La nuova normativa sul bilancio e le sue relazioni con la prassi internazionale
Giuliana salvador profilazione utente
1. Il Comune di Trieste gestisce i Servizi socio-educativi-assistenziali rivolti alle
persone disabili dai 0 ai 65 anni ( e oltre ) e attualmente ha in carico circa 1800 utenti, di
questi circa il 6% ha una disabilità fisica e l’ 11% del totale degli utenti ( con disabilità fisica
e psichica ) vivono da soli, a casa propria con vari supporti ( FAP-Fondo per l’Autonomia
Possibile, SAP-Servizio Assistenziale alla Persona, servizio che può essere a carattere
educativo e/o assistenziale, l’assistenza domiciliare, centri diurni,ecc. ).
Rispetto alla residenzialità protetta l’ 11% degli utenti vive in soluzioni varie quali la
residenza protetta, comunità e gruppi appartamento,istituti fuori regione, case di riposo ).
L’obbiettivo , rispetto all’ abitare, è quello del mantenimento della persona disabile
all’interno del proprio nucleo famigliare.
Laddove vi è la richiesta da parte dell’utente disabile di uscire dal nucleo famigliare
di origine o dove la situazione famigliare nel suo contesto risulta problematica vengono
promossi progetti mirati che aiutino la persona disabile ad una autonomia abitativa.
Dal primo Piano di Zona uno dei progetti presentati mirava a dare risposte
esaurienti ai bisogni della domiciliarità delle persone con disabilità grave.
L’obbiettivo è stato quello di mantenere le persone disabili a casa propria evitando
l’istituzionalizzazione e in alcune situazioni promuovendo la deistituzionalizzazione
attraverso la nascita di nuovi strumenti per la domiciliarità: le Abitazioni Assistite.
Le Ab.Ass. sono abitazioni civili ( per un minimo di 1 ad un massimo di 3 persone ),
possono essere di proprietà di enti/fondazioni, di proprietà degli utenti o in affitto da privati
e messe a disposizione per le singole progettualità; presentano caratteristiche di
accessibilità e fruibilità personalizzate e in funzione della tipologia di disabilità ed hanno
una forte regia da parte del Comune in collaborazione con i servizi territoriali.
La permanenza nelle Ab.Ass. è condizionata dal progetto di vita indipendente e può
essere anche temporanea, ci devono essere degli spazi comuni ( soggiorno, cucina,
bagno ) e degli spazi individuali ( una camera da letto per ogni persona ogni persona ) e
se necessario una stanza in più per l’operatore di supporto.
Sono soluzioni abitative per persone con disabilità di diverso tipo capaci di
autodeterminarsi ( cioè in grado di esprimere e progettare azioni o aderire a progetti, a
prescindere dal livello di autonomia ) e che non potrebbero permanere a domicilio senza
supporti adeguati ( supporti domotici e umani ).
Tutte le situazioni abitative sopradescritte sono rivolte a persone con disabilità
fisica, psicofisica e psichica, attualmente il Comune segue 10 Ab.Ass. che danno risposta
a 13 persone disabili. Due di queste abitazioni sono della Fondazione Caccia Burlo , che
le ha ristrutturate eliminando le barriere architettoniche , e le ha date in affitto al Comune,
le altre abitazioni sono degli stessi utenti ( ATER, affitto privato e di proprietà ).
Da sottolineare l’importanza del lavoro di rete e di collaborazione fra i Servizi e gli
Enti Pubblici, le Associazioni di disabili, le Fondazioni, e con tutti quei soggetti attivi sul
territorio che operando e segnalando le varie situazioni permettono un lavoro di equipe più
preciso e mirato.
Il progetto “Presto a casa “ con le competenze messe a disposizione dai partner (
Comune di Trieste, ATER, AREA Science Park, Medicina Riabilitativa e Provincia di
Trieste ) prevede la realizzazione di due abitazioni domotiche e nasce per dare risposta a
quegli utenti che, dopo un percorso riabilitativo a livello sanitario rientrano a casa propria.
La strategia prevede l’uso di una “ casa palestra “ intesa come alloggio temporaneo
( max. 6 mesi ) dove poter sperimentare ed aumentare, grazie al supporto delle più
moderne tecnologia e con la supervisione dei terapisti occupazionali le proprie abilità.
2. L’uso temporaneo di spazi abitativi sperimentali si pone come obbiettivi:
- individuare le reali necessità dell’utente
- supportare la persona disabile nei suoi reali bisogni
- aiutare nei criteri di scelta delle varie soluzioni tecnologiche, negli allestimenti
infrastrutturali e nella scelta delle soluzioni di arredo riproponibili poi all’interno della
propria casa o in un nuovo alloggio.
- formare ed istruire la persona disabile, i familiari e/o gli operatori di supporto.
Il Progetto è rivolto a persone con deficit di tipo motorio e/o sensitivo ( emiplegie,
monoplegie, emiparesi, amputazioni, polineuropatie, sclerosi multiple, ecc.), segnalati in
via prioritaria dall’Unità di Medicina Riabilitativa dell’Azienda Ospedaliera o segnalati dai
Servizi territoriali.
La persona che aderisce al progetto deve avere la capacità di autodeterminarsi,
meglio se c’è la presenza di una buona rete parentale /amicale.
Il progetto “ Presto a casa “ trova una proficua sinergia con quello promosso dalla
Provincia di Trieste “ Cambia la tua idea del possibile “, progetto finanziato con fondi messi
a disposizione dalla Regione FVG e che ha come partner il Comune di Trieste e i Comuni
minori ( Muggia, S.Dorligo, Duino-Aurisina, ) e l’Azienda Sanitaria Territoriale.
Tale Progetto, nel triennio 2008-2010 , appoggia e finanzia economicamente
l’autonomia abitativa di giovani persone disabili, fra i 20 e i 40 anni, che decidono di uscire
dal nucleo famigliare d’origine e vogliono andare a vivere da soli.
Il progetto propone un approccio “ imprenditoriale “che si differenzi
dall’assistenzialismo rendendo protagoniste le persone direttamente interessate
sviluppando e sostenendo la cultura della vita indipendente.
Il progetto finora ha interessato ragazzi e ragazze con disabilità fisica, la maggior parte
di questi ha un’occupazione fissa, alcuni hanno optato per un appartamento in affitto altri
hanno preferito comperare l’alloggio, un’unica persona ha un alloggio in affitto dell’ATER.
Dai vari incontri tecnici fra gli operatori e i destinatari dei progetti sono emerse le
molteplici difficoltà che incontra un giovane disabile che cerca casa, difficoltà che possono
andare dal trovare un alloggio privo di barriere ( cosa vuol dire per gli agenti immobiliari un
appartamento senza barriere ) al trovare soluzioni d’arredo personalizzate e reperire
quindi l’artigiano in grado di soddisfare delle esigenze particolari, ecc.
I progetti, del tutto personalizzati e differenziati a seconda delle varie esigenze,
finanziano principalmente l’eliminazione delle barriere architettoniche ( adeguamenti
strutturali all’interno e all’esterno dell’appartamento, arredi personalizzati, apertura utenze,
spese di agenzie ) e alla fine del triennio saranno 9/10 le persone che ne hanno usufruito.
Un ultimo accenno ad un altro Progetto del Comune sull’abitare.
I colleghi dei Lavori Pubblici, venendo a conoscenza dei vari Progetti sulla casa
sopraesposti, dopo aver contattato l’Unità Disabili , sono entrati a fare parte dei tavoli di
progettazione domotica. Entro un paio d’anni verrà ristrutturata l’ex Casa di Riposo
Malusà, in via Soncini e verranno realizzati anche alcuni alloggi “ pilota “ con integrazioni
domotiche che verranno messi a disposizione per utenti con disabilità fisiche e sensoriali.