Itinerario cicloturistico, fruibile da una mappa interattiva, realizzato dal Progetto IN-CUL.TU.RE. con la Soc. Coop. CRESCo. L’ultimo itinerario vi porterà alla scoperta dei centri storici più significativi della Grecìa.
2. L’ultimo itinerario vi porterà
alla scoperta dei centri storici
più significativi della Grecìa.
Partite da Zollino e proseguite
verso nord costeggiando sulla
sinistra i binari delle Ferrovie
del Sud Est. Seguendo la
strada arriverete direttamente
a Sternatìa, dove vi aspetta
un centro storico molto
caratteristico e ancora poco
battuto dalle rotte turistiche.
Sternatìa è il paese in cui la
lingua grika sta resistendo con
maggiore tenacia all’estinzione:
potrebbe capitarvi di incontrare
il suono caratteristico di questa
lingua nelle conversazioni degli
anziani seduti al tavolino di
un bar. Le vie del centro sono
spesso strettissime, ma perfette
da visitare in bicicletta. Nei
pressi di Porta Filìa (porta
dell’amicizia o della pace,
ultima parte superstite della
cinta muraria cinquecentesca)
si trova un frantoio ipogeo.
Fino agli inizi del XIX sec.
qui venivano prodotte grandi
quantità di olio lampante,
destinato cioè alla combustione.
Partendo dal porto di Gallipoli,
l’olio raggiungeva il Nord
Europa, dove veniva utilizzato
per l’illuminazione pubblica.
Poco fuori il centro storico, in
via Neviera, semi nascosta tra
abitazioni private, troverete la
Cripta di San Sebastiano (1).
Usciti da Sternatìa, proseguite
verso sud-ovest in direzione
di Soleto. Notate come la
campagna qui sia piuttosto
brulla e priva di olivi. Entrate a
Soleto da una zona residenziale
di recente costruzione (ma
attenzione, nel territorio
in cui si estende il centro
moderno di Soleto sono visibili
testimonianze archeologiche
di età messapica) ed inoltratevi
nel notevolissimo centro storico.
Il vostro sguardo verrà subito
catturato dall’imponente Guglia
di Raimondello, che dall’alto dei
suoi 40 metri di altezza domina
il centro abitato ed è visibile a
distanza di chilometri. Non si
tratta di un campanile, ma di
una raffinata manifestazione
di prestigio e potere voluta da
Raimondo Orsini Del Balzo,
principe di Taranto e conte di
Soleto. La Guglia fu completata
nel 1397, ma la leggenda locale
vuole che essa sia stata costruita
in una sola notte per opera di
demoni e grifoni al servizio del
“mago” Messer Matteo Tafuri.
La vicina Chiesa di Santo
Stefano (2) avrà sicuramente
un aspetto molto più modesto
rispetto alla sontuosa Guglia,
ma aspettate di ammirare
gli affreschi medievali al suo
interno, recentemente restaurati.
Anche qui vi proponiamo una
possibile deviazione al vostro
itinerario. Soleto è molto vicina
a Galatina, una delle perle del
Salento. Meriterebbe una visita
anche solo per ammirare la
magnifica Basilica gotica di
Santa Caterina d’Alessandria, i
cui affreschi di scuola giottesca e
senese sono tra i più importanti
d’Italia.
Se poi siete in vena di deviazioni
e siete interessati alle produzioni
artigianali locali potete deviare
fino alla vicina Cutrofiano,
borgo che rappresenta un
importante centro per la
produzione della ceramica (3)
sin dal medioevo.
Proseguendo con il nostro
itinerario, uscite da Soleto
e seguite via Murica fino
a Corigliano d’Otranto. Il
centro del paese è dominato
dall’imponente Castello De’
Monti, senza dubbio uno dei
migliori esempi di architettura
militare cinquecentesca nel
Sud Italia. La splendida facciata
fu fatta ricostruire dal duca
Francesco Trane nel 1667,
per ingentilire una struttura
andar
per centri
storici
nella grecìa salentina
itinerario cicloturistico n°3 (38km)
Grecìa Salentina
3. che aveva ormai perso la sua
funzione difensiva. Sul pannello
informativo all’ingresso
troverete la descrizione delle
statue allegoriche che la ornano.
Dopo la visita al Castello, vi
invitiamo a perdervi un po’ nel
centro storico per ammirarne
i gioielli: uno su tutti lo
splendido Arco Lucchetti in Vico
Freddo, riccamente decorato.
Attraversate la Caporta (dal
griko cau porta, porta a sud)
ed uscite dal centro storico,
proseguendo fino a raggiungere
Melpignano.
Qui l’itinerario vi porterà
davanti al Palazzo Marchesale
De Luca, con le sue mura,
le torri merlate e il fossato.
Precedentemente si chiamava
Palazzo Baronale Castriota.
È stato completato nel 1636 e
restaurato di recente. Proseguite
fino in Piazza S. Giorgio (4),
una delle rare piazze porticate
del Salento. I portici vennero
eretti nel XVI sec. per ospitare il
mercato settimanale del sabato.
Il paese divenne presto un
importante snodo commerciale
in questa zona del Meridione,
tanto da meritare l’appellativo
di “Napoli Piccinna” (piccola
Napoli, la capitale del Regno).
Da Melpignano ci spostiamo
a Castrignano, dove un centro
storico di modeste dimensioni
rispetto agli altri ci offre però
l’occasione di visitare il notevole
Castello de Gualtieriis (5).
Proseguendo lungo la Strada
Comunale Pappo, arriviamo
a Carpignano Salentino.
Qui la tappa obbligata è
innanzitutto la Cripta di Santa
Cristina, considerata uno dei
più antichi luoghi di culto
cristiani in Puglia. La cripta
è stata affrescata più volte nel
corso dei secoli ed è difficile
stabilire quando si sia iniziato a
dipingerne le pareti. L’affresco
con la data più antica è il Cristo
di Teofilatto, risalente al 959,
ma non è sicuramente il più
antico in assoluto. La cripta si
trova lungo l’antico percorso
della Via Traiana Calabra,
di cui vi abbiamo già parlato
nell'itinerario n°2. Tra le vie
del centro storico incontrerete
Vico Giudeca. Questo nome
ritorna molto spesso nella
toponomastica salentina,
così come in molte altre parti
d’Italia. La parola giudecca,
qui come altrove, indicava il
quartiere ebraico. La comunità
ebraica di Carpignano era una
delle più importanti ed attive
in Puglia. Lo dimostra il fatto
che l’appellativo “giudei” sia
ancora oggi il soprannome
tradizionale degli abitanti di
questo piccolo paese. Pare che
la Fiera di Ognissanti, una delle
Appena fuori da Sternatìa, in
direzione Nord, troverete la
Chiesa della Madonna degli
Angeli (7), interessante per
la decorazione pittorica degli
interni.
*deviazione (a/r 4km)
più antiche del Salento, fosse
originariamente destinata ai
commercianti ebrei, ai quali
durante il Regno di Napoli
erano imposte numerose
restrizioni civili ed economiche.
Prima di lasciare Carpignano,
ammirate l’imponente facciata
del seicentesco Palazzo Ducale
Ghezzi.
Uscite da Carpignano in
direzione Nord. Incontrerete
il Menhir Grassi e passerete
nei pressi di uno dei rari tratti
visibili della Via Traiana
Calabra. Proseguite in direzione
di Martano.
Il centro storico di Martano è
diviso in vari rioni. La parte
più antica è detta La Terra. Il
rione Catumerèa è noto per
le sue "case a corte", moduli
insediativi costruiti intorno
ad un cortile comune. Questa
sorta di spazio semi-pubblico
ci testimonia un modello di
vita ormai scomparso, fatto di
condivisione degli spazi e di
relazioni che trascendevano i
legami familiari in favore della
comunità del vicinato (in griko:
ghetonìa). Accanto alle case a
corte noterete numerosi palazzi
nobiliari, intitolati alle famiglie
di proprietari terrieri che vi
abitavano. I più notevoli sono
Palazzo Andrichi-Moschettini,
Palazzo Pino, Palazzo Micali,
Palazzo Scarpa. Nel mese di
luglio viene organizzata la
manifestazione Cortili Aperti: è
una buona occasione per visitare
meglio questi eleganti palazzi.
Martano ha una vocazione
commerciale e turistica: qui
troverete numerosi B&B,
ristoranti di cucina tipica e
negozi di artigianato locale.
Uscite da Martano e seguite
il nostro itinerario fino a
ritornare a Zollino, non senza
essere passati per il Parco
archeologico di Apigliano (6).
4.
5. La cripta dedicata al martire San
Sebastiano è di proprietà privata
con accesso pubblico. Non si
hanno notizie certe riguardo la
sua origine. La presenza delle
superfici dipinte e l’impostazione
dell’ambiente fanno pensare a
una fondazione intorno al XII
secolo, con interventi successivi
fino a fine XVI secolo.
La Cripta ipogea è a pianta
rettangolare, interamente scavata
nella roccia e quadripartita da
un pilastro centrale, sul quale
sono presenti i resti di un
affresco che ritrae appunto San
Sebastiano. Nel corso dei secoli
è stata anche utilizzata come
frantoio e come rifugio durante
la Seconda guerra mondiale.
Il 20 gennaio, giorno di San
Sebastiano, la comunità offre
la sua devozione riempiendo la
cripta di lumini votivi.
Le attività di ricerca In-Cul.
Tu.Re sono state finalizzate
alla valutazione dello stato di
conservazione della struttura e
degli affreschi conservati al suo
interno, alla caratterizzazione
dei materiali, delle tecniche
esecutive e del degrado, al fine
di offrire un contributo tecnico
preliminare al restauro.
(1) cripta di san sebastiano
sternatia (Sec.xii-xvi)
Ascolta nell'App di storytelling Sherazade
Il messaggio di Ilaria (20 gennaio 2014)
La Chiesa di Santo Stefano
costituisce uno dei più compiuti
esempi di pittura tardogotica
in Puglia e testimonia, con
le sue pareti interamente
affrescate e alcuni elementi
architettonici, la convivenza tra
rito greco e latino. La chiesa fu
costruita con ogni probabilità
per officiare il rito greco e subì
nuovi interventi intorno alla
fine del Trecento con l’avvento
di Raimondello del Balzo-
Orsini, nella Contea di Soleto.
Essa conserva cicli affrescati
raffiguranti santi della chiesa
orientale e romana, la vita di
Cristo e di Santo Stefano (il
ciclo agiografico è uno dei rari
esempi in Terra d’Otranto), il
Giudizio Universale e scene
teofaniche. Presenta uno stretto
legame con la decorazione
pittorica della Basilica di
Santa Caterina d’Alessandria
a Galatina e rivela influssi del
gotico cortese internazionale
e delle scuole di area padana,
veneta e toscana, ma anche
romana e napoletana.
In-Cul.Tu.Re, insieme alle
attività di studio sullo stato
di conservazione e per la
caratterizzazione dei materiali,
delle tecniche esecutive e del
degrado, ha sviluppato una
guida in realtà aumentata alla
chiesa, con contenuti scientifici,
letture iconografiche e
integrazioni di restauro digitale
per migliorare l’accessibilità
cognitiva alle opere pittoriche.
Per fruire dei contenuti speciali
per la tua visita naviga su:
www.inculture.eu/
chiesadisantostefano
(2) Chiesa di santo stefano
Soleto (sec. xIv)
Ascolta nell'App di storytelling Sherazade
La lettera di Sofia, prefica (9 settembre 1480)
6. Il territorio di Cutrofiano è
indissolubilmente legato alla
produzione ceramica. Già
nei primi anni del Seicento
Geronimo Marciano, nella sua
opera intitolata Descrizione,
origine e successi della Provincia
d’Otranto, scriveva: «Al di là
di Corigliano ci attendono
Cutrofiano, Sogliano, ove si
lavorano pignate e altri vasi
di creta». Difatti è proprio la
“pignata”, pentola utilizzata
principalmente per la cottura di
legumi, la forma ceramica un
tempo maggiormente prodotta
in loco; tanto da attribuire a
Cutrofiano, come sosteneva
anche Nicola Vacca in uno
dei suoi scritti sulla ceramica
salentina, la denominazione di
«paese delle pignatte».
Il lavoro del progetto In-
Cul.Tu.Re., frutto di ricerca
bibliografica e sul campo, si è
posto l’obiettivo di documentare
e allo stesso tempo introdurre
alla conoscenza di alcuni
luoghi legati alla produzione
tradizionale della ceramica:
attività artigianale che
rappresenta l’identità storica del
territorio cutrofianese.
A questo scopo è stata realizzata
una mappa interattiva per
guidare il visitatore alla scoperta
o meglio alla riscoperta dell’arte
di saper lavorare l’argilla,
favorendo una fruizione
consapevole delle risorse
culturali, archeologiche e
ambientali del territorio.
Per scoprire la mappa, i video, e i
contenuti speciali visita:
www.inculture.eu/
argilladicutrofiano
(3) l'arte di lavorare l'argilla
cutrofiano
Ascolta nell'App di storytelling Sherazade
Il racconto di Antonio, pignataro (10 maggio 1760)
Piazza S. Giorgio è una delle
rarissime piazze porticate
del Salento. A partire dalla
loro edificazione, voluta dal
vescovo Niccolò Maiorano sul
finire del XV secolo, e fino ai
primi anni dell’800, i portici
hanno accolto uno storico
mercato, come testimoniano
gli antichi banchi in pietra
leccese. Piazza San Giorgio è
stata un importante crocevia di
mercanti provenienti da Napoli,
Bari e Lecce, che avrebbero
portato Melpignano a essere
soprannominata “La Napoli
Piccinna” (La “Piccola Napoli”).
Sebbene abbia perduto la sua
funzione commerciale, Piazza
San Giorgio è ancora oggi
un “salottino urbano” per
Melpignano, luogo d’incontro
privilegiato della comunità.
Un contesto unico che ha posto
le basi per l’avvio del percorso
di progettazione partecipata
per la re-illuminazione della
piazza e dei portici, denominato
Melpilight. Un processo durato
12 mesi, che ha coinvolto i
cittadini nel restituire alla
piazza ruolo, valore e centralità
attraverso la luce. Le attività di
ricerca di In-Cul.Tu.Re hanno
riguardato anche la valutazione
dello stato di conservazione
dei portici sui quali sono state
condotte campagne di indagini
termografiche.
Scopri il progetto Melpilight
visitando il sito:
www.inculture.eu/melpilight
(4) piazza san giorgio
melpignano (sec. xv)
Ascolta nell'App di storytelling Sherazade
Il racconto di Ciro, mercante napoletano (26 giugno 1580)
7. Il castello, edificato su pianta
quadrata durante il medioevo,
è ricordato - secondo alcune
fonti non ufficiali - come
“sito fortissimo di difesa per
respingere attacchi nemici”
sotto gli Angioini. A partire
dal ’500, il Castello ha subito
numerose modifiche.
In-Cul.Tu.Re. vi ha svolto
attività di indagine
scientifica per valutare lo
stato di conservazione e il
comportamento energetico
della struttura. Principalmente
utilizzato per eventi e attività
culturali, il castello presenta
alcune peculiarità che lo
rendono un contenitore ideale
per allestimenti artistici.
A tal proposito, il progetto
In-Cul.Tu.Re. lo ha individuato
come punto di raccolta di una
riflessione fotografica dedicata
al paesaggio della Grecìa
Salentina. Nell’agosto 2014,
il piano nobile del complesso
ha infatti ospitato la mostra
fotografica “Da qui non si vede
il mare – Il paesaggio della
Grecìa Salentina”
Per scoprire la mostra
fotografica visita il sito:
www.daquinonsivedeilmare.it
(5) castello de' gualtieriis
castrignano de' greci (Sec. XVI e prec.)
Ascolta nell'App di storytelling Sherazade
Lettera di Giuseppe, contadino (8 maggio 1732)
Apigliano è un sito archeologico
che si trova fra Martano
e Zollino. Si tratta di un
villaggio risalente all’alto
medioevo, abitato dal VII sec.
e poi abbandonato. Gli scavi
condotti dall’archeologo Paul
Arthur dell’Università del
Salento hanno portato alla
luce un insediamento di tipo
rurale che, dopo un periodo
di relativo isolamento, entrò
a partire dal IX sec. in un
circuito commerciale più
ampio, come testimoniano le
monete bizantine, le ceramiche
e i gioielli (simili a quelli “alla
moda” in quel periodo a Napoli,
Londra, Parigi o Lisbona)
rinvenuti nelle sepolture. Ad
Apigliano, come in buona parte
del Salento, si officiavano sia
il rito latino che quello greco
bizantino. A partire dal XV
sec., il piccolo villaggio fu
abbandonato. Non è ancora
certo quale sia stato il motivo
dell’abbandono, ma uno dei
fattori potrebbe essere stata
la Morte Nera, la tremenda
epidemia di peste del 1348.
Successivamente, le popolazioni
si spostarono in centri più
strutturati, dotati di strade,
cinte murarie e talvolta castelli.
L’abbandono di Apigliano portò
quindi allo sviluppo di Martano
e Zollino, come suggerisce la
tradizione orale.
Il progetto In.Cul.Tu.Re
ha sviluppato un sistema
di visita del sito in realtà
aumentata (attraverso modelli
tridimensionali, video e schede
di approfondimento). Il sistema
di visita virtuale è fruibile da
mobile e da remoto:
Per Scoprire il villaggio
bizantino e medievale di
Apigliano ed accedere ai
contenuti scarica l’applicazione
AR-media
Visita il sito: www.inculture.eu/
parcoarcheologicoapigliano
(6) apigliano Martano
(Sec. vI-XVI)
Ascolta nell'App di storytelling Sherazade
La Lettera di Angelica (9 febbraio 1283)
9. PON04a3_00390
Programma Operativo Nazionale “Ricerca e Competività” (PON “R&C”) 2007 - 2013 - Avviso D.D.
84/Ric del 2 marzo 2012 Asse II: “Sostegno all’Innovazione” - Obiettivo Operativo 4.2.1.3 “Azioni
Integrate per lo Sviluppo Sostenibile e la Diffusione Della Società Dell’Informazione”.
NOTA
Nel sito www.inculture.eu sono disponibili in download i dati in formato GPX
che consentono l'uso degli itinerari progettati direttamente da dispositivo/ricevitore GPS.
Inoltre, allo stesso indirizzo web, sono disponibili i contenuti speciali realizzati
per una fruizione pienamente esperienziale degli itinerari.