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Relazione del Presidente
Dott. Angelo V.S. Zambrini
Assemblea di Tecnoalimenti S.C.p.A.
15 maggio 2018
Egregi Soci,
Come potete constatare ogni mattina leggendo i quotidiani, la situazione economica e sociale è in
grande fermento. Stiamo nel pieno di un guado. Le guerre commerciali ritornano a fare capolino
(vedasi i dazi di Trump e le tensioni con la Russia e la Cina) e in Siria iniziano a riapparire accenni di
guerra fredda, dopo quasi 30 anni dalla caduta del muro di Berlino. Anche a livello di convivenza
sociale riemergono fratturazioni di carattere storico interne al Paese (giovani vs anziani, nord vs sud)
ma anche a livello internazionale (vedasi Brexit, Trump e la recente delegittimazione brusca dei
partiti tradizionali nelle recenti elezioni italiane).
Come corollario di questi avvenimenti assistiamo (i) da una parte ad una marginalizzazione della
classe media e al conseguente svuotamento del suo potere d’acquisto e (ii) dall’altra ad un
fenomeno di progressiva esclusione di intere fasce sociali dalla partecipazione all’economia. Queste
dinamiche determinano rilevanti spostamenti nei mercati di riferimento con specifici ripercussioni
sulla domanda di prodotti alimentari. Infatti, nonostante vi sia finalmente nel 2017 un segno di
ripresa dopo 10 anni di crisi economica, il mercato tende a polarizzarsi su due fronti opposti, da una
parte il basso prezzo e dall’altra il lusso.
Mentre sta succedendo questo, nel campo delle tecnologie notiamo una avanzata pervasiva delle
Knowledge Enabling Technologies, le tecnologie abilitanti KET, (che sono le nanotecnologie,
biotecnologie industriali, materiali avanzati, ICT, micro e nanoelettronica, fotonica, sistemi di
fabbricazione avanzati) che nel nostro prossimo futuro influenzeranno sempre di più l’uso
dell’informazione nella produzione, nel processamento e nella distribuzione di alimenti. Non tutte
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le KET però si diffondono alla stessa velocità: rispetto all’elettronica e all’informatica, possiamo dire
che le biotecnologie e la fotonica non hanno ancora generato quell’impatto che originariamente era
atteso. Presumibilmente il loro boom deve ancora venire.
A fronte di queste tensioni e di queste pulsioni il sistema industriale reagisce in due modi: (i) con la
destrutturazione della filiera - in altre parole – con una scomposizione della catena del valore. E’
l’effetto tra l’altro delle nuove forme di distribuzione rese possibili dalle KET (leggasi Amazon,
Alibaba e altri simili) che stanno accorciando la filiera e mettono in contatto diretto i produttori con
i consumatori. (ii) La seconda reazione è la nascita di collaborazioni tra competitori che uniscono le
loro forze per superare ostacoli tecnologici e finanziari. Un esempio sono le piattaforme
tecnologiche dell’automotive per realizzare le batterie idonee per l’auto elettrica oppure la
piattaforma per l’auto a guida autonoma. Sono tutte manifestazioni di un nuovo fenomeno in atto:
la orizzontalizzazione dell’organizzazione industriale.
Queste turbolenze ovviamente agitano anche il nostro settore. Negli ultimi anni il settore
agroalimentare italiano a livello nazionale si deve confrontare con una domanda stagnante mentre
sui mercati internazionali gode di un posizionamento di privilegio nella fascia alta, guadagnato con
tanti investimenti delle imprese nella qualità e nella comunicazione. I prodotti italiani sono richiesti
per la loro freschezza e la cultura del buono e del tradizionale avanzato che veicolano. Questa
situazione è in affermazione da metà degli anni ’90 a questa parte. Tuttavia, lasciatemi fare una
riflessione provocatoria: chi ci assicura che debba perdurare anche nei prossimi decenni? i prodotti
alimentari attuali, così squisitamente tradizionali e apprezzati, saranno ancora preferiti dalla
Generazione Zero, quella nata dopo il 2000, nel nostro e in altri Paesi? Già i primi sintomi distopici
si manifestano con i Millennials (coloro che hanno compiuto la maggiore età nei primi anni 2000).
Questi ultimi hanno un diverso modo di percepire gli alimenti: già oggi scelgono il prodotto
alimentare in base alla sua funzione percepita (“mi fa concentrare, mi fa dormire, mi fa socializzare,
3
mi fa bene per la salute, fa bene all’ambiente, ecc.”). Quali saranno i criteri della scelta alimentare
della generazione Zero, oggi ancora più giovane, quando fra 15-20 anni esprimerà le scelte
alimentari delle famiglie? Sono domande che l’industria alimentare si deve fare oggi e non sono
domande di marketing e di breve periodo. Sono domande più profonde, in quanto le risposte, che
si celano nelle dinamiche della società, della geopolitica e dell’ambiente, orienteranno nel medio-
lungo periodo le sfide tecnologiche e scientifiche della ricerca scientifica e tecnologica per arrivare
preparati con i giusti prodotti sui mercati mondiali in modo da assicurare il vantaggio competitivo
del Made in Italy rivisitato sia per la singola impresa, sia per l’aggregato del sistema industriale. Nei
lavori dell’Agenda di Ricerca dei Soci di Tecnoalimenti, come già sapete, si vorrebbe affrontare uno
studio di questo tipo in quanto ritenuto un faro guida per orientare la ricerca scientifica e
l’innovazione tecnologica negli anni a venire. Una prima tendenza è già visibile: aumenteranno di
importanza i “credence attributes” nella scelta alimentare, cioè gli attributi intangibili che
accompagnano il prodotto alimentare e condizionano la scelta alimentare (ad esempio: free- , etical,
bio, local, health, claims, ecc.). In tutta questa situazione complessa e liquida, come la chiamerebbe
il sociologo Zygmunt Bauman, la marca rimane ancora sempre un’àncora di riferimento importante
per la fiducia. Però anche qui i primi sintomi di uno scricchiolare si sentono già per effetto ancora
una volta delle KET: con i Social i consumatori iniziano a fidarsi anche degli altri consumatori (Like),
non solo della marca.
Tutto questo sta a significare che stiamo giungendo un concetto di prodotto, che potremmo
chiamare “meta-prodotto”, cioè dove il prodotto alimentare non viene più vissuto, venduto e
comprato solo per la sua parte edibile e nutrizionale (cosa che in effetti dovrebbe essere), ma si
riveste di una infinità di altre sfaccettature rese possibili dalle KET che veicolano messaggi e
informazioni sul prodotto predominando nella scelta alimentare del consumatore. Il meta-prodotto
4
si compone infatti di più elementi: la parte interna nutritiva ed edibile, l’involucro esterno del
confezionamento (non edibile) e l’informazione (la parte intangibile).
E arriviamo a Tecnoalimenti e a Voi, egregi Soci. In tutto questo mondo in fase di trasmigrazione
anche Tecnoalimenti ha necessità di cambiare. Da gatekeeper della ricerca industriale
agroalimentare per 30 anni, Tecnoalimenti sta richiamando i Soci per costruire insieme nuovo valore
per il mercato, battendo nuovi sentieri con nuovi metodi di fare innovazione fra voi Soci,
condividendo idee per presidiare il “nuovo e l’avanzato” e lavorando insieme per cogliere i vantaggi
competitivi ed economici. Attualmente Tecnoalimenti dispone di una compagine sociale unica a
livello nazionale e forse anche a livello europeo: 30 imprese e industrie afferenti al settore
agroalimentare che rappresentano circa il 12% delle vendite food in Italia insieme al Ministero
MIUR. Forte di questa consapevolezza, Tecnoalimenti è una piattaforma che può influire sul 12% del
mercato food. In altre parole, se ci muoviamo uniti in modo consortile, es. introducendo insieme
nuove tecnologie, nuovi loghi di performance o innovazioni consortili, possiamo aspirare a
modificare l’assetto competitivo del settore food nel Paese!
Per riuscire a cogliere tutte le potenzialità di Tecnoalimenti per i Soci, il Consiglio di amministrazione
nel novembre 2017 ha varato il “Piano Industriale 2020” che prevede due tappe operative: (i) la
prima tappa riguarda l’ampliamento del ruolo consortile di Tecnoalimenti (ricordo che TCA è un
consorzio non profit) con la creazione di un nuovo strumento metodologico a disposizione dei Soci
per sincronizzare tra di loro le esigenze e le opportunità tecnologiche e favorire l’innovazione
collaborativa inter-company. Si tratta dell’Agenda di Ricerca dei Soci di TCA con i suoi Tavoli tematici
e Percorsi tecnologici che già molti di voi conoscono. Avviata nel 2017, e adesso al secondo anno,
rappresenta un potente strumento di avvicinamento tra industrie e di creazione di nuove
collaborazioni industriali orizzontali e aperte all’innovazione (di tipo open innovation). (ii) La
seconda tappa del Piano Industriale è l’attivazione di un living lab complementare e simmetrico alla
5
compagine dei Soci, popolato da imprese technology provider afferenti a diverse tecnologie
interessate a cooperare con i Soci di Tecnoalimenti su piattaforme collaborative per il
raggiungimento di obiettivi condivisi di grande rilevanza industriale. Qualche esempio di obiettivi
condivisi: sistemi di detection innovativi di corpi estranei di natura organica attualmente non
esistenti, nuovi confezionamenti alimentari biodegradabili a proprietà barriera, nuove tecnologie
per “vestire” il prodotto alimentare facendo da apripista ad un food design industriale.
Le attività consortili di Tecnoalimenti sono disegnate per aggiungere valore alle attività scientifiche
e tecnologiche sia del singolo Socio sia all’aggregato dell’industria agroalimentare dove la singola
impresa non può arrivare da sola. Per fare questo è necessario che i Soci aderiscano al nuovo
paradigma dell’innovazione collaborativa, ovvero “collaborare per innovare” con gli strumenti creati
nell’ambito delle attività consortili di Tecnoalimenti. Questo è il percorso che abbiamo deciso di
intraprendere per Tecnoalimenti in cui la ricerca scientifica e tecnologica indipendente, che
comunque rimane e rimarrà sempre il core business di Tecnoalimenti, si sincronizza con l’Agenda di
Ricerca attraverso l’esplorazione per conto dei Soci di nuovi ambiti scientifici e tecnologici e la
creazione di nuovi terreni di collaborazione tra imprese. Grazie a questa attività, Tecnoalimenti sta
sviluppando anche ambiti di consulenza avanzata, quale al food defence e la FSMA, presidiando
comitati europei e creando alleanze operative in modo da poter condividere con i Soci e trasferire
al mercato una parte di questo know how acquisito.
Infine due appelli a conclusione di questa disamina che non può che essere parziale vista la
complessità del sistema dell’innovazione, ma che ha voluto sottolineare alcuni messaggi di grande
importanza e attualità. L’appello ai Soci: di accompagnare Tecnoalimenti in questo processo co-
evolutivo cogliendo insieme le opportunità e i vantaggi. L’appello al Ministero MIUR: di assumere
un ruolo guida nei confronti di attori speciali, quali sono le Società di Ricerca, in grado di fungere da
periscopio del sistema industriale per il decisore pubblico.

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Relazione del Presidente di Tecnoalimenti all'Assemblea dei Soci 2018

  • 1. 1 Relazione del Presidente Dott. Angelo V.S. Zambrini Assemblea di Tecnoalimenti S.C.p.A. 15 maggio 2018 Egregi Soci, Come potete constatare ogni mattina leggendo i quotidiani, la situazione economica e sociale è in grande fermento. Stiamo nel pieno di un guado. Le guerre commerciali ritornano a fare capolino (vedasi i dazi di Trump e le tensioni con la Russia e la Cina) e in Siria iniziano a riapparire accenni di guerra fredda, dopo quasi 30 anni dalla caduta del muro di Berlino. Anche a livello di convivenza sociale riemergono fratturazioni di carattere storico interne al Paese (giovani vs anziani, nord vs sud) ma anche a livello internazionale (vedasi Brexit, Trump e la recente delegittimazione brusca dei partiti tradizionali nelle recenti elezioni italiane). Come corollario di questi avvenimenti assistiamo (i) da una parte ad una marginalizzazione della classe media e al conseguente svuotamento del suo potere d’acquisto e (ii) dall’altra ad un fenomeno di progressiva esclusione di intere fasce sociali dalla partecipazione all’economia. Queste dinamiche determinano rilevanti spostamenti nei mercati di riferimento con specifici ripercussioni sulla domanda di prodotti alimentari. Infatti, nonostante vi sia finalmente nel 2017 un segno di ripresa dopo 10 anni di crisi economica, il mercato tende a polarizzarsi su due fronti opposti, da una parte il basso prezzo e dall’altra il lusso. Mentre sta succedendo questo, nel campo delle tecnologie notiamo una avanzata pervasiva delle Knowledge Enabling Technologies, le tecnologie abilitanti KET, (che sono le nanotecnologie, biotecnologie industriali, materiali avanzati, ICT, micro e nanoelettronica, fotonica, sistemi di fabbricazione avanzati) che nel nostro prossimo futuro influenzeranno sempre di più l’uso dell’informazione nella produzione, nel processamento e nella distribuzione di alimenti. Non tutte
  • 2. 2 le KET però si diffondono alla stessa velocità: rispetto all’elettronica e all’informatica, possiamo dire che le biotecnologie e la fotonica non hanno ancora generato quell’impatto che originariamente era atteso. Presumibilmente il loro boom deve ancora venire. A fronte di queste tensioni e di queste pulsioni il sistema industriale reagisce in due modi: (i) con la destrutturazione della filiera - in altre parole – con una scomposizione della catena del valore. E’ l’effetto tra l’altro delle nuove forme di distribuzione rese possibili dalle KET (leggasi Amazon, Alibaba e altri simili) che stanno accorciando la filiera e mettono in contatto diretto i produttori con i consumatori. (ii) La seconda reazione è la nascita di collaborazioni tra competitori che uniscono le loro forze per superare ostacoli tecnologici e finanziari. Un esempio sono le piattaforme tecnologiche dell’automotive per realizzare le batterie idonee per l’auto elettrica oppure la piattaforma per l’auto a guida autonoma. Sono tutte manifestazioni di un nuovo fenomeno in atto: la orizzontalizzazione dell’organizzazione industriale. Queste turbolenze ovviamente agitano anche il nostro settore. Negli ultimi anni il settore agroalimentare italiano a livello nazionale si deve confrontare con una domanda stagnante mentre sui mercati internazionali gode di un posizionamento di privilegio nella fascia alta, guadagnato con tanti investimenti delle imprese nella qualità e nella comunicazione. I prodotti italiani sono richiesti per la loro freschezza e la cultura del buono e del tradizionale avanzato che veicolano. Questa situazione è in affermazione da metà degli anni ’90 a questa parte. Tuttavia, lasciatemi fare una riflessione provocatoria: chi ci assicura che debba perdurare anche nei prossimi decenni? i prodotti alimentari attuali, così squisitamente tradizionali e apprezzati, saranno ancora preferiti dalla Generazione Zero, quella nata dopo il 2000, nel nostro e in altri Paesi? Già i primi sintomi distopici si manifestano con i Millennials (coloro che hanno compiuto la maggiore età nei primi anni 2000). Questi ultimi hanno un diverso modo di percepire gli alimenti: già oggi scelgono il prodotto alimentare in base alla sua funzione percepita (“mi fa concentrare, mi fa dormire, mi fa socializzare,
  • 3. 3 mi fa bene per la salute, fa bene all’ambiente, ecc.”). Quali saranno i criteri della scelta alimentare della generazione Zero, oggi ancora più giovane, quando fra 15-20 anni esprimerà le scelte alimentari delle famiglie? Sono domande che l’industria alimentare si deve fare oggi e non sono domande di marketing e di breve periodo. Sono domande più profonde, in quanto le risposte, che si celano nelle dinamiche della società, della geopolitica e dell’ambiente, orienteranno nel medio- lungo periodo le sfide tecnologiche e scientifiche della ricerca scientifica e tecnologica per arrivare preparati con i giusti prodotti sui mercati mondiali in modo da assicurare il vantaggio competitivo del Made in Italy rivisitato sia per la singola impresa, sia per l’aggregato del sistema industriale. Nei lavori dell’Agenda di Ricerca dei Soci di Tecnoalimenti, come già sapete, si vorrebbe affrontare uno studio di questo tipo in quanto ritenuto un faro guida per orientare la ricerca scientifica e l’innovazione tecnologica negli anni a venire. Una prima tendenza è già visibile: aumenteranno di importanza i “credence attributes” nella scelta alimentare, cioè gli attributi intangibili che accompagnano il prodotto alimentare e condizionano la scelta alimentare (ad esempio: free- , etical, bio, local, health, claims, ecc.). In tutta questa situazione complessa e liquida, come la chiamerebbe il sociologo Zygmunt Bauman, la marca rimane ancora sempre un’àncora di riferimento importante per la fiducia. Però anche qui i primi sintomi di uno scricchiolare si sentono già per effetto ancora una volta delle KET: con i Social i consumatori iniziano a fidarsi anche degli altri consumatori (Like), non solo della marca. Tutto questo sta a significare che stiamo giungendo un concetto di prodotto, che potremmo chiamare “meta-prodotto”, cioè dove il prodotto alimentare non viene più vissuto, venduto e comprato solo per la sua parte edibile e nutrizionale (cosa che in effetti dovrebbe essere), ma si riveste di una infinità di altre sfaccettature rese possibili dalle KET che veicolano messaggi e informazioni sul prodotto predominando nella scelta alimentare del consumatore. Il meta-prodotto
  • 4. 4 si compone infatti di più elementi: la parte interna nutritiva ed edibile, l’involucro esterno del confezionamento (non edibile) e l’informazione (la parte intangibile). E arriviamo a Tecnoalimenti e a Voi, egregi Soci. In tutto questo mondo in fase di trasmigrazione anche Tecnoalimenti ha necessità di cambiare. Da gatekeeper della ricerca industriale agroalimentare per 30 anni, Tecnoalimenti sta richiamando i Soci per costruire insieme nuovo valore per il mercato, battendo nuovi sentieri con nuovi metodi di fare innovazione fra voi Soci, condividendo idee per presidiare il “nuovo e l’avanzato” e lavorando insieme per cogliere i vantaggi competitivi ed economici. Attualmente Tecnoalimenti dispone di una compagine sociale unica a livello nazionale e forse anche a livello europeo: 30 imprese e industrie afferenti al settore agroalimentare che rappresentano circa il 12% delle vendite food in Italia insieme al Ministero MIUR. Forte di questa consapevolezza, Tecnoalimenti è una piattaforma che può influire sul 12% del mercato food. In altre parole, se ci muoviamo uniti in modo consortile, es. introducendo insieme nuove tecnologie, nuovi loghi di performance o innovazioni consortili, possiamo aspirare a modificare l’assetto competitivo del settore food nel Paese! Per riuscire a cogliere tutte le potenzialità di Tecnoalimenti per i Soci, il Consiglio di amministrazione nel novembre 2017 ha varato il “Piano Industriale 2020” che prevede due tappe operative: (i) la prima tappa riguarda l’ampliamento del ruolo consortile di Tecnoalimenti (ricordo che TCA è un consorzio non profit) con la creazione di un nuovo strumento metodologico a disposizione dei Soci per sincronizzare tra di loro le esigenze e le opportunità tecnologiche e favorire l’innovazione collaborativa inter-company. Si tratta dell’Agenda di Ricerca dei Soci di TCA con i suoi Tavoli tematici e Percorsi tecnologici che già molti di voi conoscono. Avviata nel 2017, e adesso al secondo anno, rappresenta un potente strumento di avvicinamento tra industrie e di creazione di nuove collaborazioni industriali orizzontali e aperte all’innovazione (di tipo open innovation). (ii) La seconda tappa del Piano Industriale è l’attivazione di un living lab complementare e simmetrico alla
  • 5. 5 compagine dei Soci, popolato da imprese technology provider afferenti a diverse tecnologie interessate a cooperare con i Soci di Tecnoalimenti su piattaforme collaborative per il raggiungimento di obiettivi condivisi di grande rilevanza industriale. Qualche esempio di obiettivi condivisi: sistemi di detection innovativi di corpi estranei di natura organica attualmente non esistenti, nuovi confezionamenti alimentari biodegradabili a proprietà barriera, nuove tecnologie per “vestire” il prodotto alimentare facendo da apripista ad un food design industriale. Le attività consortili di Tecnoalimenti sono disegnate per aggiungere valore alle attività scientifiche e tecnologiche sia del singolo Socio sia all’aggregato dell’industria agroalimentare dove la singola impresa non può arrivare da sola. Per fare questo è necessario che i Soci aderiscano al nuovo paradigma dell’innovazione collaborativa, ovvero “collaborare per innovare” con gli strumenti creati nell’ambito delle attività consortili di Tecnoalimenti. Questo è il percorso che abbiamo deciso di intraprendere per Tecnoalimenti in cui la ricerca scientifica e tecnologica indipendente, che comunque rimane e rimarrà sempre il core business di Tecnoalimenti, si sincronizza con l’Agenda di Ricerca attraverso l’esplorazione per conto dei Soci di nuovi ambiti scientifici e tecnologici e la creazione di nuovi terreni di collaborazione tra imprese. Grazie a questa attività, Tecnoalimenti sta sviluppando anche ambiti di consulenza avanzata, quale al food defence e la FSMA, presidiando comitati europei e creando alleanze operative in modo da poter condividere con i Soci e trasferire al mercato una parte di questo know how acquisito. Infine due appelli a conclusione di questa disamina che non può che essere parziale vista la complessità del sistema dell’innovazione, ma che ha voluto sottolineare alcuni messaggi di grande importanza e attualità. L’appello ai Soci: di accompagnare Tecnoalimenti in questo processo co- evolutivo cogliendo insieme le opportunità e i vantaggi. L’appello al Ministero MIUR: di assumere un ruolo guida nei confronti di attori speciali, quali sono le Società di Ricerca, in grado di fungere da periscopio del sistema industriale per il decisore pubblico.