Analisi e presentazione dello scenario dell'Internet of Things: cos'è, cosa sarà, tecnologie attuali e future, scenari imprenditoriali. Lezione effettuata in collaborazione con On Screen Communications ed Emanuele Bonanni per I-Lab Luiss.
6. Una definizione (tra le tante)
INTERNET OF THINGS =
Un insieme di oggetti
univocamente identificati
collegati in rete
in grado di rilevare, tramettere, ricevere, registrare dati,
agire in base ai dati ricevuti,
venire contattati, interrogati e programmati.
8. Volume d’affari in Trilioni di dollari secondo alcuni operatori
2,7 – 6,2 entro il 2025
14,4 entro il 2022
15,3 entro il 2030
1 trilione = 1000 miliardi
9.
10.
11. Hype Cycle 2013 per le tecnologie emergenti – Gartner Research
12.
13. La necessità economica è la madre
dell’innovazione e guida gli investimenti creando
domanda
15. Concetto dell’iot
I sensori wireless esisitono dal 1980…
WSN basato su IEEE 802.15.4 esiste dal 2007…
Tags RFID sono comunemente usati dal 1973…
…quindi cosa c’è di nuovo nel paradigma dell’ Internet of
Things?
• Penetrazione di smart objects
• Integrazione di Smart Objects con internet e con le altri
dispositivi elettronici
16. Cos’è esattamente l’iot
• Diverse definizioni, corrispondenti a differenti visioni ...
"Il mondo dove le cose possono comunicare
automaticamente ai computer ed ogni altra fornitura di
servizi a beneficio del genere umano". (CASAGRAS
consorzio)
IoT è una nuova tecnologia wireless
IoT è un nuovo wireless standard
IoT è un nuovo paradigma di comunicazione
17. Web Apps + Sensing + Semantics =
Social Content Ecosystems
Content
Semantics
Content
Sensing
Innovative technologies
and applications
18. Nexus of force
L'unione di IoT e del
"Nexus of Forces" (la
convergenza di social,
mobility, cloud ed
informazione)
spingeranno le aziende
verso un futuro digitale a
360 gradi. Non importa
che genere di business o
servizio offri oggi, la
digitalizzazione sta
cambiando e sta
diventando pervasiva
all'interno delle
organizzazioni.
19. The IoT: Domini di Applicazione
Source: L. Atzori et al.”The Internet of Things: A Survey”
Computer Networks (54)18, 2010
20. Sviluppi attuali
• App everything – Unico scopo (crescita
esponenziale del numero di applicazioni)
• Approccio multipiattaforma (principalmente
Android e iOs)
• Dipendenza dalla connettività e dal cloud
• Acquisti e pubblicità nell’app
• Modello di ricavi “orizzontale”
21. The Vision – Dream Network
Veloce e più
diffuso
Più sicuro
Implementabile e
facilmente
gestibile
User-friendly
22. Dove orientarsi?
Offrire nuovi servizi ai
consumatori che vogliono,
ma che ancora non sanno
cosa vogliono. La più grande
opportunità, ma difficile da
fare e coinvolge nuovi
modelli di business creativi,
probabilmente dove il
servizio è 'libero', ma pagati
in natura dai dati di
consumo.
23. Spunti di riflessione
Albert Einstein: “Temo il giorno
in cui la tecnologia andrà oltre la
nostra umanità: il mondo sarà
popolato allora da una
generazione di idioti”.
29. Chi sono
Progettista elettronico @EMCelettronica
dall'idea alla produzione
Military Avionics Medical-Radiology Industrial
Consumer Security
Automotive
Fondatore di
Elettronica
Open Source
nel 2006
(Lessig + Anderson)
"share for life"
30. FTPmicro
Hardware
Web server embedded 8cm
Ethernet + microSD + 26 I/O
Sensore Temperatura
Software /firmware
Stack tcp/ip in C
DHCP HTTP FTP SMTP FAT16
Telnet SSL
facebook.com/emanuele.bonanni
@ElettronicaOpen
39. LINK
Valutazione valore IoT: http://readwrite.com/2013/11/08/internet-of-things-economicsfinancial-impact#awesm=~oojFMfwgmPVQCI
●
Scomposizione valore per Cisco: http://readwrite.com/2013/03/13/cisco-says-its-internet-ofeverything-worth-144-trillion#awesm=~oojFYuJVAcnkRM
●
Contatore oggetti connessi Cisco: http://newsroom.cisco.com/web/mobile-community/fullview-details?type=webcontent&articleId=1208342
●
Internet of Everything Cisco: internetofeverything.cisco.com
●
Hype Cycle 2013: http://www.gartner.com/newsroom/id/2575515
●
Applicazioni IoT: https://it.wikipedia.org/wiki/Internet_delle_cose#Applicazioni
●
Little Printer: http://bergcloud.com/littleprinter/
●
Good Night Lamp: http;//www.goodnightlamp.com
●
Nest: http://www.nest.com
●
Be As Smart As a Puppy: http://berglondon.com/blog/2012/01/06/gardens-and-zoos/
●
Beautiful seams: http://www.elasticspace.com/2013/03/no-to-no-ui
●
I-Lab: http://ilab.luiss.it/
●
Webside: http://www.ad-webside.com
●
On Screen: http://www.onscreencommunication.it
●
<numero>
Ho un'app che fa compiere al mio smartphone una certa azione quando si verifica una certa condizione.
Due volte a settimana vado in palestra. Quando ho finito, mando un sms a mia moglie dicendole che sto tornando. Potrei anche mandare un tweet.
Potrei farlo fare automaticamente al telefono.
Non parto sempre alla stessa ora, a volte esco subito, a volte mi fermo a chiacchierare. Quindi il telefono dovrebbe capire quando sono in auto, sulla strada di casa e solo allora dovrebbe mandare l'sms o il tweet.
Si può fare. Se facessi twittare il telefono, sarebbe un piccolo esempio di IoT: una macchina registra dei dati e li comunica a un'altra macchina, che compie un'operazione in base a questi dati, senza intervento umano.
Oggi vedremo un po' di cose sull'IoT: dei numeri, applicazioni, tendenze e possibilità d'impresa. L'IoT è un campo vastissimo e in continua evoluzione, quindi mi auguro che questa chiacchierata vi faccia venire voglia di raccogliere più informazioni. E' un settore interessantissimo.
Faremo anche qualche esercizio pratico.
<numero>
Insieme a me parleranno Andrea Bellezza e Vincenzo Lancianese. Andrea è il Fondatore e Direttore Strategico di OnScreen Communication, factory che cura trasferimento dell’innovazione, creatività e produzione multimediale per il marketing e la comunicazione, Andrea è da sempre interessato al connubio tra crescita organizzativa e innovazione tecnologica, di processo, di linguaggio.
Io sono Andrea Nicosia di Webside. Abbiamo deciso di chiamarci entrambi Andrea così per voi è più facile ricordare i nostri nomi.
Webside è un'agenzia di comunicazione, io mi occupo di ricerca e di marketing esperienziale, che in soldoni è quel tipo di marketing che vi fa dire “ficata! Fammelo raccontare agli amici!”
Mi interessa anche tutto quello che è l'ambiente fisico e mentale in cui ci muoviamo oggi e ci muoveremo in futuro. Un po' perché serve per lavoro, un po' perché, come dice William Gibson, il mio problema è che tutte le cose mi paiono sempre più interessanti.
<numero>
Questo incontro è parte di un ciclo organizzato insieme a I-Lab.
Siamo qui per incuriosirvi e farvi vedere nuove idee, nuovi campi e nuovi modi di fare impresa.
E pensate che coincidenza! Se vi viene un'idea di impresa, non dovete neanche andare lontano per iniziare a realizzarla. Vi basta andare a chiacchierare con la ragazza là in fondo. Fai ciao con la manina, Chiara!
Negli scorsi incontri abbiamo parlato di makers, open culture, open enterprise.
Se non c'eravate, sul sito di I-Lab trovate le slide.
<numero>
Oltre all'appuntamento di oggi, abbiamo altri due incontri in programma: uno sul transmedia storytelling e uno sull'augmented reality. In questo momento non vi so dire quando si terranno.
Ora, prima di iniziare a parlare di IoT, usiamola!
ESERCIZIO 1: automatizzare funzione smartphone con atooma (fare gruppi con 1 android per gruppo)
<numero>
Come vedremo, “internet of Things” è un contenitore in cui entrano un sacco di cose. Per cui ancora non c'è una definizione univoca. Anche il nome non è ancora definito: c'è chi chiama quello di cui paleremo oggi “Internet of Everything”. Lo fa per motivi di marketing, ma lo fa.
Questa definizione qui è abbastanza generica per andare bene in quasi ogni contesto.
<numero>
Ma, al di là delle definizioni, a cosa serve l'IoT?
Abbiamo visto qualcosa con l'esercizio che abbiamo appena fatto.
Sempre tenendoci molto sul generico, possiamo dire che mettiamo in rete vari sistemi, sensori, attuatori, per ottenere questi tre risultati. Che possono essere il risultato finale o l'abilitatore del risultato finale.
In definitiva, se io automatizzo la macchina del caffè non lo faccio per l'automazione in sé, ma per avere il caffè caldo e già pronto quando barcollo in cucina la mattina.
<numero>
Entriamo un po' più nel dettaglio.
Vale la pena fare impresa nel settore?
Vedendo la previsione di volume d'affari secondo tre compagnie molto interessate all'IoT si direbbe di sì: si direbbe che è un settore in cui girano, o stanno per girare, un sacco di soldi.
Ora, come vedete, chi fa queste previsioni sono grandi aziende di consulenza, produttori di apparati di rete e produttori di più o meno qualsiasi cosa: dall’energia ai media, dagli elettrodomestici ai motori d’aereo.
Queste aziende hanno ovviamente un interesse diretto nel dire che l’IoT è il futuro e bisogna investirci. Cisco sta fornendo apparati a un’intera nuova città in costruzione in Corea chiamata Songdo, una delle nuove città che aspirano a essere il paradigma della smart city. Quindi prendete questi valori con le pinze. Ma è vero che L’IoT ha un grande potenziale economico.
Cosa c’è dietro questi numeri?
<numero>
In un evento dedicato a quello che chiama l’Intenet of Everything dello scorso marzo, Cisco ha elaborato un po’ di dati. Ecco come si formano questi 14 e passa trilioni di dollari. I settori che per primi avranno benefici dalle reti di oggetti connessi saranno quello manifatturiero, il settore pubblico, quello dell’energia e delle utenze in generale, quello della salute, finanza e assicurazione, trasporto e distribuzione all’ingrosso.
Tra le tecnologie che renderanno possibile tutto questo ci sono i soliti sospetti: big data, cloud computing, apparecchi mobili sempre più performanti e altri che vedremo tra poco.
Queste tecnologie provocano anche variazioni nei modelli mentali delle persone. Per esempio la sempre maggiore propensione a conservare file in remoto e accedervi da mobile. Dal non avere problemi a interagire con persone o file a distanza via mobile a trovare naturale interagire con oggetti il passo è brevissimo e la resistenza all’introduzione dell’innovazione si abbassa.
<numero>
Sempre Cisco fornisce una stima del numero di oggetti connessi. La previsione è che ce ne saranno 50 miliardi nel 2020.
Già oggi questi oggetti che si scambiano informazioni generano un numero enorme di dati. Secondo alcune analisi questo volume di dati generato da macchine per le macchine è già superiore o sta per superare il volume di dati generato dalle persone.
Alcuni di questi dati non sono interessanti per gli umani, è interessante l’azione compiuta dalle macchine sulla base dei dati.
Altri sono interessanti, ma sono troppi e vanno sintetizzati.
Ecco un’opportunità imprenditoriale: strumenti di raccolta, analisi, sintesi e visualizzazione dei dati.
I dati vanno anche immagazzinati e gestiti. Ecco un’altra opportunità. Amazon lo sta già facendo con Kinesis, uno strumento in grado di interfacciare applicazioni con grandi quantità di dati che arrivano in tempo reale.
I dati ovviamente vanno trasmessi. Anche questo è un campo in cui si può innovare: da sistemi di compressione a nuove tecnologie, o applicazioni fantasiose di tecnologie consolidate, ci sono grandi opportunità.
<numero>
Ora vediamo una cosa interessante. Come avrete capito, ci sono grandi aspettative per l’IoT. L’istituto di ricerca Gartner ogni anno rilascia uno studio sul ciclo di aspettative di varie cose. Questo è il grafico che sintetizza quello sulle tecnologie emergenti.
(spiegazione del grafico)
Come vedete, l’IoT è ancora agli inizi del ciclo e secondo Gartner entrerà a regime produttivo fra più di dieci anni.
Ma come abbiamo detto, l’IoT è un contenitore con dentro tante cose, tante tecnologie diverse, ed è reso possibile da vari elementi che si combinano. E questi elementi li troviamo in varie parti del grafico. Per esempio, nella fase innovation trigger c’è la polvere intelligente, una nuvola di microsensori autonomi. Mentre il riconoscimento del linguaggio ha già raggiunto il piano della produttività. In mezzo troviamo vari altri elementi che direttamente o indirettamente si legano all’IoT.
E se ricordate, McKinsey, Cisco, General Electric hanno fatto previsioni da qui al 2020-2030.
Questo è uno scenario affascinante: significa che anche se in certi ambienti se ne parla molto, anche se sembra sempre che l’anno prossimo sarà quello del boom dell’IoT, i giochi sono ancora tutti da fare. C’è spazio per nuovi player, nuove invenzioni, tanta ricerca. Alcune tecnologie che oggi sembrano futuristiche potrebbero diventare obsolete prima di raggiungere il picco, perché esce fuori qualcosa di nuovo. Qualcosa di vecchio potrebbe essere ritirato fuori e usato in maniera innovativa.
Il Facebook dell’IoT, il servizio o prodotto dominante, usato come parametro, ancora non c’è e non ci sarà mai, perché il settore è troppo vasto perché un solo player lo domini completamente in ogni settore, business e consumer, e per ogni applicazione.
Un’altra cosa interessante di questo grafico è che alcune delle cose che trovate scritte qui sembrano uscite da un romanzo di fantascienza.
William Gibson ha detto “il futuro è già qui, solo che non è equamente distribuito”. Prendere quello che da una parte è presente e portarlo dove è ancora considerato futuro può essere un’attività imprenditoriale.
<numero>
Ora vediamo un po’ di esempi di applicazioni pratiche, più o meno attuali, dell’IoT.
In ordine sono:
domotica, robotica, avionica, automotive,
biomedico/healtcare, monitoraggio industriale, telemetria, reti di sensori wireless,
sorveglianza, smart grid/smart city, monitoraggio eventi naturali/catastrofi, sistemi embedded
Sono campi molto vasti, con applicazioni business e consumer, con sovrapposizioni.
Le nuove tecnologie, per esempio, hanno reso possibile il passaggio del monitoraggio della salute dall'ambito ospedaliero a quello personale, con prodotti tipo Nike Fuel o Fitbit. Anche qui vediamo come l'avere una tecnologia a disposizione influenza la società e la cultura, in questo caso con l'idea del quantified self.
In campo automotive vediamo la tendenza dei produttori a mettere in rete le auto con il guidatore, con altre auto e con internet. Pensate alla funzione di trasferimento di un percorso di navigazione dal pc di casa al navigatore dell'auto.
Infine, pensate a ogni cosa il cui nome è preceduto da smart. Dove c'è smart c'è, o si vorrebbe ci fosse, IoT.
Prima di vedere degli esempi di prodotti, facciamo un altro esercizio.
ESERCIZIO 2: automatizzare funzione smartphone con atooma o ifttt.com. Magari collegando due device.
Ora, però, una combinazione di premere necessità economiche, migliorando l'economia di consegna, e di aumentare le capacità tecniche sta costringendo queste domande l'ordine del giorno. Nel mercato nordamericano, le aree che procedono più veloci sono chiare motivazioni economiche:
Negli Stati Uniti l'assistenza sanitaria, che spende il 17% del PIL per la salute e rappresenta il 47% della spesa sanitaria totale mondiale), vi è la necessità urgente di rendere l'assistenza sanitaria più efficiente prima falliti letteralmente l'economia;
Nel settore automobilistico, i produttori di automobili disperato bisogno di nuove fonti di differenziazione e di ricavi (da in-vita di manutenzione) per sopravvivere, e questo sta guidando l'innovazione diffusa;
In industrie pesanti, si stima che un miglioramento del 1% della produttività equivale a un miglioramento del 20-30% della redditività, quindi non ci sono chiari incentivi a ciò CEO GE Jeffrey Immelt chiama "Internet Industriale" troppo.
<numero>
La spesa IT nel mercato EMEA mostrerà un tasso di crescita annuale medio del 2,2% entro il 2017 e a tal proposito Peter Sondergaard, senior vice president per Gartner e global head of Research, ha commentato: "Il tradizionale mercato IT non è destinato a crescere ad un ritmo più veloce. Una maggior crescita arriverà invece dai mercati IT non tradizionali. Nel corso del 2015 il mercato IT combinato a quello delle telecomunicazioni andrà a toccare quasi i 4 mila miliardi di dollari ed il fatturato incrementale generato dalle realtà in grado di offrire uno qualsiasi dei vari elementi che compongono la Internet of Things (prodotti, servizi, software) si stima che possa raggiungere i 309 miliardi di dollari all'anno entro il 2020. La metà di questo sarà rappresentato da nuove start-up e l'80% saranno nuovi servizi più che nuovi prodotti. Internet of Things è un mercato di particolare importanza strategica che sarà oggetto di una forte accelerazione, spingendo sia i fatturati sia l'efficienza dei costi".
<numero>
<numero>
Ora vorrei parlarvi di tre prodotti esistenti, potete comprarli anche ora, che mi paiono tre proposte interessanti nell’ambito di quello che si può fare nell’IoT.
Dopo tutti i discorsi su grandi sistemi e apparati, grandi moli di dati, queste possono sembrare piccole cose. Invece sono esempi calzanti e concreti.
Questa è little printer, la piccola stampante. Potete creare la vostra rivista personalizzata scegliendo tra le pubblicazioni disponibili. Titoli di quotidiani, sudoku, l’oroscopo del giorno, l’attività social dei vostri amici. E poi little printer stampa il vostro giornale. Oppure si può usare per mandare un messaggio o una foto a un contatto.
E’ un prodotto molto interessante: ben progettato, elegante, empatico. Rende semplice usare un’infrastruttura molto complessa fatta di varie api, feed rss, protocolli di comunicazione eccetera. Vari server parlano con un server centrale, che parla con l’apparecchio, che vi stampa quello che gli avete chiesto.
<numero>
Questa è la good night lamp. Il sistema è composto da una lampada grande e una o più lampade piccole collegate a quella grande. Fa una cosa semplicissima. Quando accendete o spegnete la lampada grande si accendono o spengono le lampade piccole collegate.
Potete regalare una lampada grande a un amico che abita lontano e tenervi la piccola. Quando l’amico è a casa e può chiacchierare con voi, accende la sua lampada, questo fa accendere la vostra e voi sapete che è disponibile.
La cosa bella è che il meccanismo è semplice, ma i significati che ciascuna persona può attribuire all’informazione lampada accesa/lampada spenta sono infiniti e la fisicità di una luce che si accende o spegne perché qualcuno, da un’altra parte, sta accendendo o spegnendo la sua è un messaggio molto più intimo, discreto e potente dell’icona di presenza online su Skype o Facebook.
Anche qui abbiamo delle macchine che si parlano. Se ricordate quello che vi ho detto all’inizio, sulla macchina del caffè automatizzata, l’aspetto interessante non è tanto quello meccanico in sé, la lampada piccola che reagisce allo stato della grande, ma il significato, lo scopo che attribuiamo all’evento.
<numero>
Forse questo lo conoscete.
E’ nest, un termostato connesso a internet. Ovviamente, come vedete, si può controllare da remoto con un’app. Ma la cosa interessante è che il termostato apprende le abitudini delle persone. Dopo un po’ che lo usate, capisce che temperatura preferite, quando siete in casa e quando no, quando rientrate. E poi applica delle variazioni per risparmiare energia. Abbassa o alza la temperatura di mezzo grado in più o in meno rimanendo nel range per voi confortevole. Varia gli orari di attivazione di un minimo per ottimizzare il consumo di energia. Si programma da solo.
Siccome è connesso a internet, non solo potete controllarlo via app da remoto. Ma è anche in grado di recuperare le previsione del tempo online e regolarsi secondo le variazioni di tempo previste, capisce che temperatura volete avere in casa a seconda del tempo che c’è fuori, aggiorna il software da solo.
Se ne installate più di uno, i termostati si parlano tra loro per capire che temperatura volete avere nelle varie parti della casa e si regolano di conseguenza.
App e termostato non comunicano direttamente, ma attraverso i server dell’azienda, che fanno da tramite. Non mi sorprenderei se parte dei calcoli necessari per l’ottimizzazione del funzionamento venissero svolti in remoto dai server e non direttamente dal processore del termostato.
<numero>
A questo punto vorrei fare un passo indietro, agli scorsi incontri, e parlare di movimento dei makers e di cultura open.
Sono due fenomeni che hanno cambiato il mondo dell’hardware e del software, rendendo molte cose più semplici, accessibili, replicabili.
Come avrete capito, a noi piacciono le cose concrete, quindi, anziché parlare, vi mostrerò qualcosa di concreto.
<numero>
A questo punto vorrei fare un passo indietro, agli scorsi incontri, e parlare di movimento dei makers e di cultura open.
Sono due fenomeni che hanno cambiato il mondo dell’hardware e del software, rendendo molte cose più semplici, accessibili, replicabili.
Come avrete capito, a noi piacciono le cose concrete, quindi, anziché parlare, vi mostrerò qualcosa di concreto.
+20 anni di progetti elettronici nei settori più disparati, on demanddallo spargiletame (normative automotive caterpillar) al mammografo (normative medicali-radiologia)EMCelettronica Srl (dall'idea alla produzione)Ricerca-Schema elettrico-lista-parti-pcb-prototipi-firmware-debug-campioni-documentazione-ce-produzioneCon EOS ho voluto coinvogliare i principi di Lessig sulla condivisione e quelli di Anderson sul modello di business free
<numero>
Un ultimo punto, molto importante: gli standard. Non ce ne sono.
O meglio, praticamente in tutti gli esempi che abbiamo visto gli oggetti dialogano tra loro all’interno del loro sistema usando protocolli e standard noti. Il problema è che ancora non c’è un linguaggio comune, uno standard, che permetta agli oggetti che appartengono a un sistema di parlare con gli oggetti che appartengono a un altro sistema.
Sia LG che Siemens hanno degli elettrodomestici intelligenti, connessi, in grado di mandare e ricevere informazioni a un’app.
Ma il frigo LG non parla con il forno Siemens, non può dirgli “il boss mi ha appena fatto confermare che ci sono gli ingredienti per la crostata, inizia a scaldarti.”
Il frigo non può dire a little printer “ecco la lista della spesa, stampala”, il forno non può dire al nest “sto per accendermi a 220 gradi per due ore, abbassa il riscaldamento in cucina che faccio calore io.”
Strumenti come atooma e if this than that, che fanno da ponte tra sistemi, sono utilissimi.
<numero>
Vorrei chiudere con alcuni suggerimenti validi in generale per il design e per l'imprenditoria e, nello specifico, per la progettazione di sistemi, prodotti o servizi afferenti all'internet of things.
<numero>
Un sistema intelligente deve semplificare una cosa complicata, non complicare una cosa semplice.
Non posso avere un libretto di istruzioni per le funzioni base di una vasca da bagno. Se la faccio diventare una parte di un sistema più ampio, devo mantenere la facilità d'uso. Il che non vuol dire non innovare, ma innovare con criterio. Il nuovo modo di usarla deve essere facile da apprendere come quello tradizionale.
Più elementi metto in un sistema, più cose si possono rompere. Occhio alle rotture che l’utente non si aspetta.
Inoltre, non sempre è necessario migliorare e innovare, anche dove ci sono i margini per farlo. Ricordate l'esempio dell'sms che ho fatto all'inizio? Potrei automatizzare l'invio, ma preferisco spedirlo a mano. Perché? Perché non voglio delegare a una macchina i rapporti con mia moglie, perché ci tengo ad avere questo momento di contatto, questi 30 secondi in cui scrivo un messaggio e mi sforzo di non scriverlo identico a quello inviato la volta prima.
Sono sicuro che potete trovare tutti degli esempi simili, in cui va bene essere umani e inefficienti.
<numero>
Rodney Brooks, esperto di Intelligenza Artificiale, ha detto: se mettiamo le 50 persone più intelligenti del mondo in una stanza per 50 anni, riusciranno a creare un’AI al massimo intelligente quanto un cucciolo.
Matt Jones vede questo limite come un'opportunità: fai un sistema complesso intelligente quanto un cucciolo. Questo vuol dire varie cose e la somiglianza tra il sistema, o l'interfaccia, e un cucciolo non deve essere necessariamente fisica.
Un cucciolo rende immediatamente evidente, appena lo vedete, cosa può e non può fare: i suoi limiti e capacità sono autodichiarati.
Un cucciolo “sbaglia” in maniera carina e amichevole. L'errore non genera frustrazione.
Infine, cucciolo e padrone condividono la fase di apprendimento.
<numero>
I sistemi seamless nascondono la complessità all’utente, limitano i casi d’uso a quelli previsti, incanalano la fantasia. Non sono invisibili, non sono immateriali: sono blindati.
Mark Weiser suggerisce un altro approccio: seamful with beautiful seams. Il sistema diventa seamless per la facilità d'uso, per la consuetudine.
I sistemi in cui sono visibili i punti di collegamento tra una parte e l’altra del sistema, uniti da belle giunzioni, rendono visibile la complessità senza rendere il sistema complesso, suggeriscono potenzialità e limiti del sistema, permettono di capire dove si verifica un errore o a che livello si verifica un’interruzione di servizio.
Beautiful seams è una scelta di design estetica e progettuale.
<numero>
Giovanni Pascoli e la poetica del fanciullino.
Oltre a essere un ottimo consiglio creativo, è un ottimo suggerimento per chi vuol fare impresa: bisogna guardare il mondo con occhi e animo pronti a essere sorpresi. Vedere simboli e trovare connessioni istintive.
Guardandosi intorno con occhi aperti, si può vedere un'opportunità imprenditoriale dove altri vedono “il solito mondo”, ci si può chiedere “ma perché non facciamo così”, mentre gli altri vanno avanti con la forza dell'abitudine. Non si dà nulla per scontato.
<numero>
Questo sembra un fotogramma preso da un film. Invece è una foto reale. È Tracy Caldwell Dyson che guarda la Terra dal ponte di osservazione della Stazione Spaziale Internazionale. È una foto di qualche anno fa, quando ancora gli astronauti non twittavano.
In 60 anni siamo passati dai primi esperimenti di volo a motore a mettere un uomo sulla Luna. Dopo altri 50 non fa notizia il fatto di avere una stazione spaziale costantemente abitata in orbita sopra le nostre teste.
Il creatore di PayPal Elon Musk, un privato, un imprenditore, sta lavorando attivamente per far diventare tutto questo obsoleto.
Questo è importante per vari motivi: abbiamo a disposizione più tecnologia e più conoscenza, quindi più risorse di quanto immaginiamo. Abbiamo la capacità, come specie, come persone, come imprenditori, di fare cose che paiono fantascienza. Non abbiate paura di avere idee grandiose.