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ALMA MATER STUDIORUM UNIVERSITA' DI BOLOGNA
Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agro-alimentari
Master di I livello in
Sviluppo sostenibile e gestione dei sistemi ambientali
a.a. 2013/2014
STUDIO DELLA QUALITA' DELL'ACQUA NELLA SACCA
DEGLI SCARDOVARI E ANALISI LCA DELLE COZZE D.O.P.
In collaborazione con Consorzio di Bonifica Delta del Po e Aghetera Ambiente&Sviluppo
Tutor aziendale: Ing.Tosini Stefano
Dott. Manfredi Vale
Elaborato di: Matteo Busato
2
SOMMARIO
Premessa
Premise
Capitolo 1: Il Consorzio di bonifica Delta del Po pag.1
1.1 Piano Generale di Bonifica e di Tutela del Territorio pag.3
1.2 Il comprensorio consorziale pag.6
Capitolo 2: La Sacca degli Scardovari pag.13
2.1 Le flora e la fauna presente pag.14
Capitolo 3: La qualità della acqua nella Sacca pag.16
3.1 Metodologia d’indagine pag.16
3.2 Analisi dati Arpav pag.16
3.3 Analisi attività antropica e consorziali pag.25
Capitolo 4: Aghetera SRL Ambiente&Sviluppo pag.34
4.1 Team e Aree di Azione pag.34
Capitolo 5:Analisi LCA delle cozze degli Scardovari D.O.P. pag.36
5.1 Struttura metodologica LCA pag.37
5.2 La cozza di Scardovari D.O.P. pag.39
5.3 Ciclo produttivo pag.40
5.4 Carbon footprint ed esclusioni pag.43
5.5 Inventario ed elaborazione dei dati pag.44
Capitolo 6:Conclusioni pag.48
Bibliografia
3
PREMESSA
Il Master in "Sviluppo Sostenibile e Gestione dei Sistemi Ambientali", giunto alla sua XIII°
edizione, viene promosso dal Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agro-alimentari dell’Università
di Bologna e dalla Fondazione Alma Mater, in collaborazione con Arpa (Agenzia regionale
prevenzione e ambiente Emilia Romagna); si rivolge a manager, professionisti, consulenti e futuri
operatori del settore, figure professionali altamente qualificate a supporto delle Organizzazioni del
settore privato (Imprese, Associazioni, Aziende di servizi ambientali, Studi professionali, …),
pubblico (Amministrazioni centrali e locali, Enti di ricerca, Agenzie Ambientali, …) e del terzo
settore (ONG, ONLUS, Imprese non profit, cooperative sociali, …) con funzioni direttive e/o
operative nell’ambito dei sistemi di gestione ambientale, della pianificazione territoriale, dello
sviluppo locale, della progettazione e consulenza ambientale, della valutazione e contabilità
ambientale, della comunicazione e certificazione ambientale.
La durata del Master universitario (I livello) è annuale.
L’attività formativa è pari a 1500 ore di impegno complessivo (60 CFU), di cui almeno 360 ore
(circa 26 settimane) dedicate alla didattica.
Al termine del percorso formativo i corsisti avranno acquisito:
•Competenze tecniche, normative e comunicative per entrare in relazione con gli attori locali più
significativi per lo sviluppo locale: istituzioni politiche locali, associazioni di categoria, istituzioni
intermedie, terzo settore, sistema del credito, ecc.
• Conoscenza sistemica dei fenomeni economico – ambientali secondo un’ottica sistemica.
• Possesso di cultura direttiva ed operativa tesa a conciliare economia (sviluppo impresa e territorio)
ed ambiente.
• Capacità di analisi critica delle problematiche ambientali.
• Capacità propositiva e di formulazione di nuove proposte gestionali ed organizzative in una
prospettiva di sviluppo durevole.
4
La seconda parte delle attività di studio sarà dedicata allo svolgimento di un progetto di stage
di 400 ore.
É un periodo di formazione “on the job” e costituisce un’occasione di conoscenza diretta del mondo
del lavoro oltre che di acquisizione di una specifica professionalità.
Lo stage viene svolto tra Ottobre 2014 e Marzo 2015, presso Enti e aziende dislocate su tutto il
territorio nazionale e non, individuate e selezionate per la serietà del progetto formativo proposto e
per la reale volontà di contribuire al miglioramento e all’aumento delle opportunità lavorative degli
studenti.
Per lo svolgimento dello stage, ho voluto coinvolgere 2 società, il Consorzio di Bonifica Delta del
Po e Aghetera SRL Ambiente&Sviluppo, dove nella prima avrò la possibilità di conoscere come
funziona un ente consorziale e fare un analisi della qualità delle acque della Sacca degli Scardovari
che insieme a quella del Canarin rappresentano le 2 lagune più grandi ricadenti nell’area del Delta.
Con la seconda società invece conoscerò un organizzazione che si occupa di diverse tematiche
ambientali e forme di sostenibilità, attraverso progetti e consulenze svolte sul territorio nazionale e
non, nel campo pubblico e privato.
Qui svolgerò un integrazione delle analisi delle acque svolta in precedenza, sotto diversi aspetti
ambientali, e prenderò in esame gli allevamenti di cozze e D.O.P. presenti nella Sacca e zone
adiacenti, dove farò un analisi con metodologia Life Cyicle Assessment (LCA) di come questo
prodotto incide sull'ambiente.
5
PREMISE
The Master in "Sustainable Development and Management of Environmental Systems", now in its
thirteenth year, is sponsored by the Department of Agro-food Science and Technology, University of
Bologna and Alma Mater’s Foundation, in collaboration with ARPA (Regional Agency prevention
and environment Emilia Romagna); is aimed at managers, professionals, consultants and future
professionals, highly qualified professionals to support organizations in the private sector
(companies, trade associations, environmental services companies, professional offices, ...), public
(central and local authorities, bodies research, environmental Agencies, ...) and the third sector
(ONG, ONLUS, non-profit companies, cooperatives, ...) with executive functions and / or operations
in the context of environmental management systems, spatial planning, local development, the
engineering and environmental consultancy, evaluation and environmental accounting,
communication and environmental certification.
The duration of the Master (level I) is annual.
The training is equal to 1500 hours of study (60 credits), including at least 360 hours (approximately
26 weeks) dedicated to teaching.
At the end of the course the students will have acquired:
• Technical skills, and communication regulations to enter into a relationship with the local actors
more significant for local development: local political institutions, trade associations, intermediary
institutions, third sector, the credit system, etc..
• Knowledge of the systemic economic phenomena - according to a systemic environment.
• Possession of culture and operational directive aims to reconcile economics (business development
and territory) and the environment.
• Capacity for critical analysis of environmental issues.
• Ability to make proposals and formulation of new proposals in a managerial and organizational
perspective of sustainable development.
The second part of the study activities will be devoted to the performance of a proposed internship of
400 hours.
6
It is a period of training "on the job" and an opportunity to learn directly from the world of work as
well as the acquisition of specific skills.
The internship is carried out between October 2014 and March 2015, at organizations and companies
located all over the country and not, locate and select the seriousness of the training project proposed
and the genuine desire to contribute to the improvement and increase of job opportunities of students.
For the development of the internship, I wanted to involve two companies, the Consortium of
Reclamation Po Delta and Aghetera SRL Environment & Development, where the first will have the
opportunity to learn how an institution consortium and make an analysis of the water quality of the
Sacca degli Scardovari that together with that of Canarin are the 2 largest lagoons that fall into the
Delta’s area. ,
With the second company instead will know an organization that deals with different forms of
environmental issues and sustainability, through projects and consulting activities in the national
territory and, in the public and private sectors.
Here you will play an integration of water analysis carried out above, under various environmental
aspects, and will examine the mussel farms and D.O.P. in the bag and adjacent areas, where I'll do a
analysis with Life Cycle Assessment (LCA) methodology of how this product affects the
environment.
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Capitolo 1
Il Consorzio di Bonifica Delta del Po
Il Consorzio di bonifica Delta del Po è stato costituito con deliberazione della Giunta Regionale del
Veneto n.1408 del 19 Maggio 2009, in attuazione dell'art.2 della L.R n.12/2009.
E' un ente di diritto pubblico economico ai sensi dell'art.59 del decreto n.215 del 13 Febbraio 1933,
con sede a Taglio di Po (RO), in via Pordenone n.6 (fig.1)
.
Fig.1: Sede del Consorzio di Bonifica Delta del Po;
Fonte dei dati: Archivio del Consorzio
Secondo lo Statuto e il POV ( Piano di Organizzazione Variabile) deliberato dall’Assemblea
Consorziale e approvati dalla Giunta Regionale del Veneto nel 2010, le funzioni e i ruoli all’interno
dell’ente sono strutturati nel seguente schema organizzativo, secondo il modello funzionale-
divisionale:
8
Gli Organi del Consorzio che restano in carica non oltre 5 anni, hanno competenze ad esempio:
- Approvazioni di piani e progetti e tempi di esecuzione;
- Definizione del programma pluriennale delle attività d’irrigazione e bonifica da svolgersi;
- Definizioni degli interventi legati alla tutela e salvaguardia del territorio;
- Adozione e revisione del Piano di Bonifica e Tutela del Territorio, POV e Statuto;
- Analisi del bilancio annuale e determinazione finanziamenti;
- Determinazioni di bandi e gare d’appalto:
Il Direttore del Consorzio recepisce gli obiettivi stabiliti , garantendo e visionando il lavoro svolto
dal personale nei vari settori presenti, e contribuendo alla definizione di nuovi obiettivi da proporre
alla presidenza o segnalare problematiche e urgenze su cui intervenire in tempo breve.
Per ciascuno dei settori è presente una figura di riferimento che comunica i risultati, le modifiche o
le problematiche con la Direzione.
9
1.1 Piano Generale di Bonifica e di Tutela del Territorio
Il Piano Generale di Bonifica e di Tutela del Territorio, in riferimento all’art.23 della L.R 12/2009 e
DGR n.102/2010, è lo strumento fondamentale per rendere operativa l’attività del Consorzio
nell'ambito del comprensorio di competenza.
Esso traccia le linee fondamentali delle azioni della bonifica nonché le principali opere e interventi
da realizzare; in particolare costituisce il progetto di massima delle opere di competenza pubblica e
opere minori a carico dei privati.
I contenuti del P.G.B.T.T sono descritti in 7 Capitoli, strutturati come segue:
- Cap.1 ASPETTI INTRODUTTIVI: suddiviso in 4 sezioni dove si fa riferimento alla
normativa vigente e leggi riguardanti la bonifica, nonché come è articolato il piano corrente;
- Cap.2 COMPRENSORIO DEL CONSORZIO DI BONIFICA: suddiviso in 6 sezioni:
A) Inquadramento Territoriale: descrizione dei comuni che rientrano nel comprensorio di
competenza;
B) Indagine di carattere generale definita per i seguenti argomenti:
BACINI IDROGRAFICI E COMPRENSORIO CONSORZIALE: riferimento all’Allagato A della
DGR n.102/2010, dove si inquadrano i bacini che interessano il consorzio e le sue attività ( Sistema
del Po, Il Brenta-Bacchiglione, L’Adige e il Canalbianco); descrizione delle unità territoriali;
ALTIMETRIA: descrizione e rappresentazione del livello medio del territorio rispetto il livello del
mare (-2 e -3 m con punte fino a -4); riferimento al fenomeno della “subsidenza” come responsabile
dell’abbassamento non uniforme del territorio;
SISTIME IRRIGUI: rappresentazione mediante uno schema irriguo, su come il fiume Po e l’Adige
percorrono il territorio; concetto di irrigazione strutturata e non strutturata;
AREE NATURALI PROTETTE E RETE NATURA 2000: riferimento alle funzioni del PTRC del
Veneto e le norme ambientali quali Legge Quadro sulle Aree Protette n.394/1991,
D.lgs n.152/2006, “Direttiva uccelli” 79/409/CEE e “Direttiva habitat” 91/43/CEE; i vincoli e
indicazioni specifiche contenuti nel Piano di Area del Delta del Po e Piano del Parco Regionale del
Delta del Po;
10
USI DEL SUOLO: presentazione e rappresentazione del progetto su base europea “Corine Land
Cover” sulla definizione di classe omogenee del suolo nella Regione del Veneto; la Carta copertura
del suolo 2007 elaborata dalla Regione Veneto e la Carta degli scarichi elaborata dal consorzio;
CARATTERISTICHE DEI SUOLI: la classificazione eseguita dalla ARPAV e USDA delle classi
di permeabilità: classificazione in base al contenuto di sostanza organica/ acqua disponibile/ salinità
e frazione sabbiosa;
C) Elementi caratteristici del comprensorio consorziale: la storia su come si evoluto nel
tempo il territorio del Delta e come la bonifica ha operato;
D) Bonifica idraulica: descrizione del criterio di calcolo del deflusso superficiale; la
situazione pluviometrica nel Delta del Po (mediamente tra 650-800mm/anno); la bonifica
operata nelle varie unità territoriali ( indicazioni dei bacini e sottobacini, le idrovore operanti
e la distribuzione della rete dei canali di bonifica e irrigazione); elaborazione della mappa
delle zone a rischio di allagamento;
E) Irrigazione: quali analisi idrogeologiche generali sono state eseguite in collaborazione
con lo studio meteorologico di Teolo dell’ARPAV, ai fini della determinazione della rete
irrigua presente in ogni unità territoriale; dati relativi per unità territoriale su corpo idrico di
rifornimento, bacino e sottobacino rifornito e portata canali espressa in l/s;
F) Problematiche e opportunità territoriali: l’influenza dei cambiamenti climatici e quali
azioni preventive attuare per la bonifica e l’irrigazione; l’abbassamento del suolo a causa
della subsidenza e prosciugamento, e conseguenti interventi per rinforzare-alzare le opere di
difesa; l’intrusione salina e l’evoluzione dagli anni 50 ad oggi; vivificazione lagune; il
centro di emergenza per la bonifica regionale; Museo della Bonifica di Cà Vendramin (ex
impianto idrovoro);
- Cap.3 ANALISI DEL P.G.B.T.T.R del CONSORZIO DI BONIFICA DEL DELTA
DEL PO ADIGE: è stato redatto nel 1991, articolato in 3 parti ed aveva come obiettivi
principali lo studio di: stato di fatto idraulico ed irriguo-ambientale-agricolo del
comprensorio consorziale; valutazione delle cause di degrado; individuazione delle attività e
azioni di miglioramento; analisi degli impatti presunti delle azioni sul territorio;
individuazione delle attività prioritarie;
11
- Cap.4 OBIETTIVI DEL NUOVO P.G.B.T.T: si distinguono obiettivi strategici (difesa
dagli allagamenti; irrigazione; attività ambientale; Fondazione Cà Vendramin) ed obiettivi
specifici (bonifica; irrigazione; vivificazione dei bacini vallivo-lagunari);
- Cap.5 PROPOSTE E PROGETTI DEL P.G.B.T.T: I progetti del piano previsti, i tempi
di realizzazione, finanziamenti e costi relativi alle opere pubbliche sono suddivisi in 5
categorie:
a) bonifica idraulica
b) irrigazione
c) ambiente e territorio
d) lagune e valli da pesca
e) cuneo salino
Sono riportate anche le “opere minori” che sono quelle di competenza privata, per le quali il
Consorzio prevede un adeguamento ai fini di realizzare la completa funzionalità idraulica
dell’intera rete di bonifica;
- Cap.6 PROSPETTIVE E CONCLUSIONI: Il P.G.B.T.T prevede un complesso di opere
che vanno dalla bonifica all’irrigazione; dalla difesa dell’ambiente a quelle di valorizzazione
del territorio; infine da quelle di vivificazione lagunare a quelle di contrasto al fenomeno
della salinizzazione.
Si tratta di interventi “a tutto campo”, per una gestione sostenibile del territorio e in linea
con le nuove valenze della bonifica veneta.
Inoltre i risultati delle opere programmate raggiungeranno in modo efficace gli obiettivi
quanto più vicina nel tempo sarà la realizzazione.
- Cap. 7 ALLEGATI: CARTOGRAFIA, MAPPE E TAVOLE.
Il piano prevede un periodo di attuazione di 15 anni che si ritengono adeguati per una
programmazione sufficientemente organica e completa in grado di realizzare le opere fondamentali
necessarie a dare risposte alle esigenze del comprensorio sotto i vari aspetti della bonifica,
dell’irrigazione e dell’ambiente.
12
1.2 Il comprensorio consorziale
Il comprensorio consorziale coincide con quello del precedente Consorzio di bonifica Delta Po
Adige, della superficie di 62.780 ha, di cui circa 45.656 ha di terreni bonificati e litoranei, 8.403 ha
di valli da pesca e 9.081 ha da lagune e ambiti lagunari.
Comprende l'area del Delta del Po nella provincia di Rovigo, estendendosi nelle isole di Ariano,
Donzella, Camerini, Bonelli, Cà Venier e Pila, nonché i territori di Porto Viro, Rosolina e
Sant'Anna di Chioggia interessando i territori di otto comuni.
Nel documento propedeutico Allegato A della DGR n.102/2010 risulta che il territorio della
Regione Veneto nell'ambito della bonifica è suddiviso in 12 bacini idrografici principali, identificati
sulla base di sottobacini di piccola dimensione definiti dai vari Consorzi sul territorio .
Tale suddivisione mostra una rete idrografica complessa il cui monitoraggio e interventi richiesti
variano in base alla zona e le condizioni presenti.
Il Consorzio del Delta Po è interessato dai bacini idrografici del Sistema del Po, del Brenta-
Bacchiglione, dell'Adige e del Canalbianco.
Per monitorare la rete di competenza ,tenere sotto controllo il rischio idrologico e idrogeologico e
svolgere le funzioni consorziali sul territorio, il comprensorio è stato suddiviso in 5 unità territoriali
(fig.2):
13
Fig 2:Carta della suddivisione scala 1:150000, in unità territoriali del comprensorio consorziale;
Fonte dei dati. S.I.T Consorzio Delta del Po
14
L'Unità di S.Anna: con un’area di circa 2.462 ha tutta estesa all' interno del Comune di Chioggia,
tale unità rientra nella zona di valle del bacino del Brenta-Bacchiglione ed in particolare nel
sottobacino direttamente tributario.
Geograficamente è delimitata a nord dal fiume Brenta, dal Canale di Valle a ovest, dal fiume Adige
a sud e dal mare ad est (fig.3).
Fig 3:Ortofoto dell’Unità di S.Anna;
Fonte dei dati: S.I.T Consorzio Delta del Po
15
L'Unità di Rosolina: ha un area di 7.332 ha estesa all' interno del Comune di Rosolina, di cui circa
il 43% è occupato da valli da pesca, il 14% dalla Laguna di Caleri e il resto da terreni agricoli,
urbanizzati e litorali.
Interessata dal bacino interregionale del Fissero-Tartaro-Canalbianco, è compresa tra il corso
dell'Adige a nord, di quello del Po a sud, tra l'area di Mantova ad ovest e il mare ad est (fig.4).
Fig 4:Ortofoto dell’Unità di Rosolina;
Fonte dei dati: S.I.T Consorzio Delta del Po
16
L'Unità di Porto Viro: rientra nella zona del bacino del Canalbianco, delimitata dal Po di Levante
a nord e ad ovest, dal Po di Maistra e di Venezia a sud e dal mare ad est (fig.5).
Presenta un’area di 12.769 ha, di cui circa il 29% è occupata da valli da pesca, il 9%dalla Laguna di
Vallona (1.150 ha) e la restante porzione da terreni agricoli, zone urbanizzate e litorali.
Ricade quasi interamente nel comune di Porto Viro, che costituisce anche il principale centro
urbano.
Fig 5:Ortofoto dell’Unità di Porto Viro;
Fonte dei dati: S.I.T Consorzio Delta del Po
17
L'Unità Isola di Ariano: rientra nella zona di valle del bacino del Po, il più esteso bacino
idrografico dei fiumi italiani.
In particolare ci si riferisce al territorio del delta del Po compreso tra il Po di Goro ed il Po di
Maistra. Il comportamento del bacino risulta diverso rispettivamente in regime di magra e di piena.
L’unità Isola di Ariano è delimitata dal Po di Venezia a nord-ovest, dal Po di Goro a sud-ovest, dal
Po di Gnocca a est e dal mare Adriatico a sud (fig.6). Ha un’area di 15.942 ha che ricade nei
territori dei comuni di Taglio di Po, Ariano Polesine e Corbola.
Fig 6:Ortofoto dell’Unità di Ariano;
Fonte dei dati: S.I.T Consorzio Delta del Po
18
L'Unità di Porto Tolle: rientra nella zona di valle del bacino del Po. L’unità è delimitata dal fiume
Po di Maistra a nord, ad ovest dal Po di Gnocca e dal mare Adriatico a sud e a est (fig.7).
Ha un’area di 24.275 ha, di cui circa l’8% è occupata da valli da pesca, circa il 28% da lagune e la
restante porzione da terreni agricoli, zone urbanizzate e litorali.
Insieme all 'unità di Rosolina rappresentano le zone più interessate dal turismo e attività ittiche.
Fig 7:Ortofoto dell’Unità di Porto Tolle;
Fonte dei dati: S.I.T Consorzio Delta del Po
19
Va ricordato che il comprensorio del Consorzio interessa parte delle zone a tutela del Parco
Regionale Delta del Po Veneto e spesso tra i due enti c'è una collaborazione al fine della gestione e
salvaguardia del territorio .
Quando i progetti e le attività della bonifica in particolare coinvolgono siti appartenenti alla Rete
natura 2000 o sono soggetti a vincolo, è necessaria l'autorizzazione e la conformità alle leggi del
Piano del Parco.
Capitolo 2
La Sacca degli Scardovari
Situata tra il Po di Gnocca e il Po di Tolle, la Sacca degli Scardovari è la laguna più vasta del Delta
del Po Veneto , occupando una superficie di circa 3.000 ettari nel comune di Porto Tolle.
Comunica con il mar Adriatico attraverso 2 bocche: quella Sud posta in prossimità della foce del Po
di Gnocca e quella Nord, realizzata dal Consorzio di Bonifica nel 1997, in prossimità della foce del
Po di Tolle (fig.8). Sul suo lato occidentale si trovano l'Oasi di Ca' Mello e il relitto di Valle
Bonello, ultima testimonianza delle vaste valli salmastre che la circondavano completamente.
Tali zone umide sono state progressivamente bonificate e convertite in campi estensivi quasi privi
di vegetazione arborea, coltivati soprattutto ad erba medica e riso, solcati da fossi e canali.
L’ambiente presente offre ai locali ed ospiti un paesaggio ampio e malinconico, sempre spazzato
dal vento e prezioso al tramonto.
La notevole diversità di configurazioni morfologiche come le velme e le barene, unite all'ampia
variabilità dei parametri chimico-fisici dell'ambiente lagunare, favoriscono l’esistenza di numerosi
habitat, popolati da una grande varietà di forme di vita che si sono adattate alla frequente mutabilità
delle condizioni. Perciò, vista l'elevatissima biodiversità presente nell'ecosistema e il bisogno di
tutelarlo a livello internazionale, la Sacca rientra nella Rete Natura 2000 classificata come SIC e
ZPS.
Inoltre la laguna, rappresenta una notevole importanza per l'economia locale, dove si svolgono
attività come la vongolicoltura, la mitilicoltura e la pesca, e anche per il turismo, tramite escursioni
in barca guidate e altre attività ricreative.
20
Fig 8:Ortofoto della Sacca degli Scardovari;
Fonte dei dati: S.I.T Consorzio Delta del Po
2.1 La flora e fauna presente
La zona rientra nei siti Natura 2000 ed è stata classificata all’interno del Parco del Delta del Po
come SIC IT3270017 e ZPS IT3270023 per le specie e habitat d’interesse comunitario rilevate.
A livello floristico si annovera la presenza di Salicornia (fig.9; Salicornia veneta), mentre a livello
faunistico, nidificano il Fratino (fig.10;Charadrius alexandrinus), il Fraticello (Sterna albifrons) e
numerose coppie di Avocetta (Recurvirostra avosetta).
L’area rappresenta inoltre un sito trofico di grande importanza per il Beccapesci (Sterna
sandwicensis) e per il Gabbiano corallino (fig.11;Larus melanocephalus).
21
Fig 9:Salicornia veneta;
Fig 10:Charadrius alexandrinus;
Fig 11: Larus melanocephalus
22
Capitolo 3
La qualità dell’acqua nella Sacca
3.1 Metodologia d’indagine
Ai fine del progetto di stage concordato con le 2 aziende, in questa prima parte si prendono in
esame i dati relativi alla qualità dell’acqua nella Sacca degli Scardovari risultanti dalle “campagne
di monitoraggio delle acque lagunari del Veneto destinate alla vita dei molluschi”, svolte dall’Arpav
tra il 2004 e il 2009 per verificare il rispetto o meno della normativa, D.lgs n.152/2006 (Allegato 2
Sezione C).Una volta inquadrato lo stato ambientale delle acque, si passa ad un analisi delle attività
antropiche e quali interventi hanno visto coinvolto il Consorzio; infine quali conclusioni ha rilevato
tale indagine.
3.2 Analisi dati Arpav
Nell’area del Delta del Po sono 16 le stazioni, 12 delle quali monitorate oltre che per la matrice
acqua (W) anche per la matrice biota (B; molluschi).
Per la Sacca di Scardovari, le stazioni a cui facciamo riferimento per l’analisi sono 6:
- cod.SIRAV 320W – 321B Sacca Scardovari 1;
- cod.SIRAV 330W – 331B Sacca Scardovari 2;
- cod. SIRAV 340W – 341B Sacca Scardovari 3;
- cod. SIRAV 350W Sacca Scardovari 4;
- cod.SIRAV 360W Sacca Scardovari 5;
- cod.SIRAV 450W Sacca Scardovari 6;
Nelle diverse campagne annuali di monitoraggio svolte, i dati sono stati rilevati con una frequenza
trimestrale ( marzo – giugno – settembre e dicembre ) relativi ai seguenti parametri analitici:
- OSSIGENO DISCIOLTO: rappresentato in % di saturazione, che per legge è stato fissato
≥70%; sotto tale limite si ha uno scadimento della qualità del mollusco come alimento;
- SALINITA’: espressa in gr/L, regola la solubilità dell’ossigeno nelle acque; la normativa
assume come limite guida 12 - 38‰;
23
- pH: può indirettamente influenzare, a valori bassi, la vitalità e tossicità dei molluschi
interagendo con la disponibilità di metalli pesanti e conseguentemente con la loro
potenzialità di accumulo. Il pH deve essere compreso tra 7 e 9;
- TEMPERATURA: escursione termiche tra 0°C e 30°C sono tollerate dalla maggior parte
dei molluschi e una temperatura tra i 13°C e 18°C favorisce la riproduzione;
- MATRICE BIOTA: si fa riferimento ai metalli presenti come Arsenico (As), Cromo Totale
(Cr), Nichel (Ni), Rame(Cu) e Zinco (Zn) espressi in mg/Kg, anche se il Mercurio (Hg < 0,5
mg/Kg) e il Piombo (Pb < 2 mg/Kg) sono quelli maggiormente significativi. Nella matrice
compaiono anche i coliformi fecali (MPN), il cui valore deve essere per legge (Ministero
della Salute) inferiore a 300/100ml per non inficiare sulla salubrità del prodotto ittico.
RAPPORTO MONITORAGGIO ANNO 2004
O2 disciolto% saturazione Marzo giugno Sett. Dicem.
Sacca Scardovari 1- cod.320W 91 95 74 65
Sacca Scardovari 2- cod.330W 91 94 59 69
Sacca Scardovari 3- cod.340W 70 89 60 63
Sacca Scardovari 4- cod.350W 73 89 62 59
Sacca Scardovari 5- cod.360W 62 94 59 59
salinità gr/l Marzo giugno Sett. Dicem.
Sacca Scardovari 1- cod.320W 18 19 24 21
Sacca Scardovari 2- cod.330W 17 19 24 22
Sacca Scardovari 3- cod.340W 20 16 25 22
Sacca Scardovari 4- cod.350W 20 19 24 22
Sacca Scardovari 5- cod.360W 17 19 24 22
pH Marzo giugno Sett. Dicem.
Sacca Scardovari 1- cod.320W 8,3 8,3 8,2 8,3
Sacca Scardovari 2- cod.330W 8,4 8,2 8,2 8,3
Sacca Scardovari 3- cod.340W 8,3 8,5 8,2 8,2
Sacca Scardovari 4- cod.350W 8,3 8,3 8 8,3
Sacca Scardovari 5- cod.360W 8,3 8,3 8,1 8,1
24
Temperatura acqua °C marzo giugno Sett. Dicem.
Sacca Scardovari 1- cod.320W 11 24 23 10
Sacca Scardovari 2- cod.330W 11 24 23 10
Sacca Scardovari 3- cod.340W 11 24 23 10
Sacca Scardovari 4- cod.350W 11 24 23 10
Sacca Scardovari 5- cod.360W 11 24 23 11
Matrice biota
Arsenico (As) mg/Kg marzo giugno Sett. Dicem.
Sacca Scardovari 1- cod.321B 1,2 1,1 0,8 1
Sacca Scardovari 2- cod.331B 1 0,9 0,8 0,5
Sacca Scardovari 3- cod.341B 1,3 0,7 0,8 0,6
Cromo totale mg/Kg marzo giugno Sett. Dicem.
Sacca Scardovari 1- cod.321B 0,7 1,2 0,2 0,8
Sacca Scardovari 2- cod.331B 0,7 0,7 0,2 0,7
Sacca Scardovari 3- cod.341B 0,7 1,2 0,9 0,4
Nichel (Ni) mg/Kg marzo giugno Sett. Dicem.
Sacca Scardovari 1- cod.321B 1,6 2,4 1,2 1,7
Sacca Scardovari 2- cod.331B 1,5 2 1,1 1,1
Sacca Scardovari 3- cod.341B 1,4 3,4 1,3 1,4
Rame (Cu) mg/Kg marzo giugno Sett. Dicem.
Sacca Scardovari 1- cod.321B 0,9 1,7 1,5 1
Sacca Scardovari 2- cod.331B 1,2 1,5 1,8 1,4
Sacca Scardovari 3- cod.341B 1 1,2 1,6 1,2
Zinco (Zn) mg/Kg marzo giugno Sett. Dicem.
Sacca Scardovari 1- cod.321B 16,3 19,1 16 12,7
Sacca Scardovari 2- cod.331B 15,2 19,5 16 17,6
Sacca Scardovari 3- cod.341B 14,8 17,3 16,4 19,2
Coliformi fecali(MPN) mg/Kg marzo giugno Sett. Dicem.
Sacca Scardovari 1- cod.321B 200 < 200 < 200 <200
Sacca Scardovari 2- cod.331B 200 <200 < 200 <200
Sacca Scardovari 3- cod.341B < 200 < 200 200 < 200
25
RAPPORTO MONITORAGGIO ANNO 2005
O2 disciolto% saturazione marzo giugno Sett. Dicem.
Sacca Scardovari 1- cod.320W 94 107 110
Sacca Scardovari 2- cod.330W 107 97 110 107
Sacca Scardovari 3- cod.340W 108 104 108
Sacca Scardovari 4- cod.350W 113 95 102 111
Sacca Scardovari 5- cod.360W 107 89 105 110
salinità gr/l marzo giugno Sett. Dicem.
Sacca Scardovari 1- cod.320W 20 24 20
Sacca Scardovari 2- cod.330W 21 26 23 19
Sacca Scardovari 3- cod.340W 21 24 20
Sacca Scardovari 4- cod.350W 21 29 25 21
Sacca Scardovari 5- cod.360W 19 25 24 23
pH marzo giugno Sett. Dicem.
Sacca Scardovari 1- cod.320W 8,2 8,3 8,2
Sacca Scardovari 2- cod.330W 8,3 8,2 8,3 8,2
Sacca Scardovari 3- cod.340W 8,4 8,1 8,1
Sacca Scardovari 4- cod.350W 8,3 8,2 8,2 8,2
Sacca Scardovari 5- cod.360W 8,3 8,2 8,2 8,2
Temperatura acqua °C marzo giugno Sett. Dicem.
Sacca Scardovari 1- cod.320W 13 18 9
Sacca Scardovari 2- cod.330W 13 21 18 9
Sacca Scardovari 3- cod.340W 13 18 9
Sacca Scardovari 4- cod.350W 13 20 18 9
Sacca Scardovari 5- cod.360W 13 20 18 9
Matrice biota
Arsenico (As) mg/Kg Giugno Sett.
Sacca Scardovari 1- cod.321B 1,3 1,3
Sacca Scardovari 2- cod.331B 1,7 1,4
Sacca Scardovari 3- cod.341B 1,4 1,3
Cromo Totale(Cr) mg/Kg Giugno Sett.
Sacca Scardovari 1- cod.321B 0,5 0,6
Sacca Scardovari 2- cod.331B 1,3 0,4
Sacca Scardovari 3- cod.341B 0,7 0,4
26
Nichel (Ni) mg/Kg giugno Sett.
Sacca Scardovari 1- cod.321B 1,2 1,5
Sacca Scardovari 2- cod.331B 1,8 2,1
Sacca Scardovari 3- cod.341B 1,4 1,8
Rame(Cu) mg/Kg giugno Sett.
Sacca Scardovari 1- cod.321B 1,7 1,8
Sacca Scardovari 2- cod.331B 1,3 0,9
Sacca Scardovari 3- cod.341B 1,6 1,1
Zinco (Zn) mg/Kg giugno Sett.
Sacca Scardovari 1- cod.321B 15,1 12,5
Sacca Scardovari 2- cod.331B 17,1 12,6
Sacca Scardovari 3- cod.341B 14,4 11,2
Coliformi fecali (MPN) mg/Kg marzo Giugno Sett. Dicem.
Sacca Scardovari 1- cod.321B <200 <200 <200 900
Sacca Scardovari 2- cod.331B 200 <200 <200 200
Sacca Scardovari 3- cod.341B <200 <200 1100 <200
RAPPORTO MONITORAGGIO ANNO 2006
O2 disciolto% saturazione marzo giugno Sett. Dicem.
Sacca Scardovari 1- cod.320W 93 139 120 108
Sacca Scardovari 2- cod.330W 95 142 110 112
Sacca Scardovari 3- cod.340W 95 127 106 106
Sacca Scardovari 4- cod.350W 94 133 115 113
Sacca Scardovari 5- cod.360W 94 131 113 108
salinità gr/l marzo giugno Sett. Dicem.
Sacca Scardovari 1- cod.320W 22 28,6 28,07 29,07
Sacca Scardovari 2- cod.330W 22 30,4 27,03 29,04
Sacca Scardovari 3- cod.340W 22 24 28,04 29,09
Sacca Scardovari 4- cod.350W 21 27,1 24,05 29,04
Sacca Scardovari 5- cod.360W 22 26,5 25,03 29,06
27
pH Marzo giugno Sett. Dicem.
Sacca Scardovari 1- cod.320W 8,4 8,1 8,02 8
Sacca Scardovari 2- cod.330W 8,4 8,1 8,02 8,01
Sacca Scardovari 3- cod.340W 8,4 8 8,02 8
Sacca Scardovari 4- cod.350W 8,3 8,1 8,02 8
Sacca Scardovari 5- cod.360W 8,3 8,2 8,02 8
Temperatura acqua °C Marzo giugno Sett. Dicem.
Sacca Scardovari 1- cod.320W 8,5 19 24 9
Sacca Scardovari 2- cod.330W 8 19 24 9
Sacca Scardovari 3- cod.340W 8,5 19 24 9
Sacca Scardovari 4- cod.350W 8 19 25 8
Sacca Scardovari 5- cod.360W 8,5 19 25 9
Matrice biota
Coliformi fecali(MPN) mg/Kg Marzo giugno Sett. Dicem.
Sacca Scardovari 1- cod.321B <200 900 < 200 2300
Sacca Scardovari 2- cod.331B < 200 < 200 < 200 900
Sacca Scardovari 3- cod.341B < 200 < 200 <200 < 200
RAPPORTO MONITORAGGIO ANNO 2007
O2 disciolto% saturazione marzo giugno Sett.
Sacca Scardovari 1- cod.320W 112 81 104
Sacca Scardovari 2- cod.330W 110 89 100
Sacca Scardovari 3- cod.340W 113 105 104
Sacca Scardovari 4- cod.350W 113 98 100
Sacca Scardovari 5- cod.360W 114 94 100
salinità gr/l marzo giugno Sett.
Sacca Scardovari 1- cod.320W 29,5 29,5 28,5
Sacca Scardovari 2- cod.330W 29,5 29,8 27,4
Sacca Scardovari 3- cod.340W 30,4 26,9 28,5
Sacca Scardovari 4- cod.350W 26,6 28,4 28,5
Sacca Scardovari 5- cod.360W 30,7 28,8 29,5
28
pH marzo giugno Sett.
Sacca Scardovari 1- cod.320W 8,2 7,8 7,8
Sacca Scardovari 2- cod.330W 8,1 8,1 7,8
Sacca Scardovari 3- cod.340W 8,1 8,1 7,8
Sacca Scardovari 4- cod.350W 7,9 8 7,7
Sacca Scardovari 5- cod.360W 7,9 8 7,9
Temperatura acqua °C marzo giugno Sett.
Sacca Scardovari 1- cod.320W 11 18 23
Sacca Scardovari 2- cod.330W 10 18 23
Sacca Scardovari 3- cod.340W 10 18 23
Sacca Scardovari 4- cod.350W 11 18 23
Sacca Scardovari 5- cod.360W 11 18 23
Matrice biota
Coliformi fecali(MPN) mg/Kg marzo giugno Sett.
Sacca Scardovari 1- cod.321B <200 < 200 200
Sacca Scardovari 2- cod.331B 200 < 200 700
Sacca Scardovari 3- cod.341B < 200 < 200 200
RAPPORTO MONITORAGGIO ANNO 2008
O2 disciolto% saturazione marzo giugno Sett.
Sacca Scardovari 1- cod.320W 113,9 95,4 93,9
Sacca Scardovari 2- cod.330W 127 71,1 89,6
Sacca Scardovari 3- cod.340W 97,3 126,8 93
Sacca Scardovari 6- cod.450W 94,2 119,2 103,5
salinità gr/l marzo giugno Sett.
Sacca Scardovari 1- cod.320W 30,6 33,7 30,1
Sacca Scardovari 2- cod.330W 31,3 30,9 28,6
Sacca Scardovari 3- cod.340W 27,8 24,6 23,5
Sacca Scardovari 6- cod.450W 27,4 24,7 24,6
29
pH marzo giugno Sett.
Sacca Scardovari 1- cod.320W 8,3 8,1 8,2
Sacca Scardovari 2- cod.330W 8,2 8 8,2
Sacca Scardovari 3- cod.340W 8,3 8,5 8,1
Sacca Scardovari 6- cod.450W 8,3 8,6 8,3
Temperatura acqua °C marzo giugno Sett.
Sacca Scardovari 1- cod.320W 10,7 26,3 18,7
Sacca Scardovari 2- cod.330W 10,8 25 17,8
Sacca Scardovari 3- cod.340W 10,4 26,7 15,7
Sacca Scardovari 6- cod.450W 10,2 26,2 15,8
Matrice biota
Coliformi fecali(MPN) mg/Kg marzo giugno Sett.
Sacca Scardovari 1- cod.321B <200 <200 700
Sacca Scardovari 2- cod.331B <200 <200
Sacca Scardovari 3- cod.341B <200 <200
RAPPORTO MONITORAGGIO ANNO 2009
O2 disciolto% saturazione marzo giugno Sett. Dicem.
Sacca Scardovari 1- cod.320W 113,3 93,3 95,6 89,6
Sacca Scardovari 2- cod.330W 105,3 104,2 137,3 104,4
Sacca Scardovari 3- cod.340W 111,7 138,9 123,7 101
Sacca Scardovari 6- cod.450W 104,7 137,9 121,1 87,6
salinità gr/l marzo giugno Sett. Dicem.
Sacca Scardovari 1- cod.320W 25,5 25,7 29,1 30,7
Sacca Scardovari 2- cod.330W 22,7 24,1 22,2 28,5
Sacca Scardovari 3- cod.340W 23,2 20,8 26,7 28,6
Sacca Scardovari 6- cod.450W 21 22,9 26,2 26,9
pH marzo giugno Sett. Sett.
Sacca Scardovari 1- cod.320W 8,2 8,1 8,3 8,2
Sacca Scardovari 2- cod.330W 8 8 7,9 8,3
Sacca Scardovari 3- cod.340W 8,2 8,3 8,5 8,2
Sacca Scardovari 6- cod.450W 8 8,4 8 8,1
30
Temperatura acqua °C marzo giugno Sett. Sett.
Sacca Scardovari 1- cod.320W 10,3 23,5 13,2 11,3
Sacca Scardovari 2- cod.330W 9,6 26,1 23,6 10,3
Sacca Scardovari 3- cod.340W 10,5 26,7 12,3 9,9
Sacca Scardovari 6- cod.450W 9,9 26,2 23,2 9,7
Matrice biota
Coliformi fecali(MPN) mg/Kg marzo giugno Sett. Sett.
Sacca Scardovari 1- cod.321B 27800 <200 <200 200
Sacca Scardovari 2- cod.331B 900 <200 <200 200
Sacca Scardovari 3- cod.341B <200 <200 200
Per ottenere tali dati si è impiegata un apposita strumentazione, classificata nel modo seguente:
- CENTRALINA METEO: strumento portatile che permette di monitorare attraverso diversi
sensori le condizioni atmosferiche, quali temperatura dell’aria, umidità dell’aria pressione
atmosferica e irradiazione solare;
- SONDA MULTIPARAMETRICA: si utilizza per l’acquisizione di parametri chimico-
fisici (temperatura, salinità, conducibilità, pH e ossigeno disciolto) lungo tutta la colonna
d’acqua. Alla sonda è inoltre associato un fluorimetro per la determinazione della clorofilla
a;
- ANEMOMETRO: strumento digitale utilizzato per misurare la velocità e direzione del
vento;
- BOTTIGLIE Niskin: vengono utilizzate per il prelievo di campioni d’acqua a determinate
profondità. Le bottiglie, a forma cilindrica, vengono aperte alle due estremità con un sistema
che ne permette il mantenimento dell’apertura durante la calata in acqua fino al
raggiungimento della profondità desiderata. La calata viene effettuata tramite verricello e la
chiusura, di tipo manuale, avviene attraverso l’invio di un messaggero, cilindro metallico,
lungo il cavo che determina la chiusura ermetica di entrambe le estremità della bottiglia;
- DISCO DI SECCHI: disco bianco del diametro di 30 cm che viene calato in mare per la
misura della trasparenza dell’acqua. Il dato di trasparenza si ricava dalla misurazione della
profondità di scomparsa del disco;
- CORRENTOMETRO: apparecchio meccanico per misurare la velocità e la direzione delle
corrente;
31
- BENNA (tipo Ekman Birge) : strumento manuale utilizzato per la raccolta di campioni di
sedimenti per le analisi di tipo chimico -fisico e per la raccolta di campioni per lo studio
delle comunità animali e vegetali che abitano il fondo marino e vivono in rapporto diretto
con esso;
- SETACCIO PER MACROINVERTEBRATI: recipiente con fondo costituito
generalmente da un retino metallico di maglie pari a 1 millimetro di diametro, che serve a
filtrare organismi bentonici avente dimensioni superiori a quelle della maglia
(macrobenthos).
3.3 Analisi attività antropiche e consorziali
Come detto in precedenza, la Sacca è situata nell’Unità territoriale di Porto Tolle. Dall’analisi della
Carta dell’Uso del Suolo 2007 della Regione del Veneto (fig.12), mostra che i terreni limitrofi alla
laguna sono per lo più ad uso agricolo, in particolare mais (colore giallino) e risaia (colore azzurro).
Fig 12: Carta dell’Uso del Suolo 2007; Fonte dei dati: Regione del Veneto
32
Al fine di garantire lo sviluppo delle colture presenti nella zona di S.Giulia (bacino Canestro) ed Ex
Valli che richiedono ad esempio, come per il mais e la soia un fabbisogno idrico netto tra i 6 mm/g
e 8 mm/g, è stata realizzata una rete irrigua lunga circa 40 km che preleva dal Po di Gnocca (fig.13).
L’acqua viene sollevata dal Po mediante impianti dotati di sifoni, che distribuiscono su tutta la rete
e che interrompono il prelevamento, in particolare durante i periodo di siccità e risalita del cuneo
salino per evitare danni ulteriori al suolo colturale. Le acque di scolo, che comprendono quelle in
eccesso del Po, quelle provenienti dalle colture (capofossi) ,dai deflussi superficiali e dalle aziende
con le quali è stato stipulata un autorizzazione, invece sono captate in un'altra rete di canali che le
convogliano agli impianti idrovori di Paltanara e Cà Dolfin, i quali le sollevano grazie a delle
pompe scaricano uno nella Sacca degli Scardovari e l’altro nel Po di Tolle che poi si disperdono nel
mare (fig.14).
Fig 13: Bacini irrigui Unità di Porto Tolle; Fonte dei dati: S.I.T Consorzio Delta del Po
33
Fig 14: Rete di scolo Unità di Porto Tolle; Fonte dei dati: S.I.T Consorzio Delta del Po
L’idrovora “Paltanara” è dotata di 3 pompe, una dalla portata media di 1390 m3
/s e altre due di
1170 m3
/s.
In caso di situazioni d’emergenza, come eventi meteorici eccezionali, il Consorzio attiva anche
l’impianto Bonello, che principalmente scarica nella Sacca acqua salina presente nel Biotopo Valle
Bonello che copre un area di 45 ettari circa.
Di seguito vengono riportati i dati relativi al funzionamento e costi di Paltanara dal 2007 al 2013:
34
IDROVORA PALTANARA ID 19
Pompe Portata mc/s
P.1 1390
P.2 1170
P.3 1170
ID.IMP ANNO MESE P.1 P.2 P.3 TOT.ORE KWH MC
19 2007 GEN 11 22 21 54 7587 244080
2007 FEB 16 25 38 79 10369 382844
2007 MAR 38 18 70 126 13426 586152
2007 APR 144 24 14 182 15769 777672
2007 MAG 56 84 21 161 18782 694764
2007 GIU 80 55 49 184 18973 813816
2007 LUG 44 5 4 53 5828 226404
2007 AGO 48 0 1 49 6758 207180
2007 SET 76 0 0 76 8029 320112
2007 OTT 71 13 0 84 9519 353808
2007 NOV 43 21 11 75 8495 324612
2007 DIC 59 0 12 71 17272 308556
1194 140807 5240000
ID.IMP ANNO MESE P.1 P.2 P.3 TOT.ORE KWH MC
19 2008 GEN 66 0 0 66 7638 277992
2008 FEB 61 0 0 61 7058 256932
2008 MAR 67 3 1 71 7926 299844
2008 APR 136 21 1 158 15951 666288
2008 MAG 155 85 1 241 24114 1015884
2008 GIU 258 92 47 397 37732 1709388
2008 LUG 221 141 1 363 32609 1529748
2008 AGO 221 18 4 243 21982 1026684
2008 SET 70 6 0 76 7862 320112
2008 OTT 33 10 1 44 6247 186120
2008 NOV 48 12 0 60 9183 252720
2008 DIC 228 14 2 244 25986 1029312
2024 204288 8571024
35
ID.IMP ANNO MESE P.1 P.2 P.3 TOT.ORE KWH MC
19 2009 GEN 145 2 11 158 15052 674208
2009 FEB 140 9 1 150 15238 632592
2009 MAR 106 1 0 107 11443 450684
2009 APR 156 6 0 162 15234 682344
2009 MAG 142 14 2 158 16711 667080
2009 GIU 160 14 0 174 15737 732888
2009 LUG 171 14 1 186 17706 784224
2009 AGO 151 17 0 168 16039 707616
2009 SET 89 0 1 90 9198 379872
2009 OTT 61 1 1 63 7254 266148
2009 NOV 79 0 0 79 8778 332748
2009 DIC 149 0 0 149 15396 627588
1644 163786 6937992
ID.IMP ANNO MESE P.1 P.2 P.3 TOT.ORE KWH MC
19 2010 GEN 221 0 0 221 19582 930852
2010 FEB 191 2 0 193 19678 812916
2010 MAR 144 55 2 201 20718 848196
2010 APR 6 127 1 134 14525 565200
2010 MAG 13 153 1 167 18823 704196
2010 GIU 14 182 1 197 20937 830556
2010 LUG 61 220 0 281 28410 1183572
2010 AGO 40 175 10 225 23876 955620
2010 SET 13 90 9 112 12007 478872
2010 OTT 76 0 0 76 9151 320112
2010 NOV 8 131 1 140 15546 590472
2010 DIC 5 158 3 166 18155 701568
2113 221408 8922132
ID.IMP ANNO MESE P.1 P.2 P.3 TOT.ORE KWH MC
19 2011 GEN 3 58 0 61 7996 256932
2011 FEB 0 47 0 47 6363 197964
2011 MAR 8 102 0 110 12421 463320
2011 APR 19 125 0 144 15848 606528
2011 MAG 8 316 2 326 33507 1374696
2011 GIU 51 294 8 323 32590 1366812
2011 LUG 34 176 0 210 21758 884520
2011 AGO 5 136 1 142 15419 598896
2011 SET 25 141 3 169 18468 714204
2011 OTT 15 75 1 91 10593 384084
2011 NOV 0 50 0 50 7136 210600
2011 DIC 5 38 0 43 6542 181116
1716 188641 7239672
36
ID.IMP ANNO MESE P.1 P.2 P.3 TOT.ORE KWH MC
19 2012 GEN 0 35 0 35 5627 147420
2012 FEB 0 45 0 45 7141 189540
2012 MAR 19 130 0 149 18654 627588
2012 APR 32 174 0 206 22488 867672
2012 MAG 38 159 0 197 24455 829764
2012 GIU 27 133 89 249 28194 1119276
2012 LUG 20 70 9 99 12315 424116
2012 AGO 0 32 3 35 6036 149796
2012 SET 1 2 74 78 10389 387144
2012 OTT 1 2 51 54 7165 267840
2012 NOV 0 3 90 93 12548 462996
2012 DIC 3 9 115 127 15943 626004
1367 170955 6099156
ID.IMP ANNO MESE P.1 P.2 P.3 TOT.ORE KWH MC
19 2013 GEN 3 6 130 139 17383 688428
2013 FEB 50 54 135 239 28800 1113588
2013 MAR 180 62 1 243 28355 1024308
2013 APR 202 18 1 221 22190 931644
2013 MAG 123 21 98 242 27429 1096920
2013 GIU 18 3 138 159 18196 779004
2013 LUG 227 38 52 317 31883 1376388
2013 AGO 132 4 69 205 22127 918108
2013 SET 74 2 11 87 9868 375156
2013 OTT 0 0 90 90 11457 450360
2013 NOV 0 42 207 249 29329 1212732
2013 DIC 0 1 53 54 7817 269424
2245 254834 10236060
37
0 10000 20000 30000 40000 50000 60000
2007
2008
2009
2010
2011
2012
2013
€/anno
anno
Costo Kwh/anno Paltanara
Costo
0 5 10 15 20 25 30 35
2007
2008
2009
2010
2011
2012
2013
€/h
anno
Costo medio Kwh/h Paltanara
Serie2
38
Poiché la Sacca degli Scardovari rappresenta non solo un importante ambiente d’interesse
comunitario, ma anche una risorsa per l’economia locale, il Consorzio dal momento in cui le lagune
e le valli da pesca sono diventate di sua competenza, ha realizzato una serie di interventi per far
conciliare entrambi i vantaggi.
Ai fini della conservazione dell’habitat ha provveduto, in collaborazione con la Regione e il WWF a
progetti LIFE per realizzare luoghi adatti alla nidificazione delle specie e creazione di barene e
velme tipiche dell’ambiente lagunare che favoriscono il ricambio idrico e contrastano il moto
ondoso.
Interessante è stato il progetto della “realizzazione di barriere artificiali sommerse antistanti la
Sacca degli Scardovari” con la Regione Veneto, sul tema della vivificazione.
Partito con ipotesi progettuale nel 2006, a seguito dei monitoraggi subacquei tra il 2008 e il 2009,
l’obiettivo era promuovere lo sviluppo della fauna e flora marina ed il risultato sui dati raccolti tra il
2013 e 2014 (dopo aver immerso le barriere), è stato positivo perché molte specie (molluschi e non
solo) hanno trovato un ambiente idoneo per proliferare (fig.15).
39
Fig 15: Strutture piramidali in cls e gruppo di mitili; Fonte dei dati: Archivio Consorzio Delta del Po
Per quanto riguarda l’attività economica, dopo la creazione della bocca a Nord e una rete interna per
favorire il ricambio dell’acqua e ossigenazione, il Consorzio ha provveduto ad eseguire interventi di
manutenzione ordinaria come il drenaggio nei punti di sedimento dei canali sublagunari, il contrasto
delle infiltrazioni saline che hanno reso incoltivabili parte dei terreni lungo il margine della Sacca, il
rinforzamento in pietrame dello scanno che separa la Sacca dal mare e altri lavori di ripristino
morfologico.
40
Capitolo 4
Aghetera SRL Ambiente&Sviluppo
Aghetera è una giovane società che propone metodi innovativi per l’analisi, l’identificazione e la
soluzione delle problematiche connesse alla moderna gestione del territorio.
L' approccio prevede il coinvolgimento diretto e partecipativo di tutti gli attori coinvolti nei
problemi, la riduzione in termini elementari di ciascuna criticità, e per ognuna di queste
l’individuazione di percorsi interdisciplinari dedicati.
Il valore aggiunto di questa strategia è quello di trovare l’interesse comune, favorire la
partecipazione e l’impegno, ottimizzando risultati finali e vantaggi per tutti .
Aghetera propone a pubbliche amministrazioni, aziende, gruppi di interesse di diventare
protagonisti del cambiamento agendo da fattore innescante di processi virtuosi per il miglioramento
sociale, ambientale, economico, e la liberazione di nuove potenzialità ed energie.
4.1 Team e Aree di Azione
Aghetera nasce a Venezia, dall'iniziativa di un gruppo di professionisti che hanno voluto
condividere conoscenze ed esperienze maturate in diversi ambiti dell'ecologia e della gestione
ambientale in un network di competenze e professionalità votato all'innovazione e alla diffusione
dei nuovi modelli di sviluppo ecosostenibile.
Le aree di azione in cui la società risulta competente si possono classificare in 5 ambiti:
Cooperazione internazionale: è un elemento fondamentale di scambio di saperi tra popoli, e si
intende sempre come bilaterale, mai come trasferimento unilaterale di conoscenza o beni da un
popolo all’altro.
Aghetera si pone l'obiettivo di sviluppare e partecipare a progetti di sostenibilità, in collaborazione
con società internazionali, in particolare in quei paesi terzi dove a causa di limiti e difetti e
necessario aumentare l'efficacia e l'efficienza delle risorse disponibili.
Gestione dei rifiuti: avvalendosi del Life Cycle Thinking (LCT), un approccio metodologico che
permette di valutare gli impatti sull’ambiente dovuti alle varie fasi della vita di un bene o di un
servizio, Aghetera cerca di progettare, pianificare e far adottare a pubbliche amministrazioni e
aziende, sistemi di gestione integrata dei rifiuti.
Questo perché quelli che noi chiamiamo “rifiuti” all'interno di un ciclo produttivo, sono
41
potenzialmente dei moduli di energia e materia che, se correttamente valorizzati, possono
creare nuova ricchezza e risparmio dei costi ambientali generando benessere comune.
Energia e Risorse rinnovabili: a fronte della crisi delle fonti fossili per produrre energia e la
continua ricerca ed espansione di fonti alternative e rinnovabili, Aghetera propone e ricerca a
beneficio di realtà pubbliche e private, soluzioni per installare sistemi di gestione integrata
dell'energia di ultima generazione o riconversione energetica, in pieno rispetto con l'ecosistema e
sostenibili economicamente nel medio-lungo periodo.
Difesa integrata del suolo e delle acque: la conservazione del suolo e dell’acqua sono strettamente
legate: entrambe sono risorse non rinnovabili e limitate e rappresentano una delle scelte strategiche
per una effettiva sostenibilità.
Combinando l'impiego di sistemi informatici territoriali e modelli matematici testati, Aghetera
cerca di analizzare e simulare diverse condizioni possibili al fine di consentire la risoluzione di
problematiche quali il rischio idrogeologico, consumo selvaggio del suolo, inquinamento delle
acque e del suolo e resilienza degli ecosistemi acquatici e terrestri
Sviluppo locale: il coinvolgimento del pubblico, privato e società civile attraverso un impegno
continuo e un confronto partecipato, consente di instaurare un modello che permette lo sviluppo di
un benessere diffuso e condiviso, nonché un potenziamento del tessuto socio-territoriale.
Aghetera, si propone come medium per far riscoprire le potenzialità inespressa, tramite percorsi di
certificazione e registrazione di sistemi integrati, la promozione di marketing territoriale, la spesa a
km0, ecoturismo, filiere, percorsi di educazione e comunicazione e processi di integrazione sociale.
.
42
Capitolo 5
Analisi LCA delle cozze degli Scardovari D.O.P.
Il termine Life Cycle Assessment (LCA) è stato introdotto dalla IPP (Politica Integrata di Prodotto)
varata dalla UE come uno degli strumenti che permettono di valutare gli impatti ambientali associati
al CICLO DI VITA di un prodotto, processo o attività, attraverso l’identificazione e la
quantificazione dei consumi e di flussi in entrata e in uscita di materia, risorse, energia, rifiuti ed
emissioni nell’ambiente e l’identificazione e la valutazione delle opportunità per diminuire questi
impatti.
Tale metodologia parte dall’ESTRAZIONE DELLE MATERIE PRIME necessarie alla creazione
del prodotto e arriva al momento in cui tutti i materiali che compongono il prodotto giungono a
FINE VITA. Il ciclo di vita di un prodotto in generale viene suddiviso in 5 fasi:
- PRE-PRODUZIONE: selezione e acquisto materie prime, trasporto e stoccaggio;
- PRODUZIONE: trasformazione dei materiali, assemblaggio e finitura;
- DISTRIBUZIONE: logistica e vendita del prodotto;
- USO/CONSUMO: utilizzazione e impiego;
- SMALTIMENTO: gestione del fine vita;
Il Life Cycle Assessment applicabile in tutti i settori in quanto è standardizzato da una serie di
norme:
- UNI EN ISO 14040: Norma europea in materia di gestione ambientale “Valutazione del
ciclo di vita - Principi e quadro di riferimento”;
- UNI EN ISO 14044: Norma europea in materia di gestione ambientale “Valutazione del
ciclo di vita – Requisiti e linee guide”;
43
5.1 Struttura metodologica LCA
Quando si esegue uno studio LCA si devono seguire i requisiti descritti dalla UNI EN ISO 14040,
che prevede 4 fasi principali:
Nella fase 1, nel definire gli obiettivi devono essere chiaramente descritti:
- L’applicazione prevista;
- Le motivazioni per effettuare tale studio (es: ricerca e sviluppo, eco-desgin..);
- Il tipo di pubblico a cui è destinata l’indagine
FASE 1:
- OBIETTIVO
- CAMPO DI APPLICAZIONE
- UNITÁ FUNZIONALE
- CONFINI DEL SISTEMA
FASE 2: ANALISI D’INVENTARIO
FASE 3: ANALISI E VALUTAZIONE DEGLI IMPATTI
1.CLASSIFICAZIONE 2.CARATTERIZZAZIONE
FASE 4:
INTERPRETAZIONE DEI RISULTATI
E MIGLIORAMENTO
3. NORMALIZZAZIONE 4. VALUTAZIONE
44
Per quanto riguarda il campo di applicazione bisogna considerare, insieme all’unità funzionale e i
confini del sistema, i seguenti elementi:
- Sistema di prodotti allo studio;
- Le funzioni del sistema di prodotti;
- Le procedure di allocazione ed eventuali esclusioni;
- La metodologia e le categorie d’impatto;
- I requisiti relativi alla qualità dei dati imputati;
- Le ipotesi;
- Le limitazioni;
- Il tipo di riesame (se richiesto);
- Il tipo di formato del rapporto richiesto per lo studio in esame
L’unità funzionale costituisce una “ misura definita e misurabile” atta a fornire un riferimento a cui
legare i flussi in entrata e in uscita nel processo produttivo.
Il confine del sistema invece determina processi unitari che devono essere inclusi nell’LCA,
considerando criteri geografici. fisici e temporali.
Secondo la normativa, si distinguono 4 tipologie di confini del sistema:
- Cradle to gate : dall’estrazione delle materie prime fino alla produzione e all’assemblaggio
del prodotto nell’azienda che lo immette sul mercato;
- Cradle to grave - dall’estrazione delle materie prime fino al ritorno alla terra sotto forma di
rifiuti o rilasci;
- Gate to gate :si considera solo ciò che sta all’interno dei “cancelli dell’azienda”, escludendo
gli approvvigionamenti e la distribuzione del prodotto finito;
- Gate to grave: include le fasi relative alla distribuzione, uso e smaltimento a fine utilizzo;
La scelta del confine dipende dall’obiettivo che si vuole raggiungere e dai flussi produttivi per i
quali si hanno informazioni su cui elaborare risultati.
L’analisi d’inventario ( fase 2 ) è il momento più importante di un LCA nel corso del quale si
procede alla costruzione di un “modello analogico” della realtà in grado di rappresentare nella
maniera più fedele possibile tutti gli scambi tra le singole operazioni appartenenti alla catena di
processo del sistema.
La fase 3, analisi e valutazione degli impatti ha lo scopo di evidenziare e dare una quantificazione
dell’entità delle modificazioni ambientali che si generano a seguito dei rilasci nell’ambiente
(emissioni o reflui) e del consumo di risorse e materie necessarie al sistema produttivo.
45
Mentre la fase 2 dà un giudizio oggettivo-quantificativo sul processo , la fase 3 dà un giudizio di
pericolosità .
Infine la fase 4, interpretazione dei risultati ha lo scopo, una volta analizzato il sistema, di proporre i
cambiamenti necessari a ridurre l’impatto ambientale, riuscendo a stimarne la validità mediante
l’iterazione della metodologia LCA.
5.2 La cozza di Scardovari D.O.P.
La Denominazione di Origine Protetta “Cozza di Scardovari DOP” è riservata al mitilo
appartenente alla specie “Mytilus galloprovincialis”(fig.16), allevato all’interno della Sacca degli
Scardovari nel comune di Porto Tolle (RO) e che risponde a determinate condizioni fissate dal
Regolamento del 18/07/2000 del Ministero delle Politiche Agricole.
La cozza è un mollusco bivalve dalla forma allungata e dotato di una conchiglia colore nero
violaceo. Le valve sono bombate, uguali di forma quasi triangolare e presentano sottili striature
concentriche.
All’interno il colore è viola-madreperlaceo e questo può variare in relazione al ciclo produttivo ed
al sesso. Dal guscio escono filamenti bruni assai robusti, costituenti la ghiandola del “bisso”, con
cui il mollusco si fissa alle reste o altre sostegni.
Le valve si chiudono grazie a muscoli adduttori, ad una cerniera e ad un legamento elastico, stretto
allungato di colore brunastro.
Fig 16: “Mytilus galloprovincialis”,
46
5.3 Ciclo produttivo
La produzione della cozza di Scardovari DOP va da fine marzo a settembre. Innanzitutto si preleva
la materia prima, ovvero il seme del mitilo mediante raschiatura manuale e meccanica dal mare e
dalla Sacca.
Il seme estratto tra 1 e 3 cm, viene trasportato su barca ai vivai interni alla Sacca che coprono uno
superficie complessiva di circa 300 ettari.
I vivai sono composti da campate con un area media di 40 m2
delimitate da pali in castagno fissati al
fondale. Lungo questi vengono disposti in modo longitudinale dei cavi in acciaio su cui verranno
poi appese le reste in plastica da 1,5 m di lunghezza, che contengono in media tra i 7 e 8 Kg di
seme. Un impianto da 20 o più campante è detto troncone.
Il prodotto incalzato nelle reste viene lasciato ad ingrassare in modo naturale tra gli 8 e 12 mesi.
Sono programmate operazioni di rincalzato in modo che il peso complessivo delle reste non
comprometta la struttura dalla campata e di pulizia da fouling (incrostazioni) che può
comprometterne lo sviluppo.
Quando viene raggiunto i 5 cm di lunghezza e la resta una peso complessivo tra i 12-14 Kg, il
prodotto viene raccolto e trasportato nella cavane tipiche delle Sacca per un pre-trattamento.
Qui gli addetti al pescato:
- Infilano le singole reste in una macchina sgranatrice che distacca il mitilo ancorato tramite il
bisso;
- rimuovono eventuali residui organici indesiderati (esempio: alghe);;
- con un calibro misurano la dimensione del prodotto affinché risponda agli standard fissati.
Le cozze vengono pre-confezionate in sacchi di rete plastica, etichettate per specificare la zona del
prelievo, infine trasportate al punto di sbarco per essere inviate allo stabulario.
I sacchi vengono caricati su un furgone dotato di cassone isotermico, la cui temperatura durante il
trasporto deve essere inferiore a 20°C per mantenere la vitalità del prodotto.
Arrivato allo stabulario, ovvero al Consorzio Cooperative Pescatori del Polesine in via della Sacca
11 a Scardovari (RO), il prodotto viene scaricato e inviato all’impianto di depurazione dotato di un
doppio sistema di trattamento dei molluschi:
a) un primo impianto tradizionale a circuito aperto che pretratta le cozze togliendo la sabbia e
l’odore marino tipico dell’ambiente lagunare.
47
L’acqua prelevata dalla Sacca, circa 100 m3/h è opportunamente depurata sia in entrata, tramite
filtri che sfruttano carboni attivi e cristalli di quarzo, che in uscita mediante i flocculanti. I residui e
la sabbia derivanti da questa fase vengono raccolti in 2 vasche in cemento armato poste all’esterno
per poi essere smaltite da ditte specifiche alla raccolta di rifiuti speciali.
b) uno moderno e tecnologicamente avanzato sistema a circuito chiuso secondo una impiantistica
importata dal Nord Europa.
le cozze vengono poste in bins collocati sotto le docce di depurazione a intervalli di 6, 12 e le 24
ore .
l’acqua filtrata dalla Sacca in una vasca interna all’impianto, circa 200 m3/h è opportunamente
depurata con controllo di valori di pH (7,5-8,5), salinità ( 22 - 25%) ossigeno (valore costante
5mg/l) e temperatura (16-18°C); inoltre viene utilizzato il biossido di cloro, ozono e un sistema a
raggi ultravioletti per eliminare batteri e altri microorganismi presenti.
Durante questa fase, gli addetti al laboratorio e al controllo qualità, prelevano dei campioni e
verificano le seguenti peculiarità:
VALORI MICROBOLOGICI E BIOTOSSICOLOGICI
- Escherichia coli <230;
- Batterio salmonella assente;
- Anaerobi solfiti riduttori < 100;
- Vibroni patogeni assenti;
- Biotossi algali sotto i limiti indicati dal D.M 16/05/2002
VALORI ORGANOLETTICI
- Indice di condizione ( stato di pienezza della parte edibile del mollusco rispetto all’intero
organismo) >25%;
- Odore marino caratteristico;
- Aspetto regolare senza epibondi;
- Colore della conchiglia bruno-scuro, nero;
- Carni dal sapore marino-dolciastro grazie al basso contenuto in sodio <210mg/100gr;
Una volta verificata la sicurezza del prodotto, le cozze vengono tolte dai bins e poste su un nastro
trasportatore che le convoglia al confezionamento che avviene in parte automatizzato e in parte
manuale.
48
Le cozze vengono inserite in sacchetti di peso variabile (0,5-1-3-5- 20 kg) di rete plastica blu,
etichettate, e inserite in cassette disposte sui pallet.
Usando un macchinario per l’imballaggio, ciascun pallet viene rivestito da un film in plastica e
caricato su camion con il muletto. I camion interni al Consorzio possono portare in media partite tra
i 130-160 q/gg, mentre per quelle consistenti ci si affida a ditte specifiche, in particolare per la
Spagna e la Francia.
I camion devono essere dotati di cella frigorifera con termostato impostato tra i 2 e i 6°C per
mantenere la freschezza del prodotto che entro 48 ore viene consegnato al rivenditore/consumatore.
Al fine di garantire una sicurezza nei confronti dei commercianti e consumatori, il Consorzio (già
certificato UNI EN ISO 9001 nel 2002) certificato UNI 10939 dal 2006, mette a disposizione sul
proprio sito, www.consorziocooperativepescatoridelpolesine.it, un sistema on-line per rintracciare
l’origine e lavorazione del prodotto usando i dati riportati sull’etichetta (fig.17).
.
Fig 17: etichettatura prodotti ittici del Consorzio Cooperative Pescatori del Polesine,
49
5.4 Carbon footprint ed esclusioni
Raccolte le possibili informazioni sul processo produttivo dei mitili, si sono definiti i parametri
della LCA riportati nel paragrafo 5.2 precedente:
- OBIETTIVO: calcolo del carbon footprint per la produzione di cozze (kg CO2 eq/UF);
- UNITA’ FUNZIONALE: confezione di 5kg di cozze dal momento che risulta quella più
commercializzata dall’azienda;
- CONFINI DEL SISTEMA: dalla raccolta del prodotto nei vivai al trasporto presso il
rivenditore/consumatore;
Il carbon footprint è la misura delle emissioni di gas serra ( esempio: CO2, NH4, N20…) rilasciate
dalle attività connesse al ciclo di vita di un prodotto, azienda o individuo espressa in kg di CO2 .
Nel caso dei prodotti, il calcolo dell’impronta di carbonio (CFP) è regolamentato da due standard:
- la PAS 2050 deliberato dall’ente di normazione inglese BSI;
- la norma internazionale ISO 14067;
In questo caso studio, al fine di una elaborazione di risultati attendibili, oltre a raccogliere i dati sui
consumi ed impatti dello stabulario, si è preso come riferimento bibliografico una ricerca svolta dal
SARF ( Scottish Acquaculture Research Forum) sul calcolo della carbon footprint associata alla
produzione di cozze e ostriche negli allevamenti in Scozia nel 2010, a sua volta confrontata con
l'impronta di carbonio di altri alimenti proteici.
Infine per il calcolo dell’impronta di carbonio si è escluso il fine vita del prodotto e per mancanza di
dati attendibili i seguenti aspetti:
- Tempo di refrigerazione del prodotto presso il consumatore/rivenditore;
- Cottura e trattamento del prodotto;
- Smaltimento dei rifiuti e scarti;
50
5.5 Inventario ed elaborazione dei dati
I dati necessari alla costruzione dell’inventario di calcolo sono stati raccolti facendo riferimento ai
dati aziendali registrati:
DATI AZIENDALI QUANTITA’
n° dipendenti 1500
n° barche da 80 cv per impianti in laguna 300
n° barche da 600 cv per impianti a mare 20
n° camion interni 3,5-15 t 10
PRODOTTI PER LA PRODUZIONE QUANTITA’ ANNO TEMPO D’IMPIEGO
Sacchetti PE monofilo 650000 pezzi 1 anno
Kg polietilene per fare i sacchi da 15 kg
prodotto
19500kg 1 anno
Kg polietilene per fare i sacchi da 5 kg
prodotto
26000 kg 1 anno
Reste 215000 pezzi 1 anno
Film di plastica da 2kg 3600 pezzi 1 anno
Pallet in compensato 2100 pezzi 1 anno
Antibiotici Nessuno nessuno
Mangimi Nessuno nessuno
Flocculanti 2000 kg 1 anno
MACCHINARI ED IMPIANTI POTENZA
Impianto elettrico generale stabulario 215 kw
Impianto fotovoltaico 200 kw
Sgranatrice per cavane 1kw
Pulitrice molluschi per cavane 2 kw
Macchinari in catena produttiva 50 kw
DATI ECONOMICI QUANTIA’- PREZZO
Produzione media 2009-2014 27000 q/anno
Cozze sgranate all’anno 27000 q/anno
Vongole sgranate 70000 q/anno
Cozze depurate 4000 t/anno
Vongole depurate 9000 t/anno
Prezzo vendita al kg 2009-2013 0,8€/kg
Costo energia per macchinari cavane 0,20 €/kwh
Costo energia stabulario 0,10 €/kwh
Definiti e raccolti i dati necessari al calcolo dell’impronta di carbonio, bisogna calcolare il
contributo in termini di CO2 equivalente di ogni singola fase del ciclo di vita del prodotto compresa
all’interno dei confini del sistema e riferita all’unità funzionale stabilita. Il valore di emissione
51
espresso in CO2 equivalente si ottiene moltiplicando il dato di attività (ad esempio consumo
elettrico per unità funzionale) per il fattore di emissione relativo (espresso in kg di CO2 equivalenti
sull’unità di riferimento):
FATTORI DI EMISSIONE CARBON FOOTPRINT
VALORE kg
CO2 eq / unità
di misura
1 kg Aluminium sulphate, powder, at plant/RER S (of project Ecoinvent system processes) 0,492884896
1 tkm Transport, barge/RER S (of project Ecoinvent system processes) 0,0463099
1 kg Tap water, at user/RER S (of project Ecoinvent system processes) 0,000317393
1 p EUR-flat pallet/RER S (of project Ecoinvent system processes) 6,093191859
1 kg Polyethylene, HDPE, granulate, at plant/RER S (of project Ecoinvent system processes) 1,928911433
1 MJ Electricity mix/IT U (of project Ecoinvent unit processes) 0,157444201
1 kg Packaging film, LDPE, at plant/RER S (of project Ecoinvent system processes) 2,695096772
1 tkm Transport, lorry 7.5-16t, EURO4/RER S (of project Ecoinvent system processes) 0,221265151
1 tkm Transport, lorry 7.5-16t, EURO3/RER S (of project Ecoinvent system processes) 0,23804878
1 kg Paper, newsprint, 0% DIP, at plant/RER S (of project Ecoinvent system processes) 1,297175736
1 kWh Electricity mix/IT U (of project Ecoinvent system processes) 0,566799122
Il valore di ciascun fattore fa riferimento alla banca dati di Ecoinvent v2.2, il database LCA più
utilizzato a livello internazionale che contiene diversi inventari di dati relativi a processi industriali -
e non - elaborati e raccolti in studi, ricerche e pubblicazioni scientifiche.
Estrazione del prodotto dalle
reste e trasporto alle cavane
valore a
settimana
udm/
UF
descrizione
fattore di
emissione valore FE kg CO2 eq/UF
Emissioni CO2 barca 50 Tkm 50*0,005 0,04631 0,012
In questa fase si moltiplica il valore medio dei km percorsi da una barca settimanalmente per l'unità
funzionale di 5 kg di cozze espressa in tonnellate.
Sgranatura, pulitura e
calibratura valore annuo udm/UF
descrizione
fattore di
emissione valore FE kg CO2 eq/UF
Emissioni CO2
sgranatrice 247 kwh/anno
(247*0,27)/
2700000*5 0,566799122 7,21646E-05
Emissioni CO2 pulitrice
a rulli 495 kwh/anno
(495*0,27)/
2700000 *5 0,566799122 0,000144621
Per la sgranatura e la pulitura dei molluschi, il valore dei kwh/anno è stato calcolato considerando la
potenza installata del macchinario e le ore di funzionamento annue. Tuttavia non è stato considerato
l’assorbimento massimo della macchina (potenza kW per ore di funzionamento) ma il 45% del
52
totale ottenuto che rappresenta la potenza effettivamente esercitata dal macchinario rispetto a quella
installata.
Pre-confezionamento valore annuo udm/UF
descrizione fattore
di emissione valore FE kg CO2 eq/UF
Emissioni CO2
produzione polietilene per
i sacchetti 195000 kg
(195000*0,27)/
2700000*5 1,928911 0,192891143
Trasporto allo sbarco e
carico su camion
isotermico valore annuo udm/UF
descrizione fattore di
emissione valore FE kg CO2 eq/UF
Emissioni CO2 camion con
cassone sbarco-stabulario 30 Km 30*0,005 0,221265 0,033189773
Emissioni CO2 cassone
isotemico 30 Km 30*0,005 0,044 0,0066
Depurazione valore annuo udm/UF
descrizione fattore di
emissione valore FE kg CO2 eq/UF
Emissione CO2 per produrre
flocculanti 2000 Kg
(2000*0,20)/
2700000*5 0,492884896 0,000379142
Emissioni CO2 impianto di
sollevamento acque e
depurazione 1045000 Kwh
(1045000*0,20)/
2700000*5 0,0437345 0,227809647
Anche per l’impianto di depurazione e di sollevamento acque, il valore dei kwh/anno è stato
calcolato considerando il 45% dell’assorbimento massimo dei macchinari calcolato a partire dalla
potenza installata e dalle ore di funzionamento.
Pesa/confezionamento/
etichettatura valore annuo udm/UF
descrizione fattore di
emissione valore FE kg CO2 eq/UF
Emissione CO2 macchinari in
catena produttiva 77000 Kwh
(77000*0,20)/
2700000*5 0,566799122 0,016785974
Emissioni CO2 produzione
polietene per i sacchetti 260000 Kg
(260000*0,20)/
2700000*5 1,928911433 0,231469372
Imballaggio valore annuo udm/UF
descrizione
fattore di
emissione valore FE kg CO2 eq/UF
CO2 emessa per produrre un
rotolo di film di plastica da 2kg 7200 Kg
(7200*0,20)/
2700000*5 2,695096772 0,007463345
CO2 emessa per produrre un
pallet 2100 Pezzi
(2100*0,20)/
2700000*5 6,093191859 0,004921424
53
Trasporto al
consumatore/rivenditore
valore a
settimana udm/UF
descrizione fattore di
emissione valore FE kg CO2 eq/UF
Emissioni CO2 camion
con cella fino a Roma 438 Tkm 438*0,005 0,044 0,09636
Emissioni CO2 camion
con cella fino in Spagna 1900 Tkm 1900*0,005 0,044 0,418
Emissioni CO2 camion
con cella fino in Francia 1200 Tkm 1200*0,005 0,044 0,264
Sommando i vari contributi all’impronta di carbonio delle singoli fasi del processo produttivo, si
ottiene l’impronta di carbonio totale pari a 1,512 kg CO2 eq per 5 kg di cozze di Scardovari D.O.P.
Di seguito si riportano anche i valori espressi in:
- kg CO2 eq per kg di cozze dalla culla al consumatore
- kg di CO2 eq per tonnellata di cozze dalla culla al consumatore
- kg di CO2 eq per tonnellata di cozze dalla culla al cancello
Infine si riportano anche i risultati ottenuti dall’indagine con quelli svolti dal SARF, per fare un
confronto con quanto elaborato:
DESCRIZIONE kg CO2 eq/UF
kg CO2 /5 kg 1,512
kg CO2 /kg cozze 0,302332816
kg CO2/ton cozze 302,3328163
kg CO2/ton ( culla-cancello) 252
DESCRIZIONE kg CO2 eq/UF
kg CO2 /kg cozze 0,324
kg CO2/ton cozze (culla-cancello) 252
kg CO2/ton ( culla-tomba) 649
54
Capitolo 6: Conclusioni
L’indagine svolta per questo caso studio ha rilevato che la qualità dell’acqua all’interno della Sacca
degli Scardovari risulta conforme ai parametri fissati dal D. Lgs 152/2006 e l’obiettivo fissato dalla
Direttiva Europea 2000/60/CE che prevede agli Stati Membri l’impegno entro il 2015 ad avere uno
stato “buono” delle acque sia superficiali che sotterranee, risulta essere soddisfatto.
Le attività consorziali, in particolare lo scarico dalla rete di scolo delle acque tramite l’idrovora di
Paltanara direttamente nella Sacca, non hanno comportato alcuna anomalia o provocato danni alla
matrice biotica rilevata durante le campagne di monitoraggio svolte dall’Arpav.
Tuttavia sarebbe interessante che in futuro il Consorzio di Bonifica Delta del Po, oltre ad eseguire i
lavori di manutenzione e di ripristino già svolti annualmente affinché la Sacca degli Scardovari resti
un punto di riferimento per gli scopi irrigui e soprattutto per l’economia ed il turismo locale in
quanto classificata come ZPS, si dotasse di una strumentazione elettronica e automatica che
consenta di misurare parametri come il pH, l’ossigeno e i materiali disciolti in acqua sia per le
acque della rete irrigua che per quelle di scolo.
In questo modo si potrebbe capire, oltre alla presenza di sale disciolto già monitorata costantemente
dal Consorzio, l’effettiva qualità dell’acqua all’interno della rete consorziale per prevenire che
vengano usate acque non idonee all’attività agricola o scaricate acque in mare o in bacini lagunari
con un quantitativo di sostanza pericolose ( pesticidi, arsenico, piombo ecc..) e dannose per la
matrice biotica marina.
Per quanto invece riguarda l’analisi LCA circa il 40% dell’impronta di carbonio per la produzione
di una confezione di 5 kg di cozze D.O.P deriva dalle fasi di depurazione e confezionamento.
I risultati riferiti alla produzione di un kg di cozze risultano in linea con quanto rilevato dal SARF
per i molluschi allevati e prodotti in Scozia anche se sarebbe necessario rivedere in futuro i dati e le
informazione raccolte da Scardovari e fare un nuovo confronto con quanto emerso attualmente.
Questo per vedere se ci sono stati cambiamenti in positivo o negativo sull'impatto ambientale di
questo prodotto.
In conclusione reputo la mia esperienza di stage soddisfacente per gli argomenti trattati e avrei
piacere in futuro a poter collaborare nuovamente con entrambe le aziende.
55
Bibliografia
"60 anni di Bonifica nel Delta del Po"; autori: Lino Tosini - Piero Colombo;
"Piano Generale di Bonifica e di Tutela del Territorio del Delta del Po";
"Progetto per la gestione dell'allestimento di barriere artificiali sommerse antistanti la Sacca degli
Scardovari"; autori: Dott .Corrado Soccorso, Dott.ssa Marina Aurighi, Dott.ssa Federica Fiorani,
Ing. Giancarlo Mantovani, Ing. Stefano Tosini, Geom. Brini Matteo, Geom. Flavio Pennini,
Geom. Tomas Vetri, Ma. Roberta De Grandis;
Webgrafia
www.arpav.it
www.carbonfootprintmytilus/SARF.it
www.consorziopescatoridelpolesine.it
www. Ecoinvent v2.2.it
www.retenatura2000.it
www.parcodeltadelpoveneto.it
www.consorziodibonificadeltadelpo.it
www.aghetera.it

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STUDIO DELLA QUALITA’ DELL’ ACQUA NELLA SACCA DEGLI SCARDOVARI E ANALISI LCA DELLE COZZE D.O.PTesi master 1 1

  • 1. 1 ALMA MATER STUDIORUM UNIVERSITA' DI BOLOGNA Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agro-alimentari Master di I livello in Sviluppo sostenibile e gestione dei sistemi ambientali a.a. 2013/2014 STUDIO DELLA QUALITA' DELL'ACQUA NELLA SACCA DEGLI SCARDOVARI E ANALISI LCA DELLE COZZE D.O.P. In collaborazione con Consorzio di Bonifica Delta del Po e Aghetera Ambiente&Sviluppo Tutor aziendale: Ing.Tosini Stefano Dott. Manfredi Vale Elaborato di: Matteo Busato
  • 2. 2 SOMMARIO Premessa Premise Capitolo 1: Il Consorzio di bonifica Delta del Po pag.1 1.1 Piano Generale di Bonifica e di Tutela del Territorio pag.3 1.2 Il comprensorio consorziale pag.6 Capitolo 2: La Sacca degli Scardovari pag.13 2.1 Le flora e la fauna presente pag.14 Capitolo 3: La qualità della acqua nella Sacca pag.16 3.1 Metodologia d’indagine pag.16 3.2 Analisi dati Arpav pag.16 3.3 Analisi attività antropica e consorziali pag.25 Capitolo 4: Aghetera SRL Ambiente&Sviluppo pag.34 4.1 Team e Aree di Azione pag.34 Capitolo 5:Analisi LCA delle cozze degli Scardovari D.O.P. pag.36 5.1 Struttura metodologica LCA pag.37 5.2 La cozza di Scardovari D.O.P. pag.39 5.3 Ciclo produttivo pag.40 5.4 Carbon footprint ed esclusioni pag.43 5.5 Inventario ed elaborazione dei dati pag.44 Capitolo 6:Conclusioni pag.48 Bibliografia
  • 3. 3 PREMESSA Il Master in "Sviluppo Sostenibile e Gestione dei Sistemi Ambientali", giunto alla sua XIII° edizione, viene promosso dal Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agro-alimentari dell’Università di Bologna e dalla Fondazione Alma Mater, in collaborazione con Arpa (Agenzia regionale prevenzione e ambiente Emilia Romagna); si rivolge a manager, professionisti, consulenti e futuri operatori del settore, figure professionali altamente qualificate a supporto delle Organizzazioni del settore privato (Imprese, Associazioni, Aziende di servizi ambientali, Studi professionali, …), pubblico (Amministrazioni centrali e locali, Enti di ricerca, Agenzie Ambientali, …) e del terzo settore (ONG, ONLUS, Imprese non profit, cooperative sociali, …) con funzioni direttive e/o operative nell’ambito dei sistemi di gestione ambientale, della pianificazione territoriale, dello sviluppo locale, della progettazione e consulenza ambientale, della valutazione e contabilità ambientale, della comunicazione e certificazione ambientale. La durata del Master universitario (I livello) è annuale. L’attività formativa è pari a 1500 ore di impegno complessivo (60 CFU), di cui almeno 360 ore (circa 26 settimane) dedicate alla didattica. Al termine del percorso formativo i corsisti avranno acquisito: •Competenze tecniche, normative e comunicative per entrare in relazione con gli attori locali più significativi per lo sviluppo locale: istituzioni politiche locali, associazioni di categoria, istituzioni intermedie, terzo settore, sistema del credito, ecc. • Conoscenza sistemica dei fenomeni economico – ambientali secondo un’ottica sistemica. • Possesso di cultura direttiva ed operativa tesa a conciliare economia (sviluppo impresa e territorio) ed ambiente. • Capacità di analisi critica delle problematiche ambientali. • Capacità propositiva e di formulazione di nuove proposte gestionali ed organizzative in una prospettiva di sviluppo durevole.
  • 4. 4 La seconda parte delle attività di studio sarà dedicata allo svolgimento di un progetto di stage di 400 ore. É un periodo di formazione “on the job” e costituisce un’occasione di conoscenza diretta del mondo del lavoro oltre che di acquisizione di una specifica professionalità. Lo stage viene svolto tra Ottobre 2014 e Marzo 2015, presso Enti e aziende dislocate su tutto il territorio nazionale e non, individuate e selezionate per la serietà del progetto formativo proposto e per la reale volontà di contribuire al miglioramento e all’aumento delle opportunità lavorative degli studenti. Per lo svolgimento dello stage, ho voluto coinvolgere 2 società, il Consorzio di Bonifica Delta del Po e Aghetera SRL Ambiente&Sviluppo, dove nella prima avrò la possibilità di conoscere come funziona un ente consorziale e fare un analisi della qualità delle acque della Sacca degli Scardovari che insieme a quella del Canarin rappresentano le 2 lagune più grandi ricadenti nell’area del Delta. Con la seconda società invece conoscerò un organizzazione che si occupa di diverse tematiche ambientali e forme di sostenibilità, attraverso progetti e consulenze svolte sul territorio nazionale e non, nel campo pubblico e privato. Qui svolgerò un integrazione delle analisi delle acque svolta in precedenza, sotto diversi aspetti ambientali, e prenderò in esame gli allevamenti di cozze e D.O.P. presenti nella Sacca e zone adiacenti, dove farò un analisi con metodologia Life Cyicle Assessment (LCA) di come questo prodotto incide sull'ambiente.
  • 5. 5 PREMISE The Master in "Sustainable Development and Management of Environmental Systems", now in its thirteenth year, is sponsored by the Department of Agro-food Science and Technology, University of Bologna and Alma Mater’s Foundation, in collaboration with ARPA (Regional Agency prevention and environment Emilia Romagna); is aimed at managers, professionals, consultants and future professionals, highly qualified professionals to support organizations in the private sector (companies, trade associations, environmental services companies, professional offices, ...), public (central and local authorities, bodies research, environmental Agencies, ...) and the third sector (ONG, ONLUS, non-profit companies, cooperatives, ...) with executive functions and / or operations in the context of environmental management systems, spatial planning, local development, the engineering and environmental consultancy, evaluation and environmental accounting, communication and environmental certification. The duration of the Master (level I) is annual. The training is equal to 1500 hours of study (60 credits), including at least 360 hours (approximately 26 weeks) dedicated to teaching. At the end of the course the students will have acquired: • Technical skills, and communication regulations to enter into a relationship with the local actors more significant for local development: local political institutions, trade associations, intermediary institutions, third sector, the credit system, etc.. • Knowledge of the systemic economic phenomena - according to a systemic environment. • Possession of culture and operational directive aims to reconcile economics (business development and territory) and the environment. • Capacity for critical analysis of environmental issues. • Ability to make proposals and formulation of new proposals in a managerial and organizational perspective of sustainable development. The second part of the study activities will be devoted to the performance of a proposed internship of 400 hours.
  • 6. 6 It is a period of training "on the job" and an opportunity to learn directly from the world of work as well as the acquisition of specific skills. The internship is carried out between October 2014 and March 2015, at organizations and companies located all over the country and not, locate and select the seriousness of the training project proposed and the genuine desire to contribute to the improvement and increase of job opportunities of students. For the development of the internship, I wanted to involve two companies, the Consortium of Reclamation Po Delta and Aghetera SRL Environment & Development, where the first will have the opportunity to learn how an institution consortium and make an analysis of the water quality of the Sacca degli Scardovari that together with that of Canarin are the 2 largest lagoons that fall into the Delta’s area. , With the second company instead will know an organization that deals with different forms of environmental issues and sustainability, through projects and consulting activities in the national territory and, in the public and private sectors. Here you will play an integration of water analysis carried out above, under various environmental aspects, and will examine the mussel farms and D.O.P. in the bag and adjacent areas, where I'll do a analysis with Life Cycle Assessment (LCA) methodology of how this product affects the environment.
  • 7. 7 Capitolo 1 Il Consorzio di Bonifica Delta del Po Il Consorzio di bonifica Delta del Po è stato costituito con deliberazione della Giunta Regionale del Veneto n.1408 del 19 Maggio 2009, in attuazione dell'art.2 della L.R n.12/2009. E' un ente di diritto pubblico economico ai sensi dell'art.59 del decreto n.215 del 13 Febbraio 1933, con sede a Taglio di Po (RO), in via Pordenone n.6 (fig.1) . Fig.1: Sede del Consorzio di Bonifica Delta del Po; Fonte dei dati: Archivio del Consorzio Secondo lo Statuto e il POV ( Piano di Organizzazione Variabile) deliberato dall’Assemblea Consorziale e approvati dalla Giunta Regionale del Veneto nel 2010, le funzioni e i ruoli all’interno dell’ente sono strutturati nel seguente schema organizzativo, secondo il modello funzionale- divisionale:
  • 8. 8 Gli Organi del Consorzio che restano in carica non oltre 5 anni, hanno competenze ad esempio: - Approvazioni di piani e progetti e tempi di esecuzione; - Definizione del programma pluriennale delle attività d’irrigazione e bonifica da svolgersi; - Definizioni degli interventi legati alla tutela e salvaguardia del territorio; - Adozione e revisione del Piano di Bonifica e Tutela del Territorio, POV e Statuto; - Analisi del bilancio annuale e determinazione finanziamenti; - Determinazioni di bandi e gare d’appalto: Il Direttore del Consorzio recepisce gli obiettivi stabiliti , garantendo e visionando il lavoro svolto dal personale nei vari settori presenti, e contribuendo alla definizione di nuovi obiettivi da proporre alla presidenza o segnalare problematiche e urgenze su cui intervenire in tempo breve. Per ciascuno dei settori è presente una figura di riferimento che comunica i risultati, le modifiche o le problematiche con la Direzione.
  • 9. 9 1.1 Piano Generale di Bonifica e di Tutela del Territorio Il Piano Generale di Bonifica e di Tutela del Territorio, in riferimento all’art.23 della L.R 12/2009 e DGR n.102/2010, è lo strumento fondamentale per rendere operativa l’attività del Consorzio nell'ambito del comprensorio di competenza. Esso traccia le linee fondamentali delle azioni della bonifica nonché le principali opere e interventi da realizzare; in particolare costituisce il progetto di massima delle opere di competenza pubblica e opere minori a carico dei privati. I contenuti del P.G.B.T.T sono descritti in 7 Capitoli, strutturati come segue: - Cap.1 ASPETTI INTRODUTTIVI: suddiviso in 4 sezioni dove si fa riferimento alla normativa vigente e leggi riguardanti la bonifica, nonché come è articolato il piano corrente; - Cap.2 COMPRENSORIO DEL CONSORZIO DI BONIFICA: suddiviso in 6 sezioni: A) Inquadramento Territoriale: descrizione dei comuni che rientrano nel comprensorio di competenza; B) Indagine di carattere generale definita per i seguenti argomenti: BACINI IDROGRAFICI E COMPRENSORIO CONSORZIALE: riferimento all’Allagato A della DGR n.102/2010, dove si inquadrano i bacini che interessano il consorzio e le sue attività ( Sistema del Po, Il Brenta-Bacchiglione, L’Adige e il Canalbianco); descrizione delle unità territoriali; ALTIMETRIA: descrizione e rappresentazione del livello medio del territorio rispetto il livello del mare (-2 e -3 m con punte fino a -4); riferimento al fenomeno della “subsidenza” come responsabile dell’abbassamento non uniforme del territorio; SISTIME IRRIGUI: rappresentazione mediante uno schema irriguo, su come il fiume Po e l’Adige percorrono il territorio; concetto di irrigazione strutturata e non strutturata; AREE NATURALI PROTETTE E RETE NATURA 2000: riferimento alle funzioni del PTRC del Veneto e le norme ambientali quali Legge Quadro sulle Aree Protette n.394/1991, D.lgs n.152/2006, “Direttiva uccelli” 79/409/CEE e “Direttiva habitat” 91/43/CEE; i vincoli e indicazioni specifiche contenuti nel Piano di Area del Delta del Po e Piano del Parco Regionale del Delta del Po;
  • 10. 10 USI DEL SUOLO: presentazione e rappresentazione del progetto su base europea “Corine Land Cover” sulla definizione di classe omogenee del suolo nella Regione del Veneto; la Carta copertura del suolo 2007 elaborata dalla Regione Veneto e la Carta degli scarichi elaborata dal consorzio; CARATTERISTICHE DEI SUOLI: la classificazione eseguita dalla ARPAV e USDA delle classi di permeabilità: classificazione in base al contenuto di sostanza organica/ acqua disponibile/ salinità e frazione sabbiosa; C) Elementi caratteristici del comprensorio consorziale: la storia su come si evoluto nel tempo il territorio del Delta e come la bonifica ha operato; D) Bonifica idraulica: descrizione del criterio di calcolo del deflusso superficiale; la situazione pluviometrica nel Delta del Po (mediamente tra 650-800mm/anno); la bonifica operata nelle varie unità territoriali ( indicazioni dei bacini e sottobacini, le idrovore operanti e la distribuzione della rete dei canali di bonifica e irrigazione); elaborazione della mappa delle zone a rischio di allagamento; E) Irrigazione: quali analisi idrogeologiche generali sono state eseguite in collaborazione con lo studio meteorologico di Teolo dell’ARPAV, ai fini della determinazione della rete irrigua presente in ogni unità territoriale; dati relativi per unità territoriale su corpo idrico di rifornimento, bacino e sottobacino rifornito e portata canali espressa in l/s; F) Problematiche e opportunità territoriali: l’influenza dei cambiamenti climatici e quali azioni preventive attuare per la bonifica e l’irrigazione; l’abbassamento del suolo a causa della subsidenza e prosciugamento, e conseguenti interventi per rinforzare-alzare le opere di difesa; l’intrusione salina e l’evoluzione dagli anni 50 ad oggi; vivificazione lagune; il centro di emergenza per la bonifica regionale; Museo della Bonifica di Cà Vendramin (ex impianto idrovoro); - Cap.3 ANALISI DEL P.G.B.T.T.R del CONSORZIO DI BONIFICA DEL DELTA DEL PO ADIGE: è stato redatto nel 1991, articolato in 3 parti ed aveva come obiettivi principali lo studio di: stato di fatto idraulico ed irriguo-ambientale-agricolo del comprensorio consorziale; valutazione delle cause di degrado; individuazione delle attività e azioni di miglioramento; analisi degli impatti presunti delle azioni sul territorio; individuazione delle attività prioritarie;
  • 11. 11 - Cap.4 OBIETTIVI DEL NUOVO P.G.B.T.T: si distinguono obiettivi strategici (difesa dagli allagamenti; irrigazione; attività ambientale; Fondazione Cà Vendramin) ed obiettivi specifici (bonifica; irrigazione; vivificazione dei bacini vallivo-lagunari); - Cap.5 PROPOSTE E PROGETTI DEL P.G.B.T.T: I progetti del piano previsti, i tempi di realizzazione, finanziamenti e costi relativi alle opere pubbliche sono suddivisi in 5 categorie: a) bonifica idraulica b) irrigazione c) ambiente e territorio d) lagune e valli da pesca e) cuneo salino Sono riportate anche le “opere minori” che sono quelle di competenza privata, per le quali il Consorzio prevede un adeguamento ai fini di realizzare la completa funzionalità idraulica dell’intera rete di bonifica; - Cap.6 PROSPETTIVE E CONCLUSIONI: Il P.G.B.T.T prevede un complesso di opere che vanno dalla bonifica all’irrigazione; dalla difesa dell’ambiente a quelle di valorizzazione del territorio; infine da quelle di vivificazione lagunare a quelle di contrasto al fenomeno della salinizzazione. Si tratta di interventi “a tutto campo”, per una gestione sostenibile del territorio e in linea con le nuove valenze della bonifica veneta. Inoltre i risultati delle opere programmate raggiungeranno in modo efficace gli obiettivi quanto più vicina nel tempo sarà la realizzazione. - Cap. 7 ALLEGATI: CARTOGRAFIA, MAPPE E TAVOLE. Il piano prevede un periodo di attuazione di 15 anni che si ritengono adeguati per una programmazione sufficientemente organica e completa in grado di realizzare le opere fondamentali necessarie a dare risposte alle esigenze del comprensorio sotto i vari aspetti della bonifica, dell’irrigazione e dell’ambiente.
  • 12. 12 1.2 Il comprensorio consorziale Il comprensorio consorziale coincide con quello del precedente Consorzio di bonifica Delta Po Adige, della superficie di 62.780 ha, di cui circa 45.656 ha di terreni bonificati e litoranei, 8.403 ha di valli da pesca e 9.081 ha da lagune e ambiti lagunari. Comprende l'area del Delta del Po nella provincia di Rovigo, estendendosi nelle isole di Ariano, Donzella, Camerini, Bonelli, Cà Venier e Pila, nonché i territori di Porto Viro, Rosolina e Sant'Anna di Chioggia interessando i territori di otto comuni. Nel documento propedeutico Allegato A della DGR n.102/2010 risulta che il territorio della Regione Veneto nell'ambito della bonifica è suddiviso in 12 bacini idrografici principali, identificati sulla base di sottobacini di piccola dimensione definiti dai vari Consorzi sul territorio . Tale suddivisione mostra una rete idrografica complessa il cui monitoraggio e interventi richiesti variano in base alla zona e le condizioni presenti. Il Consorzio del Delta Po è interessato dai bacini idrografici del Sistema del Po, del Brenta- Bacchiglione, dell'Adige e del Canalbianco. Per monitorare la rete di competenza ,tenere sotto controllo il rischio idrologico e idrogeologico e svolgere le funzioni consorziali sul territorio, il comprensorio è stato suddiviso in 5 unità territoriali (fig.2):
  • 13. 13 Fig 2:Carta della suddivisione scala 1:150000, in unità territoriali del comprensorio consorziale; Fonte dei dati. S.I.T Consorzio Delta del Po
  • 14. 14 L'Unità di S.Anna: con un’area di circa 2.462 ha tutta estesa all' interno del Comune di Chioggia, tale unità rientra nella zona di valle del bacino del Brenta-Bacchiglione ed in particolare nel sottobacino direttamente tributario. Geograficamente è delimitata a nord dal fiume Brenta, dal Canale di Valle a ovest, dal fiume Adige a sud e dal mare ad est (fig.3). Fig 3:Ortofoto dell’Unità di S.Anna; Fonte dei dati: S.I.T Consorzio Delta del Po
  • 15. 15 L'Unità di Rosolina: ha un area di 7.332 ha estesa all' interno del Comune di Rosolina, di cui circa il 43% è occupato da valli da pesca, il 14% dalla Laguna di Caleri e il resto da terreni agricoli, urbanizzati e litorali. Interessata dal bacino interregionale del Fissero-Tartaro-Canalbianco, è compresa tra il corso dell'Adige a nord, di quello del Po a sud, tra l'area di Mantova ad ovest e il mare ad est (fig.4). Fig 4:Ortofoto dell’Unità di Rosolina; Fonte dei dati: S.I.T Consorzio Delta del Po
  • 16. 16 L'Unità di Porto Viro: rientra nella zona del bacino del Canalbianco, delimitata dal Po di Levante a nord e ad ovest, dal Po di Maistra e di Venezia a sud e dal mare ad est (fig.5). Presenta un’area di 12.769 ha, di cui circa il 29% è occupata da valli da pesca, il 9%dalla Laguna di Vallona (1.150 ha) e la restante porzione da terreni agricoli, zone urbanizzate e litorali. Ricade quasi interamente nel comune di Porto Viro, che costituisce anche il principale centro urbano. Fig 5:Ortofoto dell’Unità di Porto Viro; Fonte dei dati: S.I.T Consorzio Delta del Po
  • 17. 17 L'Unità Isola di Ariano: rientra nella zona di valle del bacino del Po, il più esteso bacino idrografico dei fiumi italiani. In particolare ci si riferisce al territorio del delta del Po compreso tra il Po di Goro ed il Po di Maistra. Il comportamento del bacino risulta diverso rispettivamente in regime di magra e di piena. L’unità Isola di Ariano è delimitata dal Po di Venezia a nord-ovest, dal Po di Goro a sud-ovest, dal Po di Gnocca a est e dal mare Adriatico a sud (fig.6). Ha un’area di 15.942 ha che ricade nei territori dei comuni di Taglio di Po, Ariano Polesine e Corbola. Fig 6:Ortofoto dell’Unità di Ariano; Fonte dei dati: S.I.T Consorzio Delta del Po
  • 18. 18 L'Unità di Porto Tolle: rientra nella zona di valle del bacino del Po. L’unità è delimitata dal fiume Po di Maistra a nord, ad ovest dal Po di Gnocca e dal mare Adriatico a sud e a est (fig.7). Ha un’area di 24.275 ha, di cui circa l’8% è occupata da valli da pesca, circa il 28% da lagune e la restante porzione da terreni agricoli, zone urbanizzate e litorali. Insieme all 'unità di Rosolina rappresentano le zone più interessate dal turismo e attività ittiche. Fig 7:Ortofoto dell’Unità di Porto Tolle; Fonte dei dati: S.I.T Consorzio Delta del Po
  • 19. 19 Va ricordato che il comprensorio del Consorzio interessa parte delle zone a tutela del Parco Regionale Delta del Po Veneto e spesso tra i due enti c'è una collaborazione al fine della gestione e salvaguardia del territorio . Quando i progetti e le attività della bonifica in particolare coinvolgono siti appartenenti alla Rete natura 2000 o sono soggetti a vincolo, è necessaria l'autorizzazione e la conformità alle leggi del Piano del Parco. Capitolo 2 La Sacca degli Scardovari Situata tra il Po di Gnocca e il Po di Tolle, la Sacca degli Scardovari è la laguna più vasta del Delta del Po Veneto , occupando una superficie di circa 3.000 ettari nel comune di Porto Tolle. Comunica con il mar Adriatico attraverso 2 bocche: quella Sud posta in prossimità della foce del Po di Gnocca e quella Nord, realizzata dal Consorzio di Bonifica nel 1997, in prossimità della foce del Po di Tolle (fig.8). Sul suo lato occidentale si trovano l'Oasi di Ca' Mello e il relitto di Valle Bonello, ultima testimonianza delle vaste valli salmastre che la circondavano completamente. Tali zone umide sono state progressivamente bonificate e convertite in campi estensivi quasi privi di vegetazione arborea, coltivati soprattutto ad erba medica e riso, solcati da fossi e canali. L’ambiente presente offre ai locali ed ospiti un paesaggio ampio e malinconico, sempre spazzato dal vento e prezioso al tramonto. La notevole diversità di configurazioni morfologiche come le velme e le barene, unite all'ampia variabilità dei parametri chimico-fisici dell'ambiente lagunare, favoriscono l’esistenza di numerosi habitat, popolati da una grande varietà di forme di vita che si sono adattate alla frequente mutabilità delle condizioni. Perciò, vista l'elevatissima biodiversità presente nell'ecosistema e il bisogno di tutelarlo a livello internazionale, la Sacca rientra nella Rete Natura 2000 classificata come SIC e ZPS. Inoltre la laguna, rappresenta una notevole importanza per l'economia locale, dove si svolgono attività come la vongolicoltura, la mitilicoltura e la pesca, e anche per il turismo, tramite escursioni in barca guidate e altre attività ricreative.
  • 20. 20 Fig 8:Ortofoto della Sacca degli Scardovari; Fonte dei dati: S.I.T Consorzio Delta del Po 2.1 La flora e fauna presente La zona rientra nei siti Natura 2000 ed è stata classificata all’interno del Parco del Delta del Po come SIC IT3270017 e ZPS IT3270023 per le specie e habitat d’interesse comunitario rilevate. A livello floristico si annovera la presenza di Salicornia (fig.9; Salicornia veneta), mentre a livello faunistico, nidificano il Fratino (fig.10;Charadrius alexandrinus), il Fraticello (Sterna albifrons) e numerose coppie di Avocetta (Recurvirostra avosetta). L’area rappresenta inoltre un sito trofico di grande importanza per il Beccapesci (Sterna sandwicensis) e per il Gabbiano corallino (fig.11;Larus melanocephalus).
  • 21. 21 Fig 9:Salicornia veneta; Fig 10:Charadrius alexandrinus; Fig 11: Larus melanocephalus
  • 22. 22 Capitolo 3 La qualità dell’acqua nella Sacca 3.1 Metodologia d’indagine Ai fine del progetto di stage concordato con le 2 aziende, in questa prima parte si prendono in esame i dati relativi alla qualità dell’acqua nella Sacca degli Scardovari risultanti dalle “campagne di monitoraggio delle acque lagunari del Veneto destinate alla vita dei molluschi”, svolte dall’Arpav tra il 2004 e il 2009 per verificare il rispetto o meno della normativa, D.lgs n.152/2006 (Allegato 2 Sezione C).Una volta inquadrato lo stato ambientale delle acque, si passa ad un analisi delle attività antropiche e quali interventi hanno visto coinvolto il Consorzio; infine quali conclusioni ha rilevato tale indagine. 3.2 Analisi dati Arpav Nell’area del Delta del Po sono 16 le stazioni, 12 delle quali monitorate oltre che per la matrice acqua (W) anche per la matrice biota (B; molluschi). Per la Sacca di Scardovari, le stazioni a cui facciamo riferimento per l’analisi sono 6: - cod.SIRAV 320W – 321B Sacca Scardovari 1; - cod.SIRAV 330W – 331B Sacca Scardovari 2; - cod. SIRAV 340W – 341B Sacca Scardovari 3; - cod. SIRAV 350W Sacca Scardovari 4; - cod.SIRAV 360W Sacca Scardovari 5; - cod.SIRAV 450W Sacca Scardovari 6; Nelle diverse campagne annuali di monitoraggio svolte, i dati sono stati rilevati con una frequenza trimestrale ( marzo – giugno – settembre e dicembre ) relativi ai seguenti parametri analitici: - OSSIGENO DISCIOLTO: rappresentato in % di saturazione, che per legge è stato fissato ≥70%; sotto tale limite si ha uno scadimento della qualità del mollusco come alimento; - SALINITA’: espressa in gr/L, regola la solubilità dell’ossigeno nelle acque; la normativa assume come limite guida 12 - 38‰;
  • 23. 23 - pH: può indirettamente influenzare, a valori bassi, la vitalità e tossicità dei molluschi interagendo con la disponibilità di metalli pesanti e conseguentemente con la loro potenzialità di accumulo. Il pH deve essere compreso tra 7 e 9; - TEMPERATURA: escursione termiche tra 0°C e 30°C sono tollerate dalla maggior parte dei molluschi e una temperatura tra i 13°C e 18°C favorisce la riproduzione; - MATRICE BIOTA: si fa riferimento ai metalli presenti come Arsenico (As), Cromo Totale (Cr), Nichel (Ni), Rame(Cu) e Zinco (Zn) espressi in mg/Kg, anche se il Mercurio (Hg < 0,5 mg/Kg) e il Piombo (Pb < 2 mg/Kg) sono quelli maggiormente significativi. Nella matrice compaiono anche i coliformi fecali (MPN), il cui valore deve essere per legge (Ministero della Salute) inferiore a 300/100ml per non inficiare sulla salubrità del prodotto ittico. RAPPORTO MONITORAGGIO ANNO 2004 O2 disciolto% saturazione Marzo giugno Sett. Dicem. Sacca Scardovari 1- cod.320W 91 95 74 65 Sacca Scardovari 2- cod.330W 91 94 59 69 Sacca Scardovari 3- cod.340W 70 89 60 63 Sacca Scardovari 4- cod.350W 73 89 62 59 Sacca Scardovari 5- cod.360W 62 94 59 59 salinità gr/l Marzo giugno Sett. Dicem. Sacca Scardovari 1- cod.320W 18 19 24 21 Sacca Scardovari 2- cod.330W 17 19 24 22 Sacca Scardovari 3- cod.340W 20 16 25 22 Sacca Scardovari 4- cod.350W 20 19 24 22 Sacca Scardovari 5- cod.360W 17 19 24 22 pH Marzo giugno Sett. Dicem. Sacca Scardovari 1- cod.320W 8,3 8,3 8,2 8,3 Sacca Scardovari 2- cod.330W 8,4 8,2 8,2 8,3 Sacca Scardovari 3- cod.340W 8,3 8,5 8,2 8,2 Sacca Scardovari 4- cod.350W 8,3 8,3 8 8,3 Sacca Scardovari 5- cod.360W 8,3 8,3 8,1 8,1
  • 24. 24 Temperatura acqua °C marzo giugno Sett. Dicem. Sacca Scardovari 1- cod.320W 11 24 23 10 Sacca Scardovari 2- cod.330W 11 24 23 10 Sacca Scardovari 3- cod.340W 11 24 23 10 Sacca Scardovari 4- cod.350W 11 24 23 10 Sacca Scardovari 5- cod.360W 11 24 23 11 Matrice biota Arsenico (As) mg/Kg marzo giugno Sett. Dicem. Sacca Scardovari 1- cod.321B 1,2 1,1 0,8 1 Sacca Scardovari 2- cod.331B 1 0,9 0,8 0,5 Sacca Scardovari 3- cod.341B 1,3 0,7 0,8 0,6 Cromo totale mg/Kg marzo giugno Sett. Dicem. Sacca Scardovari 1- cod.321B 0,7 1,2 0,2 0,8 Sacca Scardovari 2- cod.331B 0,7 0,7 0,2 0,7 Sacca Scardovari 3- cod.341B 0,7 1,2 0,9 0,4 Nichel (Ni) mg/Kg marzo giugno Sett. Dicem. Sacca Scardovari 1- cod.321B 1,6 2,4 1,2 1,7 Sacca Scardovari 2- cod.331B 1,5 2 1,1 1,1 Sacca Scardovari 3- cod.341B 1,4 3,4 1,3 1,4 Rame (Cu) mg/Kg marzo giugno Sett. Dicem. Sacca Scardovari 1- cod.321B 0,9 1,7 1,5 1 Sacca Scardovari 2- cod.331B 1,2 1,5 1,8 1,4 Sacca Scardovari 3- cod.341B 1 1,2 1,6 1,2 Zinco (Zn) mg/Kg marzo giugno Sett. Dicem. Sacca Scardovari 1- cod.321B 16,3 19,1 16 12,7 Sacca Scardovari 2- cod.331B 15,2 19,5 16 17,6 Sacca Scardovari 3- cod.341B 14,8 17,3 16,4 19,2 Coliformi fecali(MPN) mg/Kg marzo giugno Sett. Dicem. Sacca Scardovari 1- cod.321B 200 < 200 < 200 <200 Sacca Scardovari 2- cod.331B 200 <200 < 200 <200 Sacca Scardovari 3- cod.341B < 200 < 200 200 < 200
  • 25. 25 RAPPORTO MONITORAGGIO ANNO 2005 O2 disciolto% saturazione marzo giugno Sett. Dicem. Sacca Scardovari 1- cod.320W 94 107 110 Sacca Scardovari 2- cod.330W 107 97 110 107 Sacca Scardovari 3- cod.340W 108 104 108 Sacca Scardovari 4- cod.350W 113 95 102 111 Sacca Scardovari 5- cod.360W 107 89 105 110 salinità gr/l marzo giugno Sett. Dicem. Sacca Scardovari 1- cod.320W 20 24 20 Sacca Scardovari 2- cod.330W 21 26 23 19 Sacca Scardovari 3- cod.340W 21 24 20 Sacca Scardovari 4- cod.350W 21 29 25 21 Sacca Scardovari 5- cod.360W 19 25 24 23 pH marzo giugno Sett. Dicem. Sacca Scardovari 1- cod.320W 8,2 8,3 8,2 Sacca Scardovari 2- cod.330W 8,3 8,2 8,3 8,2 Sacca Scardovari 3- cod.340W 8,4 8,1 8,1 Sacca Scardovari 4- cod.350W 8,3 8,2 8,2 8,2 Sacca Scardovari 5- cod.360W 8,3 8,2 8,2 8,2 Temperatura acqua °C marzo giugno Sett. Dicem. Sacca Scardovari 1- cod.320W 13 18 9 Sacca Scardovari 2- cod.330W 13 21 18 9 Sacca Scardovari 3- cod.340W 13 18 9 Sacca Scardovari 4- cod.350W 13 20 18 9 Sacca Scardovari 5- cod.360W 13 20 18 9 Matrice biota Arsenico (As) mg/Kg Giugno Sett. Sacca Scardovari 1- cod.321B 1,3 1,3 Sacca Scardovari 2- cod.331B 1,7 1,4 Sacca Scardovari 3- cod.341B 1,4 1,3 Cromo Totale(Cr) mg/Kg Giugno Sett. Sacca Scardovari 1- cod.321B 0,5 0,6 Sacca Scardovari 2- cod.331B 1,3 0,4 Sacca Scardovari 3- cod.341B 0,7 0,4
  • 26. 26 Nichel (Ni) mg/Kg giugno Sett. Sacca Scardovari 1- cod.321B 1,2 1,5 Sacca Scardovari 2- cod.331B 1,8 2,1 Sacca Scardovari 3- cod.341B 1,4 1,8 Rame(Cu) mg/Kg giugno Sett. Sacca Scardovari 1- cod.321B 1,7 1,8 Sacca Scardovari 2- cod.331B 1,3 0,9 Sacca Scardovari 3- cod.341B 1,6 1,1 Zinco (Zn) mg/Kg giugno Sett. Sacca Scardovari 1- cod.321B 15,1 12,5 Sacca Scardovari 2- cod.331B 17,1 12,6 Sacca Scardovari 3- cod.341B 14,4 11,2 Coliformi fecali (MPN) mg/Kg marzo Giugno Sett. Dicem. Sacca Scardovari 1- cod.321B <200 <200 <200 900 Sacca Scardovari 2- cod.331B 200 <200 <200 200 Sacca Scardovari 3- cod.341B <200 <200 1100 <200 RAPPORTO MONITORAGGIO ANNO 2006 O2 disciolto% saturazione marzo giugno Sett. Dicem. Sacca Scardovari 1- cod.320W 93 139 120 108 Sacca Scardovari 2- cod.330W 95 142 110 112 Sacca Scardovari 3- cod.340W 95 127 106 106 Sacca Scardovari 4- cod.350W 94 133 115 113 Sacca Scardovari 5- cod.360W 94 131 113 108 salinità gr/l marzo giugno Sett. Dicem. Sacca Scardovari 1- cod.320W 22 28,6 28,07 29,07 Sacca Scardovari 2- cod.330W 22 30,4 27,03 29,04 Sacca Scardovari 3- cod.340W 22 24 28,04 29,09 Sacca Scardovari 4- cod.350W 21 27,1 24,05 29,04 Sacca Scardovari 5- cod.360W 22 26,5 25,03 29,06
  • 27. 27 pH Marzo giugno Sett. Dicem. Sacca Scardovari 1- cod.320W 8,4 8,1 8,02 8 Sacca Scardovari 2- cod.330W 8,4 8,1 8,02 8,01 Sacca Scardovari 3- cod.340W 8,4 8 8,02 8 Sacca Scardovari 4- cod.350W 8,3 8,1 8,02 8 Sacca Scardovari 5- cod.360W 8,3 8,2 8,02 8 Temperatura acqua °C Marzo giugno Sett. Dicem. Sacca Scardovari 1- cod.320W 8,5 19 24 9 Sacca Scardovari 2- cod.330W 8 19 24 9 Sacca Scardovari 3- cod.340W 8,5 19 24 9 Sacca Scardovari 4- cod.350W 8 19 25 8 Sacca Scardovari 5- cod.360W 8,5 19 25 9 Matrice biota Coliformi fecali(MPN) mg/Kg Marzo giugno Sett. Dicem. Sacca Scardovari 1- cod.321B <200 900 < 200 2300 Sacca Scardovari 2- cod.331B < 200 < 200 < 200 900 Sacca Scardovari 3- cod.341B < 200 < 200 <200 < 200 RAPPORTO MONITORAGGIO ANNO 2007 O2 disciolto% saturazione marzo giugno Sett. Sacca Scardovari 1- cod.320W 112 81 104 Sacca Scardovari 2- cod.330W 110 89 100 Sacca Scardovari 3- cod.340W 113 105 104 Sacca Scardovari 4- cod.350W 113 98 100 Sacca Scardovari 5- cod.360W 114 94 100 salinità gr/l marzo giugno Sett. Sacca Scardovari 1- cod.320W 29,5 29,5 28,5 Sacca Scardovari 2- cod.330W 29,5 29,8 27,4 Sacca Scardovari 3- cod.340W 30,4 26,9 28,5 Sacca Scardovari 4- cod.350W 26,6 28,4 28,5 Sacca Scardovari 5- cod.360W 30,7 28,8 29,5
  • 28. 28 pH marzo giugno Sett. Sacca Scardovari 1- cod.320W 8,2 7,8 7,8 Sacca Scardovari 2- cod.330W 8,1 8,1 7,8 Sacca Scardovari 3- cod.340W 8,1 8,1 7,8 Sacca Scardovari 4- cod.350W 7,9 8 7,7 Sacca Scardovari 5- cod.360W 7,9 8 7,9 Temperatura acqua °C marzo giugno Sett. Sacca Scardovari 1- cod.320W 11 18 23 Sacca Scardovari 2- cod.330W 10 18 23 Sacca Scardovari 3- cod.340W 10 18 23 Sacca Scardovari 4- cod.350W 11 18 23 Sacca Scardovari 5- cod.360W 11 18 23 Matrice biota Coliformi fecali(MPN) mg/Kg marzo giugno Sett. Sacca Scardovari 1- cod.321B <200 < 200 200 Sacca Scardovari 2- cod.331B 200 < 200 700 Sacca Scardovari 3- cod.341B < 200 < 200 200 RAPPORTO MONITORAGGIO ANNO 2008 O2 disciolto% saturazione marzo giugno Sett. Sacca Scardovari 1- cod.320W 113,9 95,4 93,9 Sacca Scardovari 2- cod.330W 127 71,1 89,6 Sacca Scardovari 3- cod.340W 97,3 126,8 93 Sacca Scardovari 6- cod.450W 94,2 119,2 103,5 salinità gr/l marzo giugno Sett. Sacca Scardovari 1- cod.320W 30,6 33,7 30,1 Sacca Scardovari 2- cod.330W 31,3 30,9 28,6 Sacca Scardovari 3- cod.340W 27,8 24,6 23,5 Sacca Scardovari 6- cod.450W 27,4 24,7 24,6
  • 29. 29 pH marzo giugno Sett. Sacca Scardovari 1- cod.320W 8,3 8,1 8,2 Sacca Scardovari 2- cod.330W 8,2 8 8,2 Sacca Scardovari 3- cod.340W 8,3 8,5 8,1 Sacca Scardovari 6- cod.450W 8,3 8,6 8,3 Temperatura acqua °C marzo giugno Sett. Sacca Scardovari 1- cod.320W 10,7 26,3 18,7 Sacca Scardovari 2- cod.330W 10,8 25 17,8 Sacca Scardovari 3- cod.340W 10,4 26,7 15,7 Sacca Scardovari 6- cod.450W 10,2 26,2 15,8 Matrice biota Coliformi fecali(MPN) mg/Kg marzo giugno Sett. Sacca Scardovari 1- cod.321B <200 <200 700 Sacca Scardovari 2- cod.331B <200 <200 Sacca Scardovari 3- cod.341B <200 <200 RAPPORTO MONITORAGGIO ANNO 2009 O2 disciolto% saturazione marzo giugno Sett. Dicem. Sacca Scardovari 1- cod.320W 113,3 93,3 95,6 89,6 Sacca Scardovari 2- cod.330W 105,3 104,2 137,3 104,4 Sacca Scardovari 3- cod.340W 111,7 138,9 123,7 101 Sacca Scardovari 6- cod.450W 104,7 137,9 121,1 87,6 salinità gr/l marzo giugno Sett. Dicem. Sacca Scardovari 1- cod.320W 25,5 25,7 29,1 30,7 Sacca Scardovari 2- cod.330W 22,7 24,1 22,2 28,5 Sacca Scardovari 3- cod.340W 23,2 20,8 26,7 28,6 Sacca Scardovari 6- cod.450W 21 22,9 26,2 26,9 pH marzo giugno Sett. Sett. Sacca Scardovari 1- cod.320W 8,2 8,1 8,3 8,2 Sacca Scardovari 2- cod.330W 8 8 7,9 8,3 Sacca Scardovari 3- cod.340W 8,2 8,3 8,5 8,2 Sacca Scardovari 6- cod.450W 8 8,4 8 8,1
  • 30. 30 Temperatura acqua °C marzo giugno Sett. Sett. Sacca Scardovari 1- cod.320W 10,3 23,5 13,2 11,3 Sacca Scardovari 2- cod.330W 9,6 26,1 23,6 10,3 Sacca Scardovari 3- cod.340W 10,5 26,7 12,3 9,9 Sacca Scardovari 6- cod.450W 9,9 26,2 23,2 9,7 Matrice biota Coliformi fecali(MPN) mg/Kg marzo giugno Sett. Sett. Sacca Scardovari 1- cod.321B 27800 <200 <200 200 Sacca Scardovari 2- cod.331B 900 <200 <200 200 Sacca Scardovari 3- cod.341B <200 <200 200 Per ottenere tali dati si è impiegata un apposita strumentazione, classificata nel modo seguente: - CENTRALINA METEO: strumento portatile che permette di monitorare attraverso diversi sensori le condizioni atmosferiche, quali temperatura dell’aria, umidità dell’aria pressione atmosferica e irradiazione solare; - SONDA MULTIPARAMETRICA: si utilizza per l’acquisizione di parametri chimico- fisici (temperatura, salinità, conducibilità, pH e ossigeno disciolto) lungo tutta la colonna d’acqua. Alla sonda è inoltre associato un fluorimetro per la determinazione della clorofilla a; - ANEMOMETRO: strumento digitale utilizzato per misurare la velocità e direzione del vento; - BOTTIGLIE Niskin: vengono utilizzate per il prelievo di campioni d’acqua a determinate profondità. Le bottiglie, a forma cilindrica, vengono aperte alle due estremità con un sistema che ne permette il mantenimento dell’apertura durante la calata in acqua fino al raggiungimento della profondità desiderata. La calata viene effettuata tramite verricello e la chiusura, di tipo manuale, avviene attraverso l’invio di un messaggero, cilindro metallico, lungo il cavo che determina la chiusura ermetica di entrambe le estremità della bottiglia; - DISCO DI SECCHI: disco bianco del diametro di 30 cm che viene calato in mare per la misura della trasparenza dell’acqua. Il dato di trasparenza si ricava dalla misurazione della profondità di scomparsa del disco; - CORRENTOMETRO: apparecchio meccanico per misurare la velocità e la direzione delle corrente;
  • 31. 31 - BENNA (tipo Ekman Birge) : strumento manuale utilizzato per la raccolta di campioni di sedimenti per le analisi di tipo chimico -fisico e per la raccolta di campioni per lo studio delle comunità animali e vegetali che abitano il fondo marino e vivono in rapporto diretto con esso; - SETACCIO PER MACROINVERTEBRATI: recipiente con fondo costituito generalmente da un retino metallico di maglie pari a 1 millimetro di diametro, che serve a filtrare organismi bentonici avente dimensioni superiori a quelle della maglia (macrobenthos). 3.3 Analisi attività antropiche e consorziali Come detto in precedenza, la Sacca è situata nell’Unità territoriale di Porto Tolle. Dall’analisi della Carta dell’Uso del Suolo 2007 della Regione del Veneto (fig.12), mostra che i terreni limitrofi alla laguna sono per lo più ad uso agricolo, in particolare mais (colore giallino) e risaia (colore azzurro). Fig 12: Carta dell’Uso del Suolo 2007; Fonte dei dati: Regione del Veneto
  • 32. 32 Al fine di garantire lo sviluppo delle colture presenti nella zona di S.Giulia (bacino Canestro) ed Ex Valli che richiedono ad esempio, come per il mais e la soia un fabbisogno idrico netto tra i 6 mm/g e 8 mm/g, è stata realizzata una rete irrigua lunga circa 40 km che preleva dal Po di Gnocca (fig.13). L’acqua viene sollevata dal Po mediante impianti dotati di sifoni, che distribuiscono su tutta la rete e che interrompono il prelevamento, in particolare durante i periodo di siccità e risalita del cuneo salino per evitare danni ulteriori al suolo colturale. Le acque di scolo, che comprendono quelle in eccesso del Po, quelle provenienti dalle colture (capofossi) ,dai deflussi superficiali e dalle aziende con le quali è stato stipulata un autorizzazione, invece sono captate in un'altra rete di canali che le convogliano agli impianti idrovori di Paltanara e Cà Dolfin, i quali le sollevano grazie a delle pompe scaricano uno nella Sacca degli Scardovari e l’altro nel Po di Tolle che poi si disperdono nel mare (fig.14). Fig 13: Bacini irrigui Unità di Porto Tolle; Fonte dei dati: S.I.T Consorzio Delta del Po
  • 33. 33 Fig 14: Rete di scolo Unità di Porto Tolle; Fonte dei dati: S.I.T Consorzio Delta del Po L’idrovora “Paltanara” è dotata di 3 pompe, una dalla portata media di 1390 m3 /s e altre due di 1170 m3 /s. In caso di situazioni d’emergenza, come eventi meteorici eccezionali, il Consorzio attiva anche l’impianto Bonello, che principalmente scarica nella Sacca acqua salina presente nel Biotopo Valle Bonello che copre un area di 45 ettari circa. Di seguito vengono riportati i dati relativi al funzionamento e costi di Paltanara dal 2007 al 2013:
  • 34. 34 IDROVORA PALTANARA ID 19 Pompe Portata mc/s P.1 1390 P.2 1170 P.3 1170 ID.IMP ANNO MESE P.1 P.2 P.3 TOT.ORE KWH MC 19 2007 GEN 11 22 21 54 7587 244080 2007 FEB 16 25 38 79 10369 382844 2007 MAR 38 18 70 126 13426 586152 2007 APR 144 24 14 182 15769 777672 2007 MAG 56 84 21 161 18782 694764 2007 GIU 80 55 49 184 18973 813816 2007 LUG 44 5 4 53 5828 226404 2007 AGO 48 0 1 49 6758 207180 2007 SET 76 0 0 76 8029 320112 2007 OTT 71 13 0 84 9519 353808 2007 NOV 43 21 11 75 8495 324612 2007 DIC 59 0 12 71 17272 308556 1194 140807 5240000 ID.IMP ANNO MESE P.1 P.2 P.3 TOT.ORE KWH MC 19 2008 GEN 66 0 0 66 7638 277992 2008 FEB 61 0 0 61 7058 256932 2008 MAR 67 3 1 71 7926 299844 2008 APR 136 21 1 158 15951 666288 2008 MAG 155 85 1 241 24114 1015884 2008 GIU 258 92 47 397 37732 1709388 2008 LUG 221 141 1 363 32609 1529748 2008 AGO 221 18 4 243 21982 1026684 2008 SET 70 6 0 76 7862 320112 2008 OTT 33 10 1 44 6247 186120 2008 NOV 48 12 0 60 9183 252720 2008 DIC 228 14 2 244 25986 1029312 2024 204288 8571024
  • 35. 35 ID.IMP ANNO MESE P.1 P.2 P.3 TOT.ORE KWH MC 19 2009 GEN 145 2 11 158 15052 674208 2009 FEB 140 9 1 150 15238 632592 2009 MAR 106 1 0 107 11443 450684 2009 APR 156 6 0 162 15234 682344 2009 MAG 142 14 2 158 16711 667080 2009 GIU 160 14 0 174 15737 732888 2009 LUG 171 14 1 186 17706 784224 2009 AGO 151 17 0 168 16039 707616 2009 SET 89 0 1 90 9198 379872 2009 OTT 61 1 1 63 7254 266148 2009 NOV 79 0 0 79 8778 332748 2009 DIC 149 0 0 149 15396 627588 1644 163786 6937992 ID.IMP ANNO MESE P.1 P.2 P.3 TOT.ORE KWH MC 19 2010 GEN 221 0 0 221 19582 930852 2010 FEB 191 2 0 193 19678 812916 2010 MAR 144 55 2 201 20718 848196 2010 APR 6 127 1 134 14525 565200 2010 MAG 13 153 1 167 18823 704196 2010 GIU 14 182 1 197 20937 830556 2010 LUG 61 220 0 281 28410 1183572 2010 AGO 40 175 10 225 23876 955620 2010 SET 13 90 9 112 12007 478872 2010 OTT 76 0 0 76 9151 320112 2010 NOV 8 131 1 140 15546 590472 2010 DIC 5 158 3 166 18155 701568 2113 221408 8922132 ID.IMP ANNO MESE P.1 P.2 P.3 TOT.ORE KWH MC 19 2011 GEN 3 58 0 61 7996 256932 2011 FEB 0 47 0 47 6363 197964 2011 MAR 8 102 0 110 12421 463320 2011 APR 19 125 0 144 15848 606528 2011 MAG 8 316 2 326 33507 1374696 2011 GIU 51 294 8 323 32590 1366812 2011 LUG 34 176 0 210 21758 884520 2011 AGO 5 136 1 142 15419 598896 2011 SET 25 141 3 169 18468 714204 2011 OTT 15 75 1 91 10593 384084 2011 NOV 0 50 0 50 7136 210600 2011 DIC 5 38 0 43 6542 181116 1716 188641 7239672
  • 36. 36 ID.IMP ANNO MESE P.1 P.2 P.3 TOT.ORE KWH MC 19 2012 GEN 0 35 0 35 5627 147420 2012 FEB 0 45 0 45 7141 189540 2012 MAR 19 130 0 149 18654 627588 2012 APR 32 174 0 206 22488 867672 2012 MAG 38 159 0 197 24455 829764 2012 GIU 27 133 89 249 28194 1119276 2012 LUG 20 70 9 99 12315 424116 2012 AGO 0 32 3 35 6036 149796 2012 SET 1 2 74 78 10389 387144 2012 OTT 1 2 51 54 7165 267840 2012 NOV 0 3 90 93 12548 462996 2012 DIC 3 9 115 127 15943 626004 1367 170955 6099156 ID.IMP ANNO MESE P.1 P.2 P.3 TOT.ORE KWH MC 19 2013 GEN 3 6 130 139 17383 688428 2013 FEB 50 54 135 239 28800 1113588 2013 MAR 180 62 1 243 28355 1024308 2013 APR 202 18 1 221 22190 931644 2013 MAG 123 21 98 242 27429 1096920 2013 GIU 18 3 138 159 18196 779004 2013 LUG 227 38 52 317 31883 1376388 2013 AGO 132 4 69 205 22127 918108 2013 SET 74 2 11 87 9868 375156 2013 OTT 0 0 90 90 11457 450360 2013 NOV 0 42 207 249 29329 1212732 2013 DIC 0 1 53 54 7817 269424 2245 254834 10236060
  • 37. 37 0 10000 20000 30000 40000 50000 60000 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 €/anno anno Costo Kwh/anno Paltanara Costo 0 5 10 15 20 25 30 35 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 €/h anno Costo medio Kwh/h Paltanara Serie2
  • 38. 38 Poiché la Sacca degli Scardovari rappresenta non solo un importante ambiente d’interesse comunitario, ma anche una risorsa per l’economia locale, il Consorzio dal momento in cui le lagune e le valli da pesca sono diventate di sua competenza, ha realizzato una serie di interventi per far conciliare entrambi i vantaggi. Ai fini della conservazione dell’habitat ha provveduto, in collaborazione con la Regione e il WWF a progetti LIFE per realizzare luoghi adatti alla nidificazione delle specie e creazione di barene e velme tipiche dell’ambiente lagunare che favoriscono il ricambio idrico e contrastano il moto ondoso. Interessante è stato il progetto della “realizzazione di barriere artificiali sommerse antistanti la Sacca degli Scardovari” con la Regione Veneto, sul tema della vivificazione. Partito con ipotesi progettuale nel 2006, a seguito dei monitoraggi subacquei tra il 2008 e il 2009, l’obiettivo era promuovere lo sviluppo della fauna e flora marina ed il risultato sui dati raccolti tra il 2013 e 2014 (dopo aver immerso le barriere), è stato positivo perché molte specie (molluschi e non solo) hanno trovato un ambiente idoneo per proliferare (fig.15).
  • 39. 39 Fig 15: Strutture piramidali in cls e gruppo di mitili; Fonte dei dati: Archivio Consorzio Delta del Po Per quanto riguarda l’attività economica, dopo la creazione della bocca a Nord e una rete interna per favorire il ricambio dell’acqua e ossigenazione, il Consorzio ha provveduto ad eseguire interventi di manutenzione ordinaria come il drenaggio nei punti di sedimento dei canali sublagunari, il contrasto delle infiltrazioni saline che hanno reso incoltivabili parte dei terreni lungo il margine della Sacca, il rinforzamento in pietrame dello scanno che separa la Sacca dal mare e altri lavori di ripristino morfologico.
  • 40. 40 Capitolo 4 Aghetera SRL Ambiente&Sviluppo Aghetera è una giovane società che propone metodi innovativi per l’analisi, l’identificazione e la soluzione delle problematiche connesse alla moderna gestione del territorio. L' approccio prevede il coinvolgimento diretto e partecipativo di tutti gli attori coinvolti nei problemi, la riduzione in termini elementari di ciascuna criticità, e per ognuna di queste l’individuazione di percorsi interdisciplinari dedicati. Il valore aggiunto di questa strategia è quello di trovare l’interesse comune, favorire la partecipazione e l’impegno, ottimizzando risultati finali e vantaggi per tutti . Aghetera propone a pubbliche amministrazioni, aziende, gruppi di interesse di diventare protagonisti del cambiamento agendo da fattore innescante di processi virtuosi per il miglioramento sociale, ambientale, economico, e la liberazione di nuove potenzialità ed energie. 4.1 Team e Aree di Azione Aghetera nasce a Venezia, dall'iniziativa di un gruppo di professionisti che hanno voluto condividere conoscenze ed esperienze maturate in diversi ambiti dell'ecologia e della gestione ambientale in un network di competenze e professionalità votato all'innovazione e alla diffusione dei nuovi modelli di sviluppo ecosostenibile. Le aree di azione in cui la società risulta competente si possono classificare in 5 ambiti: Cooperazione internazionale: è un elemento fondamentale di scambio di saperi tra popoli, e si intende sempre come bilaterale, mai come trasferimento unilaterale di conoscenza o beni da un popolo all’altro. Aghetera si pone l'obiettivo di sviluppare e partecipare a progetti di sostenibilità, in collaborazione con società internazionali, in particolare in quei paesi terzi dove a causa di limiti e difetti e necessario aumentare l'efficacia e l'efficienza delle risorse disponibili. Gestione dei rifiuti: avvalendosi del Life Cycle Thinking (LCT), un approccio metodologico che permette di valutare gli impatti sull’ambiente dovuti alle varie fasi della vita di un bene o di un servizio, Aghetera cerca di progettare, pianificare e far adottare a pubbliche amministrazioni e aziende, sistemi di gestione integrata dei rifiuti. Questo perché quelli che noi chiamiamo “rifiuti” all'interno di un ciclo produttivo, sono
  • 41. 41 potenzialmente dei moduli di energia e materia che, se correttamente valorizzati, possono creare nuova ricchezza e risparmio dei costi ambientali generando benessere comune. Energia e Risorse rinnovabili: a fronte della crisi delle fonti fossili per produrre energia e la continua ricerca ed espansione di fonti alternative e rinnovabili, Aghetera propone e ricerca a beneficio di realtà pubbliche e private, soluzioni per installare sistemi di gestione integrata dell'energia di ultima generazione o riconversione energetica, in pieno rispetto con l'ecosistema e sostenibili economicamente nel medio-lungo periodo. Difesa integrata del suolo e delle acque: la conservazione del suolo e dell’acqua sono strettamente legate: entrambe sono risorse non rinnovabili e limitate e rappresentano una delle scelte strategiche per una effettiva sostenibilità. Combinando l'impiego di sistemi informatici territoriali e modelli matematici testati, Aghetera cerca di analizzare e simulare diverse condizioni possibili al fine di consentire la risoluzione di problematiche quali il rischio idrogeologico, consumo selvaggio del suolo, inquinamento delle acque e del suolo e resilienza degli ecosistemi acquatici e terrestri Sviluppo locale: il coinvolgimento del pubblico, privato e società civile attraverso un impegno continuo e un confronto partecipato, consente di instaurare un modello che permette lo sviluppo di un benessere diffuso e condiviso, nonché un potenziamento del tessuto socio-territoriale. Aghetera, si propone come medium per far riscoprire le potenzialità inespressa, tramite percorsi di certificazione e registrazione di sistemi integrati, la promozione di marketing territoriale, la spesa a km0, ecoturismo, filiere, percorsi di educazione e comunicazione e processi di integrazione sociale. .
  • 42. 42 Capitolo 5 Analisi LCA delle cozze degli Scardovari D.O.P. Il termine Life Cycle Assessment (LCA) è stato introdotto dalla IPP (Politica Integrata di Prodotto) varata dalla UE come uno degli strumenti che permettono di valutare gli impatti ambientali associati al CICLO DI VITA di un prodotto, processo o attività, attraverso l’identificazione e la quantificazione dei consumi e di flussi in entrata e in uscita di materia, risorse, energia, rifiuti ed emissioni nell’ambiente e l’identificazione e la valutazione delle opportunità per diminuire questi impatti. Tale metodologia parte dall’ESTRAZIONE DELLE MATERIE PRIME necessarie alla creazione del prodotto e arriva al momento in cui tutti i materiali che compongono il prodotto giungono a FINE VITA. Il ciclo di vita di un prodotto in generale viene suddiviso in 5 fasi: - PRE-PRODUZIONE: selezione e acquisto materie prime, trasporto e stoccaggio; - PRODUZIONE: trasformazione dei materiali, assemblaggio e finitura; - DISTRIBUZIONE: logistica e vendita del prodotto; - USO/CONSUMO: utilizzazione e impiego; - SMALTIMENTO: gestione del fine vita; Il Life Cycle Assessment applicabile in tutti i settori in quanto è standardizzato da una serie di norme: - UNI EN ISO 14040: Norma europea in materia di gestione ambientale “Valutazione del ciclo di vita - Principi e quadro di riferimento”; - UNI EN ISO 14044: Norma europea in materia di gestione ambientale “Valutazione del ciclo di vita – Requisiti e linee guide”;
  • 43. 43 5.1 Struttura metodologica LCA Quando si esegue uno studio LCA si devono seguire i requisiti descritti dalla UNI EN ISO 14040, che prevede 4 fasi principali: Nella fase 1, nel definire gli obiettivi devono essere chiaramente descritti: - L’applicazione prevista; - Le motivazioni per effettuare tale studio (es: ricerca e sviluppo, eco-desgin..); - Il tipo di pubblico a cui è destinata l’indagine FASE 1: - OBIETTIVO - CAMPO DI APPLICAZIONE - UNITÁ FUNZIONALE - CONFINI DEL SISTEMA FASE 2: ANALISI D’INVENTARIO FASE 3: ANALISI E VALUTAZIONE DEGLI IMPATTI 1.CLASSIFICAZIONE 2.CARATTERIZZAZIONE FASE 4: INTERPRETAZIONE DEI RISULTATI E MIGLIORAMENTO 3. NORMALIZZAZIONE 4. VALUTAZIONE
  • 44. 44 Per quanto riguarda il campo di applicazione bisogna considerare, insieme all’unità funzionale e i confini del sistema, i seguenti elementi: - Sistema di prodotti allo studio; - Le funzioni del sistema di prodotti; - Le procedure di allocazione ed eventuali esclusioni; - La metodologia e le categorie d’impatto; - I requisiti relativi alla qualità dei dati imputati; - Le ipotesi; - Le limitazioni; - Il tipo di riesame (se richiesto); - Il tipo di formato del rapporto richiesto per lo studio in esame L’unità funzionale costituisce una “ misura definita e misurabile” atta a fornire un riferimento a cui legare i flussi in entrata e in uscita nel processo produttivo. Il confine del sistema invece determina processi unitari che devono essere inclusi nell’LCA, considerando criteri geografici. fisici e temporali. Secondo la normativa, si distinguono 4 tipologie di confini del sistema: - Cradle to gate : dall’estrazione delle materie prime fino alla produzione e all’assemblaggio del prodotto nell’azienda che lo immette sul mercato; - Cradle to grave - dall’estrazione delle materie prime fino al ritorno alla terra sotto forma di rifiuti o rilasci; - Gate to gate :si considera solo ciò che sta all’interno dei “cancelli dell’azienda”, escludendo gli approvvigionamenti e la distribuzione del prodotto finito; - Gate to grave: include le fasi relative alla distribuzione, uso e smaltimento a fine utilizzo; La scelta del confine dipende dall’obiettivo che si vuole raggiungere e dai flussi produttivi per i quali si hanno informazioni su cui elaborare risultati. L’analisi d’inventario ( fase 2 ) è il momento più importante di un LCA nel corso del quale si procede alla costruzione di un “modello analogico” della realtà in grado di rappresentare nella maniera più fedele possibile tutti gli scambi tra le singole operazioni appartenenti alla catena di processo del sistema. La fase 3, analisi e valutazione degli impatti ha lo scopo di evidenziare e dare una quantificazione dell’entità delle modificazioni ambientali che si generano a seguito dei rilasci nell’ambiente (emissioni o reflui) e del consumo di risorse e materie necessarie al sistema produttivo.
  • 45. 45 Mentre la fase 2 dà un giudizio oggettivo-quantificativo sul processo , la fase 3 dà un giudizio di pericolosità . Infine la fase 4, interpretazione dei risultati ha lo scopo, una volta analizzato il sistema, di proporre i cambiamenti necessari a ridurre l’impatto ambientale, riuscendo a stimarne la validità mediante l’iterazione della metodologia LCA. 5.2 La cozza di Scardovari D.O.P. La Denominazione di Origine Protetta “Cozza di Scardovari DOP” è riservata al mitilo appartenente alla specie “Mytilus galloprovincialis”(fig.16), allevato all’interno della Sacca degli Scardovari nel comune di Porto Tolle (RO) e che risponde a determinate condizioni fissate dal Regolamento del 18/07/2000 del Ministero delle Politiche Agricole. La cozza è un mollusco bivalve dalla forma allungata e dotato di una conchiglia colore nero violaceo. Le valve sono bombate, uguali di forma quasi triangolare e presentano sottili striature concentriche. All’interno il colore è viola-madreperlaceo e questo può variare in relazione al ciclo produttivo ed al sesso. Dal guscio escono filamenti bruni assai robusti, costituenti la ghiandola del “bisso”, con cui il mollusco si fissa alle reste o altre sostegni. Le valve si chiudono grazie a muscoli adduttori, ad una cerniera e ad un legamento elastico, stretto allungato di colore brunastro. Fig 16: “Mytilus galloprovincialis”,
  • 46. 46 5.3 Ciclo produttivo La produzione della cozza di Scardovari DOP va da fine marzo a settembre. Innanzitutto si preleva la materia prima, ovvero il seme del mitilo mediante raschiatura manuale e meccanica dal mare e dalla Sacca. Il seme estratto tra 1 e 3 cm, viene trasportato su barca ai vivai interni alla Sacca che coprono uno superficie complessiva di circa 300 ettari. I vivai sono composti da campate con un area media di 40 m2 delimitate da pali in castagno fissati al fondale. Lungo questi vengono disposti in modo longitudinale dei cavi in acciaio su cui verranno poi appese le reste in plastica da 1,5 m di lunghezza, che contengono in media tra i 7 e 8 Kg di seme. Un impianto da 20 o più campante è detto troncone. Il prodotto incalzato nelle reste viene lasciato ad ingrassare in modo naturale tra gli 8 e 12 mesi. Sono programmate operazioni di rincalzato in modo che il peso complessivo delle reste non comprometta la struttura dalla campata e di pulizia da fouling (incrostazioni) che può comprometterne lo sviluppo. Quando viene raggiunto i 5 cm di lunghezza e la resta una peso complessivo tra i 12-14 Kg, il prodotto viene raccolto e trasportato nella cavane tipiche delle Sacca per un pre-trattamento. Qui gli addetti al pescato: - Infilano le singole reste in una macchina sgranatrice che distacca il mitilo ancorato tramite il bisso; - rimuovono eventuali residui organici indesiderati (esempio: alghe);; - con un calibro misurano la dimensione del prodotto affinché risponda agli standard fissati. Le cozze vengono pre-confezionate in sacchi di rete plastica, etichettate per specificare la zona del prelievo, infine trasportate al punto di sbarco per essere inviate allo stabulario. I sacchi vengono caricati su un furgone dotato di cassone isotermico, la cui temperatura durante il trasporto deve essere inferiore a 20°C per mantenere la vitalità del prodotto. Arrivato allo stabulario, ovvero al Consorzio Cooperative Pescatori del Polesine in via della Sacca 11 a Scardovari (RO), il prodotto viene scaricato e inviato all’impianto di depurazione dotato di un doppio sistema di trattamento dei molluschi: a) un primo impianto tradizionale a circuito aperto che pretratta le cozze togliendo la sabbia e l’odore marino tipico dell’ambiente lagunare.
  • 47. 47 L’acqua prelevata dalla Sacca, circa 100 m3/h è opportunamente depurata sia in entrata, tramite filtri che sfruttano carboni attivi e cristalli di quarzo, che in uscita mediante i flocculanti. I residui e la sabbia derivanti da questa fase vengono raccolti in 2 vasche in cemento armato poste all’esterno per poi essere smaltite da ditte specifiche alla raccolta di rifiuti speciali. b) uno moderno e tecnologicamente avanzato sistema a circuito chiuso secondo una impiantistica importata dal Nord Europa. le cozze vengono poste in bins collocati sotto le docce di depurazione a intervalli di 6, 12 e le 24 ore . l’acqua filtrata dalla Sacca in una vasca interna all’impianto, circa 200 m3/h è opportunamente depurata con controllo di valori di pH (7,5-8,5), salinità ( 22 - 25%) ossigeno (valore costante 5mg/l) e temperatura (16-18°C); inoltre viene utilizzato il biossido di cloro, ozono e un sistema a raggi ultravioletti per eliminare batteri e altri microorganismi presenti. Durante questa fase, gli addetti al laboratorio e al controllo qualità, prelevano dei campioni e verificano le seguenti peculiarità: VALORI MICROBOLOGICI E BIOTOSSICOLOGICI - Escherichia coli <230; - Batterio salmonella assente; - Anaerobi solfiti riduttori < 100; - Vibroni patogeni assenti; - Biotossi algali sotto i limiti indicati dal D.M 16/05/2002 VALORI ORGANOLETTICI - Indice di condizione ( stato di pienezza della parte edibile del mollusco rispetto all’intero organismo) >25%; - Odore marino caratteristico; - Aspetto regolare senza epibondi; - Colore della conchiglia bruno-scuro, nero; - Carni dal sapore marino-dolciastro grazie al basso contenuto in sodio <210mg/100gr; Una volta verificata la sicurezza del prodotto, le cozze vengono tolte dai bins e poste su un nastro trasportatore che le convoglia al confezionamento che avviene in parte automatizzato e in parte manuale.
  • 48. 48 Le cozze vengono inserite in sacchetti di peso variabile (0,5-1-3-5- 20 kg) di rete plastica blu, etichettate, e inserite in cassette disposte sui pallet. Usando un macchinario per l’imballaggio, ciascun pallet viene rivestito da un film in plastica e caricato su camion con il muletto. I camion interni al Consorzio possono portare in media partite tra i 130-160 q/gg, mentre per quelle consistenti ci si affida a ditte specifiche, in particolare per la Spagna e la Francia. I camion devono essere dotati di cella frigorifera con termostato impostato tra i 2 e i 6°C per mantenere la freschezza del prodotto che entro 48 ore viene consegnato al rivenditore/consumatore. Al fine di garantire una sicurezza nei confronti dei commercianti e consumatori, il Consorzio (già certificato UNI EN ISO 9001 nel 2002) certificato UNI 10939 dal 2006, mette a disposizione sul proprio sito, www.consorziocooperativepescatoridelpolesine.it, un sistema on-line per rintracciare l’origine e lavorazione del prodotto usando i dati riportati sull’etichetta (fig.17). . Fig 17: etichettatura prodotti ittici del Consorzio Cooperative Pescatori del Polesine,
  • 49. 49 5.4 Carbon footprint ed esclusioni Raccolte le possibili informazioni sul processo produttivo dei mitili, si sono definiti i parametri della LCA riportati nel paragrafo 5.2 precedente: - OBIETTIVO: calcolo del carbon footprint per la produzione di cozze (kg CO2 eq/UF); - UNITA’ FUNZIONALE: confezione di 5kg di cozze dal momento che risulta quella più commercializzata dall’azienda; - CONFINI DEL SISTEMA: dalla raccolta del prodotto nei vivai al trasporto presso il rivenditore/consumatore; Il carbon footprint è la misura delle emissioni di gas serra ( esempio: CO2, NH4, N20…) rilasciate dalle attività connesse al ciclo di vita di un prodotto, azienda o individuo espressa in kg di CO2 . Nel caso dei prodotti, il calcolo dell’impronta di carbonio (CFP) è regolamentato da due standard: - la PAS 2050 deliberato dall’ente di normazione inglese BSI; - la norma internazionale ISO 14067; In questo caso studio, al fine di una elaborazione di risultati attendibili, oltre a raccogliere i dati sui consumi ed impatti dello stabulario, si è preso come riferimento bibliografico una ricerca svolta dal SARF ( Scottish Acquaculture Research Forum) sul calcolo della carbon footprint associata alla produzione di cozze e ostriche negli allevamenti in Scozia nel 2010, a sua volta confrontata con l'impronta di carbonio di altri alimenti proteici. Infine per il calcolo dell’impronta di carbonio si è escluso il fine vita del prodotto e per mancanza di dati attendibili i seguenti aspetti: - Tempo di refrigerazione del prodotto presso il consumatore/rivenditore; - Cottura e trattamento del prodotto; - Smaltimento dei rifiuti e scarti;
  • 50. 50 5.5 Inventario ed elaborazione dei dati I dati necessari alla costruzione dell’inventario di calcolo sono stati raccolti facendo riferimento ai dati aziendali registrati: DATI AZIENDALI QUANTITA’ n° dipendenti 1500 n° barche da 80 cv per impianti in laguna 300 n° barche da 600 cv per impianti a mare 20 n° camion interni 3,5-15 t 10 PRODOTTI PER LA PRODUZIONE QUANTITA’ ANNO TEMPO D’IMPIEGO Sacchetti PE monofilo 650000 pezzi 1 anno Kg polietilene per fare i sacchi da 15 kg prodotto 19500kg 1 anno Kg polietilene per fare i sacchi da 5 kg prodotto 26000 kg 1 anno Reste 215000 pezzi 1 anno Film di plastica da 2kg 3600 pezzi 1 anno Pallet in compensato 2100 pezzi 1 anno Antibiotici Nessuno nessuno Mangimi Nessuno nessuno Flocculanti 2000 kg 1 anno MACCHINARI ED IMPIANTI POTENZA Impianto elettrico generale stabulario 215 kw Impianto fotovoltaico 200 kw Sgranatrice per cavane 1kw Pulitrice molluschi per cavane 2 kw Macchinari in catena produttiva 50 kw DATI ECONOMICI QUANTIA’- PREZZO Produzione media 2009-2014 27000 q/anno Cozze sgranate all’anno 27000 q/anno Vongole sgranate 70000 q/anno Cozze depurate 4000 t/anno Vongole depurate 9000 t/anno Prezzo vendita al kg 2009-2013 0,8€/kg Costo energia per macchinari cavane 0,20 €/kwh Costo energia stabulario 0,10 €/kwh Definiti e raccolti i dati necessari al calcolo dell’impronta di carbonio, bisogna calcolare il contributo in termini di CO2 equivalente di ogni singola fase del ciclo di vita del prodotto compresa all’interno dei confini del sistema e riferita all’unità funzionale stabilita. Il valore di emissione
  • 51. 51 espresso in CO2 equivalente si ottiene moltiplicando il dato di attività (ad esempio consumo elettrico per unità funzionale) per il fattore di emissione relativo (espresso in kg di CO2 equivalenti sull’unità di riferimento): FATTORI DI EMISSIONE CARBON FOOTPRINT VALORE kg CO2 eq / unità di misura 1 kg Aluminium sulphate, powder, at plant/RER S (of project Ecoinvent system processes) 0,492884896 1 tkm Transport, barge/RER S (of project Ecoinvent system processes) 0,0463099 1 kg Tap water, at user/RER S (of project Ecoinvent system processes) 0,000317393 1 p EUR-flat pallet/RER S (of project Ecoinvent system processes) 6,093191859 1 kg Polyethylene, HDPE, granulate, at plant/RER S (of project Ecoinvent system processes) 1,928911433 1 MJ Electricity mix/IT U (of project Ecoinvent unit processes) 0,157444201 1 kg Packaging film, LDPE, at plant/RER S (of project Ecoinvent system processes) 2,695096772 1 tkm Transport, lorry 7.5-16t, EURO4/RER S (of project Ecoinvent system processes) 0,221265151 1 tkm Transport, lorry 7.5-16t, EURO3/RER S (of project Ecoinvent system processes) 0,23804878 1 kg Paper, newsprint, 0% DIP, at plant/RER S (of project Ecoinvent system processes) 1,297175736 1 kWh Electricity mix/IT U (of project Ecoinvent system processes) 0,566799122 Il valore di ciascun fattore fa riferimento alla banca dati di Ecoinvent v2.2, il database LCA più utilizzato a livello internazionale che contiene diversi inventari di dati relativi a processi industriali - e non - elaborati e raccolti in studi, ricerche e pubblicazioni scientifiche. Estrazione del prodotto dalle reste e trasporto alle cavane valore a settimana udm/ UF descrizione fattore di emissione valore FE kg CO2 eq/UF Emissioni CO2 barca 50 Tkm 50*0,005 0,04631 0,012 In questa fase si moltiplica il valore medio dei km percorsi da una barca settimanalmente per l'unità funzionale di 5 kg di cozze espressa in tonnellate. Sgranatura, pulitura e calibratura valore annuo udm/UF descrizione fattore di emissione valore FE kg CO2 eq/UF Emissioni CO2 sgranatrice 247 kwh/anno (247*0,27)/ 2700000*5 0,566799122 7,21646E-05 Emissioni CO2 pulitrice a rulli 495 kwh/anno (495*0,27)/ 2700000 *5 0,566799122 0,000144621 Per la sgranatura e la pulitura dei molluschi, il valore dei kwh/anno è stato calcolato considerando la potenza installata del macchinario e le ore di funzionamento annue. Tuttavia non è stato considerato l’assorbimento massimo della macchina (potenza kW per ore di funzionamento) ma il 45% del
  • 52. 52 totale ottenuto che rappresenta la potenza effettivamente esercitata dal macchinario rispetto a quella installata. Pre-confezionamento valore annuo udm/UF descrizione fattore di emissione valore FE kg CO2 eq/UF Emissioni CO2 produzione polietilene per i sacchetti 195000 kg (195000*0,27)/ 2700000*5 1,928911 0,192891143 Trasporto allo sbarco e carico su camion isotermico valore annuo udm/UF descrizione fattore di emissione valore FE kg CO2 eq/UF Emissioni CO2 camion con cassone sbarco-stabulario 30 Km 30*0,005 0,221265 0,033189773 Emissioni CO2 cassone isotemico 30 Km 30*0,005 0,044 0,0066 Depurazione valore annuo udm/UF descrizione fattore di emissione valore FE kg CO2 eq/UF Emissione CO2 per produrre flocculanti 2000 Kg (2000*0,20)/ 2700000*5 0,492884896 0,000379142 Emissioni CO2 impianto di sollevamento acque e depurazione 1045000 Kwh (1045000*0,20)/ 2700000*5 0,0437345 0,227809647 Anche per l’impianto di depurazione e di sollevamento acque, il valore dei kwh/anno è stato calcolato considerando il 45% dell’assorbimento massimo dei macchinari calcolato a partire dalla potenza installata e dalle ore di funzionamento. Pesa/confezionamento/ etichettatura valore annuo udm/UF descrizione fattore di emissione valore FE kg CO2 eq/UF Emissione CO2 macchinari in catena produttiva 77000 Kwh (77000*0,20)/ 2700000*5 0,566799122 0,016785974 Emissioni CO2 produzione polietene per i sacchetti 260000 Kg (260000*0,20)/ 2700000*5 1,928911433 0,231469372 Imballaggio valore annuo udm/UF descrizione fattore di emissione valore FE kg CO2 eq/UF CO2 emessa per produrre un rotolo di film di plastica da 2kg 7200 Kg (7200*0,20)/ 2700000*5 2,695096772 0,007463345 CO2 emessa per produrre un pallet 2100 Pezzi (2100*0,20)/ 2700000*5 6,093191859 0,004921424
  • 53. 53 Trasporto al consumatore/rivenditore valore a settimana udm/UF descrizione fattore di emissione valore FE kg CO2 eq/UF Emissioni CO2 camion con cella fino a Roma 438 Tkm 438*0,005 0,044 0,09636 Emissioni CO2 camion con cella fino in Spagna 1900 Tkm 1900*0,005 0,044 0,418 Emissioni CO2 camion con cella fino in Francia 1200 Tkm 1200*0,005 0,044 0,264 Sommando i vari contributi all’impronta di carbonio delle singoli fasi del processo produttivo, si ottiene l’impronta di carbonio totale pari a 1,512 kg CO2 eq per 5 kg di cozze di Scardovari D.O.P. Di seguito si riportano anche i valori espressi in: - kg CO2 eq per kg di cozze dalla culla al consumatore - kg di CO2 eq per tonnellata di cozze dalla culla al consumatore - kg di CO2 eq per tonnellata di cozze dalla culla al cancello Infine si riportano anche i risultati ottenuti dall’indagine con quelli svolti dal SARF, per fare un confronto con quanto elaborato: DESCRIZIONE kg CO2 eq/UF kg CO2 /5 kg 1,512 kg CO2 /kg cozze 0,302332816 kg CO2/ton cozze 302,3328163 kg CO2/ton ( culla-cancello) 252 DESCRIZIONE kg CO2 eq/UF kg CO2 /kg cozze 0,324 kg CO2/ton cozze (culla-cancello) 252 kg CO2/ton ( culla-tomba) 649
  • 54. 54 Capitolo 6: Conclusioni L’indagine svolta per questo caso studio ha rilevato che la qualità dell’acqua all’interno della Sacca degli Scardovari risulta conforme ai parametri fissati dal D. Lgs 152/2006 e l’obiettivo fissato dalla Direttiva Europea 2000/60/CE che prevede agli Stati Membri l’impegno entro il 2015 ad avere uno stato “buono” delle acque sia superficiali che sotterranee, risulta essere soddisfatto. Le attività consorziali, in particolare lo scarico dalla rete di scolo delle acque tramite l’idrovora di Paltanara direttamente nella Sacca, non hanno comportato alcuna anomalia o provocato danni alla matrice biotica rilevata durante le campagne di monitoraggio svolte dall’Arpav. Tuttavia sarebbe interessante che in futuro il Consorzio di Bonifica Delta del Po, oltre ad eseguire i lavori di manutenzione e di ripristino già svolti annualmente affinché la Sacca degli Scardovari resti un punto di riferimento per gli scopi irrigui e soprattutto per l’economia ed il turismo locale in quanto classificata come ZPS, si dotasse di una strumentazione elettronica e automatica che consenta di misurare parametri come il pH, l’ossigeno e i materiali disciolti in acqua sia per le acque della rete irrigua che per quelle di scolo. In questo modo si potrebbe capire, oltre alla presenza di sale disciolto già monitorata costantemente dal Consorzio, l’effettiva qualità dell’acqua all’interno della rete consorziale per prevenire che vengano usate acque non idonee all’attività agricola o scaricate acque in mare o in bacini lagunari con un quantitativo di sostanza pericolose ( pesticidi, arsenico, piombo ecc..) e dannose per la matrice biotica marina. Per quanto invece riguarda l’analisi LCA circa il 40% dell’impronta di carbonio per la produzione di una confezione di 5 kg di cozze D.O.P deriva dalle fasi di depurazione e confezionamento. I risultati riferiti alla produzione di un kg di cozze risultano in linea con quanto rilevato dal SARF per i molluschi allevati e prodotti in Scozia anche se sarebbe necessario rivedere in futuro i dati e le informazione raccolte da Scardovari e fare un nuovo confronto con quanto emerso attualmente. Questo per vedere se ci sono stati cambiamenti in positivo o negativo sull'impatto ambientale di questo prodotto. In conclusione reputo la mia esperienza di stage soddisfacente per gli argomenti trattati e avrei piacere in futuro a poter collaborare nuovamente con entrambe le aziende.
  • 55. 55 Bibliografia "60 anni di Bonifica nel Delta del Po"; autori: Lino Tosini - Piero Colombo; "Piano Generale di Bonifica e di Tutela del Territorio del Delta del Po"; "Progetto per la gestione dell'allestimento di barriere artificiali sommerse antistanti la Sacca degli Scardovari"; autori: Dott .Corrado Soccorso, Dott.ssa Marina Aurighi, Dott.ssa Federica Fiorani, Ing. Giancarlo Mantovani, Ing. Stefano Tosini, Geom. Brini Matteo, Geom. Flavio Pennini, Geom. Tomas Vetri, Ma. Roberta De Grandis; Webgrafia www.arpav.it www.carbonfootprintmytilus/SARF.it www.consorziopescatoridelpolesine.it www. Ecoinvent v2.2.it www.retenatura2000.it www.parcodeltadelpoveneto.it www.consorziodibonificadeltadelpo.it www.aghetera.it