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Monza Villa Reale 14 ottobre  2011 Federico E. Perozziello La TUBERCOLOSI  nella Storia dell’Uomo
Siamo in Germania, nella notte tra il 20 e il 21 aprile del 1945, mentre il Terzo Reich, che doveva durare dodici secoli sta crollando dopo dodici anni di dittatura nazista … Hamburg,  aprile 1945
la Germania nell’aprile del 1945
Nella notte tra il 20 ed il 21 aprile del 1945, nei sotterranei della scuola di Bullenhuser Damm, alla periferia di Amburgo, in una città spettrale e devastata dai bombardamenti degli Alleati, venti bambini ebrei, dieci femmine e dieci maschi, vennero uccisi.  Erano stati sottoposti per alcuni mesi a una delirante sperimentazione medica su di un possibile vaccino per la tubercolosi da parte di un gruppo di aguzzini coordinato da un medico appartenente al corpo delle SS, di nome  Kurt Heissmeyer (1905-1967)
I bambini erano arrivati in quella scuola dal  Lager di Neuengamme, a circa trenta chilometri da Amburgo, un campo in cui erano stati trasferiti apposta per essere sottoposti all’inutile e crudele sperimentazione alla fine del mese di novembre del 1944.
il lager di Neuengamme, alla periferia di Amburgo, sarà l’ultimo lager ad essere liberato: il suo comandante,  Max Pauli
Questi fanciulli avevano un’età compresa tra gli otto e i tredici anni e provenivano dal campo di sterminio di  Auschwitz-Birkenau , nel Sud dell’odierna Polonia, dove tra il 1942 e il 1945 persero la vita oltre un milione di persone.  Erano stati scelti per quell’ esperimento  da un altro medico nazista, il tristemente famoso capitano delle SS  Joseph Mengele (1911-1979) ,  che aveva effettuato personalmente la selezione dei fanciulli nella baracca del  Blok 10 , quello dei bambini, facendo loro credere, con una crudeltà priva di ogni aggettivo, che essere stati scelti costituiva un privilegio, perché avrebbe anticipato il momento di rivedere le loro mamme da cui erano stati separati all’arrivo nel lager. Joseph Mengele
Georges-André Kohn  (francese) nato a Parigi  il 23 aprile 1932           Jacqueline Morgenstern  (francese) nata a Parigi  il 26 maggio 1932         W. Junglieb  (jugoslavo) nato nel 1932           Roman Zeller  (polacco) nato nel 1932           Eduard (Edo) Hornemann  (olandese) nato a Eindhoven il 1 gennaio 1933           Marek Steinbaum  (polacco) nato nel 1934        Bluma (Blumele) Mekler  (polacca) nata nel 1934         Surcis Goldinger  (polacca) nata nel 1934         Ruchla (Rachele) Zylberberg  (polacca) nata a Zawichost il 6 maggio 1936           Sergio de Simone (italiano) nato a Napoli il 29 novembre 1937          Riwka Herszberg  (polacca) nata a Zdunska Wola il 7 giugno 1938           Lelka Birnbaum  (polacca) nata nel 1932           H. Wasserman  (polacca) nata nel 1937           Marek James  (polacco) nato a Radom il 17 marzo 1939           Mania Altmann  (polacca) nata a Radom nel giugno del 1940         Roman Witonski  (polacco) nato a Radom il giorno  8 giugno 1938           Eleonora Witonski  (polacca) nata a Radom il 16 settembre 1939           Alexander (Lexje) Hornemann  (olandese) nato a Eindhoven il 31 maggio 1936  Lea Klygerman  (polacca) nata a Ostrowicz nel 1937         Eduard Reichenbaum  (polacco) nato a Kattowitz il 15 novembre 1934  i nomi dei venti bambini
Heissmeyer si era limitato a leggere i lavori di due medici austriaci, i fratelli Kutschera, che tra il 1929 e il 1939 avevano pubblicato diversi articoli sulla tubercolosi.  Questi avevano sostenuto che fosse possibile combattere la tubercolosi polmonare attraverso la creazione artificiale di focolai di tubercolosi cutanea. In altri termini sostenevano che inoculando bacilli vivi e tubercolina si sarebbe potuta innalzare la capacità di reazione immunitaria alla tubercolosi polmonare.  Una teoria che già all'epoca era stata ritenuta priva di qualsiasi fondamento scientifico. Eppure Heissmeyer si mise in mente di dimostrarne la validità, perché sarebbe stato un ottimo lavoro scientifico per l'ottenimento della cattedra universitaria a cui ambiva. Il dott.  Kurt Heissmeyer Il dott.  Leonardo Conti  generale di Corpo d’Armata delle SS e  Capo della Sanità del Terzo Reich (1900-1945)
Nel campo di concentramento di Neuengamme, a partire dal gennaio del 1945, Kurt Heissmeyer iniettò il bacillo della tubercolosi nei corpi di quelle povere vittime con il pretesto di studiare un possibile vaccino antitubercolare.  Gli esperimenti criminali si protrassero per oltre tre mesi, riuscendo solo a debilitare ulteriormente i bambini.  Heissmeyer utilizzò delle iniezioni a dosi crescenti di tubercolina, successiva all’inoculazione del bacillo di Koch, per stimolare una presunta formazione di anticorpi specifici antitubercolari.  Il dottor Kurt Heissmeyer
Naturalmente non vi fu nessun effetto favorevole, come era da prevedersi in base ai lavori sperimentali sui modelli animali già effettuati negli anni Trenta e come confermato del resto e inutilmente dall’asportazione cruenta e ingiustificata delle linfoghiandole ascellari dei poveri bambini nel marzo del 1945.  Quelle linfoghiandole furono sottoposte ad un esame istologico da parte del  patologo  Hans Klein , che sarebbe diventato impunemente dopo la guerra docente di medicina legale presso l’Università di Heidelberg.
il 20 aprile del 1945 Adolf Hitler compì 56 anni.  Nel bunker della Cancelleria, con il rombo dei cannoni sovietici che annunciavano una fine sempre più prossima, fu festeggiato il genetliaco del  Führer .  Nessuna festa allietò invece la baracca n. 4 a del campo di Neuengamme quella notte. Con le truppe Alleate che potevano arrivare ai cancelli del lager da un momento all’altro era troppo pericoloso continuare a tenere prigionieri  i bambini, la cui presenza sarebbe apparsa ingiustificabile alla Croce Rossa svedese che era giunta ad Amburgo negli ultimi giorni di guerra. 20 aprile 1945 in occasione del suo compleanno Adolf Hitler decora alcuni ragazzi che hanno combattuto contro le truppe sovietiche che stanno conquistando Berlino
Ottenuto l’ordine da Berlino, il comandante del campo Max Pauly incaricò dell’esecuzione il medico SS del lager,  il dottor Alfred Trzebinski (1902-1946).   Fu approntato un autocarro su cui presero posto le dieci bambine e i dieci bambini. Erano con loro due medici francesi prigionieri di guerra, due infermieri olandesi e sei prigionieri russi.  L’automezzo si diresse con una breve corsa alla periferia di Amburgo, dove sorgeva la scuola di Bullenhuser Damm. il dottor Alfred Trzebinski (1902-1946) capitano medico delle SS
All’arrivo alla scuola Trzebinski si confrontò con il comandante del piccolo campo di concentramento, l’ Obersturmführer  delle SS, un grado che corrispondeva più o meno a quello di tenente,  Arnold Strippel (1911-1994).  Strippel era un nazista fanatico, cui non importava alcunché nemmeno che la guerra fosse prossima alla fine e che tra i prigionieri da eliminare vi fossero bambini innocenti.  Il gruppo dei reclusi venne condotto nei sotterranei e i medici francesi, gli infermieri olandesi e i sei prigionieri russi vennero impiccati in uno degli stanzoni, mentre i bambini sonnolenti e infreddoliti attendevano ignari in un altro locale, con le loro povere cose che avevano preso come bagaglio.   Arnold Strippel (1911-1994)
Il medico  Trzebinski  praticò ai bambini delle iniezioni intramuscolari di morfina, che ne attutirono la sensibilità, forse ne uccisero subito i più debilitati per depressione respiratoria e li fecero comunque cadere in un torpore o in un sonno farmacologico.  Poi, a uno a uno, i fanciulli vennero portati nel locale maledetto e appesi a dei ganci di metallo che  pendevano dai tubi dell’acqua e che correvano lungo il soffitto.  In questo modo furono strangolati e uccisi.
Kurt Heissmeyer, il medico che aveva condotto la  sperimentazione  sulla Tubercolosi, non era più presente nel lager al momento dell’eccidio. Dopo la fine della guerra trascorse molti anni della sua vita in totale tranquillità.  Esercitò a lungo e con successo la sua professione a Magdeburgo.  Heissmeyer venne arrestato nel 1964 e condannato all’ergastolo nel 1966 perché non si riuscì a provare il suo coinvolgimento diretto nell’omicidio dei piccoli.  Morì di cardiopatia ischemica nell’estate del 1967,  mentre era ancora detenuto.  Kurt Heissmeyer al momento  del suo arresto nel 1964
Come si era arrivati a tali comportamenti aberranti in campo medico? Lo psichiatra americano  Robert Lyfton  che ha studiato per 25 anni questo problema, scrivendo un lungo saggio sull’argomento,  ha ipotizzato  due possibili meccanismi : 1. Un eccesso di distacco affettivo nei confronti dei propri pazienti ,  compensato da un super-io collettivo evocato attraverso la fedeltà a falsi metavalori, quali la supremazia razziale, la fedeltà alla patria e alle autorità, l’obbedienza ad ordini superiori, ecc. Robert Lyfton
2. Il baratto faustiano :  la possibilità di scegliere di commettere un crimine in cambio del  raggiungimento di  una possibile e importante conquista scientifica, che avrebbe dovuto giustificare il delitto commesso. E’ ovvio che entrambe queste due giustificazioni  non sono accettabili. Tuttavia permettono di comprendere qualcosa di più complesso, che illustra  il retroterra ideologico dietro a simili  crimini.
[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],Perché raccontare questa vicenda poco conosciuta e orribile?
[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],due sono  micobatteriosi
la fonte letteraria più antica che possediamo, relativa a una di queste malattie è la Bibbia, e riguarda la lebbra Levitico, 13 Gentile da Fabriano (1375-1427) particolare della  Presentazione di Gesù al Tempio , Louvre.
Le tracce lasciate dalla Tubercolosi sulle ossa di scheletri umani del periodo neolitico sono frequenti e lesioni simili sono state ritrovate su mummie egizie e raffigurate su statuette votive a partire dal periodo egiziano pre-dinastico (4000-3500 a.C.  Sono prevalenti  i segni della  Tubercolosi ossea. Un recente lavoro di Paleopatologia ha  rivelato, in un cranio fossile ritrovato in Turchia vicino ad Ankara, la presenza di  segni  di una possibile Leptomeningite tubercolare.  Il reperto in questione è databile a circa 500.000 anni a.C. e appartiene ad un giovane maschio di Homo erectus. Kappelman J. et Al., American Journal  of Physical Anthropology, 2009
John Kappelman professor of Anthropology  University of  Texas
Nell’Antico Egitto, la preservazione dell’integrità fisica del cadavere era vista come il presupposto indispensabile ad una vita eterna
Characterization of Mycobacterium tuberculosis Complex DNAs from Egyptian Mummies by Spoligotyping   A. R. Zink, C. Sola, U. Reischl, W. Grabner, N. Rastogi, H. Wolf, and A. G. Nerlich ,  Journal of Clinical Microbiology, January 2003, p. 359-367, Vol. 41, No. 1  Grazie alla conservazione delle spoglie mortali, tramite l’imbalsamazione rituale e il clima caldo e secco, tracce certe di Tubercolosi sono state trovate su di un gran numero di mummie egiziane.  In un lavoro su 85 mummie trovate nei siti archeologici di Tebe e datate tra il 2050 ed il 500 a.C., si è riusciti a tipizzare i Mycobatteri presenti. “…  our results do not support the theory that M. tuberculosis originated from the M. bovis type but, rather, suggest that human M. tuberculosis may have originated from a precursor complex probably related  to M. Africanum …”  Papiro di Ebers, 1550 a.C., uno dei più antichi e celebri testi di Medicina Egizia.
Mummia di bambino del XV secolo avanti Cristo con esiti di pleurite tubercolare
La capacità mimetica dell’infezione tubercolare fa sì che non disponiamo di prove mediche certe relative all’Antichità sulla diffusione e sul peso epidemiologico del TB polmonare. Possiamo basarci solo sui dati dei riscontri della Paleopatologia, che interessano per lo più la forma ossea.  Sappiamo invece con certezza che la  forma linfo-adenitica della Tubercolosi  o  Scrofola , doveva avere una frequenza di comparsa assai elevata.  Enrico II di Francia (1519-1559) tocca un malato di adenite tubercolare
Il grande storico francese  Marc Bloch (1886-1944)   ha analizzato nel suo saggio  Les rois Thaumaturges , la credenza popolare, che attribuiva ai re la capacità di sanare con il tocco delle loro mani  i  malati di scrofola.  Svelando i meccanismi di salvaguardia e di legittimazione del potere che vi erano contenuti. L’unzione vescovile dei Re di Francia, al momento della loro incoronazione, rendeva la persona del sovrano  portatrice di una dignità sacrale. Ogni attentato alla vita del re veniva pertanto punito con estrema severità. Il potere di guarire dalla TB linfoghiandolare era stato trasmesso anche  ai re d’Inghilterra attraverso il normanno Guglielmo il Conquistatore .
una credenza, quella nel potere guaritore del tocco del sovrano che sopravvisse  oltre i secoli del  Medioevo
In Inghilterra, la  Regina Anna  compì il gesto curativo per la Scrofola per l'ultima volta nel 1714. In Francia,  Luigi XV , poco convinto della sua fede religiosa, si astenne dalla comunione nella Pasqua del 1740 e nel Natale del 1744.  In entrambe queste occasioni non toccò i malati di adenite tubercolare.  A partire dal fatidico 1789, l’anno della Rivoluzione,  Luigi XVI   non si occupò più di malati.  Anna d’Inghilterra (1665-1714) Luigi XV  (1710-1774) Luigi XVI  (1754-1793) Carlo X di Francia  (1757-1836) “…  Io ti tocco, Dio ti guarisca …” L’ultimo re a toccare i malati tra l’indifferenza generale e perfino lo scherno.
Il concetto di malattia infettiva e diffusiva rimase a lungo lontano  dall’essere compreso.  Sarà  Girolamo Fracastoro  (1478-1553), alla metà del Cinquecento, con il suo libro  De contagione et contagiosis morbis ,  ad ipotizzarlo, facendo riferimento a  delle minuscole particelle che chiamò  Seminaria  (1546).
La presenza di microrganismi invisibili ad occhio nudo, non era stata presa in considerazione come capace di trasmettere malattie agli  animali  e agli  uomini .  Questi ultimi godevano di uno  status   ideologico superiore. Come era narrato nei primi capitoli della Genesi, era convinzione comune, anche tra gli uomini di scienza e fino alla fine del Settecento,  che Dio si fosse occupato direttamente della creazione dell’uomo e degli altri animali “superiori”, mentre avesse lasciato all’azione della natura il compito di procreare gli animali più piccoli, meno importanti da un punto di vista biologico.  Essere viventi di basso rango, perché non dotati di apprezzabili capacità cognitive.  Anfibi, insetti, vermi e via dicendo sarebbero “nati” direttamente dal fango e dall’acqua tiepida degli stagni, luoghi in cui avrebbe agito  la  forza vitale  della natura,  un principio difficile da dimostrare, ma di cui era impossibile dubitare l’esistenza.  Antoni van Leeuwenhoek (1632-1723)  utilizza il  microscopio nello studio delle forme di vita invisibili all’occhio nudo
La discussione sulla generazione spontanea andò avanti fino al semplice e decisivo esperimento ideato da  Louis Pasteur (1822-1895) nel 1864 , attraverso cui lo scienziato francese riuscì a confutare definitivamente la teoria della generazione spontanea.  La scoperta dell’azione patogena dei microbi cambiò radicalmente il concetto di malattia come veniva tramandato dall’Antichità . La  malattia cessò di essere vista e considerata come un insieme di fenomeni visibili ai sensi dell’uomo,  i sintomi , ma non comprensibili razionalmente. Divenne un’entità rintracciabile con sicurezza  e con una causa precisa a monte da scoprire. Louis Pasteur nel 1884
Secondo le idee di  Louis Pasteur (1822-1895)  il germe che provocava le alterazioni tissutali e le modificazioni delle funzioni organiche costituiva la causa (diretta o indiretta) dei sintomi presentati dal malato e permetteva di unificare fenomeni molto diversi fra di loro e variabili da un paziente all’altro. Nasceva in tal modo il paradigma investigativo della medicina moderna che avrebbe rivoluzionato la scienza  medica sperimentale della seconda metà del XIX Secolo: una causa  una malattia
Luigi Nono (1850-1918) ,  Convalescenza , 1898 ,[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object]
La Rivoluzione Industriale, la nascita di un  proletariato urbano tenuto a vivere in condizioni miserevoli di sovraffollamento, a lavorare 12-14 ore al giorno, provocarono un incremento  epidemiologico esponenziale della Malattia Tubercolare.
La valutazione antropologica della morte legata alla tubercolosi inserisce in questo avvenimento delle caratteristiche di fascinosità e di seduzione romantica.  La tisi è portatrice di una lenta agonia, che a volte si arresta nel suo decorso, per concedere un intervallo di speranza al malato. Poi riprende inarrestabile fino alla morte. Violetta muore di Tisi nella Traviata di Verdi Mimì nella Bohème di Puccini  muore  anch’essa di Tisi
John Keats, morto a Roma di Tubercolosi a soli 26 anni
Philippe Ariès (1914-1984) Essais sur l’histoire de la mort  en occident :  du Moyen Age à nos jours , Paris, 1975  Concezione di rassegnata accettazione (la morte come evento domestico, familiare, naturale, inevitabile) Concezione di tragico destino personale (la morte come evento fisico, sofferenza, decomposizione) Concezione della morte distaccata dalla vita quotidiana,  ma sempre imminente  il fascino romantico del letto di morte (la morte sentita all’interno dei legami affettivi  familiari e romantici) Concezione come evento alieno al mondo dei vivi (da nascondere anche al morente  attraverso la “ghettizzazione” negli ospedali) Antichità Classica e Basso Medioevo Alto Medioevo dalla fine del XVI  secolo II metà del  XVIII- XIX secolo XX secolo morte addomesticata morte di  sé morte dell’altro morte capovolta  o proibita morte lontana e imminente l’evoluzione degli atteggiamenti nei confronti della morte secondo Ariès:
La morte nel XIX secolo venne vista e sentita in modo seducente, all’interno di legami affettivi  familiari e interpersonali romantici.  Sostenuta da una componente erotica sublimata e inserita sullo sfondo di un fluire drammatico di eventi, che provoca una fine legata spesso al suicidio o ad una lenta consunzione per malattia.  Sono questi alcuni degli argomenti trattati con eleganza e profondità riflessiva nel saggio  La carne, la morte e il diavolo nella letteratura romantica  dal critico letterario ed anglista Mario Praz (1896-1982).  Un libro del 1930, in cui i temi della morte e della sua seduzione mascherata, spinta fino ad una quasi manifesta perversità, vengono analizzati e portati a raggiungere una lucida consapevolezza.  Mario Praz
Gustav Klimt (1862 – 1918)  Morte e vita , 1911
alcune celebrità morte di Tubercolosi tra Ottocento e Novecento Franz Kafka  (laringite tubercolare) Amedeo Modigliani   (TB polmonare e meningea) Frederic Chopin (TB polmonare) Anna ed Emily  Brontë   (TB polmonare) Anton Chekhov  (medico e scrittore, TB polmonare e addominale)
Da una parte assistiamo ad un  vivere  antropologico della morte come una fascinazione, come un destino inevitabile, ma carico di suggestioni romantiche. Allo stesso tempo, le vittorie ripetute sulle malattie infettive comportano, nella seconda metà del XIX Secolo, una  riduzione del carico di angoscia esistenziale. In una società che si avviava all’omologazione di massa dei suoi valori e delle sue credenze, la fiducia illimitata nella scienza capace di cambiare il mondo e il destino del genere umano fu determinante.  Tutta la comunità civile  ricevette un impulso positivo a credere, con  il maggiore ottimismo possibile, nel raggiungimento di risultati straordinari in termini di salute.   Robert Koch al suo tavolo di lavoro
[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],il paradigma conoscitivo della medicina alla fine del XIX Secolo si basa su alcuni punti:
Tuttavia la Tubercolosi sembrava sfuggire fin da quegli anni alla rigida sequenza della causa/effetto. La scoperta dell’agente causale non fu seguita da una terapia appropriata e per decenni le uniche metodiche di cura possibili rimasero il pneumotorace di  Forlanini e il ricovero in sanatorio. l’Apparecchio di Forlanini Carlo Forlanini  (1847-1918)
Dopo la scoperta del Bacillo di Koch, nel 1882, la migliore comprensione della fisiopatologia e della storia naturale della Malattia Tubercolare rese possibili finalmente delle efficaci  e razionali misure di profilassi e di prevenzione. Tuttavia per molti decenni, fino alla scoperta dei farmaci attivi contro il Bacillo di Koch, l’attenzione ad evitare il contagio rimase la sola arma veramente efficace contro la Malattia Tubercolare.
I Sanatori fioriscono in tutto il Mondo Occidentale, assumendo la consistenza di vere e proprie  Città della Malattia , in cui vigono regole e norme specifiche sociali e di convivenza civile. L’esame obiettivo di un malato in un Sanatorio all’inizio del Novecento.
Si tratta di micro mondi, in cui vigono regole sociali diverse. Luoghi in cui la morte rimane come testimone silenziosa e presenza ineludibile.
Alberto Pincherle, nome originale di  Alberto Moravia (1907-1990)  si ammala all’età di nove anni di Tubercolosi ossea.  Passerà cinque anni a letto, guarendo e rimanendo lievemente claudicante. Dopo alcuni infruttuosi e dolorosi tentativi a base di trazioni, presso l’Istituto Rizzoli di Bologna, viene ricoverato nel Sanatorio Codivilla di Cortina d'Ampezzo.  Nel marzo del 1924 Moravia partì per Cortina d’Ampezzo,  per raggiungere questo nosocomio modernissimo, appena inaugurato. Vi resterà circa due anni, leggendo un libro al giorno e iniziando a scrivere  Gli Indifferenti , il suo primo romanzo  uscito nel 1929.
“…  Era come se io capissi attraverso la mia malattia tutta l'impossibilità di fondo, l'impossibilità alla vita che la cultura europea esprimeva. Il senso di  cupio dissolvi  era diffuso a ogni livello in maniera allarmante. Era una cosa di cui soffrivo anch'io acutamente, condannato com'ero all'immobilità.  E bastava che mi guardassi attorno, nello stesso sanatorio, per scoprire come l'idea di morte, il disfacimento, pure se sembrerà strano che tutto questo potesse avvertirlo un ragazzo, erano intorno a me. Era in atto una decomposizione sociale dalla quale affiorava un violentissimo erotismo.  Oggi non si può avere idea di che cosa poteva essere l'eros di quegli anni, tra l'inizio del secolo e il '25. Fu una vera rivoluzione, le cui tracce si trovano in Freud, in Proust: ma  era qualcosa che tingeva di sé la vita ordinaria …”
La politica di creazione dei Consorzi Antitubercolari effettuata in Italia negli Anni Venti e Trenta, riuscì a circoscrivere e a mettere sotto controllo il numero dei casi di TBC che rimanevano comunque elevati. La  legge n.1276 del 23 giugno 1927  istituisce in ogni provincia del Regno i Consorzi Antitubercolari, mentre la successiva legge del maggio 1928 contempla l’assicurazione obbligatoria conto la tubercolosi.  Con questi importanti strumenti operativi, il regime fascista si lancia in un’imponente opera di medicalizzazione del territorio, che avrà come suo massimo ideatore ed artefice Eugenio Morelli (1881-1961), direttore dell’ ”Istituto Forlanini “ di Roma, maestro e formatore di un’intera generazione di tisiologi italiani.  La mortalità per tubercolosi polmonare scese dal 91,7x100.000 abitanti (37.168 casi) del 1929, al 57,5x100.000 abitanti (25.408 casi) del 1939!  Il Sanatorio di Garbagnate Milanese
Come ripensare oggi alla  Tubercolosi , come elaborare una strategia di consapevolezza del problema che ricomprenda, in una visione più ampia, la malattia e il suo impatto medico, ma anche politico, sociale, economico ed umano?  Tutti elementi che diverranno  Storia  e, mentre ne discutiamo e li studiamo, si stanno già trasformando in essa.
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Premio Nobel per la Medicina nel 1958,  Joshua Lederberg  ha pensato ad un’interpretazione darwiniana ed evoluzionistica delle malattie infettive. L’interazione tra ospite e agente infettante potrebbe essere vista come un’occasione evolutiva. Oltre ai batteri, sono coinvolti in questo processo i virus, capaci di infettare le cellule degli organismi multicellulari e di lasciare dei ricordi del proprio passaggio, sotto forma di piccole sequenze aliene inserite nel DNA e RNA della specie infettata.  Piccole sequenze di DNA o RNA, inglobate nel codice genetico dell’ospite dopo l’infezione, sarebbero capaci di promuovere una forma di evoluzione adattativa dell’intero organismo all’ambiente, stimolando e indirizzando sia la risposta immunitaria, che la morfologia dei singoli organi e la loro stessa capacità  di adattamento funzionale.  Joshua Lederberg  (1925-2008) una diversa visione medica
Paul Thagard , dell’Università canadese di Waterloo, in Ontario, è autore del saggio  Conceptual revolutions  in cui ha discusso le modalità con cui avvengono le scoperte in  medicina.  Il caso dell'eziologia batterica delle ulcere peptiche, il processo attraverso cui questa scoperta è stata accolta nell'ambito di una comunità scientifica, che non se l'aspettava minimamente, risulta caratteristico del modo più articolato e complesso con  cui si possono spiegare anche le malattie infettive.
Secondo Thagard, non esistono leggi universali circa l'origine del cancro o dell'infarto o di altre patologie ad eziologia complessa. La statistica è importante per sviluppare la spiegazione medica in quanto individua le correlazioni tra le cause delle patologie e i loro effetti, ma queste interazioni non possiedono una forza esplicativa propria e possono essere il risultato di cause alternative confondenti.  Concludere che esista una relazione causale e quindi esplicita tra un fattore e una malattia, dipende  da numerose considerazioni di coerenza . La spiegazione in medicina e in biologia non può mai essere in termini di singole cause, nel senso che  non esistono malattie monocausali.   Nemmeno le malattie monogenetiche possono essere considerate completamente monocausali, in quanto la loro manifestazione fenotipica è dovuta anche a una interazione con l’ambiente esterno.
La spiegazione medica dovrebbe quindi essere pensata, sempre secondo Thagard, in termini di una concretizzazione di una rete causale.   Per ogni malattia gli studi epidemiologici e la ricerca biologica stabiliscono un sistema di fattori causali implicato nella produzione di una malattia.  I nodi di questa rete sono connessi non semplicemente da probabilità condizionali (probabilità del verificarsi di un effetto per una determinata causa), ma da relazioni sostenute da molteplici considerazioni e correlazioni, cause alternative e meccanismi complementari.
Si può mutare l’intero ordine classificativo e concettuale con cui si affrontano le diverse patologie: classificando le malattie in termini di cause, invece che di effetti o sintomi. E’ quello che è avvenuto dopo il 1864 grazie a  Pasteur e alle scoperte  successive Vi è stata una riorganizzazione gerarchica del concetto di TB saltando un ramo da un ordine gerarchico ad un altro:  la TB è una malattia infettiva Si può abbandonare una precedente distinzione nosografica e confondente:  tubercolosi polmonare e linfoghindolare hanno lo stesso agente patogeno Ci si accorge del verificarsi della presenza di un nuovo e importante elemento favorente la TB:  l’infezione da  HIV Si tiene conto di un diverso tipo di manifestazione patologica della TB: polmonare circoscritta o miliare Si tiene conto del fatto che nei polmoni malati si verifica la presenza di tubercoli da Micobatteri  Tubercolari come Paul Thagard ha organizzato  il modello conoscitivo della Tubercolosi in senso storico e gerarchico: Si può contemplare una nuova regola forte: le persone con Tubercolosi hanno un’infezione da Mycobacterium Tubercolosis Si può aggiungere una nuova istanza di tipo debole al fatto: ad esempio la TB è frequente nelle carceri Presenza di un nuovo concetto nel contesto generale: un paziente ha la Tubercolosi
Premio Nobel per l’Economia nel 1998,  Amartya Kumar Sen , ha dimostrato nei suoi lavori la difficoltà di definire il benessere attraverso unicamente la disponibilità di beni materiali.  una visione sociale e politica della Tubercolosi Buona parte dell’Umanità ha un’aspettativa di vita stimabile all’incirca alla metà di quella di cui possono fruire le nazioni e le popolazioni più ricche del Mondo Occidentale e di alcune parti dell’Asia.
Speranza di vita alla nascita secondo l’Unicef, 2009
Scrive Sen nel suo saggio  Lo Sviluppo e Libertà: “…  I livelli di reddito della popolazione sono importanti, perché ogni livello coincide con una certa possibilità di acquistare beni e servizi e di godere del tenore di vita corrispondente.  Tuttavia accade spesso che il livello di reddito non sia un indicatore adeguato di aspetti importanti come la libertà di vivere a lungo,  la capacità di sottrarsi a malattie evitabili , la possibilità di trovare un impiego decente o di vivere in una comunità pacifica e libera dal crimine …”  Gli studi di Sen ipotizzano un nuovo concetto di sviluppo, che si differenzia da quello di crescita.  Lo sviluppo economico non coincide più con un aumento del reddito, ma con un aumento della qualità della vita.  Uno sviluppo sostenibile opposto ad un tipo di liberalismo senza regole, capace di generare povertà e diseguaglianze su scala planetaria e di cui la nostra crisi economica globale testimonia l’inadeguatezza.
“…  La medicina è una scienza sociale e la politica non è null’altro che medicina condotta su di una scala più larga...” Rudolf Virchow,  Die Medizinische Reform ( La Riforma Medica ) ,  1848  Rudolf  Virchow (1821-1902)
[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],Le idee di  Virchow   erano  molto avanti rispetto ai suoi Tempi, oppure sono quelli che stiamo vivendo dei Tempi arretrati  rispetto a questa visione sociale e sanitaria di un medico dell’Ottocento?
Per terminare questo discorso sulla Tubercolosi e il suo sterminato immaginario, un breve ricordo di un medico e di un ammalato particolare di TB Tombstone, Arizona, 1881
un giovane medico, malato di Tubercolosi, in cerca di un lavoro meno precario di quello di dentista e chirurgo, che non può più esercitare perché tossisce continuamente e ha degli episodi emoftoici  mentre cura i suoi pazienti … John “Doc” Holliday (1851-1887)
Figlio di un farmacista, “Doc” Holliday si era trasferito in Arizona dalla natia Georgia, per rallentare, grazie al clima secco di quella regione, il decorso della  Tubercolosi polmonare da cui era affetto. La madre e il fratello erano già morti da tempo di TB Victor Mature  (Doc Holliday) My darling Clementine  1946 Kirk Douglas (Doc Holliday) Sfida all’OK Korral   1957 Val Kilmer (Doc Holliday) Tombstone 1993
“ Doc” Holliday al tempo della sfida all’OK Corral, il 26 ottobre del 1881, aveva 30 anni. Pare che abbia ucciso in duello con la pistola e il coltello almeno 20 persone! Velocissimo con la sua Colt 45, parlava fluentemente il latino, con cui era solito interloquire durante le partite di poker o prima di sparare ai suoi antagonisti.
Racconta quello che fu forse il suo unico amico, il leggendario sceriffo  Wyatt Earp (1848-1929):   “…  fu un gentiluomo che la malattia aveva trasformato in un vagabondo di frontiera, un uomo che la vita aveva reso cinico, un uomo quasi morto di consunzione e allo stesso tempo il più abile giocatore di carte e il più temerario, veloce, micidiale pistolero che io abbia mai conosciuto”.
Si trasferì infine in Colorado, confidando nell’aria di montagna. Tuttavia la tisi era ormai troppo avanzata e morì a Glenwood Springs, 1756  m. s. l. m., nel Colorado Hotel, che aveva preferito al  locale sanatorio.  Era l’8 novembre del 1887 e “Doc” Holliday aveva solo 36 anni. la tomba del medico,  gambler  e pistolero
“… non troverai mai la verità se non sei disposto ad accettare  anche ciò che non ti aspetti …”   Eraclito di Efeso, V secolo a.C. grazie per l’attenzione… [email_address] sito internet:  www.filosofia-medicina.it.gg

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  • 1. Monza Villa Reale 14 ottobre 2011 Federico E. Perozziello La TUBERCOLOSI nella Storia dell’Uomo
  • 2. Siamo in Germania, nella notte tra il 20 e il 21 aprile del 1945, mentre il Terzo Reich, che doveva durare dodici secoli sta crollando dopo dodici anni di dittatura nazista … Hamburg, aprile 1945
  • 4. Nella notte tra il 20 ed il 21 aprile del 1945, nei sotterranei della scuola di Bullenhuser Damm, alla periferia di Amburgo, in una città spettrale e devastata dai bombardamenti degli Alleati, venti bambini ebrei, dieci femmine e dieci maschi, vennero uccisi. Erano stati sottoposti per alcuni mesi a una delirante sperimentazione medica su di un possibile vaccino per la tubercolosi da parte di un gruppo di aguzzini coordinato da un medico appartenente al corpo delle SS, di nome Kurt Heissmeyer (1905-1967)
  • 5. I bambini erano arrivati in quella scuola dal Lager di Neuengamme, a circa trenta chilometri da Amburgo, un campo in cui erano stati trasferiti apposta per essere sottoposti all’inutile e crudele sperimentazione alla fine del mese di novembre del 1944.
  • 6. il lager di Neuengamme, alla periferia di Amburgo, sarà l’ultimo lager ad essere liberato: il suo comandante, Max Pauli
  • 7. Questi fanciulli avevano un’età compresa tra gli otto e i tredici anni e provenivano dal campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau , nel Sud dell’odierna Polonia, dove tra il 1942 e il 1945 persero la vita oltre un milione di persone. Erano stati scelti per quell’ esperimento da un altro medico nazista, il tristemente famoso capitano delle SS Joseph Mengele (1911-1979) , che aveva effettuato personalmente la selezione dei fanciulli nella baracca del Blok 10 , quello dei bambini, facendo loro credere, con una crudeltà priva di ogni aggettivo, che essere stati scelti costituiva un privilegio, perché avrebbe anticipato il momento di rivedere le loro mamme da cui erano stati separati all’arrivo nel lager. Joseph Mengele
  • 8. Georges-André Kohn (francese) nato a Parigi il 23 aprile 1932        Jacqueline Morgenstern (francese) nata a Parigi il 26 maggio 1932        W. Junglieb (jugoslavo) nato nel 1932        Roman Zeller (polacco) nato nel 1932        Eduard (Edo) Hornemann (olandese) nato a Eindhoven il 1 gennaio 1933        Marek Steinbaum (polacco) nato nel 1934        Bluma (Blumele) Mekler (polacca) nata nel 1934        Surcis Goldinger (polacca) nata nel 1934        Ruchla (Rachele) Zylberberg (polacca) nata a Zawichost il 6 maggio 1936        Sergio de Simone (italiano) nato a Napoli il 29 novembre 1937        Riwka Herszberg (polacca) nata a Zdunska Wola il 7 giugno 1938        Lelka Birnbaum (polacca) nata nel 1932        H. Wasserman (polacca) nata nel 1937        Marek James (polacco) nato a Radom il 17 marzo 1939        Mania Altmann (polacca) nata a Radom nel giugno del 1940        Roman Witonski (polacco) nato a Radom il giorno 8 giugno 1938        Eleonora Witonski (polacca) nata a Radom il 16 settembre 1939        Alexander (Lexje) Hornemann (olandese) nato a Eindhoven il 31 maggio 1936 Lea Klygerman (polacca) nata a Ostrowicz nel 1937        Eduard Reichenbaum (polacco) nato a Kattowitz il 15 novembre 1934 i nomi dei venti bambini
  • 9. Heissmeyer si era limitato a leggere i lavori di due medici austriaci, i fratelli Kutschera, che tra il 1929 e il 1939 avevano pubblicato diversi articoli sulla tubercolosi.  Questi avevano sostenuto che fosse possibile combattere la tubercolosi polmonare attraverso la creazione artificiale di focolai di tubercolosi cutanea. In altri termini sostenevano che inoculando bacilli vivi e tubercolina si sarebbe potuta innalzare la capacità di reazione immunitaria alla tubercolosi polmonare.  Una teoria che già all'epoca era stata ritenuta priva di qualsiasi fondamento scientifico. Eppure Heissmeyer si mise in mente di dimostrarne la validità, perché sarebbe stato un ottimo lavoro scientifico per l'ottenimento della cattedra universitaria a cui ambiva. Il dott. Kurt Heissmeyer Il dott. Leonardo Conti generale di Corpo d’Armata delle SS e Capo della Sanità del Terzo Reich (1900-1945)
  • 10. Nel campo di concentramento di Neuengamme, a partire dal gennaio del 1945, Kurt Heissmeyer iniettò il bacillo della tubercolosi nei corpi di quelle povere vittime con il pretesto di studiare un possibile vaccino antitubercolare. Gli esperimenti criminali si protrassero per oltre tre mesi, riuscendo solo a debilitare ulteriormente i bambini. Heissmeyer utilizzò delle iniezioni a dosi crescenti di tubercolina, successiva all’inoculazione del bacillo di Koch, per stimolare una presunta formazione di anticorpi specifici antitubercolari. Il dottor Kurt Heissmeyer
  • 11. Naturalmente non vi fu nessun effetto favorevole, come era da prevedersi in base ai lavori sperimentali sui modelli animali già effettuati negli anni Trenta e come confermato del resto e inutilmente dall’asportazione cruenta e ingiustificata delle linfoghiandole ascellari dei poveri bambini nel marzo del 1945. Quelle linfoghiandole furono sottoposte ad un esame istologico da parte del patologo Hans Klein , che sarebbe diventato impunemente dopo la guerra docente di medicina legale presso l’Università di Heidelberg.
  • 12. il 20 aprile del 1945 Adolf Hitler compì 56 anni. Nel bunker della Cancelleria, con il rombo dei cannoni sovietici che annunciavano una fine sempre più prossima, fu festeggiato il genetliaco del Führer . Nessuna festa allietò invece la baracca n. 4 a del campo di Neuengamme quella notte. Con le truppe Alleate che potevano arrivare ai cancelli del lager da un momento all’altro era troppo pericoloso continuare a tenere prigionieri i bambini, la cui presenza sarebbe apparsa ingiustificabile alla Croce Rossa svedese che era giunta ad Amburgo negli ultimi giorni di guerra. 20 aprile 1945 in occasione del suo compleanno Adolf Hitler decora alcuni ragazzi che hanno combattuto contro le truppe sovietiche che stanno conquistando Berlino
  • 13. Ottenuto l’ordine da Berlino, il comandante del campo Max Pauly incaricò dell’esecuzione il medico SS del lager, il dottor Alfred Trzebinski (1902-1946). Fu approntato un autocarro su cui presero posto le dieci bambine e i dieci bambini. Erano con loro due medici francesi prigionieri di guerra, due infermieri olandesi e sei prigionieri russi. L’automezzo si diresse con una breve corsa alla periferia di Amburgo, dove sorgeva la scuola di Bullenhuser Damm. il dottor Alfred Trzebinski (1902-1946) capitano medico delle SS
  • 14. All’arrivo alla scuola Trzebinski si confrontò con il comandante del piccolo campo di concentramento, l’ Obersturmführer delle SS, un grado che corrispondeva più o meno a quello di tenente, Arnold Strippel (1911-1994). Strippel era un nazista fanatico, cui non importava alcunché nemmeno che la guerra fosse prossima alla fine e che tra i prigionieri da eliminare vi fossero bambini innocenti. Il gruppo dei reclusi venne condotto nei sotterranei e i medici francesi, gli infermieri olandesi e i sei prigionieri russi vennero impiccati in uno degli stanzoni, mentre i bambini sonnolenti e infreddoliti attendevano ignari in un altro locale, con le loro povere cose che avevano preso come bagaglio. Arnold Strippel (1911-1994)
  • 15. Il medico Trzebinski praticò ai bambini delle iniezioni intramuscolari di morfina, che ne attutirono la sensibilità, forse ne uccisero subito i più debilitati per depressione respiratoria e li fecero comunque cadere in un torpore o in un sonno farmacologico. Poi, a uno a uno, i fanciulli vennero portati nel locale maledetto e appesi a dei ganci di metallo che pendevano dai tubi dell’acqua e che correvano lungo il soffitto. In questo modo furono strangolati e uccisi.
  • 16. Kurt Heissmeyer, il medico che aveva condotto la sperimentazione sulla Tubercolosi, non era più presente nel lager al momento dell’eccidio. Dopo la fine della guerra trascorse molti anni della sua vita in totale tranquillità. Esercitò a lungo e con successo la sua professione a Magdeburgo. Heissmeyer venne arrestato nel 1964 e condannato all’ergastolo nel 1966 perché non si riuscì a provare il suo coinvolgimento diretto nell’omicidio dei piccoli. Morì di cardiopatia ischemica nell’estate del 1967, mentre era ancora detenuto. Kurt Heissmeyer al momento del suo arresto nel 1964
  • 17. Come si era arrivati a tali comportamenti aberranti in campo medico? Lo psichiatra americano Robert Lyfton che ha studiato per 25 anni questo problema, scrivendo un lungo saggio sull’argomento, ha ipotizzato due possibili meccanismi : 1. Un eccesso di distacco affettivo nei confronti dei propri pazienti , compensato da un super-io collettivo evocato attraverso la fedeltà a falsi metavalori, quali la supremazia razziale, la fedeltà alla patria e alle autorità, l’obbedienza ad ordini superiori, ecc. Robert Lyfton
  • 18. 2. Il baratto faustiano : la possibilità di scegliere di commettere un crimine in cambio del raggiungimento di una possibile e importante conquista scientifica, che avrebbe dovuto giustificare il delitto commesso. E’ ovvio che entrambe queste due giustificazioni non sono accettabili. Tuttavia permettono di comprendere qualcosa di più complesso, che illustra il retroterra ideologico dietro a simili crimini.
  • 19.
  • 20.
  • 21. la fonte letteraria più antica che possediamo, relativa a una di queste malattie è la Bibbia, e riguarda la lebbra Levitico, 13 Gentile da Fabriano (1375-1427) particolare della Presentazione di Gesù al Tempio , Louvre.
  • 22. Le tracce lasciate dalla Tubercolosi sulle ossa di scheletri umani del periodo neolitico sono frequenti e lesioni simili sono state ritrovate su mummie egizie e raffigurate su statuette votive a partire dal periodo egiziano pre-dinastico (4000-3500 a.C. Sono prevalenti i segni della Tubercolosi ossea. Un recente lavoro di Paleopatologia ha rivelato, in un cranio fossile ritrovato in Turchia vicino ad Ankara, la presenza di segni di una possibile Leptomeningite tubercolare. Il reperto in questione è databile a circa 500.000 anni a.C. e appartiene ad un giovane maschio di Homo erectus. Kappelman J. et Al., American Journal of Physical Anthropology, 2009
  • 23. John Kappelman professor of Anthropology University of Texas
  • 24. Nell’Antico Egitto, la preservazione dell’integrità fisica del cadavere era vista come il presupposto indispensabile ad una vita eterna
  • 25. Characterization of Mycobacterium tuberculosis Complex DNAs from Egyptian Mummies by Spoligotyping A. R. Zink, C. Sola, U. Reischl, W. Grabner, N. Rastogi, H. Wolf, and A. G. Nerlich , Journal of Clinical Microbiology, January 2003, p. 359-367, Vol. 41, No. 1 Grazie alla conservazione delle spoglie mortali, tramite l’imbalsamazione rituale e il clima caldo e secco, tracce certe di Tubercolosi sono state trovate su di un gran numero di mummie egiziane. In un lavoro su 85 mummie trovate nei siti archeologici di Tebe e datate tra il 2050 ed il 500 a.C., si è riusciti a tipizzare i Mycobatteri presenti. “… our results do not support the theory that M. tuberculosis originated from the M. bovis type but, rather, suggest that human M. tuberculosis may have originated from a precursor complex probably related to M. Africanum …” Papiro di Ebers, 1550 a.C., uno dei più antichi e celebri testi di Medicina Egizia.
  • 26. Mummia di bambino del XV secolo avanti Cristo con esiti di pleurite tubercolare
  • 27. La capacità mimetica dell’infezione tubercolare fa sì che non disponiamo di prove mediche certe relative all’Antichità sulla diffusione e sul peso epidemiologico del TB polmonare. Possiamo basarci solo sui dati dei riscontri della Paleopatologia, che interessano per lo più la forma ossea. Sappiamo invece con certezza che la forma linfo-adenitica della Tubercolosi o Scrofola , doveva avere una frequenza di comparsa assai elevata. Enrico II di Francia (1519-1559) tocca un malato di adenite tubercolare
  • 28. Il grande storico francese Marc Bloch (1886-1944) ha analizzato nel suo saggio Les rois Thaumaturges , la credenza popolare, che attribuiva ai re la capacità di sanare con il tocco delle loro mani i malati di scrofola. Svelando i meccanismi di salvaguardia e di legittimazione del potere che vi erano contenuti. L’unzione vescovile dei Re di Francia, al momento della loro incoronazione, rendeva la persona del sovrano portatrice di una dignità sacrale. Ogni attentato alla vita del re veniva pertanto punito con estrema severità. Il potere di guarire dalla TB linfoghiandolare era stato trasmesso anche ai re d’Inghilterra attraverso il normanno Guglielmo il Conquistatore .
  • 29. una credenza, quella nel potere guaritore del tocco del sovrano che sopravvisse oltre i secoli del Medioevo
  • 30. In Inghilterra, la Regina Anna compì il gesto curativo per la Scrofola per l'ultima volta nel 1714. In Francia, Luigi XV , poco convinto della sua fede religiosa, si astenne dalla comunione nella Pasqua del 1740 e nel Natale del 1744. In entrambe queste occasioni non toccò i malati di adenite tubercolare. A partire dal fatidico 1789, l’anno della Rivoluzione, Luigi XVI non si occupò più di malati. Anna d’Inghilterra (1665-1714) Luigi XV (1710-1774) Luigi XVI (1754-1793) Carlo X di Francia (1757-1836) “… Io ti tocco, Dio ti guarisca …” L’ultimo re a toccare i malati tra l’indifferenza generale e perfino lo scherno.
  • 31. Il concetto di malattia infettiva e diffusiva rimase a lungo lontano dall’essere compreso. Sarà Girolamo Fracastoro (1478-1553), alla metà del Cinquecento, con il suo libro De contagione et contagiosis morbis , ad ipotizzarlo, facendo riferimento a delle minuscole particelle che chiamò Seminaria (1546).
  • 32. La presenza di microrganismi invisibili ad occhio nudo, non era stata presa in considerazione come capace di trasmettere malattie agli animali e agli uomini . Questi ultimi godevano di uno status ideologico superiore. Come era narrato nei primi capitoli della Genesi, era convinzione comune, anche tra gli uomini di scienza e fino alla fine del Settecento, che Dio si fosse occupato direttamente della creazione dell’uomo e degli altri animali “superiori”, mentre avesse lasciato all’azione della natura il compito di procreare gli animali più piccoli, meno importanti da un punto di vista biologico. Essere viventi di basso rango, perché non dotati di apprezzabili capacità cognitive. Anfibi, insetti, vermi e via dicendo sarebbero “nati” direttamente dal fango e dall’acqua tiepida degli stagni, luoghi in cui avrebbe agito la forza vitale della natura, un principio difficile da dimostrare, ma di cui era impossibile dubitare l’esistenza. Antoni van Leeuwenhoek (1632-1723) utilizza il microscopio nello studio delle forme di vita invisibili all’occhio nudo
  • 33. La discussione sulla generazione spontanea andò avanti fino al semplice e decisivo esperimento ideato da Louis Pasteur (1822-1895) nel 1864 , attraverso cui lo scienziato francese riuscì a confutare definitivamente la teoria della generazione spontanea. La scoperta dell’azione patogena dei microbi cambiò radicalmente il concetto di malattia come veniva tramandato dall’Antichità . La malattia cessò di essere vista e considerata come un insieme di fenomeni visibili ai sensi dell’uomo, i sintomi , ma non comprensibili razionalmente. Divenne un’entità rintracciabile con sicurezza e con una causa precisa a monte da scoprire. Louis Pasteur nel 1884
  • 34. Secondo le idee di Louis Pasteur (1822-1895) il germe che provocava le alterazioni tissutali e le modificazioni delle funzioni organiche costituiva la causa (diretta o indiretta) dei sintomi presentati dal malato e permetteva di unificare fenomeni molto diversi fra di loro e variabili da un paziente all’altro. Nasceva in tal modo il paradigma investigativo della medicina moderna che avrebbe rivoluzionato la scienza medica sperimentale della seconda metà del XIX Secolo: una causa una malattia
  • 35.
  • 36. La Rivoluzione Industriale, la nascita di un proletariato urbano tenuto a vivere in condizioni miserevoli di sovraffollamento, a lavorare 12-14 ore al giorno, provocarono un incremento epidemiologico esponenziale della Malattia Tubercolare.
  • 37. La valutazione antropologica della morte legata alla tubercolosi inserisce in questo avvenimento delle caratteristiche di fascinosità e di seduzione romantica. La tisi è portatrice di una lenta agonia, che a volte si arresta nel suo decorso, per concedere un intervallo di speranza al malato. Poi riprende inarrestabile fino alla morte. Violetta muore di Tisi nella Traviata di Verdi Mimì nella Bohème di Puccini muore anch’essa di Tisi
  • 38. John Keats, morto a Roma di Tubercolosi a soli 26 anni
  • 39. Philippe Ariès (1914-1984) Essais sur l’histoire de la mort en occident : du Moyen Age à nos jours , Paris, 1975 Concezione di rassegnata accettazione (la morte come evento domestico, familiare, naturale, inevitabile) Concezione di tragico destino personale (la morte come evento fisico, sofferenza, decomposizione) Concezione della morte distaccata dalla vita quotidiana, ma sempre imminente il fascino romantico del letto di morte (la morte sentita all’interno dei legami affettivi familiari e romantici) Concezione come evento alieno al mondo dei vivi (da nascondere anche al morente attraverso la “ghettizzazione” negli ospedali) Antichità Classica e Basso Medioevo Alto Medioevo dalla fine del XVI secolo II metà del XVIII- XIX secolo XX secolo morte addomesticata morte di sé morte dell’altro morte capovolta o proibita morte lontana e imminente l’evoluzione degli atteggiamenti nei confronti della morte secondo Ariès:
  • 40. La morte nel XIX secolo venne vista e sentita in modo seducente, all’interno di legami affettivi  familiari e interpersonali romantici. Sostenuta da una componente erotica sublimata e inserita sullo sfondo di un fluire drammatico di eventi, che provoca una fine legata spesso al suicidio o ad una lenta consunzione per malattia. Sono questi alcuni degli argomenti trattati con eleganza e profondità riflessiva nel saggio La carne, la morte e il diavolo nella letteratura romantica dal critico letterario ed anglista Mario Praz (1896-1982). Un libro del 1930, in cui i temi della morte e della sua seduzione mascherata, spinta fino ad una quasi manifesta perversità, vengono analizzati e portati a raggiungere una lucida consapevolezza. Mario Praz
  • 41. Gustav Klimt (1862 – 1918) Morte e vita , 1911
  • 42. alcune celebrità morte di Tubercolosi tra Ottocento e Novecento Franz Kafka (laringite tubercolare) Amedeo Modigliani (TB polmonare e meningea) Frederic Chopin (TB polmonare) Anna ed Emily Brontë  (TB polmonare) Anton Chekhov (medico e scrittore, TB polmonare e addominale)
  • 43. Da una parte assistiamo ad un vivere antropologico della morte come una fascinazione, come un destino inevitabile, ma carico di suggestioni romantiche. Allo stesso tempo, le vittorie ripetute sulle malattie infettive comportano, nella seconda metà del XIX Secolo, una riduzione del carico di angoscia esistenziale. In una società che si avviava all’omologazione di massa dei suoi valori e delle sue credenze, la fiducia illimitata nella scienza capace di cambiare il mondo e il destino del genere umano fu determinante. Tutta la comunità civile ricevette un impulso positivo a credere, con il maggiore ottimismo possibile, nel raggiungimento di risultati straordinari in termini di salute. Robert Koch al suo tavolo di lavoro
  • 44.
  • 45. Tuttavia la Tubercolosi sembrava sfuggire fin da quegli anni alla rigida sequenza della causa/effetto. La scoperta dell’agente causale non fu seguita da una terapia appropriata e per decenni le uniche metodiche di cura possibili rimasero il pneumotorace di Forlanini e il ricovero in sanatorio. l’Apparecchio di Forlanini Carlo Forlanini (1847-1918)
  • 46. Dopo la scoperta del Bacillo di Koch, nel 1882, la migliore comprensione della fisiopatologia e della storia naturale della Malattia Tubercolare rese possibili finalmente delle efficaci e razionali misure di profilassi e di prevenzione. Tuttavia per molti decenni, fino alla scoperta dei farmaci attivi contro il Bacillo di Koch, l’attenzione ad evitare il contagio rimase la sola arma veramente efficace contro la Malattia Tubercolare.
  • 47. I Sanatori fioriscono in tutto il Mondo Occidentale, assumendo la consistenza di vere e proprie Città della Malattia , in cui vigono regole e norme specifiche sociali e di convivenza civile. L’esame obiettivo di un malato in un Sanatorio all’inizio del Novecento.
  • 48. Si tratta di micro mondi, in cui vigono regole sociali diverse. Luoghi in cui la morte rimane come testimone silenziosa e presenza ineludibile.
  • 49. Alberto Pincherle, nome originale di Alberto Moravia (1907-1990) si ammala all’età di nove anni di Tubercolosi ossea. Passerà cinque anni a letto, guarendo e rimanendo lievemente claudicante. Dopo alcuni infruttuosi e dolorosi tentativi a base di trazioni, presso l’Istituto Rizzoli di Bologna, viene ricoverato nel Sanatorio Codivilla di Cortina d'Ampezzo. Nel marzo del 1924 Moravia partì per Cortina d’Ampezzo, per raggiungere questo nosocomio modernissimo, appena inaugurato. Vi resterà circa due anni, leggendo un libro al giorno e iniziando a scrivere Gli Indifferenti , il suo primo romanzo uscito nel 1929.
  • 50. “… Era come se io capissi attraverso la mia malattia tutta l'impossibilità di fondo, l'impossibilità alla vita che la cultura europea esprimeva. Il senso di cupio dissolvi era diffuso a ogni livello in maniera allarmante. Era una cosa di cui soffrivo anch'io acutamente, condannato com'ero all'immobilità. E bastava che mi guardassi attorno, nello stesso sanatorio, per scoprire come l'idea di morte, il disfacimento, pure se sembrerà strano che tutto questo potesse avvertirlo un ragazzo, erano intorno a me. Era in atto una decomposizione sociale dalla quale affiorava un violentissimo erotismo. Oggi non si può avere idea di che cosa poteva essere l'eros di quegli anni, tra l'inizio del secolo e il '25. Fu una vera rivoluzione, le cui tracce si trovano in Freud, in Proust: ma era qualcosa che tingeva di sé la vita ordinaria …”
  • 51. La politica di creazione dei Consorzi Antitubercolari effettuata in Italia negli Anni Venti e Trenta, riuscì a circoscrivere e a mettere sotto controllo il numero dei casi di TBC che rimanevano comunque elevati. La legge n.1276 del 23 giugno 1927 istituisce in ogni provincia del Regno i Consorzi Antitubercolari, mentre la successiva legge del maggio 1928 contempla l’assicurazione obbligatoria conto la tubercolosi. Con questi importanti strumenti operativi, il regime fascista si lancia in un’imponente opera di medicalizzazione del territorio, che avrà come suo massimo ideatore ed artefice Eugenio Morelli (1881-1961), direttore dell’ ”Istituto Forlanini “ di Roma, maestro e formatore di un’intera generazione di tisiologi italiani. La mortalità per tubercolosi polmonare scese dal 91,7x100.000 abitanti (37.168 casi) del 1929, al 57,5x100.000 abitanti (25.408 casi) del 1939! Il Sanatorio di Garbagnate Milanese
  • 52. Come ripensare oggi alla Tubercolosi , come elaborare una strategia di consapevolezza del problema che ricomprenda, in una visione più ampia, la malattia e il suo impatto medico, ma anche politico, sociale, economico ed umano? Tutti elementi che diverranno Storia e, mentre ne discutiamo e li studiamo, si stanno già trasformando in essa.
  • 53.
  • 54. Premio Nobel per la Medicina nel 1958, Joshua Lederberg ha pensato ad un’interpretazione darwiniana ed evoluzionistica delle malattie infettive. L’interazione tra ospite e agente infettante potrebbe essere vista come un’occasione evolutiva. Oltre ai batteri, sono coinvolti in questo processo i virus, capaci di infettare le cellule degli organismi multicellulari e di lasciare dei ricordi del proprio passaggio, sotto forma di piccole sequenze aliene inserite nel DNA e RNA della specie infettata. Piccole sequenze di DNA o RNA, inglobate nel codice genetico dell’ospite dopo l’infezione, sarebbero capaci di promuovere una forma di evoluzione adattativa dell’intero organismo all’ambiente, stimolando e indirizzando sia la risposta immunitaria, che la morfologia dei singoli organi e la loro stessa capacità di adattamento funzionale. Joshua Lederberg (1925-2008) una diversa visione medica
  • 55. Paul Thagard , dell’Università canadese di Waterloo, in Ontario, è autore del saggio Conceptual revolutions in cui ha discusso le modalità con cui avvengono le scoperte in medicina. Il caso dell'eziologia batterica delle ulcere peptiche, il processo attraverso cui questa scoperta è stata accolta nell'ambito di una comunità scientifica, che non se l'aspettava minimamente, risulta caratteristico del modo più articolato e complesso con cui si possono spiegare anche le malattie infettive.
  • 56. Secondo Thagard, non esistono leggi universali circa l'origine del cancro o dell'infarto o di altre patologie ad eziologia complessa. La statistica è importante per sviluppare la spiegazione medica in quanto individua le correlazioni tra le cause delle patologie e i loro effetti, ma queste interazioni non possiedono una forza esplicativa propria e possono essere il risultato di cause alternative confondenti. Concludere che esista una relazione causale e quindi esplicita tra un fattore e una malattia, dipende da numerose considerazioni di coerenza . La spiegazione in medicina e in biologia non può mai essere in termini di singole cause, nel senso che non esistono malattie monocausali. Nemmeno le malattie monogenetiche possono essere considerate completamente monocausali, in quanto la loro manifestazione fenotipica è dovuta anche a una interazione con l’ambiente esterno.
  • 57. La spiegazione medica dovrebbe quindi essere pensata, sempre secondo Thagard, in termini di una concretizzazione di una rete causale. Per ogni malattia gli studi epidemiologici e la ricerca biologica stabiliscono un sistema di fattori causali implicato nella produzione di una malattia. I nodi di questa rete sono connessi non semplicemente da probabilità condizionali (probabilità del verificarsi di un effetto per una determinata causa), ma da relazioni sostenute da molteplici considerazioni e correlazioni, cause alternative e meccanismi complementari.
  • 58. Si può mutare l’intero ordine classificativo e concettuale con cui si affrontano le diverse patologie: classificando le malattie in termini di cause, invece che di effetti o sintomi. E’ quello che è avvenuto dopo il 1864 grazie a Pasteur e alle scoperte successive Vi è stata una riorganizzazione gerarchica del concetto di TB saltando un ramo da un ordine gerarchico ad un altro: la TB è una malattia infettiva Si può abbandonare una precedente distinzione nosografica e confondente: tubercolosi polmonare e linfoghindolare hanno lo stesso agente patogeno Ci si accorge del verificarsi della presenza di un nuovo e importante elemento favorente la TB: l’infezione da HIV Si tiene conto di un diverso tipo di manifestazione patologica della TB: polmonare circoscritta o miliare Si tiene conto del fatto che nei polmoni malati si verifica la presenza di tubercoli da Micobatteri Tubercolari come Paul Thagard ha organizzato il modello conoscitivo della Tubercolosi in senso storico e gerarchico: Si può contemplare una nuova regola forte: le persone con Tubercolosi hanno un’infezione da Mycobacterium Tubercolosis Si può aggiungere una nuova istanza di tipo debole al fatto: ad esempio la TB è frequente nelle carceri Presenza di un nuovo concetto nel contesto generale: un paziente ha la Tubercolosi
  • 59. Premio Nobel per l’Economia nel 1998, Amartya Kumar Sen , ha dimostrato nei suoi lavori la difficoltà di definire il benessere attraverso unicamente la disponibilità di beni materiali. una visione sociale e politica della Tubercolosi Buona parte dell’Umanità ha un’aspettativa di vita stimabile all’incirca alla metà di quella di cui possono fruire le nazioni e le popolazioni più ricche del Mondo Occidentale e di alcune parti dell’Asia.
  • 60. Speranza di vita alla nascita secondo l’Unicef, 2009
  • 61. Scrive Sen nel suo saggio Lo Sviluppo e Libertà: “… I livelli di reddito della popolazione sono importanti, perché ogni livello coincide con una certa possibilità di acquistare beni e servizi e di godere del tenore di vita corrispondente. Tuttavia accade spesso che il livello di reddito non sia un indicatore adeguato di aspetti importanti come la libertà di vivere a lungo, la capacità di sottrarsi a malattie evitabili , la possibilità di trovare un impiego decente o di vivere in una comunità pacifica e libera dal crimine …” Gli studi di Sen ipotizzano un nuovo concetto di sviluppo, che si differenzia da quello di crescita. Lo sviluppo economico non coincide più con un aumento del reddito, ma con un aumento della qualità della vita. Uno sviluppo sostenibile opposto ad un tipo di liberalismo senza regole, capace di generare povertà e diseguaglianze su scala planetaria e di cui la nostra crisi economica globale testimonia l’inadeguatezza.
  • 62. “… La medicina è una scienza sociale e la politica non è null’altro che medicina condotta su di una scala più larga...” Rudolf Virchow, Die Medizinische Reform ( La Riforma Medica ) , 1848 Rudolf Virchow (1821-1902)
  • 63.
  • 64. Per terminare questo discorso sulla Tubercolosi e il suo sterminato immaginario, un breve ricordo di un medico e di un ammalato particolare di TB Tombstone, Arizona, 1881
  • 65. un giovane medico, malato di Tubercolosi, in cerca di un lavoro meno precario di quello di dentista e chirurgo, che non può più esercitare perché tossisce continuamente e ha degli episodi emoftoici mentre cura i suoi pazienti … John “Doc” Holliday (1851-1887)
  • 66. Figlio di un farmacista, “Doc” Holliday si era trasferito in Arizona dalla natia Georgia, per rallentare, grazie al clima secco di quella regione, il decorso della Tubercolosi polmonare da cui era affetto. La madre e il fratello erano già morti da tempo di TB Victor Mature (Doc Holliday) My darling Clementine 1946 Kirk Douglas (Doc Holliday) Sfida all’OK Korral 1957 Val Kilmer (Doc Holliday) Tombstone 1993
  • 67. “ Doc” Holliday al tempo della sfida all’OK Corral, il 26 ottobre del 1881, aveva 30 anni. Pare che abbia ucciso in duello con la pistola e il coltello almeno 20 persone! Velocissimo con la sua Colt 45, parlava fluentemente il latino, con cui era solito interloquire durante le partite di poker o prima di sparare ai suoi antagonisti.
  • 68. Racconta quello che fu forse il suo unico amico, il leggendario sceriffo Wyatt Earp (1848-1929):   “… fu un gentiluomo che la malattia aveva trasformato in un vagabondo di frontiera, un uomo che la vita aveva reso cinico, un uomo quasi morto di consunzione e allo stesso tempo il più abile giocatore di carte e il più temerario, veloce, micidiale pistolero che io abbia mai conosciuto”.
  • 69. Si trasferì infine in Colorado, confidando nell’aria di montagna. Tuttavia la tisi era ormai troppo avanzata e morì a Glenwood Springs, 1756 m. s. l. m., nel Colorado Hotel, che aveva preferito al locale sanatorio. Era l’8 novembre del 1887 e “Doc” Holliday aveva solo 36 anni. la tomba del medico, gambler e pistolero
  • 70. “… non troverai mai la verità se non sei disposto ad accettare anche ciò che non ti aspetti …” Eraclito di Efeso, V secolo a.C. grazie per l’attenzione… [email_address] sito internet: www.filosofia-medicina.it.gg