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Il fuoco  e  gli  Incendi
LA STORIA DEL FUOCO
Cosa si fa col fuoco
SI CUCINA
SI CI RISCALDA
SI FA ARTE
CI SI LAVORA
Ci si puo’ anche morire
ettari DATI INCENDI ISTAT Area boschiva Area NON boschiva
CHI SPEGNE UN INCENDIO ?
STAI ATTENTO….. NON DEVI ESSERE……
FUOCO & INCENDIO SONO LA STESSA COSA?
L’incendio
La combustione La combustione è una reazione chimica sufficien-temente rapida di una sostanza combustibile con un comburente che da luogo allo sviluppo di calore, fiamma, gas, fumo e luce. Può avvenire con o sen-za sviluppo di fiamme superficiali.
Le condizioni necessarie per avere una combustione sono:  ,[object Object]
presenza del comburente
presenza di una sorgente di calore Combustibile: qualsiasi sostanza in grado di bruciare. I materiali combustibili possono essere allo stato solido, liquido o gassoso. Comburente: sostanza che consente e favorisce la combustione; il più importante è l'ossigeno dell'aria ed è quello maggiormente reperibile in natura  Calore: forma di energia che si manifesta con l'innalzamento della temperatura. Un combustibile brucia quando viene a trovarsi ad una temperatura tale che, avvicinando l'innesco, inizia la combustione
I PRINCIPI DELLA COMBUSTIONE I COMBUSTIBILI possono essere: 	• Solidi: ad esempio legno, carbone, 	carta, tessuto, gomma, plastica etc. 	• Liquidi: ad esempio petrolio, olio 	combustibile, benzina, alcool etc. 	• Gassosi: ad esempio metano, 	propano, GPL, acetilene, idrogeno etc.
IL TRIANGOLO DEL FUOCO
Solo la contemporanea presenza di questi tre elementi da luogo al fe-nomeno dell’incendio, e di conseguenza al mancare di almeno uno di essi l’incendio si spegne.
LE SORGENTI DI INNESCO Accensione diretta  quando una fiamma, una scintilla o altro materiale incandescente entra in contatto con un materiale combustibile in presenza di ossigeno.  Esempi: operazioni di taglio e saldatura, fiammiferi e mozziconi di sigaretta, lampade e resistenze elettriche, stufe elettriche, scariche elettrostatiche.
LE SORGENTI DI INNESCO Accensione indiretta  quando il calore d’innesco avviene nelle forme della convezione, conduzione e irraggiamento termico.  Esempi: correnti di aria calda generate da un incendio e diffuse attraverso un vano scala o altri collegamenti verticali negli edifici; propagazione di calore attraverso elementi metallici strutturali degli edifici.
LE SORGENTI DI INNESCO Attrito  quando il calore è prodotto dallo sfregamento di due materiali.  Esempi: malfunzionamento di parti meccaniche ro-tanti quali cuscinetti, motori; urti; rottura violenta di materiali metallici.  Autocombustione o riscaldamento spontaneo  quando il calore viene prodotto dallo stesso combustibile come ad esempio lenti processi di ossidazione, reazione chimiche, decomposizioni esotermiche in assenza d’aria, azione biologica.  Esempi: cumuli di carbone, stracci o segatura imbe-vuti di olio di lino, polveri di ferro o nichel, fermen-tazione di vegetali.
LA DINAMICA DELL’INCENDIO La probabilità di intervenire con successo su un di incendio è molto alta nella fase di ignizione primaria, nella quale le temperature sono ancora basse
I PRODOTTI DELLA COMBUSTIONE I prodotti della combustione sono suddivisibili in 4 categorie:  ,[object Object]
fiamme
fumo
calore I GAS DI COMBUSTIONE Nella stragrande maggioranza dei casi, la mortalità per incendio è da attribuire all’inalazione di gas che producono danni biologici per anossia o per tossicità.
I PRODOTTI DELLA COMBUSTIONE LE FIAMME Le fiamme sono costituite dall’emissione di luce conseguente alla combustione di gas sviluppatisi in un incendio.  Nell’incendio di combustibili gassosi è possibile valutare approssimativamente il valore raggiunto dalla temperatura di combustione dal colore della fiamma, come mostrato nella tabella (Scala cromatica delle temperature nella combustione dei gas).
I PRODOTTI DELLA COMBUSTIONE I FUMI È l'elemento più caratteristico dell'incendio, perché ne identifica la presenza anche da grandi distanze.  I fumi sono formati da piccolissime particelle solide (aerosol), liquide (neb-bie o vapori condensati).  Le particelle solide sono sostanze incombuste e ceneri che si formano quando la combustione avviene in carenza di ossigeno e vengono trascinate dai gas caldi prodotti dalla combustione stessa. I fumi impediscono la visibilità ostacolando l’attività dei soccorritori e l’esodo delle persone.  Le particelle solide dei fumi rendono il fumo di colore scuro.
I PRODOTTI DELLA COMBUSTIONE IL CALORE Il calore è la causa principale della propagazione degli incendi.  Provoca l’aumento della temperatura di tutti i mate-riali e i corpi esposti, provocandone il danneggiamento fino alla distruzione.  Il calore è dannoso per l'uomo potendo causare:  - disidratazione dei tessuti,  - difficoltà o blocco della respirazione,  - scottature.
GLI EFFETTI DELL’INCENDIO SULL’UOMO Principali effetti dell’incendio sull’uomo:  ,[object Object]
Azione tossica dei fumi
Riduzione della visibilità
Azione termica ,[object Object]
LE CLASSI D’INCENDIO Non tutte le sostanze estinguenti possono essere impiegate indistintamente su tutti i tipi di incendio  Gli incendi vengono distinti in 5 classi, secondo le caratteristiche dei materiali combustibili, in accordo alla norma UNI EN 2:2005
LE CLASSI D’INCENDIO CLASSE A: fuochi generati da combustibili solidi, generalmente di natura organica la cui combustione avviene con produzione di braci (legno, carbone, carta, tessuto, gomma, etc.)
LE CLASSI D’INCENDIO CLASSE B: fuochi generati da combustibili liquidi o solidi che si possono liquefare (petrolio, olio, combustibile, benzina, alcool etc.)
LE CLASSI D’INCENDIO CLASSE C: generati da gas (metano, propano, GPL, acetilene, idrogeno etc.)
LE CLASSI D’INCENDIO CLASSE D:  fuochi di metalli (alluminio, magnesio, sodio, potassio, calcio etc.) – in polveri finemente suddivise
LE CLASSI D’INCENDIO Ex CLASSE E: fuochi di natura elettrica cioè i fuochi generati da tutte le apparecchiature elettriche e dai loro sistemi di servizio che, anche nel corso della combustione, potrebbero trovarsi sotto tensione.
LA NUOVA NORMATIVA La norma UNI EN 2:2005 definisce le classi di fuoco, suddividendo in 5 classi i diversi tipi di fuoco, in relazione al tipo di combustibile, non definisce una classe particolare per i fuochi in presenza di un rischio dovuto all'elet-tricità.  Pertanto la norma non comprende i fuochi di "Impianti ed at-trezzature elettriche sotto tensione" (vecchia classe E) in quanto, gli incendi di impianti ed attrezzature elettriche sono ri-conducibili alle classi A o B.
LE CLASSI D’INCENDIO CLASSE F: fuochi di oli di cottura o grassi.
LE CLASSI D’INCENDIO RIEPILOGO
LE ESPLOSIONI - CENNI L'esplosione è il risultato di una rapida espansione di gas, dovuta ad una reazione chimica di combustione, avente come effetto la pro-duzione di calore, un'onda d'urto ed un picco di pressione.
PREVENZIONE INCENDI f = frequenza,  cioè la probabilità che l'evento si verifichi in un determinato intervallo di tempo.  M = magnitudo,  cioè l'entità delle possibili perdite e dei danni conseguenti al verificarsi dell'evento.
Sistemi di protezione incendi PROTEZIONE PASSIVA L’insieme delle misure di protezione che non richiedono l’azione di un uomo o l’azionamento di un impianto sono quelle che hanno come obiettivo la limitazione degli effetti dell’incendio nello spazio e nel tempo (es.: garantire l’incolumità dei lavoratori - limitare gli effetti nocivi dei prodotti della combustione - contenere i danni a strutture, macchinari, beni).
Sistemi di protezione incendi PROTEZIONE ATTIVA L’insieme delle misure di protezione che richiedono l’azione di un uomo o l’azionamento di un impianto sono quelle finalizzate alla precoce rilevazione dell’incendio, alla segnalazione e all’azione di spegnimento dello stesso.
LE PORTE REI - CENNI Stabilità R attitudine di un prodotto o di un elemento costruttivo a conservare la resistenza meccanica sotto l'azione del fuoco.  Tenuta E attitudine di un prodotto o di un elemento costruttivo a non lasciar passare né produrre, se sottoposto all'a-zione del fuoco su un lato, fiamme, fumi o gas caldi sul lato non esposto al fuoco.  Isola-mento termico I attitudine di un prodotto o di un elemento costruttivo a ridurre, entro un dato limite, la trasmis-sione del calore.
LE PORTE REI - CENNI Gli elementi strutturali in termini di materiali da costruzione utilizzati e spessori realizzati, vengono classificati da un numero che esprime i minuti primi per i quali conservano le caratteristiche indicate in funzione delle lettere R, E o I, come di seguito indicato per alcuni casi:
ALCUNI STRUMENTI ANTINCENDIO
GLI ESTINTORI
GLI ESTINTORI – A POLVERE
GLI ESTINTORI – A CO2
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GLI ESTINTORI – GLI ALTRI AD ACQUA
GLI ESTINTORI – GLI ALTRI CARRELLATI

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Il fuoco

  • 1. Il fuoco e gli Incendi
  • 3. Cosa si fa col fuoco
  • 8. Ci si puo’ anche morire
  • 9. ettari DATI INCENDI ISTAT Area boschiva Area NON boschiva
  • 10. CHI SPEGNE UN INCENDIO ?
  • 11. STAI ATTENTO….. NON DEVI ESSERE……
  • 12. FUOCO & INCENDIO SONO LA STESSA COSA?
  • 14. La combustione La combustione è una reazione chimica sufficien-temente rapida di una sostanza combustibile con un comburente che da luogo allo sviluppo di calore, fiamma, gas, fumo e luce. Può avvenire con o sen-za sviluppo di fiamme superficiali.
  • 15.
  • 17. presenza di una sorgente di calore Combustibile: qualsiasi sostanza in grado di bruciare. I materiali combustibili possono essere allo stato solido, liquido o gassoso. Comburente: sostanza che consente e favorisce la combustione; il più importante è l'ossigeno dell'aria ed è quello maggiormente reperibile in natura Calore: forma di energia che si manifesta con l'innalzamento della temperatura. Un combustibile brucia quando viene a trovarsi ad una temperatura tale che, avvicinando l'innesco, inizia la combustione
  • 18. I PRINCIPI DELLA COMBUSTIONE I COMBUSTIBILI possono essere: • Solidi: ad esempio legno, carbone, carta, tessuto, gomma, plastica etc. • Liquidi: ad esempio petrolio, olio combustibile, benzina, alcool etc. • Gassosi: ad esempio metano, propano, GPL, acetilene, idrogeno etc.
  • 20. Solo la contemporanea presenza di questi tre elementi da luogo al fe-nomeno dell’incendio, e di conseguenza al mancare di almeno uno di essi l’incendio si spegne.
  • 21. LE SORGENTI DI INNESCO Accensione diretta quando una fiamma, una scintilla o altro materiale incandescente entra in contatto con un materiale combustibile in presenza di ossigeno. Esempi: operazioni di taglio e saldatura, fiammiferi e mozziconi di sigaretta, lampade e resistenze elettriche, stufe elettriche, scariche elettrostatiche.
  • 22. LE SORGENTI DI INNESCO Accensione indiretta quando il calore d’innesco avviene nelle forme della convezione, conduzione e irraggiamento termico. Esempi: correnti di aria calda generate da un incendio e diffuse attraverso un vano scala o altri collegamenti verticali negli edifici; propagazione di calore attraverso elementi metallici strutturali degli edifici.
  • 23. LE SORGENTI DI INNESCO Attrito quando il calore è prodotto dallo sfregamento di due materiali. Esempi: malfunzionamento di parti meccaniche ro-tanti quali cuscinetti, motori; urti; rottura violenta di materiali metallici. Autocombustione o riscaldamento spontaneo quando il calore viene prodotto dallo stesso combustibile come ad esempio lenti processi di ossidazione, reazione chimiche, decomposizioni esotermiche in assenza d’aria, azione biologica. Esempi: cumuli di carbone, stracci o segatura imbe-vuti di olio di lino, polveri di ferro o nichel, fermen-tazione di vegetali.
  • 24. LA DINAMICA DELL’INCENDIO La probabilità di intervenire con successo su un di incendio è molto alta nella fase di ignizione primaria, nella quale le temperature sono ancora basse
  • 25.
  • 27. fumo
  • 28. calore I GAS DI COMBUSTIONE Nella stragrande maggioranza dei casi, la mortalità per incendio è da attribuire all’inalazione di gas che producono danni biologici per anossia o per tossicità.
  • 29. I PRODOTTI DELLA COMBUSTIONE LE FIAMME Le fiamme sono costituite dall’emissione di luce conseguente alla combustione di gas sviluppatisi in un incendio. Nell’incendio di combustibili gassosi è possibile valutare approssimativamente il valore raggiunto dalla temperatura di combustione dal colore della fiamma, come mostrato nella tabella (Scala cromatica delle temperature nella combustione dei gas).
  • 30. I PRODOTTI DELLA COMBUSTIONE I FUMI È l'elemento più caratteristico dell'incendio, perché ne identifica la presenza anche da grandi distanze. I fumi sono formati da piccolissime particelle solide (aerosol), liquide (neb-bie o vapori condensati). Le particelle solide sono sostanze incombuste e ceneri che si formano quando la combustione avviene in carenza di ossigeno e vengono trascinate dai gas caldi prodotti dalla combustione stessa. I fumi impediscono la visibilità ostacolando l’attività dei soccorritori e l’esodo delle persone. Le particelle solide dei fumi rendono il fumo di colore scuro.
  • 31. I PRODOTTI DELLA COMBUSTIONE IL CALORE Il calore è la causa principale della propagazione degli incendi. Provoca l’aumento della temperatura di tutti i mate-riali e i corpi esposti, provocandone il danneggiamento fino alla distruzione. Il calore è dannoso per l'uomo potendo causare: - disidratazione dei tessuti, - difficoltà o blocco della respirazione, - scottature.
  • 32.
  • 35.
  • 36. LE CLASSI D’INCENDIO Non tutte le sostanze estinguenti possono essere impiegate indistintamente su tutti i tipi di incendio Gli incendi vengono distinti in 5 classi, secondo le caratteristiche dei materiali combustibili, in accordo alla norma UNI EN 2:2005
  • 37. LE CLASSI D’INCENDIO CLASSE A: fuochi generati da combustibili solidi, generalmente di natura organica la cui combustione avviene con produzione di braci (legno, carbone, carta, tessuto, gomma, etc.)
  • 38. LE CLASSI D’INCENDIO CLASSE B: fuochi generati da combustibili liquidi o solidi che si possono liquefare (petrolio, olio, combustibile, benzina, alcool etc.)
  • 39. LE CLASSI D’INCENDIO CLASSE C: generati da gas (metano, propano, GPL, acetilene, idrogeno etc.)
  • 40. LE CLASSI D’INCENDIO CLASSE D: fuochi di metalli (alluminio, magnesio, sodio, potassio, calcio etc.) – in polveri finemente suddivise
  • 41. LE CLASSI D’INCENDIO Ex CLASSE E: fuochi di natura elettrica cioè i fuochi generati da tutte le apparecchiature elettriche e dai loro sistemi di servizio che, anche nel corso della combustione, potrebbero trovarsi sotto tensione.
  • 42. LA NUOVA NORMATIVA La norma UNI EN 2:2005 definisce le classi di fuoco, suddividendo in 5 classi i diversi tipi di fuoco, in relazione al tipo di combustibile, non definisce una classe particolare per i fuochi in presenza di un rischio dovuto all'elet-tricità. Pertanto la norma non comprende i fuochi di "Impianti ed at-trezzature elettriche sotto tensione" (vecchia classe E) in quanto, gli incendi di impianti ed attrezzature elettriche sono ri-conducibili alle classi A o B.
  • 43. LE CLASSI D’INCENDIO CLASSE F: fuochi di oli di cottura o grassi.
  • 45.
  • 46. LE ESPLOSIONI - CENNI L'esplosione è il risultato di una rapida espansione di gas, dovuta ad una reazione chimica di combustione, avente come effetto la pro-duzione di calore, un'onda d'urto ed un picco di pressione.
  • 47. PREVENZIONE INCENDI f = frequenza, cioè la probabilità che l'evento si verifichi in un determinato intervallo di tempo. M = magnitudo, cioè l'entità delle possibili perdite e dei danni conseguenti al verificarsi dell'evento.
  • 48. Sistemi di protezione incendi PROTEZIONE PASSIVA L’insieme delle misure di protezione che non richiedono l’azione di un uomo o l’azionamento di un impianto sono quelle che hanno come obiettivo la limitazione degli effetti dell’incendio nello spazio e nel tempo (es.: garantire l’incolumità dei lavoratori - limitare gli effetti nocivi dei prodotti della combustione - contenere i danni a strutture, macchinari, beni).
  • 49. Sistemi di protezione incendi PROTEZIONE ATTIVA L’insieme delle misure di protezione che richiedono l’azione di un uomo o l’azionamento di un impianto sono quelle finalizzate alla precoce rilevazione dell’incendio, alla segnalazione e all’azione di spegnimento dello stesso.
  • 50. LE PORTE REI - CENNI Stabilità R attitudine di un prodotto o di un elemento costruttivo a conservare la resistenza meccanica sotto l'azione del fuoco. Tenuta E attitudine di un prodotto o di un elemento costruttivo a non lasciar passare né produrre, se sottoposto all'a-zione del fuoco su un lato, fiamme, fumi o gas caldi sul lato non esposto al fuoco. Isola-mento termico I attitudine di un prodotto o di un elemento costruttivo a ridurre, entro un dato limite, la trasmis-sione del calore.
  • 51. LE PORTE REI - CENNI Gli elementi strutturali in termini di materiali da costruzione utilizzati e spessori realizzati, vengono classificati da un numero che esprime i minuti primi per i quali conservano le caratteristiche indicate in funzione delle lettere R, E o I, come di seguito indicato per alcuni casi:
  • 54. GLI ESTINTORI – A POLVERE
  • 56. GLI ESTINTORI – A SCHIUMA
  • 57. GLI ESTINTORI – GLI ALTRI AD ACQUA
  • 58. GLI ESTINTORI – GLI ALTRI CARRELLATI
  • 59. GLI ESTINTORI IL CORRETTO UTILIZZO
  • 60. GLI ESTINTORI IL CORRETTO UTILIZZO
  • 61. GLI ESTINTORI IL CORRETTO UTILIZZO
  • 62. GLI ESTINTORI IL CORRETTO UTILIZZO
  • 63. RICORDA CHE … Opera sempre a distanza di sicurezza Il focolaio non va mai abbandonato se non dopo essersi assicurati che sia impossibile la sua riaccensione.
  • 64. fine