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la Famiglia a Viterbo 
SPUNTI PER UNA RIFLESSIONE BASATA SUI DATI 
di Alberto Castori – ricercatore
COSA INTENDIAMO PER FAMIGLIA 
una definizione tecnica 
Il Gruppo di Cambridge fondato da Peter Laslett ha delineato cinque tipi di famiglie, 
ormai riconosciute e utilizzate da tutti i sociologi a livello mondiale 
Nucleare è una famiglia formata dalla coppia coniugale con o senza figli o da un 
singolo genitore con figli; 
Estesa famiglia formata da una sola unità nucleare e uno o più parenti 
conviventi; 
Senza struttura coniugale famiglia priva di un’unità coniugale (vi sono 
solo persone che convivono); 
Multipla famiglia formata da due o più unità nucleari; 
Solitaria famiglia formata da una sola persona.
COSA INTENDIAMO PER FAMIGLIA 
la definizione dell’ISTAT 
Un insieme di persone legate da vincoli di matrimonio, 
parentela, affinità, adozione, tutela o da vincoli 
affettivi, coabitanti ed aventi dimora abituale nello 
stesso comune. 
Una famiglia può essere costituita anche da una sola 
persona.
Alcune tendenze 
nazionali in atto 
DAL RAPPORTO ISTAT 2014
Il quadro di riferimento nazionale 
Si vive sempre più a lungo ma resta bassa la propensione ad avere figli. 
Nel 2012 la speranza di vita alla nascita è giunta a 79,6 anni per gli uomini e a 84,4 
anni per le donne (rispettivamente superiore di 2,1 anni e 1,3 anni alla media 
europea del 2012). 
Allo stesso tempo il nostro Paese è caratterizzato dal persistere di livelli molto bassi 
di fecondità, in media 1,42 figli per donna nel 2012 (media Ue28 1,58). 
Si accentua l’invecchiamento della popolazione. 
La vita media in continuo aumento, da un lato, e il regime di persistente bassa 
fecondità, dall’altro, ci hanno fatto conquistare a più riprese il primato di Paese con il 
più alto indice di vecchiaia del mondo: al 1° gennaio 2013 nella popolazione 
residente si contano 151,4 persone di 65 anni e oltre ogni 100 giovani con meno di 
15 anni. 
Rapporto Istat 2014
Il quadro di riferimento nazionale 
Le coppie con figli sempre meno numerose 
rappresentano appena il 34,6 per cento del totale delle famiglie. 
In particolare, a seguito della contrazione della nuzialità e della fecondità, sono 
le coppie coniugate con figli a diminuire più rapidamente. Nel periodo 2007- 
2013 sono scese dal 37,3 al 32,6 per cento. La forma familiare più tradizionale 
che, ancora 20 anni or sono era maggioritaria, rappresenta oggi meno di una 
famiglia su 3. 
Invece, le coppie senza figli sono in aumento e hanno raggiunto il 29,3 per 
cento sul totale delle famiglie. 
Rapporto Istat 2014
Il quadro di riferimento nazionale 
Crescono le famiglie unipersonali 
hanno superato i 7,5 milioni, arrivando a rappresentare il 30,2 % delle famiglie 
italiane. 
Il 48,7 % delle persone che vivono sole sono anziani di 65 anni e più (l’11,1 % 
ha più di 85 anni). 
La crescita delle famiglie unipersonali si deve anche all’aumento dei single 
non vedovi (4,4 milioni nel 2013 un milione in più rispetto al 2007). 
Le famiglie di monogenitori non vedovi superano quota 1,5 milioni, con un 
aumento del 47 % rispetto al 2007. 
La maggioranza di queste famiglie è costituita da madre con figli: l’83,7 % 
Rapporto Istat 2014
coppie con 
figli 
34.6 
coppie senza 
figli 
29.3 
unipersonali 
30.2 
Distribuzione delle 
famiglie italiane 
Rapporto Istat 2014
DATI DEMOGRAFICI DI SFONDO
Evoluzione demografica 
289036 
290234 
293671 
296264 
298189 
299869 
304843 
309302 
310913 
312038 
312874 
315623 
2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013
Natalità e mortalità negli ultimi anni 
Morti 
Nati 
2002 
2003 
2004 
2005 
2006 
2007 
2008 
2009 
2010 
2011 
2012 
2,220 
2,299 2,334 
2,311 2,496 2,499 2,642 
2,696 
2,645 
2,672 
2,644 
3,191 3,480 
3,099 3,362 3,358 3,324 
3,527 3,548 3,567 
3,517 3,745 
Nati Morti
Saldo iscritti/cancellati all’anagrafe 
3,015 
5,730 
4,893 
3,768 
3,406 
6,384 
5,758 
3,468 
3,077 
2,071 
4,050 
2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012
Composizione della popolazione per fasce d’età 
8.6 
8.4 
10.6 
14.2 
15.8 
13.8 
12.1 
9.9 
5.7 
0.8 
90-99 anni 
80-89 anni 
70-79 anni 
60-69 anni 
50-59 anni 
40-49 anni 
30-39 anni 
20-29 anni 
10-19 anni 
0-9 anni 
16,4 
16,1 i minorenni
Un indice superiore a 50 denota uno squilibrio 
generazionale: la componente di anziani (che 
incide per 33 dei 52 punti) ci dice che questo 
disequilibrio è fortemente influenzato dalla quota 
più anziana della popolazione 
per ogni 100 ragazzi sotto i 15 anni ci sono 173 anziani sopra i 65 anni di età 
Indice di vecchiaia
Residenti di nazionalità straniera 
23.714 
23.991 
26.399 
29.590 
2011 2012 2013 2014
Caratteristiche della famiglia 
a Viterbo
le famiglie in 
Provincia di VT 
Anno 2013 
della popolazione
Numero di componenti medi per famiglia 
2.50 
2.44 
2.43 
2.41 
2.39 
2.38 
2.35 
2.33 
2.32 
2.18 
2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011
Percentuale di famiglie con 5 
componenti e più, negli ultimi 
censimenti 
16.… 
9.07 
7.09 
5.08 
4.22 
1971 1981 1991 2001 2011
2011 TASSO DI FECONDITÀ TOTALE ETÀ MEDIA DELLE MADRI AL PARTO 
italiane straniere totale italiane straniere totale 
ITALIA 1,29 2,37 1,42 32,02 28,44 31,39 
LAZIO 1,34 2,33 1,46 32,72 28,6 31,97 
Viterbo 1,17 2,24 1,32 32,34 28,21 31,44 
Rieti 1,21 2,18 1,32 32,05 27,88 31,33 
Roma 1,36 2,29 1,49 33 28,78 32,18 
Latina 1,36 2,66 1,48 32,03 28,28 31,49 
Frosinone 1,23 2,38 1,31 31,64 27,18 31,16
Persone da 18 a 49 anni per intenzione 
di avere figli nei 41.2 prossimi tre anni 
21.5 
19.4 
8.5 9.3 
Certamente no Probabilmente no Probabilmente sì Certamente sì Non indicato 
dato regionale - 2009
Stato civile 
Anno 2012 
Coniugati/e 
Celibi/Nubili 
39.5% 
50.1% 
Divorziati/e 
2.1% 
Vedovi/e 
8.4%
Coniugati e divorziati sul totale della popolazione 
Coniugati/e Divorziati/e 
52.3% 52.0% 51.3% 50.9% 50.7% 50.1% 
1.5% 1.6% 1.7% 2.1% 1.9% 2.1% 
2007 2008 2009 2010 2011 2012
separazioni e divorzi ogni mille matrimoni 
Dato nazionale 
158.3 
separazioni divorzi 
175.4 
185.6 
195.0 
203.8 
228.0 
242.6 
265.5 
250.4 
272.6 272.1 268.1 
273.7 
286.2 
296.9 
79.7 
96.9 99.9 100.9 104.2 
114.9 
123.8 
130.6 
138.6 
148.8 151.2 
160.6 
165.4 
178.8 180.8 
1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009
Matrimoni celebrati, per rito 
civile religioso matrioni tot 
dati provinciali 
490 
524 543 529 
490 
454 472 
983 
884 
828 
774 
697 
580 555 
1473 
1408 
1371 
1303 
1187 
1034 
1027 
2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012
Il disagio economico
Capacità di far fronte a spese impreviste 
Quasi tre famiglie su quattro non risparmiano 
Una su due va in crisi se deve affrontare spese non previste 
Lazio - anno 2012 
famiglie che non riescono a risparmiare 
72.50% 
famiglie che non riescono a far fronte a spese impreviste 
50.2
Famiglie che non riescono a far fronte 
a spese impreviste 
dato regionale 
27 
25.7 
33.1 
32 
38.8 
34 
40.8 
50.2 
2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012
Persone affluite al centro di ascolto della 
Caritas diocesana a Viterbo 
219 
260 280 
308 
358 
563 
636 
726 719 696 
italiani stranieri
Stime del fenomeno nella Tuscia 
vivono in uno stato di povertà relativa 
cioè nell’incapacità di acquisire i beni e i servizi, necessari a 
raggiungere uno standard di vita minimo accettabile nel contesto di 
appartenenza 
vivono in uno stato di povertà assoluta 
con una spesa mensile al di sotto della soglia minima 
necessaria per acquisire il paniere di beni e servizi considerati 
essenziali 
stime su dati 2012
La situazione peggiora al crescere del nucleo famigliare 
3.1 
5.5 
9.4 10.1 
23.7 
incidenza della povertà relativa per numero di componenti 
uno due tre quattro cinque o più 
dato nazionale - anno 2012
viterbesi sono a rischio povertà ed esclusione sociale 
31.000 
vivono in uno stato di deprivazione materiale grave 
stime su dati 2012
Istat 2012 
L’indicatore sintetico di rischio povertà ci dice che riguarda: 
• 23,4% famiglie di soli italiani 
• 38,3% famiglie miste 
• 56,8% famiglie composte solamente da stranieri
• Famiglia sempre più piccola 
(aumentano le famiglie 
monogenitoriali) 
• Diminuiscono i matrimoni 
(soprattutto quelli religiosi) 
• Diminuisce il tasso di fecondità e 
aumenta l’età media al parto 
(soprattutto tra le italiane) 
• Economia di sussistenza 
(molti anziani) 
• dove cresce il disagio sociale 
(soprattutto per le famiglie 
numerose e con stranieri) 
• e l’incapacità a fare fronte alle 
spese impreviste 
• L’ 11% delle famiglie vive in uno 
stato di povertà relativa o 
assoluta
Alberto Castori www.sbinterlinea.it

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condizione sociale della famiglia a Viterbo

  • 1. la Famiglia a Viterbo SPUNTI PER UNA RIFLESSIONE BASATA SUI DATI di Alberto Castori – ricercatore
  • 2. COSA INTENDIAMO PER FAMIGLIA una definizione tecnica Il Gruppo di Cambridge fondato da Peter Laslett ha delineato cinque tipi di famiglie, ormai riconosciute e utilizzate da tutti i sociologi a livello mondiale Nucleare è una famiglia formata dalla coppia coniugale con o senza figli o da un singolo genitore con figli; Estesa famiglia formata da una sola unità nucleare e uno o più parenti conviventi; Senza struttura coniugale famiglia priva di un’unità coniugale (vi sono solo persone che convivono); Multipla famiglia formata da due o più unità nucleari; Solitaria famiglia formata da una sola persona.
  • 3. COSA INTENDIAMO PER FAMIGLIA la definizione dell’ISTAT Un insieme di persone legate da vincoli di matrimonio, parentela, affinità, adozione, tutela o da vincoli affettivi, coabitanti ed aventi dimora abituale nello stesso comune. Una famiglia può essere costituita anche da una sola persona.
  • 4. Alcune tendenze nazionali in atto DAL RAPPORTO ISTAT 2014
  • 5. Il quadro di riferimento nazionale Si vive sempre più a lungo ma resta bassa la propensione ad avere figli. Nel 2012 la speranza di vita alla nascita è giunta a 79,6 anni per gli uomini e a 84,4 anni per le donne (rispettivamente superiore di 2,1 anni e 1,3 anni alla media europea del 2012). Allo stesso tempo il nostro Paese è caratterizzato dal persistere di livelli molto bassi di fecondità, in media 1,42 figli per donna nel 2012 (media Ue28 1,58). Si accentua l’invecchiamento della popolazione. La vita media in continuo aumento, da un lato, e il regime di persistente bassa fecondità, dall’altro, ci hanno fatto conquistare a più riprese il primato di Paese con il più alto indice di vecchiaia del mondo: al 1° gennaio 2013 nella popolazione residente si contano 151,4 persone di 65 anni e oltre ogni 100 giovani con meno di 15 anni. Rapporto Istat 2014
  • 6. Il quadro di riferimento nazionale Le coppie con figli sempre meno numerose rappresentano appena il 34,6 per cento del totale delle famiglie. In particolare, a seguito della contrazione della nuzialità e della fecondità, sono le coppie coniugate con figli a diminuire più rapidamente. Nel periodo 2007- 2013 sono scese dal 37,3 al 32,6 per cento. La forma familiare più tradizionale che, ancora 20 anni or sono era maggioritaria, rappresenta oggi meno di una famiglia su 3. Invece, le coppie senza figli sono in aumento e hanno raggiunto il 29,3 per cento sul totale delle famiglie. Rapporto Istat 2014
  • 7. Il quadro di riferimento nazionale Crescono le famiglie unipersonali hanno superato i 7,5 milioni, arrivando a rappresentare il 30,2 % delle famiglie italiane. Il 48,7 % delle persone che vivono sole sono anziani di 65 anni e più (l’11,1 % ha più di 85 anni). La crescita delle famiglie unipersonali si deve anche all’aumento dei single non vedovi (4,4 milioni nel 2013 un milione in più rispetto al 2007). Le famiglie di monogenitori non vedovi superano quota 1,5 milioni, con un aumento del 47 % rispetto al 2007. La maggioranza di queste famiglie è costituita da madre con figli: l’83,7 % Rapporto Istat 2014
  • 8. coppie con figli 34.6 coppie senza figli 29.3 unipersonali 30.2 Distribuzione delle famiglie italiane Rapporto Istat 2014
  • 10. Evoluzione demografica 289036 290234 293671 296264 298189 299869 304843 309302 310913 312038 312874 315623 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013
  • 11. Natalità e mortalità negli ultimi anni Morti Nati 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2,220 2,299 2,334 2,311 2,496 2,499 2,642 2,696 2,645 2,672 2,644 3,191 3,480 3,099 3,362 3,358 3,324 3,527 3,548 3,567 3,517 3,745 Nati Morti
  • 12. Saldo iscritti/cancellati all’anagrafe 3,015 5,730 4,893 3,768 3,406 6,384 5,758 3,468 3,077 2,071 4,050 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012
  • 13. Composizione della popolazione per fasce d’età 8.6 8.4 10.6 14.2 15.8 13.8 12.1 9.9 5.7 0.8 90-99 anni 80-89 anni 70-79 anni 60-69 anni 50-59 anni 40-49 anni 30-39 anni 20-29 anni 10-19 anni 0-9 anni 16,4 16,1 i minorenni
  • 14. Un indice superiore a 50 denota uno squilibrio generazionale: la componente di anziani (che incide per 33 dei 52 punti) ci dice che questo disequilibrio è fortemente influenzato dalla quota più anziana della popolazione per ogni 100 ragazzi sotto i 15 anni ci sono 173 anziani sopra i 65 anni di età Indice di vecchiaia
  • 15. Residenti di nazionalità straniera 23.714 23.991 26.399 29.590 2011 2012 2013 2014
  • 17. le famiglie in Provincia di VT Anno 2013 della popolazione
  • 18. Numero di componenti medi per famiglia 2.50 2.44 2.43 2.41 2.39 2.38 2.35 2.33 2.32 2.18 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011
  • 19. Percentuale di famiglie con 5 componenti e più, negli ultimi censimenti 16.… 9.07 7.09 5.08 4.22 1971 1981 1991 2001 2011
  • 20. 2011 TASSO DI FECONDITÀ TOTALE ETÀ MEDIA DELLE MADRI AL PARTO italiane straniere totale italiane straniere totale ITALIA 1,29 2,37 1,42 32,02 28,44 31,39 LAZIO 1,34 2,33 1,46 32,72 28,6 31,97 Viterbo 1,17 2,24 1,32 32,34 28,21 31,44 Rieti 1,21 2,18 1,32 32,05 27,88 31,33 Roma 1,36 2,29 1,49 33 28,78 32,18 Latina 1,36 2,66 1,48 32,03 28,28 31,49 Frosinone 1,23 2,38 1,31 31,64 27,18 31,16
  • 21. Persone da 18 a 49 anni per intenzione di avere figli nei 41.2 prossimi tre anni 21.5 19.4 8.5 9.3 Certamente no Probabilmente no Probabilmente sì Certamente sì Non indicato dato regionale - 2009
  • 22. Stato civile Anno 2012 Coniugati/e Celibi/Nubili 39.5% 50.1% Divorziati/e 2.1% Vedovi/e 8.4%
  • 23. Coniugati e divorziati sul totale della popolazione Coniugati/e Divorziati/e 52.3% 52.0% 51.3% 50.9% 50.7% 50.1% 1.5% 1.6% 1.7% 2.1% 1.9% 2.1% 2007 2008 2009 2010 2011 2012
  • 24. separazioni e divorzi ogni mille matrimoni Dato nazionale 158.3 separazioni divorzi 175.4 185.6 195.0 203.8 228.0 242.6 265.5 250.4 272.6 272.1 268.1 273.7 286.2 296.9 79.7 96.9 99.9 100.9 104.2 114.9 123.8 130.6 138.6 148.8 151.2 160.6 165.4 178.8 180.8 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009
  • 25. Matrimoni celebrati, per rito civile religioso matrioni tot dati provinciali 490 524 543 529 490 454 472 983 884 828 774 697 580 555 1473 1408 1371 1303 1187 1034 1027 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012
  • 27. Capacità di far fronte a spese impreviste Quasi tre famiglie su quattro non risparmiano Una su due va in crisi se deve affrontare spese non previste Lazio - anno 2012 famiglie che non riescono a risparmiare 72.50% famiglie che non riescono a far fronte a spese impreviste 50.2
  • 28. Famiglie che non riescono a far fronte a spese impreviste dato regionale 27 25.7 33.1 32 38.8 34 40.8 50.2 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012
  • 29. Persone affluite al centro di ascolto della Caritas diocesana a Viterbo 219 260 280 308 358 563 636 726 719 696 italiani stranieri
  • 30. Stime del fenomeno nella Tuscia vivono in uno stato di povertà relativa cioè nell’incapacità di acquisire i beni e i servizi, necessari a raggiungere uno standard di vita minimo accettabile nel contesto di appartenenza vivono in uno stato di povertà assoluta con una spesa mensile al di sotto della soglia minima necessaria per acquisire il paniere di beni e servizi considerati essenziali stime su dati 2012
  • 31. La situazione peggiora al crescere del nucleo famigliare 3.1 5.5 9.4 10.1 23.7 incidenza della povertà relativa per numero di componenti uno due tre quattro cinque o più dato nazionale - anno 2012
  • 32. viterbesi sono a rischio povertà ed esclusione sociale 31.000 vivono in uno stato di deprivazione materiale grave stime su dati 2012
  • 33. Istat 2012 L’indicatore sintetico di rischio povertà ci dice che riguarda: • 23,4% famiglie di soli italiani • 38,3% famiglie miste • 56,8% famiglie composte solamente da stranieri
  • 34. • Famiglia sempre più piccola (aumentano le famiglie monogenitoriali) • Diminuiscono i matrimoni (soprattutto quelli religiosi) • Diminuisce il tasso di fecondità e aumenta l’età media al parto (soprattutto tra le italiane) • Economia di sussistenza (molti anziani) • dove cresce il disagio sociale (soprattutto per le famiglie numerose e con stranieri) • e l’incapacità a fare fronte alle spese impreviste • L’ 11% delle famiglie vive in uno stato di povertà relativa o assoluta

Hinweis der Redaktion

  1. Il presente lavoro è ampiamente tratto dallo studio preliminare sulla famiglia a Viterbo commissionato alla Cooperativa Interlinea dall’Assessorato ai Servizi Sociali e Politiche della Famiglia del Comune di Viterbo. È stato presentato il 17 maggio 2014, in occasione della Giornata Internazionale della Famiglia
  2. Ognuno di noi ha una idea precisa di cosa si intende per famiglia ma, spesso, quell’idea è solo una delle tipologie di famiglia che la teoria ha codificato
  3. Non è un’oziosa definizione accademica: ha ricadute pratiche perché i dati rilevati fanno riferimento a quelle definizioni Se ne deduce che: quando parliamo di famiglia parliamo di quasi tutta la popolazione Ne rimangono fuori solamente quanti convivono in strutture militari, strutture religiose, sanitarie e i detenuti (tali strutture sono complessivamente 39 a VT)
  4. Le donne italiane in età feconda sono sempre meno numerose, fanno meno figli e sempre più tardi. Questa misura rappresenta il “debito demografico” contratto da un paese nei confronti delle generazioni future, soprattutto in termini di previdenza, spesa sanitaria e assistenza. Trent’anni di tale evoluzione demografica ci consegnano un paese profondamente trasformato nella sua struttura e nelle sue dinamiche sociali e demografiche.
  5. Cresce non tantissimo ma cresce , si sarebbe portati a pensare che cresce in virtù di nuove nascite
  6. Tasso di crescita naturale negativo
  7. Provenienti da altri comuni e/o nazioni
  8. Nella fascia dai 31 ai 60 anni è compresa quasi la metà della popolazione, il 43,5% 9874 persone sopra ai 70 anni a fronte di 11600 sotto i 20 anni
  9. 8,4% della popolazione residente Gli ingressi di cittadini stranieri hanno anche in parte rallentato il ritmo di invecchiamento della popolazione residente, sia direttamente grazie al giovane profilo per età degli immigrati sia indirettamente grazie al contributo dei cittadini stranieri alla fecondità.
  10. Prosegue l’aumento del numero di famiglie e diminuisce la loro dimensione. Dal 2006 al 2013 si osserva un incremento del 7,6 per cento del numero totale di famiglie, cresciute da 23 milioni e 216 mila (in media 2006-2007) a 24 milioni e 979 mila (in media 2012-2013). Contemporaneamente prosegue la diminuzione del numero medio di componenti per famiglia da 4 (1951), a 2,6 (2001), a 2,4 (2011
  11. Il tasso di fecondità che assicura ad un popolazione la possibilità di riprodursi mantenendo costante la propria struttura è di 2,1 figli per donna. Valore più basso della regione Avere o non avere figli, nonostatnte tutto, resta una scelta individuale. Il problema semmai è alla radice, ovvero a chi decide di avere figli viene chiesto di correre un rischio laddove, invece, sarebbe più opportuno tutelare un diritto
  12. Indagine multiscopo sulle famiglie i cui risultati sono stati resi pubblici nel 2013- l’indagine ha andamento quinquennale…
  13. Per quanto riguarda le vedove il rapporto è 1 a 5 per le vedove sui vedovi
  14. Nel 2009 le separazioni sono state 85.945 e i divorzi 54.456. Rispetto al 1995 le separazioni sono aumentate di oltre il 64 per cento ed i divorzi sono praticamente raddoppiati (+ 101 per cento). Tali incrementi si sono osservati in un contesto in cui i matrimoni diminuiscono e quindi sono imputabili ad un effettivo aumento della propensione alla rottura dell’unione coniugale. Questa propensione può essere più correttamente valutata attraverso l’utilizzo dei tassi di separazione e divorzio totali per coorte di matrimonio
  15. I matrimoni religiosi sono diminuiti del 42,5% nel periodo considerato
  16. Viterbo si percepisce come una città benestante: ne ha ben donde a legger i dati
  17. Le famiglie che non riescono a risparmiare sono più o meno la stessa percentuale anzi erano il 68% nel 2006, il 66,7 nel 2008 e il 67,3 nel 2010 e il 68% nel 2011 impennata proprio nel 2012
  18. Il valore delle spese impreviste per ciascun anno di indagine è pari a 1/12 della soglia di rischio di povertà calcolata nell'indagine di due anni precedenti, ossia: valore delle spese impreviste: 2006 euro 600 2007 euro 700 2008 euro 750 2009 euro 750
  19. La stima dell'incidenza della povertà relativa (la percentuale di famiglie e persone povere) viene calcolata sulla base di una soglia convenzionale che individua il valore di spesa per consumi al di sotto del quale una famiglia viene definita povera in termini relativi. La soglia di povertà relativa per una famiglia di due componenti è pari alla spesa media mensile per persona nel Paese, che nel 2012 è risultata di 990,88 euro. Le famiglie composte da due persone che hanno una spesa mensile pari o inferiore a tale valore vengono classificate come povere. Per famiglie di ampiezza diversa il valore della linea si ottiene applicando un’opportuna scala di equivalenza. La soglia di povertà assoluta corrisponde, invece, alla spesa mensile minima necessaria per acquisire il paniere di beni e servizi considerati essenziali, nel contesto italiano e per una determinata famiglia, a conseguire uno standard di vita “minimamente accettabile”. Le famiglie con una spesa mensile pari o inferiore al valore della soglia (che si differenzia per dimensione e composizione per età della famiglia, per ripartizione geografica e ampiezza demografica del comune di residenza) vengono classificate come assolutamente povere. Nel 2011, per una famiglia di due componenti adulti (18-59 anni) di un piccolo comune la soglia di povertà assoluta è pari a 984,73 euro, se residente nel Nord, e a 761,38 euro, se nel Mezzogiorno; scende a 918,93 euro e 704,69 euro rispettivamente qualora uno dei due componenti abbia più di 74 anni. L’intensità della povertà indica, in termini percentuali, quanto la spesa media mensile delle famiglie classificate come povere sia al di sotto della linea di povertà.
  20. L'indicatore è dato dalla somma delle persone a rischio di povertà, delle persone in situazione di grave deprivazione materiale e delle persone che vivono in famiglie a intensità lavorativa molto bassa (24,2%). Le persone sono conteggiate una sola volta anche se sono presenti su più sub-indicatori. Le persone a rischio di povertà sono coloro vivono in famiglie con un reddito equivalente inferiore al 60 per cento del reddito equivalente mediano disponibile, dopo i trasferimenti sociali. . L’aggravarsi delle condizioni economiche negli ultimi anni ha causato nella Regione un aumento sensibile delle persone a rischio povertà o esclusione sociale che nel 2012 costituiscono il 27% della popolazione regionale,. In aumento anche la percentuale di popolazione che soffre di gravi deprivazioni materiali che raggiunge il 9,9% nel 2012.
  21. Senza dimenticare che in questa fase di crisi la famiglia è il grande ammortizzatore sociale: sostiene i nuovi poveri, paga i loro debiti, offre loro una casa se la perdono, si occupa degli anziani non autosufficienti, dei disabili. Aiuta i propri membri in difficoltà facendo ricorso ai propri risparmi, ma fino a quando potrà permetterselo? un’area dell’economia di sussistenza, rappresentata in sostanza dai territori della provincia di Viterbo, molto condizionata dalla forte incidenza della popolazione anziana e da un quadro problematico del mercato del lavoro. Il disagio è qui legato al crescente bisogno di servizi socioassistenziali territoriali da parte degli anziani e a fenomeni di marginalità sociale per quanto riguarda i più giovani;
  22. Ci piacerebbe che si affermasse una cultura del dato intorno alla quale rendere trasparenti scelte e valutazioni che vengono fatte