Analysis of the first 8 year of EU ETS for Italian companies by EcoWay, the carbon trading expert. For the english version of the white paper contact EcoWay: info@ecoway.it
Italy in Emission Trading Scheme - ETS analysis from 2005 to 2012
1. 1 EcoWay | Carbon Trading for Companies who Care
www.ecoway.it
L’Italia in Emission Trading Scheme
Analisi del mercato della CO2 al termine
della seconda fase ETS
EcoWay | Carbon Trading for Companies who Care
2. 2 EcoWay | Carbon Trading for Companies who Care
Dal 2008 le emissioni degli impianti italiani continuano la
discesa a causa dei tagli di produzione dovuti alla crisi
2012: in Italia surplus di permessi ad emettere pari al 15%
L’Emission Trading Scheme deve riguadagnare la sua
efficacia attraverso urgenti riforme strutturali
3. Indice
Introduzione
!
4 Il commento di EcoWay
Executive summary
6 L’Italia in ETS alla fine della II Fase
Note metodologiche
7 Le fonti
7 Dati assoluti e dati escluso nuovi
entranti
Emissioni di CO2
8 Il Crollo dei livelli di emissione
9 Il rapporto emissioni - allocazioni
gratuite
Impianti e settori
10 Impianti e settori
13 Il rapporto emissioni- allocazioni
gratuite per settore
La geografia Italiana delle
emissioni
14 La geografia Italiana delle
emissioni
15 Il rapporto emissioni - allocazioni
gratuite per regione
EUA e crediti offset
! 17 I prezzi
Il confronto con l’Europa
! 19 La prima fase
20 La seconda fase
3 EcoWay | Carbon Trading for Companies who Care
4. Introduzione
4 EcoWay | Carbon Trading for Companies who Care
Il commento di EcoWay
Aprile 2013 segna la conclusione della
seconda fase dell’Emission Trading Scheme.
Quella che doveva essere la fase di
consolidamento della politica comunitaria di
lotta al climate change è stata condizionata
da congiunture di mercato molto sfavorevoli
che hanno messo a dura prova la tenuta del
meccanismo stesso.
A complicare ulteriormente il contesto, la
tensione politica tra Stati Membri ed Unione
Europea che ha fatto da sfondo negli ultimi
anni e che ha accentuato le divergenze di
interessi tra i diversi Stati dell’Unione.
Crediamo che l’Emission Trading Scheme
possa rappresentare ancora lo strumento
migliore per la gestione del problema dei
cambiamenti climatici, offrendo alle aziende
uno schema incentivante per il miglioramento
dei propri processi produttivi e, a livello
macro-economico, portando innovazione e
competitività attraverso riduzioni delle
emissioni di gas effetto serra più cost-
effective. Oggi le aziende in ETS, registrando
un abbattimento significativo delle emissioni
di gas effetto serra rispetto ai limiti imposti
dalla UE, non sono stimolate ad investire in
progetti tecnologici per rendere più efficienti i
propri processi produttivi. Purtroppo oggi il
sistema ETS è caratterizzato da un enorme
surplus di offerta che ha portato ad un crollo
del prezzo dei certificati. Questo fenomeno
ha attirato alcune critiche al sistema di
eccessiva finanziarizzazione, non
considerando che l’ETS è uno strumento che
si basa su un meccanismo di mercato
trasparente ed equilibrato. Per ridare stabilità
al modello, crediamo che ad oggi siano
necessarie una serie di riforme strutturali
urgenti, una maggiore integrazione tra gli
obiettivi sul clima, che tengano conto delle
rinnovabili e dell’efficienza energetica, e tra le
politiche energetiche degli Stati Membri.
D’altro canto, in un momento storico in cui
l’Europa e le sue istituzioni vengono attaccate
da più fronti, il sistema ETS può diventare un
benchmark di possibile integrazione, una
scelta geopolitica ed economica che permetta
di attuare, per la prima volta, una strategia
energetico/ambientale europea di lungo
periodo.
5. 5 EcoWay | Carbon Trading for Companies who Care
In EcoWay operiamo sul mercato della CO2
dal 2003; siamo il primo operatore Italiano a
supporto delle aziende in ETS ed abbiamo
vissuto in prima persona tutte le fasi
evolutive del meccanismo ETS. Abbiamo
supportato le aziende italiane ed europee e le
associazioni di categoria nelle transizioni
normative e nella gestione delle contingenze
di mercato.
Abbiamo redatto questo studio con
l’obiettivo di informare gli operatori ed i
gestori d’impianto sui dati che hanno
caratterizzato i primi 7 anni di partecipazione
all’ETS per le aziende italiane.
Dott. Guido Busato
Presidente EcoWay
6. 6 EcoWay | Carbon Trading for Companies who Care
1. Il crollo dei livelli di emissione
Il 2012 si chiude con gli impianti italiani in
ETS che segnano un - 27,5% delle emissioni
rispetto ai livelli del 2005. Il dato aggregato
Paese riporta una situazione di eccesso di
offerta di permessi ad emettere pari al 15%:
siamo ben oltre i limiti prefissati e la causa
principale è la contrazione dei livelli di
produzione provocata dalla crisi economica.
2. I settori più colpiti
Il comparto edilizio (ceramica/laterizi e
cemento) registra il calo più sensibile di
emissioni dal 2005: rispettivamente - 60% e
-40%.
3. La geografia delle emissioni
Per tutti i 7 anni di ETS la Puglia si conferma
la regione con il più elevato numero di
emissioni di CO2. Veneto (-39%), Toscana
(-34%) e Sicilia (-28%) le Regioni che
registrano le maggiori riduzioni di emissioni
nel 2012 rispetto al 2005. Sardegna e Sicilia
hanno sempre emesso oltre i propri livelli di
cap nei 7 anni di ETS.
4. EUA e crediti offset
Il prezzo medio dell’EUA per il ciclo di
compliance 2012 è stato di 7,04 €, oltre il
56% in meno rispetto al prezzo medio del
2008, primo anno di seconda fase.
I gestori d’impianto hanno progressivamente
preso più confidenza con l’utilizzo dei crediti
offset ed a fine seconda fase hanno sfruttato
quasi completamente l’opportunità di
restituzione dei crediti internazionali,
avvantaggiandosi per il differenziale dei
prezzi.
5. Il confronto con l’Europa
Nel 2012 l’Italia si conferma il 4° Paese per
livello di emissioni in Europa, pur rimanendo
al di sotto dei limiti (cap) per il 7,1%. Dal
2008, solamente Germania e Gran Bretagna
hanno sforato i limiti.
L’Italia in Emission Trading Scheme alla fine della II Fase
Executive Summary
7. 7 EcoWay | Carbon Trading for Companies who Care
1. Le fonti:
Il centro studi EcoWay si basa sui dati
raccolti dal servizio CarbonMarketData,
aggiornati al 21 Maggio 2013.
2. Dati assoluti e dati esclusi impianti
“nuovi entranti”
La maggior parte delle analisi svolte sul
mercato ETS non considera un importante
fattore che influenza in particolar modo la
lettura della situazione italiana.
Gli impianti che hanno ricevuto
l’autorizzazione ad emettere gas effetto serra
dopo l’inizio di ciascuna fase ETS (2005,
inizio I fase, e 2008, inizio II fase) sono
indicati come “impianti nuovi entranti”. A fine
2012 sono 127 gli impianti attivi sul suolo
italiano che rientrano in questa categoria per
la seconda fase ETS. A questi impianti non
sono stati assegnati permessi ad emettere
gas effetto serra (EUA) gratuitamente per i
livelli definiti di cap (tetto di emissione) , ma
hanno dovuto acquistare sul mercato tutte le
quote in quantità pari alle emissioni
verificate.
Questo fenomeno è dipeso dalla gestione
che l’Italia ha fatto della cosiddetta “Riserva
Nuovi Entranti”, una riserva di EUA che era
stata creata per assegnare anche agli
impianti entrati in normativa ETS durante le
prime due fasi ETS un quantitativo di quote
gratuite pari al loro cap.
La riserva è stata esaurita prima di svolgere
la funzione per cui era stata creata.
Gli impianti “nuovi entranti” di seconda fase
godranno di un rimborso pari al prezzo
medio di ciascun anno di attività moltiplicato
per il volume di quote relativo al proprio cap
di II fase.
Le analisi del presente studio verrano
proposte confrontando i dati assoluti, relativi
a tutti gli impianti italiani inclusi in normativa
ETS, con i dati esclusi gli impianti “nuovi
entranti”. Questo permetterà di analizzare in
modo più oggettivo il rapporto tra emissioni
e permessi ad emettere del mercato italiano.
Lo studio non prende in considerazione i dati
relativi al settore aviazione, entrato in
normativa ETS nel 2012.
Note Metodologiche
8. Emissioni di CO2
8 EcoWay | Carbon Trading for Companies who Care
1. Il crollo dei livelli di emissione
Tra il 2005, primo anno di entrata in vigore
dell’ETS, ed il 2012, termine della seconda
fase, si registra una diminuzione delle
emissioni di gas effetto serra pari al 20%.
Percentuale che sale al 27,5 % se si
escludono le emissioni imputabili agli
impianti “nuovi entranti”.
Dal 2009 i livelli di emissione si sono
contratti inesorabilmente ben oltre i risultati
attesi.
Il trend di riduzione delle emissioni sembra
interrompersi nel 2010, ma con un’analisi più
approfondita si può leggere come questo sia
dipeso dall’ingresso di nuovi impianti in
normativa ETS (Fig.1).
Anche se il presente studio non ha la finalità
di spiegarne le motivazioni, il risultato è
imputabile prevalentemente agli effetti della
crisi economica che ha colpito il comparto
industriale provocando il taglio dei livelli di
produzione.
L’inizio della crisi economica coincide con il
periodo di transizione tra la prima e la
seconda fase ETS e proprio questo fattore
sembra giustificare il crollo dei valori di
emissione pari al 24% tra il 2007 (216 milioni
di tonnellate di CO2) ed il 2012 (164 milioni di
tonnellate di CO2) escludendo gli impianti
nuovi entranti.
Valori annuali dal 2005 al 2012
Fig. 1: Emissioni impianti italiani dal 2005 al 2012
2005! 2006! 2007! 2008! 2009! 2010! 2011! 2012!
EMISSIONI nuovi entranti! 1 ! 4 ! 10 ! 0 ! 0 ! 10 ! 15 ! 15 !
EMISSIONI esclusi nuovi entranti! 225 ! 223 ! 216 ! 221 ! 184 ! 182 ! 175 ! 164 !
EMISSIONI TOTALI! 226 ! 227 ! 226 ! 221 ! 185 ! 191 ! 190 ! 179 !
225 ! 223 ! 216 ! 221 !
184 ! 182 ! 175 !
164 !
10 !
10 ! 15 !
15 !
0""
50""
100""
150""
200""
250""
CO2ton(1.000.000)
9. 9 EcoWay | Carbon Trading for Companies who Care
Fig. 2: Emissioni e allocazioni gratuite dal 2005 al 2012 - Italia
2. Il rapporto emissioni - allocazioni
gratuite
Negli anni di prima fase ETS (2005 - 2007) e
durante il primo anno di seconda fase (2008)
si è registrato un livello nazionale di
emissioni superiore al numero di permessi
assegnati gratuitamente agli impianti italiani
(Fig. 2). Il Paese si è trovato per tutti i primi
quattro anni in una situazione di “disavanzo”.
Nel 2006 il livello di disavanzo ha toccato i
massimi storici, +11% con un livello di
emissioni pari a 227 milioni di tonnellate di
CO2, il livello di emissioni più alto mai
registrato in Italia da parte degli impianti
inclusi in normativa ETS, a fronte di un
numero di permessi allocati gratuitamente
pari a 205 milioni di EUA. Se si escludono
dal calcolo le emissioni degli impianti “nuovi
entranti” attivi nel 2006, la percentuale di
disavanzo scende al 9%, pur rimanendo il
livello di record nazionale.
Dal 2009 si è registrata un’inversione dei dati
e fino al 2012 gli impianti italiani hanno
complessivamente registrato una situazione
di “avanzo”, ovvero di eccesso di permessi
ad emettere. Il 2012 riporta il record di
surplus di permessi ad emettere assegnati
gratuitamente, superiori del 7% rispetto al
livello di emissioni registrato. Escludendo i
dati di emissioni relativi agli impianti nuovi
entranti, il surplus reale di permessi allocati
gratuitamente nel 2012 sale al 15%,
evidenziando un divario profondo tra
domanda e offerta di permessi ad emettere
che avrà una forte ripercussione anche sui
prezzi. Nel 2012 il livello di emissioni ha
raggiunto il minimo storico di 164 milioni di
tonnellate di CO2, a fronte di un numero di
permessi assegnati gratuitamente pari a 193
milioni.
2005! 2006! 2007! 2008! 2009! 2010! 2011! 2012!
Permessi! 216 ! 205 ! 203 ! 212 ! 209 ! 200 ! 195 ! 193 !
EMISSIONI no N.E.! 225 ! 223 ! 216 ! 221 ! 184 ! 182 ! 175 ! 164 !
EMISSIONI TOTALI! 226 ! 227 ! 226 ! 221 ! 185 ! 191 ! 190 ! 179 !
EMISSIONI su PERMESSI no N.E.! 4%! 9%! 6%! 4%! -12%! -9%! -10%! -15%!
EMISSIONI su PERMESSI! 5%! 11%! 11%! 4%! -12%! -4%! -3%! -7%!
216$$
205$$
203$$
212$$
209$$
200$$
195$$
193$$
225$$
223$$
216$$
221$$
184$$
182$$
175$$
164$$
226 ! 227 ! 226 !
221 !
185 !
191 ! 190 !
179 !
4%!
9%!
6%!
4%!
-12%!
-9%!
-10%!
-15%!
5%!
11%! 11%!
4%!
-12%!
-4%!
-3%!
-7%!
-20%!
-10%!
0%!
10%!
20%!
0 !
20 !
40 !
60 !
80 !
100 !
120 !
140 !
160 !
180 !
200 !
220 !
240 !
Emissionirispettoaipermessi(%)!
CO2(1.000.000)!CO2ton(1.000.000)
10. 10 EcoWay | Carbon Trading for Companies who Care
2005! 2006! 2007! 2008! 2009! 2010! 2011! 2012!
Nuovi entranti! 12 ! 53 ! 94 ! 1 ! 30 ! 105 ! 124 ! 127 !
Impianti esclusi nuovi entranti! 929 ! 908 ! 877 ! 979 ! 955 ! 924 ! 915 ! 901 !
Impianti totali! 941 ! 961 ! 971 ! 980 ! 985 ! 1.029 ! 1.039 ! 1.028 !
929 ! 908 ! 877 !
979 ! 955 ! 924 ! 915 ! 901 !
53 ! 94 !
30 ! 105 ! 124 ! 127 !
0""
200""
400""
600""
800""
1.000""
Gli impianti coinvolti in normativa a fine 2012
sono 1.028 (Fig.3). Dall’inizio della seconda
fase, 78 impianti sono usciti dall’ETS per
ridimensionamento degli stessi o per
cessazione delle attività, mentre 127 impianti
sono entrati durante gli anni 2009-2012.
La Normativa identifica 7 macro settori:
‣ Impianti di combustione, al cui interno
sono compresi i grandi produttori di
energia e tutti gli impianti non inclusi negli
altri settori
‣ Raffinazione
Impianti e Settori
Fig. 3: Impianti italiani coinvolti in ETS
‣ Calce e cemento
‣ Metallurgia
‣ Carta
‣ Vetro
‣ Laterizi e ceramiche
Il grafico di Fig. 5 mostra come il peso tra
settori in termini di emissioni non sia variato
sensibilmente nel corso dei primi 8 anni di
normativa ETS. Il macro settore “impianti di
combustione”, che nel 2012 conta 661
impianti attivi (Fig. 4), continua a contribuire
11. 11 EcoWay | Carbon Trading for Companies who Care
Fig. 4: Numero impianti per settore _ Italia
2005
Impianti!
2005
Nuovi
entranti!
2006
Impianti!
2006
Nuovi
entranti!
2007
Impianti!
2007
Nuovi
entranti!
2008
Impianti!
2008
Nuovi
entranti!
2009
Impianti!
2009
Nuovi
entranti!
2010
Impianti!
2010
Nuovi
entranti!
2011
Impianti!
2011
Nuovi
entranti!
2012
Impianti!
2012
Nuovi
entranti!
Altro! 0 ! 0 ! 0 ! 0 ! 0 ! 0 ! 2 ! 0 ! 2 ! 0 ! 3 ! 1 ! 5 ! 1 ! 5 ! 1 !
Raffinazione! 20 ! 0 ! 20 ! 0 ! 20 ! 1 ! 20 ! 0 ! 19 ! 0 ! 19 ! 0 ! 19 ! 0 ! 19 ! 0 !
Laterizi e ceramiche! 34 ! 0 ! 32 ! 0 ! 29 ! 0 ! 26 ! 0 ! 23 ! 0 ! 23 ! 0 ! 22 ! 0 ! 21 ! 0 !
Metallurgia! 42 ! 0 ! 43 ! 1 ! 43 ! 1 ! 43 ! 0 ! 44 ! 0 ! 45 ! 1 ! 45 ! 1 ! 45 ! 1 !
Vetro! 55 ! 0 ! 55 ! 0 ! 54 ! 0 ! 55 ! 0 ! 54 ! 0 ! 53 ! 1 ! 54 ! 2 ! 54 ! 2 !
Cementifici! 83 ! 0 ! 86 ! 3 ! 88 ! 5 ! 89 ! 0 ! 87 ! 0 ! 86 ! 2 ! 84 ! 2 ! 83 ! 1 !
Carta! 157 ! 0 ! 163 ! 6 ! 160 ! 7 ! 156 ! 0 ! 146 ! 1 ! 146 ! 4 ! 143 ! 4 ! 140 ! 3 !
Impianti di combustione! 551 ! 12 ! 562 ! 43 ! 577 ! 80 ! 589 ! 1 ! 610 ! 29 ! 654 ! 96 ! 667 ! 114 ! 661 ! 119 !
551 ! 562 ! 577 ! 589 ! 610 ! 654 ! 667 ! 661 !
157 ! 163 ! 160 ! 156 ! 146 !
146 ! 143 ! 140 !83 ! 86 ! 88 ! 89 ! 87 !
86 ! 84 ! 83 !55 ! 55 ! 54 ! 55 ! 54 !
53 ! 54 ! 54 !
42 ! 43 ! 43 ! 43 ! 44 !
45 ! 45 ! 45 !
0 !
200 !
400 !
600 !
800 !
1.000 !
1.200 !
per oltre il 60% delle emissioni totali (Fig. 5).
E’ importante segnalare che all’interno di
questo macro settore oltre l’80% delle
emissioni sono riconducibili a poco più di 50
grandi impianti produttori di energia. Unico
cambio di posizione nella graduatoria per
numero di emissioni tra settori è
rappresentato dal settore cemento, che tra
prima e seconda fase cede il secondo posto
al settore della raffinazione.
Come emerge dal grafico in Fig. 6, i settori
del comparto edilizio (laterizi/ceramica e
cemento) hanno registrato la diminuzione
percentuale più forte di emissioni tra il 2005
ed il 2012, rispettivamente -60% e - 40%.
Questo trend rafforza l’ipotesi del fattore crisi
economica come causa primaria
dell’avvenuta riduzione delle emissioni. Le
industrie fortemente coinvolte nell’industria
CO2ton(1.000.000)
edilizia hanno registrato la diminuzione più
consistente in termini percentuali proprio tra
il 2007 ed il 2012.
Anche il settore “impianti di combustione” ha
visto diminuire le emissioni di oltre il 40% tra
2006 (anno di maggior emissione del settore)
e 2012, nonostante il prezzo degli EUA abbia
progressivamente perso il fattore
d’incentivazione verso tecnologie di
produzione di energia più sostenibili.
Dal grafico in Fig. 6 si evince che solo il
settore metallurgico ha ripreso nel 2012 un
volume di emissioni pari ai livelli della prima
fase (+ 3% rispetto ai volumi del 2005).
Raffinazione, carta e vetro hanno invece
mantenuto livelli pressochè stabili di
emissione con una riduzione media del 12%
tra 2005 e 2012.
13. 13 EcoWay | Carbon Trading for Companies who Care
Fig. 7: Emissioni rispetto ad allocazioni gratuite di permessi in % per settori
Nota: dal grafico sono esclusi i dati di emissione relativi agli impianti nuovi entranti
2005! 2006! 2007! 2008! 2009! 2010! 2011! 2012!
Impianti di combustione! 7,1%! 16,0%! 10,8%! 7,7%! -5,9%! -6,4%! -8,0%! -9,9%!
Cementifici! 4,9%! 5,1%! 6,7%! -7,8%! -25,7%! -24,2%! -27,3%! -40,8%!
Raffinazione! -4,5%! -7,4%! -4,9%! 25,7%! 17,5%! 26,3%! 20,3%! 10,6%!
Metallurgia! -6,3%! -7,7%! -6,5%! -18,2%! -54,8%! -33,2%! -24,9%! -26,3%!
Carta! 3,4%! 2,6%! 1,1%! -8,9%! -18,2%! -14,4%! -12,9%! -16,4%!
Vetro! -0,2%! -1,7%! -0,7%! -4,6%! -14,8%! -11,2%! -10,6%! -16,5%!
Laterizi e ceramiche! -7,6%! -9,4%! -25,7%! -38,1%! -54,2%! -53,9%! -56,0%! -63,4%!
Altro! 0,0%! 0,0%! 0,0%! -0,3%! -29,7%! -15,0%! -41,7%! -55,4%!
-0,7!
-0,6!
-0,5!
-0,4!
-0,3!
-0,2!
-0,1!
0!
0,1!
0,2!
0,3!
0,4!
Il rapporto emissioni - allocazioni
gratuite per settore
Durante il periodo di prima fase, i settori si
sono mantenuti piuttosto vicini ai livelli di
equilibrio (Fig.7). A partire dal 2008 i
differenziali emissioni - allocazioni si sono
ampliati considerevolmente per quasi tutti i
settori fino alla fine della seconda fase.
Sempre dal 2008, la maggior parte ha
registrato una situazione di avanzo, ovvero di
allocazioni gratuite superiori ai livelli di
emissione verificati. Il settore degli impianti
di combustione è entrato nella condizione di
avanzo nel 2009 mantenendola fino al 2012,
mentre i settori del vetro, metallurgia, laterizi
e ceramica sono stati in una situazione di
avanzo strutturale per gli interi cicli di prima
e seconda fase ETS.
Il settore della raffinazione risulta il settore
più in controtendenza, avendo allocazioni
gratuite di EUA superiori alle proprie
emissioni per tutta la prima fase ed una
situazione opposta per tutto il periodo 2008 -
2012. Dal 2009, l’unico settore in disavanzo
risulta essere proprio il settore della
raffinazione.
Dal 2010 il settore metallurgico, pur
rimanendo in condizioni di avanzo strutturali,
ha modificato il trend, riducendo il delta
negativo tra emissioni e allocazioni gratuite
di EUA.
Al contrario i settori del cemento, della
ceramica e degli impianti di combustione
hanno dimostrato un trend negativo senza
interruzioni per tutto il ciclo di seconda fase.
14. 14 EcoWay | Carbon Trading for Companies who Care
La ripartizione percentuale dei livelli di
emissione tra le regioni italiane è rimasto
pressochè invariato per tutte le prime due
fasi ETS (Fig.8).
La Puglia è la regione d’Italia che registra il
numero più alto di emissioni verificate di gas
ad effetto serra, aumentando il proprio peso
percentuale dal 18,9% nel 2005 al 21,3%
nel 2012. A seguire Lombardia e Sicilia
mantengono stabile rispettivamente la
seconda e terza posizione delle regioni più
emettitrici d’Italia. La quarta posizione ha
visto invece alternarsi negli anni Sardegna,
Veneto e Lazio.
Tutte le prime 10 regioni per livelli di
emissione hanno diminuito i livelli di CO2 tra
il 2005 ed il 2012 (Fig. 9).
Le riduzioni più forti si registrano in Veneto
(- 39%) Toscana (-34%) ed in Sicilia (-28%).
La geografia italiana delle emissioni
2005$ 2006$ 2007$ 2008$ 2009$ 2010$ 2011$ 2012$
Altre$regioni$ 12,7%$ 13,6%$ 14,9%$ 15,4%$ 16,2%$ 14,8%$ 13,6%$ 13,1%$
Toscana$ 5,5%$ 5,8%$ 5,9%$ 5,5%$ 5,0%$ 5,1%$ 4,7%$ 4,6%$
Liguria$ 4,9%$ 4,3%$ 4,5%$ 4,6%$ 4,3%$ 4,6%$ 4,3%$ 4,8%$
Piemonte$ 4,8%$ 4,8%$ 4,6%$ 4,9%$ 5,3%$ 5,1%$ 5,3%$ 5,2%$
Emilia@Romagna$ 5,7%$ 5,3%$ 5,6%$ 5,8%$ 5,7%$ 6,2%$ 5,6%$ 5,3%$
Veneto$ 8,0%$ 7,2%$ 6,8%$ 6,7%$ 6,8%$ 5,5%$ 5,1%$ 6,1%$
Sardegna$ 7,0%$ 7,1%$ 7,1%$ 7,1%$ 7,9%$ 7,3%$ 7,1%$ 7,2%$
Lazio$ 6,7%$ 6,2%$ 5,1%$ 4,4%$ 5,2%$ 6,4%$ 8,1%$ 8,3%$
Sicilia$ 12,5%$ 12,0%$ 12,0%$ 11,8%$ 12,6%$ 12,5%$ 11,8%$ 11,4%$
Lombardia$ 13,3%$ 13,8%$ 13,5%$ 13,4%$ 13,3%$ 13,1%$ 13,2%$ 12,6%$
Puglia$ 18,9%$ 19,9%$ 19,9%$ 20,6%$ 17,7%$ 19,3%$ 21,0%$ 21,3%$
18,9%$ 19,9%$ 19,9%$ 20,6%$ 17,7%$ 19,3%$ 21,0%$ 21,3%$
13,3%$ 13,8%$ 13,5%$ 13,4%$
13,3%$
13,1%$
13,2%$ 12,6%$
12,5%$ 12,0%$ 12,0%$ 11,8%$
12,6%$ 12,5%$ 11,8%$ 11,4%$
6,7%$ 6,2%$ 5,1%$ 4,4%$
5,2%$
6,4%$
8,1%$ 8,3%$
7,0%$ 7,1%$ 7,1%$ 7,1%$ 7,9%$
7,3%$
7,1%$ 7,2%$
8,0%$ 7,2%$
6,8%$ 6,7%$ 6,8%$ 5,5%$
5,1%$ 6,1%$
5,7%$ 5,3%$
5,6%$ 5,8%$ 5,7%$ 6,2%$
5,6%$ 5,3%$
4,8%$ 4,8%$
4,6%$ 4,9%$ 5,3%$ 5,1%$
5,3%$ 5,2%$
4,9%$ 4,3%$
4,5%$ 4,6%$ 4,3%$ 4,6%$
4,3%$ 4,8%$
5,5%$ 5,8%$ 5,9%$ 5,5%$ 5,0%$ 5,1%$ 4,7%$ 4,6%$
12,7%$ 13,6%$ 14,9%$ 15,4%$ 16,2%$ 14,8%$ 13,6%$ 13,1%$
0%$
10%$
20%$
30%$
40%$
50%$
60%$
70%$
80%$
90%$
100%$
Contributo$regioni$italiane$al$totale$delle$emissioni$(2005@2012)$
Fonte&da):$CarbonMarketData$@$Elaborazione$EcoWay$
Fig. 8: % Emissioni per Regione - Prime 10 Regioni per livelli di emissione
15. 15 EcoWay | Carbon Trading for Companies who Care
Fig. 9: Emissioni per regione - prime 10 regioni per livelli di emissione.
Il rapporto emissioni - allocazioni
gratuite per regione
Come riportato nel grafico Fig. 10, Sicilia e
Sardegna sono le uniche due regioni che non
hanno mai registrato situazioni di avanzo
dall’entrata in vigore del sistema ETS ad oggi.
Al contrario, Piemonte, Veneto ed Emilia
Romagna sono state in avanzo per tutti gli anni
di prima e seconda fase.
Piemonte, Emilia Romagna e Lombardia
chiudono il 2012 in situazione di avanzo
seguendo un trend di allontanamento dai livelli di
equilibrio. Anche il Veneto chiude la seconda
fase ETS con un eccesso di permessi allocati
gratuitamente alle sue imprese, ma in questo
caso, pur registrando il 25% in meno di
emissioni rispetto ai limiti annuali di cap
aggregato, si riduce il delta rispetto al 2011.
2005! 2006! 2007! 2008! 2009! 2010! 2011! 2012!
Altre regioni! 28.599 ! 30.906 ! 33.783 ! 33.922 ! 29.889 ! 28.401 ! 25.830 ! 23.510 !
Toscana! 12.497 ! 13.200 ! 13.413 ! 12.033 ! 9.282 ! 9.755 ! 8.920 ! 8.297 !
Liguria! 11.028 ! 9.783 ! 10.096 ! 10.196 ! 7.877 ! 8.816 ! 8.195 ! 8.672 !
Piemonte! 10.948 ! 10.826 ! 10.443 ! 10.880 ! 9.847 ! 9.861 ! 10.115 ! 9.319 !
Emilia-Romagna! 12.878 ! 12.077 ! 12.637 ! 12.804 ! 10.500 ! 11.785 ! 10.731 ! 9.471 !
Veneto! 18.006 ! 16.483 ! 15.306 ! 14.833 ! 12.649 ! 10.595 ! 9.766 ! 10.929 !
Sardegna! 15.733 ! 16.190 ! 16.048 ! 15.636 ! 14.553 ! 13.932 ! 13.536 ! 12.936 !
Lazio! 15.251 ! 14.112 ! 11.644 ! 9.618 ! 9.623 ! 12.310 ! 15.462 ! 14.811 !
Sicilia! 28.355 ! 27.201 ! 27.279 ! 25.935 ! 23.358 ! 23.878 ! 22.450 ! 20.431 !
Lombardia! 30.010 ! 31.384 ! 30.647 ! 29.463 ! 24.608 ! 25.168 ! 24.999 ! 22.521 !
Puglia! 42.683 ! 45.277 ! 45.110 ! 45.356 ! 32.696 ! 36.989 ! 39.958 ! 38.194 !
42.683 ! 45.277 ! 45.110 ! 45.356 !
32.696 ! 36.989 ! 39.958 ! 38.194 !
30.010 ! 31.384 ! 30.647 ! 29.463 !
24.608 !
25.168 ! 24.999 ! 22.521 !
28.355 ! 27.201 ! 27.279 ! 25.935 !
23.358 !
23.878 ! 22.450 !
20.431 !
15.251 ! 14.112 ! 11.644 ! 9.618 !
9.623 !
12.310 ! 15.462 !
14.811 !
15.733 ! 16.190 ! 16.048 !
15.636 !
14.553 !
13.932 !
13.536 !
12.936 !
18.006 ! 16.483 !
15.306 !
14.833 !
12.649 !
10.595 !
9.766 !
10.929 !
12.878 ! 12.077 !
12.637 !
12.804 !
10.500 !
11.785 ! 10.731 !
9.471 !
10.948 ! 10.826 !
10.443 !
10.880 !
9.847 !
9.861 ! 10.115 !
9.319 !
11.028 ! 9.783 !
10.096 !
10.196 !
7.877 !
8.816 ! 8.195 !
8.672 !
12.497 ! 13.200 !
13.413 !
12.033 !
9.282 !
9.755 ! 8.920 !
8.297 !
28.599 ! 30.906 ! 33.783 !
33.922 !
29.889 !
28.401 ! 25.830 !
23.510 !
0 !
50.000 !
100.000 !
150.000 !
200.000 !
CO2(1.000)!CO2ton(1.000)
16. 16 EcoWay | Carbon Trading for Companies who Care
Fig. 10: Emissioni rispetto allocazioni gratuite di permessi in % per regione
2005! 2006! 2007! 2008! 2009! 2010! 2011! 2012!
Puglia! 8,0%! 13,8%! 13,2%! 21,3%! -11,0%! 1,3%! 10,0%! 2,4%!
Lombardia! 2,4%! 13,2%! 9,3%! -9,7%! -21,6%! -19,1%! -19,1%! -26,6%!
Sicilia! 7,0%! 11,9%! 13,0%! 9,5%! 7,4%! 13,2%! 13,0%! 5,8%!
Sardegna! 5,8%! 11,7%! 10,7%! 24,5%! 22,6%! 17,1%! 24,2%! 22,5%!
Veneto! -3,6%! -3,8%! -10,2%! -7,4%! -19,7%! -31,2%! -34,9%! -25,4%!
Emilia-Romagna! -12,1%! -12,5%! -6,4%! -1,9%! -22,8%! -12,6%! -20,8%! -29,3%!
Liguria! -8,1%! -17,2%! -13,9%! 5,8%! -14,5%! 0,1%! -2,0%! 8,9%!
Piemonte! -10,6%! -16,8%! -19,5%! -16,4%! -31,7%! -36,7%! -29,3%! -37,4%!
Toscana! -1,7%! 11,7%! 8,4%! 11,1%! -10,5%! 0,9%! -5,6%! -10,2%!
Friuli-Venezia Giulia! -7,4%! 8,4%! 1,1%! 5,6%! -5,8%! 5,1%! 2,4%! 4,9%!
-50%!
-40%!
-30%!
-20%!
-10%!
0%!
10%!
20%!
30%!
Nota: dal grafico sono esclusi i dati di emissione relativi agli impianti nuovi entranti
17. 17 EcoWay | Carbon Trading for Companies who Care
I Prezzi
Il ciclo di compliance 2012 si è chiuso con
l’EUA ad un livello di prezzo medio pari a
7,40 €, in forte ribasso rispetto ai 21,60 €
registrato come valore medio nel 2005, anno
di apertura del mercato ETS.
Peggio del 2012 solo il 2007, ultimo anno
della prima fase ETS, dove un errore
normativo che impediva la “bancabilità delle
quote”, (ovvero la possibilità di trasferire le
quote in avanzo dalla prima alla seconda
fase) aveva trascinato il prezzo a livelli medi
pari a 0,70 €.
Per tutta la seconda fase i prezzi risentono il
calo di domanda documentato già nei
capitoli precedenti di questo studio,
tenendosi molto lontani dai valori ritenuti
d’equilibrio per il buon funzionamento del
sistema ETS (30,00 €).
Parallelamente ai valori di prezzo dell’EUA,
anche i prezzi di ERU e CER chiudono la
seconda fase con quotazioni medie per
l’anno 2012 al ribasso, rispettivamente 2,70 €
e 2,90 €. ERU e CER sono le sigle dei crediti
offset utilizzabili dai gestori d’impianto per
l’ottemperamento dei propri obblighi ETS.
EUA e Crediti Offset
Possono essere consegnati entro certe
percentuali predefinite dalla normativa al
posto dei titoli EUA e di conseguenza hanno
quotazioni che seguono trend simili all’EUA.
La differenza di prezzo tra EUA e crediti
offset è data principalmente dalla domanda
limitata per legge di quest’ultimi e dal
mancato controllo dell’offerta. Il delta tra
crediti offset ed EUA si è ulteriormente
ampliato nel corso degli ultimi anni di
seconda fase poichè modifiche di normativa
in vigore dal 2013 ne limitano ulteriormente
l’utilizzo.
Proprio l’aumentare di questo differenziale tra
prezzi ha stimolato molti gestori a ricorrere
sempre di più all’utilizzo dei crediti offset per
ridurre i costi di partecipazione al
meccanismo ETS, o addirittura registrare
profitti attraverso operazioni di
“SWAP” (acquisto crediti offset e vendita
contestuale di un pari numero di quote EUA
di assegnazione gratuita).
CER ed ERU sono diventati crediti eleggibili
dal 2008, con la seconda fase ETS. I dati di
Fig. 11 mostrano come i gestori italiani
abbiano adottato un approccio graduale per
18. 18 EcoWay | Carbon Trading for Companies who Care
Fig. 11: EUA, CER, ERU - Quantità e Prezzi Medi (2005 - 2012)
2005! 2006! 2007! 2008! 2009! 2010! 2011! 2012!
ERU quote! - ! - ! - ! - ! 288 ! 464 ! 4.809 ! 23.606 !
CER quote! - ! - ! - ! 7.412 ! 8.287 ! 12.879 ! 14.794 ! 23.000 !
EUA quote! 225.989 ! 227.439 ! 226.405 ! 213.179 ! 177.944 ! 176.608 ! 170.531 ! 132.488 !
ERU prezzo! 0,0 ! 0,0 ! 0,0 ! 0,0 ! 0,0 ! 11,8 ! 9,7 ! 2,7 !
CER prezzo! 0,0 ! 0,0 ! 0,0 ! 17,7 ! 11,8 ! 12,5 ! 9,8 ! 2,9 !
EUA prezzo! 21,6 ! 17,3 ! 0,7 ! 17,2 ! 13,2 ! 14,4 ! 12,5 ! 7,4 !
225.989 ! 227.439 ! 226.405 !
213.179 !
177.944 ! 176.608 !
170.531 !
132.488 !
7.412 !
8.287 ! 12.879 !
14.794 !
23.000 !
- ! - !
4.809 !
23.606 !
11,8 !
9,7 !
2,7 !
17,7 !
11,8 !
12,5 !
9,8 !
2,9 !
21,6 !
17,3 !
0,7 !
17,2 !
13,2 !
14,4 !
12,5 !
7,4 !
0,0 !
5,0 !
10,0 !
15,0 !
20,0 !
25,0 !
0!
50.000!
100.000!
150.000!
200.000!
250.000!
euro/Titolo!
N°Quote!
(1.000)!
Nota: il prezzo ha come riferimento il contratto future con scadenza dicembre del relativo anno!
l’adozione di questi strumenti tra gli anni
2008 e 2010, mentre nel 2011 e 2012 la
maggior confidenza e le opportunità
economiche collegate hanno stimolato le
aziende a sfruttare quasi al massimo le
possibilità di utilizzo di crediti offset.
19. 19 EcoWay | Carbon Trading for Companies who Care
I primi 10 Paesi europei per numero di
emissioni verificate annualmente sono
Germania, Polonia, Gran Bretagna, Italia,
Spagna, Francia, Repubblica Ceca, Olanda,
Grecia e Romania (quest’ultima entrata in
ETS nel 2007).
La Prima Fase
Durante il periodo 2005 - 2007, tra i primi
dieci Paesi risultavano in disavanzo di
allocazioni di permessi ad emettere
solamente Gran Bretagna, Spagna e Italia
(Fig.11). Durante questa fase le allocazioni
gratuite furono definite su livelli piuttosto
generosi per permettere un graduale
inserimento degli impianti in normativa.
La Seconda Fase
Il 2008 vede il numero dei Paesi in disavanzo
crescere da tre a sette tra i primi dieci
Il Confronto con l’Europa
emettitori. Le nuove allocazioni gratuite di
seconda fase avevano l’obiettivo di rendere
più influente il meccanismo ETS
ridimensionando i cap per impianto. Tra i
nuovi Paesi in disavanzo si registrano
Germania, Polonia, Grecia e Olanda.
Purtroppo i criteri di allocazione gratuita non
hanno previsto meccanismi correttivi
dell’offerta in caso di crollo dei livelli di
produzione e dal 2009, a causa della crisi
economica, il numero di Paesi in disavanzo
ritorna a 3: Germania, Gran Bretagna e
Grecia. La Grecia rientra subito nel 2010 tra i
Paesi in avanzo e la Gran Bretagna la segue
nel 2011 per poi tornare di poco in disavanzo
nel 2012.
Per il periodo di seconda fase, l’unico Paese
con una reale situazione di disavanzo
complessiva è stato la Germania.
21. 21 EcoWay | Carbon Trading for Companies who Care
22. 22 EcoWay | Carbon Trading for Companies who Care
EcoWay
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