Un designer che voglia progettare con le persone e non solo per le persone deve, innanzitutto, incominciare con l’ascoltarle. Questa è la storia di come mi sono avvicinata a un gruppo di persone e di come insieme abbiamo intrapreso un percorso di collaborazione dove l’ascolto è stato essenzialmente una fase attiva, parte integrante delle sessioni di co-design. In questo percorso, chiamato ‘Cittadini Creativi’, ho cercato di fare empatia e di assumere prospettive sempre diverse: come dice Marianella Sclavi, ho cercato ‘di uscire dalla cornice’ e di assumere che chiunque mi parlasse avesse ragione, per poi capirne insieme il perché. Ho cercato, con alterni risultati, di visualizzare l’ascolto e di interpretarlo per farne un oggetto di conversazione, un oggetto di co-design che dovesse guidare la progettazione di servizi per il quartiere di Milano nel quale ci si trovava. Infine ho cercato di ascoltare adottando una metodologia umoristica: le sessioni di co-design insieme ai cittadini sono state un percorso a metà tra l’empowerment e l’entertainment, è difficile impegnarsi in un ascolto attivo e reciproco se non ci si diverte, ma su questo la mia ricerca di service designer è solo all’inizio.
Daniela Selloni è service designer e ricercatrice. Ha conseguito un Dottorato di Ricerca al Politecnico di Milano su design dei servizi e innovazione sociale, con un focus sui servizi collaborativi. La sua ricerca applicata ha portato alla sperimentazione di Cittadini Creativi, un formato inedito di agenzia di service design per la città, dalla quale sono nati alcuni servizi co-progettati e co-prodotti insieme ai cittadini di un quartiere di Milano. Insegna alla Scuola di Design del Politecnico di Milano, nella Laurea Magistrale “Product Service System Design”, al “Master Progettare Cultura” dell’Università Cattolica e al “Master in Design Strategico” di POLI.Design. É stata visiting researcher presso la Parsons – The New School for Design, New York. Svolge inoltre attività di consulenza presso aziende pubbliche e private e attività di mentorship per incubazioni di start up, esplorando in particolare la relazione tra design dei servizi e sharing economy. E’ membro di POLIMI DESIS Lab, parte del network internazionale DESIS Design for Social Innovation and Sustainability, dove partecipa a vare ricerche europee e italiane.
Social media link:
https://twitter.com/danielaselloni
Sito professionale:
www.cittadinicreativi.it
www.microsuper.it
www.desis-network.org
Ascoltare per co-progettare i servizi insieme ai cittadini | Daniela Selloni #IIAS15
1. Daniela Selloni
Ascoltare
Daniela Selloni
Bologna 23-24 ottobre 2015
per co-progettare servizi
insieme ai cittadini
IX Summit di Architettura dell’Informazione
Politecnico di Milano | Dipartimento di Design | POLIMI DESIS Lab
2. Daniela Selloni
design dei servizi
co-design
innovazionesociale
sharing economy
design for policy
sviluppoterritoriale
6. Daniela Selloni
Per 5 mesi,ogni giovedì per 2 ore, un service designer e 30 cittadini si sono
incontrati alla Cascina Cuccagna per progettare servizi per il quartiere.
9. Daniela Selloni
Il progettoè statoannunciatoal quartierecon una campagna di comunicazione
locale e digitale.Volta per volta sonostaticondivisi temi e strumentidiprogetto.
10. Daniela Selloni
Il sito cittadinicreativi.it raccogliei report di ogni incontro, permettedi scaricare gli
strumentiutilizzatie i documentisu cui lavorare insieme per progettarei servizi, è
il puntodi contattoe di comunicazione con i cittadinie con il pubblico.
11. Daniela Selloni
Una singolaarea di servizio viene analizzata attraversoun ciclo di tre incontri:
Introduzione del tema,
presentazione di buone
pratiche per trarne
ispirazione e generare
visioni alternative di vita
quotidiana.
1. Sessione ispirativa 2. Brainstorming collettivo 3. Sessione di prototipazione
Selezione degli elementi
promettenti dei casi
presentati, generazione
di idee unendo
ispirazioni, desideri,
necessità.
Utilizzo di mock-up fisici
per presentare il
servizio, applicazione del
servizio alla realtà della
Zona 4 e ai suoi attori
locali.
18. Daniela Selloni
3 tipi di strumenti
Per stimolare
l'immaginazione e il
pensiero laterale.
(schede su buone
pratiche, carte di
suggestione, videostorie
ecc.)
Inspiring tools Framing tools Implementing tools
Per mettere a fuoco l idea
di servizio.
(mappe del sistema,
customerjourney maps,
front office and back office
displays ecc.)
Per sviluppare
ulteriormente il servizio
e legarlo alle risorse
locali.
(service mock ups,
mappe di localizzazione,
mappe degli
stakeholders, giochi di
ruolo ecc.)
19. Daniela Selloni
Strumenti di visualizzazione come supporto:
> Supporto all’ascolto
> Supporto alla conversazione e al dialogo
> Supporto alle gestione (creativa) dei conflitti
> Supporto alle differenti fasi del progetto (analisi, ideazione, sviluppoetc.)
> Supporto all’intangibilità
> Supporto alla complessità
> Supporto alla propositività
49. Daniela Selloni
INFORMAZIONI
funzionali e simboliche
PERSONE
aspetto e comportamento
LUOGO
ambiente fisico e sensoriale
STRUMENTI
oggetti e macchine
INTERVALLO DI PROGETTO
DESIGN AREA
RELAZIONE
FORNITORE
DEL SERVIZIO
UTENTE
Progettazione dell’interfacciadel servizio intesa come zona, ambito, scena in cui hanno
luogo le interazioni tra il sistema di erogazione e il suo fruitore.
*Elena Pacenti, 1998.
Design dei servizi tradizionali
50. Daniela Selloni
I servizi collaborativi sono quei servizi che, per poter essere erogati, necessitano
dell’attiva partecipazione di tutti gli attori coinvolti, utenti finali inclusi.*
*Ezio Manzini, 2008.
INTERVALLO DI PROGETTO
DESIGN AREA
UTENTI - FORNITORI UTENTI - FRUITORI
RETE COME ABILITATORE
E CONNETTORE
Design dei servizi collaborativi
51. Daniela Selloni
front office (stage)
UTENTE
(cliente, cittadino)
linea della
visibilità
back office (backstage)
FORNITORE
(staff, management, sistemi di supporto)
*Daniela Sangiorgi, 2002.
Design dei servizi tradizionali
L’utente e il fornitore del servizio sono separati dalla linea di visibilità:non c’è
trasparenza, fruire e erogare il servizio sono due azioni nettamente distinte.
52. Daniela Selloni
UTENTE-FRUITORE
linea della
trasparenza
UTENTE-FORNITORE
L’utente e il fornitore del servizio fanno parte dellostesso gruppo, vi sono però ruoli
differenti e intercambiabili, le risorsee i sistemi di supporto sono condivisi.
Design dei servizi collaborativi
risorse, beni, sistemi di supporto in condivisione
53. Daniela Selloni
Caratteristiche a confronto
Servizi tradizionali Servizi collaborativi
relazione bidirezionale interazioni circolari
anonimità conoscenza diretta
organizzazione gerarchica organizzazione a rete / peer to peer
utente servito / delivering utente abilitato / enabling
focus sul come focus sul perché
professionalità nuovi esperti
organigrammi standard nuove figure professionali
divisione tra pubblico e privato zona ibrida semi-pubblica
rete come strumento rete come abilitatore e connettore
54. Daniela Selloni
al design dei servizi collaborativi
a quella utenti-utenti
alla prosumer experience
Transizioni in corso:
dal design dei servizi tradizionali >
dalla dialettica fornitore-utente >
dalla user experience >
dallo user centered design > al community centered design
56. Daniela Selloni
Meet a community – amplify individual interests in public interests 1
Select servicetopics – gather around local relevant issues2
Identify local stakeholders – organize meaningful encounters 3
Identify a symbolicplace – set a space for conversation and discussion4
Prototype – enact service rehearsals7
Developa program – align agendas and interests5
Co-design – enhance public imagination6
Co-produce – make services together8
Co-manage – define roles and rules
Implement – service legacy and legitimacy
9
10
L esperienza di Cittadini Creativi in 10 passi
From Daniela Selloni Phd, ‘Designing for public-interest services’ - November 2014
57. Daniela Selloni
1. Meet a community
amplify individual interests in public interests
è
From Daniela Selloni Phd, ‘Designing for public-interest services’ - November 2014
> communityneighbourhood as theproper scaleof intervention
> communitycentred design
> formation of a communityaround a critical issue- ‘boundary topic’
> on-going process gathering participants at different stages
> participation creates emulation - participation becomes ‘aspirational’
> conflicts among earlier and recent participants
58. Daniela Selloni
2. Select service topics
gather around local relevant issues
è
From Daniela Selloni Phd, ‘Designing for public-interest services’ - November 2014
> transform aprotest into a proposal- design as ‘propositionalactivity’
> envision issues such as service-topics in order to identify areas to work on
> distinction between ‘symbolic and emotional issues’and ‘practicaland daily issues’
> conflicts in selecting issues might help in establishing ahierarchy
59. Daniela Selloni
3. Identify local stakeholders
organize meaningfulencounters
è
From Daniela Selloni Phd, ‘Designing for public-interest services’ - November 2014
> map existing services,activities and associations
> alliance to face crisis and ‘service scarcity’
> alliance to address issues toinstitutions in a shared and formalised way
> institutions as counterpart for citizens and smallbusinesses
> institutions as stakeholders involved in the process
> amplify and align interests: alliance to reach a common scope
60. Daniela Selloni
4. Identify a symbolic place
set a space for conversation and discussion
è
From Daniela Selloni Phd, ‘Designing for public-interest services’ - November 2014
> changeof function of the spacedepending on the type of session and activity
> a spacefor trial and error - a ‘protected environment’
> a ‘public innovation place’, an arena for ‘democratizing innovation’
> transient character - negative consequences in (co)managing spaceand resources
> the ownership of the spaceis blurred – assign roles and rules
61. Daniela Selloni
5. Develop a program
align agendas and interests
è
From Daniela Selloni Phd, ‘Designing for public-interest services’ - November 2014
> an agendain between a participatoryaction research plan and a programmeof
events for revitalising a neighbourhood
> align ‘my’ agendawith the ‘agenda of the neighbourhood’
> design a programmemeans to‘set conditions’for an alliance
> criticality: my agendawas essentially a top-down process
62. Daniela Selloni
6. Co-design
enhance public imagination
è
From Daniela Selloni Phd, ‘Designing for public-interest services’ - November 2014
> co-designas an activity inbetweenempowering and entertainment
> balance the ‘tone of voice’: shiftfrom an academic language to a popular one
> everyone canbecome ‘designer of their daily life’ ?
> support citizens through the imaginative power of design: develop public imagination
> co-designsessions inbetweencreative workshop and public debate / political meeting
63. Daniela Selloni
7. Prototype
enact service rehearsals
è
From Daniela Selloni Phd, ‘Designing for public-interest services’ - November 2014
> make service prototypes to test solutions
> reinforce the idea of ‘making together’ within a community
> rapid prototyping: physical mock-ups /low-tech prototypes to give tangibility to services
> participatory prototyping: simulate services, make rehearsals (set, props, script, roles..)
> develop ‘demonstrationarenas’ for institutions and ‘community building’ events
64. Daniela Selloni
8. Co-produce
make services together
è
From Daniela Selloni Phd, ‘Designing for public-interest services’ - November 2014
picture from www.cuccagna.org
> co-productionis related to service developmentand to service performance & delivery
> co-develop means conceiving services inevery aspectboth digital and material
> ‘make services together’ means re-thinking public interest and realizing services that
are more citizens-oriented
> ‘make services together’ means promoting reciprocity and shifting the balance of power
65. Daniela Selloni
9. Co-manage
define roles and rules
è
From Daniela Selloni Phd, ‘Designing for public-interest services’ - November 2014
> co-manage: simultaneous need for flexibility, transparency and openness
> establish rules about use, access, membership, ownership etc.
> leave openre-negotiation: rules emerge from the specific practice
> think aboutroles means considering how power is distributed betweenthe parties
> change power dynamics means truly involving people in decision-making processes
> create a more inclusive model of governance
66. Daniela Selloni
10. Implement
service legacy and legitimacy
è
From Daniela Selloni Phd, ‘Designing for public-interest services’ - November 2014
pictures from www.cuccagna.org
> service legacy: establishing the ‘ownership’ of the service and its possible evolution
> in public-interestservices the ownership is related to a constellationof actors that act
for the public interest and share the same values
> how to legitimize services: should citizens become actualsocial entrepreneurs?Or is it
better to find a stakeholder ready to bet on one specific service?
> often citizens prefer to receive legitimationfrom institutions or organizations
68. Daniela Selloni
1
2
4
Le 7 regole dell’ascoltare #1
Marianella Sclavi – Arte di ascoltare e mondi possibili (2003)
3
Non avere fretta di arrivare a delle conclusioni. Le conclusioni sono
la parte più effimera dellaricerca.
Quel che vedi dipendedal tuo punto di vista. Per riuscire a vedere il
tuo punto di vista, devi cambiare punto di vista.
Se vuoi comprendere quel che un altro sta dicendo, devi assumere
che ha ragione e chiedergli di aiutarti a vedere le cose e gli eventi
dalla sua prospettiva.
Le emozioni sono degli strumenti conoscitivi fondamentali se sai
comprendere il loro linguaggio. Non ti informano su cosa vedi, ma su
come guardi. Il loro codice è relazionale e analogico.
69. Daniela Selloni
5
6
7
Le 7 regole dell’ascoltare #2
Un buon ascoltatore è un esploratore di mondi possibili.I segnali più
importanti per lui sono quelli che si presentano alla coscienza come al
tempo stesso trascurabili e fastidiosi, marginali e irritanti, perché
incongruenti con le proprie certezze.
Un buon ascoltatore accoglie volentieri i paradossi del pensiero e della
comunicazione interpersonale. Affronta i dissensi come occasioni per
esercitarsi in un campo che lo appassiona: la gestione creativa dei
conflitti.
Per divenire esperto nell’arte di ascoltare devi adottare una
metodologia umoristica. Ma quando hai imparato ad ascoltare,
l’umorismo viene da sé.
Marianella Sclavi – Arte di ascoltare e mondi possibili (2003)
72. Daniela Selloni
"Non dubitate che un piccolo gruppo di cittadini
coscienti e risoluti possa cambiare il mondo.
In realtà è l'unico modo in cui è sempre successo.”
Margaret Mead
Vorrei raccontarvi una storia, che è quella della sperimentazione di design dei servizi Cittadini Creativi dove l’ascolto è stato parte integrante del processo di co-progettazione, anzi è stato la base per imparare a progettare non solo PER le persone ma anche e soprattutto CON le persone.
Non è artificiosa, questi libri sono presenti nella bibliografia di molte delle mie pubblicazioni
(intangibilità dei servizi, intangibilità della complessità
Metafore, narrazioni che supportassero l’ascolto.
Molti servizi hanno una user experience perfetta ma non mettono valori, le loro interazioni sono piatte e neutrali,nei servizi collaborativi servono user experience trasformative
Fare community centred design significa ascoltare il territorio, il contesto, non solo le persone
Creare la comunità immergendosi nella vita di un quartiere, usando i metodi della ricerca etnografica, partecipando agli eventi e alle attività locali, facendo empatia con gli abitanti. Mettersi in ascolto di una comunità e di un territorio.
SELEZIONARE GLI ARGOMENTI / gli ambiti su cui lavorare
Quali sono i temi importanti nel quartiere? L’accesso al cibo fresco? La mancanza di offerta culturale? Selezionare gli ambiti di servizio da migliorare o re-inventare.
COINVOLGERE GLI STAKEHOLDER / individuare gli attori locali da coinvolgere Ascoltare gli attori
Individuare servizi già esistenti, attività e associazioni con cui stabilire delle connessioni. Coinvolgere le istituzioni locali
TROVARE UN LUOGO SIMBOLO > uno spazio accogliente e connesso uno spazio per l’ascolto
SVILUPPARE UN PROGRAMMA un calendario di sessioni di co-design e mostre al pubblico –un programma di ascolto
Il programma è intervallato da momenti di presentazione pubblica di quanto avviene nelle sessioni, che si possono “agganciare” a eventi e manifestazioni esistenti.
CO-DESIGN
EMPOWERMENT SOGGETTIVO . EMPOWERMENT COLLETTIVO ATTORE COLLETTIVO, VALORE ESTETICO
Questi prototipi, queste messe in scena del servizio servono per mettersi in ascolto della comunità, per osservarne le reazioni
Sviluppare un servizio nei dettagli. Co-produrre significa sviluppare tutti i touch point del servizio, sia fisici che digitali. Significa mettere in comune gli asset, le risorse e le competenze, creando una piattaforma secondo i principi delle economie di scopo.
CO-GESTIRE
Stabilire regole riguardanti uso, accesso, proprietà e membership. I ruoli e le regole devono essere flessibili e rinegoziabili, questo influenza la redistribuzione del potere e la i sistemi di decisione.
Significa riflettere sul modello di governance.
IMPLEMENTARE E STABILIRE SINERGIE
NON TUTTI SI VOGLIONO COSTITUIRE MANTENERE EQUILIBRIO TRA INFORMALITA E STRUTTURAZIONE
Non avevo l’ossessione dei risultati, volevo solo sperimentare strumenti di co-design. Cambiare il punto di vista – non usare il punto di vista del ricercatore, del designer, e assumere quello del cittadino, fare realmente empatia non solo come esercizio progettuale. Ciascuno dei cittadini che era seduto al tavolo di co-design aveva ragione, e costruire sulle ragioni degli altri. Non era importante tanto il cosa ma il come, non i contenuti ma l’approccio. Codice emotivo: accogliere le sfide del quartiere, sentirle mie. Via via sono migliorata e capivo la temperatura delle sessioni, lamentatoi riunioni di condominio
Durante cittadini creativi mi sono sentita veramente un’esploratrice di mondi possibili, ero concentrata sul rilevare conflitti, o comunque sul rilevare quei segnali distonici e incongruenti con le mie certezze. Accogliere il dissenso è stato importante, GESTIRE CREATIVAMENTE I CONFLITTI SIGNIFICA TRASFORMARE I CONFLITTI IN PROPOSTE. Le sessioni erano a metà tra empowerment e entartainment. No sessioni didattiche e prescrittive
Durante cittadini creativi ho attraversato un processo di collaborazione sempre più complesso.
La più grande forma di collaborazione / comunicazione è l’ascolto.
Il primo passo è ascoltarli. Soprattutto se ci si ascolta…