1. Uno sguardo oltre la scuola alternanza scuola-lavoro e progetto di vita USP Belluno - CTI di Feltre 23 maggio 2007 Aula Magna I.P.C. “Catullo” di Belluno _________________________________________________ _________________________________________________
8. Alcuni dati Ipssar D.Dolomieu * Interna, con il SIL e presso l’Enaip 1 1 2 <--2 N° Allievi con contratto di lavoro 5 4 4 7 5 2 1 N° Allievi Con progetto di alternanza* 15 15 14 14 13 9 8 N° Allievi Diversamente abili 2006/07 2005/06 2004/05 2003/04 2002/03 2001/02 2000/01
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11. L’allievo diversamente abile, verso quale destinazione procede? Se non si conosce questo si lavora nell’immediato, nell’emergenza, senza progettazione. Manca la prospettiva di un futuro possibile. Perché troppe volte si interrompe il progetto di vita?
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24. Ringrazio le colleghe Orietta Isotton, Serafina Cramarossa e Milva Torres per le informazioni fornitemi e per la loro disponibilità.
Hinweis der Redaktion
Presentazione personale
Propongo una serie di immagini
Dove portano questi ponti?
Qualcuno li attraversa da solo
Qualcuno si attrezza, trova amici, tenta di procedere
La metafora del ponte. Tante volte in questi anni parlando con colleghi, con operatori e con esperti è emersa questa parola. Il ponte. Cerchiamo di dare significato e concretezza a questo termine. Il 25 maggio 2005 a Longarone si sono incontrati più di 80 operatori della scuola, vari membri dell’AIPD con il Prof. Baccichetti, Il tema era “ La disabilità intellettiva nel 2000 - Dal progetto di vita all’inserimento lavorativo” Dopo aver esaminato chi è il disabile ci si siamo dovuti fermare di fronte alla domanda: ” Chi e cosa c’è dopo la scuola?” Sono passati due anni e finalmente il CTI di Feltre, appena sorto, accoglie questa domanda e come primo atto decide di mettere luce su questa dimensione difficile e scomoda attraverso la formulazione di alcuni punti condivisi, per l’avvio di un protocollo e di strumenti utili ad affrontare il tema. Attraverso delle domande a cui cercheremo nel progetto, con l’aiuto delle vostre idee e osservazioni, di dare una risposta.
Lasciamo queste domande e passiamo ad alcuni dati.
Sono dati parziali, usati al solo scopo di indirizzare l’attenzione. Mancano dati statistici, completi di tutte le scuole e comparabili alla realtà degli studenti non certificati. Certo è che nella raccolta informale si sa che solo una piccola parte di studenti usciti dall’istituto non lavora, anche se pur con contratti stagionali e a tempo determinato.
Il timore, e l’orgoglio di chi è a casa. Un esempio di richiesta d’aiuto attraverso le e-mail.
[Pensiero 1. ] Qui sorgono altre domande. [riquadro] Il Progetto di vita: organizzato, formulato, o semplicemente quello che ciascuno (o i familiari) sente, immagina per sè. Pensiamo che i ragazzi restano nella scuola per 8/16 anni, quelli fra i più significativi per la formazione della persona. Come può non esserci, anche per i più deboli, l’idea di una sponda verso dove lanciare il ponte? Proviamo a dare qualche elemento per chiarire. Partendo da quel che è possibile mettere in campo.
Uno sguardo a ciò che ora si fa per avviare progetti formativi : com’è la situazione ora nella scuola? Dati parziali , raccolti in modo informale parlando con le referenti degli Istituti: Catullo, Della Lucia, Brustolon, Renier e Dolomieu. (La rilevazione dei dati completi sarà un campo di indagine del progetto.) Esiti della pratica degli ultimi anni.
Note per me CARTA DEL SERVIZIO SERVIZIO INTEGRAZIONE LAVORATIVA Sede di Treviso Via Castellana, 2 31100 TREVISO 0422 323751 Fax 0422-323775 e-mail segsiltv@ulss.tv.it Sede di Oderzo Via Manin 31046 ODERZO 0422-715656 0422-715637 e-mail segsilod@ulss.tv.it 1 LA FINALITA' Il Servizio Integrazione Lavorativa (SIL) ha lo scopo di promuovere e sostenere l’integrazione lavorativa delle persone svantaggiate, realizzando interventi di orientamento, di formazione e di mediazione per favorire il positivo incontro tra la persona ed il contesto lavorativo. Il SIL persegue i seguenti obiettivi: a) consentire alle persone svantaggiate di ottenere, mediante un ruolo lavorativo, quell’identità sociale che costituisce un’autentica riabilitazione; b) migliorare la qualità della vita delle persone più deboli favorendo la loro capacità di diventare esse stesse protagoniste del proprio progetto; c) mantenere il più a lungo possibile i soggetti nell’ambiente sociale evitando o ritardando l’inserimento in strutture occupazionali socio-sanitarie; d) promuovere sinergie atte a concretizzare l’integrazione lavorativa e sociale delle persone svantaggiate nel loro contesto di vita. Per il perseguimento di tali obiettivi prevede lo sviluppo delle seguenti strategie: - la definizione di risposte adeguate ai diversi bisogni espressi dai cittadini svantaggiati mediante l’elaborazione e la realizzazione di progetti individualizzati e mirati di integrazione lavorativa; - la promozione di un sistema d’interventi fondato sul raccordo tra le diverse componenti istituzionali, socio sanitarie ed economiche del territorio e sul ruolo attivo da parte di tutti gli attori coinvolti; - la verifica dei risultati in termini di efficacia, efficienza e qualità.
Questo aspetto sottolinea la mancanza di procedure e di attenzione ai progetti lavorativi entro la scuola. Accade sia con persone all’interno della scuola (docenti) che con qualche fortunato incontro di professionalità extrascolastiche. In qualche caso, per anni, ad esempio, ai docenti non è riconosciuto nessun compito e nessun incentivo. Nessuna forma di previsione di attività che escano dal normale orario didattico, come invece tali progetti impongono.
I referenti per l’alternanza degli istituti coinvolti, come già detto, in modo informale in prima battuta, hanno evidenziato quindi
Perché il progetto per u no sguardo d’insieme Costituzione Artt. 34, 38, Artt. 38) - Gli inabili e i minorati hanno diritto all’educazione e all’avviamento professionale. Ai compiti previsti in questo articolo provvedono organi ed istituti predisposti o integrati dallo Stato. Il progetto vuole rispondere alle domande poste, tentando oggi una prima azione di riflessione, presa in carico del problema e raccolta di dati e ipotesi di lavoro.
L’obiettivo è dunque concretizzare il ponte
Chi con più possibilità competitiva, in maratona, in gara Chi in bicicletta, a piedi, chi in carrozzina
Chiudo con un video, breve, 3 o 4 minuti con la voce di una protagonista. Questo filmato si presta a molte letture, noi vogliamo porre in evidenza la semplicità con cui questa ragazza giapponese cieca descrive il suo desiderio di essere a sua volta ponte, nell’accezione di ponte tra le persone, quindi tra le diversità, ogni tipo di diversità, anche del punto da cui si guardano le cose. La sua intervista fa riflettere sulla possibilità/impossibilità di farsi ponte , ciascuno con le proprie sensibilità, capacità, conoscenze e risorse.