3. In altri termini, quindi, possiamo dire che lo stress è quella
risposta che l'organismo mette in atto quando è soggetto agli
effetti prolungati di svariati tipi di stimoli (stressor) siano
essi fisici (ad es. fatica), mentali (ad es. impegno lavorativo),
sociali o ambientali (ad es. obblighi o richieste dell'ambiente
sociale).
Lo stress è la reazione adattiva generale di un organismo,
attivato da stimoli esterni di svariata natura
Il risultato di un processo di adattamento che coinvolge
l’individuo durante la sua interazione con l’ambiente:
il soggetto valuta l’evento che deve essere affrontato
(impegni lavorativi, conflitti familiari, difficoltà nelle
relazioni sociali…) e cerca una strategia per farvi fronte.
4. Se è capace di reagire alle pressioni a cui è sottoposto
nel breve termine, utilizzando le proprie strategie e
risorse, ecco che queste pressioni possono essere
considerate positive in quanto permettono lo sviluppo
dell’individuo stesso:
questo viene definito eustress o stress positivo.
Se, al contrario, le condizioni sfavorevoli superano le
capacità e le risorse proprie oppure sono prolungate
nel tempo, l’individuo diventa incapace di reagire e offre
risposte poco adattive:
questo viene definito distress o stress negativo.
18. DECRETO LEGISLATIVO 9 APRILE 2008, N. 81
in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro
Art. 28 (Oggetto della valutazione dei rischi)
1. La valutazione di cui all’articolo 17, comma 1, lettera a), anche nella
scelta delle attrezzature di lavoro e delle sostanze o dei preparati chimici
impiegati, nonché nella sistemazione dei luoghi di lavoro, deve riguardare
tutti i rischi per la sicurezza e la salute dei lavoratori, ivi compresi quelli
riguardanti gruppi di lavoratori esposti a rischi particolari, tra cui
anche quelli collegati allo stress lavorocorrelato,
secondo i contenuti dell’accordo europeo dell’8 ottobre
2004, e quelli riguardanti le lavoratrici in stato di gravidanza,
secondo quanto previsto dal decreto legislativo 26 marzo
2001, n. 151, nonché quelli connessi alle differenze di
genere, all’età, alla provenienza da altri Paesi e quelli
connessi alla specifica tipologia contrattuale attraverso cui
viene resa la prestazione di lavoro
24. I fattori di rischio
sono da ricercare:
nella cultura organizzativa e nella c.d.
“atmosfera aziendale” : è indispensabile tenere in
evidenza che lo stress legato al lavoro è un
sintomo di un problema organizzativo e non una
debolezza individuale;
nelle prestazioni richieste quali, ad esempio,
la quantità e qualità di lavoro (la presenza di
troppo o troppo poco lavoro da fare, mancanza di
risorse, ecc.) e nell’esposizione a rischi fisici
(sostanze chimiche, rumore, ecc.);
25. nel grado di controllo che i singoli soggetti
“percepiscono” di avere sul lavoro e in che termini
possono influire sul modo in cui lo svolgono.
nelle relazioni sul luogo di lavoro (rapporti
orizzontali e verticali);
nel cambiamento organizzativo, sul come
viene gestito e comunicato;
nel ruolo, verificando se tutti i soggetti
comprendono quale sia il loro ruolo e le loro
responsabilità all’interno dell’amministrazione o
se soffrono per l’ambiguità di ruolo;
27. E’ infine importante la
rilevazione precoce di
sintomi fisici,
comportamentali e psicoemozionali in quanto
segnali di allarme di
situazioni di rischio.