3. Il razzismo è l’insieme di teorie e comportamenti basati
su una supposta divisione dell’umanità in razze
"superiori" e razze "inferiori".
Il razzismo, associato al potere politico può portare alla
persecuzione, organizzata, istituzionalizzata e al
genocidio.
4. L’atteggiamento razzistico è costantemente presente nella
storia dell’umanità, come testimonia la pratica della
schiavitù: gli antichi greci e i romani chiamavano
"barbari" coloro che non parlavano la loro
lingua, avevano costumi, religioni, istituzioni diverse.
L’affermarsi di questa convinzione portò all’affermarsi
di differenze tra individui e popoli e a stabilire un
principio di gerarchia secondo il quale la razza bianca
era la razza superiore, predominante sulle altre; in
questo modo veniva giustificato il dominio sugli altri
popoli e l’attribuzione a questi di una missione di
civilizzazione.
5. Le teorie della razza presero spunto da elementi presenti nel
Darwinismo e vennero espressi già nel 1855 da Arthur de
Gobineau nel suo celebre saggio "Sull’ineguaglianza delle
razze".
Già durante l’illuminismo Diderot, D’Alembert e Voltaire
avevano rifiutato l’idea che bianchi e neri discendessero da un
medesimo progenitore.
All’inizio del ‘900 alcuni pensatori elaborarono più compiute
teorie politiche sulla distinzione tra esseri e razza superiori e
inferiori e si fecero sostenitori di un ritorno in Francia ai
principi gerarchici delle monarchie di antico regime.
Chamberlain mostrò di concepire il razzismo come una nozione
pienamente adeguata ai tempi: egli identificava con la razza
germanica la razza superiore dei suoi tempi.
Successivamente Hitler non aspettò di aver conquistato il potere
per esporre in termini assolutamente chiari la propria dottrina e
le linee generali di quella che sarebbe stata la sua politica.
Possiamo dividere così la sua dottrina in quattro grandi teorie:
La dottrina della razza, Il complotto mondiale ebraico, Il
"principio del Fuhrer" e Lo spazio vitale.
6. Lo Stato era visto come un mezzo per raggiungere un fine che era
quello della conservazione dell’esistenza razziale dell’uomo. Ciò
dimostra che non si credeva all’uguaglianza delle razze, ma si
riconosceva la differenza tra razze "superiori" ed "inferiori" e
quindi si voleva promuovere la vittoria del migliore e sottomettere
il più debole. Si teorizzava la sopravvivenza di coloro che sono i
portatori di un’etica più elevata; infatti, secondo Hitler, in un
mondo imbastardito e incontaminato dal sangue negro tutti i
concetti del bello e del sublime umani e ogni raffigurazione di un
futuro idealizzato della nostra umanità andrebbero per sempre
perduti. Sulla terra la cultura e la civiltà umana sono legate alla
presenza della razza ariana considerata razza "superiore" , e occorre
che questo sangue sia mantenuto integro per assicurare la
possibilità di uno sviluppo più nobile di questa esistenza. Quindi
secondo Hitler era indispensabile che lo Stato impedisse prima di
tutto quei matrimoni che potevano generare solo una
contaminazione della razza.
7. Ciò consiste nel fatto che la finanza Ebraica desidera la
rovina economica e la completa schiavitù politica della
Germania: l’Ebreo è dunque colui che incita alla totale
distruzione di quest’ultima, sono gli ebrei che
promuovono da ogni parte del mondo attacchi contro i
tedeschi di modo che tutti gli altri Stati, uno ad
uno, hanno rinunciato alla neutralità e sono entrati la
servizio della coalizione della guerra mondiale. Anche
gli Inglesi desideravano l’annientamento
germanico, ma rinunciarono per mantenere la loro
posizione nel mondo, invece l’ebreo organizza l’assalto
per la conquista della medesima posizione.
8. Hitler sostiene che il loro movimento è alla base del
principio di Fuhrer. Uno dei principali scopi di questo
movimento è di far si che questo principio non sia
determinato solo all’interno delle proprie file, ma
anche per tutto lo Stato. Colui che è Dirigente oltre ad
avere una massima e illimitata autorità, ha anche la
responsabilità di prendere decisioni definitive e chi
non si sente pronto di prendere assumersi questa
responsabilità d’azione, non è adatto a fare il Fuhrer.
9. Sempre secondo Hitler lo Stato deve essere in grado di
salvaguardare l’esistenza su questo pianeta della razza
raccolta nello Stato, creando un sistema di rapporti
sano, adatto alla vita e in grado di promuovere la
crescita numerica del popolo: cioè uno spazio vitale.
10. Le teorie della razza, unite ai pregiudizi emersi nei confronti
degli Ebrei culminerà nel nazismo, un’ideologia che racchiude
il razzismo biologico. Il razzismo nazista parte dal divieto delle
mescolanze razziali: per riconquistare la purezza è necessario
che la razza ariana soggioghi gli altri popoli e le altre razze
eliminando quelle inassimilabili. La graduatoria di coloro che
erano destinati ad essere esclusi dalla comunità di stirpe
comprendeva gli Ebrei, tutti coloro gli avversari politici del
nazismo e tutti i gruppi etnici o sociali che non
corrispondevano ai requisiti della purezza e della superiorità
razziale. Al primo posto gli Ebrei che Hitler non considerava
come una vera e propria razza, ma una razza mentale: "L’Ebreo è
per definizione lo straniero inassimilabile e che rifiuta di
assimilarsi. E’ questo che distingue l’Ebreo dagli altri stranieri.
L’Ebreo, ovunque egli vada, resta un Ebreo. E’ un essere per
natura inassimilabile. Ed è proprio questo carattere, che lo
rende inadatto all’assimilazione, ciò che ne definisce la razza".
11. Oggi il razzismo è sempre presente e non cessa di
provocare moti d'intolleranza più o meno violenta: e
non soltanto verso nazioni d'altro colore e d'altra
civiltà. Esso, infatti, si è trasformato in discriminazione
più diffusa, anche all'interno di gruppi dello stesso
colore, fino a diventare avversione sociale verso i più
miseri, i più infelici, i disadattati, i vecchi, gli inabili, i
colpevoli di un reato. Pensiamo per un momento alle
varie tragedie e genocidi: ex Jugoslavia (pulizia
etnica), Ruanda (Tutsi e Hutu), Angola, Nigeria
(Biafra), e altre parti del mondo.
12. A mio parere, nel più forte e nel più fortunato la cieca
fiducia in se stesso e la tracotanza contro quanti non
agiscono e non pensano come lui per i motivi più
disparati. E questo è razzismo, in fin dei conti, non meno
pericoloso e non meno crudele del nazismo hitleriano e
del fascismo adottando le leggi sulla razza. Queste
osservazioni sono necessarie poiché da qualche tempo
ormai vi è l'abitudine di parlare di questi fenomeni come
di una cosa che riguarda gli altri e non ci
tocca, dimenticando che prima con i meridionali e oggi con
gli extracomunitari, sono maltrattati da noi italiani. Lo
sviluppo delle varie civiltà, insomma, dipende dalle
condizioni di vita in cui si vengono trovare. Perciò il
razzismo non ha alcuna base scientifica, si tratta di una
teoria sostenuta da certi gruppi umani per giustificare
l'oppressione da loro esercitata nei confronti d'altri gruppi.