L'obbiettivo e' quello di esporre gli aspetti cardine delle metodologie di knowledge management, sviluppando sia gli aspetti organizzativi che tecnici. In particolare vengono indagate le comunità di pratica e le motivazioni che le rendono importanti per il business aziendale.
1. Intranet e la Enterprise 2.0
La trasformazione della
conoscenza aziendale da
tacita in esplicita
Fabio Castronuovo
Better Software Firenze 6 Maggio
2. Agenda
1 Introduzione al KM
2 Dal KM 1.0 al KM 2.0
3 Web 2.0 ed Enterprise 2.0
4 Le dimensioni dell’impresa
5 Strategia di adozione Enterprise 2.0
5 Gli Strumenti dell’Enterprise 2.0
Page 2
3. Una definizione del KM
Operativamente, il km è un insieme di strumenti di gestione e di interventi abilitanti
alla comunicazione e alla collaborazione, sulla cultura e sui comportamenti, a
partire da una focalizzazione sulle pratiche di lavoro e allo scopo di creare un
ambiente per favorire la creazione, lo scambio e il riutilizzo delle conoscenze
necessarie nei processi di lavoro.
Competenze Persone Organizzazione del Lavoro Tecnologie di supporto
Disegnare Knowledge Emersione Best Practice Strumenti che favoriscano
Map aziendale di organizzazione del lo scambio, riutilizzo ed
lavoro approfondimento delle
Individuare Knowledge
conoscenze aziendali
Leader e centri di Creazione di una cultura
competenza di knowledge sharing Network fra i vari centri di
supportata da processi competenza aziendali che
aziendali fungono da veri e propri
Hub di connessione per
l’azienda
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4. Dai dati alla conoscenza
La valorizzazione della conoscenza avviene attraverso l’abilitazione dell’impresa e dei suoi
stakeholder a “leggere dati e informazioni” e a trasformarli in conoscenza utile al perseguimento
dei propri obiettivi di business
Applicazione Conoscenza
Generazione Valore
Conoscenza
Elaborazione
e
lor
Va
Informazioni
Organizzazione Dati
Dati
Raccolta dati
Page 4
5. Il ciclo di vita della conoscenza
Elevato
Impatto Futuro
Elevato
Impatto sul Business
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6. La spirale della conoscenza
a
Conoscenza esplicita
Conoscenza tacita
Esternalizzazione
Socializzazione
Conoscenza
tacita
da
Conoscenza
esplicita
Internalizzazione Combinazione
La creazione della conoscenza è un processo continuo di interazioni dinamiche fra conoscenza tacita ed
esplicita. I quattro modi della conversione della conoscenza interagiscono nella spirale della creazione della
conoscenza. La spirale diventa più grande dimensionalmente con l'alzarsi dei livelli organizzativi e può
innescare nuove spirali di creazione della conoscenza
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7. Il Km a supporto del Business
• Archiviazione e condivisione di documenti
(es. strumenti di document management, memorie tecniche, società di
progettazione e consulenza)
• Condivisione delle pratiche di lavoro a partire dai processi
(es. best practices di Texas Instruments)
• Organizational identity, porta unica di accesso ai servizi e alle
informazioni aziendali
(es. intranet e portali, Etnoteam, Gillette, Ford)
• Gestione e condivisione di conoscenze con i fornitori e i clienti
(es. extranet, sistemi di customer knowledge management)
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8. Il Km a supporto del Business
• Creazione e condivisione di conoscenza “non strutturata”a
supporto delle comunità di pratiche
(es. forum di discussione)
• Ambienti di apprendimento
(es. e-learning, Corporate University)
• Case and risk management
attivazione di reti di esperti dispersi geograficamente (es. ambienti di
incontro virtuale, British Petroleum)
• Ambienti di lavoro on line
in cui le conoscenze e le risorse necessarie siano contestualizzate
ai processi di lavoro (es. desktop, customer care)
• Condivisione di conoscenze in ambienti sociali
(es. large screens)
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9. Agenda
1 Introduzione al KM
2 Dal KM 1.0 al KM 2.0
3 Web 2.0 ed Enterprise 2.0
4 Le dimensioni dell’impresa
5 Strategia di adozione Enterprise 2.0
5 Gli Strumenti dell’Enterprise 2.0
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10. KM 1.0 Vs KM 2.0
KM 1.0 KM 2.0
Portali informativi
Wiki
Data base
Blog
Sistemi documentali
Social network
Ontologie e dizionari
controllati
Ranking
Tagging
Social bookmarking
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11. Obbiettivi del KM 2.0
Catturare l’intelligenza collettiva
•Facilitare l’auto-formazione
•Supportare i network già esistenti
•Facilitare le relazioni professionali trasversali
•Supportare la collaborazione informale
•Mettere a fattor comune l’innovazione locale
•Condividere il sapere diffuso
•Aumentare la produzione di “sapere dal basso”
•Rendere visibili i comportamenti emergenti
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12. Parole chiave del KM 2.0
IDENTITA’
Pensare alle persone e non alle funzioni
Valorizzare i contributi individuali differenziandoli tra loro
Associare i contenuti alle persone che li hanno prodotti
Dare risalto ai tratti personali sia fuori che dentro l’ambito lavorativo
RELAZIONI
ogni contenuto è mediato da un rapporto tra persone
E facile entrare in contatto rispetto alle proprie appartenenze professionali ed
extra professionali
Nel tempo si creano diversi network informali di persone che collaborano
VISIBILITA’ DECISA DAL BASSO
Apertura ai contenuti emergenti (più utili, più pertinenti, migliori)
RICONOSCIMENTO
Dare visibilità agli autori dei contenuti migliori
Dare agli utenti la possibilità di definire quali sono i contenuti migliori
Valorizzare i talenti che si manifestano all’interno del processo di crescita
complessiva
SERENDIPITY
Trovare qualcosa mentre stai cercando altro
Page 12
13. La intranet come strumento di KM
…. Alcune definizioni dal passato…
Gruppo di applicazioni
Infrastruttura che
informatiche integrate
supporta applicazioni
destinate a fornire
di business in
supporto al
grado di risolvere
collaborative work…
problemi o creare
substrato tecnologico
Opportunità.
destinato a permettere
…funge da interfaccia
un reale ed efficace
Per i dipendenti ai
Knowledge Management
Processi aziendali
1994 1999 2000 World 2004
W. Safire Gartner Group Wide Corporation Francesco Varanini
Insieme composto Piattaforma in grado
da una rete aziendale ci consegnare
protetta…e dall’insieme le informazioni
di applicazioni che necessarie a
Attraverso e su di essa
tutti i dipendenti
Vengono eseguite
per migliorare
Sfruttando le
il loro lavoro
tecnologie tipiche
dell’internetworking
.
Page 13
15. Intranet 2.0
Intranet 1.0 Intranet 2.0
Rigidita’ e controllo Flessibilita’ ed apertura
Difficolta d’utilizzo Facilita’ d’uso
Scarsi aggiornamenti Aggiornamenti continui
Poca personalizzazione Max Personalizzazione
Approccio Top Down Approccio Bottom Up
Alti costi di manutenzione Bassi costi di Manutenzione
Noia Divertimento
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17. Valorizzare l’identita’ nell’ Intranet 2.0
• Profili autocompilati di tutto il personale
completi di elementi personali (Foto, hobby, ecc)
• Persone e non solo ruoli
• Associazione di ogni contenuto prodotto ad un profilo
• Possibilità di fare ricerche avanzate nei profili (cercando progetti,
hobby, expertise)
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19. Visibilita’ e riconoscimento
Visibilita’ dal basso
Sono le persone a: Votare i contenuti, Commentare i contenuti
Scaricare/ aggiungere contenuti ai Preferiti, Taggare i contenuti
Riconoscimento Sociale
Sistemi di rating distribuito per ogni contenuto generato
Premiazione della continuità e della partecipazione
Sistema di generazione/selezione/candidatura di esperti
Aumento del ranking per gli autori dei contenuti migliori
Crescita progressiva di visibilità delle persone
Riconoscimenti simbolici nel sito
Questione di Serendipity
Ogni oggetto è collegato ad altri oggetti
Ogni oggetto è raggiungibile da percorsi diversi
Ogni oggetto è classificato in molti modi
Page 19 oggetto è collegato a un autore
Ogni
Ogni oggetto è filtrato, votato, ripubblicato da altri
20. Agenda
1 Introduzione al KM
2 Dal KM 1.0 al KM 2.0
3 Web 2.0 ed Enterprise 2.0
4 Le dimensioni dell’impresa
5 Strategia di adozione Enterprise 2.0
5 Gli Strumenti dell’Enterprise 2.0
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21. Enterprise 2.0
Definizione Wikipedia 2007
Enterprise 2.0
Il termine Enterprise 2.0 descrive un
insieme di approcci organizzativi e
tecnologici orientati all’abilitazione di
nuovi modelli organizzativi basati sul
coinvolgimento diffuso, la
collaborazione emergente, la
condivisione della conoscenza e lo
sviluppo e valorizzazione di reti sociali
interne ed esterne all’organizzazione
.
Page 21
22. L’Enterprise 2.0 e’ …..
Social Enterprise Open Enterprise Adaptive Enterprise
• Creazione di nuovi Flessibilità e
schemi di collaborazione, riconfigurabilità nella
condivisione della gestione dei processi
conoscenza, gestione aziendali
delle relazioni
Allargamento e apertura
dei confini del Virtual
workspace in termini di
modalità di accesso e di
attori esterni.
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24. Progettare comunita’ efficaci
• Obiettivi della comunità: a che serve?
• I benefici e il valore per i partecipanti
• Le attività e i processi tipici in relazione al ciclo di vita
• I ruoli all’interno delle comunità: chi guida, chi coordina, chi partecipa?
• Le regole di partecipazione
• Gli spazi reali e virtuali di esistenza
• I meccanismi di integrazione con le altre componenti organizzative
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25. Comunita’ e Social Network Analysis
Nel progettare e gestire una Comunità è impossibile prescindere dall’analisi
delle reti sociali.
La SNA ci aiuta a capire non solo come la rete di relazioni influenzi il
comportamento on line ma anche come coltivare la Comunità per garantire la
rispondenza con gli obiettivi di business
La social network analysis (SNA), ovvero analisi dei reticoli sociali (a volte detta anche network theory, teoria
della rete), è un ramo della network analysis. Si tratta di una recente metodologia di analisi delle relazioni sociali
sviluppatasi a partire dai contributi di Jacob Levi Moreno, il fondatore della sociometria, scienza che analizza le relazioni
interpersonali.
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26. Pattern e KPI di Network Efficaci
• Connessioni tra persone accomunate per carattetistiche
individuali, esigenze, obiettivi
• Connessioni tra individui e gruppi differenti
• Diversi percorsi tra ogni coppia di persone
• Reti gerarchiche con alcuni nodi molto più importanti di altri
• Non sempre connessioni dirette ma neanche un numero
eccessivo di passaggi intermedi
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27. Pattern e KPI di Network Efficaci
• Connessioni tra persone accomunate per carattetistiche
individuali, esigenze, obiettivi
• Connessioni tra individui e gruppi differenti
• Diversi percorsi tra ogni coppia di persone
• Reti gerarchiche con alcuni nodi molto più importanti di altri
• Non sempre connessioni dirette ma neanche un numero
eccessivo di passaggi intermedi
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28. La tendenza naturale delle reti
Legge di gravitazione universale delle reti
Le persone simili si attirano
Attrazione Quelli che si attirano alla fine si connettono
Insieme frammentato di reti coese al proprio interno
Grouping Poco diversificate e chiuse verso l’esterno
Ottimo modo per lavorare insieme in un singolo gruppo
Pessimo modo creare innovazione, migliorarsi,
Networking
scambiare idee, connettere parti diverse
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29. Enterprise Network – 1. Gruppi Dispersi
piccoli gruppi nati dagli interessi dei singoli, generalmente disconnessi,
deboli e spesso poco produttivi per l’azienda
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30. Enterprise Network – 2. Un solo hub fra
gruppi
piuttosto che sperare che gruppi dispersi si scontrino per caso, un network weaver crea di
proposito delle interazioni tra di loro. Questo hub ha le competenze, l’energia e la visione per
stimolare gli scambi tra i gruppi
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31. Enterprise Network – 3. Hub distribuiti
Avere un unico hub è estremamente rischioso perchè potere e vulnerabilità sono concentrati in una sola
persona. Il compito del network weaver è allora capire le necessità/competenze/interessi dei gruppi e
connettere direttamente gli individui che possono aiutarsi. Vengono di fatto allevati nuovi network weaver,
mentre l’hub originale diventa un network facilitator mantenendo principalmente legami dormienti verso i
gruppi di partenza. Tanti hub garantiscono la scala, la robustezza, l’impatto e la portata della community
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32. Enterprise Network – 4. Modello Centro
Periferia
Superate le battaglie politiche
e organizzative tra i diversi
gruppi, spesso dopo anni di
network weaving, alcuni dei
legami deboli (in grigio
nell’immagine precedente) tra
persone e cluster tendono a
rafforzarsi fino a portarci allo
stadio finale: la struttura core-
periphery. Qui esiste un
nucleo di legami forti tra
membri che consentono
innanzitutto al gruppo di
funzionare, lavorare,
intraprendere azioni. Al
contrario la periferia è
animata da legami deboli
(verso il core e verso il fuori),
ma è ugualmente necessaria
nel monitorare l’ambiente
esterno, garantire diversità ed
idee fresche.
Page 32
.
33. Agenda
1 Introduzione al KM
2 Dal KM 1.0 al KM 2.0
3 Web 2.0 ed Enterprise 2.0
4 Le dimensioni dell’impresa
5 Strategia di adozione Enterprise 2.0
5 Gli Strumenti dell’Enterprise 2.0
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34. Le dimensioni dell’impresa
CLIENTI
MISSIONE E VISIONE
STRATEGIE
PROCESSI
ORGANIZZAZIONE
PERSONE
TECNOLOGIE
COMUNICAZIONE E KM
Page 34
35. Le dimensioni dell’impresa
CLIENTI
• Chiedono esperienze e servizi, non solo prodotti
Chiedono personalizzazione dell’offerta e della relazione
Confrontano tutto e ovunque
Provano tutto
Parlano on line delle offerte, dei fornitori, dei prezzi, della loro esperienza…
….
Quali possibili soluzioni:
- analizzare e progettare la customer experience
- progettare le customer communities (spazi on line e fisici)
- co-design
- viral marketing strategies
- ….
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36. Le dimensioni dell’impresa
MISSIONE VISIONE E STRATEGIE
Web 2.0: questo sconosciuto…
Incoerenza tra strategia aziendale, visione, missione e competenze realmente esistenti
(conoscenze, capacità e attitudini…)
Reattività e poca proattività
Poca Internet Presence Strategy
….
Quali possibili soluzioni:
- progettare congiuntamente strategia, organizzazione e persone
- valutare le opportunità del Web 2.0
- partnership, co-branding, networking, cross-linking: fare rete
- Blue Ocean Strategy
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37. Le dimensioni dell’impresa
PROCESSI
• E-Process (e-commerce, e-banking, e-learning, e-payment…ecc ecc)
Responsabilità e operations distribuite nella rete
Cuncurrent processes (es. acquisto e pagamento on line, comunicazione, invio
ticket…ecc ecc)
Processi di servizio: ascolto, assistenza via chat, co-browsing, tracking iter
procedure/spedizioni, web-based customer service…
….
Quali possibili soluzioni:
- progettare i processi partendo dal cliente
- coinvolgere il cliente e i partner nei processi
- progettare i servizi di caring e il service management
- usabilità dei siti web e delle interfacce uomo-macchina
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38. Le dimensioni dell’impresa
ORGANIZZAZIONE
• Virtual Teams composti da “professionisti in azienda”
Strutture latenti: comunità professionali e gruppi
Indebolimento delle catene gerarchiche e degli “organigrammi”
Organizzazioni senza confini e “a rete”
Organizzazioni “knowledge-based”
………
Quali possibili soluzioni:
- analizzare e progettare le microstrutture per lo sviluppo dei “lavoratori della
conoscenza”
- riconoscere e sviluppare le “Knowledge Communities” e le strutture latenti
- analizzare e progettare le reti partendo dal valore generato
Page 38
39. Le dimensioni dell’impresa
PERSONE
• Social and professional communities on line
On line recruiting e trasparenza
Mestieri “nuovi” privi di un ruolo professionale di riferimento (es. web presence designer,
moderatore community, tutor on line…)
Sistemi di gestione delle persone logori e obsoleti (competenze, pesatura dei jobs,
modelli formativi tradizionali…ecc ecc)
Ricambio generazionale e confronto tra generazioni
Multidisciplinarietà e multiculturalità, multiappartenenza
….
Quali possibili soluzioni:
- allineare i modelli e i sistemi HR alla realtà
- progettare ruoli professionali e percorsi di sviluppo
- progettare percorsi di apprendimento con modalità emergenti
- aging: facilitare la contaminazione tra generazioni e supportare il ricambio
39
generazionale nelle imprese grandi, piccole, medie…
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- talent management
40. Le dimensioni dell’impresa
TECNOLOGIE
Web 2.0 tools
Opensource
Social Networking Applications (…Linkedin, MySpace like…)
System integration e data management/processing
….
Quali possibili soluzioni:
- Sistemi aperti e interoperabilità
- Soluzioni di Integrated Knowledge and Information Management
- Service Oriented Architecture
- Business Process Management Systems
- Progetti pilota (“start simple”)
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41. Le dimensioni dell’impresa
COMUNICAZIONE E KM
• Lavoro knowledge-based diffuso nei servizi e nella produzione
Comunicazione pervasiva e multicanale
Conoscenza in rete distribuita e condivisa con l’esterno dell’impresa
Information Overload
….
Quali possibili soluzioni:
- Knowledge Blogs e Knowledge Communities
- eMail and Communication Policies
- Filtering tools
- Strategie di Comunicazione esterna ed organizzativa
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42. Sperimentazioni su Enterprise 2.0
Campione definitivo di 70 imprese*
Sistemi informativi 63
Marketing 45
Commerciale 42
Comunicazione Interna 38
Risorse Umane 28
Customer Service 25
Ricerca e Sviluppo 17
Operations e Produzione 12
*Fonte Osservatorio Enterprise 2.0
Page 42
43. Agenda
1 Introduzione al KM
2 Dal KM 1.0 al KM 2.0
3 Web 2.0 ed Enterprise 2.0
4 Le dimensioni dell’impresa 2.0
5 Strategia di adozione Enterprise 2.0
5 Gli Strumenti dell’Enterprise 2.0
Page 43
44. Modello Top Down
Spinta dal Senior Management
Ma…
ROI
MANAGEMENT CANGHE
LEADERSHIP READINESS
Difficile determinare il ROI di un’attività
sconosciuta
CULTURE
TRUST I Senior Manager capiscono la portata
INTERACTION
del fenomeno web 2.0?
IDENTITY
Page 44
45. Modello Bottom Up
Spinta dai gruppi di utenti
ROI
Ma…
MANAGEMENT CANGHE
LEADERSHIP READINESS
Difficile portare avanti iniziative non
legate ad obiettivi aziendali
CULTURE
TRUST INTERACTION
IDENTITY
Page 45
46. Modello Tecnologico
Spinta dalla tecnologia
ROI
Ma…
MANAGEMENT CANGHE
LEADERSHIP READINESS
Non vengono presi in considerazioni
valori, opinioni e comportamenti
CULTURE
TRUST INTERACTION
IDENTITY
Page 46
47. Modello Tecnologico
Strategia top down
(validazione dall’alto, partecipazione di
personaggi di peso)
ROI
MANAGEMENT CANGHE
LEADERSHIP READINESS
+
CULTURE
Strategia bottom-up
TRUST INTERACTION
(cocreazione di contenuti,
coinvolgimento di tutti gli stakeholders e
IDENTITY
degli utilizzatori finali fin dal primo
giorno)
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49. Principali ostacoli all’Enterprise 2.0
Enterprise 2.0: la rivoluzione che viene dal Web”, Rapporto 2008,
Osservatorio Enterprise 2.0, Politecnico di Milano, marzo 2008.
Page 49
50. Agenda
1 Introduzione al KM
2 Dal KM 1.0 al KM 2.0
3 Web 2.0 ed Enterprise 2.0
4 Le dimensioni dell’impresa
5 Strategia di adozione Enterprise 2.0
5 Gli Strumenti dell’Enterprise 2.0
Page 50
51. Soluzioni ICT per la gestione capitale
intellettuale
•Le tecnologie per la gestione della conoscenza costituiscono il fattore
abilitante per la strategia di gestione della conoscenza.
•Lo scopo delle tecnologie per la gestione del knowledge management deve
essere quello di facilitare l’implementazione dei processi sottostanti.
•La creazione di una adeguata soluzione richiede, oltre alla corretta
definizione ed analisi delle variabili umane ed organizzative in gioco, anche
l’utilizzo delle più appropriate tecnologie in grado di gestire la conoscenza nelle
sue diverse forme
Funzionalita’ che
Permettono il
Funzionalita’ in grado di Realizzarsi del
Favorire la costituzione Ciclo di vita
Di configurazioni Della conoscenza e
organizzative Lo sfruttamento
Nei processi di business
Page 51
52. Strumenti e forme
Al fine di utilizzare in maniera efficace le ICT, che abilitano le attività di
knowledge management all’interno di un’organizzazione, deve essere
tenuto presente che la conoscenza si manifesta nell’organizzazione sotto
forme diverse, ognuna delle quali deve essere trattata
mediante appositi strumenti
Rappresentata da ciò che le persone sanno ma che non possono
Tacita esprimere mediante normali canali di comunicazione (asincroni e/o
basati sulla scrittura).
Posseduta dalle persone, è quella componente della conoscenza che
Implicita non si può o non si vuole esprimere, ma di cui si è consapevoli e che si
sarebbe in grado di esplicitare, formalizzare e comunicare
Disponibile in forma sedimentata fuori dalle persone all’interno di
Esplicita
documenti, database, processi etc.
Page 52
53. Overview
•Le tecnologie per la gestione della conoscenza attuali e future devono tenere
presente che la conoscenza si genera nelle menti degli individui come una
combinazione fluida di esperienze, valori, informazioni contestuali, saperi di
esperti etc. e che fluisce da un individuo all’altro.
•Solo una parte della conoscenza finisce con il divenire esplicita perché
raccolta nei sistemi informativi nei diversi formati possibili con la particolarità
che la componente strutturata risulta essere di gran lunga inferiore a quella
semi e non–struttura secondo un rapporto stimato del 20% contro l’80%.
Strumenti
Basi di dati sistemi informativi Information retrieval
Intelligenza Artificiale knowledge discovery
Natural Language Processing OLAP Groupware
Knowledge Acquisition Messaging Blog RSS
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57. Trattamento conoscenza tacita ed implicita
•Knowledge Acquisition Applications
Le applicazioni di knowledge acquisition sono destinate all’acquisizione e
all’esplicitazione delle conoscenze tacite ed implicite possedute dalle persone
operanti in un’organizzazione e alla rappresentazione in forma strutturata
della conoscenza contenuta in insiemi di documenti
•Communication, collaboration systems and groupware
Questo tipo di tecnologie ha la finalità di favorire e facilitare il lavoro di gruppo
e la socializzazione a distanza attraverso l’abilitazione di comunicazioni
sincrone (quali l’instant messaging che sfrutta il paradigma peer–to–peer, le
chat, la video conferenza, il voice over IP, etc.) e asincrone (e–mail, forum,
blog, etc.).
•Sistemi adattativi ed interfacce multimodali e multicanale
Basati sull’idea di consentire all’utente di fruire dell’informazione attraverso
dispositivi diversi (PC, palmari, telefoni cellulari, TV, etc.)
Page 57
58. Trattamento conoscenza strutturata o
semi-strutturata
Si stima che circa l’80% di tutta la conoscenza esplicita presente nelle organizzazioni sia in
forma semi o non–strutturata:
La componente strutturale del capitale intellettuale dipende fortemente dalla conoscenza
semi e non–strutturata: la possibilità di accedere in maniera intelligente alle sorgenti che la
contengono rivestira’ importanza sempre maggiore.nei prossimi anni.
Information Retrieval
Natural Language Processing Knowledge Discovery in text
Il processamento del linguaggio L’Information retrieval (IR) è la Lo scopo di queste tecnologie è
naturale (Natural Language tecnologia che sta alla base dei quello di estrarre, in maniera
Processing – NLP) è uno dei motori di ricerca. Si occupa automatica, conoscenza da basi
temi centrali legati alla gestione dell’indicizzazione e della documentali di grandi
della conoscenza esplicita in ricerca di informazioni che si dimensioni
formato semi o non strutturato presentano espresse in
linguaggio naturale.
Case Based Reasoning
Document Management
Funzionalità di memorizzazione, Il case based reasoning (CBR)
rinvenimento,classificazione, mira ad imitare tale
pubblicazione e distribuzione di comportamento
documenti basate su algoritmi ed è una tecnica utilizzata per il
e tecniche di information problem solving automatico che
retrieval, adaptative user utilizza l’apprendimento da
profiling, natural language problemi simili preesistenti
processing e text mining.
Page 58
59. Trattamento conoscenza strutturata
È, questa, l’area tecnologica dedicata principalmente al trattamento di dati e informazioni in
formato strutturato; include le tecnologie dei database, dei data warehouse e dell’OLAP e le
tecnologie per il knowledge discovery in database (data, web, log, usage mining, etc.).
Database, DWH, Olap Knowledge discovery in data
Il processamento del linguaggio L’Information retrieval (IR) è la
naturale (Natural Language tecnologia che sta alla base dei
Processing – NLP) è uno dei motori di ricerca. Si occupa
temi centrali legati alla gestione dell’indicizzazione e della
della conoscenza esplicita in ricerca di informazioni che si
formato semi o non strutturato presentano espresse in
linguaggio naturale.
Page 59
60. Tecnologie per l’estrazione ed integrazione
Integrazione di sorgenti informative eterogenee
L’integrazione di sorgenti operazionali interne ad una organizzazione (sistemi legacy, basi
di dati, documenti, etc.) e di sorgenti informative esterne accessibili mediante reti (basi di
dati, documenti HTML ed XML ed altre sorgenti semi e non-strutturate) è alla base della
creazione di un ambiente integrato a supporto dei processi aziendali
Wrapping crawling
Le tecniche di crawling nascono dalla considerazione che gli insiemi di documenti
disponibili in internet e nelle intranet hanno prevalentemente una struttura ipertestuale che
può essere vantaggiosamente sfruttata ai fini della selezione dei documenti pertinenti ad
un bisogno informativo. L’idea alla base delle tecniche di wrapping è quella di estrarre dai
documenti, anche utilizzando le semi–strutturazione offerta dai linguaggi per il web (HTML,
XML), dati e informazioni da convertire dal formato semi o non–strutturato, in un cui si
presentano, in formato strutturato.
Information extraction
L’information extraction consiste nell’attività di localizzare uno specifico insieme di
datiall’interno di documenti scritti in linguaggio naturale (formato non strutturato) e nella
memorizzazione di questi dati all’interno di un database (formato strutturato)
Page 60
61. Tecnologie per la rappresentazione
conoscenza
Ontologie e knowledge representation and reasoning
L’uso di ontologie per la descrizione formale della struttura concettuale di un dominio
applicativo e’ un aspetto importante della rappresentazione della conoscenza nel knowledge
management. Le ontologie descrivono le classi di oggetti, le loro proprietà e le relazioni,
definendo la mappa della conoscenza fornita in una applicazione di knowledge management.
Workflow
Con il termine workflow s’intende “l’automazione di una parte o di un intero processo
aziendale nel quale documenti, informazioni e compiti vengono passati da un partecipante
ad un altro per ricevere qualche tipo di azione, seguendo un determinato insieme di regole”
Web services e service oriented architecture
La maturazione della tecnologie dei web service ha reso possibile ripensare la struttura
deisistemi aziendali in termini di service oriented architecture. Una service oriented
architecture consente, tra l’altro, di organizzare un sistema come uno o più gruppi di web
services; riorganizzare i processi di business
Agenti
Gli agenti software intelligenti (intelligent software agents – ISA) sono programmi che
agiscono al fianco degli utenti umani facendo carico di attività di acquisizione di informazioni
laboriose e ripetitive
Page 61
62. Applicazioni Complesse di KM
Help–desk applications e customer relationship management
Tali applicazioni, di solito basate su database nei quali viene tenuta traccia dei problemi
segnalati dagli utenti/clienti, sono utilizzate dal personale di supporto alla clientela per
attività di problem solving
Business process re–engineering
Il business process re–engineering (BPR) consiste nell’analisi e nella progettazione dei
workflow, rappresentativi dei processi, secondo criteri che mirano al miglioramento
dell’efficacia e dell’efficienza misurate mediante opportuni indici di performance
Decision support systems
I decision support systems sono fondati su svariate tecnologie, i data warehousing, l’OLAP,
il knowledge discovery, arricchiti con modelli provenienti da settori della statistica e
dell’economia.
E–learning
Le applicazioni di e–learning stanno beneficiando dell’integrazione con tecnologie quali le
ontologie e il knowledge discovery che permettono la profilazione degli utenti in base ai loro
bisogni formativi ed una più efficace organizzazione dei contenuti e delle attività didattiche
Page 62
63. Conclusioni
Fattori Vincenti
Approccio Multidisciplinare all‘implementazione di KM 2.0 in azienda che
consideri tutte le dimensioni aziendali
Giusto Mix tecnologico che sia un fattore abilitante per implementazione
processi sottostanti e non un elemento trainante
Partire dai bisogni formativi, informativi e sociali dell‘azienda, disegnando
opportune knowledge map (esperti ed ambiti di conoscenza)
Calibrare attentamente la sponsorship manageriale e la spinta dal basso.
Start Simple – Per incentivare il „cambiamento culturale“ necessario ad
un‘implementazione di successo
Definire ROI (cost savings or revenues?) per le iniziative in maniera da rendere
misurabili e tangibili i benefici.
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