1. anno 57 - n. 593
settembre 2018
INDUSTRIE
ALIMENTARI
CON IL PATROCINIO DI
PosteItalianespa-Sped.inA.P.-D.L.353/2003(Conv.inL.27/02/2004n°46)art.1comma1MBPANORDOVEST-n.8/2018-IP-ISSN0019-901X
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2. industrie alimentari - lvii (2018) - settembre
convegni
Imballaggi
sempre più funzionali
Il mondo della ricerca scienti-
fica e quello industriale sono co-
stantemente al lavoro per svilup-
pare materiali e soluzioni di con-
fezionamento avanzati, che vanno
ben oltre lo scopo primario di con-
tenere. Al convegno “Le prospetti-
ve del packaging alimentare”, orga-
nizzato da Tecnoalimenti il 31 mag-
gio, nell’ambito della fiera Ipack-I-
ma a Rho (Milano), sono state por-
tate svariate testimonianze di come
l’innovazione nel packaging possa
servire a migliorare la shelf life di
cibi e bevande, la sicurezza (rintrac-
ciabilità, anticontraffazione, anti-
manomissione), la sostenibilità am-
bientale (materiali riciclabili, biode-
gradabili e/o da fonti rinnovabili, ri-
duzione del peso e del volume), la
comunicazione (smart packaging,
nuovi sistemi di etichettatura).
Case history virtuosi
Dopo i saluti di benvenuto di
Raffaello Prugger e la relazione in-
troduttiva di Marco De Vito, rispet-
tivamente Direttore e Innovation
manager di Tecnoalimenti, il con-
vegno si è aperto con l’intervento
di Raffaele Bombardieri, respon-
sabile R&D packaging di Granaro-
lo Group, che ha illustrato gli inter-
venti effettuati su più fronti dal-
la sua azienda per ridurre l’impat-
to ambientale degli imballaggi. In-
nanzitutto la riduzione del peso a
cui sono andati incontro i conteni-
tori nel tempo: basti pensare che laDa sinistra, nella foto: Marco De Vito e Raffaello Prugger di Tecnoalimenti.
3. industrie alimentari - lvii (2018) - settembre
bottiglia del latte dal 1999 a oggi
è passata da 29 a 22 g. Granaro-
lo da qualche anno sta poi valutan-
do la possibilità di impiegare bio-
plastiche: non solo PLA (un mate-
riale biodegradabile e composta-
bile) ma anche PE o HDPE ottenu-
ti da fonti vegetali anziché fossi-
li. Con il PLA ottenuto da un vege-
tale non utlizzato a scopo alimen-
tare (Cassava amara) sono stati re-
alizzati bottiglia, etichetta e tappo
(il primo in PLA), presentati come
prototipo a Expo 2015. L’azienda è,
inoltre, riuscita a realizzare un va-
setto di yogurt in PLA (questa volta
proveniente da amido di mais) gra-
zie alla disponibilità di nuovi gradi
di questa bioplastica capaci di re-
sistere alle alte temperature quali
quelle necessarie per la sanificazio-
ne dei contenitori per questa spe-
cifica applicazione. Per comunica-
re in modo trasparente e verificato
l’impatto ambientale dei propri pro-
dotti e imballaggi, Granarolo ricorre
all’EPD (Dichiarazione Ambientale
di Prodotto): ad oggi ne ha 34 rela-
tive a più di 90 referenze tra latte,
yogurt, formaggi, uova, ecc., corri-
spondenti al 27% della produzione.
L’EPD viene sviluppata sulla base di
Raffaele Bombardieri, responsabile R&D
packaging di Granarolo Group.
uno studio LCA (Life Cycle Asses-
sment) tramite il quale sono valu-
tati gli impatti ambientali dell’inte-
ra filiera di produzione, dagli alleva-
menti fino alle piattaforme distribu-
tive.
Economia circolare
& eco-design
Simona Fontana del Conai (con-
sorzio nazionale per il recupero, il
riciclo e la valorizzazione dei ma-
teriali di imballaggio) ha osservato
che l’Italia, con una percentuale di
Simona Fontana, Area Prevenzione Conai.
nai ha attuato il progetto Pensare
Futuro, che include lo sportello E
Pack dove inviare richieste di infor-
mazioni relative alla eco-progetta-
zione degli imballaggi, le linee gui-
da Progettare Riciclo per facilita-
re le attività di riciclo degli imbal-
laggi di plastica (e prossimamente
anche per quelli di alluminio), l’Eco
Tool Conai per un’analisi LCA sem-
plificata, il Bando Prevenzione per
premiare con incentivi economici i
casi più virtuosi. La relatrice ha infi-
ne sottolineato quanto sia necessa-
rio un approccio di filiera per perse-
guire l’obiettivo comune di una ri-
duzione dell’impatto ambientale.
Active packaging
Alberto Tomasini, titolare di Ar-
cadia, è intervenuto al convegno
per presentare una versione “at-
tiva” di Ovtene, materiale a basso
impatto ambientale costituito prin-
cipalmente da HDPE e carbona-
to di calcio (lo stesso componen-
te dei gusci d’uovo). Ovtene Acti-
ve incorpora in più sostanze ad at-
tività antimicrobica, ed è declinato
in formulazioni tailor-made, speci-
Alberto Tomasini, titolare dell’azienda
friulana Arcadia.
riciclo nel 2016 di quasi il 67% ri-
spetto all’immesso al consumo, non
è affatto distante dagli obiettivi fis-
sati dal nuovo pacchetto di diret-
tive UE in materia di gestione dei
rifiuti di imballaggio: 75% entro il
2025 e 80% entro il 2030. Le nuo-
ve direttive parlano di economia
circolare, un approccio che richie-
de una riflessione a monte, a par-
tire dalla fase di progettazione, che
deve essere mirata ad avere imbal-
laggi sempre più eco-compatibi-
li. Per incentivare i produttori e gli
utilizzatori di imballaggi ad adotta-
re una logica di prevenzione, Co-
convegni 25
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industrie alimentari - lvii (2018) - settembre
fiche per specifiche applicazioni. I
produttori sono riusciti a ottene-
re le nuove formulazioni additiva-
te in compound, risolvendo diver-
si problemi tecnici relativi all’impie-
go delle polverulente sostanze atti-
ve in fase di estrusione. Senza rive-
lare la natura chimica delle sostan-
ze impiegate, il relatore ha riporta-
to i risultati dei test effettuati su di-
versi prodotti alimentari (pane in
cassetta, prodotti ittici trasforma-
ti) per i quali il nuovo materiale si
è dimostrato efficace nel prolun-
gare la shelf life. L’azienda di Udi-
ne sta inoltre testando, come anti-
microbici, alcune molecole di origi-
ne naturale (citrale, pinene, linalolo,
carvacrolo, timolo, esanale), le qua-
li, però, presentano alcune criticità
dovute alle caratteristiche senso-
riali (odore e colore) e all’incorpora-
mento nei film plastici.
Barriera compostabile
Domenico De Angelis di Nip-
pon Gohsei (Mitsubishi Chemical)
ha illustrato proprietà e prestazio-
ni di Nichigo G-Polymer, materiale
barriera ai gas, compostabile e rici-
clabile a base di alcol vinilico amor-
fo. Questo materiale può essere la-
vorato con diversi metodi (termo-
formatura, coiniezione, filmatura,
stampaggio a compressione) ed è
utilizzabile in strutture multistrato,
in combinazione con polimeri con-
venzionali o bioplastiche, per rea-
lizzare caspule per caffè, bottiglie,
buste flessibili, vaschette.
Nel caso venga impiegato insie-
me a plastiche tradizionali per in-
crementarne la barriera, lo strato di
G-Polymer non dà problemi nei pro-
cessi di riciclo in quanto si scioglie
nell’acqua di lavaggio dei flakes.
Plastica o carta?
Barbara Del Curto (Politecnico
di Milano) ha parlato di PolyPaper,
un materiale composito a base di
microfibre di cellulosa (provenienti
da cartone riciclato) in percentua-
le variabile, tenute insieme da una
matrice polimerica di PVA (polivi-
Domenico De Angelis, Nippon Gohsei
(Mitsubishi Chemical).
Barbara Del Curto, Politecnico di Milano.
nil alcol) modificato. A fine vita è ri-
ciclabile nella filiera di carta e car-
tone. Sviluppato e brevettato da
NextMaterials, spin-off di INSTM
(Consorzio Interuniversitario Na-
zionale per la Scienza e Tecnolo-
gia dei Materiali), il nuovo materia-
le è lavorabile come un polimero: in
forma di granuli può essere stam-
pato a iniezione, mentre in forma di
fili è utilizzabile nelle stampanti 3D.
È saldabile ad altri materiali (carto-
ne ondulato, legno, ceramica) sen-
za adesivi, semplicemente bagnan-
dolo con acqua. Inoltre, è facilmen-
te impermeabilizzabile e colorabile
Plastiche prodotte
dai batteri
I PHA, polidrossialcanoati, sono
una famiglia di biopolimeri prodot-
ti da cellule batteriche. Il progetto
quinquennale BioBarr (partito nel
2017 e inquadrato nel programma
di ricerca dell’Unione Europea Hori-
zon 2020) si prefigge di migliorarne
le prestazioni (in primis le proprietà
barriera) mediante interventi di fun-
zionalizzazione che non alterino la
biodegradabilità. Come ha spiegato
Marianna Faraldi di Tecnoalimenti,
che è la capofila, il progetto coinvol-
ge diversi partner che si occupano
delle varie fasi: produzione di PHA
(Bio-On, Italia), trasformazione in
film (Università di Tampere, Finlan-
dia), deposizione di un sottile strato
barriera (Icimen Due, Italia), stampa
con un innovativo inchiostro biode-
gradabile (Kao Chimigraf, Spagna). Il
cerchio si chiude con l’azienda Cor-
sini che validerà il nuovo materia-
Marianna Faraldi, Tecnoalimenti.
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industrie alimentari - lvii (2018) - settembre
le di packaging testandolo su alcu-
ni dei suoi prodotti da forno, mentre
altri soggetti valuteranno gli aspetti
relativi all’LCA e alla sicurezza d’uso
al contatto con gli alimenti.
Soluzioni digital
Comunicazione diretta con i
consumatori, aggiornamento dei
contenuti e promozioni in tempo
reale, tracciabilità del prodotto, rac-
colta di big data per la fidelizzazio-
ne e il marketing, protezione dalla
contraffazione: sono tutti i vantag-
gi promessi da Stealth Code, siste-
ma sviluppato da BeeGraphic (rap-
presentata al convegno dal gene-
ral manager Goliardo Butti) e basa-
to sulla tecnologia brevettata Digi-
marc, che consiste nell’inserimen-
to del dato univoco su tutta la su-
perficie stampata del packaging, in
un modo che risulta impercettibile
all’occhio umano. La soluzione, che
Goliardo Butti, BeeGraphic.
Marcello Gamberale Paoletti, Viveat.
non richiede processi di stampa, in-
chiostri o vernici particolari, per-
mette l’interazione con il consuma-
tore (ad esempio per comunicargli
campagne promozionali, informa-
letti ha, invece, presentato Viveat,
una piattaforma digitale che per-
mette ai brand di creare una custo-
mer experience personalizzata ca-
pace di coinvolgere il consumato-
re. Un esempio di applicazione ri-
guarda la cantina San Leonardo,
che ha scelto Viveat per rafforzare
lo storytelling e, al contempo, pro-
teggere i prodotti da contraffazioni.
Rossella Contato
zioni sul prodotto, presenza di al-
lergeni, ecc.) grazie ad una apposi-
ta app leggibile con smartphone o
tablet. Marcello Gamberale Pao-
190x125_gruppo.indd 1 27/03/18 09:35