La parte introduttiva dello studio realizzato da ANCI Toscana sull'omogeneità socio-economica di Montepulciano e Torrita di Siena, per l'ipotesi di fusione dei due comuni. Lo studio, approvato dalle due commissioni consiliari, verrà completato nei prossimi mesi, allineando dati e tabelle ai bilanci dell'anno 2016.
2. 2
Introduzione
Nel nostro ordinamento giuridico i Comuni sono chiamati a svolgere tradizionalmente due
compiti: fornire beni e servizi ai cittadini che scelgono gli amministratori attraverso il voto e
partecipano al finanziamento dei servizi ricevuti con il pagamento di tasse e tributi locali, ed
esercitare la rappresentanza di una comunità e dell’identità locale di una popolazione, che
convive su un medesimo territorio e condivide determinati bisogni e problemi.
I profondi mutamenti economici, sociali e istituzionali che hanno investito il Paese e la nostra
Regione negli ultimi anni pongono oggi le Amministrazioni locali di fronte alla necessità di
valutare la loro effettiva capacità di svolgere il ruolo loro assegnato. E’ una responsabilità cui
sono chiamati tutti gli amministratori, ma avvertita con più urgenza nelle piccole realtà comunali,
dove la progressiva diminuzione dei finanziamenti e del personale seguita ai pesanti
aggiustamenti di finanza pubblica che si sono succeduti negli anni, ha seriamente compromesso
la possibilità dei Comuni di erogare servizi qualitativamente adeguati alle richieste dei cittadini.
Ed è soprattutto nelle comunità di ridotte dimensioni demografiche che le trasformazioni
istituzionali tuttora in corso, quali il progressivo superamento delle province e la riorganizzazione
del sistema socio-sanitario della Toscana, spingono a interrogarsi sull’effettiva capacità dei loro
rappresentanti di far sentire la loro voce presso livelli territoriali e istituzionali più elevati. In tale
contesto, il tema dell’individuazione della scala ottimale nell’organizzazione dei servizi locali e
dell’adeguatezza demografica e politica degli attuali confini amministrativi risulta oggi
ineludibile: fare le cose insieme e crescere come dimensione amministrativa diviene un’opzione
non più irrilevante per le comunità locali.
In Toscana, molti Enti hanno intrapreso un percorso di fusione con un altro Comune confinante
della stessa provincia. In undici casi tale processo ha già portato, dal 1 gennaio 2014 e dal 1
gennaio 2017 alla creazione di nuove Amministrazioni. In altri, la possibilità di fondersi è in questi
mesi sottoposta ad un vivace dibattito.
Dietro questi processi di aggregazione comunale risiede la volontà di migliorare l’efficienza
organizzativa e l’erogazione di beni e servizi da parte dei Comuni, attraverso un’ottimizzazione
delle risorse ed il contenimento delle spese.
L’attuale appartenenza ai medesimi Sistemi Economici Locali e del Lavoro e le possibilità fornite
dal nuovo quadro normativo hanno dunque portato i due Enti a valutare con attenzione le
opportunità presentate dal mutato contesto, con un particolare riguardo alla fusione tra Comuni.
Partendo da questi presupposti, l’obiettivo di questo studio è quello di creare un quadro
conoscitivo supportato dall’elaborazione di dati empirici che riesca a fornire degli strumenti per
ponderare la convenienza e le caratteristiche del processo di fusione sia per le Amministrazioni
proponenti sia per i cittadini coinvolti. Questi ultimi, in particolare, saranno chiamati ad
esprimersi in un referendum consultivo.
Verranno quindi analizzate in dettaglio le caratteristiche demografiche, produttive, finanziarie e
gestionali dei due Comuni, opportunamente comparate con realtà simili e con i territori dove
sono inseriti, per poi avanzare, alla luce dei risultati ottenuti, alcune considerazioni sulle
opportunità che una futura fusione potrebbe creare. Nella parte finale del lavoro, vi sarà un
tentativo preliminare di simulare la spesa di alcuni fondamentali servizi erogati, nonché i costi del
personale e della politica sotto l’ipotesi di un’ipotetica fusione
4. 4
1. Il processo di definizione del nuovo assetto istituzionale dei Comuni
Il tema delle fusioni di comuni si inserisce in un quadro più ampio di riassetto territoriale di cui ci
sembra opportuno, seppur sinteticamente, tratteggiarne i contorni in modo da offrire qualche
spunto di riflessione per contestualizzare il percorso intrapreso dalla due comunità e oggetto di
studio .
Negli ultimi decenni, il dibattito politico e gli interventi normativi si sono concentrati, a nostro
avviso, da un lato sulla definizione dei rapporti istituzionali e finanziari tra Stato e Autonomie
locali e, dall’altro, sulla definizione dei confini amministrativi, attraverso processi di “rescaling”,
ossia di “ri-territorializzazione”.
Per quanto riguarda il primo punto, vale la pena ricordare che in particolar modo a partire dagli
anni novanta si sono susseguiti una serie di interventi nomativi volti ad ampliare il grado di
autonomina locale: elezione diretta del Sindaco; “Riforma Bassanini”; revisione del Titolo V della
Costituzione. In tal senso, Luigi Bobbio ha recentemente definito la fase che va dagli anni 70 al
2001 come “The golden age of Italian local government”. Il nuovo quadro Costituzionale avrebbe
dovuto rappresentare la cornice di riferimento per ampliare la capacità di intervento degli enti
locali. La legge sul federalismo fiscale (L. 42/2009) avrebbe dovuto avviare il superamento della
“finanza derivata” : in cui i trasferimenti erariali costituivano la quota più rilevante delle entrate
comunali, per cui l’autonomia finanziaria e tributaria delle amministrazioni comunali, come
riportato nel seguente grafico, registrava valori significativamente bassi.
Grafico 1.1. Autonomia finanziaria e impositiva dei comuni italiani. Anni 1967-2011
Fonte: elaborazioni dati Istat
5. 5
Tuttavia, tale processo di riforma parrebbe essersi interrotto, in particolar modo negli anni della
“Spendig Review”.Indubbiamente, la congiuntura economico-finanziaria dell’ultimo decennio
ha determinato un processo di razionalizzazione della spesa della Pubblica Amministrazione. Nel
comparto comunale, i provvedimenti che si sono succeduti a partire dal 2010 hanno puntato sulla
diminuzione delle spese c.d. “rigide” (come quella del personale, delle spese legate agli organi
politici e amministrativi, delle spese di rappresentanza), nonché sull’introduzione di forme di
incentivazione dell’associazionismo intercomunale e delle fusioni di comuni.
Per avere un quadro sintetico della riduzione di risorse, riportiamo qui di seguito un prospetto
della contrazione di trasferimenti erariali per il comparto comunale negli anni 2010-2015.
Tabella 1.1
La riduzione di risorse per i comuni italiani e toscani, Anni 2010-2015
Valori correnti in milioni di euro e pro capite
ITALIA TOSCANA
v.a pro capite v.a pro capite
TOTALE MANOVRA 11.910 204 757 202
di cui Patto e nuova
contabilità
3.308 57 165 44
di cui taglio trasferimenti 8.602 147 592 158
"Costi della poltica" 118 2 8 2
Taglio D.L. 78/2010 2.500 43 169 45
Taglio D.L. 201/2011 1.450 25 110 29
Taglio D.L. 95/2012 2.600 45 161 43
Taglio da revisione IMU D 171 3 10 3
Taglio D.L. 66/2014 563 10 38 10
Taglio L. Stabilità 2015 1.200 21 96 26
Variazione perequativa
(20%FSC)
0 0 11,9 3,2
Fonte: IFEL
6. 6
Per quanto riguarda, invece il processo di riteritorializzazione, assistiamo ad una ridefinizione
livelli di governo, attraverso:
1- L’istituzione delle Città metropolitane
2- Il superamento delle Province
3- Il superamento della frammentazione comunale, attraverso l’associazionismo
intercomunale e le fusioni di comuni.
La normativa in materia di piccoli comuni, attraverso l’associazionismo comunale e le fusioni di
comuni, rappresenta la risposta ad una problematica: la ricerca della dimensione territoriale
adeguata per l'erogazione delle funzioni e servizi di competenza comunale. Tale ricerca può
essere ricondotta, in primo luogo, all'esigenza di garantire maggiore efficienza, comprimendo i
costi della funzione di amministrazione generale e sfruttando le economie di scala, come si dirà
meglio nel paragrafo relativo alla finanza locale . Ma non solo. Esiste il problema dell’omogeneità
nella distribuzione dei servizi pubblici locali sul territorio. Gli studi in materia, per i comuni toscani
hanno dimostrato che la dimensione demografica, seppure non possa essere considerata tout
cour un fattore di criticità (esistono piccoli comuni ad elevato livello di benessere) rappresenta
un elemento centrale nella variabilità dell'offerta di servizi. L'analisi della spesa corrente dei
comuni con popolazione inferiore a 3.000 abitanti, infatti, mette in evidenza, da un lato, la
presenza di una spesa pro capite più elevata rispetto comuni medio-grandi, dall'altro,
osservando la composizione per categoria della spesa, emerge un'incidenza maggiore della
spesa per funzioni di amministrazione generale e per la gestione del territorio. Allo stesso tempo,
la spersa corrente pro capite, nei piccoli comuni, è assorbita per lo più dai servizi indispensabili,
piuttosto che quelli a domanda individuale. In altre parole, il bilancio dei comuni di piccole
dimensioni è assorbito per lo più dalle spese di amministrazione generale e, date le soglie
tecnologie minime produttive, non tutti i comuni sono in grado di erogare servizi a domanda
individuale (asili nido, case di riposo per anziani, mense, impianti sportivi etc,). A ciò si aggiunga,
in termini di impoverimento dei piccoli comuni, altri fattori: demografici, riscontrabili nella una
maggiore incidenza di popolazione anziana, morfologici, per la presenza di territori montani, e
socio-economici, dato l’alto tasso di pendolarismo per motivi di studio e lavoro. La ricerca della
dimensione territoriale adeguata risponde quindi anche all'esigenza di assicurare una maggiore
equità sul territorio nella distribuzione di servizi pubblici locali.
Il tema del dimensionamento dei piccoli comuni può essere affrontato dalle amministrazioni
locali attraverso due scelte :
1. Associazionismo intercomunale mediante Unione e/o convenzione
2. Fusioni di comuni.
Evidentemente, le due strade non si escludono perché i comuni nati da fusione hanno piena
autonomia e facoltà di proseguire o intraprendere ulteriori percorsi associativi.
7. 7
In materia di associazionismo, il legislatore nazionale con le manovre finanziarie delle estati
2010/2011 ha sancito il passaggio dalla volontarietà all’obbligatorietà per piccoli comuni di gestire
in forma associata, tramite unione di comuni o convenzione, tutte le funzioni fondamentali (art.
14, Dl 78/10). Al momento in cui si scrive, i comuni con popolazione inferiore a 5.000 abitanti - o
3.000 se appartenenti a comunità montana- dovranno gestire in forma associata entro il 31
dicembre 2017 circa il 90% della propria attività amministrativa. Tuttavia, si prevede un intervento
normativo volto a superare definitivamente il meccanismo dell’obbligatorietà prendendo atto
delle criticità emerse più volte sottoposte all’attenzione degli organi centrali e regionali da parte
dell’associazione dei comuni.
Per quanto riguarda invece il tema delle fusioni di comuni, La legge Delrio ha potenziato l’aspetto
della rappresentanza e della partecipazione nei processi di fusione prevedendo, in sintesi, la
possibilità di :
- Approvare lo Statuto, con testo conforme in tutti i consigli comunali, durante il processo
di fusione;
- Prevedere nello statuto “adeguate forme di partecipazione e di decentramento dei
servizi” per le comunità dei comuni oggetto della fusione.
La legge Delrio ha riconosciuto pienamente l’autonomia statutaria comunale modificando l’art.
15 del TUEL, che nel testo precedente attribuiva alla Regione tale competenza: “La legge
regionale che istituisce nuovi comuni, mediante fusione di due o più comuni contigui, prevede
che alle comunità di origine o ad alcune di esse siano assicurate adeguate forme di
partecipazione e di decentramento dei servizi.” Tuttavia, è stato messo in evidenza dalla dottrina
che la sopracitata disposizione avrebbe leso l’autonomia statutaria di cui all’art. 6, comma 2 del
TUEL, secondo cui nello Statuto, approvato dal Consiglio Comunale, occorre disciplinare “le
forme di collaborazione fra comuni e province, della partecipatone popolare, del
decentramento, dell'accesso dei cittadini, alle informazioni e ai procedimenti amministrativi, lo
stemma e il gonfalone e quanto ulteriormente previsto dal presente testo unico.”
Pertanto, l’attuale normativa prevede la possibilità per le amministrazioni comunali originarie di
discutere e definire le adeguate forme di partecipazione decentramento dei servizi , in fase di
approvazione dello statuto del nuovo comune. Ciò consente di aprire un processo decisionale
partecipato nei territori sulla strutturazione del nuovo comune.
In particolare, le amministrazioni comunali possono prevedere nel nuovo statuto l’istituzione dei
municipi di cui all’art.16 del TUEL, definendone:
- Sede dei municipi
- Modalità e criteri di elezione e composizione degli organi municipali
- Rapporto tra organi comunali e municipali
8. 8
- Ambiti di consultazione e modalità di partecipazione ai processi decisionali
La disposizione normativa che introduce nel nostro ordinamento i municipi risulta piuttosto
“scarna”, prevedendo un certo margine di autonomia comunale nella sua strutturazione. Ciò
richiede uno “sforzo” in fase di definizione, ma al contempo rappresenta un’opportunità per
sperimentare modelli territoriali innovativi:
Art. 16
“Articolo 16 Municipi 1. Nei comuni istituiti mediante fusione di due o piu' comuni contigui lo
statuto comunale puo' prevedere l'istituzione di municipi nei territori delle comunita' di
origine o di alcune di esse. 2. Lo statuto e il regolamento disciplinano l'organizzazione e le
funzioni dei municipi, potendo prevedere anche organi eletti a suffragio universale diretto.
Si applicano agli amministratori dei municipi le norme previste per gli amministratori dei
comuni con pari popolazione.”
La recente dottrina giuridica in materia, riconoscendone il carattere innovativo e sperimentale di
tale istituto, conviene nell’attribuirgli le seguenti funzioni : Funzione consultiva, Funzione di
controllo, Attività di impulso e di proposta nei confronti degli organi di governo comunali e di
Erogazione dei “servizi di base”1
.
Pertanto, in fase di strutturazione dei municipi, occorrerà stabilire un adeguato equilibrio tra le
esigenze di decentramento dei servizi e di partecipazione delle comunità, e l’esigenza, espressa
nel referendum consultivo, di istituire un comune unico.
1
Per approfondimenti si rimanda a: C. Ricciardi (2015), G. Campana (2012), L. Antonini e E. Vigato (2013).
9. 9
1.3 Le fusioni in Toscana
In Toscana, i processi di fusione coinvolgono un significativo numero di comuni ed il quadro è in
continua evoluzione. Ad oggi (luglio 2017), 11 referendum hanno avuto esito positivo e sono tante
le ipotesi aggregative di cui si discute o si e discusso. Entrando nel dettaglio, si contano 22 i casi
in cui le proposte di fusione sono già state sottoposte a referendum consultivo2
di cui in 11 casi la
popolazione consultata ha espresso in maggioranza un voto favorevole, per cui sono stati istituiti
i seguenti comuni unici:
Figline-Incisa (FI)
Castelfranco Piandiscò (AR)
Fabbriche di Vergemoli (LU)
Scarperia e San Piero a Sieve (FI)
Crespina Lorenzana (PI)
Casciana Terme Lari (PI)
Pratovecchio Stia (AR)
Sillano Giuncugnano (LU)
Abetone Cutigliano (PT)
San Marcello Piteglio (PT)
Montalcino (SI)
2
Casentino (maggio 2012); Isola d'Elba, Fignine-Incisa, Castelfranco Piandiscò, Fabbriche di Vergemoli (aprile 2013), San
Niccolò Montemignaio (giugno 2013), Borgo a Mozzano - Pescaglia, Pratovecchio - Stia, Capannoli - Palaia - Peccioli,
Aulla - Podenzana, Crespina - Lorenzana, Villafranca in Lunigiana - Bagnone, Casciana Terme - Lari, Campiglia Marittima
- Suvereto, San Piero a Sieve - Scarperia (ottobre 2013) Sillano-Giuncugnano (ottobre 2014) Abetone Cutigliano
(novembre 2015) San Marcello Pistoiese Piteglio, Castellina Marittima Riparbella, Capolona Castiglion Fibocchi (maggio
2016) Montalcino San Giovanni d'Asso (ottobre 2016) Capolona Subbiano (maggio 2017).
10. 10
Mentre, nei restanti 11 casi l'esito è stato complessivamente negativo per cui la Regione non ha
proceduto all’istituzione del comune unico. Infine, registriamo una serie di ipotesi di fusioni, di
cui alcune sono state discusse a livello politico ma non sono mai approdate al passaggio
referendario (Gaiole in Chianti- Radda in Chianti; Cantagallo- Vaiano- Vernio; Arcidosso- Castel del
Piano; Gambassi Terme – Montaione; Montagna Pistoiese), altre sono attualmente in fase di
discussione (Montepulciano - Torrita di Siena; Barberino Val d'Elsa -Tavarnelle in Val di Pesa;
Agliana - Montale; Piazza al Serchio - San Romano in Garfagnana).
Ad ottobre 2017, andranno al voto 4 ipotesi di fusione: Bibbiena - Chiusi della Verna - Ortignano
Raggiolo; Chiusi Verna - Chitignano - Castel Focognano; Rio Marina - Rio nell'Elba; Pergine
Valdarno – Laterina.
Questo scenario rappresenta una significativa eccezione nel panorama nazionale, dove per lungo
tempo le fusioni non sono certo state all'ordine del giorno, basti pensare che dal al 1995 al 2011
si contano soltanto 9 casi di fusioni su tutto il territorio nazionale, tutte collocate nell'Italia
settentrionale.
Le ragioni di questa specificità toscana, probabilmente sono da ricercare in due ordini di
questioni. In primo luogo, tale “spinta” verso le fusioni è stata possibile per la tradizione di
associazionismo intercomunale presente sul territorio. Inoltre, “l’accelerazione” delle fusioni
toscane degli ultimi anni può ricondursi all’attenzione che la Regione ha posto sul tema. Al fine
di consolidare e sviluppare i processi aggregativi dei comuni, la Regione Toscana ha disciplinato
tutto l’arco del processo di fusione: dai processi partecipativi pre-referendari di attivazione
volontaria (L.r. 69/2007 e l'attuale L. 46/13), alla consultazione popolare tramite referendum
consultivo (L.r. 62/2007 e successive modificazioni) al procedimento per l’istituzione di un nuovo
comune per fusione di due o più comuni fino al sistema di incentivi in favore delle fusioni (L.r.
68/2011).
La disciplina regionale per l'istituzione di nuovi comuni (per la fusione di comuni esistenti o per
la modificazione delle circoscrizioni e delle denominazioni comunali), ai sensi dell’articolo 133,
secondo comma della Costituzione, è contenuta nel Titolo V della legge regionale 23 novembre
2007, n. 62 e succ. mod. (articoli da 58 a 67). Inoltre, sullo specifico aspetto delle fusioni è
intervenuta la legge regionale 27 dicembre 2011, n. 68 e succ. mod. con lo scopo di contribuire
“consolidare e sviluppare i processi aggregativi dei comuni”.
Il procedimento che istituzionalizza l'iter decisionale per la fusione di comuni è così articolato: la
proposta di legge di istituzione del nuovo comune unico viene sottoposta alla consultazione
popolare tramite referendum consultivo, mentre l'approvazione definitiva è di competenza del
Consiglio regionale. Tuttavia, si tratta di un “procedimento speciale rinforzato” poiché si prevede
la partecipazione di soggetti esterni (consigli comunali e popolazione dei comuni interessati). I
consigli comunali sono coinvolti, anche qui in via consultiva, qualora la proposta di legge di
istituzione di nuovo comune sia stata avanzata da componenti del consiglio regionale. Il
legislatore regionale è intervenuto, con L.r. 30/13, per rafforzare il ruolo dei consigli comunali ed
11. 11
evitare che essi siano “scavalcati” dal livello regionale su una proposta di fusione che riguarda
scelte radicali per le loro amministrazioni. Infatti, nel caso in cui tale proposta sia di iniziativa
consiliare, la commissione del Consiglio regionale competente, richiede il parere sulla stessa ai
consigli comunali interessati che lo esprimono entro trenta giorni dalla richiesta. “Decorso
inutilmente il termine per l’espressione dei pareri, la commissione procede ugualmente agli
adempimenti di cui al comma 1” ossia “predispone per il Consiglio regionale la proposta di
deliberazione di svolgimento del referendum, ovvero esprime il parere referente contrario sulla
proposta di legge” (art. 59, comma 1 e 1 bis L.r. 62/07). I pareri dei consigli comunali coinvolti sono
quindi necessari nel procedimento per l'indizione del referendum sull'ipotesi di fusione, ma non
vincolanti per il Consiglio regionale. Inoltre, si parla di “procedimento speciale rinforzato” perché
la Regione Toscana, coerentemente con quanto disposto dall'art. 133 della Costituzione e
dall'interpretazione dominante in letteratura e giurisprudenza circa le modalità di
coinvolgimento della popolazione, ha disciplinato tale passaggio referendario, anch'esso
necessario ma non vincolante per l'approvazione della legge di istituzione di nuovo comune. Il
referendum, di cui all'art. 61 e seguenti, ha carattere consultivo, non produce alcun effetto
giuridico sul procedimento e non prevede alcun quorum partecipativo. Da segnalare che è
previsto un elettorato più ampio di quello previsto per le elezioni degli organi comunali, in quanto
la partecipazione a tale consultazione è estesa ai cittadini stranieri e agli apolidi in possesso dei
requisiti di cui al c. 1 lett. C) dell’art. 45 della L.R. 62/2007 (ossia residenza in Toscana da un
quinquennio e permesso di soggiorno)3
. Conclusa la fase referendaria, il presidente del consiglio
regionale convoca il Consiglio stesso per le decisioni finali sulla proposta di legge. Gli esiti del
referendari hanno unicamente carattere politico, dato il carattere consultivo del voto; tuttavia il
Consiglio regionale si è dotato di una risoluzione (6 aprile 2016) in cui si stabilisce un
orientamento per assumere la decisione sulla base degli esiti referendari. Pertanto, tale
risoluzione prevede di procedere all’approvazione della legge di istituzione del comune unico :
1- qualora in ciascun comune si esprima in senso favorevole la maggioranza degli elettori
(50%+1 di SI in ogni comune)
2- qualora si evidenzi un’espressione di voti favorevoli all’aggregazione territoriale
superiore ai due terzi dei votanti dell’intera comunità chiamata ad esprimersi (>= 66,6% di
SI nei comuni considerati complessivamente) ;
Al contrario, il Consiglio regionale si impegna a “tenere comunque conto”, per le situazioni in cui
si determini la maggioranza dei due terzi di cui al punto 2 sopracitato, della eventuale manifesta
contrarietà alla proposta di fusione da parte di uno o più comuni, espressa dalle popolazioni di
3
1) residenza in un comune della Regione da almeno cinque anni antecedenti alla data della consultazione referendaria;
2) titolarità di carta di soggiorno o di permesso di soggiorno rilasciati, e in corso di validità, a norma del decreto
legislativo 25 luglio 1998, n. 286 (Testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell’immigrazione e norme sulla
condizione dello straniero) da ultimo modificato dal decreto-legge 27 luglio 2005, n. 144, convertito dalla legge 31 luglio
2005, n. 155.
12. 12
ciascuno di essi con un numero di voti contrari pari ad almeno i tre quarti dei votanti (>= 75% di
NO in almeno un comune).
Per ciò che concerne i contributi regionali alle fusioni di comuni, la L.r. 68/11 prevede che sia
concesso per cinque anni un importo pari a 250.000 euro annui per ciascun comune originario,
nel caso in cui le risorse stanziate non fossero sufficienti tale contributo è ridotto
proporzionalmente (art. 64 L.r. 68/11 e successive modificazioni). Inoltre, si prevede un aumento
del 30-60% di tale contributo nel caso in cui la popolazione del comune unico raggiunga un totale
di 10-15 mila abitanti.
Infine, la Regione Toscana, in applicazione della Legge Delrio, ha previsto che il nuovo comune
unico con popolazione inferiore a 5.000 (o 3.000 se montano), sia esonerato dall’obbligo di
associazionismo per due mandati elettorali (art. 62, comma 4 bis L.r. 68/11).
Per un prospetto sintetico dell’iter per il processo di fusione e degli incentivi nazionali e regionali,
si rimanda all’appendice normativa di questo testo.
14. 14
Pertanto, in un’ipotesi di fusione i due comuni raggiungerebbero una popolazione complessiva,
come riportato nella seguente cartina, di oltre 21.500 abitanti, collocandosi così nella penultima
fascia dimensionale. Sebbene tale considerazione possa sembrare banale, come si vedrà in
particolare nell’analisi delle economie di scala, la fascia dimensionale assume una sua rilevanza
nell’andamento dei costi delle funzioni fondamentali.
Figura 2.2 Simulazione Ipotesi comune Unico: Popolazione residente nei comuni della provincia di Siena
Anno 2016
Fonte: elaborazioni dati Istat
Comune Popolazione 2016
Montepulciano
Torrita 21.531
Sinalunga 12.764
Chiusi 8.704
Chianciano Terme 7.105
Sarteano 4.717
Cetona 2.755
Pienza 2.107
San Casciano dei
Bagni 1.632
Trequanda 1.254
15. 15
La popolazione residente dei due comuni oggetto di analisi va rapportata non solo alla classe
demografica, ma anche alla dimensione territoriale della superficie territoriale , espressa in kmq,
in modo da poter osservare in chiave comparativa la popolosità , ossia la densità abitativa.
In prima battuta, vale la pena evidenziare che l’estensione territoriale del Comune di
Montapulciano è tra le più ampie della provincia di Siena: con 165,33 kmq risulta in cima alla
classifica, superato unicamente da Montalcino (comune nato da fusione con Legge Regionale
del 11 novembre 2016, n. 78) Asciano e Castelnuovo Berardenga. Agli antipodi, invece, è collocato
il Comune di Torrita di Siena con un’esigua estensione territoriale, pari a 85,3 kmq, risultando da
questo punto di vista tra i più piccoli comuni del senese poiché più ampio solo rispetto ai Comuni
di Chiusi (58,1 Kmq), Cetona (51,4 Kmq), Castiglione d'Orcia (48,5 Kmq), San Quirico d'Orcia (42,1
kmq) fino al più piccolo Comune di Chianciano Terme con soli 36,6 kmq. Come è stato affermato,
in riferimento alla classe demografica, l’estensione territoriale, come si vedrà nei paragrafi
dedicati alla finanza locale, ha una sua rilevanza per quel che concerne l’erogazione dei servizi ed
in particolare l’organizzazione, la gestione e il costo della polizia municipale (dato il raggio
d’azione) e del trasporto pubblico.
Rapportando quindi il numero di residenti per la superficie territoriale si può osservare la
popolosità : ossia il numero di abitanti per kmq. Nella cartina e tabella qui di seguito riportate,
abbiamo messo in evidenza come l’ipotesi di fusione permetterebbe di raggiungere
un’estensione territoriale pari a 229 kmq e una densità di popolazione pari a 94 abitanti per kmq,
risultando così tra i comuni più popolosi del senese, come emerge anche solo a colpo d’occhio
osservando la seguente cartina.
Tabella 2.2 Popolazione residente, superficie territoriale e densità abitativa nei comuni della provincia di
Siena.
Comune Popolazione 2016 Superficie kmq
Densità abitante
per kmq
Montepulciano 14.097 165,33 85,3
Torrita di Siena 7.434 63,98 116,2
Montepulciano
Torrita 21.531 229 93,9
Cetona 2.755 53,57 51,4
Chianciano Terme 7.105 36,58 194,2
Chiusi 8.704 58,15 149,7
Pienza 2.107 122,96 17,1
San Casciano dei
Bagni 1.632 92,14 17,7
Sarteano 4.717 84,81 55,6
Sinalunga 12.764 174,56 73,1
Trequanda 1.254 44,45 28,2
16. 16
Figura 2.3 Simulazione Ipotesi comune Unico: Densità di popolazione dei comuni della provincia di Siena
Anno 2016
Fonte: elaborazioni dati Istat
Analizzando la dinamica demografica censuaria degli ultimi sessanta anni (1951-2011), attraverso
un’elaborazione dei dati censuari, si trova conferma della ciclicità dei processi di urabanizzazione
messa in evidenza dalla letteratura in materia. In particolare, il primo ventennio dal 1951 al 1971 si
caratterizza come una fase di urbanizzazione, ossia di “crescita accentrata”, che comporta
parallelamente uno spopolamento delle aree periferiche e interne verso le città capoluogo. Sono
questi, infatti, gli anni post-bellici del “boom economico”, in cui le città costituscono poli
attrattivi per le migrazioni interne al territorio nazionale.
Come riportato nel seguente grafico, nei primi due decenni , ossia nel periodo 1951-1971 il Comune
di Siena registra valori in crescita (+16,9 e +6,8) mentre Montepulciano e Torrita di Siena
presentano valori negativi, indice di spopolamento dei territori.
17. 17
L’inversione di tendenza per il Comune di Torrita di Siena avviene già a partire dai primi anni
Settanta, in cui, infatti, generalmente si rileva una dinamica demografica positiva nelle aree
periferiche e nelle cosidette “cinture” urbane. A partire dagli anni Ottanta fino ai primi anni
Duemila, il comune capoluogo segna valori negativi : sono gli anni in cui migliora la viabilità e la
mobilità giornaliera ed aumenta la sensibilità al benessere abitativo (qualità edilizia e di
contesto). Mentre nel Comune di Torrita si rileva una variazione percentuale della popolazione
positiva già analizzando la differenza di popolazione del periodo 1961-1971 (+4,4) e nel successivo
decennio (+5,4).
Analizzando i dati del Comune di Montpulciano emerge che tale inversione di tendenza, ossia di
ripopolamento dei territori periferici, avviene solo a partire dagli anni Duemila in cui si registra
una variazione percentuale positiva e progressiva: +0,2% nel periodo 1991-2001 e +2,5% nel
periodo 2001-2011, come riportato nel grafico sottostante
18. 18
Grafico 2.2 Variazione della popolazione censuaria.
Anni 1951-2011 valori percentuali
Fonte: elaborazioni dati Istat
-11,8
-20,8
-7,1
-4,1
-5,7
-0,3
20,7
23,7
7,3
2,2
-6,6
1,52
-0,9
5,4
-1,5
-5,4
2,6
-8,9 -9,3
-1,3
-2,2
0,2
2,5
-17
-24,6
-17,2
-5,8
-4,2 -4,1
-15,4
-23,8
-12,8
-7,9
-11,7
-6,2
-9,5
-11,6
13,9
2,2
3,6
4,54,7
-0,6
2,7
0,1
1,8
5,8
-3,1
4,4
5,4
-0,6
0,7
3,3
16,9
6,8
-5,6
-8,1 -7,6
0,4
1951-1961 1961-1971 1971-1981 1981-1991 1991-2001 2001-2011
Cetona
Chianciano Terme
Chiusi
Montepulciano
Pienza
San Casciano dei Bagni
Sarteano
Sinalunga
Torrita di Siena
Trequanda
Siena
19. 19
A questo punto, dopo aver analizzato le variazioni percentuali di ciascun decennio, ci sembra
opportuno mettere in evidenza la variazione complessiva, prendendo come anno di riferimento
il 1951. Si intende così poter rispondere ad una semplice domanda: dal 1951 al 2011 (data
dell’ultimo censimento disponibile) la popolazione residente in termini assoluti è aumentata o
diminuita? Ebbene, come riportato sinteticamente nel grafico sottostante i due comuni analizzati
presentano un comportamento differente: Montepulciano non recupera i valori registrati
nell’anno 1951, mentre il Comune di Torrita di Siena dopo una variazione negativa sopra descritta
vede aumentare la popolazione residente passando così da 6.678 abitanti a 7.357.
Grafico 2.3 Variazione della popolazione censuaria. Valori in numero indice (1951=100)
Fonte: elaborazioni dati Istat
Tabella 2.3. Variazione della popolazione censuaria. Valori in numero indice (1951=100)
1951 1961 1971 1981 1991 2001 2011
Cetona 4.866 4.290 3.397 3.156 3.028 2.854 2.845
Chianciano Terme 4.548 5.489 6.788 7.285 7.445 6.955 7.058
Chiusi 8.674 8.848 8.771 9.244 9.103 8.612 8.836
Montepulciano 17.365 15.820 14.356 14.170 13.856 13.883 14.237
Pienza 4.770 3.960 2.987 2.473 2.330 2.233 2.141
San Casciano dei Bagni 3.819 3.231 2.461 2.146 1.977 1.745 1.637
Sarteano 4.702 4.253 3.759 4.282 4.378 4.535 4.741
Sinalunga 10.838 11.345 11.274 11.573 11.583 11.790 12.476
Torrita di Siena 6.678 6.469 6.753 7.116 7.071 7.121 7.357
Trequanda 3.519 2.645 1.611 1.418 1.374 1.417 1.339
Siena 52.566 61.453 65.634 61.989 56.956 52.625 52.839
Fonte: elaborazioni dati Istat
Cetona Chianciano Terme Chiusi
Montepulciano Pienza San Casciano dei Bagni
Sarteano Sinalunga Torrita di Siena
Trequanda Siena
20. 20
Avvicinandoci all’oggi, l’analisi della dinamica demografica del territorio senese conferma
l’andamento negativo complessivamente registrato sul territorio nazionale. Infatti, a partire dal
2011, tutti i comuni oggetto di analisi qui di seguito riportati segnalano un calo della popolazione
residente. In particolare, Montepulciano passa da 14.558 a 14.097 e Torrita di Siena da 7.522 a
7.434.
Grafico 2.4 Variazione della popolazione residente. Valori in numero indice (2011=100)
Fonte: elaborazioni dati Istat
Tabella 2.4 Popolazione nei Comuni della Val di Chiana senese
Comune 2011 2012 2013 2014 2015 2016
Cetona 2.913 2.833 2.834 2.813 2.790 2.755
Chianciano Terme 7.447 7.043 6.886 7.112 7.134 7.105
Chiusi 8.838 8.813 8.726 8.781 8.747 8.704
Montepulciano 14.558 14.188 14.180 14.290 14.212 14.097
Pienza 2.186 2.134 2.127 2.125 2.129 2.107
San Casciano dei
Bagni
1.703 1.636 1.648 1.655 1.623 1.632
Sarteano 4.905 4.716 4.691 4.749 4.727 4.717
Sinalunga 12.926 12.485 12.476 12.806 12.753 12.764
Torrita di Siena 7.522 7.375 7.353 7.499 7.462 7.434
Trequanda 1.380 1.331 1.319 1.313 1.298 1.254
Fonte: elaborazioni dati Istat
Cetona Chianciano Terme Chiusi
Montepulciano Pienza San Casciano dei Bagni
Sarteano Sinalunga Torrita di Siena
Trequanda
21. 21
La variazione della popolazione può dipendere da due fenomeni, com’è noto, quello
demografico, che nel nostro caso si sostanzia in un calo delle nascite, oppure quello migratorio.
Pertanto, riteniamo utile riportare i cosiddetti “bilanci” della popolazione residente che mettono
in luce le due componenti: la differenza tra le nascite e i decessi, la differenza tra le iscrizioni e le
cancellazioni all’anagrafe comunale. Ebbene, come prevedibile, i dati confermano come la
diminuzione descritta dipenda dalla componente negativa demografica. Mettendo in luce quindi
il saldo naturale, si può notare come tutti i comuni della provincia di Siena, nell’anno 2015,
presentino un numero di decessi superiori alle nascite, ad eccezione di Monteriggioni (+5) e
Monteroni d’Arbia (+27), per il resto il dato qui riportato presenta il segno meno. In particolare,
vale la pena mettere in evidenza come il tema demografico sia particolarmente sentito nei
comuni di Montepulciano (-95) e di Torrita (-44), per i quali più avanti si evidenzieranno gli
indicatori che misurano la vecchiaia della popolazione residente.
Figura 2.4 Saldo naturale dei comuni nella provincia di Siena
Anno 2015
Fonte: elaborazioni dati Istat
Comune Saldo Naturale
Cetona -35
Chianciano Terme -74
Chiusi -41
Montepulciano -95
Pienza -17
San Casciano dei
Bagni -16
Sarteano -48
Sinalunga -43
Torrita di Siena -44
Trequanda -14
Provincia di Siena -1.466
Toscana -17.856
Italia -161.791
22. 22
Come anticipato, l’altra componente da osservare è quella migratoria. In questo caso, come
visualizzabile dalla cartina qui di seguito riportata, per il 2015 la situazione nel territorio senese è
a “macchia di leopardo”. Ossia alcuni Comuni segnano valore negativo, tra cui in particolare
Montepulciano (-20) Trequanda (-30); altri tra cui Torrita di Siena (+15), Chianciano Terme (+45)
e Sarteano (+38).
Il saldo migratorio costituisce una variabile che si ritiene utile monitorare costantemente sia per
comprendere l’attrattività dei territori, rispetto ai comuni limitrofi, sia per “compensare” il
fenomeno dell’invecchiamento della popolazione, spesso mitigato appunto da quello
migratorio, come emerge in maniera lampante osservando i “saldi totali”.
Figura 2.5 Saldo migratorio dei comuni nella provincia di Siena
Anno, 2015
Fonte: elaborazioni dati Istat
Comune Saldo Migratorio Saldo totale
Cetona 0 -35
Chianciano Terme 45 -29
Chiusi -2 -43
Montepulciano -20 -115
Pienza -5 -22
San Casciano dei
Bagni 25 9
Sarteano 38 -10
Sinalunga 54 11
Torrita di Siena 16 -28
Trequanda -30 -44
Provincia di Siena 569 -897
Toscana 9.600 -8.256
Italia 31.730 -130.061
23. 23
A questo punto, dopo aver analizzato l’andamento demografico dei due comuni e l’evoluzione
più recente dei saldi naturali e migratori, riteniamo possa essere utile un approfondimento della
struttura della popolazione residente. Prima di passare infatti alla descrizione dei fenomeni
economici e sociali, rappresenteremo qui di seguito un’analisi della struttura della popolazione
per fasce di età poiché essa incide, in una certa misura, sugli aspetti produttivi e attrattivi del
territorio: l’andamento occupazionale è influenzato dall’incidenza di popolazione in età attiva; al
contrario, la spesa per servizi sociali dipende dall’incidenza della popolazione anziana, pertanto,
una comunità è sicuramente interessata a monitorare la sostenibilità pensionistica, collegata al
rapporto tra anziani e popolazione in età lavorativa.
Grafico 2.5 Piramide della popolazione residente per classi di età comune di Montepulciano
Grafico 2.6 Piramide della popolazione residente per classi di età comune di Torrita di Siena
Fonte: elaborazioni dati Istat
Femmine
Maschi
Femmine
Maschi
24. 24
L’incidenza della popolazione anziana con età maggiore di 65 anni, risulta per entrambi i Comuni
sensibilmente superiore sia al dato regionale che nazionale. Nel 2015, la percentuale di anziani
sul totale dei residenti, presenta per Montepulciano un valore pari a 27,6%, mentre per Torrita di
Siena il 26,7%. Allo stesso tempo, l’indice di dipendenza strutturale che misura il rapporto tra la
popolazione in età non attiva e la popolazione in età attiva è superiore alle medie provinciali,
regionali e nazionali
Tabella 2.5 Indicatori demografici 4
. Anno 2016
Comune
indice di
vecchiaia
indice di dipendenza
strutturale
indice di dipendenza
degli anziani
incidenza della
popolazione anziana
Cetona 286,1 70,9 52,5 30,7
Chianciano Terme 277,4 66,4 48,8 29,3
Chiusi 252,1 64,3 46 28
Montepulciano 235,2 64,7 45,4 27,6
Pienza 263,7 67,8 49,1 29,3
San Casciano dei
Bagni 341,2 70,5 54,5 32
Sarteano 213,8 69,6 47,4 28
Sinalunga 189,5 60,2 39,4 24,6
Torrita di Siena 210,8 65,1 44,1 26,7
Trequanda 300 71,8 53,8 31,3
Provincia di Siena 202,7 62,1 41,6 25,7
Toscana 195,4 60,4 40 24,9
Italia 161,4 55,5 34,3 22
Fonte: elaborazioni dati Istat
4
Glossario : Vecchiaia (indice di): rapporto tra popolazione di 65 anni e più e popolazione di età 0-14 anni,
moltiplicato per 100. Dipendenza strutturale (indice di): rapporto tra popolazione in età non attiva (0-14 anni e 65
anni e più) e popolazione in età attiva (15-64 anni), moltiplicato per 100. Dipendenza anziani (indice di): rapporto tra
popolazione di 65 anni e più e popolazione in età attiva (15-64 anni), moltiplicato per 100.
25. 25
3.Pendolarismo
Gli spostamenti pendolari costituiscono un’informazione preziosa per visualizzare la rete dei
flussi e i centri gravitazionali dei cittadini residenti che si spostano quotidianamente per motivi
di studio e lavoro. L’ISTAT fornisce i dati sugli spostamenti pendolari in occasione del
censimento, svolto ogni dieci anni, pertanto le informazioni qui di seguito elaborate sono relative
alla dinamica del periodo 1981-2011
Per apprezzare qual è la quota di popolazione residente che si sposta per motivi di studio o di
lavoro, vale la pena evidenziare quale sia la percentuale di pendolari rispetto al totale della
popolazione fino a 64 anni.
In primo luogo, come riportato nel grafico qui di seguito, per entrambi i comuni (in conformità
con quanto avviene a livello nazionale) la quota di popolazione in età attiva pendolare cresce
progressivamente, passando per Montepulciano da 8,5% al 17,9% e per Torrita ancor di più dal
14,4% al 31,5%.
Grafico e tabella 3.1
Mobilità fuori comune per studio o lavoro. Anni censimenti 1981-2011
Rapporto percentuale tra la popolazione residente che si sposta giornalmente per motivi di lavoro o di
studio fuori dal comune di dimora abituale e la popolazione residente di età fino a 64 anni
Fonte: elaborazioni dati Istat
13,1
9,5 9,4
8,5
13,1
10,8
16,0
5,1
13,8
14,4 14,7
13,9
12,5
20,3
17,7
18,4
14,0
20,9
22,2
24,5
7,8
21,4
23,2 23,4
20,1
18,2
28,1
14,9
18,9
15,8
20,6
18,6
26,1
9,1
24,1
26,8
25,6
22,6
20,9
30,5
22,8 23,1
17,9
23,2
22,5
27,5
10,8
29,0
31,5
28,7
25,6
24,2
1981 1991 2001 2011
26. 26
1981 1991 2001 2011
Cetona 13,1 20,3 28,1 30,5
Chianciano Terme 9,5 17,7 14,9 22,8
Chiusi 9,4 18,4 18,9 23,1
Montepulciano 8,5 14,0 15,8 17,9
Pienza 13,1 20,9 20,6 23,2
San Casciano dei Bagni 10,8 22,2 18,6 22,5
Sarteano 16,0 24,5 26,1 27,5
Siena 5,1 7,8 9,1 10,8
Sinalunga 13,8 21,4 24,1 29,0
Torrita di Siena 14,4 23,2 26,8 31,5
Trequanda 14,7 23,4 25,6 28,7
Toscana 13,9 20,1 22,6 25,6
Italia 12,5 18,2 20,9 24,2
Fonte: elaborazioni dati Istat
Inoltre, analizzando in chiave comparata la tipologia di pendolarismo, emerge che nei nostri
comuni la mobilità giornaliera, per studio o lavoro, avviene in misura maggiore atttraversio
l’utilizzo di mezzo privato, rispetto al mezzo collettivo. Mentre, complessivamente in italia il 64%
dei pendolari utilizza un mezzo privato, nel comune di Montepulciano tale percentuale è pari a
77% e a Torrita si reggistra un valore leggermente inferiore ossia pari a 73%. Al contrario, emerge
che nel Comune di Montepluciano, rispetto a Torrita di Siena la mobilità “lenta” ossia a piedi o in
bicicletta è maggiore ossia pari a 12% (invece di 8%) ma in ogni caso maggiore del dato nazionale
(19,15). Questi indicatori, a nostro avviso, sono significativi per pianificare adeguatamente le
politiche relative ai trasporti pubblici e, se vogliamo, alla riduzione dell’inquinamento
(soprattutto nei centri urbani).
Tabella 3.2 Indicatori pendolarismo . Censimento 2011
Indicatore Montepulciano Torrita di Siena Toscana Italia
Mobilità giornaliera per studio o lavoro 66.6 66.7 66.1 61.4
Mobilità fuori comune per studio o lavoro 17.9 31.5 25.6 24.2
Mobilità occupazionale 47.2 110.3 79.2 85.7
Mobilità studentesca 15 50.8 34.3 35.2
Mobilità privata (uso mezzo privato) 76.9 73.1 69.6 64.3
Mobilità pubblica (uso mezzo collettivo) 6.9 9.7 11.4 13.4
Mobilità lenta (a piedi o in bicicletta) 11.8 8.4 15.7 19.1
Mobilità breve 88.6 83.8 84 81.4
Mobilità lunga 4.1 5.3 3.9 5
Fonte: elaborazioni dati Istat
27. 27
Per verificare l’omogeneità dei territori e la fattibilità di un processo di fusione, si è soliti
approfondire non solo l’entità del pendolarismo e le modalità con cui si realizza, come fatto
poc’anzi, ma soprattutto le direttrici verso cui i residenti si orientano.
In primo luogo, per entrambi i comuni la maggior parte dei pendolari resta nel territorio
comunale: Montpluciano in misura significativa , anche alla luce dell’ampiezza della superficie
comunale, il 73%; a Torrita il 52%. Allo stesso tempo, è molto importante il dato relativo al
“pendolarismo reciproco” che ci permette di apprezzare le relazioni già esistenti sul territorio.
Ebbene dall’analisi dei flussi, riportata nelle tabelle qui di seguito, emerge che per i torritesi
Montepulciano è la prima meta: ossia il 13% dei pendolari complessivamente considerati.
Reciprocamente, per ragioni di studio o lavoro, il 5% dei poliziani si sposta verso Torrita che risulta
essere la seconda meta, appunto, per i residenti di Montepulciano.
Tabella 3.3 Pendolari residenti presso il Comune di Montepulciano, classificati in base al comune di
destinazione e al motivo (studio/lavoro) dello spostamento. Valori assoluti e percentuali
Censimento , 2011
lavoro studio
Totale complessivo
Comune di destinazione v.a. % v.a. % v.a. %
Montepulciano 3456 67,9 1648 86,9 5104 73,1
Chianciano Terme 318 6,3 39 2,1 357 5,1
Torrita di Siena 258 5,1 5 0,3 263 3,8
Siena 123 2,4 86 4,5 209 3,0
Sinalunga 194 3,8 3 0,2 197 2,8
Chiusi 166 3,3 7 0,4 173 2,5
Cortona 56 1,1 57 3,0 113 1,6
Pienza 81 1,6 2 0,1 83 1,2
Arezzo 57 1,1 14 0,7 71 1,0
Foiano della Chiana 41 0,8 0,0 41 0,6
Castiglione del Lago 31 0,6 2 0,1 33 0,5
Firenze 20 0,4 11 0,6 31 0,4
Perugia 24 0,5 6 0,3 30 0,4
Totale complessivo 5088 100 1896 100 6984 100
Fonte: elaborazioni dati Istat
28. 28
Tabella 3.4Pendolari residenti presso il Comune di Torrita, classificati in base al comune di destinazione
e al motivo (studio/lavoro) dello spostamento. Valori assoluti e percentuali. Censimento , 2011
lavoro studio Totale complessivo
Comune di destinazione v.a. % v.a. % v.a. %
Torrita di Siena 1263 47,6 673 66,3 1936 52,7
Montepulciano 332 12,5 146 14,4 478 13,0
Sinalunga 416 15,7 10 1 426 11,6
Siena 136 5,1 121 11,9 257 7,0
Foiano Della Chiana 83 3,1 2 0,2 85 2,3
Arezzo 44 1,7 11 1,1 55 1,5
Chianciano Terme 22 0,8 19 1,9 41 1,1
Trequanda 36 1,4 4 0,4 40 1,1
Pienza 37 1,4 2 0,2 39 1,1
Cortona 27 1,0 6 0,6 33 0,9
Lucignano 32 1,2 1 0,1 33 0,9
Rapolano Terme 30 1,1 0 30 0,8
Chiusi 18 0,7 8 0,8 26 0,7
Totale complessivo 2656 100,0 1015 100 3671 100,0
Fonte: elaborazioni dati Istat
In secondo luogo, il pendolarismo ci permette di verificare non solo la “reciprocità”, ma anche le
“destinazioni comuni”, cosa che si ritiene centrale nella pianificazione della mobilità. Per
entrambi i Comuni , il Capoluogo di provincia risulta una meta importante, così come Sinalunga.
Mentre, emerge che i poliziani si spostano verso Chianciano Terme (5%), mentre i torresi meno
(1%).
Pertanto, effettuando una simulazione del pendolarismo per il comune unico, si conseguirebbe
un importante risultato in termini di “autocontenimento” dei flussi: ossia il 73% dei pendolari
resterebbe all’interno del perimetro comunale. In successiva battuta, il 6% circa si sposterebbe
verso Sinalunga, il 4% verso Siena e Chianciano Terme.
29. 29
Tabella 3.5 Simulazione: Pendolari residenti presso il Comune di Montepulciano, classificati in base al
comune di destinazione e al motivo (studio/lavoro) dello spostamento. Valori assoluiti e percentuali
Censimento , 2011
Comune di Destinazione N. Pendolari % sul totale
INTERNI Comune Unico 7.781 73,0%
Sinalunga 623 5,8%
Siena 466 4,4%
Chianciano Terme 398 3,7%
Chiusi 199 1,9%
Cortona 146 1,4%
Arezzo 126 1,2%
Foiano Della Chiana 126 1,2%
Pienza 122 1,1%
Firenze 54 0,5%
Totale 10.665 100,0%
Fonte: elaborazioni dati Istat
30. 30
Figura 3.1 Rete viaria del territorio dei comuni di Montepulciano e Torrita di Siena
Fonte: elaborazioni Geoscopio Regione Toscana
Figura 3.2 Densità di popolazione per kmq che si sposta quotidianamente per motivi di studio o lavoro.
Fonte: elaborazioni Geoscopio Regione Toscana
34. 34
Figura
Tempi di percorrenza verso Montepulciano. Anno 2011
Fonte: elaborazioni su dati Istat.
Figura
Tempi di percorrenza verso Torrita di Siena. Anno 2011
Fonte: elaborazioni su dati Istat.
35. 35
4. Imprese
La Toscana è una regione dove forte è stato lo sviluppo imprenditoriale per distretti industriali.
Questo modello di sviluppo ha naturalmente e progressivamente portato alcune zone a
particolari specializzazioni produttive: ne sono un esempio il distretto tessile di Prato o quello
della pelle e del cuoio intorno a Santa Croce. Queste differenziazioni produttive sono state
estremamente importanti e caratterizzanti per i Comuni dove tali industrie si erano insediate,
sino a diventare essi stessi uno dei simboli della città, come la Piaggio a Pontedera.
Se si guarda con attenzione a questi “capitalismi regionali”, infatti, è facile vedere l’impronta che
su ciascuno di essi hanno impresso le caratteristiche peculiari delle risorse imprenditoriali e
organizzative disponibili in loco e degli ambienti, pre-industriali o extra-economici, che le
avevano plasmate.
Da un punto di vista economico, le strette relazioni che venivano a crearsi tra le imprese più
grandi e le piccole imprese locali sub-fornitrici che con esse lavoravano, permettevano di creare
sviluppo e lavoro. Alcune imprese hanno costituito autentici incubatori non solo di numerosi
imprenditori e imprese, ma anche (e contemporaneamente) di interi sistemi specializzati.
Tuttavia, in molti casi, le produzioni riguardavano manifatture tradizionali a bassa
specializzazione e ad alta intensità di lavoro; i mutamenti economici e tecnologici, la
delocalizzazione e la recente crisi economica hanno molto influito su questa tipologia di
aggregazione imprenditoriale.
A livello Toscano al 31/12/2016 le unità locali attive (ovvero le imprese considerate sia sede che
distaccamento che sono ancora operative secondo il registro imprese) erano 441.118, di cui
105.984 artigiane. In termini di variazioni tra il 2014 e il 2016, la dinamica complessiva è stata del -
0,6%, mentre per quanto riguarda le artigiane la contrazione è stata del -2,6%. Guardando ai due
Comuni oggetto di studio, si rileva come il numero di unità locali attive a Montepulciano sia stato
di 2.242 unità (di cui 387 imprese artigiane) e di 867 unità a Torrita di Siena (di cui 216 imprese
artigiane). Le dinamiche nel periodo 2014-2016 sono state simili a quella regionale per le imprese
artigiane, con variazioni rispettivamente del -7,9% e del -5,7%. Guardando alla totalità delle
imprese, invece, si rileva come nel territorio di Montepulciano la variazione sia stata positiva e
pari al +0,6%, mentre a Torrita di Siena la dinamica sia risultata negativa del -1,6%. Nel confronto
con i Comuni limitrofi, emerge come Montepulciano detenga sul suo territorio un numero di
attività produttive più alto delle altre municipalità: se si sommano anche quelle di Torrita di Siena
in un ipotetico Comune unico si ottiene il valore di 3.115 unità che è pari a circa il doppio delle
imprese del Comune con il valore più alto tra quelli confrontati, ovvero Sinalunga (1.567). Insieme
le imprese dei due Comuni non hanno subito variazioni tra il 2014 de il 2016, mentre le imprese
artigiane sono diminuite del -7,1%.
36. 36
Tabella 4.1
Unità locali attive e artigiane. Anno 2016
Valori assoluti e percentuali
Comune
Unità locali
Attive 2016
di cui artigiane
2016
% artigiane su
attive 2016 Attive Var% 2016/2014
Artigiane Var%
2016/2014
Montepulciano 2.248 387 17,2% 0,6% -7,9%
Torrita di Siena 867 216 24,9% -1,6% -5,7%
Comune unico 3.115 603 19,4% 0,0% -7,1%
Cetona 343 72 21,0% -5,2% -12,2%
Chianciano Terme 1.185 179 15,1% -1,3% -3,8%
Chiusi 1.142 241 21,1% -1,7% -2,0%
Pienza 572 67 11,7% 3,8% -5,6%
San Casciano dei Bagni 261 52 19,9% -0,4% 2,0%
Sarteano 531 146 27,5% -0,6% -4,6%
Sinalunga 1.567 357 22,8% -1,1% -1,4%
Trequanda 212 28 13,2% -4,1% -15,2%
Totale SIENA 33.628 6.769 20,1% -0,6% -4,0%
Totale TOSCANA 443.118 105.984 23,9% 0,5% -2,6%
Fonte: elaborazioni su dati Istat.
37. 37
I dati Movimprese permettono di scendere nel dettaglio e di analizzare le unità locali e gli addetti
per settore ATECO5
per il I trimestre 2017. Ne deriva che il settore dove vi è la maggiore
concentrazione di imprese è quello dell’agricoltura, silvicoltura e pesca (709 imprese), seguito
dal commercio e dalle costruzioni. Per quanto attiene a Torrita di Siena, la concentrazione
maggiore si rileva nel commercio (200 imprese), nell’agricoltura e delle attività manifatturiere,
con evidenti similarità nella tipologia di aziende sul territorio dei due Comuni. Insieme, i settori
con più imprese sono quelli dell’agricoltura, commercio e alloggio e ristorazione. Risulta evidente
come l’amenità del territorio unita alle denominazioni d’origine portino ad una naturale
evoluzione di questi settori.
Tabella 4.2
Unità locali attive per settore ATECO 2007. I trimestre 2017
Valori assoluti
Montep
ulciano
Torrita
di Siena
Comune
Unico
Cetona Chiancian
o Terme
Chiusi Pienza San
Cascian
o Dei
Bagni
Sarteano Sinalun
ga
Trequa
nda
A Agricoltura, silvicoltura pesca 709 187 896 135 84 126 193 98 117 199 85
B Estrazione di minerali da cave e
miniere
4 0 4 0 0 1 1 2 2 0 2
C Attività manifatturiere 118 130 248 25 44 97 43 9 30 208 25
D Fornitura di energia elettrica,
gas, vapore e aria condiz...
5 4 9 1 1 3 0 0 3 7 2
E Fornitura di acqua; reti fognarie,
attività di gestione d...
20 4 24 0 5 13 2 3 0 14 1
F Costruzioni 267 108 375 33 120 131 25 31 100 206 10
G Commercio all'ingrosso e al
dettaglio; riparazione di aut...
464 200 664 50 311 337 118 45 109 477 32
H Trasporto e magazzinaggio 39 22 61 14 20 42 7 9 13 42 4
I Attività dei servizi di alloggio e di
ristorazione
220 47 267 41 285 94 124 35 56 96 23
J Servizi di informazione e
comunicazione
25 10 35 1 16 30 2 1 11 23 1
K Attività finanziarie e assicurative 53 29 82 6 36 44 4 3 7 46 4
L Attività immobiliari 81 27 108 7 85 50 14 4 17 69 4
M Attività professionali,
scientifiche e tecniche
50 26 76 5 32 33 2 3 14 38 3
N Noleggio, agenzie di viaggio,
servizi di supporto alle imp...
38 21 59 6 48 40 8 4 15 33 5
O Amministrazione pubblica e
difesa; assicurazione sociale...
0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0
P Istruzione 10 4 14 3 5 12 2 0 2 10 1
Q Sanità e assistenza sociale 6 5 11 2 6 5 0 1 4 8 1
R Attività artistiche, sportive, di
intrattenimento e diver...
29 9 38 4 30 15 9 1 9 23 1
S Altre attività di servizi 78 34 112 14 52 53 14 9 21 69 2
T Attività di famiglie e convivenze
come datori di lavoro p...
0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0
X Imprese non classificate 3 1 4 0 3 3 2 0 0 2 0
Totale 2.219 868 3.087 347 1.183 1.129 570 258 530 1.570 206
Fonte: elaborazioni su dati Movimprese.
5
I settori ATECO (2007) sono delle classificazioni delle imprese in base alla tipologia di attività economica svolta.
38. 38
Il numero di addetti conferma quanto appena visto: insieme i due Comuni raggiungono 6.022 addetti, valore più alto
rispetto alle municipalità confrontate e evidenzia come tali maestranze si concentrino prevalentemente nel settore
dell’agricoltura (1.615 unità), nelle attività manifatturiere (1.042 unità) e nel commercio (984 unità). Da quanto
appena visto emerge come la concentrazione imprenditoriale nei due Comuni oggetto di studio sia similare sia dal
punto di vista delle imprese che degli addetti. In termini quantitativi i due Comuni insieme sommano un comparto
produttivo importante e, con un numero rilevante di addetti, possono essere considerati per dimensione il polo più
importante della Val di Chiana Senese.
Tabella 4.3
Addetti delle unità locali attive per settore ATECO 2007. I trimestre 2017
Valori assoluti
Montep
ulciano
Torrita
di Siena
Comune
Unico
Cetona Chiancian
o Terme
Chiusi Pienza San
Cascian
o Dei
Bagni
Sarteano Sinalun
ga
Trequa
nda
A Agricoltura, silvicoltura pesca 1.452 163 1.615 162 140 224 261 111 230 143 138
B Estrazione di minerali da cave e
miniere
2 0 2 0 0 0 0 7 0 0 27
C Attività manifatturiere 287 755 1.042 61 80 536 146 26 53 974 86
D Fornitura di energia elettrica,
gas, vapore e aria condiz...
28 1 29 0 0 0 0 0 0 3 0
E Fornitura di acqua; reti fognarie,
attività di gestione d...
26 11 37 0 0 52 0 0 0 0 0
F Costruzioni 534 204 738 84 150 403 46 38 167 495 14
G Commercio all'ingrosso e al
dettaglio; riparazione di aut...
655 329 984 68 425 695 130 40 173 959 23
H Trasporto e magazzinaggio 66 39 105 11 89 290 12 12 48 126 5
I Attività dei servizi di alloggio e di
ristorazione
603 105 708 81 813 209 324 200 109 254 35
J Servizi di informazione e
comunicazione
17 10 27 4 39 140 2 0 6 50 0
K Attività finanziarie e assicurative 142 62 204 11 65 171 13 6 15 113 4
L Attività immobiliari 57 16 73 3 53 33 11 10 9 39 10
M Attività professionali,
scientifiche e tecniche
40 31 71 4 68 50 2 0 8 39 0
N Noleggio, agenzie di viaggio,
servizi di supporto alle imp...
67 55 122 8 59 163 10 7 29 75 3
O Amministrazione pubblica e
difesa; assicurazione sociale...
0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0
P Istruzione 10 4 14 2 5 21 0 0 0 9 0
Q Sanità e assistenza sociale 42 7 49 7 102 5 0 5 40 18 12
R Attività artistiche, sportive, di
intrattenimento e diver...
25 3 28 2 14 26 9 0 2 14 3
S Altre attività di servizi 123 46 169 12 142 73 16 13 41 99 1
T Attività di famiglie e convivenze
come datori di lavoro p...
0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0
X Imprese non classificate 5 0 5 2 34 5 4 0 1 6 2
Totale 4.181 1.841 6.022 522 2.278 3.096 986 475 931 3.416 363
Fonte: elaborazioni su dati Movimprese.
39. 39
Al fine di delineare con maggior dettaglio in quali branche produttive i Comuni Torrita di Siena e
Montepulciano detengano maggiore importanza, si presenta lʼindice di specializzazione
produttiva, il quale, mediante una ponderazione degli addetti che lavorano in un determinato
settore produttivo, ci dice se il territorio in questione presenta una specificità produttiva in quel
settore. Lʼindice è stato calcolato per Torrita di Siena e Montepulciano con riferimento al loro
SEL (quello della Val di Chiana Senese) e del SEL stesso nei confronti della Toscana. Un valore
pari o superiore a 130 indica, nel Comune, la presenza di una specializzazione produttiva in quel
settore, ovvero unʼincidenza di addetti sul totale del 30% superiore alla medesima incidenza fatta
sul SEL nei confronti della Toscana.
I dati utilizzati sono gli addetti così come rilevati dal Censimento ISTAT dellʼindustria e dei servizi
2011. Le aziende del settore dellʼagricoltura, quindi, non sono presenti, ma saranno oggetto di un
approfondimento più avanti nel lavoro.
I risultati mostrano una lieve specializzazione di Montepulciano nel comparto estrattivo e, per
quanto riguarda la manifattura, nel settore delle bevande grazie all’importante produzione
vitivinicola di tipo industriale. Il territorio di Torrita di Siena risulta invece specializzato nella
manifattura e, in particolare, nella produzione di macchinari e attrezzature e fortemente
specializzata nella produzione di mobili e nel settore dei prodotti in legno escluso i mobili.
Tabella 4.4
Indice di specializzazione produttiva6
. Anno 2011
Montepulciano
Torrita di
Siena
SEL 29
ESTRATTIVO 196 0 173
MANIFATTURA 87 205 80
di cui: bevande 316 184 597
di cui: prodotti in legno escluso mobili 57 419 231
di cui: lavorazione minerali non metalliferi 124 117 233
di cui: macchinari e attrezzature nca 0 276 151
di cui: fabbricazione mobili 47 463 105
COSTRUZIONI 118 96 155
SERVIZI di cui: Alloggio e ristorazione 124 42 153
Fonte: Elaborazioni su dati Censimento dell’Industria e dei servizi ISTAT 2011
Legenda:
6
La formula di calcolo dell’indice di specializzazione produttiva calcolato sugli addetti è la
seguente: Is =
AddSettore
Comune
/ AddTotale
Comune
AddSettore
S.E.L.
/ AddTotale
S.E.L.
40. 40
_ = Specializzato
_= Ben Specializzato
_ = Molto Specializzato
_ = Non specializzato anche se raggiunge la soglia
41. 41
Il comparto agricolo è di estrema importanza nel territorio della Val di Chiana senese, sia per
l’amenità del paesaggio che favorisce l’insediamento di imprese agricole volte anche alla
ricezione, ma, soprattutto, alla produzione di alcune tipicità che raggiungono punte di eccellenza
soprattutto nel settore vitivinicolo. ISTAT rende il quadro più dettagliato ottenibile delle imprese
agricole in concomitanza con il censimento dell’agricoltura che, come quello della popolazione,
si svolge ogni 10 anni. Il più recente è del 2010 e proprio su quest’annualità sarà basata la
seguente analisi. Il numero di imprese agricole nel 2010 al momento del censimento erano 881
nel Comune di Montepulciano e 292 nel Comune di Torrita di Siena; in entrambi i casi la quasi
totalità erano imprese individuali e, per una piccola parte società o cooperative. Insieme i due
Comuni sommavano 1.173 imprese, numero nettamente più alto di tutti gli altri Comuni
confrontati.
Tabella 4.5
Aziende del settore agricolo per tipologia societaria. Anno 2010
Valori assoluti
Azienda
individuale
Società di
persone
di cui: società
semplici
Società di
capitali
Società
cooperativa
Altra forma
giuridica
Totale
Censimento
2010
Montepulciano 800 54 39 20 5 2 881
Torrita di Siena 278 12 10 2 0 0 292
Comune Unico 1.078 66 49 22 5 2 1.173
Cetona 225 12 8 7 0 0 244
Chianciano
Terme 139 7 4 4 0 1 151
Chiusi 207 10 8 5 0 0 222
Pienza 181 28 26 4 0 1 214
San Casciano
dei Bagni 113 12 9 2 0 0 127
Sarteano 172 12 8 9 0 0 193
Trequanda 108 5 5 6 0 0 119
Prov. Siena 7.454 632 502 327 23 25 8.461
Toscana 67.288 3.773 3.058 1.256 139 230 72.686
Fonte: elaborazioni su dati Istat.
42. 42
Nella classificazione per Superficie Utile Lorda (SUL) delle imprese agricole, il numero di aziende
con estensione superiore a 50 ettari è rilevante nei Comuni di Montepulciano (61 imprese) e di
Pienza (65 imprese). Sommando le grandi imprese agricole di Torrita di Siena e Montepulciano si
arriva a 81 imprese sopra i 50 ettari. 248 sono state quelle comprese tra 10 e 50 ettari, mentre
844 quelle fino a 10 ettari. Anche questo dato delle due municipalità insieme si distacca dalle altre
Amministrazioni comunali confrontate.
Tabella 4.6
Aziende del settore agricolo per dimensione di superficie utilizzata. Anno 2010
Valori assoluti
Fino a 10
ettari da 10 a 50
Oltre 50
ettari Totale
Montepulciano 629 191 61 881
Torrita di Siena 215 57 20 292
Comune unico 844 248 81 1.173
Cetona 169 55 20 244
Chianciano
Terme 113 29 9 151
Chiusi 159 52 11 222
Pienza 84 65 65 214
San Casciano dei
Bagni 61 36 30 127
Sarteano 123 46 24 193
Sinalunga 389 62 18 469
Trequanda 71 32 16 119
Prov. Siena 5.099 2.204 1.158 8.461
Toscana 52.151 15.744 4.791 72.686
Fonte: elaborazioni su dati Istat.
43. 43
5. Turismo
Il turismo è un settore strategico e particolarmente importante per i due Comuni oggetto di
studio. La loro fortunata localizzazione e l’attrattiva turistica che negli ultimi decenni è
notevolmente accresciuta fanno di questi territori una realtà che sempre più si è connaturata con
un proprio “brand” sia per l’amenità dei luoghi, sia per l’enogastonomia e una modalità ricettiva
legata alla natura e all’agriturismo. Ne deriva che dal punto di vista turistico questo territorio non
sia identificato come “Toscana” ma come “Montepulciano”, grazie anche all’export di alcuni
prodotti che hanno favorito la diffusione, anche all’estero, della conoscenza del territorio.
In termini assoluti, il Comune di Montepulciano ha registrato nel 2015 circa 222 mila presenze e
circa 86 mila arrivi, mentre Torrita di Siena 10 mila arrivi circa e 33 mila presenze. Insieme
superano le 254 mila presenze e i 95 mila arrivi. La provenienza dei turisti è per lo più estera: il
63,3% del totale per Montepulciano e il 68,0% per Torrita di Siena. Nel confronto con e altre
municipalità del territorio, l’ipotetico Comune unico è secondo solo a Chianciano Terme (oltre
733 mila presenze).
44. 44
Tabella 5.1
Numero di arrivi e presenze7
turistiche italiane e straniere. Anno 2015
Valori assoluti
Italiani Stranieri totale
Arrivi Presenze Arrivi Presenze Arrivi Presenze
Montepulciano 39.758 81.350 46.589 140.361 86.347 221.711
Torrita di Siena 5.182 10.542 4.413 22.419 9.595 32.961
Comune Unico 44.940 91.892 51.002 162.780 95.942 254.672
Cetona 1.751 5.070 1.521 12.655 3.272 17.725
Chianciano Terme 150.464 490.148 99.067 243.504 249.531 733.652
Chiusi 17.914 33.513 17.305 29.642 35.219 63.155
Pienza 23.539 55.140 28.623 93.947 52.162 149.087
San Casciano dei Bagni 13.474 41.782 5.385 27.301 18.859 69.083
Sarteano 6.784 24.607 8.507 57.082 15.291 81.689
Sinalunga 11.200 24.769 7.572 27.217 18.772 51.986
Trequanda 4.496 19.134 4.436 25.121 8.932 44.255
Provincia Siena 790.391 2.099.282 928.717 3.079.329 1.719.108 5.178.611
Toscana 5.777.131 20.628.714 7.131.482 24.160.325 12.908.613 44.789.039
Fonte: elaborazioni su dati Regione Toscana.
7
Per arrivi turistici si intende il numero di clienti, italiani e stranieri, ospitati negli esercizi ricettivi (alberghieri o complementari)
in un certo periodo temporale. Per presenze turistiche si intende il numero delle notti trascorse dai clienti negli esercizi ricettivi
(alberghieri o complementari).
45. 45
Grafico 5.1
Presenze turistiche nei comuni di Montepulciano e Torrita di Siena. Anno 2015
Valori assoluti e percentuali
Fonte: elaborazioni su dati Regione Toscana.
Tabella 5.2
Numero di turisti pro capite. Anni 2012-2015
Valori pro capite
2012 2013 2014 2015
Montepulciano 14 14 15 16
Torrita di Siena 4 4 4 4
Comune Unico 11 11 11 12
Cetona 6 6 5 6
Chianciano Terme 118 104 93 103
Chiusi 7 6 9 7
Pienza 50 52 51 70
San Casciano dei Bagni 35 34 37 43
Sarteano 19 18 17 17
Sinalunga 4 3 4 4
Trequanda 29 32 34 34
Provincia Siena 19 18 18 19
Toscana 12 12 12 12
Fonte: elaborazioni su dati Regione Toscana.
0
50.000
100.000
150.000
200.000
250.000
Montepulciano Torrita di Siena
Stranieri
Italiani
63,3%
36,7%
68,0%
32,0%
46. 46
Ponendo in rapporto il numero delle presenze con il numero degli arrivi si ottiene la media delle
notti trascorse in un dato Comune. Nel caso di Montepulciano tale dato è stato di 2,6 notti nel
2015, lievemente in calo rispetto al 2012. Per quanto riguarda Torrita di Siena il numero di notti
medie nel 2015 è stato di 3,4 rispetto alle 3 notti medie del 2012. Insieme i due Comuni raggiungo
le 2,7 notti nel 2015 valore vicino alla media della provincia di Siena e lievemente inferiore a quello
medio toscano.
Tabella 5.3
Numero di notti medie trascorse dai turisti. Anno 2012-2015
Valori medi
Colonna1 2012 2013 2014 2015
Montepulciano 2,8 2,7 2,7 2,6
Torrita di Siena 3,0 2,9 2,9 3,4
Comune Unico 2,9 2,7 2,8 2,7
Cetona 3,5 3,9 4,2 5,4
Chianciano Terme 3,2 3,0 2,9 2,9
Chiusi 1,8 1,7 2,2 1,8
Pienza 2,7 2,8 2,8 2,9
San Casciano dei Bagni 3,2 3,0 3,1 3,7
Sarteano 4,5 4,9 5,0 5,3
Sinalunga 2,7 2,6 2,7 2,8
Trequanda 4,3 5,5 5,5 5,0
Provincia Siena 3,1 3,0 3,1 3,0
Toscana 3,6 3,5 3,5 3,5
Fonte: elaborazioni su dati Regione Toscana.
Vista l’importanza del settore ricettivo nel territorio analizzato, viene proposta l’analisi delle
strutture ricettive turistiche per tipologia. Complessivamente, nel Comune di Montepulciano nel
2015 operavano 189 strutture di cui 100 appartengono alla categoria degli agriturismi e 23 ad
alberghi di diversa categoria. La parte restante si divide tra affittacamere, case vacanze e alloggi
privati nonché residence, mentre peculiare è la presenza di ben 7 residenze d’epoca come
strutture turistiche di pregio. Nel Comune di Torrita di Siena il numero totale delle strutture nel
2015 è stato di 46, di cui oltre la metà agriturismi. Insieme i due Comuni hanno evidenziato la
presenza nel 2015 di 236 strutture, valore più alto tra i Comuni confrontati, anche di Chianciano
Terme che ne aveva 174 e di Pienza con 130.
47. 47
Tabella 5.4
Numero di strutture ricettive per categoria. Anno 2015
Valori assoluti
Montepu
lciano
Torrita di
Siena
Comun
e Unico
Cetona
Chiancia
no
Terme Chiusi Pienza
San
Casciano
dei Bagni Sarteano
Sinalu
nga
Trequan
da
Alberghi a 1 stelle 1 1 4 2
Alberghi a 2 stelle 4 1 5 19 3 1 1 1 1 1
Alberghi a 3 stelle 16 2 18 1 88 6 2 2 6 4 1
Residenze turistiche alberghiere 0 3
Alberghi a 4 stelle 2 1 3 21 1 2 1 1
Alberghi a 5 stelle 0 1
Alloggi agrituristici 100 27 128 17 16 14 83 27 26 13 20
Affittacamere 25 8 33 10 6 6 25 14 3 9 2
Alloggi privati 12 3 15 1 6 9 9 0 2 12 3
Aree di sosta 0
Case e appartamenti per vacanze 20 2 22 2 8 5 5 1 3 15 4
Case per ferie 1 1 1 1 1 1
Ostelli per la gioventù 0 1 1
Residence 2 2 3 1 1 1 1
Residenze d'Epoca 7 2 9 1 2 1
Rifugi alpini ed escursionistici 0 1
Campeggi 0 2 1
Totale 189 46 236 33 174 50 130 47 44 59 33
Fonte: elaborazioni su dati Regione Toscana.
Per quanto attiene alla capienza ricettiva delle strutture appena analizzate in termini di posti
letto, Chianciano Terme si distingue con circa 12 mila posti letto per la sua particolare tipologia di
turismo legata alle fonti termali e a stabilimenti che incorporano i trattamenti di benessere con
la sistemazione notturna e, in alcuni casi, con la ristorazione, nella stessa struttura. Tuttavia,
insieme, Montepulciano e Torrita di Siena raggiungono i 3.848 posti letto, per lo più concentrati
in strutture agrituristiche che permettono di condurre un turismo più a contatto con la natura, la
tipologia che in tali territori risulta la più richiesta. Tra gli altri Comuni si distingue l’altissima
incidenza sul totale dei posti letto negli agriturismi nel Comune di Pienza e l’alto numero di posti
nel campeggio sito nel Comune di Sarteano.
48. 48
Tabella 5.5
Numero di posti letto nelle strutture ricettive per categoria. Anno 2015
Valori assoluti
Montepu
lciano
Torrita di
Siena
Comune
Unico
Cetona
Chianciano
Terme Chiusi Pienza
San
Casciano
dei Bagni Sarteano
Sinalu
nga
Trequan
da
Alberghi a 1 stelle 4 4 89 44
Alberghi a 2 stelle 92 18 110 793 181 24 11 33 15 13
Alberghi a 3 stelle 809 67 876 25 7.716 350 44 54 218 203 21
Residenze turistiche alberghiere 0 83
Alberghi a 4 stelle 170 17 187 3.330 51 136 65 24
Alberghi a 5 stelle 0 156
Alloggi agrituristici 1.339 353 1.692 236 210 170 1.176 366 532 261 406
Affittacamere 220 68 288 81 43 54 191 75 24 87 17
Alloggi privati 51 16 67 1 42 47 57 2 6 48 10
Aree di sosta 0
Case e appartamenti per vacanze 481 17 498 21 82 82 25 2 132 224 115
Case per ferie 8 8 22 47 42 60
Ostelli per la gioventù 0 34 15
Residence 39 39 76 55 76 24 19
Residenze d'Epoca 60 18 78 14 32 20
Rifugi alpini ed escursionistici 0 24
Campeggi 0 226 1.672
Totale 3.274 574 3.848 412 12.487 1.252 1.740 741 2.683 1.022 625
Fonte: elaborazioni su dati Regione Toscana.
49. 49
6. Lavoro
Il comparto produttivo italiano e toscano da alcuni anni sta cercando di uscire definitivamente
da una stagnazione economica prodotta dal protrarsi della crisi finanziaria. Sebbene la dinamica
negativa del PIL si sia interrotta, tornando a registrare variazioni positive, il ritmo a cui il Paese
sta crescendo risulta ancora inferiore alla attese. Per buona parte questo è attribuibile ad una
contrazione che negli ultimi anni vi è stata dal lato della domanda interna e, quindi, dei consumi.
Le imprese che meglio hanno reagito a tale contesto sono state quelle che meglio hanno saputo
sfruttare la dimensione internazionale e affinato la capacità di esportare. In molti casi invece,
questa opportunità non è stata colta, anche per la stessa natura dei beni e dei servizi prodotti in
quanto destinati al mercato interno.
I dati del censimento dell’industria e dei servizi oltre ad avere la certezza della fonte censuaria,
riescono a scendere a un dettaglio geografico (quello comunale) che altre tipologie di dati, in
special modo quelli sul lavoro e l’occupazione non riescono a raggiungere (al massimo quello
provinciale). Permane il problema di operare su dati che contemplano solo il comparto
dell’industria e dei servizi.
Per avere un quadro dell’occupazione completo che inglobi anche gli altri settori non considerati,
in primo luogo l’agricoltura, sono stati utilizzati i dati che l’ISTAT stima periodicamente riguardo
all’occupazione e i principali indicatori del lavoro a livello di sistema locale del lavoro (SLL). I
Sistemi Locali del Lavoro sono un tipo di aggregazione che l’ISTAT utilizza per creare aree
omogenee basate sulle tipologie e caratteristiche lavorative e produttive. Tale livello di
disaggregazione, perciò, non riesce ad arrivare a quello comunale, ma si posiziona ad un grado
di precisione maggiore di quello provinciale e, al contempo, ingloba tutti i settori produttivi.
A causa di variazioni metodologiche nell’individuazione dei SLL i quali sono variati dalla
classificazione del 2001 a quella 2011 (adottata nelle stime a partire dall’annualità 2014), la
variazione degli occupati rappresentata nella seguente cartina ingloba il primo periodo della crisi
economica, ovvero quello compreso tra il 2008 e il 2013 e utilizza la classificazione redatta da
ISTAT nel 2001. L’ultimo anno di stima fornito dallo stesso istituto (con i nuovi SLL 2011), il 2014,
è invece rappresentato nella successiva tabella ….
Sia nella classificazione SLL 2001 che in quella 2011, Montepulciano fa parte del SLL denominato
“Montepulciano” insieme al Comune di Pienza. Torrita di Siena di colloca invece nel SLL
“Sinalunga” insieme ai Comuni di Foiano della Chiana, Lucignano, Marciano della Chiana,
Sinalunga e Trequanda. Nella definizione 2011 al SLL Montepulciano sono stati aggiunti i Comuni
di Chianciano Terme e di Sarteano, mentre quello di Sinalunga è rimasto inalterato.
Guardando ai dati, il SLL di Montepulciano nel periodo considerato ha registrato una diminuzione
degli occupati stimati del -5,2%, mentre quello di Sinalunga (comprendente Torrita di Siena) ha
anch’esso segnato una diminuzione che ha raggiunto il -3,5%.
50. 50
Figura 6.1
Stima della variazione del numero di occupati 2008-2013
Fonte: elaborazioni su dati ISTAT.
I principali indicatori riguardanti il lavoro nell’anno 2014 la cui maggiore disaggregazione (come
detto precedentemente) è per SLL, registrano un tasso di attività, ovvero il rapporto tra forze
lavoro attive in età 15-64 anni sul totale della popolazione 15-64 anni, per il SLL di Montepulciano
del 51,7% e del 52,8% per il SLL di Sinalunga; un tasso di occupazione (occupati su popolazione
totale) molto simile e, rispettivamente del 46,6% e del 46,8%, mentre il tasso di disoccupazione
(persone in cerca di lavoro su totale forze lavoro) è stato del 10% nel SLL di Montepulciano e
dell’11,4% nel SLL di Sinalunga.
51. 51
Tabella 6.1
Variazione degli indicatori riguardanti l’occupazione anni 2008-2014 per Sistema Locale del Lavoro. Stime ISTAT
Valori percentuali
Valori assoluti(migliaia) - Media anno 2014 Tassi
Denominazione
SLL
Numer
o di
comuni
2011
Occupati
In cerca di
occupazione
Forze di
lavoro
Non forze di
lavoro in età
15 anni e più
Popolazio
ne di 15
anni o più
Popolazio
ne totale
Tasso di
attività
Tasso di
occupa-
zione
Tasso di
disoccu-
pazione
SLL
MONTEPULCIANO
4 11,5 1,3 12,8 11,9 24,7 28,0 51,7 46,6 10,0
SLL SINALUNGA 6 15,4 2,0 17,4 15,5 32,9 38,0 52,8 46,8 11,4
SLL CHIUSI 10 11,6 1,6 13,2 13,2 26,4 29,8 49,9 43,9 12,0
Fonte: elaborazioni su dati Istat.
Infine, per completare il quadro sul lavoro, si presenta la percentuale degli occupati per
raggruppamenti di settori ATECO 2007, ma questa volta non prendendo come riferimento
geografico la sede dell’impresa o la localizzazione della sua unità locale, bensì la residenza del
lavoratore. L’anno di riferimento è il 2011 in quanto sono informazione contenute nel censimento
della popolazione ISTAT. La percentuale dei poliziani impiegati nel settore primario era pari al
13,9%, mentre la percentuale di torritesi era pari all’8,1%. Nel settore dell’industria in senso più
ampio (incluse le costruzioni), i cittadini di Montepulciano era impiegati per il 22,0%, mentre quelli
di Torrita di Siena per il 34,5%. Valori quasi identici per l’incidenza di lavoratori nei settori del
commercio, degli alberghi e ristoranti con il 21,5% per Montepulciano e il 22,1% per Torrita di Siena.
Alla medesima conclusione si arriva osservando la percentuale di residenti occupati nei settori
del trasporto, magazzinaggio, servizi d’informazione e comunicazione con, rispettivamente, il
3,4% e il 3,9% e per le altre attività8
con il 25,9% e il 21,5%. Lievemente diverse le incidenze per i
settori delle attività finanziarie e assicurative, delle attività immobiliari, delle attività
professionali, scientifiche e tecniche, del noleggio, delle agenzie di viaggio e dei servizi di
supporto alle imprese con il 13,3% per Montepulciano e il 9,9% per Torrita di Siena.
8
Comprendono: amministrazione pubblica e difesa (o); istruzione (p); sanità e assistenza sociale (q); attività artistiche, sportive,
di intrattenimento e divertimento (r); altre attività di servizi (s); attività di famiglie e convivenze come datori di lavoro per
personale domestico; produzione di beni e servizi indifferenziati per uso proprio da parte di famiglie e convivenze (t);
organizzazioni ed organismi extraterritoriali (u).
52. 52
Tabella 6.2
Occupati residenti per tipologia di impresa. Anno 2011
Valori percentuali
agricoltura,
silvicoltura e
pesca (a)
totale industria
(b-f)
commercio,
alberghi e
ristoranti (g,i)
trasporto, magazzinaggio,
servizi di informazione e
comunicazione (h,j)
attività finanziarie e assicurative, attività immobiliari, attività
professionali, scientifiche e tecniche, noleggio, agenzie di viaggio,
servizi di supporto alle imprese (k-n)
altre attività (o-u) totale
Montepulciano 13,9% 22,0% 21,5% 3,4% 13,3% 25,9% 100,0%
Torrita di Siena 8,1% 34,5% 22,1% 3,9% 9,9% 21,5% 100,0%
Comune unico 12,0% 26,1% 21,7% 3,5% 12,2% 24,4% 100,0%
Cetona 11,2% 24,1% 20,6% 5,2% 11,6% 27,3% 100,0%
Chianciano Terme 5,0% 16,5% 34,8% 4,0% 13,2% 26,7% 100,0%
Chiusi 6,7% 24,3% 22,3% 6,0% 13,1% 27,6% 100,0%
Pienza 17,9% 17,8% 29,0% 3,4% 10,5% 21,4% 100,0%
San Casciano dei
Bagni
13,4% 22,3% 27,6% 4,8% 8,0% 23,9% 100,0%
Sarteano 7,7% 22,5% 26,0% 5,9% 10,3% 27,6% 100,0%
Sinalunga 5,4% 33,4% 21,9% 4,5% 11,9% 22,9% 100,0%
Trequanda 15,4% 21,7% 24,7% 3,8% 10,0% 24,4% 100,0%
Prov. Siena 7,8% 23,9% 20,2% 4,7% 15,1% 28,3% 100,0%
Toscana 4,1% 28,2% 20,9% 6,0% 13,1% 27,7% 100,0%
Fonte: elaborazioni su dati Istat.
53. 53
7. Redditi e contributi
Per quanto riguarda la redistribuzione della ricchezza nei due Comuni, sono stati utilizzati i dati
del Dipartimento delle finanze riguardanti le dichiarazioni IRPEF al fine di approssimare la
composizione reddituale dei residenti delle due municipalità. Nella scomposizione per classi di
reddito, emerge come la percentuale dei contribuenti nei due Comuni si concentri in maniera
simile tra le varie classi di reddito: in quella tra 15 mila e 26 mila euro annui sembra esserci una
maggiore presenza di contribuenti per quanto riguarda il Comune di Torrita di Siena, mentre una
maggiore presenza si nota nei contribuenti di Montepulciano nelle due classi comprese tra 55
mila e 120 mila euro annui.
Volendo fornire una breve serie storica, il reddito medio dichiarato ai fini IRPEF per contribuente
nel 2011 (anno d’imposta) a Montepulciano è stato di 18.305 euro, mentre nel 2015 tale valore è
salito a 19.153 euro. Anche il territorio di Torrita di Siena ha visto un incremento passando da un
reddito medio di 16.653 a 18.089 euro.
Grafico 7.1
Composizione percentuale dei contribuenti per imponibile IRPEF. Anno d’imposta 2015
Fonte: elaborazioni su dati Dipartimento delle Finanze MEF.
28,25% 27,52%
25,09%
26,64%
17,63% 17,83%
15,04% 14,44%
32,87%
35,49%
33,86%
32,82%
17,39% 16,78%
21,08% 21,26%
0%
5%
10%
15%
20%
25%
30%
35%
40%
Montepulciano Torrita di Siena Prov. Siena Toscana
da 0 a 10.000 euro
da 10.000 a 15.000 euro
da 15.000 a 26.000 euro
da 26.000 a 55.000 euro
da 55.000 a 75.000 euro
da 75.000 a 120.000
euro
oltre 120.000 euro
54. 54
L’associazionismo comunale è da tempo incentivato da diversi livelli di governo in Italia. Per
quanto attiene al livello statale, gli incentivi per le fusioni di comuni sono andati crescendo nel
tempo fino ad arrivare alle disposizioni contenute nella Legge di Bilancio 2017. In quest’ultimo
caso, dall’originario D.M. 10 ottobre 2012 che prevedeva un contributo del 20% delle assegnazioni
statali del 2010 per ognuno dei due Comuni si è passati al 50%. Questo ammontare di risorse viene
erogato nell’arco di 10 anni.
Anche il livello regionale, non in tutte le Regioni italiane, sono previsti dei contributi: nel caso
toscano la L.R. 68/2011 prevede che siano elargiti 250 mila euro all’anno per ogni Comune
originario per 5 anni fino ad un massimo di 1 milione complessivo annuo. Recentemente, la
suddetta Legge regionale è stata modificata, influendo anche su quella che è una premialità
aggiuntiva dei contributi:
Un elemento di primaria importanza nell’assetto di un Comune unico frutto di un processo di
fusione è rappresentato dai contributi nazionali e regionali. Tali disposizioni che saranno
brevemente elencate di seguito.
La normativa nazionale, con il D. Min. Interno del 10 ottobre 2012 (previsto dalla Spending Review
D.L. 95/2012), stabiliva che ai Comuni istituiti spettasse, a decorrere dall'anno 2013 e per un
periodo di dieci anni, un contributo straordinario che era commisurato al 20% dei trasferimenti
erariali attribuiti per l'anno 2010 agli Enti che avevano dato luogo a fusione, nel limite degli
stanziamenti finanziari previsti.
Il decreto specificava che in caso di insufficienza dei fondi erariali destinati al finanziamento delle
fusioni di Comuni, il contributo spettante per la fusione fosse proporzionalmente ridotto. Con la
Legge di Stabilità per il 2014 (L. 147/2013) lo stanziamento previsto per le fusioni di Comuni è stato
pari a 30 milioni di euro annui per il triennio 2014- 2016 (art. 1 comma 730) e finanziato con risorse
derivanti dal fondo di solidarietà comunale. Sempre a livello nazionale, la Legge n. 183/2011
(Legge Stabilità 2012) ha previsto che i Comuni di nuova istituzione fossero esentati dal Patto di
Stabilità Interno per due anni dalla loro costituzione.
Il comma 18 della Legge di Stabilità 2016 ha modificato l’art. 20 del dl 95 del 2012. La lettera a)
prevede che a decorrere dall'anno 2016 il contributo straordinario ai Comuni nati dalla fusione di
cui all'articolo 15, comma 3, del TUEL (decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267) o dalla fusione
per incorporazione, è elevato al 40 per cento dei trasferimenti erariali attribuiti per l'anno 2010
nel limite degli stanziamenti finanziari previsti e in misura comunque non superiore a 2 milioni di
euro per ciascun beneficiario. Le modalità di riparto del contributo sono demandate
all’approvazione di un decreto del Ministero dell’Interno, sentita la Conferenza Stato-città ed
autonomie locali. In particolare, in caso di fabbisogno eccedente le disponibilità, è stabilito che
venga data priorità alle fusioni o incorporazioni avente maggiori anzianità. Tale priorità è
assicurata anche ai fini del riparto delle eventuali disponibilità eccedenti il fabbisogno, nel qual
caso occorrerà tener conto della popolazione e del numero dei Comuni oggetto della fusione o
incorporazione. La lettera b) stabilisce che il contributo straordinario è assicurato alle fusioni di
Comuni realizzate negli anni 2012 e successivi. Permane, anche per il 2016 lo stanziamento di 30
milioni annui per i contributi alle fusioni.
Con la Legge di Bilancio 2017 la percentuale dei trasferimenti erariali del 2010 da trasferire è salita
al 50%.
55. 55
A livello toscano, la Legge Regionale n. 68/2011, regola le varie forma di associazionismo
comunale, compresa la fusione. In questʼultimo caso, o nel caso di incorporazione di due o più
Comuni, la Regione Toscana al Comune risultante concede “a decorrere dallʼanno solare in cui è
prevista lʼelezione del nuovo consiglio comunale, un contributo annuale, per cinque anni, pari a euro
250.000 per ogni comune originario, e comunque non superiore a euro 1.000.000”. La Legge
Regionale che sancirà da un punto di vista legislativo la nascita del nuovo Comune potrà stabilire
un contributo maggiore del 60% se lʼEnte risultante avrà più di 15.000 abitanti o del 30% se il
comune risultante dalla fusione o dall'incorporazione avrà una popolazione superiore a 10.000
abitanti, ovvero la fusione o l’incorporazione sarà avvenuta coinvolgendo almeno tre Comuni e,
in entrambi i casi almeno uno dei Comuni originari fosse obbligato all'esercizio associato delle
funzioni fondamentali.
Il caso di Torrita di Siena e Montepulciano rientra nell’eventualità che permette di accedere ad
una maggiorazione del 60%, in quanto darebbe luogo ad un Comune di oltre 15 mila abitanti.
Si raggiunge quindi il massimo concedibile sia a livello nazionale che regionale. In caso di fusione,
infatti, giungerebbero alla nuova municipalità 24 milioni di euro in dieci anni, 20 derivanti dallo
Stato e 5 dalla Regione Toscana. In termini pro capite si nota come globalmente, considerando i
cittadini dell’eventuale Comune Unico, si giunga a 1.115 euro pro capite. Nei primi cinque anni con
entrambe le fonti di contributo sarebbero disponibili per il Comune 14 milioni di euro, mentre
negli ultimi cinque anni con solo la parte statale sarebbero 10 milioni di euro.
Vi sono inoltre altri benefici per i Comuni che si fondono e che derivano dalla Legge di Stabilità
2016. Fermo restando i vincoli generali sulla spesa di personale, dal 2016 i comuni istituiti a
decorrere dall’anno 2011 a seguito di fusione nonché le unioni di comuni possano procedere ad
assunzioni di personale a tempo indeterminato nel limite del 100% della spesa relativa al
personale di ruolo cessato dal servizio nell’anno precedente. Inoltre, il comma 729 accoglie un
emendamento Anci, prevedendo che, ai fini dell’attribuzione degli spazi finanziari regionali, siano
considerate prioritarie le richieste avanzate dai comuni con popolazione fino a mille abitanti e
dai comuni istituiti per fusione a partire dall'anno 2011, enti non sottoposti al patto di stabilità
interno in base alla previgente normativa.
56. 56
Tabella 7.2
Contributi fusione 2017
Valori assoluti in euro e in euro pro capite
D. Min. 10/10/2012 e Legge
Stabilità 2017 (50%
trasferimenti erariali del
2010 per 10 anni max 2
milioni a comune risultante
da fusione)
L.R. 68/2011 (250.000
euro all'anno per
Comune per 5 anni
max 1 milione)
Premialità
regionale
Totale
Montepulciano 33.497.585
Torrita di Siena 14.282.709
Contributo totale in dieci anni
Comune unico
20.000.000 2.500.000 1.500.000 24.000.000
Contributi totali pro capite 929 116 70 1.115
Contributo annuale Comune unico
primi 5 anni
14.000.000
Contributo annuale Comune unico
ultimi 5 anni
10.000.000
57. 57
8. Finanza locale
Il triennio appena trascorso è stato di particolare importanza per la finanza territoriale. La prima
grande rivoluzione che è stata introdotta, è stata il passaggio alla nuova contabilità armonizzata.
Il nuovo sistema non ha solamente modificato l’organizzazione e il calcolo delle poste di bilancio,
ma ha soprattutto introdotto il principio della competenza potenziata che ha comportato un
inevitabile cambio di mentalità da parte degli enti nella gestione di entrate e spese. Il secondo
grande cambiamento ha riguardato il superamento con la Legge di Stabilità 2016 del Patto di
Stabilità Interno e l’attuazione a partire dal rendiconto 2015 per le regioni e dal previsionale 2016
per gli enti locali del pareggio di bilancio attraverso il rispetto del saldo finale di competenza9
.
La portata di questi mutamenti ha profondamente inciso sulla gestione finanziaria egli Enti
territoriali in un momento di continui contenimenti di spese e di limitazioni all’autonomia
amministrativa e finanziaria. Se, per un lato si è andati a pretendere una maggiore trasparenza e
programmazione da parte degli Enti, dall’altro il perdurare di vincoli statali pregressi di vario tipo
continua a ridurre le possibilità per gli Enti di internalizzare queste nuove riforme adattandole al
meglio su quelle che sono le caratteristiche peculiari che ogni ente sul territorio nazionale
esprime. Vengono perse occasioni quali quelle di un riassetto e ringiovanimento da un punto di
vista anagrafico e di competenze del personale a causa della continua riduzione della spesa per
il personale e di un turnover sbloccato solo con la Legge di bilancio 2017 e non interamente (al
75%); continua la subordinazione dei concorsi alle procedure di mobilità. Prosegue il
contenimento di alcune tipologie di spesa corrente che danneggia maggiormente gli enti che nel
passato hanno più di altri razionalizzato la spesa e, infine, vi è stato un impatto molto importante
su quella che è stata la spesa di investimento degli enti territoriali. In un momento di stagnazione
economica come quello attuale, con i consumi interni che stentano a ripartire concretamente, la
domanda del settore pubblico sarebbe stata di notevole aiuto per stimolare direttamente e
indirettamente alcune delle variabili macroeconomiche più importanti ovvero gli investimenti,
l’occupazione, la produttività. Se, nel primo anno di entrata in vigore dei nuovi principi contabili,
è stato possibile poter utilizzare in modo estensivo i propri avanzi e le proprie risorse, l’operare
del nuovo saldo tende a disincentivare l’utilizzo di poste come l’indebitamento e l’applicazione
di avanzo. Ciò potrebbe portare nel medio periodo all’utilizzo per gli investimenti delle sole
risorse rinvenenti le entrate in conto capitale, ovvero alienazioni, trasferimenti in conto capitale
e oneri di urbanizzazione che, come noto, sono grandezze che da alcuni anni a questa parte si
sono fortemente ridotte all’interno dei bilanci comunali.
I dati su cui verrà svolta l’analisi di questo capitolo riguardano i bilanci consuntivi più recenti a
disposizione, ovvero quelli riferiti all’anno 2015. Sebbene si tratti di anno di transizione nel quale
esisteva ancora il Patto di Stabilità che obbligava i comuni a produrre avanzi di bilancio (saldo
obiettivo), la nuova contabilità era già entrata in vigore, per cui tali bilanci includono già regole
che attualmente e per il futuro rappresentano il nuovo riferimento normativo. Il quadro che verrà
restituito riuscirà quindi a carpire le strategie amministrative e fiscali che i due Comuni hanno
adottato tra il 2013 e il 2015 e la comunanza nel loro operato.
9
Il saldo finale di competenza prevede che la differenza tra entrate finali (Titoli I, II, III, IV e V) del nuovo schema di bilancio), spese
finali (Titolo I, II, III e IV del nuovo schema di bilancio) e i Fondi Pluriennali Vincolati al netto della quota derivante da indebitamento
in entrata e in spesa (dal 2020 escludendo anche la parte derivante dall’applicazione dell’avanzo) siano in pareggio o in avanzo.
58. 58
Le entrate
Le entrate del Comune di Montepulciano hanno registrato una diminuzione del -10,0% tra il 2013
e il 2015. A determinare questo risultato sono state fattispecie per lo più esterne all’Ente: dal lato
delle entrate tributarie nel periodo considerato si è rilevato un incremento del 21,9%, ciò è dovuto
al cambio di normativa sull’imposizione immobiliare. Il 2013, infatti è stato l’ultimo anno in cui era
in vigore l’IMU sull’abitazione principale, in seguito tale imposizione è stata abolita e dal 1
gennaio 2014 è entrata in vigore la TASI (Tassa sui Servizi Indivisibili), la quale poteva essere
istituita sia sull’abitazione principale, sia sugli altri immobili. Le discrepanze, quindi, che si notato
su questo titolo di bilancio sono ascrivibili proprio a questo cambio della normativa nazionale.
Scendendo nel dettaglio delle entrate tributarie, si registra un incremento dell’addizionale IRPEF
comunale del 22,2%. Sia nel caso dell’IMU, sia nel caso dell’addizionale comunale IRPEF, gli
incrementi sono da imputare a un ammontare dichiarato dai cittadini maggiore, in quanto lo
sforzo fiscale, ovvero l’aumento di aliquote dei tributi, non vi è stato nel lasso di tempo
considerato. Le motivazioni possono risiedere per quanto riguarda l’addizionale in una crescita
dei redditi sul territorio poliziano e quindi di un incremento nella ricchezza dei redditi personali e
da un maggior numero di dichiarazioni IMU derivante da un aumento nella costruzioni di immobili
o nel recupero di fabbricati esistenti o di una maggiore tendenza a pagare il tributo (compliance)
da parte dei cittadini.
L’imposta sulla pubblicità e l’imposta di soggiorno hanno avuto una dinamica simile, con un
incremento tra il 2013 e il 2014 per poi diminuire nel 2015 con variazioni rispettivamente dell’1,8%
e del 5,8% tra il 2013 e il 2015.
Il tributo sui rifiuti solidi urbani a livello comunale ha anch’esso, come la fiscalità immobiliare,
subìto numerosi cambiamenti nel periodo analizzato: nel 2013 era vigente la TARES (TAssa per
Rifiuti E Servizi), successsivamente la Legge di Stabilità per il 2014 (L. 147/2013) ha abolito la
TARES e l’ha sostituita con la TARI (Tassa sui Rifiuti) che è vigente fino ad oggi. Prima del 2013 vi
era la TIA che era una tariffa e non una tassa come TARES e TARI. L’attuale tributo sui rifiuti è
dovuto da chiunque detenga l’immobile (proprietario o inquilini), va in base alle aree coperte o
scoperte dell’immobile ma non include le aree scoperte pertinenziali. Nel piano finanziario che il
Comune redige ogni anno i costi totali del servizio devono essere coperte dal gettito TARI.
L’andamento di tale posta di bilancio nel Comune di Montepulciano è stato in ascesa tra il 2013 e
il 2015 del 18,4%. In diminuzione, invece, del -2,8% la Tassazione dell’occupazione degli spazi
pubblici (TOSAP). Infine si analizza il Fondo di Solidarietà Comunale. Questa voce riguarda
l’attuale sistema di perequazione fiscale che nel nostro Paese è orizzontale, vale a dire vi è un
sostegno degli enti considerati dallo Stato come “ricchi” (con capacità fiscali sopra la media)
verso i Comuni considerati come “poveri” (capacità fiscale bassa e fabbisogni standard superiori
alla spesa storica). Non vi è alcuna componente verticale, ovvero lo Stato non trasferisce risorse
alle municipalità con minori dotazioni fiscali, al contrario di come avveniva in passato.
Questa voce, nonostante i principi contabili la inseriscano tra le entrate tributarie è, di fatto, un
trasferimento. Nel 2013 la contabilizzazione in bilancio era al lordo (cosa che non è stata prevista
dallo Stato nel 2014 e nel 2015 e che giustifica lo spazio vuoto), è quindi possibile apprezzare il
prelievo dall’IMU comunale fatta dallo Stato e il trasferimento a valere sul Fondo: tale differenza
netta è negativa. Nel 2013, quindi una quota pari a circa 1,3 milioni di euro (il 38,23% del gettito
IMU calcolato ad aliquota standard (0,76%)) afferiva allo Stato per alimentare il Fondo. Nel 2015
59. 59
questo valore era di circa 1,2 milioni di euro. Per il 2014 il Fondo è stato contabilizzato in generale
nelle altre poste dei tributi speciali ma ammontava a circa 674 mila euro. Infine il valore 2015 è
contabilizzato in sole 60 mila euro circa a causa della trattenuta dello Stato del gettito da terreni
agricoli per oltre 600 mila euro a seguito dell’esenzione disposta dal livello Centrale proprio in
quell’anno.
Per quanto riguarda le altre imposte, questa categoria è per la quasi totalità ascrivibile a recuperi
di gettito derivanti dalla TARES degli anni precedenti e di ICI.
Il Titolo II delle entrate riguarda i trasferimenti correnti, ovvero tutte quelle somme derivanti da
livelli di governo sovraordinati (Stato, Provincia) ma anche da privati o dall’Unione Europea. I
trasferimenti correnti sono un titolo delle entrate che è stato particolarmente colpito
dall’operare del processo del federalismo fiscale, cammino intrapreso in modo incerto e che,
ancor oggi, non sembra aver prodotto l’autonomia e la responsabilizzazione che, negli anni della
sua introduzione, venivano auspicate. Tra il 2013 e il 2015 i trasferimenti correnti al Comune di
Montepulciano sono scesi del 77,8%, valore che in termini assoluti vale oltre 1,5 milioni di euro in
meno.
Le entrate extratributarie (Titolo III), sono invece entrate riguardanti tutti i proventi da servizi
pubblici (compresi quelli a domanda individuale), come le tariffe, ma anche i canoni da
concessioni e altre poste similari. Queste risorse sono cresciute tra il 2013 e il 2015 dell’8,0% nel
Comune di Montepulciano. Questo risultato non deriva da incrementi da proventi dei servizi
pubblici, i quali passano dai circa 2,7 milioni del 2013 ai 2,2 milioni circa del 2015, quanto
dall’incremento dei proventi diversi, posta molto variabile e che, tra le varie voci, contiene le
compensazioni del personale comandato in seno all’Unione dei Comuni.
L’andamento del Titolo IV contenente le entrate in conto capitale, ovvero quelle destinate agli
investimenti, ha avuto un andamento atteso. Le riduzioni di spesa che hanno colpito anche il
comparto regionale unite alla grande crisi del comparto edilizio ha prodotto due tipi di
conseguenze: la prima è stata una diminuzione nei trasferimenti in c/capitale (destinati ad
investimento), la seconda è stata una diminuzione nelle compravendite di fabbricati esistenti e
una diminuzione delle vendite di nuovi fabbricati. Il riflesso per la finanza comunale è stato quello
di veder diminuire le risorse da parte delle Regioni e una diminuzione delle entrate derivanti sia
dalle alienazioni dei beni immobili degli Enti; nonché dei permessi a costruire, ovvero quelle
somme od opere compensative che un costruttore deve corrispondere al Comune per
compensare l’aggravio in termini di suolo e in termini di infrastrutture che una nuova costruzione
comporta. Montepulciano non si distacca da un evidenza che riguarda non solo i Comuni toscani
ma tutto il comparto nazionale. Le entrate in conto capitale scendono, quindi del -35,8%, a causa
sia del calo nelle alienazioni dei beni immobili del Comune passati tra il 2013 e il 2015 da 329 mila
a 74 mila euro (valore comunque al di sopra della media toscana che si aggira intorno ai 65 mila
euro), dai trasferimenti regionali passati da circa 1,5 milioni a circa 1,2 milioni, nonché della voce
permessi a costruire passati da oltre 500 mila euro a 232 mila euro circa.
Infine il Titolo V registra un assunzione di mutuo da 500 mila euro nel 2013, eventualità che non
si è ripetuta nel 2014 e nel 2015, mentre l’ultimo capitolo, quello delle partite di giro, serve
meramente per stornare delle partite contabili e, quindi, non rileva né ai fini dell’entrata, né ai
fini delle uscite (dove si ritrova, appunto, per il medesimo ammontare).