3. Il buon progettista deve essere
prima di tutto un sensore
di cambiamenti e,al tempo stesso,
un costruttore
di quegli stessi cambiamenti.
Renzo Piano
‘‘
‘‘
Un buon punto
di partenza,
vero? ma nel PD
funziona così?
Cominciamo subito ad“aprirci,”prendiamo spunto da altre discipline affini.
4. “Oltre le divisioni c’è l’Italia unita”
“Per giorni migliori rimbocchiamoci le maniche”
“In poche parole,un’altra Italia”
“L’Italia giusta”
Umm... mi sa
che non ci
siamo mica, eh
Ecco gli slogan delle ultime campagne di comunicazione del PD...
5. “Il PD non sarà mai un partito personale”
Pierluigi Bersani
Soprattutto se si predica bene...
giusto!
6. Ma si razzola male!
ma non vale,
solo e sempre
il tuo faccione!
7. Ci si guarda l’ombelico...
ussignur...
ma allora ci
volete proprio
male,ditelo!
8. e si finisce per essere derisi.
La storiella che
l’importante è che
si parli di noi, anche
se male, non sta in
piedi, sia chiaro
9. Fino a scadere nel grottesco...
sì, il video
“Lo smacchiamo,
più imbarazzante
di cosi,
impossibile
Chiara Geloni,
anche detta la“Direttora”
Tommaso Giuntella,
fondatore e animatore
dei“Trecento Spartani”
10. Lo stato dell’arte della comunicazione
del Partito Democratico non è brillante.
L’assenza di senso e di sentimento
difficilmente portano consenso.
Quindi non siamo messi molto bene.
e già, lo
abbiamo visto
alle ultime
elezioni...
12. NO!
Quindi non c’è nulla da fare? Siamo destinati a perserverare
nella diabolica incapacità di comunicare bene?
E certo
che no! Ora
vediamo cosa
e come fare
13. Cos’è mancato finora
alla comunicazione del PD?
Son mancati obiettivi chiari
(cosa comunicare) ma,soprattutto,
è mancata l’anima.
Dobbiamo rivoluzionare il paradigma.Dobbiamo essere audaci!
giusto.
ma come si fa
a mettere
l’anima?
14. Dobbiamo“vendere” una prospettiva.
Dobbiamo saper dire
cosa vogliamo fare e come.
Che cosa dobbiamo“vendere”ai cittadini-elettori?
Qualcosa che non può essere trattato come un“normale prodotto”.
Esatto.
non possiamo
essere solo
chiacchiere e
distintivo
16. Ecco cosa è successo in Cile nel 1988.
cavoli,
Rivoluzionario!
La dittatura del generaleAugusto Pinochet che ha soffocato il Cile per quasi vent’anni è sparita
sommersa dall’allegria,dalla gioia di vivere e dalla voglia di cambiamento del popolo cileno risvegliato
da un messaggio cui nessuno dava credito.
Renè Saavedra è il figlio di un esule cileno.Tornato in patria per fare il pubblicitario viene assunto
da uno dei maggiori sostenitori del regime di Pinochet che è il proprietario di un’agenzia pubblicitaria.
Il talento del giovane Renè dà subito grandi frutti e diventa un creativo affermato e benestante,almeno
per quella che è la realtà cilena di fine anni ottanta.
La concessione da parte del regime di un referendum viene accolta come un’occasione irripetibile
da parte dell’opposizione e per realizzare la campagna viene assoldato Renè Saavedra.
L’approccio è diverso da quello che vorrebbero i partiti politici.La campagna pubblicitaria
non attacca Pinochet,non evoca la paura ed il dolore,ma l’allegria,la gioia,il sorriso.
Il logo è un No sormontato da un arcobaleno.
Inizialmente la campagna è snobbata,ma minuto dopo minuto,filmato dopo filmato,
balletto dopo balletto fa breccia nel cuore di un paese che non aveva più la speranza.
E il NO vince.Mettendo fine a una delle dittature più sanguinarie del secolo scorso.
18. Perché la campagna del NO ha funzionato.
Quindi è possibile.
E funziona!
• Perché ha utilizzato un linguaggio diverso,
facendo buona sintesi tra competenza,impegno e passione
• Perché ha lanciato un messaggio positivo,
ha creato una visione di un futuro possibile
• Perché è stato un lavoro collettivo.
Hanno collaborato tutte le migliori risorse del Paese
19. Però era il 1988.
ora siamo
nel 2013, tutto
diverso...
20. Tutto diverso davvero?
2012,TelAviv,Israele.
Ronny Edry,graphic designer,realizza
questo manifesto,utilizzando una foto
che lo ritrae con in braccio sua figlia.
Lo slogan è semplice ma molto d’impatto,
perché è rivolto al“nemico dei nemici”
di Israele,l’Iran.
La grafica è pulita e accativante.
Ronny posta su facebook il manifesto.
Ed ecco quello che succede...
Amo i graphic
designer!
22. Una bella storia.Che mette insieme gli stessi ingredienti della campagna
cilena per il NO al referendum.
• Un messaggio positivo e forte,che crea una visione
differente su un tema delicato e molto sentito
• Mette insieme competenza professionale,
passione e sensibilità civile e politica
• Condivide il progetto nel modo più allargato possibile.
Grazie agli strumenti digitali che riescono a superare
barriere e frontiere,reali e metaforiche
molto bene.
quindi possiamo
pensare di farlo
anche qui?
23. Possiamo farlo anche qui.Certo,il PD dovrebbe darci una mano.
Ma forse possiamo fare noi il primo passo,perché
Il partito deve essere
il cambiamento
che vuole portare nel paese.
sembra
banale ma al
momento siamo
assai distanti...
24. E possiamo cominciare a fare nostro quanto scrive Riccardo Luna
Chi sta in rete,chi ha capito il senso
vero della rete,crede
profondamente in tre valori:
trasparenza,partecipazione,collaborazione.
‘‘ ‘‘
che a ben
vedere sembra
la scoperta
dell'acqua calda
25. Del resto succede già in altre discipline.
Un Design aperto e condiviso
Joseph Grima,34 anni,è il direttore di Domus
fino al prossimo settembre.
La strategia editoriale dell’editore di Domus è questa:
il direttore cambia,comunque,ogni tre anni.
Nell’idea che sia proprio questo il segreto del successo
della rivista fondata nel 1928 da Gio Ponti,tra le più autorevoli
nel campo dell’architettura e del design:il cambiamento.
Grima ci parla di un cambiamento profondo del paradigma:
il design diventa aperto e condiviso.
wow!
Ma allora
si può fare!
27. E quindi,per concludere.
Perché non costruire un progetto
di comunicazione per/del PD aperto e condiviso,
dove convogliare tutte le energie,le risorse,
le idee,la creatività,la passione che già esistono
nel partito e dintorni ma sono state fin qui
ignorate o mortificate?
E proviamo a fare operazione“esemplare”
come primo step verso il congresso?
Se non ora quando?
(rubo,slogan azzeccattissimo,eh)
ci sto,
mi piace!
28. Ci si vede,
alla prossima.
Mal che vada
su facebook
o su twitter, io
sono @correntere,
ciao!