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DIEGO ARMANDO
MARADONA
MAPPA CONCETTUALE
IL TANGO
SISTEMA
NERVOSO
MURALES
MARADONA
PRESENTATION
DIEGO
ARMANDO
MARADONA
IL CALCIO
BELLE ÈPOQUE
IL TRASPORTO
AEREO
ARGENTINA PRÉSENTATION
DIEGO ARMANDO MARADONA
Biografia
Maradona nasce il 30 ottobre 1960 nel
quartiere disagiato di Villa Fiorito, nella
periferia di Buenos Aires. Fin da bambino,
come tutti i ragazzini poveri della sua città,
passa gran parte del tempo per strada
giocando a pallone o facendosi le ossa in
campetti disastrati. Sono i piccoli spazi in
cui è costretto a giocare, fra macchine,
passanti e quant'altro, che lo abitua a
manovrare la palla in maniera magistrale.
Ammirato fin da subito dai compagni di
gioco per le sue doti, gli viene appioppato
il soprannome di "El pibe de oro" (il
ragazzo d'oro), che gli rimarrà anche
quando diverrà famoso. Preso atto del suo
talento tenta la strada del calcio
professionistico: la sua carriera inizia
nell'"Argentinos Juniors", per poi
proseguire nel "Boca Juniors", sempre in
Argentina.
Le sue straordinarie capacità non vengono subito notate e a soli sedici anni inizia a
giocare nella nazionale Argentina. Non viene però convocato per i mondiali del 1978
ritenendolo comunque troppo giovane per un'esperienza forte e importante
come quella. L’Argentina non sembra però gradire la scelta del commissario tecnico.
Da quel momento l'escalation del campioncino è inarrestabile. Dopo fulminanti prove
in campionato, vola per i mondiali di Spagna 1982 dove segna due gol, anche se nei
momenti chiave delle partite con Brasile e Italia e non riesce a brillare come dovrebbe,
facendosi pure espellere.
Successivamente l'ingaggio-record con il quale il Barcellona lo convince a lasciare il
Boca Juniors è di sette miliardi di lire dell'epoca.
Purtroppo però con la squadra spagnola gioca solamente trentasei partite in due anni,
a causa di un bruttissimo infortunio, il piú grave della sua carriera.
Maradona a Napoli
L'avventura successiva è forse quella più importante della sua: dopo numerose
trattative approda alla città che lo eleggerà a suo portabandiera, che lo innalzerà a
idolo e santo intoccabile: Napoli. Lo stesso Pibe de oro ha più volte affermato che
quella è diventata la sua seconda patria dopo l'Argentina.
Diego porterà per ben due volte la squadra allo scudetto.
Campione del mondo
Diego Armando Maradona tocca l'apice della carriera ai mondiali di Messico 1986.
Trascina l'Argentina alla conquista della Coppa del Mondo, segna complessivamente
cinque reti (e fornisce cinque assist), e sarà premiato quale miglior giocatore della
rassegna. In più: nei quarti di finale con l'Inghilterra realizza la rete passata alla storia
come quella della "mano di Dio", uno "sberleffo" che ancora oggi il calcio non ha
dimenticato (Maradona segnò di testa "aiutandosi" a metterla dentro con la mano).
Dopo pochi minuti, invece, realizza il gol-capolavoro, quel "balletto" che lo vede
partire da centrocampo, e dribblando mezza squadra avversaria, lo vede depositare la
palla in rete. Un gol che è stato votato da una giuria di esperti come il più bello della
storia del calcio!
Infine guida praticamente da solo l'Argentina fino al trionfo contro la Germania Ovest
per 3-2 nella finale mondiale.
Da quel successo Maradona porta ai vertici del calcio europeo anche il Napoli: come
detto, due scudetti vinti, una coppa Italia, una coppa Uefa e una Supercoppa italiana.
Gli anni del declino
Poi venne Italia '90 e, quasi in contemporanea, il declino del campione idolatrato in
tutto il mondo. L'Argentina in quel mondiale arriva sì in finale, ma perde contro la
Germania per un rigore di Brehme. Maradona scoppia in lacrime, denunciando
successivamente: "E' un complotto, ha vinto la mafia". Sono solo i primi segnali di
un'instabilità emotiva e di una fragilità che nessuno sospetterebbe da un uomo come
lui, abituato a rimanere sempre al centro dei riflettori.
Un anno più tardi (è il marzo 1991) viene scoperto positivo a un controllo antidoping,
con la conseguenza che viene squalificato per quindici mesi.
Lo scandalo lo travolge, fiumi di inchiostro vengono spesi per analizzare il suo caso. Il
declino sembra inarrestabile; si presenta un problema dietro l'altro. Non basta il
doping, entra in scena anche il "demone bianco", la cocaina, di cui Diego, a quanto
riportano le cronache, è un assiduo consumatore. Infine emergono gravi problemi con
il fisco, a cui si affianca la grana di un secondo figlio mai riconosciuto.
Quando la storia del campione sembra avviarsi a una triste conclusione, ecco l'ultimo
colpo di coda, la convocazione per USA '94, a cui si deve uno strepitoso gol alla
Grecia. I tifosi, il mondo, sperano che il campione sia finalmente uscito dal suo oscuro
tunnel, che torni ad essere quello di prima, invece viene nuovamente fermato per uso
di efedrina, sostanza proibita dalla FIFA.
Conclusa la carriera calcistica
Diego Armando Maradona sembra aver avuto qualche problema di "assestamento" e
di immagine: abituato ad essere idolatrato dalle folle e amato da tutti, sembra che non
si sia ripreso all'idea che la sua carriera fosse finita e che quindi i giornali non
avrebbero più parlato di lui. Se non parlano più di lui dal punto di vista calcistico,
però lo fanno nelle cronache dove Diego, per una cosa per l'altra (qualche apparizione
televisiva, qualche improvvisa rissa con gli invadenti giornalisti che lo seguono
ovunque), continua a far parlare di sé.
Gli anni 2000
Nel 2008, a pochi giorni dal suo compleanno, Diego Armando Maradona viene
nominato nuovo commissario tecnico della nazionale di calcio Argentina, in seguito
alle dimissioni di Alfio Basile il quale aveva ottenuto scarsi risultati nelle
qualificazioni ai Mondiali del 2010.
Maradona porta l'Argentina ad essere tra le protagoniste del mondiale sudafricano. Nel
2020, qualche giorno dopo aver compiuto 60 anni, viene portato d'urgenza in
ospedale: Maradona viene operato all'inizio del mese di novembre al cervello per la
rimozione di un ematoma. Durante il periodo di convalescenza, muore a causa di un
grave arresto cardiaco il 25 novembre 2020 nella sua casa di Tigre, città della
provincia di Buenos Aires.
IL CALCIO
Il calcio è uno sport di squadra giocato con
un pallone sferico su un campo di
gioco rettangolare, con due porte. È giocato da
due squadre composte da 11 giocatori. Dieci di
essi possono toccare il pallone solo con i piedi,
il corpo e la testa; uno solo posto a difesa della
porta (e perciò detto "portiere"), può toccare il
pallone anche con mani e braccia, solamente se
il pallone si trova in area di rigore. L'obiettivo
del gioco è quello di segnare più punti (detti gol o reti) della squadra avversaria,
facendo passare il pallone oltre la linea della porta avversaria. La durata di una partita
è di 90 minuti, divisi in due tempi da 45 minuti ciascuno più un eventuale recupero. Le
partite di calcio sono giocate a livello amatoriale e professionistico. Nel calcio
professionistico i calciatori sono undici e la correttezza del gioco è fatta osservare da
un ufficiale di gara (l'arbitro) e dai suoi assistenti (guardalinee, giudici di porta e
quarto uomo). È diventato lo sport più popolare al mondo (sia per il numero di
persone che lo giocano, sia per il numero di spettatori) perché è basato su norme
semplici, perché si gioca solo con un pallone senza altre attrezzature particolari e
perché può essere adattato ai luoghi e alle situazioni più diverse. La sua origine è
antica, ma la versione moderna e codificata del calcio è nata in Inghilterra nel XIX
secolo. Da allora il calcio si è diffuso prima in Europa poi in Sud America e quindi nel
resto del mondo.
Pallone da calcio
Un pallone da calcio è un pallone sferico in cuoio utilizzato per disputare gli incontri
di calcio.
Calciatore
Il calciatore è un atleta che pratica lo sport del calcio.
Porta
La porta è un elemento del campo da calcio, delimitante il limite del rettangolo
stesso.
IL SISTEMA NERVOSO
L’organizzazione del sistema nervoso
Il sistema nervoso è formato dall’insieme di
cellule specializzate capaci di:
⮚ raccogliere gli stimoli esterni e interni al
corpo
⮚ rispondere in modo efficace, coordinando
l’azione dei diversi organi e apparati.
Il sistema nervoso si divide in:
⮚ Il sistema nervoso centrale, formato dall’encefalo e dal midollo spinale ⮚ Il
sistema nervoso periferico, distinto a sua volta in volontario e autonomo, è
formato dai nervi che collegano il sistema nervoso centrale con i diversi organi
I neuroni
L’unità fondamentale del sistema nervoso è un particolare tipo di cellula chiamata
neurone o cellula nervosa.
I neuroni tuttavia rappresentano solo una piccola parte delle cellule presenti nel
sistema nervoso: circa 1’80% è costituito da cellule della glia
Il neurone ha una tipica forma a stella ed è costituito da quattro parti principali:
⮚ un corpo cellulare, che
contiene il nucleo della
cellula,
da cui si diramano numerosi
prolungamenti;
⮚ i dendriti, prolungamenti
corti
e ramificati simili alla chioma
di un albero, presenti in
numero variabile da 5 a 200
per neurone;
⮚ l’assone, un singolo
prolungamento più lungo degli altri, che alla sua estremità si dirama in una
serie di terminazioni;
⮚ alla fine di ciascuna di queste terminazioni si trova un piccolo ingrossamento,
chiamato bottone sinaptico.
Le fibre nervose e i nervi
Gli assoni sono rivestiti da uno strato protettivo di colore biancastro: la guaina
mielinica. Formato da mielina, una sostanza grassa prodotta da particolari cellule
dette cellule di Schwann. La funzione della guaina mielinica è di rendere più veloce
ed efficace il passaggio delle informazioni.
I segnali nervosi
La funzione principale del sistema nervoso è quella di trasportare messaggi da una
parte all’altra dell’organismo, sotto forma di segnali nervosi chimici ed elettrici.
Questa trasmissione è resa possibile da due caratteristiche fondamentali dei neuroni:
⮚ l’eccitabilità, cioè la capacità di cambiare il proprio stato dopo aver ricevuto
uno stimolo, e di elaborare una risposta;
⮚ la conducibilità, ovvero la capacità di ricevere e di trasmettere i segnali sotto
forma di impulsi elettrici che viaggiano lungo le fibre nervose ed altissima
velocità
I dendriti raccolgono stimoli dall’esterno della cellula e trasmettono l’informazione al
corpo cellulare. Da qui, il segnale nervoso passa lungo l’assone fino alle sinapsi, dove
è trasmesso alla cellula successiva.
A seconda della funzione che svolgono, si possono distinguere tre tipi di neuroni.
⮚ I neuroni sensoriali percepiscono gli
stimoli, sia interni sia esterni e li
trasmettono
agli altri neuroni del sistema nervoso
centrale.
⮚ I neuroni motori trasmettono gli impulsi
dal
sistema nervoso centrale alle cellule del
tessuto muscolare alle ghiandole, che
rispondono con determinate azioni
(movimenti, secrezione di sostanze).
⮚ I neuroni di associazione o interneuroni,
presenti solo nel sistema nervoso centrale,
hanno la funzione di collegare i neuroni
sensoriali a quelli motori.
La trasmissione degli impulsi nervosi
I messaggi che viaggiano all’interno della rete nervosa, chiamati impulsi nervosi,
sono segnali di tipo elettrico e si spostano sempre in un’unica direzione: dai dendriti
al corpo cellulare e dal corpo cellulare all’assone. Gli impulsi nervosi viaggiano a una
velocità variabile da 1 a oltre 100 metri al secondo
La sinapsi e i neurotrasmettitori
La struttura che consente all’impulso nervoso di
proseguire il proprio viaggio formando una zona di
collegamento tra i neuroni è chiamata sinapsi. Ogni
bottone sinaptico si collega con un dendrite di un altro
neurone, ma senza toccarlo.
Il sistema nervoso centrale: l’encefalo
Il sistema nervoso centrale (SNC) è formato
dall’encefalo, protetto dalla scatola cranica, e dal midollo spinale, che si trova
all’interno del canale vertebrale.
L’encefalo ha una massa di circa 1,4 kg
rappresenta la parte più voluminosa e importante
del sistema nervoso: è qui che le informazioni
raccolte dalla periferia arrivano, sono elaborate e
danno origine a una risposta. È costituito da tre
parti:
⮚ cervello;
⮚ cervelletto;
⮚ bulbo o midollo allungato.
Il cervello
Il cervello è la parte più voluminoso dell’encefalo. Contiene più di 100 miliardi di
cellule nervose ed è il centro di controllo di tutto il corpo. Il cervello umano è diviso
in due parti, gli emisferi cerebrali.
Il cervelletto e il bulbo
Il cervelletto si trova nella parte posteriore dell’encefalo, ha la funzione di regolare e
coordinare i movimenti volontari. Il bulbo o midollo allungato è una struttura lunga
circa 3 cm che collega il cervello e il cervelletto al midollo spinale. Nel bulbo hanno
sede i centri regolatori di importanti attività involontarie: la respirazione, il battito
cardiaco, la regolazione della temperatura interna del
corpo. Attraverso il bulbo passano le vie nervose che dal
cervello arrivano al midollo spinale.
Il midollo spinale
Il midollo spinale collega l’encefalo al sistema nervoso
periferico, trasportando informazioni dal centro alla
periferia e dalla periferia al centro.
Il sistema nervoso volontaria
Il sistema nervoso volontario è formato da 43 paia di
nervi che trasmettono gli impulsi nervosi dal sistema
nervoso centrale a tutte le parti del corpo e viceversa. I
nervi cranici sono 12 paia mentre i nervi spinali infatti
sono tutti nervi misti e comprendono:
⮚ 8 paia di nervi cervicali, che raggiungono la testa, il
collo il diaframma e la braccia;
⮚ 12 paia di nervi toracici, che controllano i muscoli del torace e dell’addome;
⮚ 5 paia di nervi lombari, che innervano le gambe;
⮚ 6 paia di nervi sacrali, che controllano la vescica, l’intestino, gli organi sessuali
e i piedi.
Il sistema nervoso autonomo
Il sistema nervoso autonomo controlla il funzionamento involontario degli organi
interni, e comprende due porzioni: il sistema simpatico e il sistema parasimpatico. Il
sistema simpatico è formato da due catene di gangli posti ai lati della colonna
vertebrale, paralleli al midollo spinale. Il sistema parasimpatico è formato da nervi
parasimpatici che partono da neuroni del bulbo e della regione sacrale del midollo
spinale.
BELLE ÉPOQUE
La Belle Époque è un periodo storico, culturale ed artistico che va dalla fine
dell’Ottocento allo scoppio della Prima Guerra Mondiale. In Europa lo sviluppo
tecnico-scientifico portò a un clima di ottimismo. Infatti gli europei si erano abituati a
un lungo periodo di pace. Dopo la conclusione della guerra Franco-prussiana 1870,
non c’erano più state guerre in Europa.
Il progresso aveva cambiato l’aspetto delle città, reso più comode le case e
rivoluzionato i trasporti e le comunicazioni. Il miglioramento delle condizioni
igienico-sanitarie e la diminuzione della mortalità portarono all’aumento della
popolazione europea.
Crebbe fra gli europei voglia di vivere e di divertirsi. Il tempo libero cominciò a essere
considerato un diritto.
I ricchi approfittavano delle comodità offerte dai nuovi mezzi di trasporto per fare
viaggi all’estero e trascorrere periodi di riposo al mare, in montagna o nelle località
termali.
A cavallo fra Otto e Novecento, anche lo sport divenne un fenomeno di massa. Fra gli
sport più popolare ci fu
da subito il calcio. Nel
1897 nacque a Torino lo
Sport Club Juventus. In
Italia il primo
campionato fu disputato
nel 1898 ( fu vinto dal
Genoa). Anche il
ciclismo trovò presto
molti sostenitori: nel 1905 nacque il tour de France, nel 1909 il giro d’Italia. Sia il
calcio sia il ciclismo furono sport praticati fin dall’inizio da un gran numero di
dilettanti.
In realtà in quegli stessi si addensavano molte e inquietanti ombre. La pace era
apparente: i grandi stati europei erano divisi da rivalità economiche e politiche. Il
benessere e la gioia di vivere toccavano soltanto uno strato superficiale della società,
cioè le persone più ricche. Contadini e operai ne erano esclusi e per molti
l’emigrazione restava l’unica via d’uscita contro la povertà.
ARGENTINA
Dove si trova?
L'Argentina occupa la parte più meridionale del
continente americano. Per estensione è il secondo
stato dell'America del Sud, dopo il Brasile.
Confini
L’Argentina confina:
• a nord con il Paraguay e la
Bolivia;
• a nord-est con Brasile e Uruguay;
• a est si affaccia sull'Oceano
Pacifico;
• a ovest con il Cile e Venezuela.
Bandiera
La bandiera dell'Argentina è stata
adottata per legge il 27 febbraio 1812. La
bandiera consiste in tre bande orizzontali
di uguali dimensioni. Le due bande
esterne sono azzurre e quella centrale è
bianca, con al centro il Sol de Mayo (sole
di maggio), simbolo di una divinità
indigena.
I colori della bandiera argentina sono
spesso oggetto di diatribe. Esiste però un
detto popolare molto comune, che si
confonde con la realtà, almeno tra gli
abitanti di Buenos Aires. Si racconta che
la vera origine dei colori della bandiera
argentina derivano dai colori delle vesti
della Madonna, nelle rappresentazioni
tradizionale dei due veli bianco e celeste.
Capitale
Buenos Aires
Forma di governo
Repubblica federale
Lingua
Spagnolo
Idiomi amerindi
Religione
Cattolica 87,8%
Protestante 7,5%
Popolazione
19 599 155 ab.
Moneta
Peso argentino
Territorio
Il suo territorio è percorso dai rilievi andini; la parte centro-orientale è pianeggiante e
occupata dal Gran Chaco, dalla Pampa e dalla Mesopotamia Argentina. Più a sud si
estende l’arido e freddo altopiano della Patogonia. All’estremità meridionale
l’arcipelago della terra del fuoco , diviso fra Argentina e Cile e coperto di ghiacciai, e
separato dalla terraferma dallo Stretto di Magellano.
I fiumi più importanti sono il Paranà e l'Uruguay.
Clima:
Il clima è subtropicale a nord, continentale secco al centro e oceanico freddo al sud.
Nella ragione andina è di tipo montano, con forti escursioni termiche, inverni rigidi ed
estati temperati.
Popolazione
In Argentina vivono più di 40 milioni di persone. Di esse, circa il 35% è di origine
italiana, il 25 % di discendenza spagnola. Delle popolazioni originari rimangono
alcuni gruppi nel nord del paese. Quasi del tutto assente è la popolazione di origine
africana.
La densità di popolazione è bassa. Gli abitanti si concentrano nelle città.
Economia
SETTORE PRIMARIO:
L'Argentina è uno dei primi paesi al mondo per produzione agricola e per
allevamento, in particolare dei bovini. I principali prodotti agricoli sono la soia, il
mais, il frumento. Per quanto riguarda l'allevamento, l'Argentina è uno dei maggiori
esportatori di carne bovina e ovina.
SETTORE SECONDARIO:
L'industria manifatturiera dell'Argentina è il settore che partecipa di più alla
formazione del Prodotto Interno Lordo. Insieme al commercio e al settore pubblico è
il settore occupazionale più rilevante dell'Argentina
SETTORE TERZARIO:
Il turismo è una risorsa importante per la repubblica. I turisti provengono in massima
parte da altri paesi dell'America Latina, dal Nord America e dall'Europa. Le principali
attrazioni sono la Patagonia, famosa per le sue montagne, laghi di origine glaciale,
ghiacciai e foreste vergini, le Cascate.
THIS IS ME!
My name is Ahmed and my surname is Moursi.
I’m fourteen years old and I come from Egypt.
My Birthday is on the 9th
of October.
My family is composed by 6 people: my father Kedr is forty-seven years old, my
mother Heba is thirty-seven years old. I have two sisters and a brother.
My brother is called Mohamed and he’s ten years old, my sister is Fatma and she is
twelve years old and the other sister is called Makka; she is two years old. My favorite
subject is Italian.
My favorite color is orange.
My favorite animal is the cat.
I like listening to music and hanging out with my friends.
PRÉSENTATION
Je m’appelle Ahmed Moursi, J’ai 14ans et j’habite à Baranzate. Mon anniversaire
c’est le 9 octobre. Ma matère preferee est l’italien
Mes parents s’appellent Khedr et Heba. Mon père a 47 ans et ma mère a 37 ans. J’ai 3
frères: Mohamed a 10 ans, Fatima a 12 ans et l’autre a 2 ans.
J’aime surfer sur le net, chatter avec mes amis et ètudier je suis petit et maigre j’ai les
cheveux chatains et courtes j’ai les yeux noirs.
Mon animal préféré c’est le chat
TANGO
Storia
Il tango che nasce in questo periodo tra1880 e 1920 è un ibrido di altre musiche e balli
popolari come
la milonga e il tango andaluz. Per
questo motivo e anche perché
considerato lascivo viene rifiutato
dalle classi medie e alte che
danzavano. Solo nella decade tra il
1910 ed il 1920, il tango inizia a
divenire di moda nei grandi saloni
delle maggiori capitali europee tra
cui Parigi, Berlino, Roma e Vienna .
Nella capitale austriaca, poi, si
hanno documenti che mostrano che
il tango argentino fu deliberatamente
escluso dal programma del 23° ballo della Città di Vienna (anno 1920-30). Il Processo
di riorganizzazione nazionale fu il nome con cui si autodefinì la dittatura
civile-militare che governò l'Argentina dal 1976 al 1983.
Nella società argentina, il tango era sempre stato guardato dall'alto in basso ed era
considerato la "pecora nera" della famiglia della cultura argentina. Fu solo quando
Jorge Lavelli e il Festival d'Automne di Parigi hanno dato a Segovia la possibilità di
mostrare il suo show Tango Argentino al Théâtre du Châtelet, dall'11 novembre fino al
17 novembre 1983, che la stampa argentina ha cominciato a prenderlo in
considerazione La musica del tango ha sempre continuato ad evolversi, negli anni
sessanta del novecento nel Tango Nuevo iniziato da Astor Piazzolla. Il termine Tango
Nuevo si sposa con un nuovo stile interpretativo del Tango ballato che ha raggiunto la
sua codifica con i contributi determinanti dei ballerini.
LA STORIA DEI FAMOSI MURALES DI MARADONA A NAPOLI
Diego Armando Maradona è stato un allenatore di calcio, dirigente sportivo e
calciatore argentino, di ruolo fantasista, campione del mondo nel 1986 e
vicecampione del mondo nel 1990 con la nazionale argentina. Soprannominato El
Pibe de Oro ("il ragazzo d'oro"), è considerato uno dei più grandi calciatori di tutti i
tempi, se non il migliore in assoluto. Sulla sua figura si è scritto e detto tanto, io mi
soffermerò sulla sua immagine mediata dall’arte dei Murales.
Il primo murale è del 1990, realizzato dopo la vittoria dello scudetto, il secondo è del
2017: raccontano il legame tra Maradona e Napoli.
L’amore tra Diego Armando Maradona e Napoli è uno degli aspetti più noti della sua
carriera. Con il Napoli, Maradona aveva giocato negli anni più importanti della sua
carriera, vincendo tantissimo e diventando amatissimo dai tifosi e un simbolo di tutta
la città. E la fama di Maradona, morto nel novembre del 2020, a Napoli è ben
raccontata da due noti murales, dipinti ad anni di distanza e diventati a loro volta
celebri.
Il primo e storico murale si trova nei quartieri spagnoli, in via Emanuele de Deo. Fu
dipinto nel 1990, anno in cui il Napoli vinse il secondo scudetto in pochi anni, grazie
soprattutto a Maradona. È un’opera di Mario Filardi, morto a Zurigo il 3 giugno del
2010, che nel 1990 aveva 23 anni.
La sorella Teresa ha raccontato a Il Napolista che il fratello Mario disegnò il murale
prendendo spunto da una piccolissima fotografia di Maradona. Un capo ultras del
Napoli organizzò una colletta tra gli abitanti di tutto il quartiere per realizzarlo.
«Quando vincemmo il secondo scudetto, tutti i ragazzi tifosi del Napoli, capitanati da
Bostik, vennero a chiamare Mario perché era bravo e gli chiesero di fare il disegno.
Lavorò per due notti e tre giorni, lo aiutarono tenendo i fari delle macchine accese per
illuminare il muro mentre lui disegnava», ha raccontato Teresa Filardi. «Non fece i
piedi perché il muro non arrivava fino a terra ma la gamba piegata ricordo che aveva la
scarpetta». A murale finito, gli abitanti del quartiere organizzarono una festa con tanto
di fuochi artificiali. Realizzato con semplice vernice, nel corso degli anni il murale ha
iniziato a sbiadirsi. Ma il vero danno fu nel 1998, quando sul muro, esattamente nel
punto in cui si trova il volto di Maradona, fu aperta una finestra.
Nel 2016, per iniziativa di Salvatore Iodice, artigiano e titolare di una bottega nei
quartieri spagnoli, l’opera è stata restaurata. Al restauro ha contribuito anche il
comune di Napoli, che ha messo a disposizione un carrello elevatore. Il tocco finale è
arrivato nell’ottobre del 2017, quando lo street artist argentino Francisco Bosoletti ha
disegnato nuovamente il volto nel murale di Diego Armando Maradona. Un altro
murale dedicato a Maradona si trova nel quartiere San Giovanni a Teduccio. È stato
dipinto sempre nel 2017 dallo street artist Jorit, napoletano, nato nel 1990, conosciuto
in tutto il mondo per le sue enormi e realistiche opere che raffigurano volti di
personaggi storici. È uno dei murale dedicati a Maradona più grandi al mondo. Jorit
ha scelto di rappresentare Maradona non più calciatore, ma riproducendo una foto
dell’epoca in cui allenava la nazionale argentina. Sotto il volto di Maradona, Jorit ha
scritto “Dios Umano”. «Maradona, oltre che per le sue gesta calcistiche, mi ha sempre
colpito come essere umano, infatti nel murale
non l’ho ritratto da giovane, ma contemporaneo a noi», ha detto in un’intervista a
Repubblica. «Mi sento vicino a lui perché si è sempre schierato da parte delle battaglie
dei popoli deboli, dei latinoamericani e dei palestinesi. Anche nel raccontare i suoi
problemi, il rapporto tumultuoso con la famiglia e l’abuso di cocaina, non ne ha mai
fatto vanto, anzi in quel caso è sempre emersa la sua inquietudine, la sua umanità.
Trovo ipocrita giudicarlo».
IL TRASPORTO AEREO
Il trasporto aereo ha conosciuto un'evoluzione straordinaria. Un progresso che non è
stato solo tecnologico, come rivoluzione dei mezzi di trasporto ma che è andato di pari
passo ad un'evoluzione culturale e di costume, modificando l'idea stessa di viaggio e
spostamento, il mondo diventa improvvisamente più piccolo, ogni terra diventa
raggiungibile in tempi brevi e la possibilità di raggiungere ogni luogo ha un'ovvia
ricaduta economica dunque nuovi mercati che in breve si consolidano come pratica
quotidiana.
Gli aeromobili viaggiano lungo aerovie, aree in cui è suddiviso il cielo per consentire
il passaggio dell’aereo in tutta sicurezza, senza rischi di incidenti con altri aerei. I
piloti seguono l’aerovia loro assegnata grazie alla strumentazione e alle indicazioni
delle torri di controllo e dei radiofari nel volo manuale, impostando adeguatamente il
pilota automatico per il volo strumentale.
Aerovie più strette, dette sentieri di discesa, conducono fino a terra l’aereo.
La parti fondamentali dell’aeroplano sono:
⮚ la fusoliera: ospita la cabina di pilotaggio, la cabina passeggeri, i vani di carico,
talvolta il motore, e collega l’ala agli organi di stabilizzazione e governo della
coda.
⮚ l’ala;
⮚ il carrello: l’organo di atterraggio e di decollo dell’aereo;
⮚ il motore a Turbofan: costituito da una grande ventola, un compressore ed una
camera da combustione, per l’aria compressa ed il kerosene, dalla turbina e dal
condotto di scarico attraverso il quale avviene la spinta per spingere l’aereo in
avanti.

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  • 1. DIEGO ARMANDO MARADONA MAPPA CONCETTUALE IL TANGO SISTEMA NERVOSO MURALES MARADONA PRESENTATION DIEGO ARMANDO MARADONA IL CALCIO
  • 2. BELLE ÈPOQUE IL TRASPORTO AEREO ARGENTINA PRÉSENTATION DIEGO ARMANDO MARADONA Biografia Maradona nasce il 30 ottobre 1960 nel quartiere disagiato di Villa Fiorito, nella periferia di Buenos Aires. Fin da bambino, come tutti i ragazzini poveri della sua città, passa gran parte del tempo per strada giocando a pallone o facendosi le ossa in campetti disastrati. Sono i piccoli spazi in cui è costretto a giocare, fra macchine, passanti e quant'altro, che lo abitua a manovrare la palla in maniera magistrale. Ammirato fin da subito dai compagni di gioco per le sue doti, gli viene appioppato il soprannome di "El pibe de oro" (il ragazzo d'oro), che gli rimarrà anche quando diverrà famoso. Preso atto del suo talento tenta la strada del calcio professionistico: la sua carriera inizia nell'"Argentinos Juniors", per poi proseguire nel "Boca Juniors", sempre in Argentina. Le sue straordinarie capacità non vengono subito notate e a soli sedici anni inizia a giocare nella nazionale Argentina. Non viene però convocato per i mondiali del 1978 ritenendolo comunque troppo giovane per un'esperienza forte e importante come quella. L’Argentina non sembra però gradire la scelta del commissario tecnico. Da quel momento l'escalation del campioncino è inarrestabile. Dopo fulminanti prove in campionato, vola per i mondiali di Spagna 1982 dove segna due gol, anche se nei momenti chiave delle partite con Brasile e Italia e non riesce a brillare come dovrebbe, facendosi pure espellere. Successivamente l'ingaggio-record con il quale il Barcellona lo convince a lasciare il Boca Juniors è di sette miliardi di lire dell'epoca. Purtroppo però con la squadra spagnola gioca solamente trentasei partite in due anni, a causa di un bruttissimo infortunio, il piú grave della sua carriera.
  • 3. Maradona a Napoli L'avventura successiva è forse quella più importante della sua: dopo numerose trattative approda alla città che lo eleggerà a suo portabandiera, che lo innalzerà a idolo e santo intoccabile: Napoli. Lo stesso Pibe de oro ha più volte affermato che quella è diventata la sua seconda patria dopo l'Argentina. Diego porterà per ben due volte la squadra allo scudetto. Campione del mondo Diego Armando Maradona tocca l'apice della carriera ai mondiali di Messico 1986. Trascina l'Argentina alla conquista della Coppa del Mondo, segna complessivamente cinque reti (e fornisce cinque assist), e sarà premiato quale miglior giocatore della rassegna. In più: nei quarti di finale con l'Inghilterra realizza la rete passata alla storia come quella della "mano di Dio", uno "sberleffo" che ancora oggi il calcio non ha dimenticato (Maradona segnò di testa "aiutandosi" a metterla dentro con la mano). Dopo pochi minuti, invece, realizza il gol-capolavoro, quel "balletto" che lo vede partire da centrocampo, e dribblando mezza squadra avversaria, lo vede depositare la palla in rete. Un gol che è stato votato da una giuria di esperti come il più bello della storia del calcio! Infine guida praticamente da solo l'Argentina fino al trionfo contro la Germania Ovest per 3-2 nella finale mondiale. Da quel successo Maradona porta ai vertici del calcio europeo anche il Napoli: come detto, due scudetti vinti, una coppa Italia, una coppa Uefa e una Supercoppa italiana. Gli anni del declino Poi venne Italia '90 e, quasi in contemporanea, il declino del campione idolatrato in tutto il mondo. L'Argentina in quel mondiale arriva sì in finale, ma perde contro la Germania per un rigore di Brehme. Maradona scoppia in lacrime, denunciando successivamente: "E' un complotto, ha vinto la mafia". Sono solo i primi segnali di un'instabilità emotiva e di una fragilità che nessuno sospetterebbe da un uomo come lui, abituato a rimanere sempre al centro dei riflettori. Un anno più tardi (è il marzo 1991) viene scoperto positivo a un controllo antidoping, con la conseguenza che viene squalificato per quindici mesi. Lo scandalo lo travolge, fiumi di inchiostro vengono spesi per analizzare il suo caso. Il declino sembra inarrestabile; si presenta un problema dietro l'altro. Non basta il doping, entra in scena anche il "demone bianco", la cocaina, di cui Diego, a quanto riportano le cronache, è un assiduo consumatore. Infine emergono gravi problemi con il fisco, a cui si affianca la grana di un secondo figlio mai riconosciuto. Quando la storia del campione sembra avviarsi a una triste conclusione, ecco l'ultimo colpo di coda, la convocazione per USA '94, a cui si deve uno strepitoso gol alla Grecia. I tifosi, il mondo, sperano che il campione sia finalmente uscito dal suo oscuro tunnel, che torni ad essere quello di prima, invece viene nuovamente fermato per uso di efedrina, sostanza proibita dalla FIFA. Conclusa la carriera calcistica Diego Armando Maradona sembra aver avuto qualche problema di "assestamento" e
  • 4. di immagine: abituato ad essere idolatrato dalle folle e amato da tutti, sembra che non si sia ripreso all'idea che la sua carriera fosse finita e che quindi i giornali non avrebbero più parlato di lui. Se non parlano più di lui dal punto di vista calcistico, però lo fanno nelle cronache dove Diego, per una cosa per l'altra (qualche apparizione televisiva, qualche improvvisa rissa con gli invadenti giornalisti che lo seguono ovunque), continua a far parlare di sé. Gli anni 2000 Nel 2008, a pochi giorni dal suo compleanno, Diego Armando Maradona viene nominato nuovo commissario tecnico della nazionale di calcio Argentina, in seguito alle dimissioni di Alfio Basile il quale aveva ottenuto scarsi risultati nelle qualificazioni ai Mondiali del 2010. Maradona porta l'Argentina ad essere tra le protagoniste del mondiale sudafricano. Nel 2020, qualche giorno dopo aver compiuto 60 anni, viene portato d'urgenza in ospedale: Maradona viene operato all'inizio del mese di novembre al cervello per la rimozione di un ematoma. Durante il periodo di convalescenza, muore a causa di un grave arresto cardiaco il 25 novembre 2020 nella sua casa di Tigre, città della provincia di Buenos Aires. IL CALCIO Il calcio è uno sport di squadra giocato con un pallone sferico su un campo di gioco rettangolare, con due porte. È giocato da due squadre composte da 11 giocatori. Dieci di essi possono toccare il pallone solo con i piedi, il corpo e la testa; uno solo posto a difesa della porta (e perciò detto "portiere"), può toccare il pallone anche con mani e braccia, solamente se il pallone si trova in area di rigore. L'obiettivo del gioco è quello di segnare più punti (detti gol o reti) della squadra avversaria, facendo passare il pallone oltre la linea della porta avversaria. La durata di una partita è di 90 minuti, divisi in due tempi da 45 minuti ciascuno più un eventuale recupero. Le partite di calcio sono giocate a livello amatoriale e professionistico. Nel calcio professionistico i calciatori sono undici e la correttezza del gioco è fatta osservare da un ufficiale di gara (l'arbitro) e dai suoi assistenti (guardalinee, giudici di porta e quarto uomo). È diventato lo sport più popolare al mondo (sia per il numero di persone che lo giocano, sia per il numero di spettatori) perché è basato su norme semplici, perché si gioca solo con un pallone senza altre attrezzature particolari e perché può essere adattato ai luoghi e alle situazioni più diverse. La sua origine è antica, ma la versione moderna e codificata del calcio è nata in Inghilterra nel XIX secolo. Da allora il calcio si è diffuso prima in Europa poi in Sud America e quindi nel resto del mondo.
  • 5. Pallone da calcio Un pallone da calcio è un pallone sferico in cuoio utilizzato per disputare gli incontri di calcio. Calciatore Il calciatore è un atleta che pratica lo sport del calcio. Porta La porta è un elemento del campo da calcio, delimitante il limite del rettangolo stesso. IL SISTEMA NERVOSO L’organizzazione del sistema nervoso Il sistema nervoso è formato dall’insieme di cellule specializzate capaci di: ⮚ raccogliere gli stimoli esterni e interni al corpo ⮚ rispondere in modo efficace, coordinando l’azione dei diversi organi e apparati. Il sistema nervoso si divide in: ⮚ Il sistema nervoso centrale, formato dall’encefalo e dal midollo spinale ⮚ Il sistema nervoso periferico, distinto a sua volta in volontario e autonomo, è formato dai nervi che collegano il sistema nervoso centrale con i diversi organi I neuroni L’unità fondamentale del sistema nervoso è un particolare tipo di cellula chiamata neurone o cellula nervosa. I neuroni tuttavia rappresentano solo una piccola parte delle cellule presenti nel sistema nervoso: circa 1’80% è costituito da cellule della glia Il neurone ha una tipica forma a stella ed è costituito da quattro parti principali: ⮚ un corpo cellulare, che contiene il nucleo della cellula, da cui si diramano numerosi prolungamenti; ⮚ i dendriti, prolungamenti corti e ramificati simili alla chioma di un albero, presenti in numero variabile da 5 a 200 per neurone; ⮚ l’assone, un singolo
  • 6. prolungamento più lungo degli altri, che alla sua estremità si dirama in una serie di terminazioni; ⮚ alla fine di ciascuna di queste terminazioni si trova un piccolo ingrossamento, chiamato bottone sinaptico. Le fibre nervose e i nervi Gli assoni sono rivestiti da uno strato protettivo di colore biancastro: la guaina mielinica. Formato da mielina, una sostanza grassa prodotta da particolari cellule dette cellule di Schwann. La funzione della guaina mielinica è di rendere più veloce ed efficace il passaggio delle informazioni. I segnali nervosi La funzione principale del sistema nervoso è quella di trasportare messaggi da una parte all’altra dell’organismo, sotto forma di segnali nervosi chimici ed elettrici. Questa trasmissione è resa possibile da due caratteristiche fondamentali dei neuroni: ⮚ l’eccitabilità, cioè la capacità di cambiare il proprio stato dopo aver ricevuto uno stimolo, e di elaborare una risposta; ⮚ la conducibilità, ovvero la capacità di ricevere e di trasmettere i segnali sotto forma di impulsi elettrici che viaggiano lungo le fibre nervose ed altissima velocità I dendriti raccolgono stimoli dall’esterno della cellula e trasmettono l’informazione al corpo cellulare. Da qui, il segnale nervoso passa lungo l’assone fino alle sinapsi, dove è trasmesso alla cellula successiva. A seconda della funzione che svolgono, si possono distinguere tre tipi di neuroni. ⮚ I neuroni sensoriali percepiscono gli stimoli, sia interni sia esterni e li trasmettono agli altri neuroni del sistema nervoso centrale. ⮚ I neuroni motori trasmettono gli impulsi dal sistema nervoso centrale alle cellule del tessuto muscolare alle ghiandole, che rispondono con determinate azioni (movimenti, secrezione di sostanze). ⮚ I neuroni di associazione o interneuroni, presenti solo nel sistema nervoso centrale, hanno la funzione di collegare i neuroni sensoriali a quelli motori. La trasmissione degli impulsi nervosi I messaggi che viaggiano all’interno della rete nervosa, chiamati impulsi nervosi, sono segnali di tipo elettrico e si spostano sempre in un’unica direzione: dai dendriti al corpo cellulare e dal corpo cellulare all’assone. Gli impulsi nervosi viaggiano a una velocità variabile da 1 a oltre 100 metri al secondo
  • 7. La sinapsi e i neurotrasmettitori La struttura che consente all’impulso nervoso di proseguire il proprio viaggio formando una zona di collegamento tra i neuroni è chiamata sinapsi. Ogni bottone sinaptico si collega con un dendrite di un altro neurone, ma senza toccarlo. Il sistema nervoso centrale: l’encefalo Il sistema nervoso centrale (SNC) è formato dall’encefalo, protetto dalla scatola cranica, e dal midollo spinale, che si trova all’interno del canale vertebrale. L’encefalo ha una massa di circa 1,4 kg rappresenta la parte più voluminosa e importante del sistema nervoso: è qui che le informazioni raccolte dalla periferia arrivano, sono elaborate e danno origine a una risposta. È costituito da tre parti: ⮚ cervello; ⮚ cervelletto; ⮚ bulbo o midollo allungato. Il cervello Il cervello è la parte più voluminoso dell’encefalo. Contiene più di 100 miliardi di cellule nervose ed è il centro di controllo di tutto il corpo. Il cervello umano è diviso in due parti, gli emisferi cerebrali. Il cervelletto e il bulbo Il cervelletto si trova nella parte posteriore dell’encefalo, ha la funzione di regolare e coordinare i movimenti volontari. Il bulbo o midollo allungato è una struttura lunga circa 3 cm che collega il cervello e il cervelletto al midollo spinale. Nel bulbo hanno sede i centri regolatori di importanti attività involontarie: la respirazione, il battito cardiaco, la regolazione della temperatura interna del corpo. Attraverso il bulbo passano le vie nervose che dal cervello arrivano al midollo spinale. Il midollo spinale Il midollo spinale collega l’encefalo al sistema nervoso periferico, trasportando informazioni dal centro alla periferia e dalla periferia al centro. Il sistema nervoso volontaria Il sistema nervoso volontario è formato da 43 paia di nervi che trasmettono gli impulsi nervosi dal sistema nervoso centrale a tutte le parti del corpo e viceversa. I nervi cranici sono 12 paia mentre i nervi spinali infatti sono tutti nervi misti e comprendono: ⮚ 8 paia di nervi cervicali, che raggiungono la testa, il collo il diaframma e la braccia;
  • 8. ⮚ 12 paia di nervi toracici, che controllano i muscoli del torace e dell’addome; ⮚ 5 paia di nervi lombari, che innervano le gambe; ⮚ 6 paia di nervi sacrali, che controllano la vescica, l’intestino, gli organi sessuali e i piedi. Il sistema nervoso autonomo Il sistema nervoso autonomo controlla il funzionamento involontario degli organi interni, e comprende due porzioni: il sistema simpatico e il sistema parasimpatico. Il sistema simpatico è formato da due catene di gangli posti ai lati della colonna vertebrale, paralleli al midollo spinale. Il sistema parasimpatico è formato da nervi parasimpatici che partono da neuroni del bulbo e della regione sacrale del midollo spinale. BELLE ÉPOQUE La Belle Époque è un periodo storico, culturale ed artistico che va dalla fine dell’Ottocento allo scoppio della Prima Guerra Mondiale. In Europa lo sviluppo tecnico-scientifico portò a un clima di ottimismo. Infatti gli europei si erano abituati a un lungo periodo di pace. Dopo la conclusione della guerra Franco-prussiana 1870, non c’erano più state guerre in Europa. Il progresso aveva cambiato l’aspetto delle città, reso più comode le case e rivoluzionato i trasporti e le comunicazioni. Il miglioramento delle condizioni igienico-sanitarie e la diminuzione della mortalità portarono all’aumento della popolazione europea. Crebbe fra gli europei voglia di vivere e di divertirsi. Il tempo libero cominciò a essere considerato un diritto. I ricchi approfittavano delle comodità offerte dai nuovi mezzi di trasporto per fare viaggi all’estero e trascorrere periodi di riposo al mare, in montagna o nelle località termali. A cavallo fra Otto e Novecento, anche lo sport divenne un fenomeno di massa. Fra gli sport più popolare ci fu da subito il calcio. Nel 1897 nacque a Torino lo Sport Club Juventus. In Italia il primo campionato fu disputato nel 1898 ( fu vinto dal Genoa). Anche il ciclismo trovò presto molti sostenitori: nel 1905 nacque il tour de France, nel 1909 il giro d’Italia. Sia il calcio sia il ciclismo furono sport praticati fin dall’inizio da un gran numero di dilettanti. In realtà in quegli stessi si addensavano molte e inquietanti ombre. La pace era apparente: i grandi stati europei erano divisi da rivalità economiche e politiche. Il benessere e la gioia di vivere toccavano soltanto uno strato superficiale della società, cioè le persone più ricche. Contadini e operai ne erano esclusi e per molti
  • 9. l’emigrazione restava l’unica via d’uscita contro la povertà. ARGENTINA Dove si trova? L'Argentina occupa la parte più meridionale del continente americano. Per estensione è il secondo stato dell'America del Sud, dopo il Brasile. Confini L’Argentina confina: • a nord con il Paraguay e la Bolivia; • a nord-est con Brasile e Uruguay; • a est si affaccia sull'Oceano Pacifico; • a ovest con il Cile e Venezuela. Bandiera La bandiera dell'Argentina è stata adottata per legge il 27 febbraio 1812. La bandiera consiste in tre bande orizzontali di uguali dimensioni. Le due bande esterne sono azzurre e quella centrale è bianca, con al centro il Sol de Mayo (sole di maggio), simbolo di una divinità indigena. I colori della bandiera argentina sono spesso oggetto di diatribe. Esiste però un detto popolare molto comune, che si confonde con la realtà, almeno tra gli abitanti di Buenos Aires. Si racconta che
  • 10. la vera origine dei colori della bandiera argentina derivano dai colori delle vesti della Madonna, nelle rappresentazioni tradizionale dei due veli bianco e celeste. Capitale Buenos Aires Forma di governo Repubblica federale Lingua Spagnolo Idiomi amerindi Religione Cattolica 87,8% Protestante 7,5% Popolazione 19 599 155 ab. Moneta Peso argentino Territorio Il suo territorio è percorso dai rilievi andini; la parte centro-orientale è pianeggiante e occupata dal Gran Chaco, dalla Pampa e dalla Mesopotamia Argentina. Più a sud si estende l’arido e freddo altopiano della Patogonia. All’estremità meridionale l’arcipelago della terra del fuoco , diviso fra Argentina e Cile e coperto di ghiacciai, e separato dalla terraferma dallo Stretto di Magellano. I fiumi più importanti sono il Paranà e l'Uruguay. Clima: Il clima è subtropicale a nord, continentale secco al centro e oceanico freddo al sud. Nella ragione andina è di tipo montano, con forti escursioni termiche, inverni rigidi ed estati temperati. Popolazione In Argentina vivono più di 40 milioni di persone. Di esse, circa il 35% è di origine italiana, il 25 % di discendenza spagnola. Delle popolazioni originari rimangono alcuni gruppi nel nord del paese. Quasi del tutto assente è la popolazione di origine africana.
  • 11. La densità di popolazione è bassa. Gli abitanti si concentrano nelle città. Economia SETTORE PRIMARIO: L'Argentina è uno dei primi paesi al mondo per produzione agricola e per allevamento, in particolare dei bovini. I principali prodotti agricoli sono la soia, il mais, il frumento. Per quanto riguarda l'allevamento, l'Argentina è uno dei maggiori esportatori di carne bovina e ovina. SETTORE SECONDARIO: L'industria manifatturiera dell'Argentina è il settore che partecipa di più alla formazione del Prodotto Interno Lordo. Insieme al commercio e al settore pubblico è il settore occupazionale più rilevante dell'Argentina SETTORE TERZARIO: Il turismo è una risorsa importante per la repubblica. I turisti provengono in massima parte da altri paesi dell'America Latina, dal Nord America e dall'Europa. Le principali attrazioni sono la Patagonia, famosa per le sue montagne, laghi di origine glaciale, ghiacciai e foreste vergini, le Cascate. THIS IS ME! My name is Ahmed and my surname is Moursi. I’m fourteen years old and I come from Egypt. My Birthday is on the 9th of October. My family is composed by 6 people: my father Kedr is forty-seven years old, my mother Heba is thirty-seven years old. I have two sisters and a brother. My brother is called Mohamed and he’s ten years old, my sister is Fatma and she is twelve years old and the other sister is called Makka; she is two years old. My favorite subject is Italian. My favorite color is orange. My favorite animal is the cat. I like listening to music and hanging out with my friends. PRÉSENTATION Je m’appelle Ahmed Moursi, J’ai 14ans et j’habite à Baranzate. Mon anniversaire c’est le 9 octobre. Ma matère preferee est l’italien Mes parents s’appellent Khedr et Heba. Mon père a 47 ans et ma mère a 37 ans. J’ai 3 frères: Mohamed a 10 ans, Fatima a 12 ans et l’autre a 2 ans. J’aime surfer sur le net, chatter avec mes amis et ètudier je suis petit et maigre j’ai les cheveux chatains et courtes j’ai les yeux noirs. Mon animal préféré c’est le chat
  • 12. TANGO Storia Il tango che nasce in questo periodo tra1880 e 1920 è un ibrido di altre musiche e balli popolari come la milonga e il tango andaluz. Per questo motivo e anche perché considerato lascivo viene rifiutato dalle classi medie e alte che danzavano. Solo nella decade tra il 1910 ed il 1920, il tango inizia a divenire di moda nei grandi saloni delle maggiori capitali europee tra cui Parigi, Berlino, Roma e Vienna . Nella capitale austriaca, poi, si hanno documenti che mostrano che il tango argentino fu deliberatamente escluso dal programma del 23° ballo della Città di Vienna (anno 1920-30). Il Processo di riorganizzazione nazionale fu il nome con cui si autodefinì la dittatura civile-militare che governò l'Argentina dal 1976 al 1983. Nella società argentina, il tango era sempre stato guardato dall'alto in basso ed era considerato la "pecora nera" della famiglia della cultura argentina. Fu solo quando Jorge Lavelli e il Festival d'Automne di Parigi hanno dato a Segovia la possibilità di mostrare il suo show Tango Argentino al Théâtre du Châtelet, dall'11 novembre fino al 17 novembre 1983, che la stampa argentina ha cominciato a prenderlo in considerazione La musica del tango ha sempre continuato ad evolversi, negli anni sessanta del novecento nel Tango Nuevo iniziato da Astor Piazzolla. Il termine Tango Nuevo si sposa con un nuovo stile interpretativo del Tango ballato che ha raggiunto la sua codifica con i contributi determinanti dei ballerini. LA STORIA DEI FAMOSI MURALES DI MARADONA A NAPOLI Diego Armando Maradona è stato un allenatore di calcio, dirigente sportivo e calciatore argentino, di ruolo fantasista, campione del mondo nel 1986 e vicecampione del mondo nel 1990 con la nazionale argentina. Soprannominato El Pibe de Oro ("il ragazzo d'oro"), è considerato uno dei più grandi calciatori di tutti i tempi, se non il migliore in assoluto. Sulla sua figura si è scritto e detto tanto, io mi soffermerò sulla sua immagine mediata dall’arte dei Murales.
  • 13. Il primo murale è del 1990, realizzato dopo la vittoria dello scudetto, il secondo è del 2017: raccontano il legame tra Maradona e Napoli. L’amore tra Diego Armando Maradona e Napoli è uno degli aspetti più noti della sua carriera. Con il Napoli, Maradona aveva giocato negli anni più importanti della sua carriera, vincendo tantissimo e diventando amatissimo dai tifosi e un simbolo di tutta la città. E la fama di Maradona, morto nel novembre del 2020, a Napoli è ben raccontata da due noti murales, dipinti ad anni di distanza e diventati a loro volta celebri. Il primo e storico murale si trova nei quartieri spagnoli, in via Emanuele de Deo. Fu dipinto nel 1990, anno in cui il Napoli vinse il secondo scudetto in pochi anni, grazie soprattutto a Maradona. È un’opera di Mario Filardi, morto a Zurigo il 3 giugno del 2010, che nel 1990 aveva 23 anni. La sorella Teresa ha raccontato a Il Napolista che il fratello Mario disegnò il murale prendendo spunto da una piccolissima fotografia di Maradona. Un capo ultras del Napoli organizzò una colletta tra gli abitanti di tutto il quartiere per realizzarlo. «Quando vincemmo il secondo scudetto, tutti i ragazzi tifosi del Napoli, capitanati da Bostik, vennero a chiamare Mario perché era bravo e gli chiesero di fare il disegno. Lavorò per due notti e tre giorni, lo aiutarono tenendo i fari delle macchine accese per illuminare il muro mentre lui disegnava», ha raccontato Teresa Filardi. «Non fece i piedi perché il muro non arrivava fino a terra ma la gamba piegata ricordo che aveva la
  • 14. scarpetta». A murale finito, gli abitanti del quartiere organizzarono una festa con tanto di fuochi artificiali. Realizzato con semplice vernice, nel corso degli anni il murale ha iniziato a sbiadirsi. Ma il vero danno fu nel 1998, quando sul muro, esattamente nel punto in cui si trova il volto di Maradona, fu aperta una finestra. Nel 2016, per iniziativa di Salvatore Iodice, artigiano e titolare di una bottega nei quartieri spagnoli, l’opera è stata restaurata. Al restauro ha contribuito anche il comune di Napoli, che ha messo a disposizione un carrello elevatore. Il tocco finale è arrivato nell’ottobre del 2017, quando lo street artist argentino Francisco Bosoletti ha disegnato nuovamente il volto nel murale di Diego Armando Maradona. Un altro murale dedicato a Maradona si trova nel quartiere San Giovanni a Teduccio. È stato dipinto sempre nel 2017 dallo street artist Jorit, napoletano, nato nel 1990, conosciuto in tutto il mondo per le sue enormi e realistiche opere che raffigurano volti di personaggi storici. È uno dei murale dedicati a Maradona più grandi al mondo. Jorit ha scelto di rappresentare Maradona non più calciatore, ma riproducendo una foto dell’epoca in cui allenava la nazionale argentina. Sotto il volto di Maradona, Jorit ha scritto “Dios Umano”. «Maradona, oltre che per le sue gesta calcistiche, mi ha sempre colpito come essere umano, infatti nel murale non l’ho ritratto da giovane, ma contemporaneo a noi», ha detto in un’intervista a Repubblica. «Mi sento vicino a lui perché si è sempre schierato da parte delle battaglie dei popoli deboli, dei latinoamericani e dei palestinesi. Anche nel raccontare i suoi problemi, il rapporto tumultuoso con la famiglia e l’abuso di cocaina, non ne ha mai fatto vanto, anzi in quel caso è sempre emersa la sua inquietudine, la sua umanità. Trovo ipocrita giudicarlo». IL TRASPORTO AEREO Il trasporto aereo ha conosciuto un'evoluzione straordinaria. Un progresso che non è
  • 15. stato solo tecnologico, come rivoluzione dei mezzi di trasporto ma che è andato di pari passo ad un'evoluzione culturale e di costume, modificando l'idea stessa di viaggio e spostamento, il mondo diventa improvvisamente più piccolo, ogni terra diventa raggiungibile in tempi brevi e la possibilità di raggiungere ogni luogo ha un'ovvia ricaduta economica dunque nuovi mercati che in breve si consolidano come pratica quotidiana. Gli aeromobili viaggiano lungo aerovie, aree in cui è suddiviso il cielo per consentire il passaggio dell’aereo in tutta sicurezza, senza rischi di incidenti con altri aerei. I piloti seguono l’aerovia loro assegnata grazie alla strumentazione e alle indicazioni delle torri di controllo e dei radiofari nel volo manuale, impostando adeguatamente il pilota automatico per il volo strumentale. Aerovie più strette, dette sentieri di discesa, conducono fino a terra l’aereo. La parti fondamentali dell’aeroplano sono: ⮚ la fusoliera: ospita la cabina di pilotaggio, la cabina passeggeri, i vani di carico, talvolta il motore, e collega l’ala agli organi di stabilizzazione e governo della coda. ⮚ l’ala; ⮚ il carrello: l’organo di atterraggio e di decollo dell’aereo; ⮚ il motore a Turbofan: costituito da una grande ventola, un compressore ed una camera da combustione, per l’aria compressa ed il kerosene, dalla turbina e dal condotto di scarico attraverso il quale avviene la spinta per spingere l’aereo in avanti.