Presentazione dei principali dati statistici del Dossier Caritas 2010 sulle p...
condizione sociale della famiglia a Viterbo
1. la Famiglia a Viterbo
SPUNTI PER UNA RIFLESSIONE BASATA SUI DATI
di Alberto Castori – ricercatore
2. COSA INTENDIAMO PER FAMIGLIA
una definizione tecnica
Il Gruppo di Cambridge fondato da Peter Laslett ha delineato cinque tipi di famiglie,
ormai riconosciute e utilizzate da tutti i sociologi a livello mondiale
Nucleare è una famiglia formata dalla coppia coniugale con o senza figli o da un
singolo genitore con figli;
Estesa famiglia formata da una sola unità nucleare e uno o più parenti
conviventi;
Senza struttura coniugale famiglia priva di un’unità coniugale (vi sono
solo persone che convivono);
Multipla famiglia formata da due o più unità nucleari;
Solitaria famiglia formata da una sola persona.
3. COSA INTENDIAMO PER FAMIGLIA
la definizione dell’ISTAT
Un insieme di persone legate da vincoli di matrimonio,
parentela, affinità, adozione, tutela o da vincoli
affettivi, coabitanti ed aventi dimora abituale nello
stesso comune.
Una famiglia può essere costituita anche da una sola
persona.
5. Il quadro di riferimento nazionale
Si vive sempre più a lungo ma resta bassa la propensione ad avere figli.
Nel 2012 la speranza di vita alla nascita è giunta a 79,6 anni per gli uomini e a 84,4
anni per le donne (rispettivamente superiore di 2,1 anni e 1,3 anni alla media
europea del 2012).
Allo stesso tempo il nostro Paese è caratterizzato dal persistere di livelli molto bassi
di fecondità, in media 1,42 figli per donna nel 2012 (media Ue28 1,58).
Si accentua l’invecchiamento della popolazione.
La vita media in continuo aumento, da un lato, e il regime di persistente bassa
fecondità, dall’altro, ci hanno fatto conquistare a più riprese il primato di Paese con il
più alto indice di vecchiaia del mondo: al 1° gennaio 2013 nella popolazione
residente si contano 151,4 persone di 65 anni e oltre ogni 100 giovani con meno di
15 anni.
Rapporto Istat 2014
6. Il quadro di riferimento nazionale
Le coppie con figli sempre meno numerose
rappresentano appena il 34,6 per cento del totale delle famiglie.
In particolare, a seguito della contrazione della nuzialità e della fecondità, sono
le coppie coniugate con figli a diminuire più rapidamente. Nel periodo 2007-
2013 sono scese dal 37,3 al 32,6 per cento. La forma familiare più tradizionale
che, ancora 20 anni or sono era maggioritaria, rappresenta oggi meno di una
famiglia su 3.
Invece, le coppie senza figli sono in aumento e hanno raggiunto il 29,3 per
cento sul totale delle famiglie.
Rapporto Istat 2014
7. Il quadro di riferimento nazionale
Crescono le famiglie unipersonali
hanno superato i 7,5 milioni, arrivando a rappresentare il 30,2 % delle famiglie
italiane.
Il 48,7 % delle persone che vivono sole sono anziani di 65 anni e più (l’11,1 %
ha più di 85 anni).
La crescita delle famiglie unipersonali si deve anche all’aumento dei single
non vedovi (4,4 milioni nel 2013 un milione in più rispetto al 2007).
Le famiglie di monogenitori non vedovi superano quota 1,5 milioni, con un
aumento del 47 % rispetto al 2007.
La maggioranza di queste famiglie è costituita da madre con figli: l’83,7 %
Rapporto Istat 2014
8. coppie con
figli
34.6
coppie senza
figli
29.3
unipersonali
30.2
Distribuzione delle
famiglie italiane
Rapporto Istat 2014
13. Composizione della popolazione per fasce d’età
8.6
8.4
10.6
14.2
15.8
13.8
12.1
9.9
5.7
0.8
90-99 anni
80-89 anni
70-79 anni
60-69 anni
50-59 anni
40-49 anni
30-39 anni
20-29 anni
10-19 anni
0-9 anni
16,4
16,1 i minorenni
14. Un indice superiore a 50 denota uno squilibrio
generazionale: la componente di anziani (che
incide per 33 dei 52 punti) ci dice che questo
disequilibrio è fortemente influenzato dalla quota
più anziana della popolazione
per ogni 100 ragazzi sotto i 15 anni ci sono 173 anziani sopra i 65 anni di età
Indice di vecchiaia
17. le famiglie in
Provincia di VT
Anno 2013
della popolazione
18. Numero di componenti medi per famiglia
2.50
2.44
2.43
2.41
2.39
2.38
2.35
2.33
2.32
2.18
2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011
19. Percentuale di famiglie con 5
componenti e più, negli ultimi
censimenti
16.…
9.07
7.09
5.08
4.22
1971 1981 1991 2001 2011
20. 2011 TASSO DI FECONDITÀ TOTALE ETÀ MEDIA DELLE MADRI AL PARTO
italiane straniere totale italiane straniere totale
ITALIA 1,29 2,37 1,42 32,02 28,44 31,39
LAZIO 1,34 2,33 1,46 32,72 28,6 31,97
Viterbo 1,17 2,24 1,32 32,34 28,21 31,44
Rieti 1,21 2,18 1,32 32,05 27,88 31,33
Roma 1,36 2,29 1,49 33 28,78 32,18
Latina 1,36 2,66 1,48 32,03 28,28 31,49
Frosinone 1,23 2,38 1,31 31,64 27,18 31,16
21. Persone da 18 a 49 anni per intenzione
di avere figli nei 41.2 prossimi tre anni
21.5
19.4
8.5 9.3
Certamente no Probabilmente no Probabilmente sì Certamente sì Non indicato
dato regionale - 2009
22. Stato civile
Anno 2012
Coniugati/e
Celibi/Nubili
39.5%
50.1%
Divorziati/e
2.1%
Vedovi/e
8.4%
23. Coniugati e divorziati sul totale della popolazione
Coniugati/e Divorziati/e
52.3% 52.0% 51.3% 50.9% 50.7% 50.1%
1.5% 1.6% 1.7% 2.1% 1.9% 2.1%
2007 2008 2009 2010 2011 2012
27. Capacità di far fronte a spese impreviste
Quasi tre famiglie su quattro non risparmiano
Una su due va in crisi se deve affrontare spese non previste
Lazio - anno 2012
famiglie che non riescono a risparmiare
72.50%
famiglie che non riescono a far fronte a spese impreviste
50.2
28. Famiglie che non riescono a far fronte
a spese impreviste
dato regionale
27
25.7
33.1
32
38.8
34
40.8
50.2
2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012
29. Persone affluite al centro di ascolto della
Caritas diocesana a Viterbo
219
260 280
308
358
563
636
726 719 696
italiani stranieri
30. Stime del fenomeno nella Tuscia
vivono in uno stato di povertà relativa
cioè nell’incapacità di acquisire i beni e i servizi, necessari a
raggiungere uno standard di vita minimo accettabile nel contesto di
appartenenza
vivono in uno stato di povertà assoluta
con una spesa mensile al di sotto della soglia minima
necessaria per acquisire il paniere di beni e servizi considerati
essenziali
stime su dati 2012
31. La situazione peggiora al crescere del nucleo famigliare
3.1
5.5
9.4 10.1
23.7
incidenza della povertà relativa per numero di componenti
uno due tre quattro cinque o più
dato nazionale - anno 2012
32. viterbesi sono a rischio povertà ed esclusione sociale
31.000
vivono in uno stato di deprivazione materiale grave
stime su dati 2012
33. Istat 2012
L’indicatore sintetico di rischio povertà ci dice che riguarda:
• 23,4% famiglie di soli italiani
• 38,3% famiglie miste
• 56,8% famiglie composte solamente da stranieri
34. • Famiglia sempre più piccola
(aumentano le famiglie
monogenitoriali)
• Diminuiscono i matrimoni
(soprattutto quelli religiosi)
• Diminuisce il tasso di fecondità e
aumenta l’età media al parto
(soprattutto tra le italiane)
• Economia di sussistenza
(molti anziani)
• dove cresce il disagio sociale
(soprattutto per le famiglie
numerose e con stranieri)
• e l’incapacità a fare fronte alle
spese impreviste
• L’ 11% delle famiglie vive in uno
stato di povertà relativa o
assoluta
Il presente lavoro è ampiamente tratto dallo studio preliminare sulla famiglia a Viterbo commissionato alla Cooperativa Interlinea dall’Assessorato ai Servizi Sociali e Politiche della Famiglia del Comune di Viterbo.
È stato presentato il 17 maggio 2014, in occasione della Giornata Internazionale della Famiglia
Ognuno di noi ha una idea precisa di cosa si intende per famiglia ma, spesso, quell’idea è solo una delle tipologie di famiglia che la teoria ha codificato
Non è un’oziosa definizione accademica: ha ricadute pratiche perché i dati rilevati fanno riferimento a quelle definizioni
Se ne deduce che: quando parliamo di famiglia parliamo di quasi tutta la popolazione
Ne rimangono fuori solamente quanti convivono in strutture militari, strutture religiose, sanitarie e i detenuti (tali strutture sono complessivamente 39 a VT)
Le donne italiane in età feconda sono sempre meno numerose, fanno meno figli e sempre più tardi.
Questa misura rappresenta il “debito demografico” contratto da un paese nei confronti delle generazioni
future, soprattutto in termini di previdenza, spesa sanitaria e assistenza. Trent’anni
di tale evoluzione demografica ci consegnano un paese profondamente trasformato
nella sua struttura e nelle sue dinamiche sociali e demografiche.
Cresce non tantissimo ma cresce , si sarebbe portati a pensare che cresce in virtù di nuove nascite
Tasso di crescita naturale negativo
Provenienti da altri comuni e/o nazioni
Nella fascia dai 31 ai 60 anni è compresa quasi la metà della popolazione, il 43,5%
9874 persone sopra ai 70 anni a fronte di 11600 sotto i 20 anni
8,4% della popolazione residente
Gli ingressi di cittadini stranieri hanno anche in parte rallentato il ritmo di invecchiamento della popolazione residente, sia
direttamente grazie al giovane profilo per età degli immigrati sia indirettamente grazie
al contributo dei cittadini stranieri alla fecondità.
Prosegue l’aumento del numero di famiglie e diminuisce la loro dimensione. Dal 2006 al 2013 si osserva un incremento del 7,6 per cento del numero totale di famiglie, cresciute da 23 milioni e 216 mila (in media 2006-2007) a 24 milioni e 979 mila (in
media 2012-2013). Contemporaneamente prosegue la diminuzione del numero medio di componenti per famiglia da 4 (1951), a 2,6 (2001), a 2,4 (2011
Il tasso di fecondità che assicura ad un popolazione la possibilità di riprodursi mantenendo costante la propria struttura è di 2,1 figli per donna. Valore più basso della regione
Avere o non avere figli, nonostatnte tutto, resta una scelta individuale. Il problema semmai è alla radice, ovvero a chi decide di avere figli viene chiesto di correre un rischio laddove, invece, sarebbe più opportuno tutelare un diritto
Indagine multiscopo sulle famiglie i cui risultati sono stati resi pubblici nel 2013- l’indagine ha andamento quinquennale…
Per quanto riguarda le vedove il rapporto è 1 a 5 per le vedove sui vedovi
Nel 2009 le separazioni sono state 85.945 e i divorzi 54.456. Rispetto al 1995 le separazioni sono aumentate di oltre il 64 per cento ed i divorzi sono praticamente raddoppiati (+ 101 per cento). Tali incrementi si sono osservati in un contesto in cui i matrimoni diminuiscono e quindi sono imputabili ad un effettivo aumento della propensione alla rottura dell’unione coniugale. Questa propensione può essere più correttamente valutata attraverso l’utilizzo dei tassi di separazione e divorzio totali per coorte di matrimonio
I matrimoni religiosi sono diminuiti del 42,5% nel periodo considerato
Viterbo si percepisce come una città benestante: ne ha ben donde a legger i dati
Le famiglie che non riescono a risparmiare sono più o meno la stessa percentuale anzi erano il 68% nel 2006, il 66,7 nel 2008 e il 67,3 nel 2010 e il 68% nel 2011 impennata proprio nel 2012
Il valore delle spese impreviste per ciascun anno di indagine è pari a 1/12 della soglia di rischio di povertà calcolata nell'indagine di due anni precedenti, ossia:valore delle spese impreviste:2006 euro 6002007 euro 7002008 euro 7502009 euro 750
La stima dell'incidenza della povertà relativa (la percentuale di famiglie e persone povere) viene calcolata sulla base di una soglia convenzionale che individua il valore di spesa per consumi al di sotto del quale una famiglia viene definita povera in termini relativi. La soglia di povertà relativa per una famiglia di due componenti è pari alla spesa media mensile per persona nel Paese, che nel 2012 è risultata di 990,88 euro. Le famiglie composte da due persone che hanno una spesa mensile pari o inferiore a tale valore vengono classificate come povere. Per famiglie di ampiezza diversa il valore della linea si ottiene applicando un’opportuna scala di equivalenza.
La soglia di povertà assoluta corrisponde, invece, alla spesa mensile minima necessaria per acquisire il paniere di beni e servizi considerati essenziali, nel contesto italiano e per una determinata famiglia, a conseguire uno standard di vita “minimamente accettabile”. Le famiglie con una spesa mensile pari o inferiore al valore della soglia (che si differenzia per dimensione e composizione per età della famiglia, per ripartizione geografica e ampiezza demografica del comune di residenza) vengono classificate come assolutamente povere. Nel 2011, per una famiglia di due componenti adulti (18-59 anni) di un piccolo comune la soglia di povertà assoluta è pari a 984,73 euro, se residente nel Nord, e a 761,38 euro, se nel Mezzogiorno; scende a 918,93 euro e 704,69 euro rispettivamente qualora uno dei due componenti abbia più di 74 anni. L’intensità della povertà indica, in termini percentuali, quanto la spesa media mensile delle famiglie classificate come povere sia al di sotto della linea di povertà.
L'indicatore è dato dalla somma delle persone a rischio di povertà, delle persone in situazione di grave deprivazione materiale e delle persone che vivono in famiglie a intensità lavorativa molto bassa (24,2%). Le persone sono conteggiate una sola volta anche se sono presenti su più sub-indicatori. Le persone a rischio di povertà sono coloro vivono in famiglie con un reddito equivalente inferiore al 60 per cento del reddito equivalente mediano disponibile, dopo i trasferimenti sociali.
. L’aggravarsi delle condizioni economiche negli ultimi anni ha causato nella Regione un aumento sensibile delle persone a
rischio povertà o esclusione sociale che nel 2012 costituiscono il 27% della popolazione regionale,. In aumento anche la
percentuale di popolazione che soffre di gravi deprivazioni materiali che raggiunge il 9,9% nel 2012.
Senza dimenticare che in questa fase di crisi la famiglia è il grande ammortizzatore sociale: sostiene i nuovi poveri, paga i loro debiti, offre loro una casa se la perdono, si occupa degli anziani non autosufficienti, dei disabili. Aiuta i propri membri in difficoltà facendo ricorso ai propri risparmi, ma fino a quando potrà permetterselo?
un’area dell’economia di sussistenza, rappresentata in sostanza dai territori della provincia di Viterbo,
molto condizionata dalla forte incidenza della popolazione anziana e da un quadro problematico del
mercato del lavoro. Il disagio è qui legato al crescente bisogno di servizi socioassistenziali territoriali da
parte degli anziani e a fenomeni di marginalità sociale per quanto riguarda i più giovani;
Ci piacerebbe che si affermasse una cultura del dato intorno alla quale rendere trasparenti scelte e valutazioni che vengono fatte