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JEROME BRUNER
ALESSANDRA BOI
New York 1915
E’ uno psicologo statunitense che ha contribuito
allo sviluppo della psicologia
cognitiva e la psicologia culturale nel campo della
psicologia dell’educazione.
PRECURSORE DELLE SCIENZE COGNITIVE
Divenuto in pochi anni uno dei ricercatori statunitensi
più importanti in ambito psicologico.
1952: PROGETTO COGNIZIONE
1956: conobbe Jean Piaget e Lev Vygotskij
1960: Centro di studi cognitivi
Sancisce definitivamente l’affermazione scientifica del
cognitivismo rispetto al comportamentismo allora
predominante.
Le sue ricerche nell’ambito della ricerca psicologica
avevano un'origine sociale. Il lancio del
primo Sputnik sovietico, avvenuto in quegli anni, aveva
evidenziato un ritardo tecnologico degli Stati Uniti
rispetto ai rivali dell'Unione Sovietica e questo aveva
portato la società americana a riflettere sull'effettiva
funzionalità del sistema scolastico statunitense, ancora
fondato sul modello attivista di John Dewey.
Così nel 1959, l'Accademia Nazionale delle
Scienze si riunì a Woods Hole e la
conferenza fu presieduta proprio da
Jerome Bruner.
«The process of education»
Dal ‘72 inizia a studiare il rapporto mente-linguaggio, la
cultura e la società.
La sua ricerca si articola in 4 diversi studi:
-Percezione
-Pensiero
-Istruzione
-Psicologia sociale
• Continuò ad approfondire la sua ricerca pedagogica
nel filone della psicologia cognitiva.
• Nel 1983 è uscita una sua autobiografia intitolata In
search of mind: essay in autobiography.
1987
Gli è stato attribuito il premio Balzan per la psicologia
umana.
«Per aver abbracciato nelle sue ricerche tutti i principali
problemi della psicologia umana»
DA UN NUOVO INDIRIZZO
ALLA PEDAGOGIA
Bruner viene a contatto con la sfera dell’inconscio. Utilizza una
nuova strada per studiare e conoscere la percezione, attraverso
il metodo «New Look on Perception».
I fondamenti di questa teoria sono 3:
1)La percezione non è passiva, ma il soggetto compie una
categorizzazione per semplificare la realtà.
2)Esistono dei fattori interni che hanno una funzione
selezionatrice ed ordinatrice della realtà.
3)Il riconoscimento percettivo è legato a fattori sociali e
culturali.
Bruner riceve molte critiche dal mondo accademico, in tutti e tre i punti che
voleva mettere
insieme. Per il comportamentismo, in vigore in tutte le università americane,
non è vera la passività affermata da Bruner in quanto dato uno stimolo, è il
soggetto che elabora una risposta.
Opere più importanti
• Dopo Dewey. Il processo di apprendimento nelle due
culture (1964)
• Lo sviluppo cognitivo (1966)
• Il conoscere. Saggi per la mano sinistra (1968)
• Il significato dell’educazione (1971)
• Verso una teoria dell’istruzione (1991)
• La cultura dell’educazione (1996)
Criticò le scuole delle teorie psicologiche entrate in crisi negli
anni 50’.
Comportamentismo
Psicoanalisi
Scuola della psicologia della forma
Gestalt
Partendo da un approccio cognitivista, al quale unì una componente
psicologica e una sociologica, si interessò poi di pedagogia, educazione e
didattica, fino a che giunse a elaborare una vera e propria teoria
dell’istruzione.
Gestalt
Aveva analizzato la struttura del pensiero percettivo e
l’attività del soggetto nell’organizzazione della
percezione. La Gestalt sottolinea l’importanza della
presenza delle strutture innate nel soggetto, con una
consequenziale messa in atto di queste da parte del
soggetto stesso.
Comportamentismo
Si diffuse negli Stati Uniti, sottolineando l’aspetto
fondamentale del comportamento osservabile e
dell’oggettività che questo studio può avere.
Bruner= critica la passività del soggetto, in quanto
attraverso il condizionamento si poteva manipolare il
comportamento del soggetto.
Inoltre rimproverò al comportamentismo di voler
spiegare con la teoria della risposta allo stimolo ciò che
in realtà è molto più complesso.
Psicoanalisi
Sottolineava le pulsioni, le motivazioni inconsce e i
bisogni istintivi. Alla psicoanalisi rimprovera di aver
ridotto l’attività razionale a un ruolo marginale nella
vita dell’individuo.
Alla scuola della psicologia della forma
rimprovera il fatto che volesse
ridurre la percezione a fenomeno a sé, slegato
dalla vita psichica dell’uomo.
Oggetto privilegiato dei suoi studi fu l’attività cognitiva del
pensiero
Processo costruttivo che elabora i dati dell’esperienza
culturalmente determinati.
Primo processo cognitivo: CATEGORIZZAZIONE atto che
consiste nel raggruppare in classi o rendere equivalenti vari
oggetti, persone o eventi fra loro diversi.
Bruner considerò questa capacità un atto di invenzione,
perché la categorizzazione degli stessi dati può di volta in
volta fondarsi su categorie funzionali, formali, e dunque
rispondere a esigenze diverse provenienti dal soggetto.
Ciò che troviamo come costante è semplicemente l’atto
del categorizzare, mentre le categorie impiegate sono
variabili.
Secondo Bruner, le categorie scelte riflettono
profondamente la cultura di provenienza.
Il linguaggio, il modo di vivere, la religione, la scienza di
un popolo, tutto ciò che concorre a formare la storia
personale di un individuo, e influenza il suo modo di
pensare il mondo.
La categorizzazione è alla base di processi più complicati,
quali le inferenze, le elaborazioni di ipotesi e le loro
verifiche.
L’evoluzione umana ha trasformato biologicamente gli
esseri attraverso agenti esterni.
Evoluzione e adattamento: trasformazione genetica e
psichica determinata dalla necessità di adeguare le
abilità interne alla esigenze poste dagli utensili esterni.
«L’uomo dipende dall’ereditarietà di caratteristiche
acquisite dal patrimonio culturale»
La cultura diventa lo strumento principale per garantire la
sopravvivenza.
Da questa prospettiva, Bruner prese in esame gli studi
compiuti da Piaget sull’età evolutiva.
Prima critica: Egli si è limitato a descrivere il processo di
maturazione delle strutture mentali, trascurando gli altri
elementi che influenzano lo sviluppo.
Bruner conservò delle teorie piagetiane
Il modello dello sviluppo
Attività psico-motoria
Pensiero pre-operatorio
e
Operatorio concreto
Pensiero operatorio formale
Distinse anche tre modalità
rappresentative
ESECUTIVA
ICONICA
SIMBOLICA
Fasi di sviluppo: Secondo Bruner noi attuiamo un cambiamento
qualitativo della struttura, non legata all’età.
Prima fase (rappresentazione esecutiva, fino a 1 anno): il mondo è
rappresentato soprattutto attraverso l’azione. Il pensiero ha una
struttura operativa, quindi una successione di azioni.
Rappresentazione iconica, fino ai 6 anni: Questa fase costruisce il
mondo attraverso l’immagine e simboli concreti, la quale si libera
progressivamente dai condizionamenti percettivi.
Terza fase (rappresentazione simbolica): Usa il sistema simbolico
del linguaggio per esprimere concetti e categorizzazioni. Quindi
rappresento il mondo attraverso un codice astratto.
I tre sistemi della rappresentazione non sono da
considerare «stadi», ma caratteristiche salienti nel corso
dello sviluppo.
Secondo Bruner non possiamo parlare di stadi evolutivi
distinti, se è vero che ciascuno dei tre tipi di
rappresentazione incide maggiormente sulla vita mentale
degli esseri umani in età diverse, lo sviluppo intellettuale non
è una semplice sequenza automatica, ma risente delle
influenza ambientali e dell’ambiente scolastico.
Una conseguenza delle teorie di Bruner è il fatto che tutto
può essere insegnato a qualsiasi età, basta che il contenuto
dell’apprendimento sia tradotto in forme di rappresentazione
adeguate. E’ quindi possibile accelerare i processi di
apprendimento.
Dalle teorie di Vygotskij, Bruner individua due elementi:
• Il primo è l'importanza che dà al contesto culturale: per
Vygotskij lo sviluppo del pensiero è determinato dagli
strumenti linguistici e dall'esperienza socio-culturale del
bambino. Lo sviluppo del linguaggio è dovuto ai fattori
esterni; lo sviluppo della logica del bambino è una
funzione diretta del suo linguaggio socializzato.
• Il secondo è la zona di sviluppo prossimale, che è una
zona adeguata, che permette all'individuo, quando è
pronto e con l'intervento dell'insegnante, di poter
superare quello stadio prima della fase istituita da Piaget.
Un altro bersaglio delle critiche di Bruner fu la «scuola attiva» di
Dewey, colpevole di privilegiare troppo gli obbiettivi di
socializzazione rispetto a quelli intellettuali.
Dewey: La scuola era una forma di vita comunitaria che
trasmette la cultura, attribuiva un primato all’azione del
bambino, ritendendo che il metodo di insegnamento fosse
implicito nella sua natura.
Bruner: Il metodo va cercato all’interno delle discipline,
l’educazione deve rispondere alle richieste della società
contemporanea, pur considerando il mondo psichico dell’alunno,
bisogna metterlo di fronte alle esigenze del mondo attuale. Una
scuola conforme alle necessità di oggi deve superare i moneti
dell’azione e dell’immaginazione e introdurre gli alunni nel
mondo dei simboli.
Per Bruner, quindi, è necessario prestare attenzione sia allo
sviluppo delle funzioni logiche e scientifiche sia quelle
intuitive. Il pensiero narrativo è considerato in opposizione a
quello logico-scientifico. Si ritiene che sia innato, non
insegnabile e decorativo. Bruner mise in discussione tutti
questi luoghi comuni e sottolineò l’importanza di questa
modalità cognitiva per lo sviluppo dell’individuo. Il «creare
storie» risulta essere importante almeno quanto le capacità
logico matematiche.
La scuola deve essere in grado di definire esperienza utili e
stimolanti per l’apprendimento, programmare tempi e modi in
cui si realizzano le proposte didattiche, verificare l’effettivo
sviluppo raggiunto dagli allievi attraverso l’esame di azioni,
immagini o simboli a seconda dei casi, organizzando una
struttura ordinata delle discipline da proporre e prevedendo
un sistema di gratificazioni e punizioni.
Per Bruner gli stadi di sviluppo non sono collegati
strettamente all’età, determinati ambienti possono
favorirli o meno. Tutto può essere insegnato a tutti in
qualsiasi età, ma il contenuto deve essere tradotto in
forme di rappresentazione adatte; è possibile accelerare i
processi di apprendimento, quindi non è mai troppo
presto per introdurre l’alunno nel mondo del sapere.
«Si può insegnare qualunque cosa in forma onesta a
chiunque in qualsiasi età proprio perché tutte le idee
possono essere tradotte in modo corretto e utile nelle
forme di pensiero proprie del fanciullo di età
prescolastica.»
Secondo Bruner il soggetto ha sia delle forme, delle
strutture, sia dei valori trasmessi da società e da figure
parentali, sia dalle aspirazioni proiettate, operando
quindi una selezione di tutto ciò che proviene
dall’esterno. = Quindi se il soggetto seleziona i suoi
interessi, opera in modo attivo sull’ambiente.
Bruner afferma che: esistono strutture innate, pulsioni e
fattori ambientali e culturali. La percezione è soggettiva.
Bruner condivide l’opinione della Montessori, secondo cui il momento più
produttivo per l’apprendimento della lettura e della scrittura è quello dei periodi
critici o sensitivi, tra i 3 anni. In quella fase dello sviluppo, grazie alla plasticità
neurologica della mente assorbente, il fanciullo è capace di assorbire tutte le
informazioni diffuse nell’ambiente, e lo fa inconsciamente senza compiere alcuno
sforzo. Anche lui è un ambientalista, per cui, nel processo educativo attribuisce
un ruolo di fondamentale importanza all’ambiente familiare, sociale e scolastico
frequentato dall’alunno.
Bruner da molta importanza al linguaggio=mezzo per interiorizzare le esperienze.
Pensa inoltre che le fasi e gli stadi possano essere influenzati dall’intervento
educativo esterno, operato attraverso l’istruzione.
La proposta didattica di Bruner è di orientamento strutturalista.
Con il rispetto dovuto alle modalità soggettive dell’acquisizione
della conoscenza, il motivo centrale della sua didattica è la nozione
di struttura, con cui si indica l’idea generale.
Non è più possibile pensare di poter trasferire l’intero patrimonio
culturale dell’umanità: non ha più senso un ideale enciclopedico del
sapere. Si tratterà dunque di fornire ai giovani gli strumenti
metodologici, le capacità critiche che li rendano capaci di
interpretare e padroneggiare la realtà: sono le STRUTTURE, ossia i
fondamenti delle discipline. Il compito della ricerca pedagogica è
quello di individuare le idee fondamentali delle singole discipline, le
strutture di fondo che le sostengono, così da ordinare su di esse gli
itinerari e gli obiettivi di insegnamento.
Il concetto di struttura è ambivalente, nel senso che essa esprime sia i concetti generali,
le idee madri della disciplina, sia il metodo di studio, ossia la strategia utilizzata dalla
mente umana per semplificare le nozioni.
Il metodo di insegnamento, pur non trascurando il mondo
psicologico dell’alunno, va cercato all’interno delle
discipline: questo è il principio fondamentale della
PEDAGOGIA STRUTTURALISTA.
Presenta notevoli vantaggi:
1) Rende più interessanti le discipline, di cui si coglie
subito l’utilità
2) Facilita l’apprendimento mnemonico
3) Favorisce il transfer dell’apprendimento
4) Contribuisce a rafforzare la continuità tra iversi livelli
scolastici
L’insegnamento per strutture, attiva altri fattori
dell’apprendimento
-L’interesse per la disciplina, che fa scaturire la motivazione allo
studio;
-La memoria, che consente di inserire i ricordi della memoria a
breve termine nella mappa neurologica generale;
-Il transfer, che indica la capacità di trasferire le abilità acquisite in
un campo a un altro campo della conoscenza e della ricerca
Un altro fattore importante dell’apprendimento precoce è
l’insegnamento a spirale. Esso è la forma d’insegnamento che
inizia in tenera età in termini essenziali, per tornare più volte su
se stesso, in forme sempre più allargate e più complete, durante il
curriculum scolastico dell’alunno, dalle elementari all’università e
oltre.
Visto che si può insegnare tutto a tutti a qualsiasi età, è bene introdurre il bambino
fin dall’età precoce «a quei concetti e a quelle forme di apprendimento che più tardi
faranno di lui un uomo colto».
Frasi
celebri
«L’educazione non è un’isola, ma fa parte del continente della cultura»
«L’educazione deve aiutare i giovani a usare gli strumenti del fare significato e della
costruzione della realtà»
«L’educazione è un’attività complessa, che si propone di adattare una cultura alle
Esigenze dei suoi membri»
«La conoscenza si forma come le abitudini»
«I bambini non solo generano le loro ipotesi, ma le negoziano con gli altri, insegnanti
compresi; e assumono anche il ruolo di insegnanti, offrendo le loro competenze a
quelli che ne hanno meno»
«Le buone domande sono quelle che pongono dei dilemmi»
Riassunto
Jerome Bruner è uno psicologo statunitense che ha contribuito allo sviluppo della
psicologia cognitiva e la psicologia culturale nel campo della psicologia
dell'educazione. Il lancio del primo Sputnik sovietico aveva evidenziato un ritardo
tecnologico degli Stati Uniti rispetto ai rivali dell'Unione Sovietica e questo aveva
portato la società americana a riflettere sull'effettiva funzionalità del sistema
scolastico statunitense, ancora fondato sul modello attivista di John Dewey. Così nel
1959, l'Accademia Nazionale delle Scienze si riunì a Woods Hole e la conferenza fu
presieduta proprio da Jerome Bruner. Allora egli fece n sistema scolastico più
efficiente. Bruner conobbe il grande psicologo Jean Piaget e Lev Vygotskij. Dalle
teorie di Vygotskij, Bruner individua due elementi:
Il primo è l'importanza che dà al contesto culturale e Il secondo è la zona di sviluppo
prossimale, che è una zona adeguata, Bruner poi passa ad analizzare, seguendo gli
stadi di Piaget, tre fasi:
Rappresentazione operativa, che avviene attraverso le azioni;
Rappresentazione iconica, che avviene attraverso immagini e simboli concreti;
Rappresentazione simbolica, che avviene attraverso un codice di convenzione astratta.
VIDEO
• http://www.youtube.com/watch?v=jm559ucUePg (Storia di Jerome
Bruner in inglese)
• http://www.youtube.com/watch?v=MFCwVLEqS14 (Intervista, New
Look)
• Il cognitivismo può essere definito come un indirizzo della psicologia
scientifica che si propone di studiare i processi mentali considerandoli
analoghi a processi di elaborazione dell'informazione:
http://www.youtube.com/watch?v=YL2eu-PQx-Q

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Jerome Bruner

  • 2. New York 1915 E’ uno psicologo statunitense che ha contribuito allo sviluppo della psicologia cognitiva e la psicologia culturale nel campo della psicologia dell’educazione. PRECURSORE DELLE SCIENZE COGNITIVE
  • 3. Divenuto in pochi anni uno dei ricercatori statunitensi più importanti in ambito psicologico. 1952: PROGETTO COGNIZIONE 1956: conobbe Jean Piaget e Lev Vygotskij 1960: Centro di studi cognitivi Sancisce definitivamente l’affermazione scientifica del cognitivismo rispetto al comportamentismo allora predominante.
  • 4. Le sue ricerche nell’ambito della ricerca psicologica avevano un'origine sociale. Il lancio del primo Sputnik sovietico, avvenuto in quegli anni, aveva evidenziato un ritardo tecnologico degli Stati Uniti rispetto ai rivali dell'Unione Sovietica e questo aveva portato la società americana a riflettere sull'effettiva funzionalità del sistema scolastico statunitense, ancora fondato sul modello attivista di John Dewey. Così nel 1959, l'Accademia Nazionale delle Scienze si riunì a Woods Hole e la conferenza fu presieduta proprio da Jerome Bruner. «The process of education»
  • 5. Dal ‘72 inizia a studiare il rapporto mente-linguaggio, la cultura e la società. La sua ricerca si articola in 4 diversi studi: -Percezione -Pensiero -Istruzione -Psicologia sociale
  • 6. • Continuò ad approfondire la sua ricerca pedagogica nel filone della psicologia cognitiva. • Nel 1983 è uscita una sua autobiografia intitolata In search of mind: essay in autobiography.
  • 7. 1987 Gli è stato attribuito il premio Balzan per la psicologia umana. «Per aver abbracciato nelle sue ricerche tutti i principali problemi della psicologia umana» DA UN NUOVO INDIRIZZO ALLA PEDAGOGIA
  • 8. Bruner viene a contatto con la sfera dell’inconscio. Utilizza una nuova strada per studiare e conoscere la percezione, attraverso il metodo «New Look on Perception». I fondamenti di questa teoria sono 3: 1)La percezione non è passiva, ma il soggetto compie una categorizzazione per semplificare la realtà. 2)Esistono dei fattori interni che hanno una funzione selezionatrice ed ordinatrice della realtà. 3)Il riconoscimento percettivo è legato a fattori sociali e culturali. Bruner riceve molte critiche dal mondo accademico, in tutti e tre i punti che voleva mettere insieme. Per il comportamentismo, in vigore in tutte le università americane, non è vera la passività affermata da Bruner in quanto dato uno stimolo, è il soggetto che elabora una risposta.
  • 9. Opere più importanti • Dopo Dewey. Il processo di apprendimento nelle due culture (1964) • Lo sviluppo cognitivo (1966) • Il conoscere. Saggi per la mano sinistra (1968) • Il significato dell’educazione (1971) • Verso una teoria dell’istruzione (1991) • La cultura dell’educazione (1996)
  • 10. Criticò le scuole delle teorie psicologiche entrate in crisi negli anni 50’. Comportamentismo Psicoanalisi Scuola della psicologia della forma Gestalt Partendo da un approccio cognitivista, al quale unì una componente psicologica e una sociologica, si interessò poi di pedagogia, educazione e didattica, fino a che giunse a elaborare una vera e propria teoria dell’istruzione.
  • 11. Gestalt Aveva analizzato la struttura del pensiero percettivo e l’attività del soggetto nell’organizzazione della percezione. La Gestalt sottolinea l’importanza della presenza delle strutture innate nel soggetto, con una consequenziale messa in atto di queste da parte del soggetto stesso.
  • 12. Comportamentismo Si diffuse negli Stati Uniti, sottolineando l’aspetto fondamentale del comportamento osservabile e dell’oggettività che questo studio può avere. Bruner= critica la passività del soggetto, in quanto attraverso il condizionamento si poteva manipolare il comportamento del soggetto. Inoltre rimproverò al comportamentismo di voler spiegare con la teoria della risposta allo stimolo ciò che in realtà è molto più complesso.
  • 13. Psicoanalisi Sottolineava le pulsioni, le motivazioni inconsce e i bisogni istintivi. Alla psicoanalisi rimprovera di aver ridotto l’attività razionale a un ruolo marginale nella vita dell’individuo. Alla scuola della psicologia della forma rimprovera il fatto che volesse ridurre la percezione a fenomeno a sé, slegato dalla vita psichica dell’uomo.
  • 14. Oggetto privilegiato dei suoi studi fu l’attività cognitiva del pensiero Processo costruttivo che elabora i dati dell’esperienza culturalmente determinati. Primo processo cognitivo: CATEGORIZZAZIONE atto che consiste nel raggruppare in classi o rendere equivalenti vari oggetti, persone o eventi fra loro diversi. Bruner considerò questa capacità un atto di invenzione, perché la categorizzazione degli stessi dati può di volta in volta fondarsi su categorie funzionali, formali, e dunque rispondere a esigenze diverse provenienti dal soggetto.
  • 15. Ciò che troviamo come costante è semplicemente l’atto del categorizzare, mentre le categorie impiegate sono variabili. Secondo Bruner, le categorie scelte riflettono profondamente la cultura di provenienza. Il linguaggio, il modo di vivere, la religione, la scienza di un popolo, tutto ciò che concorre a formare la storia personale di un individuo, e influenza il suo modo di pensare il mondo. La categorizzazione è alla base di processi più complicati, quali le inferenze, le elaborazioni di ipotesi e le loro verifiche.
  • 16. L’evoluzione umana ha trasformato biologicamente gli esseri attraverso agenti esterni. Evoluzione e adattamento: trasformazione genetica e psichica determinata dalla necessità di adeguare le abilità interne alla esigenze poste dagli utensili esterni.
  • 17. «L’uomo dipende dall’ereditarietà di caratteristiche acquisite dal patrimonio culturale» La cultura diventa lo strumento principale per garantire la sopravvivenza. Da questa prospettiva, Bruner prese in esame gli studi compiuti da Piaget sull’età evolutiva. Prima critica: Egli si è limitato a descrivere il processo di maturazione delle strutture mentali, trascurando gli altri elementi che influenzano lo sviluppo.
  • 18. Bruner conservò delle teorie piagetiane Il modello dello sviluppo Attività psico-motoria Pensiero pre-operatorio e Operatorio concreto Pensiero operatorio formale Distinse anche tre modalità rappresentative ESECUTIVA ICONICA SIMBOLICA
  • 19. Fasi di sviluppo: Secondo Bruner noi attuiamo un cambiamento qualitativo della struttura, non legata all’età. Prima fase (rappresentazione esecutiva, fino a 1 anno): il mondo è rappresentato soprattutto attraverso l’azione. Il pensiero ha una struttura operativa, quindi una successione di azioni. Rappresentazione iconica, fino ai 6 anni: Questa fase costruisce il mondo attraverso l’immagine e simboli concreti, la quale si libera progressivamente dai condizionamenti percettivi. Terza fase (rappresentazione simbolica): Usa il sistema simbolico del linguaggio per esprimere concetti e categorizzazioni. Quindi rappresento il mondo attraverso un codice astratto. I tre sistemi della rappresentazione non sono da considerare «stadi», ma caratteristiche salienti nel corso dello sviluppo.
  • 20. Secondo Bruner non possiamo parlare di stadi evolutivi distinti, se è vero che ciascuno dei tre tipi di rappresentazione incide maggiormente sulla vita mentale degli esseri umani in età diverse, lo sviluppo intellettuale non è una semplice sequenza automatica, ma risente delle influenza ambientali e dell’ambiente scolastico. Una conseguenza delle teorie di Bruner è il fatto che tutto può essere insegnato a qualsiasi età, basta che il contenuto dell’apprendimento sia tradotto in forme di rappresentazione adeguate. E’ quindi possibile accelerare i processi di apprendimento.
  • 21. Dalle teorie di Vygotskij, Bruner individua due elementi: • Il primo è l'importanza che dà al contesto culturale: per Vygotskij lo sviluppo del pensiero è determinato dagli strumenti linguistici e dall'esperienza socio-culturale del bambino. Lo sviluppo del linguaggio è dovuto ai fattori esterni; lo sviluppo della logica del bambino è una funzione diretta del suo linguaggio socializzato. • Il secondo è la zona di sviluppo prossimale, che è una zona adeguata, che permette all'individuo, quando è pronto e con l'intervento dell'insegnante, di poter superare quello stadio prima della fase istituita da Piaget.
  • 22. Un altro bersaglio delle critiche di Bruner fu la «scuola attiva» di Dewey, colpevole di privilegiare troppo gli obbiettivi di socializzazione rispetto a quelli intellettuali. Dewey: La scuola era una forma di vita comunitaria che trasmette la cultura, attribuiva un primato all’azione del bambino, ritendendo che il metodo di insegnamento fosse implicito nella sua natura. Bruner: Il metodo va cercato all’interno delle discipline, l’educazione deve rispondere alle richieste della società contemporanea, pur considerando il mondo psichico dell’alunno, bisogna metterlo di fronte alle esigenze del mondo attuale. Una scuola conforme alle necessità di oggi deve superare i moneti dell’azione e dell’immaginazione e introdurre gli alunni nel mondo dei simboli.
  • 23. Per Bruner, quindi, è necessario prestare attenzione sia allo sviluppo delle funzioni logiche e scientifiche sia quelle intuitive. Il pensiero narrativo è considerato in opposizione a quello logico-scientifico. Si ritiene che sia innato, non insegnabile e decorativo. Bruner mise in discussione tutti questi luoghi comuni e sottolineò l’importanza di questa modalità cognitiva per lo sviluppo dell’individuo. Il «creare storie» risulta essere importante almeno quanto le capacità logico matematiche. La scuola deve essere in grado di definire esperienza utili e stimolanti per l’apprendimento, programmare tempi e modi in cui si realizzano le proposte didattiche, verificare l’effettivo sviluppo raggiunto dagli allievi attraverso l’esame di azioni, immagini o simboli a seconda dei casi, organizzando una struttura ordinata delle discipline da proporre e prevedendo un sistema di gratificazioni e punizioni.
  • 24. Per Bruner gli stadi di sviluppo non sono collegati strettamente all’età, determinati ambienti possono favorirli o meno. Tutto può essere insegnato a tutti in qualsiasi età, ma il contenuto deve essere tradotto in forme di rappresentazione adatte; è possibile accelerare i processi di apprendimento, quindi non è mai troppo presto per introdurre l’alunno nel mondo del sapere. «Si può insegnare qualunque cosa in forma onesta a chiunque in qualsiasi età proprio perché tutte le idee possono essere tradotte in modo corretto e utile nelle forme di pensiero proprie del fanciullo di età prescolastica.»
  • 25. Secondo Bruner il soggetto ha sia delle forme, delle strutture, sia dei valori trasmessi da società e da figure parentali, sia dalle aspirazioni proiettate, operando quindi una selezione di tutto ciò che proviene dall’esterno. = Quindi se il soggetto seleziona i suoi interessi, opera in modo attivo sull’ambiente. Bruner afferma che: esistono strutture innate, pulsioni e fattori ambientali e culturali. La percezione è soggettiva.
  • 26. Bruner condivide l’opinione della Montessori, secondo cui il momento più produttivo per l’apprendimento della lettura e della scrittura è quello dei periodi critici o sensitivi, tra i 3 anni. In quella fase dello sviluppo, grazie alla plasticità neurologica della mente assorbente, il fanciullo è capace di assorbire tutte le informazioni diffuse nell’ambiente, e lo fa inconsciamente senza compiere alcuno sforzo. Anche lui è un ambientalista, per cui, nel processo educativo attribuisce un ruolo di fondamentale importanza all’ambiente familiare, sociale e scolastico frequentato dall’alunno. Bruner da molta importanza al linguaggio=mezzo per interiorizzare le esperienze. Pensa inoltre che le fasi e gli stadi possano essere influenzati dall’intervento educativo esterno, operato attraverso l’istruzione.
  • 27. La proposta didattica di Bruner è di orientamento strutturalista. Con il rispetto dovuto alle modalità soggettive dell’acquisizione della conoscenza, il motivo centrale della sua didattica è la nozione di struttura, con cui si indica l’idea generale. Non è più possibile pensare di poter trasferire l’intero patrimonio culturale dell’umanità: non ha più senso un ideale enciclopedico del sapere. Si tratterà dunque di fornire ai giovani gli strumenti metodologici, le capacità critiche che li rendano capaci di interpretare e padroneggiare la realtà: sono le STRUTTURE, ossia i fondamenti delle discipline. Il compito della ricerca pedagogica è quello di individuare le idee fondamentali delle singole discipline, le strutture di fondo che le sostengono, così da ordinare su di esse gli itinerari e gli obiettivi di insegnamento. Il concetto di struttura è ambivalente, nel senso che essa esprime sia i concetti generali, le idee madri della disciplina, sia il metodo di studio, ossia la strategia utilizzata dalla mente umana per semplificare le nozioni.
  • 28. Il metodo di insegnamento, pur non trascurando il mondo psicologico dell’alunno, va cercato all’interno delle discipline: questo è il principio fondamentale della PEDAGOGIA STRUTTURALISTA. Presenta notevoli vantaggi: 1) Rende più interessanti le discipline, di cui si coglie subito l’utilità 2) Facilita l’apprendimento mnemonico 3) Favorisce il transfer dell’apprendimento 4) Contribuisce a rafforzare la continuità tra iversi livelli scolastici
  • 29. L’insegnamento per strutture, attiva altri fattori dell’apprendimento -L’interesse per la disciplina, che fa scaturire la motivazione allo studio; -La memoria, che consente di inserire i ricordi della memoria a breve termine nella mappa neurologica generale; -Il transfer, che indica la capacità di trasferire le abilità acquisite in un campo a un altro campo della conoscenza e della ricerca Un altro fattore importante dell’apprendimento precoce è l’insegnamento a spirale. Esso è la forma d’insegnamento che inizia in tenera età in termini essenziali, per tornare più volte su se stesso, in forme sempre più allargate e più complete, durante il curriculum scolastico dell’alunno, dalle elementari all’università e oltre. Visto che si può insegnare tutto a tutti a qualsiasi età, è bene introdurre il bambino fin dall’età precoce «a quei concetti e a quelle forme di apprendimento che più tardi faranno di lui un uomo colto».
  • 30. Frasi celebri «L’educazione non è un’isola, ma fa parte del continente della cultura» «L’educazione deve aiutare i giovani a usare gli strumenti del fare significato e della costruzione della realtà» «L’educazione è un’attività complessa, che si propone di adattare una cultura alle Esigenze dei suoi membri» «La conoscenza si forma come le abitudini» «I bambini non solo generano le loro ipotesi, ma le negoziano con gli altri, insegnanti compresi; e assumono anche il ruolo di insegnanti, offrendo le loro competenze a quelli che ne hanno meno» «Le buone domande sono quelle che pongono dei dilemmi»
  • 31. Riassunto Jerome Bruner è uno psicologo statunitense che ha contribuito allo sviluppo della psicologia cognitiva e la psicologia culturale nel campo della psicologia dell'educazione. Il lancio del primo Sputnik sovietico aveva evidenziato un ritardo tecnologico degli Stati Uniti rispetto ai rivali dell'Unione Sovietica e questo aveva portato la società americana a riflettere sull'effettiva funzionalità del sistema scolastico statunitense, ancora fondato sul modello attivista di John Dewey. Così nel 1959, l'Accademia Nazionale delle Scienze si riunì a Woods Hole e la conferenza fu presieduta proprio da Jerome Bruner. Allora egli fece n sistema scolastico più efficiente. Bruner conobbe il grande psicologo Jean Piaget e Lev Vygotskij. Dalle teorie di Vygotskij, Bruner individua due elementi: Il primo è l'importanza che dà al contesto culturale e Il secondo è la zona di sviluppo prossimale, che è una zona adeguata, Bruner poi passa ad analizzare, seguendo gli stadi di Piaget, tre fasi: Rappresentazione operativa, che avviene attraverso le azioni; Rappresentazione iconica, che avviene attraverso immagini e simboli concreti; Rappresentazione simbolica, che avviene attraverso un codice di convenzione astratta.
  • 32. VIDEO • http://www.youtube.com/watch?v=jm559ucUePg (Storia di Jerome Bruner in inglese) • http://www.youtube.com/watch?v=MFCwVLEqS14 (Intervista, New Look) • Il cognitivismo può essere definito come un indirizzo della psicologia scientifica che si propone di studiare i processi mentali considerandoli analoghi a processi di elaborazione dell'informazione: http://www.youtube.com/watch?v=YL2eu-PQx-Q