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Prof Andrea Amaduzzi
Problematiche valutative dei beni
immateriali con particolare riguardo
al «patent box»
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Argomenti trattati
1) Problemi di identificazione «beni immateriali»
2) Metodi di valutazione dei «beni immateriali»
PROF. ANDREA AMADUZZI
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 L’identificazione e la determinazione del valore dei beni immateriali e del
contributo economico da essi derivante richiede sempre una speculazione
teorica che per essere resa operativa deve essere associata ad un certo livello
di convenzionalità
 Infatti si cerca di “isolare” un fattore produttivo aziendale il cui contributo al
funzionamento del sistema aziendale e alle condizioni di equilibrio economico è
strettamente correlato e connesso a quello fornito da altri fattori produttivi
 Problema fondamentale “complementarietà” dei fattori produttivi, materiali o
immateriali.
Problemi d’identificazione
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Problematiche: identificabilità beni immateriali
Fino anni 2000: Criterio della dominanza
opportunità di valutare i beni immateriali globalmente, distinguendo due sole categorie:
- Beni immateriali legati al marketing
- Beni immateriali legati alla tecnologia
Ciò pur riconoscendo l’esistenza di possibili beni immateriali lungo tutta la catena del valore al fine
di evitare l’elevato rischio di sovrapposizioni
MARCHIO TECNOLOGICO MARCHIO COMMERCIALE
Tecnologia Segreti industriali
Know How produttivo Design – Styling
Progetti di “ricerca e sviluppo” Software
Brevetti Data base
Idee pubblicitarie Design dell’imballaggio
Strategie di Marketing Registrazione dei marchi
Garanzie sui prodotti
Nome e logo della società Grafica
Denominazione dei marchi Idee Promozionali
Insegne Sforzo di pubbliche relazioni
Marche secondarie Design delle etichette
Idee pubblicitarie Design dell’imballaggio
Strategie di Marketing Registrazione dei marchi
Location
 Esperienza inglese in tema di Patent Box coerente a tale impostazione
 Esclude dall’incentivo i “Brand” – Marchi commerciali (contributo economico figurativo derivante da insieme
di beni immateriali legati al marketing)
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 Il marchio “Storico Gran Caffè Gambrinus” di Napoli ha
valore?
 O è la “location” (tra Teatro San Carlo e Palazzo Reale) che
attribuisce valore al locale?
Problematiche: identificabilità beni immateriali
Italian
Brand
Foreign
acquirer
Year
Price Paid Sales EV/Sales
(Eur million) (Eur million)
Cova LVMH 2013 41,0 7,2 5,69 x
Marchesi Prada 2014 8,4 2,5 3,36 x
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Dal 2001: Principi contabili internazionali IAS/IFRS
CRITERIO Legale/Contrattuale Criterio della separabilità
LEGATI AL MARKETING
Marchi commerciali di prodotto (trademarks - tradenames)
Marchi commerciali di servizi, marchi collettivi,marchi di certificazione di prodotti
Aspetto commerciale (Colore unico, forma, packaging)
Testate editoriali
Domini Internet
Accordi di non competizione
LEGATI AI RAPPORTI CON I CLIENTI
Portafoglio ordini o produzioni Elenco clienti
Contratti con i clienti e correlate relazioni con la clientela Relazioni con la clientela di tipo non contrattuale
LEGATI A OPERE D'INGEGNO (ARTISTICHE)
Lavori teatrali, opere, balletti
Libri, riviste, giornali e altre opere letterarie
Lavori musicali (composizioni, canzoni liriche e jingles musicali)
Ritratti e fotografie
Materiale visivo e audiovisivo
BASATI SU CONTRATTI
Accordi di licenza, royalty e di moratoria
Contratti pubblicitari, di costruzione, di gestione, di servizio o di fornitura
Contratti di leasing
Permessi di costruzione
Accordi di fanchising
Diritti di svolgimento di un'attività e di trasmissione
Diritti di uso come concessioni di estrazione, di uso delle acque, aria, minerali e trasporti
Contratti di servizio
Contratti di lavoro
BASATI SU CONOSCENZE TECNOLOGICHE
Brevetti tecnologici Tecnologia non brevettata
Computer Software e Codici di programma (Musk Works) Database
Segreti commerciali (formule, processo ecc.)
Problematiche: identificabilità beni immateriali
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7
Convergenza internazionale prassi valutativa
Riferimenti internazionali:
AICPA: “Assets Acquired in a Business Combination to Be Used in Research and
Development Activities: A Focus on Sofware, Electronic Devices, and
Pharmaceutical Indistries”, 2001
IVSC, Discussion Paper, “Determination of Fair Value of Intangible Assets for
IFRS Reporting Purposes”, 2007
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Argomenti trattati
1) Problemi di identificazione «beni immateriali»
2) Metodi di valutazione dei «beni immateriali»
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9
Stima basata su multipli
o prezzi derivati da
transazioni di vendita di
attività comparabili
Stima basata su costo di
riproduzione/ rimpiazzo
corretto per considerare
vita utile residua
(ammortamento e
obsolescenza)
Stima basata su valore
attuale:
b) Dei redditi attribuibili
all’attività
o
b) Dei costi risparmiati
detenendo l’attività
Approcci valutativi
“Mercato” “Costo” “Reddito”
Principali approcci valutativi
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10
Approcci valutativi
“Mercato” “Costo”
Metodi indirettiMetodi diretti
“Reddito”
Premium Profit
Premium Pricing
Relief-from-
Royalty (Saving)
Cost Saving
Real Option Return of Assets o
Residual Income
Principali approcci valutativi
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Valutazione degli intangibili nel «patent box»
Il contributo economico derivante dall’utilizzo diretto dei beni immateriali va determinato sulla base
degli “standard internazionali rilevanti elaborati dall’OCSE” con particolare riferimento alle linee guida
in materia di prezzi di trasferimento (art. 12 d.m. 30 luglio 2015)
 Capitolo II - paragrafi 2.1 - 2.11
 Capitolo VI - paragrafo D.2.5.
Indicazioni e principi per la selezione del MAM (Most Appropriate Method)
Il punto 2.9 del Capitolo II delle Guidelines consente l’applicazione di metodi differenti da quelli previsti
nelle Linee Guida, purché i prezzi così determinati siano conformi al principio di arm’s length (valore
normale) sancito in ambito OCSE e contenuto nelle Linee Guida.
LINEE GUIDA OCSE in materia di prezzi di trasferimento
ATTENZIONE
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OECD Transfer Pricing Guidelines
for Multinational Enterprises and Tax Administrations – 22 July 2010
Per “Linee guida OCSE” si intendono le Linee Guida OCSE sulla
determinazione dei prezzi di trasferimento per le imprese
multinazionali e le amministrazioni fiscali, approvate dal Consiglio
dell’OCSE in data 22 luglio 2010 e successive versioni.
“Arm's Length Principle”
Article 9 del OECD Model Tax Convention:
“[Where] conditions are made or imposed between the two
[associated] enterprises in their commercial or financial relations which
differ from those which would be made between independent
enterprises, then any profits which would, but for those conditions,
have accrued to one of the enterprises, but, by reason of those
conditions, have not so accrued, may be included in the profits of that
enterprise and taxed accordingly”.
Replicare transazioni/prezzi che si perfezionerebbero tra “parti indipendenti” in
un libero mercato
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Traditional transaction methods
1. Comparable Uncontrolled Price Method (CUP)
2. Resale price method
3. Cost plus method
Transactional profit methods
1. Transactional net margin method
2. Transactional Profit-Split Method
OECD Transfer Pricing Guidelines
for Multinational Enterprises and Tax Administrations – 22 July 2010
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Il CUP Comparable Uncontrolled Price Method
• Ai fini di TP il CUP confronta il prezzo imputato per il bene e/o il servizio trasferito in una “controlled
transaction” al prezzo imputato per un bene o un servizio trasferito in una “comparable uncontrolled
transaction” in circostanze comparabili.
 Ai fini di Patent Box il CUP richiedere l’individuazione di transazioni/prezzi fatti per beni identici o
comparabili al bene immateriale oggetto di agevolazione.
 Il metodo si basa su osservazione concessione in uso di beni immateriali tra parti indipendenti,
aventi per oggetto o il bene immateriale medesimo o beni immateriali comparabili
• Valore Intangibile pari a valore attuale royalties derivanti da cessione in uso
a terzi del bene
 

n
1s
s
s
i)(1
R
BI
BI = Valore del bene immateriale
Rs = Royalties dell’anno s
i = Tasso di attualizzazione
n = Numero di anni
Royalty Rate Method
Nella prassi valutativa metodo
dei Tassi di Royalties (o Relief
From Royalties Method)
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(Fonte: adattamento da G. Smith, Tradmark Valuation)
-10,0%
0,0%
10,0%
20,0%
30,0%
40,0%
50,0%
Utilities Estrattivo Tessile Macchinari Commercio Pubblicità Telecomun. Alimentare Editoria
SETTORI
TASSIDIROYALTY
Alto
Basso
Media
Fasi di applicazione del metodo:
1) Individuazione di tassi di royalty beni immateriali
identici o comparabili
2) In caso di beni immateriali comparabili stima della
“forza” del bene immateriali
3) Attribuzione di uno specifico tasso di royalty (o
“range”)
Il CUP Comparable Uncontrolled Price Method
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Alcuni approcci per determinare il tasso di royalty appropriato:
• Disponibilità di “transazioni” con parti terze, aventi per oggetto il bene immateriale oggetto di incentivo
• Market Comparables – analisi degli accordi di licenza nel mercato basati su dati forniti da banche dati -
qualità della banca dati
• Excess Operating Profit – comparazione dei margini ottenuti dell’impresa che utilizza il bene immateriale
con quelli delle imprese che non detengono beni immateriali similari (e.g. contract manufactures)
• Return on Assets – Sottrazione del rendimento di mercato dei beni materiali dal profitto operativo atteso; il
residuo è attribuibile a tutti i beni immateriali e quindi deve essere ripartito tra i diversi beni immateriali
• “25% rule of thumb” – 25%-33% del margine lordo/incrementale
Il CUP Comparable Uncontrolled Price Method
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Problematiche: applicazione del CUP
Limiti del Relief-from-Royalty – CUP
1. Importante riconoscere la differenza tra il mondo reale delle “Licenze” e una licenza ipotetica
che ha per oggetto un Marchio aziendale
2. Può fornire risultati fuorvianti – tale metodo si focalizza sul costo da sostenere per utilizzare
l’attività, che non è lo stesso concetto del “contributo economico” derivante dal bene
immateriale
3. Generalmente non adeguato nelle situazioni in cui il bene immateriale è un intangibile
“strategico”, vale a dire dove l’intangibile “coincide” con l’impresa e quindi esiste solo la
necessità di sostituire nel tempo le altre attività che hanno funzione ancillare (cd. “contributory
assets”; è il caso di molti Marchi aziendali, ma anche brevetti nel settore farmaceutico e
industriale etc.).
4. L’evidenza empirica dimostra che molti marchi sono stati venduti ad un valore sostanzialmente
superiore (5 o 10 volte) rispetto al valore ipotetico derivante dalla considerazione del metodo
dei tassi di royalty comparabili, basato su un tasso medio di royalty utilizzato quale benchmark
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Transactional profit split method
• Nell’ambito delle regole sul TP il transactional profit split method cerca di eliminare gli effetti sul profitto
delle condizioni speciali perfezionate o imposte in una controlled transaction determinando la divisione del
profitto che le imprese indipendenti si aspetterebbero di realizzare dalla transazione.
Esistono diverse versioni del Metodo (Contribution e Residual Analyses):
1) Overall profit-split method o contribution profit-split method
2) Comparable Profit-Split Method (CPSM)
3) Residual Profit Split Method (RPSM)
Quello che meglio si adatta al Patent Box è il “Residual Profit Split Method”.
 Si basa su un’analisi funzionale
 E’ un approccio a più fasi per l’allocazione del profitto a differenti categorie di attività.
 Esso inizia con l’imputazione della contribuzione caratteristica, a valori normali di mercato, della funzioni e
degli asset non strategici, sostituibili, che sono facili da valutare, vale a dire beni materiali e immateriali con
tassi di rendimento tipici.
 Quindi il “residual profit” è allocato ai residui beni immateriali della specifica azienda.
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Quello che meglio si adatta al Patent Box è il “Residual Profit Split Method”.
 Si basa su un’analisi funzionale
 E’ un approccio a più fasi per l’allocazione del profitto a differenti categorie di attività.
 Esso inizia con l’imputazione della contribuzione caratteristica, a valori normali di mercato, della funzioni e degli asset non
strategici, sostituibili, che sono facili da valutare, vale a dire beni materiali e immateriali con tassi di rendimento tipici.
 Quindi il “residual profit” è allocato ai residui beni immateriali della specifica azienda.
Ricavi
Costi
Profitto
Rendimento
normale
Attività
materiali
Residual
Profit
Bene
immateriale
Rendimento
normale
Altre Attività
Immateriali
Transactional profit split method
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Italian Brand Foreign acquirer Year
Brand value
Brand profit
split
Brand
margin
(royalty rate
in % of
revenues)
(USD million)
(brand value
/ enterprise
value)
Gucci PPR/Kering 2001 6,167 nd 15,0%
Bulgari LVMH 2011 2,923 55,0% 15,0%
Wind Telecom Vimpelcom 2011 2,059 7,0% 2.5%
Loro Piana LVMH 2013 1,726 56,0% 20,0%
Edison EDF 2012 1,214 16,0% 1,0%
Fendi LVMH 2002 765 71,0% 15,0%
Findus Iglo 2010 563 50,0% 10,0%
Indesit Whirlpool 2014 535 28,0% 1.5%
Ducati VW/Audi 2012 519 68,0% 10,0%
Brioni PPR/Kering 2012 340 85,0% 17.5%
Brand Italian acquirer Year
Brand value
(EUR million)
Brand profit
split
Brand
margin
(royalty rate
in % of
revenues)
(brand value
/ enterprise
value)
Chrysler Fiat 2011 2,489 29,0% 0.75%
SanPaolo IMI Intesa 2006 2,384 7,0% 3.5%
HVB Unicredit 2005 803 4,0% 1,0%
Banca Lombarda
et Piemontese
UniBanca 2007 392 6,0% 3,0%
Oakley Luxottica 2007 379 25,0% 7.5%
Sunglass Hut Luxottica 2001 341 44,0% 5,0%
Capitalia Unicredit 2007 329 2,0% 0.75%
Sofora (Telecom
Argentina)
Telecom Italia 2010 329 15,0% 1.5%
Moncler Moncler 2008 224 nd 8,0%
Banca Popolare Banca Popolare 2011 222 1,0% 0.5%
Trademark: relazione Royalty Rate – Profit Split
Relazione diretta tra Tassi di
Royalty e Profit Split
y = 3.5671x + 0.0871
R² = 0.748
0.0%
10.0%
20.0%
30.0%
40.0%
50.0%
60.0%
70.0%
80.0%
90.0%
0.0% 5.0% 10.0% 15.0% 20.0% 25.0%
ProfitSplit
Royalty Rate
• Al crescere della forza del marchio
cresce il tasso di RR e il Profit Split
• Mediamente il Profit Split è pari a
circa 4x il livello di tassi di royalty
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Trademark Profit – Split Analysis – Watches
Industry
Trademark Profit Split (% Enterprise Value) Trademark Profit Split % Royalty Rate
Trademark: Il settore dell’orologeria
14 operazioni acquisizioni
Periodo 2001 - 2014
• L’analisi evidenzia tre differenti segmenti (luxury, commercia/fashion e restructuring).
• Differenti tassi di royalty e differenti Livelli di Profit Split
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14 operazione acquisizione
Periodo 2001 - 2014
EV/Sales RR
Profit
Split
1 1,20 x 1,9% 16,0%
2 2,90 x 4,7% 17,0%
3 0,60 x 1,7% 18,0%
4 2,20 x 6,0% 27,0%
5 2,00 x 5,1% 27,0%
6 1,30 x 3,0% 27,0%
7 0,40 x 2,1% 28,8%
8 2,10 x 7,0% 30,0%
9 1,00 x 4,2% 43,0%
10 1,30 x 6,2% 46,0%
11 3,90 x 20,0% 58,0%
12 3,20 x 21,8% 73,0%
13 1,64 x 16,0% 88,0%
14 2,10 x 20,2% 102,0%
 Maggiore è il livello del EV/Sales e la redditività del business
maggiore è il tasso di royalty
 Usualmente il Profit Split è più stabile al crescere della
redditività del business
 Per il settore degli orologi, esiste una correlazione positiva:
maggiore è la redditività, maggiore è la forza del brand e
minore goodwill è raggiungibile da crescita futura e benefici di
integrazione
 Maggiori sono le dimensioni dell’impresa, più forte è il brand. O
meglio, la forza del marchio è più difficilmente raggiungibile da
imprese di piccole dimensioni.
Trademark: Il settore dell’orologeria
PROF. ANDREA AMADUZZI

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Problematiche valutative dei beni immateriali - Il patent box - Andrea Amaduzzi

  • 1. © ACEF Associazione Culturale Economia e Finanza Riproduzione vietata - Tutti i diritti riservati © ACEF Associazione Culturale Economia e Finanza Riproduzione vietata - Tutti i diritti riservati Prof Andrea Amaduzzi Problematiche valutative dei beni immateriali con particolare riguardo al «patent box»
  • 2. © ACEF Associazione Culturale Economia e Finanza Riproduzione vietata - Tutti i diritti riservati 2 Argomenti trattati 1) Problemi di identificazione «beni immateriali» 2) Metodi di valutazione dei «beni immateriali» PROF. ANDREA AMADUZZI
  • 3. © ACEF Associazione Culturale Economia e Finanza Riproduzione vietata - Tutti i diritti riservati  L’identificazione e la determinazione del valore dei beni immateriali e del contributo economico da essi derivante richiede sempre una speculazione teorica che per essere resa operativa deve essere associata ad un certo livello di convenzionalità  Infatti si cerca di “isolare” un fattore produttivo aziendale il cui contributo al funzionamento del sistema aziendale e alle condizioni di equilibrio economico è strettamente correlato e connesso a quello fornito da altri fattori produttivi  Problema fondamentale “complementarietà” dei fattori produttivi, materiali o immateriali. Problemi d’identificazione PROF. ANDREA AMADUZZI
  • 4. © ACEF Associazione Culturale Economia e Finanza Riproduzione vietata - Tutti i diritti riservati Problematiche: identificabilità beni immateriali Fino anni 2000: Criterio della dominanza opportunità di valutare i beni immateriali globalmente, distinguendo due sole categorie: - Beni immateriali legati al marketing - Beni immateriali legati alla tecnologia Ciò pur riconoscendo l’esistenza di possibili beni immateriali lungo tutta la catena del valore al fine di evitare l’elevato rischio di sovrapposizioni MARCHIO TECNOLOGICO MARCHIO COMMERCIALE Tecnologia Segreti industriali Know How produttivo Design – Styling Progetti di “ricerca e sviluppo” Software Brevetti Data base Idee pubblicitarie Design dell’imballaggio Strategie di Marketing Registrazione dei marchi Garanzie sui prodotti Nome e logo della società Grafica Denominazione dei marchi Idee Promozionali Insegne Sforzo di pubbliche relazioni Marche secondarie Design delle etichette Idee pubblicitarie Design dell’imballaggio Strategie di Marketing Registrazione dei marchi Location  Esperienza inglese in tema di Patent Box coerente a tale impostazione  Esclude dall’incentivo i “Brand” – Marchi commerciali (contributo economico figurativo derivante da insieme di beni immateriali legati al marketing) PROF. ANDREA AMADUZZI
  • 5. © ACEF Associazione Culturale Economia e Finanza Riproduzione vietata - Tutti i diritti riservati  Il marchio “Storico Gran Caffè Gambrinus” di Napoli ha valore?  O è la “location” (tra Teatro San Carlo e Palazzo Reale) che attribuisce valore al locale? Problematiche: identificabilità beni immateriali Italian Brand Foreign acquirer Year Price Paid Sales EV/Sales (Eur million) (Eur million) Cova LVMH 2013 41,0 7,2 5,69 x Marchesi Prada 2014 8,4 2,5 3,36 x PROF. ANDREA AMADUZZI
  • 6. © ACEF Associazione Culturale Economia e Finanza Riproduzione vietata - Tutti i diritti riservati Dal 2001: Principi contabili internazionali IAS/IFRS CRITERIO Legale/Contrattuale Criterio della separabilità LEGATI AL MARKETING Marchi commerciali di prodotto (trademarks - tradenames) Marchi commerciali di servizi, marchi collettivi,marchi di certificazione di prodotti Aspetto commerciale (Colore unico, forma, packaging) Testate editoriali Domini Internet Accordi di non competizione LEGATI AI RAPPORTI CON I CLIENTI Portafoglio ordini o produzioni Elenco clienti Contratti con i clienti e correlate relazioni con la clientela Relazioni con la clientela di tipo non contrattuale LEGATI A OPERE D'INGEGNO (ARTISTICHE) Lavori teatrali, opere, balletti Libri, riviste, giornali e altre opere letterarie Lavori musicali (composizioni, canzoni liriche e jingles musicali) Ritratti e fotografie Materiale visivo e audiovisivo BASATI SU CONTRATTI Accordi di licenza, royalty e di moratoria Contratti pubblicitari, di costruzione, di gestione, di servizio o di fornitura Contratti di leasing Permessi di costruzione Accordi di fanchising Diritti di svolgimento di un'attività e di trasmissione Diritti di uso come concessioni di estrazione, di uso delle acque, aria, minerali e trasporti Contratti di servizio Contratti di lavoro BASATI SU CONOSCENZE TECNOLOGICHE Brevetti tecnologici Tecnologia non brevettata Computer Software e Codici di programma (Musk Works) Database Segreti commerciali (formule, processo ecc.) Problematiche: identificabilità beni immateriali PROF. ANDREA AMADUZZI
  • 7. © ACEF Associazione Culturale Economia e Finanza Riproduzione vietata - Tutti i diritti riservati 7 Convergenza internazionale prassi valutativa Riferimenti internazionali: AICPA: “Assets Acquired in a Business Combination to Be Used in Research and Development Activities: A Focus on Sofware, Electronic Devices, and Pharmaceutical Indistries”, 2001 IVSC, Discussion Paper, “Determination of Fair Value of Intangible Assets for IFRS Reporting Purposes”, 2007 PROF. ANDREA AMADUZZI
  • 8. © ACEF Associazione Culturale Economia e Finanza Riproduzione vietata - Tutti i diritti riservati 8 Argomenti trattati 1) Problemi di identificazione «beni immateriali» 2) Metodi di valutazione dei «beni immateriali» PROF. ANDREA AMADUZZI
  • 9. © ACEF Associazione Culturale Economia e Finanza Riproduzione vietata - Tutti i diritti riservati 9 Stima basata su multipli o prezzi derivati da transazioni di vendita di attività comparabili Stima basata su costo di riproduzione/ rimpiazzo corretto per considerare vita utile residua (ammortamento e obsolescenza) Stima basata su valore attuale: b) Dei redditi attribuibili all’attività o b) Dei costi risparmiati detenendo l’attività Approcci valutativi “Mercato” “Costo” “Reddito” Principali approcci valutativi PROF. ANDREA AMADUZZI
  • 10. © ACEF Associazione Culturale Economia e Finanza Riproduzione vietata - Tutti i diritti riservati 10 Approcci valutativi “Mercato” “Costo” Metodi indirettiMetodi diretti “Reddito” Premium Profit Premium Pricing Relief-from- Royalty (Saving) Cost Saving Real Option Return of Assets o Residual Income Principali approcci valutativi PROF. ANDREA AMADUZZI
  • 11. © ACEF Associazione Culturale Economia e Finanza Riproduzione vietata - Tutti i diritti riservati Valutazione degli intangibili nel «patent box» Il contributo economico derivante dall’utilizzo diretto dei beni immateriali va determinato sulla base degli “standard internazionali rilevanti elaborati dall’OCSE” con particolare riferimento alle linee guida in materia di prezzi di trasferimento (art. 12 d.m. 30 luglio 2015)  Capitolo II - paragrafi 2.1 - 2.11  Capitolo VI - paragrafo D.2.5. Indicazioni e principi per la selezione del MAM (Most Appropriate Method) Il punto 2.9 del Capitolo II delle Guidelines consente l’applicazione di metodi differenti da quelli previsti nelle Linee Guida, purché i prezzi così determinati siano conformi al principio di arm’s length (valore normale) sancito in ambito OCSE e contenuto nelle Linee Guida. LINEE GUIDA OCSE in materia di prezzi di trasferimento ATTENZIONE PROF. ANDREA AMADUZZI
  • 12. © ACEF Associazione Culturale Economia e Finanza Riproduzione vietata - Tutti i diritti riservati OECD Transfer Pricing Guidelines for Multinational Enterprises and Tax Administrations – 22 July 2010 Per “Linee guida OCSE” si intendono le Linee Guida OCSE sulla determinazione dei prezzi di trasferimento per le imprese multinazionali e le amministrazioni fiscali, approvate dal Consiglio dell’OCSE in data 22 luglio 2010 e successive versioni. “Arm's Length Principle” Article 9 del OECD Model Tax Convention: “[Where] conditions are made or imposed between the two [associated] enterprises in their commercial or financial relations which differ from those which would be made between independent enterprises, then any profits which would, but for those conditions, have accrued to one of the enterprises, but, by reason of those conditions, have not so accrued, may be included in the profits of that enterprise and taxed accordingly”. Replicare transazioni/prezzi che si perfezionerebbero tra “parti indipendenti” in un libero mercato PROF. ANDREA AMADUZZI
  • 13. © ACEF Associazione Culturale Economia e Finanza Riproduzione vietata - Tutti i diritti riservati Traditional transaction methods 1. Comparable Uncontrolled Price Method (CUP) 2. Resale price method 3. Cost plus method Transactional profit methods 1. Transactional net margin method 2. Transactional Profit-Split Method OECD Transfer Pricing Guidelines for Multinational Enterprises and Tax Administrations – 22 July 2010 PROF. ANDREA AMADUZZI
  • 14. © ACEF Associazione Culturale Economia e Finanza Riproduzione vietata - Tutti i diritti riservati Il CUP Comparable Uncontrolled Price Method • Ai fini di TP il CUP confronta il prezzo imputato per il bene e/o il servizio trasferito in una “controlled transaction” al prezzo imputato per un bene o un servizio trasferito in una “comparable uncontrolled transaction” in circostanze comparabili.  Ai fini di Patent Box il CUP richiedere l’individuazione di transazioni/prezzi fatti per beni identici o comparabili al bene immateriale oggetto di agevolazione.  Il metodo si basa su osservazione concessione in uso di beni immateriali tra parti indipendenti, aventi per oggetto o il bene immateriale medesimo o beni immateriali comparabili • Valore Intangibile pari a valore attuale royalties derivanti da cessione in uso a terzi del bene    n 1s s s i)(1 R BI BI = Valore del bene immateriale Rs = Royalties dell’anno s i = Tasso di attualizzazione n = Numero di anni Royalty Rate Method Nella prassi valutativa metodo dei Tassi di Royalties (o Relief From Royalties Method) PROF. ANDREA AMADUZZI
  • 15. © ACEF Associazione Culturale Economia e Finanza Riproduzione vietata - Tutti i diritti riservati (Fonte: adattamento da G. Smith, Tradmark Valuation) -10,0% 0,0% 10,0% 20,0% 30,0% 40,0% 50,0% Utilities Estrattivo Tessile Macchinari Commercio Pubblicità Telecomun. Alimentare Editoria SETTORI TASSIDIROYALTY Alto Basso Media Fasi di applicazione del metodo: 1) Individuazione di tassi di royalty beni immateriali identici o comparabili 2) In caso di beni immateriali comparabili stima della “forza” del bene immateriali 3) Attribuzione di uno specifico tasso di royalty (o “range”) Il CUP Comparable Uncontrolled Price Method PROF. ANDREA AMADUZZI
  • 16. © ACEF Associazione Culturale Economia e Finanza Riproduzione vietata - Tutti i diritti riservati Alcuni approcci per determinare il tasso di royalty appropriato: • Disponibilità di “transazioni” con parti terze, aventi per oggetto il bene immateriale oggetto di incentivo • Market Comparables – analisi degli accordi di licenza nel mercato basati su dati forniti da banche dati - qualità della banca dati • Excess Operating Profit – comparazione dei margini ottenuti dell’impresa che utilizza il bene immateriale con quelli delle imprese che non detengono beni immateriali similari (e.g. contract manufactures) • Return on Assets – Sottrazione del rendimento di mercato dei beni materiali dal profitto operativo atteso; il residuo è attribuibile a tutti i beni immateriali e quindi deve essere ripartito tra i diversi beni immateriali • “25% rule of thumb” – 25%-33% del margine lordo/incrementale Il CUP Comparable Uncontrolled Price Method PROF. ANDREA AMADUZZI
  • 17. © ACEF Associazione Culturale Economia e Finanza Riproduzione vietata - Tutti i diritti riservati Problematiche: applicazione del CUP Limiti del Relief-from-Royalty – CUP 1. Importante riconoscere la differenza tra il mondo reale delle “Licenze” e una licenza ipotetica che ha per oggetto un Marchio aziendale 2. Può fornire risultati fuorvianti – tale metodo si focalizza sul costo da sostenere per utilizzare l’attività, che non è lo stesso concetto del “contributo economico” derivante dal bene immateriale 3. Generalmente non adeguato nelle situazioni in cui il bene immateriale è un intangibile “strategico”, vale a dire dove l’intangibile “coincide” con l’impresa e quindi esiste solo la necessità di sostituire nel tempo le altre attività che hanno funzione ancillare (cd. “contributory assets”; è il caso di molti Marchi aziendali, ma anche brevetti nel settore farmaceutico e industriale etc.). 4. L’evidenza empirica dimostra che molti marchi sono stati venduti ad un valore sostanzialmente superiore (5 o 10 volte) rispetto al valore ipotetico derivante dalla considerazione del metodo dei tassi di royalty comparabili, basato su un tasso medio di royalty utilizzato quale benchmark PROF. ANDREA AMADUZZI
  • 18. © ACEF Associazione Culturale Economia e Finanza Riproduzione vietata - Tutti i diritti riservati Transactional profit split method • Nell’ambito delle regole sul TP il transactional profit split method cerca di eliminare gli effetti sul profitto delle condizioni speciali perfezionate o imposte in una controlled transaction determinando la divisione del profitto che le imprese indipendenti si aspetterebbero di realizzare dalla transazione. Esistono diverse versioni del Metodo (Contribution e Residual Analyses): 1) Overall profit-split method o contribution profit-split method 2) Comparable Profit-Split Method (CPSM) 3) Residual Profit Split Method (RPSM) Quello che meglio si adatta al Patent Box è il “Residual Profit Split Method”.  Si basa su un’analisi funzionale  E’ un approccio a più fasi per l’allocazione del profitto a differenti categorie di attività.  Esso inizia con l’imputazione della contribuzione caratteristica, a valori normali di mercato, della funzioni e degli asset non strategici, sostituibili, che sono facili da valutare, vale a dire beni materiali e immateriali con tassi di rendimento tipici.  Quindi il “residual profit” è allocato ai residui beni immateriali della specifica azienda. PROF. ANDREA AMADUZZI
  • 19. © ACEF Associazione Culturale Economia e Finanza Riproduzione vietata - Tutti i diritti riservati Quello che meglio si adatta al Patent Box è il “Residual Profit Split Method”.  Si basa su un’analisi funzionale  E’ un approccio a più fasi per l’allocazione del profitto a differenti categorie di attività.  Esso inizia con l’imputazione della contribuzione caratteristica, a valori normali di mercato, della funzioni e degli asset non strategici, sostituibili, che sono facili da valutare, vale a dire beni materiali e immateriali con tassi di rendimento tipici.  Quindi il “residual profit” è allocato ai residui beni immateriali della specifica azienda. Ricavi Costi Profitto Rendimento normale Attività materiali Residual Profit Bene immateriale Rendimento normale Altre Attività Immateriali Transactional profit split method PROF. ANDREA AMADUZZI
  • 20. © ACEF Associazione Culturale Economia e Finanza Riproduzione vietata - Tutti i diritti riservati Italian Brand Foreign acquirer Year Brand value Brand profit split Brand margin (royalty rate in % of revenues) (USD million) (brand value / enterprise value) Gucci PPR/Kering 2001 6,167 nd 15,0% Bulgari LVMH 2011 2,923 55,0% 15,0% Wind Telecom Vimpelcom 2011 2,059 7,0% 2.5% Loro Piana LVMH 2013 1,726 56,0% 20,0% Edison EDF 2012 1,214 16,0% 1,0% Fendi LVMH 2002 765 71,0% 15,0% Findus Iglo 2010 563 50,0% 10,0% Indesit Whirlpool 2014 535 28,0% 1.5% Ducati VW/Audi 2012 519 68,0% 10,0% Brioni PPR/Kering 2012 340 85,0% 17.5% Brand Italian acquirer Year Brand value (EUR million) Brand profit split Brand margin (royalty rate in % of revenues) (brand value / enterprise value) Chrysler Fiat 2011 2,489 29,0% 0.75% SanPaolo IMI Intesa 2006 2,384 7,0% 3.5% HVB Unicredit 2005 803 4,0% 1,0% Banca Lombarda et Piemontese UniBanca 2007 392 6,0% 3,0% Oakley Luxottica 2007 379 25,0% 7.5% Sunglass Hut Luxottica 2001 341 44,0% 5,0% Capitalia Unicredit 2007 329 2,0% 0.75% Sofora (Telecom Argentina) Telecom Italia 2010 329 15,0% 1.5% Moncler Moncler 2008 224 nd 8,0% Banca Popolare Banca Popolare 2011 222 1,0% 0.5% Trademark: relazione Royalty Rate – Profit Split Relazione diretta tra Tassi di Royalty e Profit Split y = 3.5671x + 0.0871 R² = 0.748 0.0% 10.0% 20.0% 30.0% 40.0% 50.0% 60.0% 70.0% 80.0% 90.0% 0.0% 5.0% 10.0% 15.0% 20.0% 25.0% ProfitSplit Royalty Rate • Al crescere della forza del marchio cresce il tasso di RR e il Profit Split • Mediamente il Profit Split è pari a circa 4x il livello di tassi di royalty PROF. ANDREA AMADUZZI
  • 21. © ACEF Associazione Culturale Economia e Finanza Riproduzione vietata - Tutti i diritti riservati Trademark Profit – Split Analysis – Watches Industry Trademark Profit Split (% Enterprise Value) Trademark Profit Split % Royalty Rate Trademark: Il settore dell’orologeria 14 operazioni acquisizioni Periodo 2001 - 2014 • L’analisi evidenzia tre differenti segmenti (luxury, commercia/fashion e restructuring). • Differenti tassi di royalty e differenti Livelli di Profit Split PROF. ANDREA AMADUZZI
  • 22. © ACEF Associazione Culturale Economia e Finanza Riproduzione vietata - Tutti i diritti riservati 14 operazione acquisizione Periodo 2001 - 2014 EV/Sales RR Profit Split 1 1,20 x 1,9% 16,0% 2 2,90 x 4,7% 17,0% 3 0,60 x 1,7% 18,0% 4 2,20 x 6,0% 27,0% 5 2,00 x 5,1% 27,0% 6 1,30 x 3,0% 27,0% 7 0,40 x 2,1% 28,8% 8 2,10 x 7,0% 30,0% 9 1,00 x 4,2% 43,0% 10 1,30 x 6,2% 46,0% 11 3,90 x 20,0% 58,0% 12 3,20 x 21,8% 73,0% 13 1,64 x 16,0% 88,0% 14 2,10 x 20,2% 102,0%  Maggiore è il livello del EV/Sales e la redditività del business maggiore è il tasso di royalty  Usualmente il Profit Split è più stabile al crescere della redditività del business  Per il settore degli orologi, esiste una correlazione positiva: maggiore è la redditività, maggiore è la forza del brand e minore goodwill è raggiungibile da crescita futura e benefici di integrazione  Maggiori sono le dimensioni dell’impresa, più forte è il brand. O meglio, la forza del marchio è più difficilmente raggiungibile da imprese di piccole dimensioni. Trademark: Il settore dell’orologeria PROF. ANDREA AMADUZZI