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RASSEGNA STAMPA
"Il nostro problema è che non siamo fatti per 
vivere in comunità così grandi. È un mistero 
come l’uomo abbia finito per scegliere di 
vivere in città così grosse”, sarà su queste 
idee e su come la vita in comunità ristrette - 
tipiche dell’origine dell’umanità - sia 
portatrice di valori eticie operi un controllo 
sociale che sfugge all’età moderna, 
l’intervento di Robin Dunbar al 
prossimo TEDx Transmedia che si terrà 
a Roma il 27 settembre, con la media 
partnership di Wired. 
Docente di psicologia evoluzionistica a 
Oxford, Dunbar è autore, tra le molte 
pubblicazioni e teorie, anche del numero di 
Dunbar, la legge che determina il numero 
massimo di personecon le quali un essere 
umano può stringere relazioni sociali stabili 
(spoiler: è 150). 
All’evento TED organizzato in maniera 
indipendente, e tutto centrato sull’etica nei 
nuovi media, Dunbar porterà la sua 
esperienza di antropologo e di studioso dei 
meccanismi attraverso i quali 
il cervello umano stabilisce relazioni, per 
raccontare da quel punto di vista sfide e 
legami che l’etica si trova ad affrontare oggi.
Dopo aver incontrato Simon Cohen, adesso è a Dunbar che abbiamo chiesto se realmente inuovi 
media abbiano regole etiche diverse dai vecchi. “Il concetto e i presupposti dell’etica sono 
sempre gli stessi o almeno lo è la maniera con cui interagiamo con essa, non cambia con i nuovi 
media”. 
Dunque è sempre più conveniente non attuare un comportamento etico? 
“Sì, e questo è ancora più vero oggi perchè si è potetti dall’ interazione indiretta. Nella vita vera 
quello che agevola l’onestà è anche la compresenza, l’essere faccia a faccia, quindi il tono della 
voce, le espressioni del viso... In Rete al momento questo non è possibile, perchè la maggior 
parte delle interazioni sono basate sul testo, dunque è più semplice per le personepresentarsi 
per quello che non sono”. 
Quindi è la mancanza di compresenza fisica il problema? 
“No, non è solo quello. Il problema è più grande e riguarda i luoghi in cui viviamo. All’essere 
umano fa bene vivere in comunità e per farlo stringiamo un contratto sociale, diamo via alcuni 
dei nostri interessi nel breve termine perchè sappiamo che vivere in comunità ci darà benefici 
più grandi nel lungo periodo. Solo che in comunità grandi è facile barare e quindi prendere i 
benefici nel lungo periodo e anche quelli nel breve, comportandosi in maniere poco etiche”. 
Dunque su cosa sarà il suo speech? 
“Non ci ho ancora pensato”. (ride)
Cosa centra l’etica? 
"In termini di etica o di fare la cosa giusta è mia sensazione che molti media 
siano controllati. Ad oggi, se voglio, posso usare il mio secondo screen, o 
anche un libro, per controllare se quel che è descritto in tv sia vero, ma io 
intendo mettere insieme queste possibilità in un’unica visione. 
"Nel passato aggiungevamo le grafiche nel video, attraverso quelle si poteva 
interagire con i contenuti ma ora anche quelle grafiche in sovraimpressione 
sono molto controllate, e magari la loro occorrenza dipende da chi sono gli 
sponsor e via dicendo, tutte condizioni che non coincidono con i miei 
interessi da consumatore. Ciò che trovo accattivante nello spazio tra me e lo 
schermo del mio salotto è che io possiedo quello spazio e posso metterci 
quel che voglio, come posso fare quel che voglio nel second screen, nessuno 
può proibirmi di guardare cose sull’iPad, come nessuno può impedirmi di 
visualizzare altri elementi nella mia grafica 3D che si sovrappone 
all’immagine del monitor. È un tipo di contenuto e di comunicazione 
comandata dall’utente". 
Su cosa stai lavorando al momento? 
"Sono in un periodo di transizione. Sono stato un cofondatore di Schematic, 
compagnia che ora è cresciuta molto e nel 2007 è stata acquistata da WPP. 
Da lì siamo cresciuti ancora prendendo un’altra compagnia dentro di noi, 
dunque ora il risultato si chiama Possible, ed è una realtà molto grande. Io ci 
sono dentro da tanto e adesso mi occupo di strategie e consulenze sui nuovi 
progetti di innovazione nel mondo digitale ma voglio fare altro e quindi ci 
lavoro solo part time, nel resto del tempo mi occupo di quel che mostrerò al 
TEDx Transmedia, ovvero il nuovo prodotto per realizzare questo stereo 3D 
tra monitor e spettatore". 
•
• Saranno quattro gli speaker italiani 
coinvolti nel TEDx Transmedia che si 
terrà il 27 settembrea Roma, con la 
media partnership di Wired. Quattro 
professionisti di diverse esperienze che, 
come gli altri speaker, porteranno il loro 
punto di vista sull’ etica nei nuovi media 
Dopo aver parlato con Simon 
Cohen, Robin Dunbar e Dale 
Herigstad dei loro interventi e di come 
vedano il tema dell’evento, è la volta di 
riportare il pensiero degli italiani, ognuno 
proveniente da un ambito differente e 
con posizioni differenti. 
Francesco Mosconi è co-fondatore e 
vicepresidente di Axelera, società che 
lavora nell’organizzazione di eventi e 
concorsi finalizzati a prendere di mira le 
sfide dell’umanità attraverso un uso 
creativo della tecnologia.
Federico Pistoni, habituè del TEDx, è Ceo di Esplori, società che lavora per creare ambienti di 
apprendimento globali che superino le barriere del linguaggio per permette a chiunque di 
imparare qualunque cosa. 
Alessandro Rignani Lolli detiene diversi record nel mondo delle immersioni e collabora con 
ilCnr di Pisa nelle ricerche sui cambiamenti fisiologici del copro umano in stato di apnea, oltre a 
studiare l’etica sportiva. 
Membro dell’Ieee e per diversi anni direttore del Telecom Italia Future Centre Roberto Saracco è 
ora presidente dell’ EIT Ictlabs. 
Sebbene il nostro paese non sia a un livello eccelso di avanzamento tecnologico (sia dal punto di 
vista istituzionale che da quello delle grandi aziende), i temi etici relativi alle nuove tecnologie 
sono sfidati ogni giorno da un uso retrogrado di nuovi strumenti. 
Roberto Saracco si concentrerà su “ sfide etiche e sociali che l’evoluzione tecnologica sta 
arrivando a porre. Cosa significherà per la nostra vita l’esistenza di cervelli artificiali, e ancora più 
sconvolgente, cosa significherà la possibilità di leggere all’interno dei nostri cervelli?”. 
Sarà molto più centrato sull’individuo lo speech di Francesco Mosconi: “ Parlerò di cosa ci rende 
felici e cosa ci fa bene. Parlerò di aggiornare il nostro istinto e di cercare la felicità introducendo 
un più prospettiva e consapevolezza nella vita, anche grazie all'uso di nuove tecnologie. Parlerò di 
quantified self devices. Il messaggio che vorrei passasse è: conoscerci meglio può aiutare a 
scoprire cosa ci fa bene e cosa no”. 
Mentre punta apertamente a stupire tutti Alessandro Rignani Lolli, anche in virtù del suo 
peculiare background sportivo: “ Il tema del mio talk sarà incentrato sull’etica nello sport. 
Naturalmente da atleta e da manager dello sport mi rendo conto che la parola Etica viene 
abusata ed usata solo e spesso per pulirsi la coscienza in momenti in cui è necessario 
farlo".Continua Lolli: " Per questo motivo ho deciso di realizzare un talk decisamente pungente, 
direi contrastante con la normale accezione che diamo alla frase: etica nello sport. Molti si 
aspettano delle risposte a come poter affrontare una vita etica nello sport. Niente di più 
sbagliato. Non darò risposte, ma faro domande, anche molto scomode. Da questo pensiero nasce 
il titolo del mio talk: Win or Compete?”.
Infine quello di Federico Pistono sarà sui “ problemi che pone la scuola come la 
conosciamo. Nei primi tre anni della nostra vita impariamo a parlare e a 
camminare, mentre per i venti successivi ci viene detto di stare seduti e in silenzio. 
Non studiamo quasi mai ciò che vogliamo, ma ciò che potrebbe darci una presunta 
sicurezza economica, così che possiamo continuare a comprare cose e perpetuare il 
ciclo economico. La tragedia è che, nel frattempo, ci siamo dimenticati di vivere 
l'unica vita che abbiamo”. 
A differenziarli davvero è però l’approccio al tema del TEDx Transmedia. Se 
per Alessandro Rignani Lolli “ non sono gli strumenti ad essere etici o non etici, ma 
chi li utilizza” per Federico Pistono “ ci sono poche possibilità di mentire o di 
distorcere informazioni adesso (almeno in teoria), la rete richiede onestà, e la 
reputazione è tutto” mentre è più drastico Federico Mosconi: “ Perchè dovrebbe 
esserci un approccio diverso dal solito?”. 
Divisi equamente tra chi lavora in Italia e chi invece è andato all’estero a misurarsi 
con le nuove tecnologie gli italiani del TEDx Transmedia si caratterizzano per un 
abbraccio del binomio etica/profitto o come dice Alessandro Rignani Lolli: “ Se 
continuiamo a seguire il paradigma etica=no profit, non riusciremo mai a fare il 
passo in avanti che stiamo cercando di realizzare. È necessario rompere gli schemi, 
andare oltre il pensiero generalista”. E soprattutto da una chiara individuazione di 
cosa non vada nel panorama attuale: “ L'obsolescenza pianificata, lo sfruttamento 
dei lavoratori, la degradazione ambientale, e tutte le esternalità ben note della 
ricerca cieca del profitto a breve termine, non avrebbero motivo di esistere se non 
avessimo perso di vista il motivo per cui facciamo ciò che facciamo: migliorare la 
vita di tutti” è la sentenza di Federico Pistono.
Dale Herigstad è forse il più grande designer 
di interfacce utente, nonchè l’unico il cui 
lavoro sia conosciuto da tutti. Tra le molte 
cose, infatti, è stato anche consulente 
di Minority Report, film per il quale inventò e 
disegnò la famosa interfaccia che usa Tom 
Cruise, quella che è poi diventata 
obbligatoria in qualsiasi altro futuro 
cinematografico. 
Sono 20 anni che attraverso diverse società 
(anche da lui fondate) Herigstad disegna 
interfacce per la televisione, cercando di 
immaginare un nuovo rapporto con lo 
schermo che cambi le dinamiche di potere 
tra emittente e ricevente. Ed è proprio di 
questo che parlerà nel suo intervento al TEDx 
Transmedia di Roma, il27 settembre, l’evento 
Ted indipendente quest’anno centrato 
sull’ etica nei nuovi media, con la 
partnership di Wired Italia. 
Dopo le interviste agli speaker Simon 
Cohen e Robin Dunbar, abbiamo sentito 
anche Dale Herigstad, per avere un’idea di 
quale sarà il cuore del suo intervento e quale 
la sua visione sul tema, con una precisazione 
da fare innanzitutto: “ Attenzione, io non 
sono uno che si occupa di contenuti, non 
scrivo libri, io faccio considerazioni su come la 
gente crea questi contenuti, dal lato 
della user experience . Cioè non mi occupo di 
ciò che si dice ma della maniera nella quale lo 
si fa. E da questo punto di vista l’etica di un 
mezzo di comunicazione è sempre la stessa”.
Quale sarà il cuore del tuo speech al TEDx Transmedia? 
"Presenterò un’idea che parte dall’assunto che siamo abituati a concepire ciò che vediamo 
davanti a noi, sia una tv o uno schermo, come qualcosa di piatto e fisso. Ma non deve essere per 
forza così. Quel che io amo èl’uso dello spazio tra te e il monitor, dunque mostrerò 
un’applicazione del 3D stereoscopico per vedere contenuti extra davanti a te, oggetti grafici e 
design nello spazio prima della tv. 
"Ci sono diversi modi di farlo, Google glasses è uno ma anche le tv 3D, che è il metodo che più 
uso. Quello che penso sia nuovo e interessante in quest’idea è lavorare su una visione singola, 
cioè non si tratta di un second screen, che è distraente perchè di fatto ti costringe a guardare da 
un’altra parte, ma di contenuti che si sovrappongono a quelli che vedi nella televisione 
occupando lo spazio tra te e il monitor".
Ma nemmeno a grandi linee? 
“È che faccio due speech a settimana. Dunque a quello della settimana prossima ci penso la 
prossima settimana ! A ogni modo già so che sarà sul modo in cui Internet riporta in primo piano 
il discorso della reputazione. In piccole realtà, come i villaggetti rurali, tutto funziona grazie alla 
reputazione, è come una sorta di polizia. 
"In comunità piccole c’è un forte controllo sociale e il tuo comportamento ti può perseguitare, 
perchè sai che gli altri vedono quello che fai e ne parlano. Penso che il problema della società 
moderna sia che è diventata così grande che abbiamo perso il senso della piccola comunità. Se 
ora pensi a come Twitter o altri social media consentano di commentare il comportamento altrui 
capisci che il concetto di controllo sociale attraverso la reputazione può rientrare dalla finestra. 
"Ma a questo punto la questione è tutta se le persone tengano o meno a quello che gli altri 
dicono online (perchè nelle piccole comunità tutti si conoscono e tengono alle opinioni altrui)”. 
Su cosa sta lavorando adesso? 
“Su progetto che studia la psicologia degli abitanti di comunità molto piccole per capire come 
mai avendo questa psicologia abbiamo creato comunità così grandi. Il punto è che questo 
sistema di avere grandi comunità non funziona. Perché le banche sono fallite? Perchè erano 
troppo grandi ed era possibile, per le persone che operavano nella finanza, comportarsi in 
maniere in cui il board non aveva controllo. 
"Questo ha fatto sì che chi stava nella finanza non avesse più interesse a lavorare per il bene 
della comnuità o del paese ma solo per il proprio beneficio nel breve termine, e come sappiamo 
questo non è buono nè per la banca nè per il mondo. Intendiamoci, si tratta del modo naturale 
in cui si comporta l’uomo, ma se ci uniamo in comunità su scala globale ci sono troppi posti in 
cui la gente può nascondersi e rompere il contratto sociale. 
"E tutto questo non fa che peggiorare perchè le città si ingradiscono, nel 2025 l’80% delle 
persone nel mondo vivrà in una grande città, se unisci il dato alla globalizzazione (cioè al fatto 
che eventi accaduti dall’altra parte del mondo influiscono sulla tua vita) capisci come si arrivi a 
una perdita di fiducia e uno sgancio delle persone comuni dalla vita politica. Questo deve finire, 
altrimenti l’Armageddon arriverà ben prima del cambiamento climatico”.
• È il fondatore e manager di GlobalTolerance, 
consulente per alcuni dei più grandi leader politici 
del mondo (ha lavorato anche con il Dalai Lama) e 
una delle personalità più innovative nel campo 
della comunicazione etica, Simon Cohen sarà tra 
gli speaker del TEDx transmedia 2013 che si 
terrà a Roma il 27 settembre. 
Si tratta di un evento TED organizzato in maniera 
indipendente, quest’anno tutto dedicato al 
tema Dangerously ethical, ovvero come l’etica e i 
comportamenti etici trovino posto nelle nuove 
tecnologie e nella comunicazione attraverso nuovi 
media. Cosa sia etico o meno, dove siano i limiti di 
quest’approccio e dove invece i suoi inaspettati 
punti di forza. 
La società di Simon fornisce consulenze nel campo 
della comunicazione ma, a differenza di altri, lui 
lavora solo in maniera etica e con fini etici, è la 
specializzazione della società. Questo significa 
comunicare soluzioni e non problemi 
relativamente agli argomenti trattati, occuparsi 
solo di casi e situazioni che si ritengono 
appropriati alla propria etica, non 
mentire e vendere positività invece che 
negatività: “Nel tipo di comunicazione che 
proponiamo, non si presenta mai un problema 
senza la soluzione a esso”. 
.
Mi puoi fare un esempio concreto? 
"Sì, da poco c’è stato l’anniversario dell’11 settembre, solitamente la 
cosa è approcciata mostrando le immagini degli aerei o filmati inediti di 
persone che si buttano, registrazioni degli ultimi istanti di vita… Tutto 
materiale tragico. Noi abbiamo lavorato per una società che intendeva 
invece mandare un messaggio positivo, così abbiamo fatto ricerche sulle 
altre cose accadute in quella data scoprendo che l’11 settembre è anche 
il giorno in cui Gandhi ha fondato il movimento non violento. Così 
abbiamo creato un evento live con dei ragazzi e convogliato una buona 
copertura stampa sulla storia di Gandhi, in opposizione diretta a tutto il 
resto della copertura che la stampa ha fatto dei soliti temi tragici". 
Il punto del tuo lavoro e del tuo speech al TEDx transmedia dunque 
sarà dimostrare che un simile approccio etico frutta? 
"Il punto è che in questi giorni è più pericoloso non essere etici perchè 
nell’età dei nuovi media il flusso di informazioni è così veloce e la linea 
tra valori personali e professionali così sfumata che gli utenti, ben più 
smaliziati di ieri, si rendono subito conto di chi applica comportamenti 
poco etici".
Ma questo non è valido da sempre? 
"In un certo senso si ma c’è una differenza. Storicamente la saggezza è stata inaccessibile, era qualcosa da 
professi o da eruditi, non da persone come me e te che giriamo in felpa. La cosa più eccitante dei nuovi 
media è come la saggezza sia davvero accessibile a tutti e non stia più nei confini della religione o di 
linguaggi complessi e sofisticazioni lontane dalle persone. Ognuno oggi ha gli strumenti per essere saggio 
nel lavoro, a prescindere dalla nostra educazione". 
È vero che hai mandato la società in anno sabbatico perchè hai avuto un figlio? 
"Sì, siamo tutti in sabbatico: 10 dello staff e 65 consulenti, più 4 del board direttivo, tutti in un anno 
sabbatico. Questo non vuol dire che la società paghi lo stesso, ognuno è libero di lavorare da freelance, 
portarsi i clienti che solitamente trattiamo, sviluppare contatti come crede e poi, finito l’anno se lo 
desidera ritornare nella società e riportare i clienti, oppure non farlo, oppure tornare ma tenere per sè i 
clienti. È una questione di fiducia". 
Ma perchè farlo? 
"La mia compagnia ha a che fare con il rispetto, in tutto il mondo. Dunque ho girato il pianeta per lavoro 
ma ho capito che stavo trascurando il mio mondo personale, a casa mia. E quando mia moglie mi ha detto 
di essere incinta ho capito che se promuovo la tolleranza nel pianeta ma trascuro i miei cari la mia 
visione non vale nulla". 
Dunque anche tu lavori da freelance ora? 
"Sì, non sono ricco e dunque devo lavorare. Ora aiuto un leader mondiale per due giorni a settimana e poi 
scrivo un libro, per il resto faccio il padre. Preferisco non fare il nome del leader in questione perchè con 
lui lavoro su temi molto sensibili ed è meglio che non si sappia. Ad ogni modo non è il Dalai Lama (con lui 
abbiamo lavorato in passato) ma non siamo lontani". 
Visto che verrai al TED di Roma chi sei interessato a sentire più di tutti? 
Dale Herigstad, l’uomo che ha inventato l’interfaccia grafica di Minority Re"port, amo quel film. Poi sono 
molto curioso di sapere cos’avrà da dire Pat Younge della BBC. In ogni caso la cosa che amo del TED è 
l’ approccio multidisciplinare, dunque è la combinazione che mi eccita non i singoli".
• 
• "L'Italia sta imparando". Stiamo 
parlando di eventi di innovazione e a 
esprimersi in questi termini è Nicoletta 
Iacobacci, organizzatrice 
del TEDxTransmedia, di cui Wired è 
media partner. L'appuntamento con la 
quarta edizione dell'iniziativa è a Roma, 
all' Accademia dei Lincei per la 
precisione, il prossimo 27 settembre. 
Iacobacci ha scelto l'Italia e la capitale 
per il suo TEDx dalla seconda edizione 
in poi. Italiana di nascita, lavora e vive 
all'estero da molti anni, a Ginevra al 
momento, ma ha sentito il bisogno di 
dare un contribuito allo sviluppo della 
penisola portando "input e idee che 
venissero da fuori". "La prima 
volta (correva l'anno 2011, nda) mi 
hanno criticato perché l'evento era 
interamente in inglese", racconta. 
A tre anni da quell'esperimento, l'head 
of media strategy dell'European 
Broadcasting Union è un'osservatrice - 
attiva - privilegiata di un fenomeno che 
si è sviluppato in maniera 
considerevole. Le conferenze stesse 
patrocinate da TED sono numerose 
( qui l'elenco completo).
"L'Italia sta cercando di mettersi in pari. Da fuori si nota un grande fermento e anche organizzare 
eventi di questo tipo sta diventando più facile", spiega Iacobacci. A dimostrazione della risposta 
tricolore alla domanda di innovazione c'è la presenza di quattro italiani nella lista dei relatori 
di TEDxTransmedia: il presidente dell'Iet Ictlabs Roberto Saracco, il fisico co-fondatore di Axalera 
- associazione che si occupa di eventi e concorsi legati all'innovazione - Francesco Mosconi, 
l'autore di I robot ti ruberanno il lavoro ma va bene così Federico Pistono, e il campione del 
mondo di apena (e imprenditore) e Alessandro Rignani Lolli, che parlerà di doping ed etica nello 
sport. 
L' etica è il filo rosso dei 16 interventi organizzati in 3 sessioni: Fear, paura;Mindfulness, 
consapevolezza; e Hope, speranza. Dangerously Ethical, pericolosamente etico, è il tema 
portante. "Volevo rendere l'etica sexy", spiega Iacobacci, "dare la possibilità di intravedere 
unospiraglio di futuro negli interventi di ogni singolo relatore". "Si evolve dalla presa di coscienza 
della proprie paura alla speranza per un futuro migliore", prosegue. Oltre ai già citati oratori, 
prenderanno la parola il "coordinatore dei visionari della Bbc Pat Younge, che parlerà del ruolo 
del servizio pubblico nel comunicare i nuovi valori" e Robin Dunbar, secondo cui il nostro 
cervello non è in grado di processare più di 150 amici - il cosiddetto Dunbar Number. 
L'analistaKeren Elazari proporrà il concetto di hackerismo positivo e Andrea Phillips si 
soffermerà sulle questioni etiche nella costituzione di una narrativa multipiattaforma 
transmediale.
Ufficio Stampa 
Applepie di Mariapia Ebreo 
Mob. +39/349/1915801 
mail. mariapiaebreo@gmail.com 
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Rassegna stampa tedx transmedia 2013

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  • 5. "Il nostro problema è che non siamo fatti per vivere in comunità così grandi. È un mistero come l’uomo abbia finito per scegliere di vivere in città così grosse”, sarà su queste idee e su come la vita in comunità ristrette - tipiche dell’origine dell’umanità - sia portatrice di valori eticie operi un controllo sociale che sfugge all’età moderna, l’intervento di Robin Dunbar al prossimo TEDx Transmedia che si terrà a Roma il 27 settembre, con la media partnership di Wired. Docente di psicologia evoluzionistica a Oxford, Dunbar è autore, tra le molte pubblicazioni e teorie, anche del numero di Dunbar, la legge che determina il numero massimo di personecon le quali un essere umano può stringere relazioni sociali stabili (spoiler: è 150). All’evento TED organizzato in maniera indipendente, e tutto centrato sull’etica nei nuovi media, Dunbar porterà la sua esperienza di antropologo e di studioso dei meccanismi attraverso i quali il cervello umano stabilisce relazioni, per raccontare da quel punto di vista sfide e legami che l’etica si trova ad affrontare oggi.
  • 6. Dopo aver incontrato Simon Cohen, adesso è a Dunbar che abbiamo chiesto se realmente inuovi media abbiano regole etiche diverse dai vecchi. “Il concetto e i presupposti dell’etica sono sempre gli stessi o almeno lo è la maniera con cui interagiamo con essa, non cambia con i nuovi media”. Dunque è sempre più conveniente non attuare un comportamento etico? “Sì, e questo è ancora più vero oggi perchè si è potetti dall’ interazione indiretta. Nella vita vera quello che agevola l’onestà è anche la compresenza, l’essere faccia a faccia, quindi il tono della voce, le espressioni del viso... In Rete al momento questo non è possibile, perchè la maggior parte delle interazioni sono basate sul testo, dunque è più semplice per le personepresentarsi per quello che non sono”. Quindi è la mancanza di compresenza fisica il problema? “No, non è solo quello. Il problema è più grande e riguarda i luoghi in cui viviamo. All’essere umano fa bene vivere in comunità e per farlo stringiamo un contratto sociale, diamo via alcuni dei nostri interessi nel breve termine perchè sappiamo che vivere in comunità ci darà benefici più grandi nel lungo periodo. Solo che in comunità grandi è facile barare e quindi prendere i benefici nel lungo periodo e anche quelli nel breve, comportandosi in maniere poco etiche”. Dunque su cosa sarà il suo speech? “Non ci ho ancora pensato”. (ride)
  • 7. Cosa centra l’etica? "In termini di etica o di fare la cosa giusta è mia sensazione che molti media siano controllati. Ad oggi, se voglio, posso usare il mio secondo screen, o anche un libro, per controllare se quel che è descritto in tv sia vero, ma io intendo mettere insieme queste possibilità in un’unica visione. "Nel passato aggiungevamo le grafiche nel video, attraverso quelle si poteva interagire con i contenuti ma ora anche quelle grafiche in sovraimpressione sono molto controllate, e magari la loro occorrenza dipende da chi sono gli sponsor e via dicendo, tutte condizioni che non coincidono con i miei interessi da consumatore. Ciò che trovo accattivante nello spazio tra me e lo schermo del mio salotto è che io possiedo quello spazio e posso metterci quel che voglio, come posso fare quel che voglio nel second screen, nessuno può proibirmi di guardare cose sull’iPad, come nessuno può impedirmi di visualizzare altri elementi nella mia grafica 3D che si sovrappone all’immagine del monitor. È un tipo di contenuto e di comunicazione comandata dall’utente". Su cosa stai lavorando al momento? "Sono in un periodo di transizione. Sono stato un cofondatore di Schematic, compagnia che ora è cresciuta molto e nel 2007 è stata acquistata da WPP. Da lì siamo cresciuti ancora prendendo un’altra compagnia dentro di noi, dunque ora il risultato si chiama Possible, ed è una realtà molto grande. Io ci sono dentro da tanto e adesso mi occupo di strategie e consulenze sui nuovi progetti di innovazione nel mondo digitale ma voglio fare altro e quindi ci lavoro solo part time, nel resto del tempo mi occupo di quel che mostrerò al TEDx Transmedia, ovvero il nuovo prodotto per realizzare questo stereo 3D tra monitor e spettatore". •
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  • 9. • Saranno quattro gli speaker italiani coinvolti nel TEDx Transmedia che si terrà il 27 settembrea Roma, con la media partnership di Wired. Quattro professionisti di diverse esperienze che, come gli altri speaker, porteranno il loro punto di vista sull’ etica nei nuovi media Dopo aver parlato con Simon Cohen, Robin Dunbar e Dale Herigstad dei loro interventi e di come vedano il tema dell’evento, è la volta di riportare il pensiero degli italiani, ognuno proveniente da un ambito differente e con posizioni differenti. Francesco Mosconi è co-fondatore e vicepresidente di Axelera, società che lavora nell’organizzazione di eventi e concorsi finalizzati a prendere di mira le sfide dell’umanità attraverso un uso creativo della tecnologia.
  • 10. Federico Pistoni, habituè del TEDx, è Ceo di Esplori, società che lavora per creare ambienti di apprendimento globali che superino le barriere del linguaggio per permette a chiunque di imparare qualunque cosa. Alessandro Rignani Lolli detiene diversi record nel mondo delle immersioni e collabora con ilCnr di Pisa nelle ricerche sui cambiamenti fisiologici del copro umano in stato di apnea, oltre a studiare l’etica sportiva. Membro dell’Ieee e per diversi anni direttore del Telecom Italia Future Centre Roberto Saracco è ora presidente dell’ EIT Ictlabs. Sebbene il nostro paese non sia a un livello eccelso di avanzamento tecnologico (sia dal punto di vista istituzionale che da quello delle grandi aziende), i temi etici relativi alle nuove tecnologie sono sfidati ogni giorno da un uso retrogrado di nuovi strumenti. Roberto Saracco si concentrerà su “ sfide etiche e sociali che l’evoluzione tecnologica sta arrivando a porre. Cosa significherà per la nostra vita l’esistenza di cervelli artificiali, e ancora più sconvolgente, cosa significherà la possibilità di leggere all’interno dei nostri cervelli?”. Sarà molto più centrato sull’individuo lo speech di Francesco Mosconi: “ Parlerò di cosa ci rende felici e cosa ci fa bene. Parlerò di aggiornare il nostro istinto e di cercare la felicità introducendo un più prospettiva e consapevolezza nella vita, anche grazie all'uso di nuove tecnologie. Parlerò di quantified self devices. Il messaggio che vorrei passasse è: conoscerci meglio può aiutare a scoprire cosa ci fa bene e cosa no”. Mentre punta apertamente a stupire tutti Alessandro Rignani Lolli, anche in virtù del suo peculiare background sportivo: “ Il tema del mio talk sarà incentrato sull’etica nello sport. Naturalmente da atleta e da manager dello sport mi rendo conto che la parola Etica viene abusata ed usata solo e spesso per pulirsi la coscienza in momenti in cui è necessario farlo".Continua Lolli: " Per questo motivo ho deciso di realizzare un talk decisamente pungente, direi contrastante con la normale accezione che diamo alla frase: etica nello sport. Molti si aspettano delle risposte a come poter affrontare una vita etica nello sport. Niente di più sbagliato. Non darò risposte, ma faro domande, anche molto scomode. Da questo pensiero nasce il titolo del mio talk: Win or Compete?”.
  • 11. Infine quello di Federico Pistono sarà sui “ problemi che pone la scuola come la conosciamo. Nei primi tre anni della nostra vita impariamo a parlare e a camminare, mentre per i venti successivi ci viene detto di stare seduti e in silenzio. Non studiamo quasi mai ciò che vogliamo, ma ciò che potrebbe darci una presunta sicurezza economica, così che possiamo continuare a comprare cose e perpetuare il ciclo economico. La tragedia è che, nel frattempo, ci siamo dimenticati di vivere l'unica vita che abbiamo”. A differenziarli davvero è però l’approccio al tema del TEDx Transmedia. Se per Alessandro Rignani Lolli “ non sono gli strumenti ad essere etici o non etici, ma chi li utilizza” per Federico Pistono “ ci sono poche possibilità di mentire o di distorcere informazioni adesso (almeno in teoria), la rete richiede onestà, e la reputazione è tutto” mentre è più drastico Federico Mosconi: “ Perchè dovrebbe esserci un approccio diverso dal solito?”. Divisi equamente tra chi lavora in Italia e chi invece è andato all’estero a misurarsi con le nuove tecnologie gli italiani del TEDx Transmedia si caratterizzano per un abbraccio del binomio etica/profitto o come dice Alessandro Rignani Lolli: “ Se continuiamo a seguire il paradigma etica=no profit, non riusciremo mai a fare il passo in avanti che stiamo cercando di realizzare. È necessario rompere gli schemi, andare oltre il pensiero generalista”. E soprattutto da una chiara individuazione di cosa non vada nel panorama attuale: “ L'obsolescenza pianificata, lo sfruttamento dei lavoratori, la degradazione ambientale, e tutte le esternalità ben note della ricerca cieca del profitto a breve termine, non avrebbero motivo di esistere se non avessimo perso di vista il motivo per cui facciamo ciò che facciamo: migliorare la vita di tutti” è la sentenza di Federico Pistono.
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  • 15. Dale Herigstad è forse il più grande designer di interfacce utente, nonchè l’unico il cui lavoro sia conosciuto da tutti. Tra le molte cose, infatti, è stato anche consulente di Minority Report, film per il quale inventò e disegnò la famosa interfaccia che usa Tom Cruise, quella che è poi diventata obbligatoria in qualsiasi altro futuro cinematografico. Sono 20 anni che attraverso diverse società (anche da lui fondate) Herigstad disegna interfacce per la televisione, cercando di immaginare un nuovo rapporto con lo schermo che cambi le dinamiche di potere tra emittente e ricevente. Ed è proprio di questo che parlerà nel suo intervento al TEDx Transmedia di Roma, il27 settembre, l’evento Ted indipendente quest’anno centrato sull’ etica nei nuovi media, con la partnership di Wired Italia. Dopo le interviste agli speaker Simon Cohen e Robin Dunbar, abbiamo sentito anche Dale Herigstad, per avere un’idea di quale sarà il cuore del suo intervento e quale la sua visione sul tema, con una precisazione da fare innanzitutto: “ Attenzione, io non sono uno che si occupa di contenuti, non scrivo libri, io faccio considerazioni su come la gente crea questi contenuti, dal lato della user experience . Cioè non mi occupo di ciò che si dice ma della maniera nella quale lo si fa. E da questo punto di vista l’etica di un mezzo di comunicazione è sempre la stessa”.
  • 16. Quale sarà il cuore del tuo speech al TEDx Transmedia? "Presenterò un’idea che parte dall’assunto che siamo abituati a concepire ciò che vediamo davanti a noi, sia una tv o uno schermo, come qualcosa di piatto e fisso. Ma non deve essere per forza così. Quel che io amo èl’uso dello spazio tra te e il monitor, dunque mostrerò un’applicazione del 3D stereoscopico per vedere contenuti extra davanti a te, oggetti grafici e design nello spazio prima della tv. "Ci sono diversi modi di farlo, Google glasses è uno ma anche le tv 3D, che è il metodo che più uso. Quello che penso sia nuovo e interessante in quest’idea è lavorare su una visione singola, cioè non si tratta di un second screen, che è distraente perchè di fatto ti costringe a guardare da un’altra parte, ma di contenuti che si sovrappongono a quelli che vedi nella televisione occupando lo spazio tra te e il monitor".
  • 17. Ma nemmeno a grandi linee? “È che faccio due speech a settimana. Dunque a quello della settimana prossima ci penso la prossima settimana ! A ogni modo già so che sarà sul modo in cui Internet riporta in primo piano il discorso della reputazione. In piccole realtà, come i villaggetti rurali, tutto funziona grazie alla reputazione, è come una sorta di polizia. "In comunità piccole c’è un forte controllo sociale e il tuo comportamento ti può perseguitare, perchè sai che gli altri vedono quello che fai e ne parlano. Penso che il problema della società moderna sia che è diventata così grande che abbiamo perso il senso della piccola comunità. Se ora pensi a come Twitter o altri social media consentano di commentare il comportamento altrui capisci che il concetto di controllo sociale attraverso la reputazione può rientrare dalla finestra. "Ma a questo punto la questione è tutta se le persone tengano o meno a quello che gli altri dicono online (perchè nelle piccole comunità tutti si conoscono e tengono alle opinioni altrui)”. Su cosa sta lavorando adesso? “Su progetto che studia la psicologia degli abitanti di comunità molto piccole per capire come mai avendo questa psicologia abbiamo creato comunità così grandi. Il punto è che questo sistema di avere grandi comunità non funziona. Perché le banche sono fallite? Perchè erano troppo grandi ed era possibile, per le persone che operavano nella finanza, comportarsi in maniere in cui il board non aveva controllo. "Questo ha fatto sì che chi stava nella finanza non avesse più interesse a lavorare per il bene della comnuità o del paese ma solo per il proprio beneficio nel breve termine, e come sappiamo questo non è buono nè per la banca nè per il mondo. Intendiamoci, si tratta del modo naturale in cui si comporta l’uomo, ma se ci uniamo in comunità su scala globale ci sono troppi posti in cui la gente può nascondersi e rompere il contratto sociale. "E tutto questo non fa che peggiorare perchè le città si ingradiscono, nel 2025 l’80% delle persone nel mondo vivrà in una grande città, se unisci il dato alla globalizzazione (cioè al fatto che eventi accaduti dall’altra parte del mondo influiscono sulla tua vita) capisci come si arrivi a una perdita di fiducia e uno sgancio delle persone comuni dalla vita politica. Questo deve finire, altrimenti l’Armageddon arriverà ben prima del cambiamento climatico”.
  • 18. • È il fondatore e manager di GlobalTolerance, consulente per alcuni dei più grandi leader politici del mondo (ha lavorato anche con il Dalai Lama) e una delle personalità più innovative nel campo della comunicazione etica, Simon Cohen sarà tra gli speaker del TEDx transmedia 2013 che si terrà a Roma il 27 settembre. Si tratta di un evento TED organizzato in maniera indipendente, quest’anno tutto dedicato al tema Dangerously ethical, ovvero come l’etica e i comportamenti etici trovino posto nelle nuove tecnologie e nella comunicazione attraverso nuovi media. Cosa sia etico o meno, dove siano i limiti di quest’approccio e dove invece i suoi inaspettati punti di forza. La società di Simon fornisce consulenze nel campo della comunicazione ma, a differenza di altri, lui lavora solo in maniera etica e con fini etici, è la specializzazione della società. Questo significa comunicare soluzioni e non problemi relativamente agli argomenti trattati, occuparsi solo di casi e situazioni che si ritengono appropriati alla propria etica, non mentire e vendere positività invece che negatività: “Nel tipo di comunicazione che proponiamo, non si presenta mai un problema senza la soluzione a esso”. .
  • 19. Mi puoi fare un esempio concreto? "Sì, da poco c’è stato l’anniversario dell’11 settembre, solitamente la cosa è approcciata mostrando le immagini degli aerei o filmati inediti di persone che si buttano, registrazioni degli ultimi istanti di vita… Tutto materiale tragico. Noi abbiamo lavorato per una società che intendeva invece mandare un messaggio positivo, così abbiamo fatto ricerche sulle altre cose accadute in quella data scoprendo che l’11 settembre è anche il giorno in cui Gandhi ha fondato il movimento non violento. Così abbiamo creato un evento live con dei ragazzi e convogliato una buona copertura stampa sulla storia di Gandhi, in opposizione diretta a tutto il resto della copertura che la stampa ha fatto dei soliti temi tragici". Il punto del tuo lavoro e del tuo speech al TEDx transmedia dunque sarà dimostrare che un simile approccio etico frutta? "Il punto è che in questi giorni è più pericoloso non essere etici perchè nell’età dei nuovi media il flusso di informazioni è così veloce e la linea tra valori personali e professionali così sfumata che gli utenti, ben più smaliziati di ieri, si rendono subito conto di chi applica comportamenti poco etici".
  • 20. Ma questo non è valido da sempre? "In un certo senso si ma c’è una differenza. Storicamente la saggezza è stata inaccessibile, era qualcosa da professi o da eruditi, non da persone come me e te che giriamo in felpa. La cosa più eccitante dei nuovi media è come la saggezza sia davvero accessibile a tutti e non stia più nei confini della religione o di linguaggi complessi e sofisticazioni lontane dalle persone. Ognuno oggi ha gli strumenti per essere saggio nel lavoro, a prescindere dalla nostra educazione". È vero che hai mandato la società in anno sabbatico perchè hai avuto un figlio? "Sì, siamo tutti in sabbatico: 10 dello staff e 65 consulenti, più 4 del board direttivo, tutti in un anno sabbatico. Questo non vuol dire che la società paghi lo stesso, ognuno è libero di lavorare da freelance, portarsi i clienti che solitamente trattiamo, sviluppare contatti come crede e poi, finito l’anno se lo desidera ritornare nella società e riportare i clienti, oppure non farlo, oppure tornare ma tenere per sè i clienti. È una questione di fiducia". Ma perchè farlo? "La mia compagnia ha a che fare con il rispetto, in tutto il mondo. Dunque ho girato il pianeta per lavoro ma ho capito che stavo trascurando il mio mondo personale, a casa mia. E quando mia moglie mi ha detto di essere incinta ho capito che se promuovo la tolleranza nel pianeta ma trascuro i miei cari la mia visione non vale nulla". Dunque anche tu lavori da freelance ora? "Sì, non sono ricco e dunque devo lavorare. Ora aiuto un leader mondiale per due giorni a settimana e poi scrivo un libro, per il resto faccio il padre. Preferisco non fare il nome del leader in questione perchè con lui lavoro su temi molto sensibili ed è meglio che non si sappia. Ad ogni modo non è il Dalai Lama (con lui abbiamo lavorato in passato) ma non siamo lontani". Visto che verrai al TED di Roma chi sei interessato a sentire più di tutti? Dale Herigstad, l’uomo che ha inventato l’interfaccia grafica di Minority Re"port, amo quel film. Poi sono molto curioso di sapere cos’avrà da dire Pat Younge della BBC. In ogni caso la cosa che amo del TED è l’ approccio multidisciplinare, dunque è la combinazione che mi eccita non i singoli".
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  • 24. • • "L'Italia sta imparando". Stiamo parlando di eventi di innovazione e a esprimersi in questi termini è Nicoletta Iacobacci, organizzatrice del TEDxTransmedia, di cui Wired è media partner. L'appuntamento con la quarta edizione dell'iniziativa è a Roma, all' Accademia dei Lincei per la precisione, il prossimo 27 settembre. Iacobacci ha scelto l'Italia e la capitale per il suo TEDx dalla seconda edizione in poi. Italiana di nascita, lavora e vive all'estero da molti anni, a Ginevra al momento, ma ha sentito il bisogno di dare un contribuito allo sviluppo della penisola portando "input e idee che venissero da fuori". "La prima volta (correva l'anno 2011, nda) mi hanno criticato perché l'evento era interamente in inglese", racconta. A tre anni da quell'esperimento, l'head of media strategy dell'European Broadcasting Union è un'osservatrice - attiva - privilegiata di un fenomeno che si è sviluppato in maniera considerevole. Le conferenze stesse patrocinate da TED sono numerose ( qui l'elenco completo).
  • 25. "L'Italia sta cercando di mettersi in pari. Da fuori si nota un grande fermento e anche organizzare eventi di questo tipo sta diventando più facile", spiega Iacobacci. A dimostrazione della risposta tricolore alla domanda di innovazione c'è la presenza di quattro italiani nella lista dei relatori di TEDxTransmedia: il presidente dell'Iet Ictlabs Roberto Saracco, il fisico co-fondatore di Axalera - associazione che si occupa di eventi e concorsi legati all'innovazione - Francesco Mosconi, l'autore di I robot ti ruberanno il lavoro ma va bene così Federico Pistono, e il campione del mondo di apena (e imprenditore) e Alessandro Rignani Lolli, che parlerà di doping ed etica nello sport. L' etica è il filo rosso dei 16 interventi organizzati in 3 sessioni: Fear, paura;Mindfulness, consapevolezza; e Hope, speranza. Dangerously Ethical, pericolosamente etico, è il tema portante. "Volevo rendere l'etica sexy", spiega Iacobacci, "dare la possibilità di intravedere unospiraglio di futuro negli interventi di ogni singolo relatore". "Si evolve dalla presa di coscienza della proprie paura alla speranza per un futuro migliore", prosegue. Oltre ai già citati oratori, prenderanno la parola il "coordinatore dei visionari della Bbc Pat Younge, che parlerà del ruolo del servizio pubblico nel comunicare i nuovi valori" e Robin Dunbar, secondo cui il nostro cervello non è in grado di processare più di 150 amici - il cosiddetto Dunbar Number. L'analistaKeren Elazari proporrà il concetto di hackerismo positivo e Andrea Phillips si soffermerà sulle questioni etiche nella costituzione di una narrativa multipiattaforma transmediale.
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