorio Enterprise 2.0 Page  42
  • 43. Agenda 1 Introduzione al KM 2 Dal KM 1.0 al KM 2.0 3 Web 2.0 ed Enterprise 2.0 4 Le dimensioni dell’impresa 2.0 5 Strategia di adozione Enterprise 2.0 5 Gli Strumenti dell’Enterprise 2.0 Page  43
  • 44. Modello Top Down Spinta dal Senior Management Ma… ROI MANAGEMENT CANGHE LEADERSHIP READINESS  Difficile determinare il ROI di un’attività sconosciuta CULTURE TRUST  I Senior Manager capiscono la portata INTERACTION del fenomeno web 2.0? IDENTITY Page  44
  • 45. Modello Bottom Up Spinta dai gruppi di utenti ROI Ma… MANAGEMENT CANGHE LEADERSHIP READINESS  Difficile portare avanti iniziative non legate ad obiettivi aziendali CULTURE TRUST INTERACTION IDENTITY Page  45
  • 46. Modello Tecnologico Spinta dalla tecnologia ROI Ma… MANAGEMENT CANGHE LEADERSHIP READINESS  Non vengono presi in considerazioni valori, opinioni e comportamenti CULTURE TRUST INTERACTION IDENTITY Page  46
  • 47. Modello Tecnologico Strategia top down (validazione dall’alto, partecipazione di personaggi di peso) ROI MANAGEMENT CANGHE LEADERSHIP READINESS + CULTURE Strategia bottom-up TRUST INTERACTION (cocreazione di contenuti, coinvolgimento di tutti gli stakeholders e IDENTITY degli utilizzatori finali fin dal primo giorno) Page  47
  • 48. Ma… …secondo una recente ricerca*… * Vedi bibliografia Page  48
  • 49. Principali ostacoli all’Enterprise 2.0 Enterprise 2.0: la rivoluzione che viene dal Web”, Rapporto 2008, Osservatorio Enterprise 2.0, Politecnico di Milano, marzo 2008. Page  49
  • 50. Agenda 1 Introduzione al KM 2 Dal KM 1.0 al KM 2.0 3 Web 2.0 ed Enterprise 2.0 4 Le dimensioni dell’impresa 5 Strategia di adozione Enterprise 2.0 5 Gli Strumenti dell’Enterprise 2.0 Page  50
  • 51. Soluzioni ICT per la gestione capitale intellettuale •Le tecnologie per la gestione della conoscenza costituiscono il fattore abilitante per la strategia di gestione della conoscenza. •Lo scopo delle tecnologie per la gestione del knowledge management deve essere quello di facilitare l’implementazione dei processi sottostanti. •La creazione di una adeguata soluzione richiede, oltre alla corretta definizione ed analisi delle variabili umane ed organizzative in gioco, anche l’utilizzo delle più appropriate tecnologie in grado di gestire la conoscenza nelle sue diverse forme Funzionalita’ che Permettono il Funzionalita’ in grado di Realizzarsi del Favorire la costituzione Ciclo di vita Di configurazioni Della conoscenza e organizzative Lo sfruttamento Nei processi di business Page  51
  • 52. Strumenti e forme Al fine di utilizzare in maniera efficace le ICT, che abilitano le attività di knowledge management all’interno di un’organizzazione, deve essere tenuto presente che la conoscenza si manifesta nell’organizzazione sotto forme diverse, ognuna delle quali deve essere trattata mediante appositi strumenti Rappresentata da ciò che le persone sanno ma che non possono Tacita esprimere mediante normali canali di comunicazione (asincroni e/o basati sulla scrittura). Posseduta dalle persone, è quella componente della conoscenza che Implicita non si può o non si vuole esprimere, ma di cui si è consapevoli e che si sarebbe in grado di esplicitare, formalizzare e comunicare Disponibile in forma sedimentata fuori dalle persone all’interno di Esplicita documenti, database, processi etc. Page  52
  • 53. Overview •Le tecnologie per la gestione della conoscenza attuali e future devono tenere presente che la conoscenza si genera nelle menti degli individui come una combinazione fluida di esperienze, valori, informazioni contestuali, saperi di esperti etc. e che fluisce da un individuo all’altro. •Solo una parte della conoscenza finisce con il divenire esplicita perché raccolta nei sistemi informativi nei diversi formati possibili con la particolarità che la componente strutturata risulta essere di gran lunga inferiore a quella semi e non–struttura secondo un rapporto stimato del 20% contro l’80%. Strumenti Basi di dati sistemi informativi Information retrieval Intelligenza Artificiale knowledge discovery Natural Language Processing OLAP Groupware Knowledge Acquisition Messaging Blog RSS Page  53
  • 54. Strumenti e tipo di conoscenza Page  54
  • 55. Trend utilizzo strumenti Enterprise 2.0 Page  55
  • 57. Trattamento conoscenza tacita ed implicita •Knowledge Acquisition Applications Le applicazioni di knowledge acquisition sono destinate all’acquisizione e all’esplicitazione delle conoscenze tacite ed implicite possedute dalle persone operanti in un’organizzazione e alla rappresentazione in forma strutturata della conoscenza contenuta in insiemi di documenti •Communication, collaboration systems and groupware Questo tipo di tecnologie ha la finalità di favorire e facilitare il lavoro di gruppo e la socializzazione a distanza attraverso l’abilitazione di comunicazioni sincrone (quali l’instant messaging che sfrutta il paradigma peer–to–peer, le chat, la video conferenza, il voice over IP, etc.) e asincrone (e–mail, forum, blog, etc.). •Sistemi adattativi ed interfacce multimodali e multicanale Basati sull’idea di consentire all’utente di fruire dell’informazione attraverso dispositivi diversi (PC, palmari, telefoni cellulari, TV, etc.) Page  57
  • 58. Trattamento conoscenza strutturata o semi-strutturata Si stima che circa l’80% di tutta la conoscenza esplicita presente nelle organizzazioni sia in forma semi o non–strutturata: La componente strutturale del capitale intellettuale dipende fortemente dalla conoscenza semi e non–strutturata: la possibilità di accedere in maniera intelligente alle sorgenti che la contengono rivestira’ importanza sempre maggiore.nei prossimi anni. Information Retrieval Natural Language Processing Knowledge Discovery in text Il processamento del linguaggio L’Information retrieval (IR) è la Lo scopo di queste tecnologie è naturale (Natural Language tecnologia che sta alla base dei quello di estrarre, in maniera Processing – NLP) è uno dei motori di ricerca. Si occupa automatica, conoscenza da basi temi centrali legati alla gestione dell’indicizzazione e della documentali di grandi della conoscenza esplicita in ricerca di informazioni che si dimensioni formato semi o non strutturato presentano espresse in linguaggio naturale. Case Based Reasoning Document Management Funzionalità di memorizzazione, Il case based reasoning (CBR) rinvenimento,classificazione, mira ad imitare tale pubblicazione e distribuzione di comportamento documenti basate su algoritmi ed è una tecnica utilizzata per il e tecniche di information problem solving automatico che retrieval, adaptative user utilizza l’apprendimento da profiling, natural language problemi simili preesistenti processing e text mining. Page  58
  • 59. Trattamento conoscenza strutturata È, questa, l’area tecnologica dedicata principalmente al trattamento di dati e informazioni in formato strutturato; include le tecnologie dei database, dei data warehouse e dell’OLAP e le tecnologie per il knowledge discovery in database (data, web, log, usage mining, etc.). Database, DWH, Olap Knowledge discovery in data Il processamento del linguaggio L’Information retrieval (IR) è la naturale (Natural Language tecnologia che sta alla base dei Processing – NLP) è uno dei motori di ricerca. Si occupa temi centrali legati alla gestione dell’indicizzazione e della della conoscenza esplicita in ricerca di informazioni che si formato semi o non strutturato presentano espresse in linguaggio naturale. Page  59
  • 60. Tecnologie per l’estrazione ed integrazione Integrazione di sorgenti informative eterogenee L’integrazione di sorgenti operazionali interne ad una organizzazione (sistemi legacy, basi di dati, documenti, etc.) e di sorgenti informative esterne accessibili mediante reti (basi di dati, documenti HTML ed XML ed altre sorgenti semi e non-strutturate) è alla base della creazione di un ambiente integrato a supporto dei processi aziendali Wrapping crawling Le tecniche di crawling nascono dalla considerazione che gli insiemi di documenti disponibili in internet e nelle intranet hanno prevalentemente una struttura ipertestuale che può essere vantaggiosamente sfruttata ai fini della selezione dei documenti pertinenti ad un bisogno informativo. L’idea alla base delle tecniche di wrapping è quella di estrarre dai documenti, anche utilizzando le semi–strutturazione offerta dai linguaggi per il web (HTML, XML), dati e informazioni da convertire dal formato semi o non–strutturato, in un cui si presentano, in formato strutturato. Information extraction L’information extraction consiste nell’attività di localizzare uno specifico insieme di datiall’interno di documenti scritti in linguaggio naturale (formato non strutturato) e nella memorizzazione di questi dati all’interno di un database (formato strutturato) Page  60
  • 61. Tecnologie per la rappresentazione conoscenza Ontologie e knowledge representation and reasoning L’uso di ontologie per la descrizione formale della struttura concettuale di un dominio applicativo e’ un aspetto importante della rappresentazione della conoscenza nel knowledge management. Le ontologie descrivono le classi di oggetti, le loro proprietà e le relazioni, definendo la mappa della conoscenza fornita in una applicazione di knowledge management. Workflow Con il termine workflow s’intende “l’automazione di una parte o di un intero processo aziendale nel quale documenti, informazioni e compiti vengono passati da un partecipante ad un altro per ricevere qualche tipo di azione, seguendo un determinato insieme di regole” Web services e service oriented architecture La maturazione della tecnologie dei web service ha reso possibile ripensare la struttura deisistemi aziendali in termini di service oriented architecture. Una service oriented architecture consente, tra l’altro, di organizzare un sistema come uno o più gruppi di web services; riorganizzare i processi di business Agenti Gli agenti software intelligenti (intelligent software agents – ISA) sono programmi che agiscono al fianco degli utenti umani facendo carico di attività di acquisizione di informazioni laboriose e ripetitive Page  61
  • 62. Applicazioni Complesse di KM Help–desk applications e customer relationship management Tali applicazioni, di solito basate su database nei quali viene tenuta traccia dei problemi segnalati dagli utenti/clienti, sono utilizzate dal personale di supporto alla clientela per attività di problem solving Business process re–engineering Il business process re–engineering (BPR) consiste nell’analisi e nella progettazione dei workflow, rappresentativi dei processi, secondo criteri che mirano al miglioramento dell’efficacia e dell’efficienza misurate mediante opportuni indici di performance Decision support systems I decision support systems sono fondati su svariate tecnologie, i data warehousing, l’OLAP, il knowledge discovery, arricchiti con modelli provenienti da settori della statistica e dell’economia. E–learning Le applicazioni di e–learning stanno beneficiando dell’integrazione con tecnologie quali le ontologie e il knowledge discovery che permettono la profilazione degli utenti in base ai loro bisogni formativi ed una più efficace organizzazione dei contenuti e delle attività didattiche Page  62
  • 63. Conclusioni Fattori Vincenti  Approccio Multidisciplinare all‘implementazione di KM 2.0 in azienda che consideri tutte le dimensioni aziendali  Giusto Mix tecnologico che sia un fattore abilitante per implementazione processi sottostanti e non un elemento trainante  Partire dai bisogni formativi, informativi e sociali dell‘azienda, disegnando opportune knowledge map (esperti ed ambiti di conoscenza)  Calibrare attentamente la sponsorship manageriale e la spinta dal basso.  Start Simple – Per incentivare il „cambiamento culturale“ necessario ad un‘implementazione di successo  Definire ROI (cost savings or revenues?) per le iniziative in maniera da rendere misurabili e tangibili i benefici. Page  63
  • 64. Grazie! Domande ? Page  64