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Analisi Idro-Geomorfologica con i
 JGrasstools e le Horton Machine




          S. Franceschi, L. Perathoner, M. Toro, G. Formetta

17 marzo 2013
“Free Software . . . you should
                                                     think of ‘free’ as in ‘free speech’,
                                                     not as in ‘free beer’. ”

                                                                         Richard Stallman




                                                                                            1

S. Franceschi, L. Perathoner, M. Toro, G. Formetta
17 marzo 2013
Le Horton Machine



  Le Horton Machine sono un pacchetto sviluppato con l’obbiettivo di
  fornire degli strumenti quantitativi e qualitativi per indagare la
  morfologia di un bacino idrografico.
   ¯ Analisi Geomorfologica
  L’obbiettivo è analizzare i processi di erosione dei canali fluviali e la
  possibilità di innesco di frane superficiali.
  Questo viene fatto considerando che i processi geomorfologici principali
  in un bacino siano:
            Erosione diffusiva dei pendii
            Processi di incisione da parte dei canali
            Trasporto dei sedimenti nei canali
            Frane

                                                                             2

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17 marzo 2013
Le Horton Machine



  Le Horton Machine sono un pacchetto sviluppato con l’obbiettivo di
  fornire degli strumenti quantitativi e qualitativi per indagare la
  morfologia di un bacino idrografico.
   ¯ Analisi Geomorfologica
  L’obbiettivo è analizzare i processi di erosione dei canali fluviali e la
  possibilità di innesco di frane superficiali.
  Questo viene fatto considerando che i processi geomorfologici principali
  in un bacino siano:
            Erosione diffusiva dei pendii
            Processi di incisione da parte dei canali
            Trasporto dei sedimenti nei canali
            Frane

                                                                             2

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17 marzo 2013
Le Horton Machine


I comandi delle Horton                       Analisi del reticolo idrografico
Machine sono stati                           ¯ Network
suddisi in 7 categorie:                      Analisi relative al bacino
                                             ¯ Hydro-Geomorphology
                                             Indici idro-geomorfologici
                                              ¯ Basin
                                             Attributi del bacino
                                             ¯ Geomorphology
                                             Analisi dei versanti
                                             ¯ Hillslope
                                             Manipolazione dei DEM
                                             ¯ DEM Manipulation
                                             Statistiche
                                             ¯ Statistics                       3

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Le Horton Machine




                                                     Analisi del reticolo
                                                     idrografico
                                                      ¯ Network
                                                     Comandi che permettono di
                                                     determinare alcune
                                                     proprietà del reticolo
                                                     idrografico.




                                                                                 4

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Le Horton Machine




                                        Analisi relative al bacino
                                        ¯ Hydro-Geomorphology
                                        Comandi che permettono di svolgere
                                        analisi di un bacino idrografico.

                                        Indici idro-geomorfologici
                                         ¯ Basin
                                        Comandi che permettono di determinare
                                        alcuni indici relativi al bacino idrografico.




                                                                                       5

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Le Horton Machine




                                        Attributi del bacino
                                        ¯ Geomorphology
                                        Comandi che permettono di calcolare
                                        alcuni attributi del bacino quali pendenza,
                                        direzioni di drenaggio, aree contribuenti.

                                        Analisi dei versanti
                                        ¯ Hillslope
                                        Comandi che permettono di calcolare
                                        alcune caratteristiche dei versanti del
                                        bacino e di determinare una classificazione
                                        in base alle loro proprietà morfologiche.


                                                                                      6

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Le Horton Machine




                                        Manipolazione dei DEM
                                        ¯ DEM Manipulation
                                        Comandi che permettono di svolgere
                                        analisi preliminari sui modelli digitali del
                                        terreno.

                                        Statistiche
                                        ¯ Statistics
                                        Comandi che permettono di condurre
                                        alcune analisi statistiche sui bacini.



                                                                                       7

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La morfologia

           La topografia è rappresentata mediante una funzione continua
          bivariata z = f (x, y) e con le sue derivate fino al secondo ordine.




                                                                                8

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Modelli Digitali del Terreno




La forma più comune ed efficiente di
rappresentare un Modello Digitale del
Terreno (D.T.M.) è mediante una griglia
quadrata di dati.


                                                     I dati in questa forma,
     Ipotesi:
                                                     chiamata raster,
          valori significativi                        rappresentano la coordinata
                griglia quadrata regolare            verticale z per una serie di
                topografia ad 8 direzioni             punti successivi lungo un
                                                     determinato profilo spaziale.

                                                                                    9

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Operazioni preliminari

  Prima di poter operare sul DTM con i comandi delle Horton Machine
  è necessario:
      1     creare l’ambiente di lavoro              location
      2     importarvi all’interno la mappa
            contenente il modello digitale del terreno (DTM)
             ¯ generalmente è in formato raster ascii, come un .asc
      3     settare la regione di lavoro             Processing Region

  Dopodichè l’obbiettivo principale è quello di estrarre il bacino
  d’interesse, sono necessarie alcune elaborazioni del dtm di partenza:
      5     Riempimento delle depressioni                Pitfiller
      6     Calcolo delle direzioni di drenaggio                Flowdirection/Draindir
      7     Estrazione del reticolo idrografico              ExtractNetwork
      8     Estrazione del bacino idrografico               Wateroutlet
                                                                                         10

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Operazioni preliminari

  Prima di poter operare sul DTM con i comandi delle Horton Machine
  è necessario:
      1     creare l’ambiente di lavoro              location
      2     importarvi all’interno la mappa
            contenente il modello digitale del terreno (DTM)
             ¯ generalmente è in formato raster ascii, come un .asc
      3     settare la regione di lavoro             Processing Region

  Dopodichè l’obbiettivo principale è quello di estrarre il bacino
  d’interesse, sono necessarie alcune elaborazioni del dtm di partenza:
      5     Riempimento delle depressioni                Pitfiller
      6     Calcolo delle direzioni di drenaggio                Flowdirection/Draindir
      7     Estrazione del reticolo idrografico              ExtractNetwork
      8     Estrazione del bacino idrografico               Wateroutlet
                                                                                         10

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Operazioni preliminari: Pitfiller




  La prima operazione da fare è riempire i punti di depressione presenti
  nel dtm in modo da poter poi definire univocamente le direzioni di
  drenaggio in ogni punto.

  Il comando che si utilizza per questo sfrutta l’algoritmo di Tarboton.
   ¯ Dem Manipulation -> Pitfiller

  Analisi a riguardo di questo argomento hanno dimostrato che questa
  elaborazione riguarda meno dell’1% dei punti e
  generalmente questi punti di depressione
  provengono da errori di calcolo nella fase di creazione del dtm.
   ¯ Generalmente non si tratta di reali depressioni


                                                                           11

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17 marzo 2013
Operazioni preliminari: Pitfiller




  La prima operazione da fare è riempire i punti di depressione presenti
  nel dtm in modo da poter poi definire univocamente le direzioni di
  drenaggio in ogni punto.

  Il comando che si utilizza per questo sfrutta l’algoritmo di Tarboton.
   ¯ Dem Manipulation -> Pitfiller

  Analisi a riguardo di questo argomento hanno dimostrato che questa
  elaborazione riguarda meno dell’1% dei punti e
  generalmente questi punti di depressione
  provengono da errori di calcolo nella fase di creazione del dtm.
   ¯ Generalmente non si tratta di reali depressioni


                                                                           11

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Operazioni preliminari: Pitfiller




  La prima operazione da fare è riempire i punti di depressione presenti
  nel dtm in modo da poter poi definire univocamente le direzioni di
  drenaggio in ogni punto.

  Il comando che si utilizza per questo sfrutta l’algoritmo di Tarboton.
   ¯ Dem Manipulation -> Pitfiller

  Analisi a riguardo di questo argomento hanno dimostrato che questa
  elaborazione riguarda meno dell’1% dei punti e
  generalmente questi punti di depressione
  provengono da errori di calcolo nella fase di creazione del dtm.
   ¯ Generalmente non si tratta di reali depressioni


                                                                           11

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Pitfiller: utilizzo del comando



Per far girare questo comando,
come tutti gli altri comandi, è
necessario definire gli inputs e gli
outputs negli appositi tab posti in
fondo alla finestra degli Spatial
Toolbox.

Si può vedere che è inoltre presente
un terzo tab contenente una rapida
descrizione del comando, degli
inputs necessari, degli outputs
forniti e delle sintassi per utilizzare
il comando in uno script.


                                                     12

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Pitfiller: utilizzo del comando



Per far girare questo comando,
come tutti gli altri comandi, è
necessario definire gli inputs e gli
outputs negli appositi tab posti in
fondo alla finestra degli Spatial
Toolbox.

Si può vedere che è inoltre presente
un terzo tab contenente una rapida
descrizione del comando, degli
inputs necessari, degli outputs
forniti e delle sintassi per utilizzare
il comando in uno script.


                                                     12

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Pitfiller: inputs




  L’input necessario per questo
  comando è il dtm stesso.

Per fornire una mappa bisogna
cliccare sull’apposito bottone ...
accanto al nome della mappa
richiesta nel tab inputs.

Si aprirà così una finestra di input
dove inserire tutte le informazioni
necessarie.



                                                     13

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Pitfiller: inputs




  L’input necessario per questo
  comando è il dtm stesso.

Per fornire una mappa bisogna
cliccare sull’apposito bottone ...
accanto al nome della mappa
richiesta nel tab inputs.

Si aprirà così una finestra di input
dove inserire tutte le informazioni
necessarie.



                                                     13

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Pitfiller: inputs




  L’input necessario per questo
  comando è il dtm stesso.

Per fornire una mappa bisogna
cliccare sull’apposito bottone ...
accanto al nome della mappa
richiesta nel tab inputs.

Si aprirà così una finestra di input
dove inserire tutte le informazioni
necessarie.



                                                     13

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Pitfiller: inputs

Alla prima voce bisogna indicare
dove è collocata la mappa, quindi il
suo path.
Oltre al path sono presenti due
campi con i valori da leggere e da
scrivere come novalue, qualora non
fossero presenti dati.
Infine, se si è scelto di lavorare
utilizzando la Processing Region,
sono presenti una serie di voci
riguardanti le impostazioni di
questa: confini, risoluzione, numero
di righe e colonne; se la si è già
impostata correttamente non è
necessario modificarle.
                                                     14

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Pitfiller: inputs




Lavorando all’interno di una
location GRASS/JGrass per fornire
in input una mappa è necessario
indicare il percorso del file
corrispondente alla mappa nella
cartella cell contenuta nella
location.
Questo si può agevolmente
identificare mediante la finestra di
navigazione dei files che compare
cliccando sul pulsante ... accanto
al campo dedicato al path.


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Pitfiller: output



Successivamente è necessario
indicare le opzioni di output da
inserire nel tab output.

  L’output di questo comando, co-
  me di molti comandi dei JGras-
  stools, è la mappa
  elaborata dal comando stesso.

 ‘E quindi necessario indicare nella
finestra di output che si apre
cliccando sul bottone ... il nome
della mappa di output ed il
percorso dove salvarla.

                                                     16

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Pitfiller: output

Inoltre lavorando all’interno di una
location il percorso di salvataggio
da indicare dovrà essere sempre la
cartella cell all’interno della
location stessa.
Questo percorso può essere sempre
agevolmente identificato mediante
la finestra di navigazione dei files
che compare cliccando sul pulsante
... accanto al campo dedicato al
path.
Il nome con cui salvare la mappa di
output del comando può invece
essere inserito nell’apposito campo
senza scrivere nessuna estensione.
                                                     17

S. Franceschi, L. Perathoner, M. Toro, G. Formetta
17 marzo 2013
Pitfiller: ASCII input & output

  Se invece che lavorare in una location GRASS/JGrass si vuole lavorare
  in formato ESRI ASCII le mappe sono dei semplici file .asc.


Nella selezione dell’input è
sufficiente selezionare il file .asc
corrispondente alla mappa, mentre
nell’indicare l’output si può indicare
un percorso di salvataggio a
piacere: è però necessario indicare
l’estensione .asc nel nome del file.


  Questo formato raster ha però alcuni svantaggi nell’utilizzo in quanto
  non mantiene le categorie e le scale dei colori delle mappe, che è quindi
  necessario reimpostare in uDig a ogni utilizzo.
                                                                          18

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17 marzo 2013
Pitfiller: esecuzione del comando




Inserite tutte le opzioni necessarie è
possibile eseguire il comando
cliccando sul bottone      Run the
selected module in alto a destra
nella finestra degli Spatial Toolbox.

Il comando viene quindi eseguito
mostrando in Console la
progressione; terminata
l’esecuzione, la nuova mappa viene
automaticamente caricata nella
location e aggiornato il Catalogo di
uDig.


                                                     19

S. Franceschi, L. Perathoner, M. Toro, G. Formetta
17 marzo 2013
Pitfiller: esecuzione del comando

   Visualizzazione della mappa output di Pitfiller in una nuova Mappa




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17 marzo 2013
Analisi dei valori di una mappa: RasterSummary

  Ora che abbiamo visto come si utilizza un comando attraverso gli
  Spatial Toolbox e creata la nostra prima mappa vediamo un utile
  comando che fornisce le statistiche riassuntive relative ad una mappa.

            Questo comando non appartiene alle Horton Mchine ma
            semplicemente ai moduli generici di Raster Processing
            il comando RasterSummary calcola le statistiche dei valori di una
            mappa raster

  Nello specifico il comado calcola
      alcune grandezze riassuntive dell’intera mappa: valore minimo,
      valore massimo, valore media, deviazione standard, somma di tutti
      i valori, la quantità di no data
      oltre a fornire tutti i dati per costruire l’istogramma della
      distribuzione dei valori contenuti nella mappa
                                                                                21

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17 marzo 2013
Analisi dei valori di una mappa: RasterSummary

  Ora che abbiamo visto come si utilizza un comando attraverso gli
  Spatial Toolbox e creata la nostra prima mappa vediamo un utile
  comando che fornisce le statistiche riassuntive relative ad una mappa.

            Questo comando non appartiene alle Horton Mchine ma
            semplicemente ai moduli generici di Raster Processing
            il comando RasterSummary calcola le statistiche dei valori di una
            mappa raster

  Nello specifico il comado calcola
      alcune grandezze riassuntive dell’intera mappa: valore minimo,
      valore massimo, valore media, deviazione standard, somma di tutti
      i valori, la quantità di no data
      oltre a fornire tutti i dati per costruire l’istogramma della
      distribuzione dei valori contenuti nella mappa
                                                                                21

S. Franceschi, L. Perathoner, M. Toro, G. Formetta
17 marzo 2013
RasterSummary: input




  Questo particolare comando
  richiede in input:
            la mappa su cui calcolare le
            statistiche
            numero di intervalli in cui
            dividere il range di valori
            della mappa per calcolare
            l’istogramma
            il check per indicare di
            calcolare tutti i dati
            dell’istogramma



                                                     22

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17 marzo 2013
RasterSummary: output

                                                     I valori in output vengono stampati
                                                     nella vista Console di uDig, possono
                                                     quindi essere facilmente salvati in
                                                     un file di testo puro (mediante un
                                                     copia & incolla) in formato ASCII
                                                     (ad esempio: disth.txt), che un
                                                     qualsiasi foglio elettronico, o R (!),
                                                     può leggere facilmente.
                                                     Stampa, in ordine da sx a dx:
                                                         la media nell’intervallo dei
                                                         valori della mappa mappa
                                                         il numero di pixel della mappa
                                                         nell’intervallo
                                                         la percentuale di pixel della
                                                         mappa nell’intervallo
                                                                                          23

S. Franceschi, L. Perathoner, M. Toro, G. Formetta
17 marzo 2013
Esempio di plot dei risultati


  Questo è un esempio di plot con R della distribuzione delle quote dei
  punti del dtm in esame, prima con ordinata i pixel, poi la percentuale.




  read.table(disth.txt)->dh
  plot(dh[,1],dh[,2],type=“l”,ylab=“Area [pixel]”,
    xlab=“Quote [m]”,main=“Distribuzione delle quote”)
                                                                            24

S. Franceschi, L. Perathoner, M. Toro, G. Formetta
17 marzo 2013
Le direzioni di drenaggio



  Le direzioni di drenaggio definiscono come l’acqua si muove sulla
  superficie del terreno in relazione alla topografia della regione in analisi.
                                                     Ipotesi
                                                     Ogni cella del dtm può drenare
                                                     solo in una delle sue 8 celle
                                                     adiacenti, quelle adiacenti,
                                                     soprastanti, sottostanti o diagonali,
                                                     nella direzione di massima pendenza
                                                     discendente.

                                                     Solo 8 possibili direzioni per il flusso
                                                     ¯ Questo è un limite nella
                                                        modellazione del flusso naturale

                                                                                               25

S. Franceschi, L. Perathoner, M. Toro, G. Formetta
17 marzo 2013
FlowDirection



Questo comando calcola le direzioni
di drenaggio nella direzione della
massima pendenza discendente
identificando per ogni cella del dtm
una delle 8 vicine.

  L’input necessario è la mappa
  del dtm depittato.
I numeri convenzionali che
rappresentano le direzioni di
drenaggio nella mappa di output
sono dall’1 all’8, dove 1 corrisponde
alla direzione est.


                                                     26

S. Franceschi, L. Perathoner, M. Toro, G. Formetta
17 marzo 2013
FlowDirection

      Mappa di output dove ogni colore rappresenta una delle 8 direzioni.




                                                                            27

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17 marzo 2013
FlowDirection

  Corrispondenza tra colori della mappa, numeri convenzionali e direzioni




                                                                      3O
                                                             4 ??
                                                               _            ? 2
                                                                  ??      
                                                                    ?? 
                                                          5o            
                                                                        ?
                                                                     ???
                                                                                  /1
                                                                         ??
                                                                           
                                                             6                 8
                                                                      7




                                                                                 28

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17 marzo 2013
Correzione alle direzioni di drenaggio

  Il metodo finora descritto e utilizzato prende il nome D8. L’utilizzo di
  questo metodo per la determinazione delle direzioni di drenaggio genera
  un effetto di deviazione dalla reale direzione identificata dal gradiente
  Questo metodo può essere corretto con un algoritmo che calcola le
  direzioni di drenaggio minimizzando la deviazione della direzione del
  flusso determinato da quella del flusso reale. Questa deviazione viene
  calcolata partendo dal punto a quote maggiori, procedendo verso quote
  minori.
  La deviazione è calcolata mediante una costruzione triangolare e può
  quindi essere espressa come:
      Deviazione Angolare         metodo D8-LAD
      Distanza Trasversale         metodo D8-LTD
  Questo metodo utilizza un parametro λ per pesare la correzione.
  Metodo sviluppato da S. Orlandi
                                                                         29

S. Franceschi, L. Perathoner, M. Toro, G. Formetta
17 marzo 2013
Correzione alle direzioni di drenaggio


            Metodo D8-LAD                Deviazione Angolare valutata con α
            Metodo D8-LTD                Distanza Trasversale valutata con δ

                                                     La deviazione è calcolata
                                                     cumulandola dal punto a quota
                                                     maggiore, discendendo; la direzione
                                                     D8 viene corretta indirizzandola
                                                     verso la direzione reale quando il
                                                     valore supera una certa soglia.
                                                     Questa soglia viene assegnata
                                                     mediante il parametro λ; se λ = 0 il
                                                     contatore non ha memoria e quindi
                                                     i punti precedenti non influenzano
                                                     la correzione.

                                                                                        30

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17 marzo 2013
DrainDir: input


  I minimi input necessari sono:
            la mappa del dtm depittato
            la mappa delle direzioni di
            drenaggio precedentemente
            creata con FlowDirection

È inoltre possibile modificare il
parametro λ e la modalità LAD
o LTD.
Lavorando in modalità standard,
quindi senza fissare la rete
idrografica, non è necessario fornire
la mappa delle direzioni di
drenaggio lungo la rete.

                                                     31

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17 marzo 2013
DrainDir: output



Questo comando restituisce in
output la mappa delle aree
contribuenti, oltre alla mappa
rappresentante le direzioni di
drenaggio corrette.

La mappa che rappresenta le aree
contribuenti può essere
alternativamente ottenuta con il
comando Geomorphology - Tca
Nella prossima slide si illustrerà
cosa rappresentano le aree
contribuenti e la loro utilità.

                                                     32

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17 marzo 2013
Aree contribuenti



  L’ Area Contribuente Totale -tca- rappresenta l’area che contribuisce
  all’afflusso in un punto del bacino.

  È una quantità molto importante nell’analisi geomorfologica ed
  idrologica di un bacino idrografico: è strettamente collegata al flusso in
  uscita attraverso i differenti punti del bacino in condizioni di
  precipitazione uniforme.

  La maggior parte di metodi diffusivi utilizzati per estrarre la rete
  idrografica a partire dal dtm sono basati su questa quantità.

                                                1 se il j-esimo pixel drena nell’i-esimo
  Ai =          Aj × Wj ; dove Wj =
                                                0 negli altri casi


                                                                                       33

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17 marzo 2013
Aree contribuenti

  Zoom della mappa delle tca, visualizzata in scala di colori logaritmica.
     Visto l’ordine di grandezza dei valori si consiglia di visualizzarla
                                 impostando
          la tabella dei colori nello Style Editor su logarithmic.




                                                                         34

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17 marzo 2013
Markoutlets

L’applicazione di molti comandi
per essere eseguita correttamente
richiede che la mappa delle
direzioni di drenaggio abbia un
ulteriore valore.
Questo nuovo valore rappresenta la
classe dei punti che rappresentano
gli outlets del bacino: questi sono i
punti che drenano all’esterno del
bacino in analisi.
 Il comando Dem Manipulation
 - Markoutlets marca gli
 outlets con un valore
 convenzionale 10, e richiede in
 input le direzioni di drenaggio,
 meglio se calcolate con DrainDir
                                                     35

S. Franceschi, L. Perathoner, M. Toro, G. Formetta
17 marzo 2013
Estrazione della rete idrografica



  Nel comando Network - ExtractNetwork sono implementati 3
  metodi per estrarre i canali che compongono la rete idrografica:
      0     mediante una soglia sulle aree contribuenti (solo i punti con area
            contribuente maggiore della soglia danno luogo alla formazione di
            canali)
      1     mediante soglia sul prodotto tra aree contribuenti e pendenza
            (questa quantità stima lo sforzo tangenziale)
      2     mediante soglia analoga alla precedente considerando solo i punti
            convergenti

  Dopo aver individuato i punti di formazione dei canali, con una di
  queste tre soglie, la rete viene costruita considerando tutti gli altri
  punti posti a quote minori.

                                                                                 36

S. Franceschi, L. Perathoner, M. Toro, G. Formetta
17 marzo 2013
ExtractNetwork: modo 0


Si potrebbe ora procedere con
l’estrazione utilizzando il primo
metodo: soglia sulle sole aree
contribuenti, preferiamo però
andare oltre nell’analisi al fine di
ottenere una rete più accurata.

  Sarebbero necessari in input la
  mappa delle direzioni di dre-
  naggio, meglio se calcolate con
  DrainDir, e delle TCA.
  È inoltre necessario impostare il
  valore di soglia e specificare il
  metodo da utilizzare.

                                                     37

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17 marzo 2013
Pendenze: Slope




  Il comando Geomorphology - Slope calcola la pendenza della
  superficie topografica in ogni punto lungo le direzioni di drenaggio.
  Questo comando calcola la differenza di quota tra ogni pixel e quello
  adiacente immediatamente a valle. Successivamente divide questa
  grandezza per la dimensione del pixel, oppure della sua diagonale, a
  seconda della posizione reciproca dei due pixel considerati.
  Il valore restituito rappresenta quindi la tangente dell’angolo
  rappresentante la pendenza. Si può ottenere il valore dell’angolo
  operando con MapCalc, il cui funzionamento verrà illustrato più avanti.




                                                                         38

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17 marzo 2013
Slope

                                                     Richiede in input le mappe:
                                                         del dtm depittato
                                                         delle direzioni di drenaggio,
                                                         meglio se calcolate con
                                                         DrainDir




                                                                                         39

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17 marzo 2013
Slope: errore pixel con valore 10

  Evidentemente il comando Slope non supporta la mappa ottenuta con
  Markoutlets, come input per le direzioni di drenaggio.
    Richiede in input le mappa delle direzioni di drenaggio senza
    pixel con valore 10, che generalmente rappresentano gli outlets marcati
     ¯ deve contenere solo valori da 1 a 8,
           che rappresentano le sole direzioni di drenaggio




                                                                          40

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17 marzo 2013
ExtractNetwork: modo 1


Avremmo già ora le mappe
necessarie ad estrarre le rete
idrografica con il secondo tipo di
soglia, basata su tca e pendenze;
proseguiamo invece nell’analisi al
fine di estarre la rete con l’ultimo, e
più raffinato, metodo.
  Sarebbe quindi necessario fornire
  un ulteriore input oltre a quelli
  già visti, ovvero la mappa delle
  pendenze appena calcolata.
   Bisogna specificare il metodo
  corretto, contrassegnato con 1.


                                                     41

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17 marzo 2013
Curvature

  Le curvature rappresentano la deviazione del vettore gradiente per
  unità di lunghezza lungo particolari curve tracciate sulla superficie in
  esame f(x,y).
  La Curvatura Longitudinale rappresenta la deviazione del
  gradiente andando da valle verso monte seguendo l’inviluppo dei
  gradienti. È negativa se il gradiente aumenta.
  La Curvatura Piana si ottiene sezionando la superficie con un piano
  parallelo al piano (x,y) ed è la variazione dei vettori tangenti alle linee
  di livello passanti per il punto in esame. Misura la convergenza (se
   0) o la divergenza (se  0) del flusso.
  La Curvatura Tangenziale è determinata sulla curva di
  intersezione tra un piano perpendicolare alla direzione del gradiente e
  tangente alle linee di livello nel punto considerato.
  Curvatura tangente e piana sono tra loro proporzionali e la loro
  distribuzione spaziale è la stessa.
                                                                                42

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17 marzo 2013
Curvatura tangenziale (o normale)




Curvatura negativa - convessa:
questo caso è tipico di zone di
versante dove il flusso viene
suddiviso sui pixel vicini di quota
inferiore secondo il metodo della
massima pendenza.
Topografia localmente divergente




                                                     43

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17 marzo 2013
Curvature


Il comando Geomorfology -
Curvatures permette di calcolare
questi 3 tipi di curvature come 3
diverse mappe di output.
          Longitudinale
          ¯ Profile o Longitudinal
          Piana
          ¯ Planar
          Tangenziale
          ¯ Tangential o Normal
  Questo comando richiede in input
  la sola mappa del dtm depittato


                                                     44

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Curvature




Curvatura Longitudinale e suo zoom Curvatura Tangenziale e suo zoom




                                                                  45

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17 marzo 2013
Classi Topografiche




Permettono di attribuire ad ogni
pixel una delle 9 classi topografiche,
ottenute con l’intersezione dei tre
tipi di curvature longitudinali e dei
tre di curvature planari.
È anche possibile aggregare queste
classi in tre categorie fondamentali:

          siti concavi
          siti convessi
          siti piani



                                                     46

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Classi Topografiche


                                                     10   planare parallelo
                                                     20   convesso parallelo
Nomi identificativi e                                 30   concavo parallelo
corrispondenti valori per le                         40   planare divergente
9 classi (a lato) e per le 3                         50   convesso divergente
classi aggregate (sotto) con
                                                     60   concavo divergente
specificate le riclassificazioni.
                                                     70   planare convergente
                                                     80   convesso convergente
                                                     90   concavo convergente

            15   concavo, unione delle classi 30, 70 e 90
            25   planare, corrispondente alla classe 10
            35   convesso, unione delle restanti classi
                                                                                 47

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17 marzo 2013
Tc



Il comando che permette di creare
le due mappe contenenti queste
classificazioni è Hillslope - Tc.

  Richiede in input le due mappe
  delle:
            curvature longitudinali
            curvature normali
  È inoltre necessario definire due
  soglie che definiscono la condizio-
  ne di planarità.

Restituisce in output le due mappe
con 9 e 3 classi.
                                                     48

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17 marzo 2013
Tc




        Mappa 9 classi morfologiche                  Mappa 3 classi fondamentali




                                                                                   49

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17 marzo 2013
ExtractNetwork: modo 2

Abbiamo ora tutte le mappe
necessarie ad estrarre le rete
idrografica con il terzo tipo di
soglia, cioè sullo sforzo tangenziale
solo sui siti convergenti.
  È quindi necessaria in input una
  ulteriore mappa, oltre alle pri-
  me due, delle classi topografiche
  aggregate (con sole 3 classi).
  È inoltre necessario indicare il
  metodo corretto, indicato con 2.
La soglia dipende sempre, come per
gli altri metodi, dalla dimensione
dei pixel e dagli attributi
topografici del bacino.
                                                     50

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17 marzo 2013
ExtractNetwork: modo 2

            Mappa di output rappresentante i canali della rete idrografica



                                                                Ai punti
                                                                appartenenti
                                                                ai canali è
                                                                assegnato
                                                                valore 2,
                                                                mentre a tutti
                                                                gli altri punti
                                                                è assegnato
                                                                no value, cioè
                                                                nessun valore.


                                                                             51

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17 marzo 2013
Estrazione del bacino di interesse: chiusura

  A questo punto abbiamo tutto quello che ci occorre per estrarre il
  bacino idrografico d’interesse. Manca solo un’informazione: l’outlet,
  cioè il punto di chiusura di questo bacino.
  Tale punto deve appartenere alla rete idrografica, quindi bisognerà che
  sulla mappa restituita da ExtractNetwork abbia valore 2.
    1 Individuare il punto sulla mappa, se si dispone di uno shapefile

       contenente tale punto è comodo importarlo per individuarlo con
       facilità.
    2 Interrogare il valore già assegnato sulla mappa utilizzando lo

       strumento info di uDig, cliccando sul punto in esame dopo aver
       attivato tale strumento. L’info tool si trova sotto la voce Info
       nella barra degli strumenti della vista mappa.
    3 Verificare tale valore che verrà visualizzato, insieme alle coordinate

       del punto, in una nuova vista informazioni che si apre
       automaticamente
                                                                              52

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17 marzo 2013
Estrazione del bacino di interesse: chiusura

     Zoom della rete dei canali e vista informazioni per individuare l’outlet




                                                                                53

S. Franceschi, L. Perathoner, M. Toro, G. Formetta
17 marzo 2013
Estrazione del bacino di interesse: Wateroutlet

Ora possiamo estrarre il bacino di
interesse con il comando Dem
Manipulation - Wateroutlet.
  In input sono necessari:
            le coordinate del punto di
            chiusura appena individuate
            la mappa delle direzioni di
            drenaggio, meglio se
            calcolata con DrainDir
Le coordinate vengono
automaticamente inserite nei
rispettivi campi se si seleziona il
comando subito dopo aver
interrogato il punto.
                                                     54

S. Franceschi, L. Perathoner, M. Toro, G. Formetta
17 marzo 2013
Estrazione del bacino di interesse: Wateroutlet



                                                     Restituisce in output una maschera
                                                     del bacino estratto con valore 1
                                                     all’interno e no value all’esterno.
                                                     Si può verificare come il confine del
                                                     bacino estratto passi effettivamente
                                                     per il punto di chiusura.




                                                                                       55

S. Franceschi, L. Perathoner, M. Toro, G. Formetta
17 marzo 2013
Ritaglio delle mappe sul bacino di interesse

  Ora dobbiamo ritagliare sul bacino estratto anche tutte le altre mappe
  fino ad ora elaborate.
  Le opzioni di lavoro sarebbero due:
      calcolare di nuovo le grandezze sul DTM del bacino estratto
      ritagliare le mappe sulla maschera del bacino estratto

       La prima opzione prevede di ricalcolare la mappa delle
     elevazioni depittata e le direzioni di drenaggio. Questo può
         comportare incompatibilità con il dato di partenza.


  Per ottenere correttamente tutte le mappe relative al bacino ritagliato
  sarà necessaria anche un’ulteriore operazione successiva: rilanciare il
  comando Dem Manipulation - Markoutlets
  sulla mappa delle direzioni di drenaggio ritagliata, in quanto gli outlets
  del bacino ritagliato saranno differenti.
                                                                               56

S. Franceschi, L. Perathoner, M. Toro, G. Formetta
17 marzo 2013
Ritaglio delle mappe sul bacino di interesse

  Ora dobbiamo ritagliare sul bacino estratto anche tutte le altre mappe
  fino ad ora elaborate.
  Le opzioni di lavoro sarebbero due:
      calcolare di nuovo le grandezze sul DTM del bacino estratto
      ritagliare le mappe sulla maschera del bacino estratto

       La prima opzione prevede di ricalcolare la mappa delle
     elevazioni depittata e le direzioni di drenaggio. Questo può
         comportare incompatibilità con il dato di partenza.


  Per ottenere correttamente tutte le mappe relative al bacino ritagliato
  sarà necessaria anche un’ulteriore operazione successiva: rilanciare il
  comando Dem Manipulation - Markoutlets
  sulla mappa delle direzioni di drenaggio ritagliata, in quanto gli outlets
  del bacino ritagliato saranno differenti.
                                                                               56

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17 marzo 2013
Ritaglio delle mappe sul bacino di interesse

  Ora dobbiamo ritagliare sul bacino estratto anche tutte le altre mappe
  fino ad ora elaborate.
  Le opzioni di lavoro sarebbero due:
      calcolare di nuovo le grandezze sul DTM del bacino estratto
      ritagliare le mappe sulla maschera del bacino estratto

       La prima opzione prevede di ricalcolare la mappa delle
     elevazioni depittata e le direzioni di drenaggio. Questo può
         comportare incompatibilità con il dato di partenza.


  Per ottenere correttamente tutte le mappe relative al bacino ritagliato
  sarà necessaria anche un’ulteriore operazione successiva: rilanciare il
  comando Dem Manipulation - Markoutlets
  sulla mappa delle direzioni di drenaggio ritagliata, in quanto gli outlets
  del bacino ritagliato saranno differenti.
                                                                               56

S. Franceschi, L. Perathoner, M. Toro, G. Formetta
17 marzo 2013
CutOut


Utilizzando il comando CutOut
scegliamo quindi di ritagliare le
mappe già create:
          dtm depittato
          direzioni di drenaggio
          tca
          reticolo idrografico
          (pendenze)
          (curvature)
          (classi topografiche)
Gli input necessari sono la mappa
da usare come maschera e quella da
ritagliare, senza soglie.

                                                     57

S. Franceschi, L. Perathoner, M. Toro, G. Formetta
17 marzo 2013
Struttura di drenaggio e sottobacini

  Ora che abbiamo estratto il bacino d’interesse e ritagliato le mappe di
  base su questo, possiamo eseguire alcuni altri comandi al fine di
  ottenere la struttura della rete di drenaggio e dei sottobacini relativi al
  bacino di interesse.
  In particolare si vogliono ottenere le mappe vettoriali rappresentanti
  questi elementi, in quanto da queste ultime è possibile interrogare ed
  estrarre molte informazioni geometriche utili per analisi successive e
  relazioni descrittive.
  Lo strumento fondamentale sarà il comando che permette di numerare
  la rete di drenaggio ed estrarre i corrispondenti sottobacini
   ¯ Network - NetNumbering
  Utilizzeremo inoltre alcuni altri utili strumenti per le mappe vettoriali:
       Basin - BasinShape         estrazione dei contorni dei sottobacini
       Vector Processing - VectorReshaper             manipolazione di
       mappe vettoriali
                                                                                58

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17 marzo 2013
Struttura di drenaggio e sottobacini

  Ora che abbiamo estratto il bacino d’interesse e ritagliato le mappe di
  base su questo, possiamo eseguire alcuni altri comandi al fine di
  ottenere la struttura della rete di drenaggio e dei sottobacini relativi al
  bacino di interesse.
  In particolare si vogliono ottenere le mappe vettoriali rappresentanti
  questi elementi, in quanto da queste ultime è possibile interrogare ed
  estrarre molte informazioni geometriche utili per analisi successive e
  relazioni descrittive.
  Lo strumento fondamentale sarà il comando che permette di numerare
  la rete di drenaggio ed estrarre i corrispondenti sottobacini
   ¯ Network - NetNumbering
  Utilizzeremo inoltre alcuni altri utili strumenti per le mappe vettoriali:
       Basin - BasinShape         estrazione dei contorni dei sottobacini
       Vector Processing - VectorReshaper             manipolazione di
       mappe vettoriali
                                                                                58

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17 marzo 2013
Struttura di drenaggio e sottobacini

  Ora che abbiamo estratto il bacino d’interesse e ritagliato le mappe di
  base su questo, possiamo eseguire alcuni altri comandi al fine di
  ottenere la struttura della rete di drenaggio e dei sottobacini relativi al
  bacino di interesse.
  In particolare si vogliono ottenere le mappe vettoriali rappresentanti
  questi elementi, in quanto da queste ultime è possibile interrogare ed
  estrarre molte informazioni geometriche utili per analisi successive e
  relazioni descrittive.
  Lo strumento fondamentale sarà il comando che permette di numerare
  la rete di drenaggio ed estrarre i corrispondenti sottobacini
   ¯ Network - NetNumbering
  Utilizzeremo inoltre alcuni altri utili strumenti per le mappe vettoriali:
       Basin - BasinShape         estrazione dei contorni dei sottobacini
       Vector Processing - VectorReshaper             manipolazione di
       mappe vettoriali
                                                                                58

S. Franceschi, L. Perathoner, M. Toro, G. Formetta
17 marzo 2013
Rete di drenaggio del bacino di interesse

Per prima cosa estraiamo la rete di
drenaggio relativa al solo bacino di
interesse, analogamente a come
fatto in precedenza per l’intero
dtm, sempre in modalità 2.
  Gli input sono quelli già visti.
  È inoltre necessario indicare che
  ora desideriamo ottenere anche la
  mappa vettoriale .shp della rete,
  checkando il relativo box.
È ora molto importante scegliere
accuratamente il valore della soglia,
da questo dipende quanto sarà fitta
e quindi quanti rami e conseguenti
sottobacini si otterranno.
                                                     59

S. Franceschi, L. Perathoner, M. Toro, G. Formetta
17 marzo 2013
ExtractNetwork: output vettoriale .shp

Come indicato negli input abbiamo
ora come ulteriore output una
mappa vettoriale .shp
Questo output va indicato
diversamente da come sempre fatto.
  Si deve indicare l’estensione, che
  deve essere shp e un percorso a
  piacere dove salvarlo.
  Per un’imprecisione nel modulo
  di output questo non è molto age-
  vole, bisogna selezionare un qua-
  lunque file già esistente in questo
  percorso e, dopo aver confermato
  la selezione, modificarne il nome
  nella relativa casella (con .shp).
                                                     60

S. Franceschi, L. Perathoner, M. Toro, G. Formetta
17 marzo 2013
Mappa vettoriale .shp della rete idrografica

                                                     Mappa vettoriale
                                                     della rete, nella vista
                                                     Table di uDig si
                                                     possono vedere gli
                                                     attributi di ogni
                                                     feature contenuto
                                                     nella mappa.
                                                     Come si vede è molto
                                                     utile per distinguere i
                                                     singoli rami e capire
                                                     quanti sono
                                                     esattamente, perchè
                                                     coincideranno con i
                                                     sottobacini che
                                                     estrarremo.
                                                                           61

S. Franceschi, L. Perathoner, M. Toro, G. Formetta
17 marzo 2013
VectorReshaper: estrazione delle lunghezze dei rami


            Sfruttiamo ora le potenzialità della mappa vettoriale della rete per
            estarrre le lunghezze di ogni singolo ramo.
            Per fare questo sfrutteremo il comando generico per analisi
            vettoriali VectorReshaper, non appartenente quindi alla categoria
            delle Horton Machine ma ai Vector Processing.
            Questo comando vuole in input una mappa vettoriale e restituisce
            un’altra mappa vettoriale derivata grazie a funzioni ecql (una
            sintassi ampliata del cql, semplificazione del linquaggio sql):
                1   nuovi campi di attributi
                2   attributi derivati dalle caratteristiche geometriche delle feature
                3   nuove feature geometriche derivate da quelle originali
    Si inserisce il vettoriale in input in maniera simile a quello in output,
    indicando l’estensione shp ed andando a selezionare il file .shp su cui si
    desidera lavorare, dove è stato salvato.
    La specifica sintassi ecql che useremo per estrarre le lunghezze è
                           len=geomLength(the_geom)
                                                                                         62

S. Franceschi, L. Perathoner, M. Toro, G. Formetta
17 marzo 2013
VectorReshaper: estrazione delle lunghezze dei rami


            Sfruttiamo ora le potenzialità della mappa vettoriale della rete per
            estarrre le lunghezze di ogni singolo ramo.
            Per fare questo sfrutteremo il comando generico per analisi
            vettoriali VectorReshaper, non appartenente quindi alla categoria
            delle Horton Machine ma ai Vector Processing.
            Questo comando vuole in input una mappa vettoriale e restituisce
            un’altra mappa vettoriale derivata grazie a funzioni ecql (una
            sintassi ampliata del cql, semplificazione del linquaggio sql):
                1   nuovi campi di attributi
                2   attributi derivati dalle caratteristiche geometriche delle feature
                3   nuove feature geometriche derivate da quelle originali
    Si inserisce il vettoriale in input in maniera simile a quello in output,
    indicando l’estensione shp ed andando a selezionare il file .shp su cui si
    desidera lavorare, dove è stato salvato.
    La specifica sintassi ecql che useremo per estrarre le lunghezze è
                           len=geomLength(the_geom)
                                                                                         62

S. Franceschi, L. Perathoner, M. Toro, G. Formetta
17 marzo 2013
VectorReshaper: estrazione delle lunghezze dei rami


            Sfruttiamo ora le potenzialità della mappa vettoriale della rete per
            estarrre le lunghezze di ogni singolo ramo.
            Per fare questo sfrutteremo il comando generico per analisi
            vettoriali VectorReshaper, non appartenente quindi alla categoria
            delle Horton Machine ma ai Vector Processing.
            Questo comando vuole in input una mappa vettoriale e restituisce
            un’altra mappa vettoriale derivata grazie a funzioni ecql (una
            sintassi ampliata del cql, semplificazione del linquaggio sql):
                1   nuovi campi di attributi
                2   attributi derivati dalle caratteristiche geometriche delle feature
                3   nuove feature geometriche derivate da quelle originali
    Si inserisce il vettoriale in input in maniera simile a quello in output,
    indicando l’estensione shp ed andando a selezionare il file .shp su cui si
    desidera lavorare, dove è stato salvato.
    La specifica sintassi ecql che useremo per estrarre le lunghezze è
                           len=geomLength(the_geom)
                                                                                         62

S. Franceschi, L. Perathoner, M. Toro, G. Formetta
17 marzo 2013
VectorReshaper: estrazione delle lunghezze dei rami

     Il nuovo vettoriale della rete con il nuovo campo delle lunghezze: len




                                                                              63

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17 marzo 2013
NetNumbering: numerazione della rete ed estazione sottobacini

Utilizziamo ora il comando
Network - NetNumbering al fine
di estrarre i sottobacini, oltre alla
mappa della rete numerata.
  I primi 3 inputs sono quelli ne-
  cessari, a questo punto dovrebbe-
  ro essere tutti di immediata com-
  prensione.
  Utilizzando il comando in moda-
  lità standard è sufficiente lascia-
  re tutti gli altri campi presenti di
  default, in particolare non inseri-
  remo la quarta mappa in input.
  Gli outputs sono tutti mappe ra-
  ster, dovremo inserirli entrambi.
                                                                64

S. Franceschi, L. Perathoner, M. Toro, G. Formetta
17 marzo 2013
NetNumberin: output del comando

       Le due mappe output di NetNumbering: rete numerata e sottobacini




                                                                          65

S. Franceschi, L. Perathoner, M. Toro, G. Formetta
17 marzo 2013
BasinShape: vettorializzazione dei contorni dei sottobacini

Vogliamo ora ottenere la mappa
vettoriale .shp dei contorni dei
sottobacini, che sarà comoda per
estrarre varie informazioni, come
già visto per la mappa della rete.
  Questo comando vuole in input
  due mappe raster:
            la mappa del dtm depittato
            e quella dei sottobacini
            ottenuta con NetNumbering
  . . . e restituisce in output la
  mappa vettoriale dei sottobacini.
Gli input raster si inseriscono come
già visto in precedenza e l’output
vettoriale come visto per la rete.
                                                              66

S. Franceschi, L. Perathoner, M. Toro, G. Formetta
17 marzo 2013
Mappa vettoriale .shp dei sottobacini

                                                     Mappa vettoriale dei
                                                     sottobacini, si può
                                                     vedere che il
                                                     comando ha gia
                                                     calcolato molti
                                                     attributi utili per
                                                     ogni sottobacino:
                                                         area
                                                         perimetro
                                                         numerazione
                                                         quota massima
                                                         quota minima
                                                         quota media
                                                         quota dell’uscita
                                                                            67

S. Franceschi, L. Perathoner, M. Toro, G. Formetta
17 marzo 2013
VectorReshaper: centroidi dei sottobacini


Sfruttiamo ancora il comando
VectorReshaper per uttenere una
nuova mappa contenente i centroidi
di ogni singolo bacino.
  Le mappe vettoriali in input e
  output si inseriscono come visto
  prima per lo stesso comando.
  La nuova mappa deve contenere
  delle nuove features geometriche
  derivate, i centroidi.
  La sintassi ecql dovrà riscrivere
  il campo the_geom, sarà quindi:
  the_geom=centroid(the_geom)

                                                     68

S. Franceschi, L. Perathoner, M. Toro, G. Formetta
17 marzo 2013
VectorReshaper: Mappa vettoriale .shp dei centroidi

                                                      Mappa vettoriale dei
                                                      centroidi di ogni
                                                      sottobacino.
                                                      È ben evidente come
                                                      questo comando
                                                      abbia creato una
                                                      nuova mappa con
                                                      feature geometriche
                                                      di tipo differente,
                                                      ovvero i punti
                                                      rappresentanti i
                                                      centroidi, derivati
                                                      dalle feature originali
                                                      (aree dei
                                                      sottobacini).
                                                                             69

S. Franceschi, L. Perathoner, M. Toro, G. Formetta
17 marzo 2013
Attributi derivati

  Ora che abbiamo concluso l’analisi idrologica di base, estraendo il
  bacino d’interesse, la rete di drenaggio ed i sottobacini, possiamo
  eseguire una serie di altri comandi delle Horton Machine al fine di
  ottenere alcune mappe utili per una analisi idro-geomorfologica più
  completa del bacino. Ne vedremo ora un paio a titolo di esempio.

            Esposizione       Geomorphology - Aspect
            Modulo del vettore gradiente             Geomorphology - Gradient
            (Pendenza lungo la rete            Geomorphology -Slope)
            (Curvature       Geomorphology - Curvatures)
            Area di drenaggio          Geomorphology - Ab
            (Classi topografiche           Hillslope - Tc)
            Distanza dalla chiusura            Basin - RescaledDistance
            Indice topografico          Basin - TopIndex
                                                                                 70

S. Franceschi, L. Perathoner, M. Toro, G. Formetta
17 marzo 2013
Attributi derivati

  Ora che abbiamo concluso l’analisi idrologica di base, estraendo il
  bacino d’interesse, la rete di drenaggio ed i sottobacini, possiamo
  eseguire una serie di altri comandi delle Horton Machine al fine di
  ottenere alcune mappe utili per una analisi idro-geomorfologica più
  completa del bacino. Ne vedremo ora un paio a titolo di esempio.

            Esposizione       Geomorphology - Aspect
            Modulo del vettore gradiente             Geomorphology - Gradient
            (Pendenza lungo la rete            Geomorphology -Slope)
            (Curvature       Geomorphology - Curvatures)
            Area di drenaggio          Geomorphology - Ab
            (Classi topografiche           Hillslope - Tc)
            Distanza dalla chiusura            Basin - RescaledDistance
            Indice topografico          Basin - TopIndex
                                                                                 70

S. Franceschi, L. Perathoner, M. Toro, G. Formetta
17 marzo 2013
Indice topografico



                                                        A
                                          TI = log
                                                     b | z|

            esprime la tendenza di un pixel a saturarsi
                ¯ aree con valori elevati di indice topografico si saturano
                  prima di aree a basso indice topografico
            dipende solo dalla morfologia
            è proporzionale al rapporto tra area cumulata nel pixel e pendenza

    Si calcola con il comando Basin - TopIndex che richiede in input:
                la mappa delle tca
                la mappa delle pendenze calcolata con Slope

                                                                             71

S. Franceschi, L. Perathoner, M. Toro, G. Formetta
17 marzo 2013
Indice topografico



                                                        A
                                          TI = log
                                                     b | z|

            esprime la tendenza di un pixel a saturarsi
                ¯ aree con valori elevati di indice topografico si saturano
                  prima di aree a basso indice topografico
            dipende solo dalla morfologia
            è proporzionale al rapporto tra area cumulata nel pixel e pendenza

    Si calcola con il comando Basin - TopIndex che richiede in input:
                la mappa delle tca
                la mappa delle pendenze calcolata con Slope

                                                                             71

S. Franceschi, L. Perathoner, M. Toro, G. Formetta
17 marzo 2013
Calcolo dell’indice topografico: TopIndex input




                                                     72

S. Franceschi, L. Perathoner, M. Toro, G. Formetta
17 marzo 2013
Calcolo dell’indice topografico: TopIndex output




                                                     73

S. Franceschi, L. Perathoner, M. Toro, G. Formetta
17 marzo 2013
Calcolo dell’indice topografico: TopIndex


            Pixel con pendenza bassa hanno elevata propensione alla
            saturazione a parità di area cumulata
            ci sono zone all’interno del bacino
            dove non è definito l’indice topografico
             ¯ sono quelle con pendenza pari a zero per cui il rapporto
                area cumulata su pendenza tende ad infinito

   Si assegna ai pixel con                images{ pass_mytop=read;
   valore nullo di indice                 pass_mybas=read; out=write;}
   topografico il valore                   if (isnan( pass_mybas )) {
   massimo caratteristico                 out = null;
   della mappa utilizzando                } else { if (isnan( pass_mytop )) {
   Raster Processing -                   out = 25;
   MapCalc, utilizzando la                } else {
   seguente sintassi:                     out = pass_mytop; } ; };
                                                                                74

S. Franceschi, L. Perathoner, M. Toro, G. Formetta
17 marzo 2013
MapCalc


  Attualmente il Map Calculator, strumento che permette di eseguire
  operazioni aritmetiche e logiche sulle mappe, utilizza il linguaggio Jiffle.

      1     per prima cosa bisogna selezionare le mappe di input, per questo
            comando è però differente dal solito, bisona trascinarle dalla vista
            piani nella lista delle mappe su cui si lavorerà
      2     successivamente bisogna anche scrivere il codice per definire queste
            mappe come variabili
      3     quindi vediamo alcune comuni sintassi per eseguire operazioni su
            queste mappe:
                assegnazioni
                operazioni aritmetiche
                controllo di flusso if
                gestione dei punti senza valori: NaN/null

                                                                                  75

S. Franceschi, L. Perathoner, M. Toro, G. Formetta
17 marzo 2013
MapCalc: definizione delle variabili


    Si ricorda che per l’utilizzo di questo comando risulta necessario at-
    tivare la Processing Region; in caso contrario potrebbero verificarsi
    errori come mappe di output contenenti il solo valore NaN

                                        Sintassi per definire le mappe di input
                                        come variabili.
                                        Per gli input, cioè le mappe da leggere, il
     images{                            nome della variabile deve essere uguale a
       pass_mytop=read;                 quello della mappa.
       pass_mybas=read;                 È inoltre necessario definire la variabile di
       out=write;                       output, cioè la mappa da scrivere. Questo
     }                                  nome non deve necessariamente essere
                                        uguale a quello della mappa di output;
                                        quest’ultimo va come al solito, inserito
                                        nell’apposito tab outputs insieme al path.
                                                                                       76

S. Franceschi, L. Perathoner, M. Toro, G. Formetta
17 marzo 2013
MapCalc: assegnazione  operazioni aritmetiche

                                        Un’assegnazione si esegue sempre con una
                                        sintassi composta, in ordine:
     Questi sono tre                       1    dal nome della variabile in cui
     esempi di
                                                assegnare
     assegnazione della
     variabile di output,
                                           2    dall’operatore di assegnazione =
     chiamata out:                         3    dalla quantità da assegnare alla
                                                variabile.
     out = null;                        Negli esempi si vedono tre diversi tipi di
                                        quantità da assegnare alla variabile out:
     out = 25;                             1    nessun valore    null
                                           2    un valore costante
     out = pass_mytop;                     3    i valori presenti in un’altra mappa
                                         ¯ questi tipi di quantità si possono
                                               combinare con gli operatori + - * /
                                                                                      77

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17 marzo 2013
MapCalc: controllo di flusso if


                                        Il test deve essere un’equazione logica che
                                        restituisca Vero o Falso.
     if (test) {                        Può quindi essere imposto come
       operazioni da                    uguaglianza (Attenzione: ==),
       eseguire se il                   disuguaglianza o con appositi comandi che
       test è vero;                     restituiscano Vero o Falso che vedremo
     } else {                           dopo.
       operazioni da                    Le operazioni da eseguire possono essere
       eseguire se il                   una o più istruzioni, analoghe a quelle che
       test è falso;                    si scriverebbero al di fuori dell’ambiente
     };                                 if.
                                         ¯ come operazioni da eseguire possono
                                             anche essere annidati altri controlli if

                                                                                        78

S. Franceschi, L. Perathoner, M. Toro, G. Formetta
17 marzo 2013
MapCalc: gestione dei punti senza valori: NaN/null


                                        Nei primi si vede l’uso del comando
     Questi sono degli                  isnan{}, che restituisce Vero quando il
     esempi di utilizzo di              suo argomento non contiene valori.
     specifici comandi per               Più precisamente quando ha valore
     gestire i punti a cui              Not A Number, valore assegnato di default
     non è assegnato alcun              dai JGrasstools nei punti in cui non è
     valore.                            presente alcun dato.
     isnan(pass_mybas)                  Restituendo un valore booleano risulta
                                        particolarmente comodo da usare come
     isnan(pass_mytop)                  test in un controllo if.
                                        Nel secondo si vede invece l’assegnazione
                                        ad una variabile (quindi ad una mappa) di
     out = null
                                        ”nessun valore” grazie all’apposito
                                        comando null che assegna valore null.

                                                                                    79

S. Franceschi, L. Perathoner, M. Toro, G. Formetta
17 marzo 2013
MapCalc: inputs


Per inserire gli input, mappe raster,
in MapCalc è necessario tracinarli
dalla vista layer di uDig.

  Per poterli trascinare è però
  necessario selezionare “la funzio-
  ne” adeguata nella finestra degli
  input.
  È necessario selezionare il
  CoverageLister aprendo il
  menù a tendina.

Dopodichè è sufficiente trascinarli
nel riquadro che compare nella
finestra.

                                                     80

S. Franceschi, L. Perathoner, M. Toro, G. Formetta
17 marzo 2013
Calcolo dell’indice topografico: MapCalc




                                                     81

S. Franceschi, L. Perathoner, M. Toro, G. Formetta
17 marzo 2013
Calcolo dell’indice topografico: MapCalc




                                                     82

S. Franceschi, L. Perathoner, M. Toro, G. Formetta
17 marzo 2013
Distanze riscalate: RescaledDistance

  Il comando RescaledDistance permette di calcolare le distanze
  dall’uscita del bacino (outlet), calcolate lungo le direzioni di drenaggio.
  Queste distanze possono essere riscalate, cioè calcolate considerando
  velocità diverse nei versanti e nella rete idrografica.
  Viene quindi introdotto il parametro r definito come il rapporto tra la
  velocità nei canali e nei versanti, per definire le distanze riscalate x :
                                            uc
                x = xc + r · xh con r =          e xc + xh = x
                                            uh
    Questo comando richiede in input le mappe:
                delle direzioni di drenaggio, calcolate con DrainDir e con gli
                outlets marcati con MarkOutlets
                della rete idrografica, calcolata con ExtractNetwork scegliendo
                uno dei tre tipi di soglie
    Richiede inoltre il parametro r (se r = 1 le distanze saranno semplici)
                                                                                 83

S. Franceschi, L. Perathoner, M. Toro, G. Formetta
17 marzo 2013
Distanze riscalate: RescaledDistance

  Il comando RescaledDistance permette di calcolare le distanze
  dall’uscita del bacino (outlet), calcolate lungo le direzioni di drenaggio.
  Queste distanze possono essere riscalate, cioè calcolate considerando
  velocità diverse nei versanti e nella rete idrografica.
  Viene quindi introdotto il parametro r definito come il rapporto tra la
  velocità nei canali e nei versanti, per definire le distanze riscalate x :
                                            uc
                x = xc + r · xh con r =          e xc + xh = x
                                            uh
    Questo comando richiede in input le mappe:
                delle direzioni di drenaggio, calcolate con DrainDir e con gli
                outlets marcati con MarkOutlets
                della rete idrografica, calcolata con ExtractNetwork scegliendo
                uno dei tre tipi di soglie
    Richiede inoltre il parametro r (se r = 1 le distanze saranno semplici)
                                                                                 83

S. Franceschi, L. Perathoner, M. Toro, G. Formetta
17 marzo 2013
Distanze riscalate: RescaledDistance

  Il comando RescaledDistance permette di calcolare le distanze
  dall’uscita del bacino (outlet), calcolate lungo le direzioni di drenaggio.
  Queste distanze possono essere riscalate, cioè calcolate considerando
  velocità diverse nei versanti e nella rete idrografica.
  Viene quindi introdotto il parametro r definito come il rapporto tra la
  velocità nei canali e nei versanti, per definire le distanze riscalate x :
                                            uc
                x = xc + r · xh con r =          e xc + xh = x
                                            uh
    Questo comando richiede in input le mappe:
                delle direzioni di drenaggio, calcolate con DrainDir e con gli
                outlets marcati con MarkOutlets
                della rete idrografica, calcolata con ExtractNetwork scegliendo
                uno dei tre tipi di soglie
    Richiede inoltre il parametro r (se r = 1 le distanze saranno semplici)
                                                                                 83

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17 marzo 2013
RescaledDistance

                Calcolo delle mappa delle distanze semplici con r = 1




                                                                        84

S. Franceschi, L. Perathoner, M. Toro, G. Formetta
17 marzo 2013
RescaledDistance

                Calcolo delle mappa delle distanze riscalate con r = 10




                                                                          85

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17 marzo 2013
Funzione di ampiezza del bacino idrografico

  Ora che abbiamo calcolato le mappe delle distanze e distanze riscalate
  vogliamo ottenere la distribuzione di questi valori sulle mappe, il grafico
  di queste rappresenterà la funzione d’ampiezza semplice e riscalata.
    La distribuzione dei valori su una mappa potrebbe essere
     ugualmente ottenuta con il comando RasterSummary, che
         abbiamo già visto all’inizio di questa trattazione.
     Preferiamo invece ora utilizzare il più evoluto comando
             Statistics - Cb (delle Horton Machine).
  In questa applicazione fornisce un analogo risultato, però può
      essere sfruttato per ottenere più complesse statistiche
                     incrociate tra due mappe.

  Per ottenere comunque la semplice distribuzione dei valori di una
  mappa è sufficiente utilizzarlo fornendo la stessa mappa in input per
  entrambe le mappe.
                                                                           86

S. Franceschi, L. Perathoner, M. Toro, G. Formetta
17 marzo 2013
Funzione di ampiezza del bacino idrografico

  Ora che abbiamo calcolato le mappe delle distanze e distanze riscalate
  vogliamo ottenere la distribuzione di questi valori sulle mappe, il grafico
  di queste rappresenterà la funzione d’ampiezza semplice e riscalata.
    La distribuzione dei valori su una mappa potrebbe essere
     ugualmente ottenuta con il comando RasterSummary, che
         abbiamo già visto all’inizio di questa trattazione.
     Preferiamo invece ora utilizzare il più evoluto comando
             Statistics - Cb (delle Horton Machine).
  In questa applicazione fornisce un analogo risultato, però può
      essere sfruttato per ottenere più complesse statistiche
                     incrociate tra due mappe.

  Per ottenere comunque la semplice distribuzione dei valori di una
  mappa è sufficiente utilizzarlo fornendo la stessa mappa in input per
  entrambe le mappe.
                                                                           86

S. Franceschi, L. Perathoner, M. Toro, G. Formetta
17 marzo 2013
Funzione di ampiezza del bacino idrografico

  Ora che abbiamo calcolato le mappe delle distanze e distanze riscalate
  vogliamo ottenere la distribuzione di questi valori sulle mappe, il grafico
  di queste rappresenterà la funzione d’ampiezza semplice e riscalata.
    La distribuzione dei valori su una mappa potrebbe essere
     ugualmente ottenuta con il comando RasterSummary, che
         abbiamo già visto all’inizio di questa trattazione.
     Preferiamo invece ora utilizzare il più evoluto comando
             Statistics - Cb (delle Horton Machine).
  In questa applicazione fornisce un analogo risultato, però può
      essere sfruttato per ottenere più complesse statistiche
                     incrociate tra due mappe.

  Per ottenere comunque la semplice distribuzione dei valori di una
  mappa è sufficiente utilizzarlo fornendo la stessa mappa in input per
  entrambe le mappe.
                                                                           86

S. Franceschi, L. Perathoner, M. Toro, G. Formetta
17 marzo 2013
Analisi dei valori di una mappa: Cb



            Il comando Statistics - Cb calcola le statistiche dei valori di
            una mappa rispetto a quelli contenuti in un’altra mappa
            i dati della prima mappa vengono raggruppati in un numero
            prefissato di intervalli e viene calcolato il valore medio della
            variabile indipendente in ciascun intervallo
            ad ogni intervallo corrisponde un set di valori nella seconda
            mappa, dei quali viene calcolata la media e gli altri momenti
            richiesti dall’utente
            il comando restituisce nella vista Console tutti questi valori per
            ogni intervallo, associati al numero di pixel contenuti nell’intervallo
  I valori stampati in output possono essere facilmente salvati in un file di
  testo puro (mediante un copia  incolla) in formato ASCII che un
  qualsiasi foglio elettronico o R può leggere facilmente.
                                                                                  87

S. Franceschi, L. Perathoner, M. Toro, G. Formetta
17 marzo 2013
Cb: input


  Questo particolare comando
  richiede in input:
            le due mappe su cui
            calcolare le statistiche
            numero di intervalli in cui
            dividere il range di valori
            della prima mappa
            il primo e l’ultimo ordine dei
            momenti da calcolare
Le due mappe possono anche essere
la stessa mappa se si vuole ottenere
la distribuzione dei valori contenuti
nella mappa sul bacino (va sempre
inserita in entrambe i campi).
                                                     88

S. Franceschi, L. Perathoner, M. Toro, G. Formetta
17 marzo 2013
Cb: output

                                                     Questo particolare comando
                                                     stampa, in ordine da sx a dx:
                                                         la media nell’intervallo dei
                                                         valori della prima mappa
                                                         il numero di pixel della prima
                                                         mappa nell’intervallo
                                                         il momento di primo ordine
                                                         (media) dei valori della
                                                         seconda mappa
                                                         il momento di secondo ordine
                                                         (varianza) dei valori della
                                                         seconda mappa
                                                         se richiesti, i momenti di
                                                         ordine superiore dei valori
                                                         della seconda mappa
                                                                                          89

S. Franceschi, L. Perathoner, M. Toro, G. Formetta
17 marzo 2013
Esempio di plot dei risultati


  Questo è un esempio di plot con R della distribuzione delle distanze dei
  punti del bacino: rappresenta la funzione d’ampiezza del bacino.




  read.table(rd1)-rd1
  plot(rd1[,1],rd1[,2],type=“l”,ylab=“Area [pixel]”,
    xlab=“Distanza [m]”,main=“Distanze Riscalate”)
                                                                             90

S. Franceschi, L. Perathoner, M. Toro, G. Formetta
17 marzo 2013
Indice dei simboli

     Simbolo      Nome                                           udm
     TI           Indice topografico                                -
     A            Area totale al di sopra di ogni punto           L2
     b            Lunghezza della parte di pixel
                  interessata dal drenaggio                       L
         z        Pendenza                                        -
     x            Distanza di un punto del bacino dall’uscita
                  misurata lungo le direzioni di drenaggio        L
     x            Distanza dall’uscita riscalata                  L
     xc           Distanza di un punto del canale dall’uscita     L
     xh           Distanza di un punto dal canale
                  a cui afferisce (lungo le linee di drenaggio)    L
     r            Rapporto tra celerità dell’onda di piena
                  nei canali e nei versanti                        -
     uc           Celerità del deflusso nei canali                L T−1
     uh           Celerità del deflusso superficiale               L T−1
                                                                         91

S. Franceschi, L. Perathoner, M. Toro, G. Formetta
17 marzo 2013
Indice dei comandi

     Comando                      Breve Descrizione
     Cb                           Calcola le le statistiche delle mappe
     Curvature                    Calcola le curvature longitudinali e trasversali
     CutOut                       Ritaglia una mappa raster
     DrainDir                     Stima le direzioni di drenaggio corrette
     ExtractNetwork               Estrae il reticolo idrografico
     FlowDirection                Stima le direzioni di drenaggio con D8 puro
     MapCalc                      Esegue calcoli sui raster
     MarkOutlet                   Marca l’uscita del bacino in esame
     Pitfiller                    Riempie le depressioni di un DEM
     RescaledDistance             Calcola la funzione di ampiezza riscalata
     Slope                        Calcola il modulo della pendenza
     Tc                           Calcola le classi topografiche
     Tca                          Calcola le aree contribuenti
     TopIndex                     Calcola l’indice topografico
     WaterOutlet                  Estrae il bacino idrografico
                                                                                     92

S. Franceschi, L. Perathoner, M. Toro, G. Formetta
17 marzo 2013
Credits




  La Horton Machine è il frutto del lavoro di ricerca
  congiunto di cudam ed Hydrologis s.r.l.




                                                        93

S. Franceschi, L. Perathoner, M. Toro, G. Formetta
17 marzo 2013
Credits


  Questa presentazione è stata scritta da:
            Silvia Franceschi (Hydrologis and Ispra)
            Leonardo Perathoner (Università di Trento)
            Matteo Toro (Università di Trento)
            Giuseppe Formetta (Università di Trento)

  La redazione di questa presentazione è stata supportata da Ispra
  nell’ambito del progetto Danube Flood Risk e dalla Provincia
  Autonoma di Bolzano, nell’ambito del progetto HydroAlp.
  Per quanto possibile, questa presentazione è stata redatta con l’uso di
  software libero. L TEX per a scrittura, per il quale Leonardo Perathoner
                   A
  ha approntato un apposito stile. Il programma statistico R
  (http://cran.r-project.org/) per l’elaborazione delle figure non
  prodotte da uDig.
                                                                         94

S. Franceschi, L. Perathoner, M. Toro, G. Formetta
17 marzo 2013
Grazie dell’attenzione




                                    JGrassTools Mailinglist:
      https://groups.google.com/forum/?fromgroups#!forum/jgrasstools

                                                                       95

S. Franceschi, L. Perathoner, M. Toro, G. Formetta
17 marzo 2013

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Horton Machine - GIS spatial Analysis Tool - In Italian

  • 1. Analisi Idro-Geomorfologica con i JGrasstools e le Horton Machine S. Franceschi, L. Perathoner, M. Toro, G. Formetta 17 marzo 2013
  • 2. “Free Software . . . you should think of ‘free’ as in ‘free speech’, not as in ‘free beer’. ” Richard Stallman 1 S. Franceschi, L. Perathoner, M. Toro, G. Formetta 17 marzo 2013
  • 3. Le Horton Machine Le Horton Machine sono un pacchetto sviluppato con l’obbiettivo di fornire degli strumenti quantitativi e qualitativi per indagare la morfologia di un bacino idrografico. ¯ Analisi Geomorfologica L’obbiettivo è analizzare i processi di erosione dei canali fluviali e la possibilità di innesco di frane superficiali. Questo viene fatto considerando che i processi geomorfologici principali in un bacino siano: Erosione diffusiva dei pendii Processi di incisione da parte dei canali Trasporto dei sedimenti nei canali Frane 2 S. Franceschi, L. Perathoner, M. Toro, G. Formetta 17 marzo 2013
  • 4. Le Horton Machine Le Horton Machine sono un pacchetto sviluppato con l’obbiettivo di fornire degli strumenti quantitativi e qualitativi per indagare la morfologia di un bacino idrografico. ¯ Analisi Geomorfologica L’obbiettivo è analizzare i processi di erosione dei canali fluviali e la possibilità di innesco di frane superficiali. Questo viene fatto considerando che i processi geomorfologici principali in un bacino siano: Erosione diffusiva dei pendii Processi di incisione da parte dei canali Trasporto dei sedimenti nei canali Frane 2 S. Franceschi, L. Perathoner, M. Toro, G. Formetta 17 marzo 2013
  • 5. Le Horton Machine I comandi delle Horton Analisi del reticolo idrografico Machine sono stati ¯ Network suddisi in 7 categorie: Analisi relative al bacino ¯ Hydro-Geomorphology Indici idro-geomorfologici ¯ Basin Attributi del bacino ¯ Geomorphology Analisi dei versanti ¯ Hillslope Manipolazione dei DEM ¯ DEM Manipulation Statistiche ¯ Statistics 3 S. Franceschi, L. Perathoner, M. Toro, G. Formetta 17 marzo 2013
  • 6. Le Horton Machine Analisi del reticolo idrografico ¯ Network Comandi che permettono di determinare alcune proprietà del reticolo idrografico. 4 S. Franceschi, L. Perathoner, M. Toro, G. Formetta 17 marzo 2013
  • 7. Le Horton Machine Analisi relative al bacino ¯ Hydro-Geomorphology Comandi che permettono di svolgere analisi di un bacino idrografico. Indici idro-geomorfologici ¯ Basin Comandi che permettono di determinare alcuni indici relativi al bacino idrografico. 5 S. Franceschi, L. Perathoner, M. Toro, G. Formetta 17 marzo 2013
  • 8. Le Horton Machine Attributi del bacino ¯ Geomorphology Comandi che permettono di calcolare alcuni attributi del bacino quali pendenza, direzioni di drenaggio, aree contribuenti. Analisi dei versanti ¯ Hillslope Comandi che permettono di calcolare alcune caratteristiche dei versanti del bacino e di determinare una classificazione in base alle loro proprietà morfologiche. 6 S. Franceschi, L. Perathoner, M. Toro, G. Formetta 17 marzo 2013
  • 9. Le Horton Machine Manipolazione dei DEM ¯ DEM Manipulation Comandi che permettono di svolgere analisi preliminari sui modelli digitali del terreno. Statistiche ¯ Statistics Comandi che permettono di condurre alcune analisi statistiche sui bacini. 7 S. Franceschi, L. Perathoner, M. Toro, G. Formetta 17 marzo 2013
  • 10. La morfologia La topografia è rappresentata mediante una funzione continua bivariata z = f (x, y) e con le sue derivate fino al secondo ordine. 8 S. Franceschi, L. Perathoner, M. Toro, G. Formetta 17 marzo 2013
  • 11. Modelli Digitali del Terreno La forma più comune ed efficiente di rappresentare un Modello Digitale del Terreno (D.T.M.) è mediante una griglia quadrata di dati. I dati in questa forma, Ipotesi: chiamata raster, valori significativi rappresentano la coordinata griglia quadrata regolare verticale z per una serie di topografia ad 8 direzioni punti successivi lungo un determinato profilo spaziale. 9 S. Franceschi, L. Perathoner, M. Toro, G. Formetta 17 marzo 2013
  • 12. Operazioni preliminari Prima di poter operare sul DTM con i comandi delle Horton Machine è necessario: 1 creare l’ambiente di lavoro location 2 importarvi all’interno la mappa contenente il modello digitale del terreno (DTM) ¯ generalmente è in formato raster ascii, come un .asc 3 settare la regione di lavoro Processing Region Dopodichè l’obbiettivo principale è quello di estrarre il bacino d’interesse, sono necessarie alcune elaborazioni del dtm di partenza: 5 Riempimento delle depressioni Pitfiller 6 Calcolo delle direzioni di drenaggio Flowdirection/Draindir 7 Estrazione del reticolo idrografico ExtractNetwork 8 Estrazione del bacino idrografico Wateroutlet 10 S. Franceschi, L. Perathoner, M. Toro, G. Formetta 17 marzo 2013
  • 13. Operazioni preliminari Prima di poter operare sul DTM con i comandi delle Horton Machine è necessario: 1 creare l’ambiente di lavoro location 2 importarvi all’interno la mappa contenente il modello digitale del terreno (DTM) ¯ generalmente è in formato raster ascii, come un .asc 3 settare la regione di lavoro Processing Region Dopodichè l’obbiettivo principale è quello di estrarre il bacino d’interesse, sono necessarie alcune elaborazioni del dtm di partenza: 5 Riempimento delle depressioni Pitfiller 6 Calcolo delle direzioni di drenaggio Flowdirection/Draindir 7 Estrazione del reticolo idrografico ExtractNetwork 8 Estrazione del bacino idrografico Wateroutlet 10 S. Franceschi, L. Perathoner, M. Toro, G. Formetta 17 marzo 2013
  • 14. Operazioni preliminari: Pitfiller La prima operazione da fare è riempire i punti di depressione presenti nel dtm in modo da poter poi definire univocamente le direzioni di drenaggio in ogni punto. Il comando che si utilizza per questo sfrutta l’algoritmo di Tarboton. ¯ Dem Manipulation -> Pitfiller Analisi a riguardo di questo argomento hanno dimostrato che questa elaborazione riguarda meno dell’1% dei punti e generalmente questi punti di depressione provengono da errori di calcolo nella fase di creazione del dtm. ¯ Generalmente non si tratta di reali depressioni 11 S. Franceschi, L. Perathoner, M. Toro, G. Formetta 17 marzo 2013
  • 15. Operazioni preliminari: Pitfiller La prima operazione da fare è riempire i punti di depressione presenti nel dtm in modo da poter poi definire univocamente le direzioni di drenaggio in ogni punto. Il comando che si utilizza per questo sfrutta l’algoritmo di Tarboton. ¯ Dem Manipulation -> Pitfiller Analisi a riguardo di questo argomento hanno dimostrato che questa elaborazione riguarda meno dell’1% dei punti e generalmente questi punti di depressione provengono da errori di calcolo nella fase di creazione del dtm. ¯ Generalmente non si tratta di reali depressioni 11 S. Franceschi, L. Perathoner, M. Toro, G. Formetta 17 marzo 2013
  • 16. Operazioni preliminari: Pitfiller La prima operazione da fare è riempire i punti di depressione presenti nel dtm in modo da poter poi definire univocamente le direzioni di drenaggio in ogni punto. Il comando che si utilizza per questo sfrutta l’algoritmo di Tarboton. ¯ Dem Manipulation -> Pitfiller Analisi a riguardo di questo argomento hanno dimostrato che questa elaborazione riguarda meno dell’1% dei punti e generalmente questi punti di depressione provengono da errori di calcolo nella fase di creazione del dtm. ¯ Generalmente non si tratta di reali depressioni 11 S. Franceschi, L. Perathoner, M. Toro, G. Formetta 17 marzo 2013
  • 17. Pitfiller: utilizzo del comando Per far girare questo comando, come tutti gli altri comandi, è necessario definire gli inputs e gli outputs negli appositi tab posti in fondo alla finestra degli Spatial Toolbox. Si può vedere che è inoltre presente un terzo tab contenente una rapida descrizione del comando, degli inputs necessari, degli outputs forniti e delle sintassi per utilizzare il comando in uno script. 12 S. Franceschi, L. Perathoner, M. Toro, G. Formetta 17 marzo 2013
  • 18. Pitfiller: utilizzo del comando Per far girare questo comando, come tutti gli altri comandi, è necessario definire gli inputs e gli outputs negli appositi tab posti in fondo alla finestra degli Spatial Toolbox. Si può vedere che è inoltre presente un terzo tab contenente una rapida descrizione del comando, degli inputs necessari, degli outputs forniti e delle sintassi per utilizzare il comando in uno script. 12 S. Franceschi, L. Perathoner, M. Toro, G. Formetta 17 marzo 2013
  • 19. Pitfiller: inputs L’input necessario per questo comando è il dtm stesso. Per fornire una mappa bisogna cliccare sull’apposito bottone ... accanto al nome della mappa richiesta nel tab inputs. Si aprirà così una finestra di input dove inserire tutte le informazioni necessarie. 13 S. Franceschi, L. Perathoner, M. Toro, G. Formetta 17 marzo 2013
  • 20. Pitfiller: inputs L’input necessario per questo comando è il dtm stesso. Per fornire una mappa bisogna cliccare sull’apposito bottone ... accanto al nome della mappa richiesta nel tab inputs. Si aprirà così una finestra di input dove inserire tutte le informazioni necessarie. 13 S. Franceschi, L. Perathoner, M. Toro, G. Formetta 17 marzo 2013
  • 21. Pitfiller: inputs L’input necessario per questo comando è il dtm stesso. Per fornire una mappa bisogna cliccare sull’apposito bottone ... accanto al nome della mappa richiesta nel tab inputs. Si aprirà così una finestra di input dove inserire tutte le informazioni necessarie. 13 S. Franceschi, L. Perathoner, M. Toro, G. Formetta 17 marzo 2013
  • 22. Pitfiller: inputs Alla prima voce bisogna indicare dove è collocata la mappa, quindi il suo path. Oltre al path sono presenti due campi con i valori da leggere e da scrivere come novalue, qualora non fossero presenti dati. Infine, se si è scelto di lavorare utilizzando la Processing Region, sono presenti una serie di voci riguardanti le impostazioni di questa: confini, risoluzione, numero di righe e colonne; se la si è già impostata correttamente non è necessario modificarle. 14 S. Franceschi, L. Perathoner, M. Toro, G. Formetta 17 marzo 2013
  • 23. Pitfiller: inputs Lavorando all’interno di una location GRASS/JGrass per fornire in input una mappa è necessario indicare il percorso del file corrispondente alla mappa nella cartella cell contenuta nella location. Questo si può agevolmente identificare mediante la finestra di navigazione dei files che compare cliccando sul pulsante ... accanto al campo dedicato al path. 15 S. Franceschi, L. Perathoner, M. Toro, G. Formetta 17 marzo 2013
  • 24. Pitfiller: output Successivamente è necessario indicare le opzioni di output da inserire nel tab output. L’output di questo comando, co- me di molti comandi dei JGras- stools, è la mappa elaborata dal comando stesso. ‘E quindi necessario indicare nella finestra di output che si apre cliccando sul bottone ... il nome della mappa di output ed il percorso dove salvarla. 16 S. Franceschi, L. Perathoner, M. Toro, G. Formetta 17 marzo 2013
  • 25. Pitfiller: output Inoltre lavorando all’interno di una location il percorso di salvataggio da indicare dovrà essere sempre la cartella cell all’interno della location stessa. Questo percorso può essere sempre agevolmente identificato mediante la finestra di navigazione dei files che compare cliccando sul pulsante ... accanto al campo dedicato al path. Il nome con cui salvare la mappa di output del comando può invece essere inserito nell’apposito campo senza scrivere nessuna estensione. 17 S. Franceschi, L. Perathoner, M. Toro, G. Formetta 17 marzo 2013
  • 26. Pitfiller: ASCII input & output Se invece che lavorare in una location GRASS/JGrass si vuole lavorare in formato ESRI ASCII le mappe sono dei semplici file .asc. Nella selezione dell’input è sufficiente selezionare il file .asc corrispondente alla mappa, mentre nell’indicare l’output si può indicare un percorso di salvataggio a piacere: è però necessario indicare l’estensione .asc nel nome del file. Questo formato raster ha però alcuni svantaggi nell’utilizzo in quanto non mantiene le categorie e le scale dei colori delle mappe, che è quindi necessario reimpostare in uDig a ogni utilizzo. 18 S. Franceschi, L. Perathoner, M. Toro, G. Formetta 17 marzo 2013
  • 27. Pitfiller: esecuzione del comando Inserite tutte le opzioni necessarie è possibile eseguire il comando cliccando sul bottone Run the selected module in alto a destra nella finestra degli Spatial Toolbox. Il comando viene quindi eseguito mostrando in Console la progressione; terminata l’esecuzione, la nuova mappa viene automaticamente caricata nella location e aggiornato il Catalogo di uDig. 19 S. Franceschi, L. Perathoner, M. Toro, G. Formetta 17 marzo 2013
  • 28. Pitfiller: esecuzione del comando Visualizzazione della mappa output di Pitfiller in una nuova Mappa 20 S. Franceschi, L. Perathoner, M. Toro, G. Formetta 17 marzo 2013
  • 29. Analisi dei valori di una mappa: RasterSummary Ora che abbiamo visto come si utilizza un comando attraverso gli Spatial Toolbox e creata la nostra prima mappa vediamo un utile comando che fornisce le statistiche riassuntive relative ad una mappa. Questo comando non appartiene alle Horton Mchine ma semplicemente ai moduli generici di Raster Processing il comando RasterSummary calcola le statistiche dei valori di una mappa raster Nello specifico il comado calcola alcune grandezze riassuntive dell’intera mappa: valore minimo, valore massimo, valore media, deviazione standard, somma di tutti i valori, la quantità di no data oltre a fornire tutti i dati per costruire l’istogramma della distribuzione dei valori contenuti nella mappa 21 S. Franceschi, L. Perathoner, M. Toro, G. Formetta 17 marzo 2013
  • 30. Analisi dei valori di una mappa: RasterSummary Ora che abbiamo visto come si utilizza un comando attraverso gli Spatial Toolbox e creata la nostra prima mappa vediamo un utile comando che fornisce le statistiche riassuntive relative ad una mappa. Questo comando non appartiene alle Horton Mchine ma semplicemente ai moduli generici di Raster Processing il comando RasterSummary calcola le statistiche dei valori di una mappa raster Nello specifico il comado calcola alcune grandezze riassuntive dell’intera mappa: valore minimo, valore massimo, valore media, deviazione standard, somma di tutti i valori, la quantità di no data oltre a fornire tutti i dati per costruire l’istogramma della distribuzione dei valori contenuti nella mappa 21 S. Franceschi, L. Perathoner, M. Toro, G. Formetta 17 marzo 2013
  • 31. RasterSummary: input Questo particolare comando richiede in input: la mappa su cui calcolare le statistiche numero di intervalli in cui dividere il range di valori della mappa per calcolare l’istogramma il check per indicare di calcolare tutti i dati dell’istogramma 22 S. Franceschi, L. Perathoner, M. Toro, G. Formetta 17 marzo 2013
  • 32. RasterSummary: output I valori in output vengono stampati nella vista Console di uDig, possono quindi essere facilmente salvati in un file di testo puro (mediante un copia & incolla) in formato ASCII (ad esempio: disth.txt), che un qualsiasi foglio elettronico, o R (!), può leggere facilmente. Stampa, in ordine da sx a dx: la media nell’intervallo dei valori della mappa mappa il numero di pixel della mappa nell’intervallo la percentuale di pixel della mappa nell’intervallo 23 S. Franceschi, L. Perathoner, M. Toro, G. Formetta 17 marzo 2013
  • 33. Esempio di plot dei risultati Questo è un esempio di plot con R della distribuzione delle quote dei punti del dtm in esame, prima con ordinata i pixel, poi la percentuale. read.table(disth.txt)->dh plot(dh[,1],dh[,2],type=“l”,ylab=“Area [pixel]”, xlab=“Quote [m]”,main=“Distribuzione delle quote”) 24 S. Franceschi, L. Perathoner, M. Toro, G. Formetta 17 marzo 2013
  • 34. Le direzioni di drenaggio Le direzioni di drenaggio definiscono come l’acqua si muove sulla superficie del terreno in relazione alla topografia della regione in analisi. Ipotesi Ogni cella del dtm può drenare solo in una delle sue 8 celle adiacenti, quelle adiacenti, soprastanti, sottostanti o diagonali, nella direzione di massima pendenza discendente. Solo 8 possibili direzioni per il flusso ¯ Questo è un limite nella modellazione del flusso naturale 25 S. Franceschi, L. Perathoner, M. Toro, G. Formetta 17 marzo 2013
  • 35. FlowDirection Questo comando calcola le direzioni di drenaggio nella direzione della massima pendenza discendente identificando per ogni cella del dtm una delle 8 vicine. L’input necessario è la mappa del dtm depittato. I numeri convenzionali che rappresentano le direzioni di drenaggio nella mappa di output sono dall’1 all’8, dove 1 corrisponde alla direzione est. 26 S. Franceschi, L. Perathoner, M. Toro, G. Formetta 17 marzo 2013
  • 36. FlowDirection Mappa di output dove ogni colore rappresenta una delle 8 direzioni. 27 S. Franceschi, L. Perathoner, M. Toro, G. Formetta 17 marzo 2013
  • 37. FlowDirection Corrispondenza tra colori della mappa, numeri convenzionali e direzioni 3O 4 ?? _ ? 2 ??  ??  5o  ?  ??? /1  ??  6 8 7 28 S. Franceschi, L. Perathoner, M. Toro, G. Formetta 17 marzo 2013
  • 38. Correzione alle direzioni di drenaggio Il metodo finora descritto e utilizzato prende il nome D8. L’utilizzo di questo metodo per la determinazione delle direzioni di drenaggio genera un effetto di deviazione dalla reale direzione identificata dal gradiente Questo metodo può essere corretto con un algoritmo che calcola le direzioni di drenaggio minimizzando la deviazione della direzione del flusso determinato da quella del flusso reale. Questa deviazione viene calcolata partendo dal punto a quote maggiori, procedendo verso quote minori. La deviazione è calcolata mediante una costruzione triangolare e può quindi essere espressa come: Deviazione Angolare metodo D8-LAD Distanza Trasversale metodo D8-LTD Questo metodo utilizza un parametro λ per pesare la correzione. Metodo sviluppato da S. Orlandi 29 S. Franceschi, L. Perathoner, M. Toro, G. Formetta 17 marzo 2013
  • 39. Correzione alle direzioni di drenaggio Metodo D8-LAD Deviazione Angolare valutata con α Metodo D8-LTD Distanza Trasversale valutata con δ La deviazione è calcolata cumulandola dal punto a quota maggiore, discendendo; la direzione D8 viene corretta indirizzandola verso la direzione reale quando il valore supera una certa soglia. Questa soglia viene assegnata mediante il parametro λ; se λ = 0 il contatore non ha memoria e quindi i punti precedenti non influenzano la correzione. 30 S. Franceschi, L. Perathoner, M. Toro, G. Formetta 17 marzo 2013
  • 40. DrainDir: input I minimi input necessari sono: la mappa del dtm depittato la mappa delle direzioni di drenaggio precedentemente creata con FlowDirection È inoltre possibile modificare il parametro λ e la modalità LAD o LTD. Lavorando in modalità standard, quindi senza fissare la rete idrografica, non è necessario fornire la mappa delle direzioni di drenaggio lungo la rete. 31 S. Franceschi, L. Perathoner, M. Toro, G. Formetta 17 marzo 2013
  • 41. DrainDir: output Questo comando restituisce in output la mappa delle aree contribuenti, oltre alla mappa rappresentante le direzioni di drenaggio corrette. La mappa che rappresenta le aree contribuenti può essere alternativamente ottenuta con il comando Geomorphology - Tca Nella prossima slide si illustrerà cosa rappresentano le aree contribuenti e la loro utilità. 32 S. Franceschi, L. Perathoner, M. Toro, G. Formetta 17 marzo 2013
  • 42. Aree contribuenti L’ Area Contribuente Totale -tca- rappresenta l’area che contribuisce all’afflusso in un punto del bacino. È una quantità molto importante nell’analisi geomorfologica ed idrologica di un bacino idrografico: è strettamente collegata al flusso in uscita attraverso i differenti punti del bacino in condizioni di precipitazione uniforme. La maggior parte di metodi diffusivi utilizzati per estrarre la rete idrografica a partire dal dtm sono basati su questa quantità. 1 se il j-esimo pixel drena nell’i-esimo Ai = Aj × Wj ; dove Wj = 0 negli altri casi 33 S. Franceschi, L. Perathoner, M. Toro, G. Formetta 17 marzo 2013
  • 43. Aree contribuenti Zoom della mappa delle tca, visualizzata in scala di colori logaritmica. Visto l’ordine di grandezza dei valori si consiglia di visualizzarla impostando la tabella dei colori nello Style Editor su logarithmic. 34 S. Franceschi, L. Perathoner, M. Toro, G. Formetta 17 marzo 2013
  • 44. Markoutlets L’applicazione di molti comandi per essere eseguita correttamente richiede che la mappa delle direzioni di drenaggio abbia un ulteriore valore. Questo nuovo valore rappresenta la classe dei punti che rappresentano gli outlets del bacino: questi sono i punti che drenano all’esterno del bacino in analisi. Il comando Dem Manipulation - Markoutlets marca gli outlets con un valore convenzionale 10, e richiede in input le direzioni di drenaggio, meglio se calcolate con DrainDir 35 S. Franceschi, L. Perathoner, M. Toro, G. Formetta 17 marzo 2013
  • 45. Estrazione della rete idrografica Nel comando Network - ExtractNetwork sono implementati 3 metodi per estrarre i canali che compongono la rete idrografica: 0 mediante una soglia sulle aree contribuenti (solo i punti con area contribuente maggiore della soglia danno luogo alla formazione di canali) 1 mediante soglia sul prodotto tra aree contribuenti e pendenza (questa quantità stima lo sforzo tangenziale) 2 mediante soglia analoga alla precedente considerando solo i punti convergenti Dopo aver individuato i punti di formazione dei canali, con una di queste tre soglie, la rete viene costruita considerando tutti gli altri punti posti a quote minori. 36 S. Franceschi, L. Perathoner, M. Toro, G. Formetta 17 marzo 2013
  • 46. ExtractNetwork: modo 0 Si potrebbe ora procedere con l’estrazione utilizzando il primo metodo: soglia sulle sole aree contribuenti, preferiamo però andare oltre nell’analisi al fine di ottenere una rete più accurata. Sarebbero necessari in input la mappa delle direzioni di dre- naggio, meglio se calcolate con DrainDir, e delle TCA. È inoltre necessario impostare il valore di soglia e specificare il metodo da utilizzare. 37 S. Franceschi, L. Perathoner, M. Toro, G. Formetta 17 marzo 2013
  • 47. Pendenze: Slope Il comando Geomorphology - Slope calcola la pendenza della superficie topografica in ogni punto lungo le direzioni di drenaggio. Questo comando calcola la differenza di quota tra ogni pixel e quello adiacente immediatamente a valle. Successivamente divide questa grandezza per la dimensione del pixel, oppure della sua diagonale, a seconda della posizione reciproca dei due pixel considerati. Il valore restituito rappresenta quindi la tangente dell’angolo rappresentante la pendenza. Si può ottenere il valore dell’angolo operando con MapCalc, il cui funzionamento verrà illustrato più avanti. 38 S. Franceschi, L. Perathoner, M. Toro, G. Formetta 17 marzo 2013
  • 48. Slope Richiede in input le mappe: del dtm depittato delle direzioni di drenaggio, meglio se calcolate con DrainDir 39 S. Franceschi, L. Perathoner, M. Toro, G. Formetta 17 marzo 2013
  • 49. Slope: errore pixel con valore 10 Evidentemente il comando Slope non supporta la mappa ottenuta con Markoutlets, come input per le direzioni di drenaggio. Richiede in input le mappa delle direzioni di drenaggio senza pixel con valore 10, che generalmente rappresentano gli outlets marcati ¯ deve contenere solo valori da 1 a 8, che rappresentano le sole direzioni di drenaggio 40 S. Franceschi, L. Perathoner, M. Toro, G. Formetta 17 marzo 2013
  • 50. ExtractNetwork: modo 1 Avremmo già ora le mappe necessarie ad estrarre le rete idrografica con il secondo tipo di soglia, basata su tca e pendenze; proseguiamo invece nell’analisi al fine di estarre la rete con l’ultimo, e più raffinato, metodo. Sarebbe quindi necessario fornire un ulteriore input oltre a quelli già visti, ovvero la mappa delle pendenze appena calcolata. Bisogna specificare il metodo corretto, contrassegnato con 1. 41 S. Franceschi, L. Perathoner, M. Toro, G. Formetta 17 marzo 2013
  • 51. Curvature Le curvature rappresentano la deviazione del vettore gradiente per unità di lunghezza lungo particolari curve tracciate sulla superficie in esame f(x,y). La Curvatura Longitudinale rappresenta la deviazione del gradiente andando da valle verso monte seguendo l’inviluppo dei gradienti. È negativa se il gradiente aumenta. La Curvatura Piana si ottiene sezionando la superficie con un piano parallelo al piano (x,y) ed è la variazione dei vettori tangenti alle linee di livello passanti per il punto in esame. Misura la convergenza (se 0) o la divergenza (se 0) del flusso. La Curvatura Tangenziale è determinata sulla curva di intersezione tra un piano perpendicolare alla direzione del gradiente e tangente alle linee di livello nel punto considerato. Curvatura tangente e piana sono tra loro proporzionali e la loro distribuzione spaziale è la stessa. 42 S. Franceschi, L. Perathoner, M. Toro, G. Formetta 17 marzo 2013
  • 52. Curvatura tangenziale (o normale) Curvatura negativa - convessa: questo caso è tipico di zone di versante dove il flusso viene suddiviso sui pixel vicini di quota inferiore secondo il metodo della massima pendenza. Topografia localmente divergente 43 S. Franceschi, L. Perathoner, M. Toro, G. Formetta 17 marzo 2013
  • 53. Curvature Il comando Geomorfology - Curvatures permette di calcolare questi 3 tipi di curvature come 3 diverse mappe di output. Longitudinale ¯ Profile o Longitudinal Piana ¯ Planar Tangenziale ¯ Tangential o Normal Questo comando richiede in input la sola mappa del dtm depittato 44 S. Franceschi, L. Perathoner, M. Toro, G. Formetta 17 marzo 2013
  • 54. Curvature Curvatura Longitudinale e suo zoom Curvatura Tangenziale e suo zoom 45 S. Franceschi, L. Perathoner, M. Toro, G. Formetta 17 marzo 2013
  • 55. Classi Topografiche Permettono di attribuire ad ogni pixel una delle 9 classi topografiche, ottenute con l’intersezione dei tre tipi di curvature longitudinali e dei tre di curvature planari. È anche possibile aggregare queste classi in tre categorie fondamentali: siti concavi siti convessi siti piani 46 S. Franceschi, L. Perathoner, M. Toro, G. Formetta 17 marzo 2013
  • 56. Classi Topografiche 10 planare parallelo 20 convesso parallelo Nomi identificativi e 30 concavo parallelo corrispondenti valori per le 40 planare divergente 9 classi (a lato) e per le 3 50 convesso divergente classi aggregate (sotto) con 60 concavo divergente specificate le riclassificazioni. 70 planare convergente 80 convesso convergente 90 concavo convergente 15 concavo, unione delle classi 30, 70 e 90 25 planare, corrispondente alla classe 10 35 convesso, unione delle restanti classi 47 S. Franceschi, L. Perathoner, M. Toro, G. Formetta 17 marzo 2013
  • 57. Tc Il comando che permette di creare le due mappe contenenti queste classificazioni è Hillslope - Tc. Richiede in input le due mappe delle: curvature longitudinali curvature normali È inoltre necessario definire due soglie che definiscono la condizio- ne di planarità. Restituisce in output le due mappe con 9 e 3 classi. 48 S. Franceschi, L. Perathoner, M. Toro, G. Formetta 17 marzo 2013
  • 58. Tc Mappa 9 classi morfologiche Mappa 3 classi fondamentali 49 S. Franceschi, L. Perathoner, M. Toro, G. Formetta 17 marzo 2013
  • 59. ExtractNetwork: modo 2 Abbiamo ora tutte le mappe necessarie ad estrarre le rete idrografica con il terzo tipo di soglia, cioè sullo sforzo tangenziale solo sui siti convergenti. È quindi necessaria in input una ulteriore mappa, oltre alle pri- me due, delle classi topografiche aggregate (con sole 3 classi). È inoltre necessario indicare il metodo corretto, indicato con 2. La soglia dipende sempre, come per gli altri metodi, dalla dimensione dei pixel e dagli attributi topografici del bacino. 50 S. Franceschi, L. Perathoner, M. Toro, G. Formetta 17 marzo 2013
  • 60. ExtractNetwork: modo 2 Mappa di output rappresentante i canali della rete idrografica Ai punti appartenenti ai canali è assegnato valore 2, mentre a tutti gli altri punti è assegnato no value, cioè nessun valore. 51 S. Franceschi, L. Perathoner, M. Toro, G. Formetta 17 marzo 2013
  • 61. Estrazione del bacino di interesse: chiusura A questo punto abbiamo tutto quello che ci occorre per estrarre il bacino idrografico d’interesse. Manca solo un’informazione: l’outlet, cioè il punto di chiusura di questo bacino. Tale punto deve appartenere alla rete idrografica, quindi bisognerà che sulla mappa restituita da ExtractNetwork abbia valore 2. 1 Individuare il punto sulla mappa, se si dispone di uno shapefile contenente tale punto è comodo importarlo per individuarlo con facilità. 2 Interrogare il valore già assegnato sulla mappa utilizzando lo strumento info di uDig, cliccando sul punto in esame dopo aver attivato tale strumento. L’info tool si trova sotto la voce Info nella barra degli strumenti della vista mappa. 3 Verificare tale valore che verrà visualizzato, insieme alle coordinate del punto, in una nuova vista informazioni che si apre automaticamente 52 S. Franceschi, L. Perathoner, M. Toro, G. Formetta 17 marzo 2013
  • 62. Estrazione del bacino di interesse: chiusura Zoom della rete dei canali e vista informazioni per individuare l’outlet 53 S. Franceschi, L. Perathoner, M. Toro, G. Formetta 17 marzo 2013
  • 63. Estrazione del bacino di interesse: Wateroutlet Ora possiamo estrarre il bacino di interesse con il comando Dem Manipulation - Wateroutlet. In input sono necessari: le coordinate del punto di chiusura appena individuate la mappa delle direzioni di drenaggio, meglio se calcolata con DrainDir Le coordinate vengono automaticamente inserite nei rispettivi campi se si seleziona il comando subito dopo aver interrogato il punto. 54 S. Franceschi, L. Perathoner, M. Toro, G. Formetta 17 marzo 2013
  • 64. Estrazione del bacino di interesse: Wateroutlet Restituisce in output una maschera del bacino estratto con valore 1 all’interno e no value all’esterno. Si può verificare come il confine del bacino estratto passi effettivamente per il punto di chiusura. 55 S. Franceschi, L. Perathoner, M. Toro, G. Formetta 17 marzo 2013
  • 65. Ritaglio delle mappe sul bacino di interesse Ora dobbiamo ritagliare sul bacino estratto anche tutte le altre mappe fino ad ora elaborate. Le opzioni di lavoro sarebbero due: calcolare di nuovo le grandezze sul DTM del bacino estratto ritagliare le mappe sulla maschera del bacino estratto La prima opzione prevede di ricalcolare la mappa delle elevazioni depittata e le direzioni di drenaggio. Questo può comportare incompatibilità con il dato di partenza. Per ottenere correttamente tutte le mappe relative al bacino ritagliato sarà necessaria anche un’ulteriore operazione successiva: rilanciare il comando Dem Manipulation - Markoutlets sulla mappa delle direzioni di drenaggio ritagliata, in quanto gli outlets del bacino ritagliato saranno differenti. 56 S. Franceschi, L. Perathoner, M. Toro, G. Formetta 17 marzo 2013
  • 66. Ritaglio delle mappe sul bacino di interesse Ora dobbiamo ritagliare sul bacino estratto anche tutte le altre mappe fino ad ora elaborate. Le opzioni di lavoro sarebbero due: calcolare di nuovo le grandezze sul DTM del bacino estratto ritagliare le mappe sulla maschera del bacino estratto La prima opzione prevede di ricalcolare la mappa delle elevazioni depittata e le direzioni di drenaggio. Questo può comportare incompatibilità con il dato di partenza. Per ottenere correttamente tutte le mappe relative al bacino ritagliato sarà necessaria anche un’ulteriore operazione successiva: rilanciare il comando Dem Manipulation - Markoutlets sulla mappa delle direzioni di drenaggio ritagliata, in quanto gli outlets del bacino ritagliato saranno differenti. 56 S. Franceschi, L. Perathoner, M. Toro, G. Formetta 17 marzo 2013
  • 67. Ritaglio delle mappe sul bacino di interesse Ora dobbiamo ritagliare sul bacino estratto anche tutte le altre mappe fino ad ora elaborate. Le opzioni di lavoro sarebbero due: calcolare di nuovo le grandezze sul DTM del bacino estratto ritagliare le mappe sulla maschera del bacino estratto La prima opzione prevede di ricalcolare la mappa delle elevazioni depittata e le direzioni di drenaggio. Questo può comportare incompatibilità con il dato di partenza. Per ottenere correttamente tutte le mappe relative al bacino ritagliato sarà necessaria anche un’ulteriore operazione successiva: rilanciare il comando Dem Manipulation - Markoutlets sulla mappa delle direzioni di drenaggio ritagliata, in quanto gli outlets del bacino ritagliato saranno differenti. 56 S. Franceschi, L. Perathoner, M. Toro, G. Formetta 17 marzo 2013
  • 68. CutOut Utilizzando il comando CutOut scegliamo quindi di ritagliare le mappe già create: dtm depittato direzioni di drenaggio tca reticolo idrografico (pendenze) (curvature) (classi topografiche) Gli input necessari sono la mappa da usare come maschera e quella da ritagliare, senza soglie. 57 S. Franceschi, L. Perathoner, M. Toro, G. Formetta 17 marzo 2013
  • 69. Struttura di drenaggio e sottobacini Ora che abbiamo estratto il bacino d’interesse e ritagliato le mappe di base su questo, possiamo eseguire alcuni altri comandi al fine di ottenere la struttura della rete di drenaggio e dei sottobacini relativi al bacino di interesse. In particolare si vogliono ottenere le mappe vettoriali rappresentanti questi elementi, in quanto da queste ultime è possibile interrogare ed estrarre molte informazioni geometriche utili per analisi successive e relazioni descrittive. Lo strumento fondamentale sarà il comando che permette di numerare la rete di drenaggio ed estrarre i corrispondenti sottobacini ¯ Network - NetNumbering Utilizzeremo inoltre alcuni altri utili strumenti per le mappe vettoriali: Basin - BasinShape estrazione dei contorni dei sottobacini Vector Processing - VectorReshaper manipolazione di mappe vettoriali 58 S. Franceschi, L. Perathoner, M. Toro, G. Formetta 17 marzo 2013
  • 70. Struttura di drenaggio e sottobacini Ora che abbiamo estratto il bacino d’interesse e ritagliato le mappe di base su questo, possiamo eseguire alcuni altri comandi al fine di ottenere la struttura della rete di drenaggio e dei sottobacini relativi al bacino di interesse. In particolare si vogliono ottenere le mappe vettoriali rappresentanti questi elementi, in quanto da queste ultime è possibile interrogare ed estrarre molte informazioni geometriche utili per analisi successive e relazioni descrittive. Lo strumento fondamentale sarà il comando che permette di numerare la rete di drenaggio ed estrarre i corrispondenti sottobacini ¯ Network - NetNumbering Utilizzeremo inoltre alcuni altri utili strumenti per le mappe vettoriali: Basin - BasinShape estrazione dei contorni dei sottobacini Vector Processing - VectorReshaper manipolazione di mappe vettoriali 58 S. Franceschi, L. Perathoner, M. Toro, G. Formetta 17 marzo 2013
  • 71. Struttura di drenaggio e sottobacini Ora che abbiamo estratto il bacino d’interesse e ritagliato le mappe di base su questo, possiamo eseguire alcuni altri comandi al fine di ottenere la struttura della rete di drenaggio e dei sottobacini relativi al bacino di interesse. In particolare si vogliono ottenere le mappe vettoriali rappresentanti questi elementi, in quanto da queste ultime è possibile interrogare ed estrarre molte informazioni geometriche utili per analisi successive e relazioni descrittive. Lo strumento fondamentale sarà il comando che permette di numerare la rete di drenaggio ed estrarre i corrispondenti sottobacini ¯ Network - NetNumbering Utilizzeremo inoltre alcuni altri utili strumenti per le mappe vettoriali: Basin - BasinShape estrazione dei contorni dei sottobacini Vector Processing - VectorReshaper manipolazione di mappe vettoriali 58 S. Franceschi, L. Perathoner, M. Toro, G. Formetta 17 marzo 2013
  • 72. Rete di drenaggio del bacino di interesse Per prima cosa estraiamo la rete di drenaggio relativa al solo bacino di interesse, analogamente a come fatto in precedenza per l’intero dtm, sempre in modalità 2. Gli input sono quelli già visti. È inoltre necessario indicare che ora desideriamo ottenere anche la mappa vettoriale .shp della rete, checkando il relativo box. È ora molto importante scegliere accuratamente il valore della soglia, da questo dipende quanto sarà fitta e quindi quanti rami e conseguenti sottobacini si otterranno. 59 S. Franceschi, L. Perathoner, M. Toro, G. Formetta 17 marzo 2013
  • 73. ExtractNetwork: output vettoriale .shp Come indicato negli input abbiamo ora come ulteriore output una mappa vettoriale .shp Questo output va indicato diversamente da come sempre fatto. Si deve indicare l’estensione, che deve essere shp e un percorso a piacere dove salvarlo. Per un’imprecisione nel modulo di output questo non è molto age- vole, bisogna selezionare un qua- lunque file già esistente in questo percorso e, dopo aver confermato la selezione, modificarne il nome nella relativa casella (con .shp). 60 S. Franceschi, L. Perathoner, M. Toro, G. Formetta 17 marzo 2013
  • 74. Mappa vettoriale .shp della rete idrografica Mappa vettoriale della rete, nella vista Table di uDig si possono vedere gli attributi di ogni feature contenuto nella mappa. Come si vede è molto utile per distinguere i singoli rami e capire quanti sono esattamente, perchè coincideranno con i sottobacini che estrarremo. 61 S. Franceschi, L. Perathoner, M. Toro, G. Formetta 17 marzo 2013
  • 75. VectorReshaper: estrazione delle lunghezze dei rami Sfruttiamo ora le potenzialità della mappa vettoriale della rete per estarrre le lunghezze di ogni singolo ramo. Per fare questo sfrutteremo il comando generico per analisi vettoriali VectorReshaper, non appartenente quindi alla categoria delle Horton Machine ma ai Vector Processing. Questo comando vuole in input una mappa vettoriale e restituisce un’altra mappa vettoriale derivata grazie a funzioni ecql (una sintassi ampliata del cql, semplificazione del linquaggio sql): 1 nuovi campi di attributi 2 attributi derivati dalle caratteristiche geometriche delle feature 3 nuove feature geometriche derivate da quelle originali Si inserisce il vettoriale in input in maniera simile a quello in output, indicando l’estensione shp ed andando a selezionare il file .shp su cui si desidera lavorare, dove è stato salvato. La specifica sintassi ecql che useremo per estrarre le lunghezze è len=geomLength(the_geom) 62 S. Franceschi, L. Perathoner, M. Toro, G. Formetta 17 marzo 2013
  • 76. VectorReshaper: estrazione delle lunghezze dei rami Sfruttiamo ora le potenzialità della mappa vettoriale della rete per estarrre le lunghezze di ogni singolo ramo. Per fare questo sfrutteremo il comando generico per analisi vettoriali VectorReshaper, non appartenente quindi alla categoria delle Horton Machine ma ai Vector Processing. Questo comando vuole in input una mappa vettoriale e restituisce un’altra mappa vettoriale derivata grazie a funzioni ecql (una sintassi ampliata del cql, semplificazione del linquaggio sql): 1 nuovi campi di attributi 2 attributi derivati dalle caratteristiche geometriche delle feature 3 nuove feature geometriche derivate da quelle originali Si inserisce il vettoriale in input in maniera simile a quello in output, indicando l’estensione shp ed andando a selezionare il file .shp su cui si desidera lavorare, dove è stato salvato. La specifica sintassi ecql che useremo per estrarre le lunghezze è len=geomLength(the_geom) 62 S. Franceschi, L. Perathoner, M. Toro, G. Formetta 17 marzo 2013
  • 77. VectorReshaper: estrazione delle lunghezze dei rami Sfruttiamo ora le potenzialità della mappa vettoriale della rete per estarrre le lunghezze di ogni singolo ramo. Per fare questo sfrutteremo il comando generico per analisi vettoriali VectorReshaper, non appartenente quindi alla categoria delle Horton Machine ma ai Vector Processing. Questo comando vuole in input una mappa vettoriale e restituisce un’altra mappa vettoriale derivata grazie a funzioni ecql (una sintassi ampliata del cql, semplificazione del linquaggio sql): 1 nuovi campi di attributi 2 attributi derivati dalle caratteristiche geometriche delle feature 3 nuove feature geometriche derivate da quelle originali Si inserisce il vettoriale in input in maniera simile a quello in output, indicando l’estensione shp ed andando a selezionare il file .shp su cui si desidera lavorare, dove è stato salvato. La specifica sintassi ecql che useremo per estrarre le lunghezze è len=geomLength(the_geom) 62 S. Franceschi, L. Perathoner, M. Toro, G. Formetta 17 marzo 2013
  • 78. VectorReshaper: estrazione delle lunghezze dei rami Il nuovo vettoriale della rete con il nuovo campo delle lunghezze: len 63 S. Franceschi, L. Perathoner, M. Toro, G. Formetta 17 marzo 2013
  • 79. NetNumbering: numerazione della rete ed estazione sottobacini Utilizziamo ora il comando Network - NetNumbering al fine di estrarre i sottobacini, oltre alla mappa della rete numerata. I primi 3 inputs sono quelli ne- cessari, a questo punto dovrebbe- ro essere tutti di immediata com- prensione. Utilizzando il comando in moda- lità standard è sufficiente lascia- re tutti gli altri campi presenti di default, in particolare non inseri- remo la quarta mappa in input. Gli outputs sono tutti mappe ra- ster, dovremo inserirli entrambi. 64 S. Franceschi, L. Perathoner, M. Toro, G. Formetta 17 marzo 2013
  • 80. NetNumberin: output del comando Le due mappe output di NetNumbering: rete numerata e sottobacini 65 S. Franceschi, L. Perathoner, M. Toro, G. Formetta 17 marzo 2013
  • 81. BasinShape: vettorializzazione dei contorni dei sottobacini Vogliamo ora ottenere la mappa vettoriale .shp dei contorni dei sottobacini, che sarà comoda per estrarre varie informazioni, come già visto per la mappa della rete. Questo comando vuole in input due mappe raster: la mappa del dtm depittato e quella dei sottobacini ottenuta con NetNumbering . . . e restituisce in output la mappa vettoriale dei sottobacini. Gli input raster si inseriscono come già visto in precedenza e l’output vettoriale come visto per la rete. 66 S. Franceschi, L. Perathoner, M. Toro, G. Formetta 17 marzo 2013
  • 82. Mappa vettoriale .shp dei sottobacini Mappa vettoriale dei sottobacini, si può vedere che il comando ha gia calcolato molti attributi utili per ogni sottobacino: area perimetro numerazione quota massima quota minima quota media quota dell’uscita 67 S. Franceschi, L. Perathoner, M. Toro, G. Formetta 17 marzo 2013
  • 83. VectorReshaper: centroidi dei sottobacini Sfruttiamo ancora il comando VectorReshaper per uttenere una nuova mappa contenente i centroidi di ogni singolo bacino. Le mappe vettoriali in input e output si inseriscono come visto prima per lo stesso comando. La nuova mappa deve contenere delle nuove features geometriche derivate, i centroidi. La sintassi ecql dovrà riscrivere il campo the_geom, sarà quindi: the_geom=centroid(the_geom) 68 S. Franceschi, L. Perathoner, M. Toro, G. Formetta 17 marzo 2013
  • 84. VectorReshaper: Mappa vettoriale .shp dei centroidi Mappa vettoriale dei centroidi di ogni sottobacino. È ben evidente come questo comando abbia creato una nuova mappa con feature geometriche di tipo differente, ovvero i punti rappresentanti i centroidi, derivati dalle feature originali (aree dei sottobacini). 69 S. Franceschi, L. Perathoner, M. Toro, G. Formetta 17 marzo 2013
  • 85. Attributi derivati Ora che abbiamo concluso l’analisi idrologica di base, estraendo il bacino d’interesse, la rete di drenaggio ed i sottobacini, possiamo eseguire una serie di altri comandi delle Horton Machine al fine di ottenere alcune mappe utili per una analisi idro-geomorfologica più completa del bacino. Ne vedremo ora un paio a titolo di esempio. Esposizione Geomorphology - Aspect Modulo del vettore gradiente Geomorphology - Gradient (Pendenza lungo la rete Geomorphology -Slope) (Curvature Geomorphology - Curvatures) Area di drenaggio Geomorphology - Ab (Classi topografiche Hillslope - Tc) Distanza dalla chiusura Basin - RescaledDistance Indice topografico Basin - TopIndex 70 S. Franceschi, L. Perathoner, M. Toro, G. Formetta 17 marzo 2013
  • 86. Attributi derivati Ora che abbiamo concluso l’analisi idrologica di base, estraendo il bacino d’interesse, la rete di drenaggio ed i sottobacini, possiamo eseguire una serie di altri comandi delle Horton Machine al fine di ottenere alcune mappe utili per una analisi idro-geomorfologica più completa del bacino. Ne vedremo ora un paio a titolo di esempio. Esposizione Geomorphology - Aspect Modulo del vettore gradiente Geomorphology - Gradient (Pendenza lungo la rete Geomorphology -Slope) (Curvature Geomorphology - Curvatures) Area di drenaggio Geomorphology - Ab (Classi topografiche Hillslope - Tc) Distanza dalla chiusura Basin - RescaledDistance Indice topografico Basin - TopIndex 70 S. Franceschi, L. Perathoner, M. Toro, G. Formetta 17 marzo 2013
  • 87. Indice topografico A TI = log b | z| esprime la tendenza di un pixel a saturarsi ¯ aree con valori elevati di indice topografico si saturano prima di aree a basso indice topografico dipende solo dalla morfologia è proporzionale al rapporto tra area cumulata nel pixel e pendenza Si calcola con il comando Basin - TopIndex che richiede in input: la mappa delle tca la mappa delle pendenze calcolata con Slope 71 S. Franceschi, L. Perathoner, M. Toro, G. Formetta 17 marzo 2013
  • 88. Indice topografico A TI = log b | z| esprime la tendenza di un pixel a saturarsi ¯ aree con valori elevati di indice topografico si saturano prima di aree a basso indice topografico dipende solo dalla morfologia è proporzionale al rapporto tra area cumulata nel pixel e pendenza Si calcola con il comando Basin - TopIndex che richiede in input: la mappa delle tca la mappa delle pendenze calcolata con Slope 71 S. Franceschi, L. Perathoner, M. Toro, G. Formetta 17 marzo 2013
  • 89. Calcolo dell’indice topografico: TopIndex input 72 S. Franceschi, L. Perathoner, M. Toro, G. Formetta 17 marzo 2013
  • 90. Calcolo dell’indice topografico: TopIndex output 73 S. Franceschi, L. Perathoner, M. Toro, G. Formetta 17 marzo 2013
  • 91. Calcolo dell’indice topografico: TopIndex Pixel con pendenza bassa hanno elevata propensione alla saturazione a parità di area cumulata ci sono zone all’interno del bacino dove non è definito l’indice topografico ¯ sono quelle con pendenza pari a zero per cui il rapporto area cumulata su pendenza tende ad infinito Si assegna ai pixel con images{ pass_mytop=read; valore nullo di indice pass_mybas=read; out=write;} topografico il valore if (isnan( pass_mybas )) { massimo caratteristico out = null; della mappa utilizzando } else { if (isnan( pass_mytop )) { Raster Processing - out = 25; MapCalc, utilizzando la } else { seguente sintassi: out = pass_mytop; } ; }; 74 S. Franceschi, L. Perathoner, M. Toro, G. Formetta 17 marzo 2013
  • 92. MapCalc Attualmente il Map Calculator, strumento che permette di eseguire operazioni aritmetiche e logiche sulle mappe, utilizza il linguaggio Jiffle. 1 per prima cosa bisogna selezionare le mappe di input, per questo comando è però differente dal solito, bisona trascinarle dalla vista piani nella lista delle mappe su cui si lavorerà 2 successivamente bisogna anche scrivere il codice per definire queste mappe come variabili 3 quindi vediamo alcune comuni sintassi per eseguire operazioni su queste mappe: assegnazioni operazioni aritmetiche controllo di flusso if gestione dei punti senza valori: NaN/null 75 S. Franceschi, L. Perathoner, M. Toro, G. Formetta 17 marzo 2013
  • 93. MapCalc: definizione delle variabili Si ricorda che per l’utilizzo di questo comando risulta necessario at- tivare la Processing Region; in caso contrario potrebbero verificarsi errori come mappe di output contenenti il solo valore NaN Sintassi per definire le mappe di input come variabili. Per gli input, cioè le mappe da leggere, il images{ nome della variabile deve essere uguale a pass_mytop=read; quello della mappa. pass_mybas=read; È inoltre necessario definire la variabile di out=write; output, cioè la mappa da scrivere. Questo } nome non deve necessariamente essere uguale a quello della mappa di output; quest’ultimo va come al solito, inserito nell’apposito tab outputs insieme al path. 76 S. Franceschi, L. Perathoner, M. Toro, G. Formetta 17 marzo 2013
  • 94. MapCalc: assegnazione operazioni aritmetiche Un’assegnazione si esegue sempre con una sintassi composta, in ordine: Questi sono tre 1 dal nome della variabile in cui esempi di assegnare assegnazione della variabile di output, 2 dall’operatore di assegnazione = chiamata out: 3 dalla quantità da assegnare alla variabile. out = null; Negli esempi si vedono tre diversi tipi di quantità da assegnare alla variabile out: out = 25; 1 nessun valore null 2 un valore costante out = pass_mytop; 3 i valori presenti in un’altra mappa ¯ questi tipi di quantità si possono combinare con gli operatori + - * / 77 S. Franceschi, L. Perathoner, M. Toro, G. Formetta 17 marzo 2013
  • 95. MapCalc: controllo di flusso if Il test deve essere un’equazione logica che restituisca Vero o Falso. if (test) { Può quindi essere imposto come operazioni da uguaglianza (Attenzione: ==), eseguire se il disuguaglianza o con appositi comandi che test è vero; restituiscano Vero o Falso che vedremo } else { dopo. operazioni da Le operazioni da eseguire possono essere eseguire se il una o più istruzioni, analoghe a quelle che test è falso; si scriverebbero al di fuori dell’ambiente }; if. ¯ come operazioni da eseguire possono anche essere annidati altri controlli if 78 S. Franceschi, L. Perathoner, M. Toro, G. Formetta 17 marzo 2013
  • 96. MapCalc: gestione dei punti senza valori: NaN/null Nei primi si vede l’uso del comando Questi sono degli isnan{}, che restituisce Vero quando il esempi di utilizzo di suo argomento non contiene valori. specifici comandi per Più precisamente quando ha valore gestire i punti a cui Not A Number, valore assegnato di default non è assegnato alcun dai JGrasstools nei punti in cui non è valore. presente alcun dato. isnan(pass_mybas) Restituendo un valore booleano risulta particolarmente comodo da usare come isnan(pass_mytop) test in un controllo if. Nel secondo si vede invece l’assegnazione ad una variabile (quindi ad una mappa) di out = null ”nessun valore” grazie all’apposito comando null che assegna valore null. 79 S. Franceschi, L. Perathoner, M. Toro, G. Formetta 17 marzo 2013
  • 97. MapCalc: inputs Per inserire gli input, mappe raster, in MapCalc è necessario tracinarli dalla vista layer di uDig. Per poterli trascinare è però necessario selezionare “la funzio- ne” adeguata nella finestra degli input. È necessario selezionare il CoverageLister aprendo il menù a tendina. Dopodichè è sufficiente trascinarli nel riquadro che compare nella finestra. 80 S. Franceschi, L. Perathoner, M. Toro, G. Formetta 17 marzo 2013
  • 98. Calcolo dell’indice topografico: MapCalc 81 S. Franceschi, L. Perathoner, M. Toro, G. Formetta 17 marzo 2013
  • 99. Calcolo dell’indice topografico: MapCalc 82 S. Franceschi, L. Perathoner, M. Toro, G. Formetta 17 marzo 2013
  • 100. Distanze riscalate: RescaledDistance Il comando RescaledDistance permette di calcolare le distanze dall’uscita del bacino (outlet), calcolate lungo le direzioni di drenaggio. Queste distanze possono essere riscalate, cioè calcolate considerando velocità diverse nei versanti e nella rete idrografica. Viene quindi introdotto il parametro r definito come il rapporto tra la velocità nei canali e nei versanti, per definire le distanze riscalate x : uc x = xc + r · xh con r = e xc + xh = x uh Questo comando richiede in input le mappe: delle direzioni di drenaggio, calcolate con DrainDir e con gli outlets marcati con MarkOutlets della rete idrografica, calcolata con ExtractNetwork scegliendo uno dei tre tipi di soglie Richiede inoltre il parametro r (se r = 1 le distanze saranno semplici) 83 S. Franceschi, L. Perathoner, M. Toro, G. Formetta 17 marzo 2013
  • 101. Distanze riscalate: RescaledDistance Il comando RescaledDistance permette di calcolare le distanze dall’uscita del bacino (outlet), calcolate lungo le direzioni di drenaggio. Queste distanze possono essere riscalate, cioè calcolate considerando velocità diverse nei versanti e nella rete idrografica. Viene quindi introdotto il parametro r definito come il rapporto tra la velocità nei canali e nei versanti, per definire le distanze riscalate x : uc x = xc + r · xh con r = e xc + xh = x uh Questo comando richiede in input le mappe: delle direzioni di drenaggio, calcolate con DrainDir e con gli outlets marcati con MarkOutlets della rete idrografica, calcolata con ExtractNetwork scegliendo uno dei tre tipi di soglie Richiede inoltre il parametro r (se r = 1 le distanze saranno semplici) 83 S. Franceschi, L. Perathoner, M. Toro, G. Formetta 17 marzo 2013
  • 102. Distanze riscalate: RescaledDistance Il comando RescaledDistance permette di calcolare le distanze dall’uscita del bacino (outlet), calcolate lungo le direzioni di drenaggio. Queste distanze possono essere riscalate, cioè calcolate considerando velocità diverse nei versanti e nella rete idrografica. Viene quindi introdotto il parametro r definito come il rapporto tra la velocità nei canali e nei versanti, per definire le distanze riscalate x : uc x = xc + r · xh con r = e xc + xh = x uh Questo comando richiede in input le mappe: delle direzioni di drenaggio, calcolate con DrainDir e con gli outlets marcati con MarkOutlets della rete idrografica, calcolata con ExtractNetwork scegliendo uno dei tre tipi di soglie Richiede inoltre il parametro r (se r = 1 le distanze saranno semplici) 83 S. Franceschi, L. Perathoner, M. Toro, G. Formetta 17 marzo 2013
  • 103. RescaledDistance Calcolo delle mappa delle distanze semplici con r = 1 84 S. Franceschi, L. Perathoner, M. Toro, G. Formetta 17 marzo 2013
  • 104. RescaledDistance Calcolo delle mappa delle distanze riscalate con r = 10 85 S. Franceschi, L. Perathoner, M. Toro, G. Formetta 17 marzo 2013
  • 105. Funzione di ampiezza del bacino idrografico Ora che abbiamo calcolato le mappe delle distanze e distanze riscalate vogliamo ottenere la distribuzione di questi valori sulle mappe, il grafico di queste rappresenterà la funzione d’ampiezza semplice e riscalata. La distribuzione dei valori su una mappa potrebbe essere ugualmente ottenuta con il comando RasterSummary, che abbiamo già visto all’inizio di questa trattazione. Preferiamo invece ora utilizzare il più evoluto comando Statistics - Cb (delle Horton Machine). In questa applicazione fornisce un analogo risultato, però può essere sfruttato per ottenere più complesse statistiche incrociate tra due mappe. Per ottenere comunque la semplice distribuzione dei valori di una mappa è sufficiente utilizzarlo fornendo la stessa mappa in input per entrambe le mappe. 86 S. Franceschi, L. Perathoner, M. Toro, G. Formetta 17 marzo 2013
  • 106. Funzione di ampiezza del bacino idrografico Ora che abbiamo calcolato le mappe delle distanze e distanze riscalate vogliamo ottenere la distribuzione di questi valori sulle mappe, il grafico di queste rappresenterà la funzione d’ampiezza semplice e riscalata. La distribuzione dei valori su una mappa potrebbe essere ugualmente ottenuta con il comando RasterSummary, che abbiamo già visto all’inizio di questa trattazione. Preferiamo invece ora utilizzare il più evoluto comando Statistics - Cb (delle Horton Machine). In questa applicazione fornisce un analogo risultato, però può essere sfruttato per ottenere più complesse statistiche incrociate tra due mappe. Per ottenere comunque la semplice distribuzione dei valori di una mappa è sufficiente utilizzarlo fornendo la stessa mappa in input per entrambe le mappe. 86 S. Franceschi, L. Perathoner, M. Toro, G. Formetta 17 marzo 2013
  • 107. Funzione di ampiezza del bacino idrografico Ora che abbiamo calcolato le mappe delle distanze e distanze riscalate vogliamo ottenere la distribuzione di questi valori sulle mappe, il grafico di queste rappresenterà la funzione d’ampiezza semplice e riscalata. La distribuzione dei valori su una mappa potrebbe essere ugualmente ottenuta con il comando RasterSummary, che abbiamo già visto all’inizio di questa trattazione. Preferiamo invece ora utilizzare il più evoluto comando Statistics - Cb (delle Horton Machine). In questa applicazione fornisce un analogo risultato, però può essere sfruttato per ottenere più complesse statistiche incrociate tra due mappe. Per ottenere comunque la semplice distribuzione dei valori di una mappa è sufficiente utilizzarlo fornendo la stessa mappa in input per entrambe le mappe. 86 S. Franceschi, L. Perathoner, M. Toro, G. Formetta 17 marzo 2013
  • 108. Analisi dei valori di una mappa: Cb Il comando Statistics - Cb calcola le statistiche dei valori di una mappa rispetto a quelli contenuti in un’altra mappa i dati della prima mappa vengono raggruppati in un numero prefissato di intervalli e viene calcolato il valore medio della variabile indipendente in ciascun intervallo ad ogni intervallo corrisponde un set di valori nella seconda mappa, dei quali viene calcolata la media e gli altri momenti richiesti dall’utente il comando restituisce nella vista Console tutti questi valori per ogni intervallo, associati al numero di pixel contenuti nell’intervallo I valori stampati in output possono essere facilmente salvati in un file di testo puro (mediante un copia incolla) in formato ASCII che un qualsiasi foglio elettronico o R può leggere facilmente. 87 S. Franceschi, L. Perathoner, M. Toro, G. Formetta 17 marzo 2013
  • 109. Cb: input Questo particolare comando richiede in input: le due mappe su cui calcolare le statistiche numero di intervalli in cui dividere il range di valori della prima mappa il primo e l’ultimo ordine dei momenti da calcolare Le due mappe possono anche essere la stessa mappa se si vuole ottenere la distribuzione dei valori contenuti nella mappa sul bacino (va sempre inserita in entrambe i campi). 88 S. Franceschi, L. Perathoner, M. Toro, G. Formetta 17 marzo 2013
  • 110. Cb: output Questo particolare comando stampa, in ordine da sx a dx: la media nell’intervallo dei valori della prima mappa il numero di pixel della prima mappa nell’intervallo il momento di primo ordine (media) dei valori della seconda mappa il momento di secondo ordine (varianza) dei valori della seconda mappa se richiesti, i momenti di ordine superiore dei valori della seconda mappa 89 S. Franceschi, L. Perathoner, M. Toro, G. Formetta 17 marzo 2013
  • 111. Esempio di plot dei risultati Questo è un esempio di plot con R della distribuzione delle distanze dei punti del bacino: rappresenta la funzione d’ampiezza del bacino. read.table(rd1)-rd1 plot(rd1[,1],rd1[,2],type=“l”,ylab=“Area [pixel]”, xlab=“Distanza [m]”,main=“Distanze Riscalate”) 90 S. Franceschi, L. Perathoner, M. Toro, G. Formetta 17 marzo 2013
  • 112. Indice dei simboli Simbolo Nome udm TI Indice topografico - A Area totale al di sopra di ogni punto L2 b Lunghezza della parte di pixel interessata dal drenaggio L z Pendenza - x Distanza di un punto del bacino dall’uscita misurata lungo le direzioni di drenaggio L x Distanza dall’uscita riscalata L xc Distanza di un punto del canale dall’uscita L xh Distanza di un punto dal canale a cui afferisce (lungo le linee di drenaggio) L r Rapporto tra celerità dell’onda di piena nei canali e nei versanti - uc Celerità del deflusso nei canali L T−1 uh Celerità del deflusso superficiale L T−1 91 S. Franceschi, L. Perathoner, M. Toro, G. Formetta 17 marzo 2013
  • 113. Indice dei comandi Comando Breve Descrizione Cb Calcola le le statistiche delle mappe Curvature Calcola le curvature longitudinali e trasversali CutOut Ritaglia una mappa raster DrainDir Stima le direzioni di drenaggio corrette ExtractNetwork Estrae il reticolo idrografico FlowDirection Stima le direzioni di drenaggio con D8 puro MapCalc Esegue calcoli sui raster MarkOutlet Marca l’uscita del bacino in esame Pitfiller Riempie le depressioni di un DEM RescaledDistance Calcola la funzione di ampiezza riscalata Slope Calcola il modulo della pendenza Tc Calcola le classi topografiche Tca Calcola le aree contribuenti TopIndex Calcola l’indice topografico WaterOutlet Estrae il bacino idrografico 92 S. Franceschi, L. Perathoner, M. Toro, G. Formetta 17 marzo 2013
  • 114. Credits La Horton Machine è il frutto del lavoro di ricerca congiunto di cudam ed Hydrologis s.r.l. 93 S. Franceschi, L. Perathoner, M. Toro, G. Formetta 17 marzo 2013
  • 115. Credits Questa presentazione è stata scritta da: Silvia Franceschi (Hydrologis and Ispra) Leonardo Perathoner (Università di Trento) Matteo Toro (Università di Trento) Giuseppe Formetta (Università di Trento) La redazione di questa presentazione è stata supportata da Ispra nell’ambito del progetto Danube Flood Risk e dalla Provincia Autonoma di Bolzano, nell’ambito del progetto HydroAlp. Per quanto possibile, questa presentazione è stata redatta con l’uso di software libero. L TEX per a scrittura, per il quale Leonardo Perathoner A ha approntato un apposito stile. Il programma statistico R (http://cran.r-project.org/) per l’elaborazione delle figure non prodotte da uDig. 94 S. Franceschi, L. Perathoner, M. Toro, G. Formetta 17 marzo 2013
  • 116. Grazie dell’attenzione JGrassTools Mailinglist: https://groups.google.com/forum/?fromgroups#!forum/jgrasstools 95 S. Franceschi, L. Perathoner, M. Toro, G. Formetta 17 marzo 2013